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TOURNE' 2018 - 2019 - 2020 ALE con VAN GOGH
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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Autore Messaggio
genziana



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MessaggioInviato: Gio Feb 08, 2018 04:08    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE - 6-7-8|10-11/02/18 Rispondi citando




_ KHORA.teatro con TSA - Teatro Stabile d'Abruzzo

presentano



ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

6-7-8|10-11 febbraio FIRENZE; Teatro della Toscana




testo vincitore del Premio Tondelli Riccione Teatro 2005



di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi



produz. KHORA.teatro |TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

_ in collaborazione con il FESTIVAL di SPOLETO 60 _

prima nazionale 27 giugno '17 Napoli Teatro Festival





ha scritto:





        L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO



ALESSANDRO PREZIOSI, alle prese con i tormenti di

VINCENT VAN GOGH - sul palcoscenico della Pergola





E’ l’8 maggio 1889. Vincent Van Gogh, 36 anni, entra volontariamente nella Maison de Santé di Saint-Paul-de-Mausole, un vecchio convento adibito a ospedale psichiatrico a Saint-Rémy-de-Provence, a una ventina di chilometri da Arles. E’ colpito da manie acute, allucinazioni della vista e dell’udito, si reputa incapace di vivere e gestirsi in libertà. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO di Stefano Massini racconta il calvario interiore del grande pittore olandese, un anno prima della morte. Alessandro Preziosi è protagonista di questo atto unico. Lo incontriamo dopo i successi di Napoli e Spoleto, in attesa di vederlo a Firenze al Teatro della Pergola dal 6 al 12 febbraio 2018.

Qual è la sua visione di questa rappresentazione?

L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO traccia le sensazioni di un uomo che poco conosciamo da questo punto di vista. E’ la metafora del bambino artista che vuole diventare uomo, senza riuscirci. La grande ispirazione nasce dal suo essere totalmente abbandonato a un approccio alla vita profondamente infantile e si denota da come l’ha condotta quando era ancora in famiglia. Penso alle alterazioni della realtà che lo ponevano sotto i timori e le attenzioni della famiglia e che unitamente alla sua natura allucinante lo fanno uscire da ciò che vediamo di lui dalle oltre 900 tele che per un secolo non sono state apprezzate”.

Cosa cerca di raccontare dell’artista?

L’obiettivo è raccontare la natura del processo creativo dell’artista, che in questo percorso si concede qualsiasi tipo di alterazione, dei fatti, della memoria, di tutta la realtà delle cose. Partendo da un dato cronologico lo chiudiamo nel manicomio, immaginandolo in un mondo dove è circondato solo dal bianco. Questo è un dato non vero, perché aveva la possibilità di dipingere, un mese dopo darà vita alla Notte stellata. Ma ora è qui, in un’anonima stanza. Un rettangolo squadrato da pareti austere, una gabbia di cemento. Assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale, si lascia vivere già presente al suo disturbo. Van Gogh ci appare nella devastante neutralità di un vuoto”.

Della natura del suo disturbo non si sono mai avute certezze.

La malattia riguarda la combustione che aveva con la natura. Ciò che viveva lo crocifiggeva sul cavalletto. Viveva con il nome del fratello morto da piccolo, la mamma lo portava periodicamente a commemorare il fratellino sulla tomba. Le sue allucinazioni le vogliamo vedere romanticamente, per interpretare l’artista, ma in effetti l’uomo non accettava la realtà e la viveva alterandola, al punto da arrivare al taglio dell’orecchio e al suicidio”.

Non capire o non essere capiti?

C’è più il non essere capiti dagli altri che il non capire. Vorresti essere capito e accettato ma se così fosse non avresti la stessa forza. E’ la prima volta che interpreto un personaggio con cui mi incontro a metà strada. Condivido diversi aspetti, su tutti il diventare adulto. Ho lavorato su questo personaggio con una grandissima emotività. E’ uscita tutta la mia fragilità e l’ho messa al servizio di questo artista”.

Quando è diventato adulto?

Sono cresciuto presto perché ho avuto un figlio molto giovane. E’ come se con una fionda ti catapultassero anni avanti. Poi accade che inevitabilmente si ritorna indietro, per vivere ciò che si ritiene di aver perso”.

Il suo rapporto con Firenze?

Speciale. Intimo. Firenze è una città che ho vissuto nel pieno della mia vita. Qui è nata mia figlia e tutta la famiglia di sua mamma. Tramite loro l’ho vissuta e conosciuta a fondo. Per me è come Capri senza il mare. Mi strega sia la sua magia notturna che il caos frenetico dei turisti di giorno e anche qui, come sull’isola, posso muovermi a piedi e avere contatto diretto con la gente.
Recito a Firenze dal mio primo spettacolo, l’Amleto, nel ’99. Al Teatro La Pergola recentemente sono stato con Romeo e Giulietta, sono contentissimo di tornarci e darò anche qui il massimo per non deludere chi ci onorerà della sua visita
.

Dopo Firenze cosa l’aspetta?

Roma per 3 settimane all’Eliseo, poi Bologna, Trieste e più in là Milano. Parallelamente sto finendo di girare a Torino Nessuno come noi, film tratto dal libro di Luca Bianchini e diretto da Volfango De Biasi e ho appena finito di girare un film tv diretto da Giacomo Campiotti, La pellicola, il cui titolo definitivo dovrebbe essere Figli, è tratta dalle storie prodotte dal protocollo –Liberi di scegliere-, che da anni ha cercato di ridare nuova vita e dignità a quei ragazzi che hanno deciso di allontanarsi dalle cosche mafiose e dalla ‘ndrangheta”.



Cover story - testo dell'intervista: Chicco Coda, pagine da 76 a 79 - in edicola e web

FIRENZE MADE IN TUSCANY – n. 45, gennaio 2018 - GruppoEditoriale.com








a FIRENZE il 6-7-8 febbraio, ci accoglierà nel foyer del Teatro della PERGOLA un Desk

d'informazione dell'Associazione ADRICESTA ONLUS per promuovere e raccogliere

sostegno al fine di realizzare Progetti Nazionali in aiuto dei BAMBINI Ospedalizzati


l'artista Alessandro Preziosi è dal 2004 testimonial ufficiale promotore per ADRICESTA




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Marisol



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MessaggioInviato: Gio Feb 08, 2018 09:10    Oggetto: Rispondi citando


Grazie mille mia cara Giuly per tutte queste informazioni ...

Mi piace molto questo topic ... una fantastica idea di essere informato di tutto ciò che accade durante il tour di "Vincent Van Gogh. L'odore assordante del bianco".


So che sforzo e lavoro sono molto grandi Razz Razz !!

Tanti baci,



Marisol

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genziana



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MessaggioInviato: Sab Feb 10, 2018 20:34    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE, dal 6 all'11/02/18 Rispondi citando




la rassegna stampa selezionata del Forum ufficiale di


ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

6-7-8|10-11 febbraio FIRENZE; Teatro della Toscana





ha scritto:




1ª proposta d'incontro con ALESSANDRO PREZIOSI:


a FIRENZE Brunch di Beneficenza ADRICESTA Onlus

appuntamento domenica 11 febbraio 12:00 in punto

Caffetteria Teatro della Pergola, Via della Pergola 26

per prenotare: 333/5417588 (Paola) - 339/4981319

Donando l'Offerta minima Solidale di partecipazione








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Marisol



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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 13:18    Oggetto: Rispondi citando


« Ama muchas cosas, porque en amar existe la verdadera fuerza y quien ama mucho logrará mucho, y lo que se hace con amor, está bien hecho. » (Vincent Van Gogh)



Mio caro Ale,

Oggi diciamo addio una bellissima città: Firenze, dove dopo 5 giorni (annullato 1 per il tuo intervento al Festival di Sanremo) il successo è stato molto grande…

In questa città, piena di arte, ha trionfato anche un altro genio: Brunelleschi (questo nome ti dice qualcosa, Ale?)

Ora un giorno per riposare un po, il corpo e la tua voce e il martedi... in teatro Eliseo dalla mia cara Roma, dal 13 febbraio al 4 marzo Razz !!

Fino a Roma, mio caro amico Ale.

Tanti baci con grande e sincero affetto da Madrid Razz Razz !!

TVB Ale Wink Wink

Marisol

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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:11    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE, dal 6 all'11/02/18 Rispondi citando



ha scritto:





        STEFANO MASSINI - Parole e libertà



Nella stagione del Teatro della Pergola ci sono tre importanti testi di Stefano Massini, apparentemente molto diversi tra loro: Il nome della rosa, L’ora di ricevimento (banlieue) e VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO. Quale può essere il filo, da un punto di vista ideale, capace di legare questi testi?
Credo che tutte le volte che qualcuno scriva, dipinga oppure scolpisca, tutte le volte che noi ci esprimiamo in qualunque arte, in realtà fondamentalmente parliamo di noi stessi. A cambiare è solo il grado in cui l’autore si cela, il nascondiglio che viene usato sotto forma di alibi o di alter ego. Io ho sempre utilizzato dei pretesti nelle mie opere proprio per raccontare qualcosa che mi appartenesse profondamente. VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO è uno dei primi testi che ho scritto e risale a tredici anni fa, mentre L’ora di ricevimento (banlieue) è un mio testo recente: entrambi mi rappresentano tantissimo. Il primo conserva al suo interno l’idea di un teatro narrativo, con una drammaturgia assolutamente non minimale e anzi ricca di personaggi, di evocazioni, di tempi e di colpi di scena: è un tipo di scrittura più simile alla struttura di un romanzo che non a certe forme laconiche della drammaturgia contemporanea. Questo testo presenta una profonda riflessione sull’arte e sul ruolo dell’artista che si pone contro la società: parla di Van Gogh, che per definizione viene considerato il pittore del colore, nella fase della sua reclusione in un manicomio della Francia meridionale. In quegli anni si riteneva che i colori fossero eccitanti per le persone psicotiche o isteriche e dunque il colore veniva negato: i pazienti erano immersi in aule con pareti e letti completamente bianchi. Oggi sappiamo che paradossalmente si tratta di una soluzione tremendamente negativa: pochi colori sono invece eccitanti come il bianco, che è la somma di tutti i colori. […]
Come si arriva, dal punto di vista della scrittura, a rendere drammaturgico un testo che originariamente non lo è?
Provenendo dal grande insegnamento di Luca Ronconi, io sono sempre stato convinto che il teatro sia qualcosa di totalizzante: ogni cosa alla fine è teatralizzabile. E, anzi, ho sempre ritenuto inaccettabile la parola teatralizzazione perché parte dalla convinzione che esista al mondo qualcosa di non teatrale. La nostra vita, invece, in ogni momento è altamente teatrale perché è l’essere umano stesso ad esserlo. Parendo da questo presupposto, più che altro si tratta di operare delle scelte: la drammaturgia è la selezione di quei fatti che sul palcoscenico diventano intriganti e fonte di emozione rispetto ad altri avvenimenti più secondari. Il teatro è quel luogo dove viene assimilata la realtà, per essere scomposta in una forma critica e dialettica. Dobbiamo pensare al teatro come se fosse una specie di apparato digerente, in cui noi spettatori come dei ruminanti separiamo le sostanze nutritive – il messaggio degli spettacoli a cui assistiamo – per riuscire ad assimilare e quindi a comprendere le parole degli autori. [...]
foto: Alessandro Botticelli




QUADERNI DELLA PERGOLA 11/2017 - pagine da 12 a 15 - L'INCONTRO






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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:30    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE - 6-7-8|10-11/02/18 Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

6-7-8|10-11 febbraio FIRENZE; Teatro della Toscana





ha scritto:




        Preziosi in scena con VAN GOGH

        Il colore bianco si fa assordante.



Essere Van Gogh vuol dire essere un uomo con un’anima che prende fuoco, anche se la gente che gli sta intorno riesce a percepirne solo la superficie, senza guardare l’interiorità e la passione. Sul palcoscenico racconto quali sono i passaggi del processo creativo e immagino l’approfondimento psicologico della sua malattia”.
Attesissimo spettacolo perché trattasi di un’altra prova di uno dei migliori interpreti italiani, ecco ALESSANDRO PREZIOSI che porta "VINCENT VAN GOGH" al Teatro della Pergola da martedì a domenica 11 febbraio, uno dei primi testi scritti dal “nostro” Stefano Massini.

Preziosi, ha scelto un percorso non facile.
E’ così perché Van Gogh ci appare nella devastante neutralità del vuoto: il bianco. E’ nel dato di fatto che si rivela e indaga la sua disperazione. Si esplora il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente”.

Spettacolo anche psicologico.
Certo. Il bianco entra prepotente nella mente di Van Gogh e cerca di sviluppare nel modo teatralmente più semplice cosa succede dentro un pittore quando il rapporto del fuori di noi, per natura diventa impossibile. Ogni rapporto con il colore in manicomio viene cancellato, è stato così per anni”.

Che riflessione per lo spettatore?
Quella sulla normalità: cos’è in fondo il concetto di normalità? In scena porto un ruolo non facile perché terribilmente vicino a tutti noi che cerchiamo il massimo della nostra vita, all’interno di una società in cui siamo costretti a stare. Uno spettacolo che è la possibilità di vedere un quadro realizzato per te che lo stai vedendo, come certi graffiti che si fanno per strada”. Da vedere.


intervista di Titti Giuliani Foti

QN - LA NAZIONE edizione Firenze – Spettacoli pag. 53 04/02/18







QN - LA NAZIONE edizione Firenze – Spettacoli pag. 60 06/02/18






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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:32    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE - 6-7-8|10-11/02/18 Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

6-7-8|10-11 febbraio FIRENZE; Teatro della Toscana





ha scritto:





      spettacolo Van Gogh, la versione di Massini

      La scelta di PreziosiNei panni di Van Gogh

      racconto il presente e le sue contraddizioni



Alessandro Preziosi è un attore che può permettersi d’essere pop e colto allo stesso tempo. Merito del successo televisivo che poi si è riversato su quello teatrale, e nella sua vita accade anche che le due dimensioni s’incrocino tanto da costringere un teatro a cambiare l’ordine delle repliche.
Alla Pergola, dove Preziosi è in scena da stasera (ore 21) a domenica 11 con L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO, pièce di Stefano Massini (regia di Alessandro Maggi) sulla reclusione di Van Gogh al manicomio di Sain Paul de Mausole, la replica di venerdì 9 slitta a sabato 10 alle 18.45 perché l’attore sarà ospite di Sanremo, accanto a Ornella Vanoni: «Nel mio lavoro io cerco la conoscenza dell’uomo, non la mera soddisfazione dell’intelletto. Suonare con la Vanoni è un premio per chi, come me, a nove anni si è visto regalare il suo primo giradischi con un disco di Ornella».

Dopo tanti classici, Preziosi si lancia nella drammaturgia contemporanea avvinghiato al paracadute Massini «perché ho sentito il bisogno di comunicare al pubblico il presente in un momento in cui una società falsa, inabile a farti vivere il tempo che scorre tra le mani, spinge a nasconderti nel passato, ferito a morte dall’inconsapevolezza di cosa devi aspettarti dal futuro. Anche quando riferita alla memoria, invece, la drammaturgia di Massini è connessa con l’oggi, parla di noi». Il VINCENT VAN GOGH di Preziosi, complice lo scrittore fiorentino, «è il paradigma della diversità che segna l’artista, del creare come annullamento, simboleggiato dal colore-non colore che contiene tutti gli altri: il bianco, che domina la scena ed è l’ultima parola pronunciata dal protagonista, nonostante i dipinti siano nati da una ipercolorata combustione con il soggetto ritratto. L’arte di Van Gogh dimostra come dipingere significhi avvicinarsi pericolosamente alla natura tanto da rimanerne bruciati; un contatto ancestrale da cui nasce il senso di inadeguatezza che spinge Vincent ad autorecludersi.
Eppure, proprio in quel manicomio l’artista realizza le sue opere più belle, epica scaturita dall’accettazione di sé
». Preziosi si è calato nei panni di Van Gogh «senza ispirarmi a qualcos’altro ma in ascolto della mia interiorità, di ciò che mi circonda, del presente. E con lui sono arrivato a condividere la possibilità impossibile di diventare adulto».




intervista di Fulvio Paloscia, pubblicata via Firenze.REPUBBLICA.IT in edicola

LA REPUBBLICA - edizione Firenze – sezione Attualità pag. 9 06/02/2018






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genziana



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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:44    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 06/02/18 recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

6 febbraio 2018 FIRENZE - recensione con fotografie






ha scritto:





Preziosi-VAN GOGH quanti applausi alla Pergola




L'attore in scena fino a domenica 11 febbraio con il testo "Vincent Van GoghL’odore assordante del bianco", uno dei primi scritti da Stefano Massini




Firenze- E' uno spettacolo che entra in maniera prepotente nella mente e non soltanto di Van Gogh che cerca di sviluppare in modo semplice e teatralmente possibile cosa accade nella mente di un pittore quando improvvisamente lo strumento di ispirazione sparisce. Quando cioè il rapporto del al di fuori di noi, del contatto con la natura diventa impossibile. Con queste premesse uno straordinario Alessandro Preziosi ha debuttato alla Pergola di Firenze con "VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco" che sarà in scena fino a domenica 11 febbraio, esclusa la sera di venerdì visto che Preziosi sarà a Sanremo in coppia con Ornella Vanoni.

Dunque il testo, uno dei primi scritti da Stefano Massini, che gli valse pure il Premio Tondelli Riccione Teatro nel 2005, dà la possibilità a Preziosi, diretto da Alessandro Maggi, di rappresentare il labile confine tra verità e finzione, follia e sanità mentale, realtà e sogno, ponendo interrogativi sulla genesi e il ruolo dell’arte e sulla dimensione della libertà individuale. La storia non è mistificata perché Van Gogh nel 1889 fu rinchiuso nel manicomio e metaforicamente in una stanza tutta bianca. Il palcoscenico diventa un po' la testa del pittore e si vivono con lui i drammi della mancanza di libertà, di colore e la straziante possibilità che Van Gogh possa morire per dare vita ai colori, all'ispirazione madre.

E' infinitamente convincente Preziosi in scena, come se spiegasse, attraverso un personaggio che gli è anima, corpo e mente per un'ora e mezzo, paradossalmente a morire prima di morire. Perché una parte di noi si identifica troppo spesso nella mente e spesso parliamo degli artisti come fossero astrazioni. Ma sono proprio loro che diventano realtà, personaggi di una commedia vera che è la vita, schiavi di vite complesse e drammatiche che li danneggiano e a volte li favoriscono. Preziosi ci porta per mano a una riflessione drammaticamente banale, se si vuole: se non fosse folle Van Gogh sarebbe stato il pittore che è? E poi: era veramente folle? O i folli siamo noi con la nostra realtà piena di schemi? E' uno dei temi più trattati nel decadentismo, sia come possibilità di fuga dall'opprimente realtà, sia come totale fallimento dell'eterno antieroe che diventa personaggio fondamentale nella rappresentazione della vita.

In scena Alessandro Preziosi ci offre su un vassoio d'argento, ci trasmette questo male di vivere e il conseguente bisogno di una fuga da esso, attraverso la mente, le illusioni, le esperienze o appunto la pazzia. Che fa tenerezza e rabbia, che fa breccia nei cuori. Perché, e il messaggio di questo spettacolo è esattamente questo: spesso la realtà non la vogliamo accettare. Ma non è detto che non accettarla sia un segno di discriminazione. In scena ottimi attori: Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa. Bella la scena claustrofobica e i costumi Marta Crisolini Malatesta, la regia di Alessandro Maggi. Su tutti va assolutamente detto del talento e l'intensità di Alessandro Preziosi, il suo convincente impegno, l'interpretazione più volte gratificata da ripetuti applausi a scena aperta. Assolutamente da non perdere.



recensione: Titti Giuliani Foti www.lanazione.it/firenze/spettacoli/foto/preziosi-teatro-van-gogh-1.3709058


pubblicata via QN - LANAZIONE.IT Firenze Spettacoli, 07/02/18









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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:47    Oggetto: VINCENT VAN GOGH 2018, RadioInBLU Tv2000 intervista PREZIOSI Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

intervista telefonica di RadioInBLU Tv2000 7.2.2018








2018, SANREMO - 68° Festival della Canzone italiana



    appuntamento su RAI UNO venerdì 09/02/2018

    Ornella Vanoni duetterà con Alessandro Preziosi

    "Imparare ad amarsi", autori Bungaro e Pacifico




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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 19:47    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 07/02/18 recensione Rispondi citando



ha scritto:




Alessandro Preziosi: “Duettare con la Vanoni è un premio. È la più grande. Sarà come entrare in un quadro e viverci dentro”.

La cantautrice milanese ha scelto lui che in questi giorni è a teatro con una pièce su VAN GOGH, “un testo che mi ha ipnotizzato”.





Alessandro Preziosi. Non un cantante, dunque, ma un attore, uno dei più bravi e richiesti nel nostro Paese, dal cinema alla tv, anche se lui preferisce da sempre il teatro, quel luogo speciale che lo rappresenta al meglio. In questi giorni è in tour con il suo nuovo spettacolo, "VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco", una pièce di Stefano Massini (la regia è di Alessandro Maggi) sulla reclusione del celebre pittore al manicomio di Sain Paul de Mausole, una sorta di thriller psicologico che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Dopo la prima dello scorso giugno a Napoli, Preziosi è adesso a La Pergola di Firenze fino a domenica e poi sarà al Teatro Eliseo di Roma dal 13 febbraio al 4 marzo prossimi. Nel frattempo, però, salirà a Sanremo per suonare e cantare con la Vanoni, "un premio per chi, come me, a nove anni si è visto regalare il suo primo giradischi con un disco di Ornella".

"Cantare ed esibirsi con lei – spiega all'HuffPost – vuol dire in maniera sintetica e paradigmatica essere riconoscenti alla musica, sarà come entrare in un quadro e vivere all'interno dello stesso". "È geniale il fatto di uscire giovedì sera da un teatro come La Pergola e poi salire su un palco come quello dell'Ariston – aggiunge – quello stesso palco che poi lascerò per tornare di nuovo a Firenze e poi a Roma. Sarà un'esperienza unica da vivere un po' come la brezza: sarà bellissimo, spero di essere di parola".

"Il ruolo dell'artista nella nostra società mi ha posto sempre di fronte ad una grande responsabilità, vissuta a tanti livelli", tiene a precisare. "Con Van Gogh sentivo di poter approfondire il rapporto tra l'uomo e ciò che pericolosamente, a volte, lo travolge, la natura in primis. Osservare e riprodurre a qualunque titolo è un viaggio che il teatro onora e questo testo persegue questo tentativo, mi ha ipnotizzato".


estratto dal
testo di Giuseppe Fantasia, 08/02/18 - pubblicato via
HuffingtonPost.it










ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista alla Pergola in

VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco

7 febbraio 2018 FIRENZE -recensione RAI News TgR



      Drammatico Preziosi: è Van Gogh in teatro




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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 20:16    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 07/02/18 recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 7 febbraio 2018, dalla Pergola di Firenze

ha scritto:




      VINCENT VAN GOGH” nella superba

      interpretazione di Alessandro Preziosi



Ci vuole del talento, quello vero per stare in scena ininterrottamente per quasi novanta minuti, modulando voce, sentimenti, realtà, follia, pensieri, sogni, ricordi e riversarli sul pubblico sotto forma di colori, dipinti, capolavori. E ci vuole del talento, quello vero, per una così bella scrittura, una così indovinata scenografia che basterebbe da sola a raccontare anche ai profani la genialità dell’artista olandese.

VINCENT VAN GOGH. L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” in scena al Teatro della Pergola di Firenze fino all’11 febbraio su testo di Stefano Massini, regia di Alessandro Maggi, luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta, musiche di Giacomo Vezzani, ci regala un Alessandro Preziosi in stato di grazia che giunge alla fine della rappresentazione quasi al limite delle forze, ma forse per questo più umano, più vero, tanto che diventa difficile – se non impossibile – stabilire o giudicare cosa sia la normalità e cosa sia la follia, cosa il falso e cosa il vero, cosa il sogno e quale la realtà.

Van GoghPreziosi entra in scena rotolando in una stanza desolata, enorme e bianca, bianca pure una piccola pianta, rilegata in un angolo, bianche tutte le pareti sulle quali la geniale invenzione di Marta Crisolini Malatesta riproduce – privato dai colori – uno dei dipinti più celebri dell’artista “Campo di grano con volo di corvi”. É il bianco del manicomio di Saint – Remy in Provenza, perché secondo le teorie dell’epoca si riteneva che i colori fossero troppo eccitanti per delle personalità psicotiche o isteriche. Oggi sappiamo che è il contrario, che è proprio il bianco, somma di tutti i colori, a essere tremendamente negativo per chi soffre di particolari disturbi mentali. E allora, il bianco diventa un rumore, assordante appunto, dove l’artista naufraga alternando momenti di normalità a esplosioni di follia, ritrovandosi da solo o con i propri fantasmi in un’autoanalisi dalla quale è difficile uscirne vincitore. Bianco, dunque, non come simbolo di purezza, colore verginale, luce, ma come sottrazione di ogni colore, buco nero, prigione, stanze, vasche, corridoi, cancelli, dove il furore della creazione artistica è soffocato in un tempo senza tempo e senza speranza. Inutile la richiesta d’aiuto al fratello Theo (Massimo Nicolini), imbrigliato in una scusante burocratica, incalzato dagli infermieri (Vincenzo Zampa e Alessio Genchi) e dal narcisistico e odiato psichiatra della clinica Vernon-Lazàre (Roberto Manzi) L’unico con cui, alla fine, il geniale artista riesce ad instaurare un rapporto di quasi normalità è “il chirurgo dei pensieri”, il direttore del manicomio, Dottor Peyron (Francesco Biscione), il solo che – usando una metodologia psichiatrica più aperta – riesce, o ci prova, a entrare nei pensieri del grande pittore sfogliandoli come un album di vecchie foto, l’unico al quale Van Gogh concede le chiavi della sua mente inquieta e travagliata.

E alla fine, nel luogo dove “il colore è una bestemmia” la genesi dell’arte esplode illuminando tutta la scena: è la parola ritrovata, lo scoppio inarrestabile della rabbia, della solitudine e del dolore, la riprova che il pensiero e la sua libertà non possono essere imprigionati in un pozzo buio di assordante silenzio.




Francesco De Masi, 07/02/18 - pubblicata via ModulazioniTemporali.it






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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 20:20    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 08/02/18 recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 8 febbraio 2018, dalla Pergola di Firenze





ha scritto:



      L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO:


l’assordante bellezza del VAN GOGH di Preziosi




Nel titolo c’è già tutto quel senso trasversalità e multi-sensorialità che la pièce vuole e riesce a trasmettere. I colori, tangibili e oggetto della vista, emettono suoni e odori, stimolando quell’orecchio (mutilato) e quell’olfatto (troppo spesso trascurato) che molti quadri di Van Gogh rilasciano nell’aria. “VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco” è uno spettacolo che graffia, un po’ come le dita del pittore sui suoi quadri quando mancavano i pennelli. Uno spettacolo forte, pregno di vita, compressa in una stanza ma pur sempre vita desiderosa di tuonare, anche di dolore, follia e genio. Disperato e lucidissimo come il suo protagonista, Vincent Van Gogh. “L’odore assordante del bianco” ci conduce nella mente furibonda e centrata di un pittore a lungo incompreso e poi amatissimo, forzando il romanzato fino a quell’estremo che non stona ma ipnotizza la platea.

Il bianco. Tutto è bianco in scena. Le mura, giganti, solide, ma distorte come in un quadro espressionista; il pavimento, chiazzato e candido allo stesso tempo, vissuto e striato da mattonelle sciupate, come consumate dal girovagare del suo detenuto, come una tavolozza seccata da tempo immemore; una parete di fondo, lattea e incisa, come uno di quei quadri che occupano un’intera parete in un grande museo europeo, che in controluce palesa il celebre Campo di grano con volo di corvi dipinto dal pittore olandese nel 1890 e conservato ad Amsterdam. Bianche le vesti di recluso di Van Gogh, bianche quelle di dottori e infermieri del manicomio di Saint Paul de Manson, bianco quel fiore confinato in un angolo e dimentico dei colori della natura. A dare colore a tutto ci pensano il densissimo testo di Stefano Massini e l’interpretazione marcata ma mai schizofrenica dell’intero cast, capitanato da un Alessandro Preziosi che si muove, corpo e voce, con profondità e varietà che saturano il palco. Con l’andatura di un gobbo di Notre Dame e la forza di un Atlante che non cede sotto al peso della detenzione e della privazione, “piegando il collo come il gambo di un fiore” diceva Roberto Vecchioni in una sua canzone (Vincent), Preziosi esprime tutto il turbinio interiore di un uomo che, come in una commedia di Pirandello, passa lucidamente dalla pazzia più abbacinata alla ragionevolezza più nitida. È un genio instabile, come dimostra il piano inclinato del palco, come se tutto dovesse scivolare e capitolare da un momento all’altro sulla platea, come un fiume di colori improvvisamente esplosi da quel bianco che li (r)accoglie e imprigiona tutti.

La regia di Alessandro Maggi in “VINCENT VAN GOGH”. “L’odore assordante del bianco” gioca principalmente con le luci, quella luce che cambia la realtà e le sfumature dello spettro cromatico. Gioca con le ombre, sagome di uomini e delle loro anime rinchiuse in quattro mura che fungono anche da luogo di una mente fervida e (in)ferma. Gioca con poco, per poi deflagrare nel finale in un giallo oro, che tinge meravigliosamente quelle pareti bianche a mo’ di gabbia dorata, luccicante, come quel grano e quei girasoli che Van Gogh tanto amava contemplare e dipingere.



Tommaso Tronconi, 08/02/18 - pubblicata via ONESTOeSPIETATO.com






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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 20:20    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 08/02/18 recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 8 febbraio 2018, dalla Pergola di Firenze





ha scritto:




Vincent Van Gogh l’odore assordante del bianco




Nel sottotitolo “L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO” sono racchiusi tutti gli studi, i pensieri, i messaggi che l’autore, Stefano Massini, vuole trasmetterci attraverso un testo costruito con un profondo riferimento al teatro narrativo, prendendo le distanze da forme minimali e laconiche della drammaturgia contemporanea.

Quando qualcuno scrive, dipinge o scolpisce si esprime attraverso l’arte, parlando di se stesso. A cambiare è solo il grado di mascheramento che usiamo, quando ci nascondiamo dietro la nostra forma in termini di alibi ed alter ego”, afferma Massini. Con queste parole ci introduce la sua opera: una riflessione sulla libertà dell’artista, su una figura vincolata ad una società che permette oppure vieta di esprimersi. Ecco così che Vincent Van Gogh diventa il soggetto ideale: un uomo che si avvicina alla pittura come atto di rivolta, un outsider, un genio incompreso, un artista pazzo ed intuitivo che precorse i tempi con i suoi quadri, in quel momento storico noto come epoca degli “ismi”, per il continuo proliferare di una folta schiera di movimenti in ogni ramo dell’arte, della letteratura e della cultura in generale. Un uomo consapevole di vivere dentro una realtà percepita come limite, dalla quale non può liberandosi se non forzando quel limite fino al delirio, all’assurdo ed alla morte. Van Gogh è diventato il simbolo del disagio esistenziale che affliggeva l’uomo nell’epoca post rivoluzione industriale e gli artisti come lui erano materia fertile per la psicoanalisi: non a caso gli sono state diagnosticate malattie come la schizofrenia, forme di epilessia, depressione, malattia di Menerei, stati di malinconia esistenziale aggravati dall’instabilità di una vita raminga e da una sensibilità fuori dal comune. Forse, però, tutte le sue angosce, la tristezza e l’estrema solitudine erano solo i segnali esterni di “un’anima che prende fuoco, di cui la gente che gli sta attorno però riesce a percepirne solo la superficie, senza porre attenzione all’interiorità ed alla passione che gli brucia dentro; Vincent non era poi un uomo così folle”.

Questo ci racconta Alessandro Preziosi: quale interprete principale della pièce, si è lanciato nella mente dell’artista olandese, incarnandolo con sentimento in uno dei momenti più devastanti della sua vita. Vittima incolpevole delle paure del volgo, si ritrova rinchiuso in un castello bianco: bianco il letto, bianco il pavimento, bianchi gli indumenti e persino i fiori. Nella scenografia curata da Marta Crisolini Malatesta anche le pareti sono bianche, ma nascondono i tratti di “Campo di grano con i corvi”, considerato il testamento artistico e spirituale di Van Gogh, dove i colori hanno perso ogni nota gioiosa, l’atmosfera è cupa e carica di presagio, esprimendo il turbamento delle passioni che agitano il profondo dell’uomo.

Tutto il bianco di cui è circondato in quella forzata prigionia e l’abolizione del colore (ritenuto un eccitante per persone proposte a personalità psicotiche od isteriche – “uno stupendo paradosso” – afferma Massini) segnano la negazione dell’espressione personale, della sua libertà: lui era un artista dall’intensità cromatica unica; i colori, in particolare modo quelli fastosi ed accesi, assumevano per lui la valenza di concetti poetici, la cui intensificazione e distorsione gli permettevano di raggiungere la tanto cercata coincidenza di percezione visiva e psichica, facendo in modo che visione e sentimento, occhio e cuore parlassero all’unisono nei suoi quadri. A guidarlo era l’emozione, quell’urgenza espressiva che lo aveva sempre spinto, a tuffarsi anima e corpo nell’atto creativo. Ecco perché il mondo bianco in cui viene rinchiuso lo annienta, la rende vittima della devastante neutralità del vuoto, in preda ad allucinazioni, candidato alla follia ed al suicidio.

La messa in scena del testo di Massini, diretta da Alessandro Maggi, si pone dunque come obiettivo quello di rappresentare il confine labile tra verità e finzione, tra follia e sanità, ponendo interrogativi sulla dimensione della libertà individuale, come se tutto lo spettacolo fosse una seduta di psicoanalisi continua che scava dentro il pozzo dell’inconscio alla ricerca della chiave svelatrice, dove momenti di catarsi si alternano alla tensione emotiva e ad un crescendo del pathos, fino all’affascinante colloquio introspettivo finale, dove l’anima del pittore viene fuori con prepotenza. In quel luogo, ascoltando la voce della sua interiorità, Van Gogh dipingerà alcune delle sue opere più importanti. È dunque veramente lui invaso dalla pazzia o lo è la gente “normale”?

In fondo anche Schopenhauer affermava: “Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri”.



autore: Costanza Bruscella, 08/02/18; pubblicata via TEATRIonLINE.com






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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 20:36    Oggetto: VINCENT VAN GOGH alla Pergola di FIRENZE 09/02/18 recensione Rispondi citando




ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di protagonista in

VINCENT VAN GOGH. L'odore assordante del bianco

di STEFANO MASSINI con regia di Alessandro Maggi


recensione 9 febbraio 2018, dalla Pergola di Firenze





ha scritto:




VINCENT VAN GOGH -- L'odore assordante del

bianco
” Teatro della Pergola 6-7-8|10-11.02.18




Genio o follia, realtà o finzione, questa la chiave di lettura di uno dei primissimi testi teatrali di Stefano Massini, messo in scena da Alessandro Maggi in “VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco”, in programma al Teatro della Pergola dal 6 all’11 febbraio 2018, dove l’attore Alessandro Preziosi veste i panni del pittore olandese Vincent Van Gogh. Confinato a causa del suo stato di insanità mentale nel manicomio di Saint-Paul de Mausole in Provenza, l’artista si interroga sulla follia che lo pervade, in un dialogo disperato con il fratello Theo (Massimo Nicolini), alternando a momenti di lucidità vere e proprie allucinazioni date dalla pazzia, che fanno sprofondare il pittore in uno stato di totale assenza e incertezza. Un dialogo e una corrispondenza che si reggono su equilibri delicatissimi in grado però di coinvolgere tutto il pubblico, che entrando di fatto nella mente del pittore, si trova proiettato ad assistere ad una totale mancanza di colore data da pareti, sedie e letti bianchi che caratterizzano la scena, curata insieme ai costumi da Marta Crisolini Malatesta. La speranza di ritrovare sé stesso e la voglia di dare colore ad una reclusione così vuota e piatta, sono l’input che permettono a Van Gogh di trovare la forza di non arrendersi alla malattia mentale, innescando insieme alle conversazioni “reali” con il Direttore del manicomio, il Dott.Peyron (Francesco Biscione), il giusto compromesso in quella che sarà la creazione di alcune delle opere di spicco dell’artista come “La notte stellata”, “L’autoritratto blu”, “La camera di Vincent ad Arles” e “Gli Iris”.
Lo spettacolo “VINCENT VAN GOGH. L’odore assordante del bianco” è prodotto da KHORA.teatro in coproduzione con TSA-Teatro Stabile D’Abruzzo e in collaborazione con Festival dei due Mondi-Spoleto.




testo: Simone Teschioni 09/02/18; pubblicato via LE-VENTOnews.com





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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2018 20:41    Oggetto: FIRENZE - Brunch ADRICESTA ONLUS con PREZIOSI per 'VAN GOGH' Rispondi citando




Firenze Brunch di Beneficenza pro ADRICESTA Onlus

con ALESSANDRO PREZIOSI protagonista nella pièce


VINCENT VAN GOGH - L'odore assordante del bianco








appuntamento concluso domenica 11 febbraio 12:00

Caffetteria Teatro della Pergola, Via della Pergola 26








dal 2004! ADRICESTA ONLUS va in aiuto dei Bambini

Ospedalizzati, a livello nazionale, con Progetti Solidali


a sostegno dei Malati, dell'Infanzia e della Famiglia, e

del processo di Umanizzazione dei Reparti di degenza








ADRICESTA (Associazione Donazione Ricerca Italiana

Cellule Staminali Trapianto e Assistenza)
è una Onlus

promotore e Testimonial ufficiale: Alessandro Preziosi







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