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PREZIOSI legge S.AGOSTINO 'Fotografia Europea' REGGIO E. 3/5
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Autore Messaggio
genziana



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 11:54    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI protagonista SANT'AGOSTINO LuxVide RAI 1 Rispondi citando



............


nessuna conferma per ora: Alessandro Preziosi, durante l'intervista su RAI Radio2,
ha detto soltanto d'essere attualmente impegnato nel doppiaggio di 'Sant'Agostino'


sappiamo bene che i palinsesti televisivi vengono variati in continuazione, segnalo
la pagina nuova di RAIFICTION, con presentazione, trama e cast artistico e tecnico

link = www.raifiction.rai.it/raifiction2006fiction/0,,4223,00.html [ www.raifiction.rai.it ]





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Cindy



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 14:02    Oggetto: Rispondi citando


[size=18]Spero vivamente che RAI-Fiction stia "scherzando" perchè è difficile comprendere come possano programmare adesso un lavoro che per la nuova stagione potrebbe dare buoni risultati in termini di audience!!! Shocked

Sarebbe inoltre la seconda volta in breve tempo che sabotano un lavoro di Preziosi con le loro stesse mani......perchè sempre lui????? Rolling Eyes
La programmazione è importante sempre, tanto più in un lavoro storico così remoto! Crying or Very sad [


Cindy/size]

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L'amore è........
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ENZO+ANTO



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 14:40    Oggetto: Rispondi citando


DOPO AVER LETTO QUESTA NOTIZIA ANCHE NOI CI SIAMO POSTI LA DOMANDA: COME MAI LA RAI POSSA 'BRUCIARE' UNA FICTION DI UN COSI'GRANDE SPESSORE CULTURALE E SPIRITUALE? LA PROGRAMMAZIONE DELLA RAI DOVREBBE INOLTRE TENERE CONTO DEL PERIODO ORMAI ESTIVO E CONTROPRODUCENTE IN QUANTO GLI ASCOLTI SAREBBERO SCARSI. NON CREDIAMO CHE LA RAI BUTTI AL VENTO I SOLDI SPESI PER REALIZZARE S. AGOSTINO.
DI SOLITO NEL PERIODO ESTIVO VENGONO RITRASMESSI PROGRAMMI GIA' VISTI. PER NOI IL MOMENTO PIù CONSONO POTREBBE ESSERE IN AUTUNNO OPPURE PRIMA DEL S. NATALE.
ENZO
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pattyFI



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 17:02    Oggetto: Rispondi citando


Penso anch'io che stiano scherzando....ma la produzione non dice niente?
Verrebbe veramente voglia se e' vero, e sarebbe il caso di farlo di scrivere tutti un email alla rai!!

Bentornati Enzo e Anto!!ci mancavate!!
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Io e te che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai contro un miliardo di persone! [Mille giorni di te e di me]
C.Baglioni
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M1944



Registrato: 25/08/08 09:55
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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 17:16    Oggetto: ADESSO PARLI LA RAI Rispondi citando


ANCH'IO NON CI POSSO CREDERE, SPERO NON SUCCEDA E CHE SIA UNA MALIGNITA' DI CERTE TESTATE.

STANNO ANCORA DOPPIANDO SANT'AGOSTINO E POI DOVREBBE ESSERE PRESENTATO PRIMA AL PAPA, AL QUALE SPERO PIACCIA MOLTO. MIGLIORE GIUDICE DI QUELLO!!

PERO' LA RAI, E' VERO, NON HA TRATTATO BENE CERTI LAVORI INTERESSANTI, SBAGLIANDO INCOMPRESIBILMENTE LA PROGRAMMAZIONE. QUESTA VOLTA SAREBBE IL COLMO.

FACCIAMO UN COMITATO DI PROTESTA?
Marilena
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olivia@



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 19:50    Oggetto: Re: L'eternità di Agostino a Reggio Emilia... Rispondi citando


Marita ha scritto:
La VOCE...

Una dolce serata di maggio, trasformata in una tiepida notte di luna velata. Una fila lunghissima ma composta, a tagliare in diagonale la bella piazza Prampolini, in cui risplendeva - nel senso letterale della parola - l’oro della Madonna benedicente dalla facciata del Duomo, restituito ai fedeli dopo un laborioso restauro. Questo è il preludio ad un evento indimenticabile.
Non ho tardato a capire perché il Vescovo, Mons. Caprioli, – introducendo l’evento – avesse parlato di Sacra Rappresentazione e non di semplice lettura alternata a performance musicali. Infatti, al centro della serata è stata la resa verbale e scenica dell'ascesa dell’Uomo-Agostino, simbolo dell’umanità di tutti i tempi - alla felicità in Dio. Un percorso psicologico tormentato, ritmato da Razionalità e Fede, che approda alla Verità, dapprima intuendola, poi procrastinandola, infine accettandone la rivelazione con il rimpianto del “Tardi T’amai”.

I passaggi della biografia spirituale di Agostino sono stati evidenziati da un gioco di luce e d’ombra, lasciando che non fosse la fisicità dell'attore ma la VOCE del Santo, sempre moderna anche a distanza di 1600 anni – ad emergere suggerendo risposte. Preziosi ha prestato sensibilità e maturità artistica ad una circostanza così diversa dal reading in un luogo suggestivo o dall’ardito monologo in palcoscenico. L’anima del Vescovo di Ippona ha parlato di se stessa alle tantissime anime che affollavano la Chiesa. Il percorso interiore - dal buio alla Rivelazione - ha privilegiato in piena luce il coro angelico del Reverdie Ensemble che con canto limpido e strumenti antichi (liuto, viella, organetto, campane) ha richiamato in vita la musicalità dell’alto medioevo, fra cui il mirabile “ Te lucis ante terminum” di Sant’Ambrogio. Quel Sant’Ambrogio che sarà Artefice dell’incontro di Agostino con Dio, facendogli comprendere il significato e la profonda bellezza della Bibbia, Libro non apprezzato in gioventù dall’impetuoso retore africano.

Con intuizione drammaturgica, Preziosi ha esemplificato il viaggio di Agostino con gesti efficaci: percorre lentamente la navata centrale a simboleggiare la tensione verso il divino, l’Altare. L’Altare, sui cui gradini seduto, sostiene l’intima lotta in vista della conversione. L’Altare, testimone della preghiera finale in ginocchio mentre, con la VOCE di Agostino, ammette:
“ Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole, ma a volere piuttosto ciò che da te ode”.

Una messa in scena evocativa, in linea con la tensione verso l’Eternità, proclamata fra i temi degli eventi di Reggio in festa.

L’applauso scrosciante sulle parole finali ha gratificato i bravissimi artisti, i fedeli che hanno vissuto una nuova dimensione del Duomo insieme al loro Pastore e – credo – anche Quell’Agostino, palpabilmente presente attraverso le parole delle Confessioni, mirabile opera che ha portato il soggetto umano al centro della letteratura, della filosofia e della religiosità.

Una notte di maggio speciale, resa più dolce dall’incontro con Amici e con le Amiche di Adricesta, sempre sorridenti e pronte all’accoglienza e alla sensibilizzazione nei confronti del Progetto. Anche grazie alla delicata presenza gialloblù, l’Umanità domenica sera ha fatto centro.

Ringrazio tutti con affetto e stima infinita

Marita


PS: un caro saluto alle amiche agostiniane che hanno assistito dal "vivo" o solo con il cuore all'evento.


Cara Marita, volevo ringraziarti per questa cronaca così spirituale che è stata come una bella presentazione del lavoro che vedremp presto su Agostino.

Ti ringrazio di cuore ...

Olivia
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cinziaelucaforever



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MessaggioInviato: Gio Mag 07, 2009 21:38    Oggetto: PROTESTA CONTRO LA RAI! Rispondi citando


Hai perfettamente ragione Marilena...Mi chiedo perchè una programmazione storica, come quella di Sant'Agostino venga sabotata e non è la prima volta... Crying or Very sad Io sono d'accordo con te: Protestiamo! Exclamation
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graziamaria



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MessaggioInviato: Ven Mag 08, 2009 09:37    Oggetto: Rispondi citando


ENZO+ANTO ha scritto:
DOPO AVER LETTO QUESTA NOTIZIA ANCHE NOI CI SIAMO POSTI LA DOMANDA: COME MAI LA RAI POSSA 'BRUCIARE' UNA FICTION DI UN COSI'GRANDE SPESSORE CULTURALE E SPIRITUALE? LA PROGRAMMAZIONE DELLA RAI DOVREBBE INOLTRE TENERE CONTO DEL PERIODO ORMAI ESTIVO E CONTROPRODUCENTE IN QUANTO GLI ASCOLTI SAREBBERO SCARSI. NON CREDIAMO CHE LA RAI BUTTI AL VENTO I SOLDI SPESI PER REALIZZARE S. AGOSTINO.
DI SOLITO NEL PERIODO ESTIVO VENGONO RITRASMESSI PROGRAMMI GIA' VISTI. PER NOI IL MOMENTO PIù CONSONO POTREBBE ESSERE IN AUTUNNO OPPURE PRIMA DEL S. NATALE.
ENZO


LA PENSO ESATTAMENTE COME TE MA POSSIBILE CHE NON ABBIA ANCORA IMPARATO !!! HANNO FATTO LO STESSO CON " DE LUCA!" Twisted Evil
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elisafabrice



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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2009 15:49    Oggetto: Rispondi citando


grazie mille
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Antonietta68



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MessaggioInviato: Ven Mag 15, 2009 12:11    Oggetto: Rispondi citando


AVETE TUTTI PERFETTAMENTE RAGIONE!
PROTESTIAMO,PERCHE' UNA FICTIONE COSI' IMPORTANTE NON PUO' PASSARE SOTTO TONO,COME SUCCEDEREBBE SE ANDASSE IN ONDA IN QUESTO PERIODO DELL'ANNO.
ADESSO MI PONGO E VI PONGO UNA DOMANDA:MA LA RAI NON SA CHE IN QUESTO PERIODO LA GENTE E' MENO A CASA,PREFERISCE USCIRE DI SERA,E CHI C'E' POTREBBE ESSERE UN PUBBLICO POCO ATTENTO AD UN PRODOTTO DEL GENERE?
LA RAI LO VUOLE MANDARE IN ONDA PER ALZARE L'AUDEINCE OPPURE NON CREDE TROPPO IN QUESTO PRODOTTO TELEVISIVO?
E SE COSI' FOSSE,PERCHE' LO HA PRODOTTO?
MI PIACEREBBE PORRE QUESTO QUESITO DIRETTAMENTE AL RESPONSABILE DELLA RAI CHE SI OCCUPA DELLA MESSA IN ONDA DEL PALINSESTO.
MA COME POSSIAMO FARE?

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"LE MANI CHE AIUTANO SONO PIù SACRE DELLE BOCCHE CHE PREGANO"
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cinziaelucaforever



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MessaggioInviato: Ven Mag 15, 2009 21:05    Oggetto: PROTESTA CONTRO LA RAI! Rispondi citando


Antonietta, uniamoci tutti insieme e, come ha proposto Marilena, formiamo un comitato di protesta contro la RAI...Perchè, si sa è l'unione alla fine che fa la forza... Exclamation
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genziana



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MessaggioInviato: Mer Giu 10, 2009 02:01    Oggetto: PREZIOSI legge S.AGOSTINO 'Fotografia Europea' REGGIO Emilia Rispondi citando



ha scritto:







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genziana



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MessaggioInviato: Dom Giu 14, 2009 02:13    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI è ' SANT' AGOSTINO ' fiction RAIUNO 2009 Rispondi citando



VERO - giugno 2009 ha scritto:








        Grazie a Gloria93 Very Happy

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genziana



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MessaggioInviato: Lun Lug 06, 2009 15:42    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI in ' SANT'AGOSTINO ' RAIUNO autunno 2009 Rispondi citando



ha scritto:















          « Agostino, un eroe moderno »


di Angela Calvini

Un Sant’Agostino inquieto e alla ricerca di risposte profonde, ma alla portata del grande pubblico televisivo. Una responsabilità importante per Alessandro Preziosi, l’attore che darà il volto al Padre della Chiesa nella fiction in corso di lavorazione, per la serie Imperium della Lux Vide per Raifiction, in onda in autunno su RAIUNO.

Preziosi cerca da tempo di riscattarsi dall’immagine patinata dell’eroe di "Elisa di Rivombrosa". Diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, l’attore trova a teatro la sua valvola di sfogo, non solo interpretando, ma anche producendo con la sua Khora.Teatro (di cui è socio con Carmelo Pennisi, già autore tv della fiction "Karol" di Pietro Valsecchi) spettacoli legati alle grandi tematiche umane e cristiane. È stato così per "Amleto" che ha appena portato in tournée con successo, come pure per "La dodicesima notte" di Shakespeare, da lui prodotta, con Luca De Filippo che debutta martedì prossimo al Festival shakespeariano al Teatro Romano di Verona. E sarà così anche nella fiction su Sant’Agostino, che Preziosi interpreta da giovane, mentre il vescovo da adulto avrà il volto di Franco Nero.

Preziosi, lei è portato per i ruoli tormentati. Come sarà il suo Sant’Agostino ?
«La fiction inizia nel 430 d.C., anno della morte del Vescovo di Ippona, e poi torna alle origini raccontando la complessa conversione dell’ambizioso e manicheo Agostino. Saranno rappresentate in parte le sue contraddizioni, ma soprattutto le sue grandi potenzialità intellettive, in un momento storico dove l’intellettività significava agire con consapevolezza sul mondo e sui suoi limiti nel confronto con l’Eterno. Da lui mi sono fatto regalare emozioni autentiche.
Fondamentale anche l’incontro col regista, il canadese Christian Duguay, una persona che come me ha tanti dubbi ma anche un gran desiderio di risolverli, alla luce della fede
».

Il rapporto con Agostino per lei continua, dato che ha appena letto le «Confessioni» nella Cattedrale di Reggio Emilia...
«Il motivo è semplice: Agostino d’Ippona rappresenta l’intera umanità.
Lui stesso ce ne ne ha dato prova anche in modo egocentrico, sempre consapevole delle proprie qualità e di tutti i momenti vissuti in compagnia di se stesso. Sono convinto che sapesse sempre quali errori stava facendo, e fosse conscio delle sue contraddizioni e insoddisfazioni
».

Ricorda il primo incontro con questo straordinario personaggio?
«Come tutti l’ho studiato a scuola. Mi è capitato di rileggere 'Le Confessioni' dopo 15 anni, nel 2006, alla Cattolica di Milano, e l’ho trovato un libro stupefacente. Si insiste molto su Agostino peccatore, ma io vorrei uscire da quest’ossessione: non è necessario aver toccato il fondo per incontrare la Fede».

Solitudine e ricerca: una costante per lei fra teatro, cinema e tv?
«In effetti, mi calzano personaggi che sono degli 'eroi solitari' che si sforzano di capire e di confrontarsi con i grandi temi della vita e con una società 'contro'. Agostino doveva agire in società profondamente pagana, Oreste (che ho interpretato a teatro) si dibatte sul rapporto tra uomo e vendetta, certezza della pena e giustizia, temi ancora irrisolti oggi.
Oppure Consalvo, nel film "I Viceré", un idealista dalle grandi potenzialità ma che alla fine è risucchiato violentemente nella sua natura, e saprà di non poter aspirare ad essere protagonista di un mondo migliore
».

Insomma, cercare di migliorare il mondo fa soffrire?
«Guardiamo l’esempio di Amleto. È un vero contemporaneo, tutt’altro che un fragile romantico. Nella sua capacità dialettica e nella sua concettualità attraversa forte la sofferenza. Potrebbe cedere alla vendetta, ma i suoi studi su Bacone fatti a Wittenberg lo portano a ragionare e a passare dagli entusiasmi giovanili alla maturità.
Nella vendetta si perde la possibilità di conoscersi come uomo. E il celebre monologo 'essere o non essere', con i suoi squarci sull’aldilà, per me ha un sapore fortemente cristiano
».

Il suo rapporto con Dio com’è, così diviso tra palcoscenico e privato.
«Io riesco a rivolgermi a una volontà superiore, ma nei miei personaggi affianco una componente critica. Per l’uomo, nei momenti di assoluto sbandamento, Dio può diventare interlocutore vero, vivo, una figura esterna che viene caricata di responsabilità affinché ci aiuti. Il nodo è proprio questo: andare a fondo, oltre il nostro egoismo, e cercare la verità del Divino».

I suoi personaggi non rischiano, così, una certa ambiguità?
«Personalmente credo di dover lasciare dietro di me delle tracce di miglioramento. Anche recitando personaggi che abbiano un’inclinazione verso il bene e non verso il male. Degli eroi con ideali alti, ma che hanno comunque bisogno di una guida».

A proposito di guide, lei ha anche recitato davanti a Benedetto XVI.
«Ho partecipato ad una festa per il Papa all’Agorà dei giovani il primo settembre 2007. Ho voluto leggere testi di Pessoa, Erri De Luca, e Sant’Agostino. Quell’esperienza mi ha toccato il cuore. L’incontro con quei giovani, con quella fede fatta di gioia mi ha aperto un mondo: mi sentivo protetto, mi potevo lasciare andare ad emozioni di purezza mentale ed emotiva. Sono anche stato al Meeting di Rimini col mio musical su Cristoforo Colombo. Questi giovani mi hanno profondamente sorpreso: a volte i ragazzi usano parole che a noi sembrano superficiali, ma in realtà sono profondissime. Ed è soprattutto a loro che penso con la mia società Khora.Teatro: vogliamo proporre spettacoli ricchi di contenuti, con l’esigenza profonda di riconoscersi nei valori dell’Europa, dal punto di vista spirituale e culturale».

5 Luglio 2009






Editoriale

AGOSTINO, UN SANTO CHE PARLA AI GIOVANI D’OGGI

di Gérard Depardieu


Per me tutto è cominciato a Roma nel Giubileo del 2000. Ho voluto andarci in pellegrinaggio perché ammiravo molto Giovanni Paolo II. Mi sono trovato tra i cardinali e l’orchestra; sono stato presentato al Santo Padre. Egli mi ha guardato ed ha esclamato all’indirizzo dei cardinali che lo circondavano: «Agostino! Bisogna parlargli di Agostino!». Il Cardinale Poupard si augurava che facessi un film, ma gli ho obiettato che non conoscevo nulla dell’opera di Sant’Agostino. Mi ha consigliato di cominciare con "Le Confessioni". All’inizio, la lettura non è stata agevole, ma le parole di Agostino mi hanno catturato. La sua riflessione mi è sembrata sublime e mi ha rinviato a me stesso, al mio percorso.
Tra i 15 e i 17 anni non sapevo più esprimermi, non parlavo più, per colpa di una iper-emotività patologica. Solo le parole altrui, degli scrittori, sono riuscite a calmarmi. Quando ho letto Sant’Agostino, ho respinto l’idea di un film, perché l’immagine finisce per legare troppo. Al contrario le parole di Agostino e ciò che egli lascia intendere ci offrono la sua vera dimensione. Mi sono incollato a quel libro che non mi ha più mollato e che percorro tutti i giorni. Per vent’anni sono andato da un analista: i libri X e XI delle Confessioni (un pozzo di riferimenti per gli psicoanalisti!) forniscono risposte alle nostre domande più intime e calmano i nostri interrogativi più dolorosi.
La voce di Sant’Agostino assomiglia alla poesia di un uomo che non sa dire che cosa gli capita. Quella ricerca mi tocca perché mi rinvia alla mia stessa fragilità ed a ciò che ho vissuto nei momenti cruciali dell’esistenza. Così come li ho istintivamente percepiti, la luce e una certa verità di Agostino mi hanno toccato e hanno fatto nascere in me la voglia di un momento da condividere con altri. Ho immaginato una stanza dove le persone si raccolgano: chiesa, tempio, moschea, sinagoga. Accendere quattro candele che si consumano in 45 minuti - Molière calcolava gli atti delle sue commedie sulla durata di una candela - , sistemarmi là, senza scombussolare nulla, annunciare semplicemente una lettura all’entrata della chiesa. Ho incontrato il presidente Bouteflika ad Algeri, nel 2001, in piena recrudescenza del fondamentalismo musulmano, e abbiamo parlato soltanto di Sant’Agostino . Gli ho detto che avevo bisogno di una guida, e lui mi ha consigliato André Mandouze che, guarda caso, era ad Algeri in quello stesso periodo. Ero colpito, ma perduto nei libri di Sant’Agostino . Pochi giorni dopo il nostro incontro, André mi ha offerto ciò che cercavo: la storia di Agostino, la sua vita di prima, la conversione e l’estasi.
Ho lasciato la scuola a 13 anni, e il catechismo prima ancora della comunione, perché padre Lefèvre che aveva la responsabilità della mia anima mi trovava troppo turbolento. In realtà, ero uno che guardava la vita. Goloso. Vivo. Col desiderio attorcigliato al corpo di conoscere tutto, di capire tutto. A quell’epoca, negli anni Cinquanta, i figli dei poveri non si mescolavano con quelli dei ricchi. Mio padre, lattoniere, benché gregario del Tour de France, era analfabeta, e mia madre faceva molti figli. Ero un’erba selvatica che cresce, animata in permanenza dalla voglia di far bene.
Ero cattolico, non praticante, e in me avevo sempre la presenza del mistero.
Senza conoscere nulla, persino senza saperlo, avevo la Fede. Se la Fede è appunto la voglia di vivere e di guardare tutto, di captare tutto. Mai i miei genitori hanno messo divieti alla mia voglia. Se ne è incaricata la vita. Ho dovuto cercare le mie guide. Ne ho trovate due: Jean Giono e il suo "Canto del mondo". Alla fine dell’adolescenza, quando ho lasciato Chateauroux, avevo in tasca, a portata di mano, i "Racconti di un pellegrino russo".
Tenevo sempre nel fondo di me la supplica «Signore Gesù, abbi pietà di me!», la respiravo e toglieva tutte le mie paure.
Ero pesante di spiritualità senza saperlo.
Ora Sant’Agostino mi ha riconciliato con la Bibbia.




Anticipazione

Cristo, il Messia mite che gli ebrei non riconobbero

di Giovanni Reale


5/7/2009 - Pubblichiamo l’intervento che terrà stasera il filosofo Giovanni Reale al Teatro Dal Verme, a Milano, alle ore 21. Alla serata, dal titolo «Il dialogo invisibile che esiste» , nel quadro del Festival «La Milanesiana - Letteratura Musica Cinema» curato da Elisabetta Sgarbi, partecipano Elie Wiesel, Alain Elkann, Tahar Ben Jelloun, Monsignor Rino Fisichella e la cantante francese Anne Ducros.
Il Cristianesimo non è pensabile al di fuori dell’Ebraismo. La Legge di Mosè rimane, per Cristo, volontà e parola di Dio, e quindi sacrale. E ha detto questo senza mezzi termini. In Matteo (5, 17- 18) si legge: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento: in verità vi dico, finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà della Legge neppure uno iota o un segno, senza che tutto sia compiuto» .
Dunque, Cristo non abolisce la Legge e i Profeti.
Però proprio con Lui i Profeti cessano di essere, in quanto con Lui si era realizzato ciò che ciò che essi avevano preannunciato. In Luca (16, 16) si precisa: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunciato il regno di Dio» .
Pertanto, le prove che Cristo sia figlio di Dio in primo luogo sono le profezie che sono durate per lungo tempo, e che nessun’altra religione ha avuto; in secondo luogo, dipendono dal fatto che tali profezie si siano verificate, perfino nei dettagli. Per quanto riguarda il rapporto del Cristianesimo con l’Ebraismo, è da tenere ben presente il fatto che l’ultimo profeta di Cristo è stato proprio Giovanni Battista, che non solo lo ha previsto, ma lo ha indicato a dito. Dopo la venuta di Cristo non ci sono più stati profeti in terra di Israele. E questo costituisce un dato di fatto veramente incontrovertibile.
Pascal scriveva: « Per provare Gesù Cristo abbiamo le profezie, che sono prove solide e tangibili. Ed essendosi queste profezie avverate, ed essendo state provate come veritiere dal verificarsi dell’evento, fondano la certezza di questa verità e, pertanto la prova della divinità di Gesù Cristo » (n. 730). E ancora: «Quando un solo uomo avesse composto un libro di predizioni su Gesù Cristo, nei riguardi del tempo e della maniera, e Gesù Cristo fosse venuto conformemente a tali profezie, ciò avrebbe una forza infinita. Ma qui c’è di più. È un seguito di uomini, per la durata di quattromila anni, che costantemente senza variazioni sorgono uno dopo l’altro a predire lo stesso avvenimento. È tutto un popolo che lo annuncia, e che esiste da quattromila anni per rendere solidamente testimonianza delle promesse ricevute e da cui essi non possono essere distolti, quali che siano le minacce e persecuzioni che loro vengono fatte: questo è ben altrimenti degno di considerazione» (n. 728).
Ciò che gli ebrei non hanno accettato nella figura di Cristo è proprio la sua umiltà, la sua kénosis, ossia il suo abbassamento, che è, invece, ciò che di più elevato c’è in Lui.
Kierkegaard scriveva: «Chi è l’invitante? Gesù Cristo. Quale Gesù Cristo? Il Gesù Cristo che siede nella gloria alla destra del Padre? No. Dal trono della gloria egli non ha pronunciato parola alcuna. Dunque, nelle parole d’invito Gesù Cristo le ha pronunciate nel suo abbassamento, nella sua condizione di abbassamento» .
Ma è proprio la miseria dell’uomo assunta su di sé che Cristo vuole riscattare e sacralizzare, ossia tutte le sofferenze dell’uomo e la stessa morte.
Albert Camus, nel suo libro Uomo in rivolta, ha espresso questo concetto in modo assai forte: « Cristo è venuto a risolvere due problemi principali, il male e la morte [...]. La sua soluzione è consistita innanzi tutto nell’assumerli in sé. Anche il dio uomo soffre, con pazienza. Né male né morte gli sono più assolutamente imputabili, perché è straziato e muore. La notte del Golgota ha tanta importanza nella storia degli uomini soltanto perché in quelle tenebre la divinità, abbandonando ostensibilmente i suoi privilegi tradizionali, ha vissuto fino in fondo, disperazione compresa, l’angoscia della morte. Si spiega così il Lamma sabactani e il dubbio tremendo del Cristo in agonia. L’agonia sarebbe lieve se fosse sostenuta dall’eterna speranza. Per essere uomo il dio deve disperare » .
Ed è proprio la morte in croce che per gli Ebrei è inaccettabile. Già fra coloro che lo videro sulla croce alcuni espressero tale convinzione. Matteo (27, 39- 43) riferisce: «E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: 'tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni', salva te stesso! Se tu sei figlio di Dio, scendi dalla croce! Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: 'Ha salvato altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti, Sono figlio di Dio'».
Una prima risposta assai significativa data a tali accuse che richiamiamo è quella di Agostino: «Dice magari qualcuno: se era in lui questo potere, perché allora, quando i Giudei lo insultarono mentre era appeso alla croce e dissero: Se è Figlio di Dio, discenda dalla croce, non discese, in modo da mostrare il suo potere discendendo dalla croce? Non scese dalla croce perché insegnava la pazienza, e per questo rinviava la manifestazione della sua potenza. Infatti, se lasciandosi indurre dalle loro parole, fosse disceso, lo si sarebbe ritenuto vinto dal dolore per i loro insulti. Pertanto, non discese; rimase là inchiodato, pur potendo discendere quando avesse voluto. Era forse qualcosa di straordinario scendere dalla croce, per Lui che poté risorgere dal sepolcro?» .
Una seconda risposta che richiamiamo è quella di Kierkegaard, il quale ha affermato che proprio in quanto era Figlio di Dio, Cristo non è sceso dalla croce e ha provato la sua divinità, il suo essere vero Dio e vero uomo. Infatti, precisa Kierkegaard, « se Egli fosse stato un impostore, allora avrebbe potuto entrare facilmente nel personaggio e far vedere che, proprio nel momento in cui Egli dimostrava la sua divinità, si smentiva da solo » .
Ricordiamo infine uno splendido aforisma di Simone Weil, che suona come un vero e proprio paradosso esplosivo: «Dio ha dovuto incarnarsi e soffrire, per non essere inferiore all’uomo», ossia per assumere su di sé, per amore, tutto ciò che è caratteristico dell’uomo (che è una sua creatura), e proprio il dolore al massimo grado con la morte sulla croce.
Le prove che Cristo sia figlio di Dio in primo luogo sono le profezie che sono durate per lungo tempo, e che nessun’altra religione ha avuto; in secondo luogo, dipendono dal fatto che tali profezie si siano verificate, perfino nei dettagli. L’ultimo profeta di Cristo è stato proprio Giovanni Battista, che non solo l’ha previsto, ma l’ha indicato a dito.







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genziana



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MessaggioInviato: Lun Lug 06, 2009 16:41    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI in ' SANT'AGOSTINO ' RAIUNO autunno 2009 Rispondi citando







      ALESSANDRO PREZIOSI è il protagonista di

      « SANT'AGOSTINO » dalla Serie IMPERIUM,

      in televisione nell'autunno 2009 su RAIUNO!


2 puntate da 100' | Produzione 2009: LUX VIDE, RAI Fiction, RAI Trade, EOS Entertainment (Germania), Grupa FILMOWA (Polonia)


Anteprima VIDEOCLIP 3'09'' www.luxvide.it/santagostino-49.html






Sinossi

Era il 24 agosto del 410, quando si concluse l'assedio di Roma da parte dei Visigoti.
La capitale dell'Impero che aveva dominato il mondo per secoli si piegava sotto il peso di un'orda barbarica di cinquecentomila persone entrate come un fiume in piena dalla Porta Salaria. Una tragedia che suggella la lenta ma inesorabile crisi dell'intera romanità.
Uno scontro di civiltà porta a la fine della Storia. Il mondo conosciuto fu sconvolto quando apprese che “la città eterna”, era stata violata, ma la voce di un uomo si levò alta a sostegno di una nuova civiltà da ricostruire.
Sulle rovine ancora salde dell'Impero Romano, il sangue giovane delle popolazioni pagane e lo spirito del Cristianesimo fondano i pilastri di una nuova umanità.
Ne é convinto Agostino, ex “avvocato di grido”, ora, a furor di popolo, vescovo di Ippona, città sulle coste dell'Africa mediterranea.
Da qui, da dove oggi partono gli scafi degli immigrati clandestini in cerca di fortuna verso il mondo occidentale, Agostino, accogliendo i profughi provenienti da Roma con i loro racconti raccapriccianti, riesce a vedere una strada provvidenziale per l'umanità...
Il mondo romano tramonta, e al suo posto nasce un'altra “città terrena”, diversa, inaspettata, destinata a vivere nell'attesa della “città di Dio” senza attaccarsi a modelli terreni.
Quest'uomo, infaticabile cercatore di un senso alla sua vita e alla Storia, parla anche a noi, oggi, uomini e donne a cavallo di un millennio appassionatamente in cerca di significato.







Casto Artistico

Agostino: Alessandro Preziosi
Agostino adulto: Franco Nero
Monica: Monica Guerritore
Lucilla: Katy Louise Saunders
Fabio: Sebastian Strobel
Khalidà: Serena Rossi
Valerio: Johannes Brandrup
Macrobio: Vincent Riotta
Sant'Ambrogio: Andrea Giordana
Romaniano: Cesare Bocci
Blesilla: Larissa Volpeintesta
Justine: Francesca Cavallin
Possidio: Wenanty Nosul
Patrizio: Cosimo Fusco




Cast Tecnico

Regia: Christian Duguay
Sceneggiatura: Francesco Arlanch
Direttore della Fotografia: Fabrizio Lucci
Scenografia: Carmelo Agate
Costumi: Stefano De Nardis
Montaggio: Alessandro Lucidi
Casting director: Teresa Razzauti
Organizzazione generale: Franco Coduti
Produttore esecutivo: Daniele Passani
Produttore Rai: Fania Petrocchi
Prodotto da: Matilde e Luca Bernabei
Una coproduzione: Italia - Germania - Polonia
Ufficio stampa Raifiction: Rita Nobile, Massimo Scarafoni
Ufficio stampa Lux Vide: Andrea Palazzo






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L'ultima modifica di genziana il Mer Lug 15, 2009 09:40, modificato 2 volte
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