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il nostro Don Diana
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 10:34    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO anteprima alla CAMERA 17 marzo 2014 Rispondi citando




    ''PER AMORE DEL MIO POPOLO'' - Don DIANA


ALESSANDRO PREZIOSI nella miniserie di RAI Fiction

coprodotta da Aurora Film con regia di Antonio Frazzi

su RAI UNO: martedì 18 e mercoledì 19 MARZO 2014




i 2 video-promo ufficiali RAI e 36 foto di scena di Gianni Fiorito

www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fa185903-ca6b-4a7e-9723-b6788a6afda5.html












L'anteprima si tiene il 17 marzo a Roma, ore 10.30, nella nuova Aula del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati, Via di Campo Marzio 74.





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 11:34    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO - CREDERE 11/14 intervista PREZIOSI Rispondi citando



ha scritto:









    CREDERE la gioia della fede – n. 11/2014 - da 24
    a 29 _ Vent'anni fa l'omicidio del prete campano-


Il personaggio

ALESSANDRO PREZIOSI

Questa volta la star non sono io. E’ Don Diana’




Un bagno di umiltà per l’attore che nella FICTION PER AMORE DEL MIO POPOLO interpreta il sacerdote ucciso vent’anni fa dalla camorra. “Lo ammetto, mi sentivo inadeguato. Don Peppe ascoltava con il cuore, io ci provo ma non riesco



Testo di Laura Bellomi

I fan, e le fan soprattutto, non perdono occasione per osannarlo come attore e sex symbol. Questa volta però Alessandro Preziosi vorrebbe quasi fare un passo indietro. “La star assoluta della fiction è Don Peppe Diana, un uomo straordinario”, dice l’attore che nella miniserie televisiva Per amore del mio popolo, in onda il 18 e il 19 marzo su Rai 1, interpreta proprio il sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo di 20 anni fa.

Preziosi, come ci si sente a interpretare Don Diana?
Non è facile sentirsi a proprio agio nella talare di un sacerdote, soprattutto se si tratta di Don Diana. Mi consideravo inadeguato, non ero convinto della mia credibilità nel personaggio. In più intuivo che la portata profonda del personaggio mi avrebbe messo in discussione: accettare la parte non è stato scontato. Don Diana era un uomo così schietto, diretto, così socialmente importante…”.

Poi cosa le ha fatto cambiare idea?
Mi sono reso conto che poteva essere un’occasione anche per me, per capire meglio cosa spinge a impegnarsi, a cercare l’umanità, il rapporto con l’altro. In più io e Don Diana siamo accomunati dalla stessa mentalità napoletana, contraddittoria sì, ma anche geniale e possibilista”.

Vicini perché napoletani. Per quali caratteristiche invece sentiva Don Diana distante?
Per tante cose! Innanzitutto, a differenza mia, Don Peppe aveva una grande capacità di ascoltare”.

Da Don Diana ha poi imparato ad ascoltare?
No, non ce l’ho fatta… Ma mi sono reso conto di quanto si possa imparare dai preti, al di là delle riserve. Il loro saper ascoltare con il cuore è davvero arricchente. Per il resto, io e Don Diana siamo due persone diverse, è stato difficile persino lavorare sulla sua postura! Don Peppe era statuario, compatto, un ‘uomo da western’. Aveva un atteggiamento spregiudicato, un incedere determinato nella vita pubblica, come se avesse delle pistole fatte di parole, mentre in chiesa si trasformava: era sensibile e posato”.

Qual è stata la scena più difficile da interpretare?
Quella in cui cerco di fermare il figlio del boss e lo avverto di non minacciare più gli scout. Lui mi provocava e io cercavo di tenergli testa a voce alta. C’erano mille persone in piazza, mi sono chiesto come si sarebbe comportato Don Diana, con quali occhi lo avrebbe guardato, come lo avrebbe trattato. Mi sono sentito vicino a lui, per me è stata la svolta del film”.

Cosa l’ha colpita del suo sacerdozio?
Il suo modo di vivere la tonaca, teneva il collarino ben nascosto per poter entrare meglio nella vita di Casal di Principe. Mi ha colpito la sua libertà, un valore oggi sbandierato e agognato. Nei familiari, negli amici e nei suoi ragazzi dell’oratorio ho trovato conferma a ciò che avevo intuito studiando i suoi testi: Don Diana era gioviale, determinato, pronto a giocarsi il tutto per tutto”.

Cosa può dire la sua figura all’Italia di oggi?
Che vale la pena impegnarsi. Don Peppe è un uomo che sacrifica la propria vita per la comunità. Il film è stato girato a pochi chilometri dalla Terra dei fuochi.
Allora come oggi lo Stato fatica a intervenire in maniera concreta nelle problematiche del Paese, a mostrare un’alternativa giusta, possibile. Don Diana invece c’è riuscito: impariamo da lui l’importanza di non tacere, di non essere omertosi, di non aver paura… nemmeno di sbagliare, di tradire le aspettative degli altri
”.

Oggi porta in televisione Don Diana, nel 2010 ha vestito i panni di Sant’Agostino. Interpretare uomini di Chiesa sta forse diventando la sua “vocazione”?
Rispetto a figure come Agostino e Don Peppe mi sento lontano. Credere e comportarsi da credenti sono cose molto diverse ma, se vogliamo, si può dire che sono credente. Per me la fede è un percorso che non finisce mai, tra fraintendimenti e contraddizioni. Avvicinandomi a Don Diana ho avvertito che la difficoltà è accettare Dio in tutto ciò che ci circonda. Mia madre è molto credente, andavamo sempre a Messa, mio padre anche lo è, seppur a modo suo: credere per me significa saper leggere dentro di sé qualcosa che è già dentro, da sempre”.

Vale la pena di parlare di Don Diana ai figli e di trasmettere loro la fede?
Mia figlia ha 8 anni, è troppo piccola, non capirebbe. Penso invece che mio figlio, diciottenne, guarderà la fiction con interesse. Sul trasmettere la fede ai figli penso che bisogna metterli sulla strada asfaltata, poi sceglieranno loro se seguirla oppure prendere un altro sentiero”.

A chi consiglierebbe di vedere Per amore del mio popolo?
A tutti. Spero che stimoli negli spettatori la curiosità di conoscere meglio Don Diana, di capire quanto sia semplice il percorso che ci porta a essere utili a noi stessi e agli altri”.


•> “Un duro dal cuore d’oro” PREZIOSI è testimonial di ADRICESTA Associazione Donazione Ricerca Italiana Cellule Staminali Trapianto e Assistenza






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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 11:35    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO- CREDERE 11/2014 ritratto Don DIANA Rispondi citando



ha scritto:









    CREDERE la gioia della fede – n. 11/2014 - da 24
    a 29 _ Vent'anni fa l'omicidio del prete campano-


Il ritratto

      Ucciso PER AMORE DEL Suo POPOLO


La camorra non sopportava l’impegno di Don Diana, che combatteva la criminalità annunciando il Vangelo.
Tanti hanno poi cercato di infangarne la memoria, ma la limpidezza del sacerdote è stata confermata da giudici e autorità ecclesiastiche




Testo di Saverio Gaeta

Il tentativo di sporcare la memoria di
Don GIUSEPPE DIANA, pervicacemente attuato dalla camorra per infangare il sacerdote ucciso a Casal di Principe (Caserta) il 19 marzo 1994, non è riuscito. Nonostante la tante voci fatte circolare sin dai giorni immediatamente successivi all’assassinio, la limpidezza di questa figura di paladino del suo popolo e di testimone del Vangelo è stata definitivamente sancita sia dall’inchiesta giudiziaria sia delle dichiarazioni ufficiali delle autorità ecclesiastiche.
Nato il 4 luglio 1958, a dieci anni era entrato nella scuola media del Seminario minore della Diocesi di Aversa. Dopo la maturità classica, verificata con chiarezza la solidità della propria vocazione al sacerdozio, proseguì gli studi nella Facoltà teologica guidata dai Gesuiti a Posillipo.
Come un presentimento appare la scelta del versetto biblico che il novello sacerdote propose in occasione della sua ordinazione sacerdotale, il 14 marzo 1982. Era una frase dal Salmo 22, “Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali”, e viene da chiedersi oggi a chi pensasse il non ancora ventiquattrenne Giuseppe con quel riferimento, in un tempo nel quale già cominciava a interrogarsi pressantemente sul modo di affermare il valore della legalità in un territorio soggiogato dalla criminalità organizzata.
L’impegno di costruzione delle coscienze e di richiamo ai valori evangelici che il giovane sacerdote avvertiva come propria ineludibile missione si avviò nella parrocchia del Santissimo Salvatore, dove andò come viceparroco, e proseguì senza sosta anche nella nuova sede di San Nicola, dove fu destinato come parroco il 19 settembre 1989. Qui Don Peppe dovette confrontarsi con una realtà povera ed emarginata, nella quale dettava legge il clan dei casalesi, che stava soppiantando le famiglie camorristiche in precedenza governate con autorità da Cutolo e da Bardellino.
A settembre del 1991 il Consiglio comunale di Casal di Principe venne sciolto per infiltrazione mafiosa e nel successivo Natale i sette parroci della zona pastorale firmarono un testo – Per amore del mio popolo, scritto da Don Diana – che fu volantinato in tutte le chiese dai giovani dell’associazionismo cattolico. Vi si leggeva un’analisi della situazione che paragonava la camorra al terrorismo, denunciava che il disfacimento delle istituzioni civili aveva consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli e concludeva con la garanzia: “Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno”.
Dopo approfondite indagini, nella primavera del 1994 la Procura della Repubblica di Napoli convocò tutti i sacerdoti che avevano firmato l’appello del Natale 1991 per avere notizie sull’ipotesi di appoggi camorristici ai candidati delle elezioni politiche del 1992. Don Peppe si presentò dinanzi ai magistrati il 15 marzo 1994: all’uscita dal tribunale notò alcune persone di Casal di Principe, in odore di camorra, che con ostentazione osservavano i suoi movimenti. Quattro giorni dopo è il 19 marzo, l’onomastico di Don Diana. Alle sette del mattino il sacerdote esce di casa e si reca nella chiesa di San Nicola. Venti minuti più tardi è in sacrestia e si sta vestendo con i paramenti per la Messa, quando viene raggiunto da un uomo che gli spara quattro colpi di pistola calibro 7,65 e poi fugge in auto con altri due complici. I killer, fra cui l’esecutore materiale dell’omicidio Giuseppe Quadrano, decisero di ucciderlo in chiesa perché tutti dovevano comprendere che lui era il simbolo che si voleva colpire.
Parafrasando il versetto evangelico “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Giovanni 12,24) – sul quale Giuseppe aveva meditato il 19 marzo 1981, un mese prima dell’ordinazione diaconale ed esattamente a tredici anni di distanza dal giorno in cui verrà assassinato – sulla sua tomba si legge l’epitaffio: “Dal seme che muore fiorisce una messe nuova di giustizia e di pace”.






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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 12:12    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO anteprima alla CAMERA 17 marzo 2014 Rispondi citando



    ''PER AMORE DEL MIO POPOLO'' - Don DIANA


L'anteprima si tiene il 17 marzo a Roma, ore 10.30, nella nuova Aula del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati, Via di Campo Marzio 74.



Presso la nuova Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati, la Commissione Parlamentare Antimafia ricorda don Peppino Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra 20 anni fa, il 19 marzo 1994, dopo le sue ripetute iniziative pastorali contro i clan camorristi. Si tratta del terzo appuntamento del Mese dell'Antimafia in Parlamento.

All'iniziativa, dal titolo "Venti di cambiamenti", intervengono la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, la Presidente della RAI, Anna Maria Tarantola, il magistrato Raffaele Cantone, don Tonino Palmese, i produttori, il regista ed i protagonisti della fiction realizzata dalla RAI, "Per amore del mio popolo", che viene proiettata in anteprima alle ore 10 in questa occasione e trasmessa su Rai Uno nei giorni seguenti. Sulla web in diretta il dibattito successivo alla proiezione.



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 13:45    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO anteprima alla CAMERA 17 marzo 2014 Rispondi citando



    ''PER AMORE DEL MIO POPOLO'' - Don DIANA






Idea http://webtv.camera.it/flash_7/2014/EI_201403171200_antimafia_don_peppino_diana.mp4

consiglio di fare click destro sul link sopra - salva oggetto con nome - e visionarlo sul proprio pc



il dibattito, 2^ parte, con al microfono i protagonisti della produzione, Rai Fiction e Aurora Film, il regista Antonio Frazzi e il cast tecnico e artistico della miniserie Raiuno PER AMORE DEL MIO POPOLO - Don DIANA, tra di loro c'è Alessandro Preziosi.


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L'ultima modifica di genziana il Ven Mar 21, 2014 09:01, modificato 2 volte
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 19:19    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO anteprima alla CAMERA 17 marzo 2014 Rispondi citando



ha scritto:


La testimonianza

          In anteprima alla Camera
          il film su Don Peppe Diana


Fitto calendario di iniziative per la Giornata della memoria

Caterina Miraglia*
Diego Bouché**

Stamani alla Camera dei Deputati per iniziativa della Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, con la partecipazione di Don Tonino Palmese e del magistrato Raffaele Cantone, viene presentato in anteprima il film di Antonio Frazzi, su Don Peppe Diana, interpretato da Alessandro Preziosi, dal titolo «Per amore del mio popolo», che, con grande delicatezza, produttori e regista hanno voluto far visionare privatamente, una settimana fa, alla mamma del sacerdote, Jolanda, e ai suoi più cari amici, ricevendone una compiaciuta approvazione.


Ed è poi prevista la presentazione dello spot realizzato dal Marano Ragazzi Spot Festival, curato da Rosario D’Uonno con la sua équipe ed i ragazzi delle scuole per la «XIX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per tutte le vittime delle mafie», organizzata da Libera ed Avviso pubblico, che si svolgerà sabato 22 marzo a Latina.
Intanto, venerdì 21, primo giorno di primavera, in tante città italiane ed in tantissime scuole della Campania saranno organizzate iniziative, con la lettura del lungo elenco di 900 vittime innocenti. Domani, alle 10, saranno illustrate in una conferenza stampa all’isola C5 del Centro Direzionale, presso il «Centro di documentazione regionale contro la camorra», punto di riferimento, insieme a Libera e alla Fondazione Pol.i.s., per l’educazione alla legalità dell’assessorato regionale all’istruzione e della direzione scolastica regionale, come prevede il protocollo d’intesa, approvato con delibera 182 del 18.6.2013.


Ma quest’anno cade anche il ventennale della barbara uccisione di Don Peppe Diana, avvenuta ai piedi dell’altare della Chiesa di San Nicola, a Casal di Principe, il 19 marzo del 1994. E proprio noi, in perfetta intesa, abbiamo voluto accogliere la richiesta che proveniva dalle associazioni del territorio, perché quella data non fosse più festiva, con gli istituti scolastici chiusi, ma divenisse, nel calendario scolastico, una giornata d’impegno civile per tutte le scuole.
Don Peppe Diana è simbolo di riscatto per la nostra terra; il documento «Per amore del mio popolo non tacerò» è una preziosa testimonianza d’impegno cristiano contro ogni forma di violenza e di criminalità organizzata, in nome della vita. È un insegnamento che va incoraggiato e rinforzato. La scuola campana, sempre in prima linea sulla frontiera dell’educazione alla legalità e della «responsabilità», parteciperà in maniera compatta alle iniziative previste per la «XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie», ad iniziare da mercoledì a Casal di Principe, per una pacifica ma sentita affermazione dei valori della vita e della convivenza civile, cui prenderanno parte, oltre al comitato don Peppe Diana, tanti rappresentanti istituzionali e i componenti del «Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità».

*Assessore all’istruzione della Regione Campania
**Direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Campania


© RIPRODUZIONE RISERVATA


IL MATTINO ed. Nazionale, lun. 17/3/14, Napoli - pag.24




La testimonianza

      Il prete anti-eroe nella terra vessata
      Don Peppe e l’esuberanza del fare


testo di Alessandro Preziosi *

"Ho pensato e ripensato, a Don Peppe Diana, soprattutto in questi giorni che precedono la proiezione della fiction. E' il personaggio con la dose di più grande riflesso umano che io abbia interpretato. Ripercorrendo in tv la sua vita, fino all’estremo sacrificio, ho colto un’umanità non evocata, ma rivissuta senza retorica, senza alcuna stilizzazione iconografica.
A Don Diana, allora, dico «grazie», come uomo ed attore. Da tempo, infatti, covavo questa contraddizione da campano che aspira a quella felicità che si riduce al giorno prima della felicità, per dirla alla Erri De Luca. Ovvero, raggiungere con determinazione un risultato di liberazione, di denuncia, ma rientrare poi con disinvoltura all’interno del popolo, ripetendo gli stessi errori.
Una contraddizione da cartolina, che mi sembrava stucchevole, inutile. Avrei preferito essere più coerente e coriaceo, nel mio Dna, e cercare di sciogliere la matassa continua, fisiologica. Don Diana, in questo, mi ha aiutato, si è attecchito alla mia personalità, sul mio essere, e il codice recitativo è stato immediato su di me. Ed allora, il «mio» pubblico non è stato, non sarà solo quello che vedrà la fiction, ma i miei testimoni, come Don Diana, li ho avuti già nella gente casertana appassionata che mi osservava mentre interpretavo il «loro» Don Peppe, nella foranìa di Aversa, a Casale, a Frignano.
Ogni giorno che recitavo Don Diana ho respirato l’esuberanza anti-eroica del personaggio. Ho capito che dovevo far passare nella fiction, perchè tale era stata nella vita, la sua determinazione come una mentalità normale in un paese vessato. Superata la soglia della denuncia, però, tu devi reagire, non c’è bisogno di essere cristiani o avere un carattere di ribellione: «Reagisco, questa è la tua terra».
Ripenso a quando, in crociera, avevo letto il copione. «Tu non ti devi adeguare, tu devi essere di esempio», diceva Don Peppe ad un imprenditore che gli confessava la sua paura a «fare» certe cose nel settore rifiuti. Ecco, questo «francobollo» mi fece capire che non avrei fatto in tv Don Diana per Alessandro. Ma me ne sono giovato, come tutti i campani. Perché lui non era uno mandato qui, lui era di qui. E ha lottato per questa terra, l’ha vissuta fino a morirci, perché fosse migliore.


*Attore, interprete di Don Diana nella fiction di Rai Uno


© RIPRODUZIONE RISERVATA






IL MATTINO ed. Caserta, lun. 17/3/14, prima pagina / 22





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 19:39    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO con Alessandro Preziosi | Don DIANA Rispondi citando



ha scritto:





    dall’intervista – Il bello di innamorarsi a 40 anni
    pubblicata da GIOIA! n. 10/2014 pag. 76/77/78




      Oggi torna con un film su Don Diana,
      il prete ucciso dalla camorra.


di Federica Furino – foto: Francesca Martino
[...]
Che tipo era Don Diana?“Un incosciente. Pensava che portando l’abito da prete, nessuno potesse fargli nulla. Non aveva paura. E’ questo il suo insegnamento più grande”.

Lei di che cosa ha paura?“Della follia altrui. Ho smesso di aver paura di essere figlio e padre insieme, ed è stata una conquista”.

Per uno cresciuto a Napoli come lei, che cos’è la camorra? “Al Vomero, dove vivevo, non si vedeva un granché. Magari qualche rissa. Ma tutto finiva lì. Oggi invece ho una coscienza più chiara di un certo marciume della società campana. Sono stato a Casal di Principe per le riprese, e lì quel marciume si respira. E’ la calma di quando nulla accade perché nessuno vuole attirare l’attenzione. Ma ho avvertito anche la voglia della gente di essere raccontata in maniera diversa”.

Lei di napoletano ha poco.“Al contrario. Sono troppo espansivo, troppo esuberante.
Ho anch’io quel calore napoletano un po’ ricattatorio
”.
[…]
E’ vanitoso, dicono.“Se vanitoso vuol dire che non mi basta piacere a me stesso, è vero. Ma la falsa modestia non ti fa star bene”.

Che cosa la fa stare bene, invece? “Il teatro. Sto portando in giro il Cyrano sulla luna.
Ognuno di noi vorrebbe essere un eroe da romanzo
”.

Lei chi vorrebbe essere? “Superman”.

Mira in alto? “Il pensiero prima mi schiaccia. Ma ci sono piccoli gesti che, dopo tutto, fanno di noi dei piccoli supereroi”.






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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 19:53    Oggetto: Buona fortuna!!! Rispondi citando


Caro Alessandro!!!
Buona fortuna!!!
Helena!
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 20:18    Oggetto: DON DIANA - RAI Radiocorriere TV 11/2014 intervista PREZIOSI Rispondi citando



ha scritto:






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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 20:19    Oggetto: DON DIANA - RAI Radiocorriere TV 11/2014 intervista PREZIOSI Rispondi citando



ha scritto:





ALESSANDRO PREZIOSI

    DON DIANA
    solo contro tutti con la sua GRANDE FEDE


Alessandro Preziosi è il protagonista della miniserie di Rai1 Per amore del mio popolo/Don DIANA. L’attore napoletano si è calato nei panni del prete campano che non aveva paura a combattere la malavita, anche se questa sua battaglia gli costò la vita. "Scelse di stare sul territorio per poter dare l’esempio e mostrare a tutti la possibilità di un percorso alternativo. Si dice che invitasse a cena i camorristi per evitare che facessero sciocchezze"



di Silvia Battazza

"Ne avevo un ricordo impreciso, anche se, come molti ragazzi, fui particolarmente colpito da quell’omicidio. Era il 1994. Avevo solo dieci anni e anche questo episodio è entrato nella mia vita come tanti altri fatti terribili accaduti in quegli anni: dall’uccisione di Falcone, alla morte di Don Puglisi e di Don Diana. Però allora questi avvenimenti li ho vissuti come li poteva vivere un ragazzino che si trovava in una realtà campana, napoletana, “apparentemente diversa”. Quando succedono certe cose, infatti, a Napoli sembra sempre che riguardino gli altri, mai te stesso. Un po’ come quello che lo Stato ha fatto in quell’occasione: ha lasciato solo il nostro Don Diana, non per mancanza di volontà, ma piuttosto per mancanza di tempestività nel controllo di quelle zone che sono diventate nel tempo di dominio camorristico". Alessandro Preziosi è il protagonista della miniserie “PER AMORE DEL MIO POPOLO / Don DIANA”, nella prima serata di Rai1 il 18 e 19 marzo, per la regia di Antonio Frazzi.

Come si è sentito in quella tonaca così scomoda?
Indossare l’abito talare più che altro non entrava nelle mie aspettative. Se mi avessero chiesto quale ruolo avessi voluto fare, non mi sarebbe mai venuto in mente di dire il prete. È stata una vera scoperta. Soprattutto dal punto di vista umano e religioso, essendo io credente e cattolico. Non è che improvvisamente dopo lo diventi di più, ma comprendi l’importanza di vivere la vita nella sua pienezza, cioè in modo coerente con ciò che si professa. E Don Diana era proprio così. In uno dei suoi interventi più forti diceva, infatti, che non si può essere camorristi, uccidere la gente e poi affermare, o pensare, di essere cattolici. Non è possibile, le due cose sono incompatibili. A questo proposito ci sono varie leggende. Si dice che Don Diana non abbia dato la comunione ad un camorrista e non abbia eseguito il rito funebre di un malavitoso. Comunque, al di là di questi episodi, il messaggio che voleva far comprendere è che essere umanamente cristiani significa comportarsi in maniera coerente, anche se non è cosa semplice.

Lei ha mai conosciuto un prete così coraggioso?
Non proprio così come Don Diana. Ho conosciuto Don Giovanni D’Ercole. Mi ha cresimato l’anno scorso. Mi è sembrato un uomo molto forte, coraggioso e di grandissima spiritualità.

Ha avuto il modo di conoscere i parrocchiani di Don Diana?
Ho incontrato tanti suoi amici, moltissime persone che l’hanno conosciuto, alcuni suoi alunni, la sua famiglia. Ho conosciuto anche il suo migliore amico.

Cosa le hanno raccontato?
Devo dire la verità, dai racconti che mi hanno fatto c’è stata una grande corrispondenza con quella che era la mia idea di Don Diana. Aveva un carattere molto forte e un grande senso di irrequietezza, di urgenza delle cose da fare e da sottoporre ai suoi parrocchiani. Aveva la necessità di essere quanto più possibile sul territorio per poter dare l’esempio da una parte e, dall’altra, mostrare a tutti la possibilità di un percorso alternativo. Addirittura si dice che invitasse a cena i camorristi la sera per evitare che facessero sciocchezze.

Come siete stati accolti durante le riprese?
C’è stato un grande calore, un calore profondamente campano. C’erano una media di duecento persone al giorno sul set che hanno creato un clima per me molto stimolante. La produzione romana si è avvalsa delle forze e delle maestranze napoletane che, con quella tipica umanità così indolentemente ironica, mi hanno regalato un’enorme forza in un confronto quotidiano che mi ha fatto sentire comunque e sempre a casa.

Quale dote di Don Diana le piacerebbe avere?
La semplicità di stare al mondo.

Lei nella vita è un uomo combattivo o un tipo mite?
Sicuramente sono uno che ha sempre lottato. Il problema è che spesso mi trovo a combattere contro i mulini a vento, nel senso che finisco per cadere nel mondo immaginario che serve alle persone che hanno una sensibilità un po’ debole.

Cosa la fa arrabbiare di più? Cosa proprio non sopporta?
Non sopporto le aspettative mancate dalle persone. È una cosa che mi manda proprio ai matti.

Don Diana ha scritto “Per amore del mio popolo”, un documento forte e toccante. Quale passaggio le è rimasto più impresso?
Uno, in particolare, che riguarda “la scelta”. Racconta perché Don Diana ha fatto quello che ha fatto. Spiega che ci sono delle scelte che risultano necessarie. Che arrivano nella vita di un essere umano come un passaggio imprescindibile. Questo mi ha molto colpito. Era l’incipit. Il resto del documento riguarda chiaramente lo stato delle cose, è una radiografia. E' il valore della scelta che Don Diana mette in testa, come ribadire che ci sono dei momenti in cui non ci si può tirare indietro.

La sua scelta irrinunciabile?
Credere nel mio lavoro, nonostante tutto.

In pochissimo tempo l’abbiamo vista protagonista su Rai1 con tre personaggi forti, sfaccettati, ma molto diversi tra loro: un magistrato, uno scienziato e ora un prete. Certo, anche altri mille ruoli tra cinema e teatro. Ma c’è un personaggio che non ha fatto e che le piacerebbe portare in tv?
Mi piacerebbe far parte di una storia d’amore dove il potenziale di ricerca tra l’uomo e la donna sia il fil rouge della storia. L’amore non raccontato solo fine a se stesso, a livello sentimentale, ma come capacità di tirar fuori dall’altro il meglio.

Lei cosa è disposto a fare per amore?
Piantare un albero...








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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 20:46    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO - Porta a Porta 17/03 per DON DIANA Rispondi citando


ha scritto:



      RAI UNO: PORTA A PORTA - lun. 17/3

      DON DIANA UN PRETE ANTICAMORRA


A vent'anni dall'assassinio di Don Diana, PORTA A PORTA dedica la puntata di lunedì 17 marzo, alle 23.20, su Rai 1, al Parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra casalese. In studio con Bruno Vespa: Rosy Bindi, Presidente Commissione Antimafia, il Presidente della Campania Stefano Caldoro, Alessandro Preziosi, protagonista della fiction RAI "PER AMORE DEL MIO POPOLO".





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Antonietta68



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Residenza: S.Maria C. V. CASERTA

MessaggioInviato: Lun Mar 17, 2014 23:32    Oggetto: Rispondi citando


Leggendo le interviste ho rivissuto i momenti in cui ho avuto l'onore di poter assistere alle riprese,ho tanti aneddoti da raccontare,sensazioni forti da condividere,ma voglio aspettare che questa storia venga trasmessa,io la conosco già e ricordo bene quando Don Diana venne ucciso,avevo 26 anni e anche se la mia città è stata abbastanza tranquilla rispetto ad altre limitrofe,la camorra ogni tanto fa capolino.S.Maria C.V. è stata sempre terra di avvocati,commercianti ed imprenditori ,un fiore all'occhiello della provincia casertana,ma negli ultimi vent'anni ,a poco a poco la criminalità si è impossessata della città mettendo le mani sui negozi,sugli appalti e sull'edilizia!MI auguro di avere sempre la forza di ribellarmi a tutto ciò che possa mettere in ginocchio la mia dignità,la mia serenità,la libertà di poter amare la mia terra,l'orgoglio di poter far sentire il mio accento e non di vergognarmene perchè qualche pezzo di m.....continua ad infangarlo!
Ammetto di avere un pò di timore a guardare il film,non lo so,è una sensazione strana,lo aspettavo da mesi,l'ho quasi atteso come un figlio,e proprio quando arriva il momento di darlo alla luce ti acchiappa la paura.
Caro Alessandro sono sicura che questa interpretazione sarà molto forte e toccante,ti ringrazio di aver accettato questo ruolo,so quanto sia stato difficile farlo e la paura che hai provato nel doverti confrontare con questo ruolo,ti capisco bene,quando le situazioni le vivi in prima persona la realtà e la fantasia si amalgamano e le emozioni sono davvero forti ma danno vita a qualche cosa di straordinario.Siamo tutti in attesa......un abbraccio capitano.

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genziana



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MessaggioInviato: Mar Mar 18, 2014 03:52    Oggetto: DON DIANA - scout a Casal di Principe - 16 marzo 2014 video Rispondi citando











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genziana



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MessaggioInviato: Mar Mar 18, 2014 04:17    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO anteprima alla CAMERA 17 marzo 2014 Rispondi citando








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genziana



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MessaggioInviato: Mar Mar 18, 2014 04:28    Oggetto: PER AMORE DEL MIO POPOLO|Don DIANA - regia di Antonio Frazzi Rispondi citando













          note di regia di ANTONIO FRAZZI


Don Diana è stato etichettato come un prete di strada, un prete coraggio e un prete anticamorra... ma lui amava definirsi un prete e basta.

Ecco siamo partiti da questa semplice affermazione per costruire questo nostro film.

Un prete e basta!

Un prete calato in un habitat tra i più difficili e duri del nostro meridione. Un habitat, rimasto isolato e chiuso per secoli. Dove le leggi dello Stato non venivano rispettate e dove a comandare era la legge dell’illegalità e dell’ingiustizia.

E’ in questo far west nostrano, a un’ora e mezzo di auto da Roma, che ha operato venti anni fa Don Giuseppe Diana. Ed è qui che è stato ucciso.

Ucciso perché si è opposto ai soprusi della camorra che funestavano il territorio.

Ucciso perché ha saputo mobilitare le coscienze di fronte ai tanti delitti che si verificavano nell’aversano.

Ucciso perché ha sollecitato l’intervento dello Stato pressoché assente in quegli anni.

Ucciso perché si è opposto al potere della camorra dimostrando che la camorra la si poteva contrastare liberando le persone dalla paura ed educandole alla legalità e alla giustizia.

Ucciso perché è diventato un “simbolo forte”... e quindi un simbolo da abbattere.

Le riprese...

Noi questo nostro film siamo andati a girarlo proprio nei posti dove Don Peppe ha vissuto e operato:

Casal di Principe, Frignano, Casapulla, Casaluce...

E l’abbiamo fatto anche con la gente del posto. Facce autentiche, scolpite, di una straordinaria forza espressiva. E tutti con una entusiastica disponibilità a collaborare.

Quando il primo giorno nella piazza di Frignano ci siamo trovati di fronte a un migliaio di persone che volevano assistere alle riprese del film, ho capito che stavamo per vivere qualcosa di straordinario perché volenti o nolenti avremmo dovuto fare i conti con tutta questa folla ingombrante. E che avremmo dovuto cambiare anche il modo di gestire la normale routine delle riprese.

Quando impostata e provata la prima scena nel delirio e nella confusione più assoluta, ho gridato nel megafono:

“Bene signori, silenzio...giriamo... ciac in campo... MOTORE!”

Quella folla urlante, per magia o per miracolo non lo so... si è trasformata in un immenso tappeto di occhi muti... e un silenzio assoluto si è impadronito della piazza.

Un silenzio impensabile dieci secondi prima!

In quel momento la nostra concentrazione era sostenuta dalla concentrazione di tutte quelle centinaia di persone che si trovavano di fronte a noi.

Ora che il film è finito mi sento di poter dire che la sua realizzazione è anche frutto della presenza di queste centinaia e centinaia di persone che ogni giorno, assistendo alle riprese, ci hanno costretto sì ad uno sforzo al limite massimo della concentrazione... ma allo stesso tempo, con i loro applausi entusiastici alla fine di ogni ciac, sono stati uno stimolo unico e irripetibile, mai provato prima nella mia ormai lunga esperienza professionale.



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