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ALE su NETFLIX nel film di Capucci MIO FRATELLO, MIA SORELLA
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genziana



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MessaggioInviato: Ven Ott 15, 2021 10:42    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film di Roberto Capucci su NETFLIX Rispondi citando








ALESSANDRO PREZIOSI è coprotagonista del FILM

con CLAUDIA PANDOLFI regia: ROBERTO CAPUCCI

"MIO FRATELLO, MIA SORELLA" è solo SU NETFLIX









da una settimana è in testa alla top ten film Netflix

che ne rende disponibile la visione in tutto il mondo

Lotus Production in collaborazione con RTI Mediaset









cast artistico: Alessandro Preziosi, Claudia Pandolfi, Ludovica Martino, Francesco Cavallo, Caterina Murino, Stella Egitto, Frank Gerrish

sceneggiatura: Roberto Capucci, Paola Mammini

fotografia: Andrea Arnone
montaggio: Francesco Galli
costumi e musica: Valerio Calisse



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MessaggioInviato: Ven Ott 15, 2021 10:54    Oggetto: film MY BROTHER, MY SISTER available to watch on NETFLIX USA Rispondi citando








"MY BROTHER, MY SISTER" available on NETFLIX USA





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MessaggioInviato: Sab Ott 16, 2021 17:45    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA, con Ludovica Martino e F. Cavallo Rispondi citando



ha scritto:



In occasione dell’uscita su Netflix di Mio fratello, mia sorella abbiamo avuto l’occasione di intervistare i due giovani protagonisti del film, Ludovica Martino e Francesco Cavallo, insieme al regista Roberto Capucci.

Dramma familiare, il film esplora a fondo un rapporto che troppo spesso non viene rappresentato sullo schermo: quello tra fratelli.

Ludovica e Francesco hanno raccontato cosa ha significato per loro “diventare una famiglia” sul grande schermo grazie alla guida di Roberto Capucci, ma anche della ricerca che sta dietro la preparazione di ruoli così complessi.

Un viaggio emotivo che hanno saputo rappresentare in modo emozionante e umano insieme a due co-protagonisti navigati come Claudia Pandolfi e Alessandro Preziosi.

Mio fratello, mia sorella è attualmente disponibile su Netflix.



di Federica Marcucci, 15/10/2021; pubblicato via GingerGeneration.it





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MessaggioInviato: Sab Ott 16, 2021 18:03    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film di ROBERTO CAPUCCI recensione Rispondi citando



ha scritto:



MIO FRATELLO, MIA SORELLA il film di Netflix




Alcuni giorni fa è sbarcato su Netflix il nuovo film di Roberto Capucci “Mio fratello, mia sorella” che vede protagonisti Claudia Pandolfi e Alessandro Preziosi.

I due fratelli, Tesla e Nick, non si vedono da vent’anni ma il giorno del funerale del padre Nick ricompare nella vita della sorella che ormai ha due figli, Sebastiano e Carolina. Il testamento vuole che i due fratelli convivano nella stessa casa per un anno, come quando erano bambini, e solo al termine del tempo stabilito decidano se vendere la casa e prendere ognuno la sua strada.

La convivenza non è affatto semplice soprattutto a causa di un segreto che Tesla vorrebbe nascondere al fratello, ossia che il suo figlio maggiore sia affetto da schizofrenia. Nick scopre il segreto dopo poco tempo e seppur inizialmente sia scosso dalla notizia si avvicina in modo amorevole al nipote e anche a Carolina, che vive un rapporto molto conflittuale con sua madre.

La storia è accompagnata dal suono del violoncello, lo strumento attraverso cui Sebastiano si esprime al meglio e diventa un esempio di un modo diverso di comunicare ma non per questo meno efficace.

Film drammatico che affronta temi disparati, al centro del quale ci sono i rapporti inter famigliari e l’importanza degli affetti come unico mezzo per affrontare le vicissitudini della vita.



di Elisa Ortuso, 15/10/2021; pubblicato via QuotidianoGIOVANI.com








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MessaggioInviato: Dom Ott 17, 2021 13:03    Oggetto: MY BROTHER, MY SISTER broken family drama NETFLIX - review Rispondi citando



ha scritto:




          Netflix’s My Brother My Sister

          Review: Broken Family Drama



My Brother My Sister, aka "Mio fratello, mia sorella", is now out on Netflix. Directed by Roberto Capucci, the film stars Claudia Pandolfi, Alessandro Preziosi, Ludovica Martino, Francesco Cavallo. Roberto wrote the 1 hour 50 minutes film with writer Paola Mammini. The Italian drama is dubbed in English and also has subtitles.

The synopsis reads – When their father’s will forces them to live together, siblings Nik and Tesla — and Tesla’s kids — try to overcome their differences to become a family.

In My Brother My Sister on Netflix, Nikola (Alessandro Preziosi) and Tesla (Claudia Pandolfi), have to live together in their father’s house after his demise. The brother and sister don’t share a good equation and are not happy with their father’s will. Their father was a science geek, and hence, they have such a name based on an inventor.

Tesla is a single mother of two teenagers – Carolina and Sebastiano (played by Ludovica Martino and Francesco Cavallo). Her son Sebastiano is diagnosed with Schizophrenia. His condition has made Tesla an overprotective and overcaring mom to him. Carolina has differences with Tesla as she doesn’t like her mother’s obsession to care for her brother. On the other hand, Nik is a loner.

When the separated siblings and the kids come together under the same roof, they learn the importance of family. The characters realise how important it is to have someone to always embrace you on your good and worst days. Netflix movie My Brother My Sister not only focuses on Nik-Tesla’s reunion but also Sebastiano’s schizophrenia.

Not a lot of movies or series have covered the condition of schizophrenia. Roberto Capucci has tried to shed some light on it through Seb. I really liked the sensitive approach of the writers-director and characters towards the same. The family element is highlighted in abundance – fights, drama, tears, love, and care.

When it comes to the sibling angle, we know they’re going to patch up in the end. Yet, it’s good to see the way writers bring that satisfying end. The movie has a serious narrative tone, with hardly any jokes or light moments. It can trigger people who are separated from their families, especially due to the pandemic.

Coming to performances, actor Francesco Cavallo has played his part as Sebastiano really well. Alessandro Preziosi and Claudia Pandolfi are also good as Nikola and Tesla.

Overall, the Netflix film is high on family drama and emotions. It’s not everyone’s cup of tea. But those who enjoy such a genre can watch it once.

My Brother My Sister is now streaming on Netflix.



film review by Pooja Darade, October 8, 2021; published on LEISUREbyte.com








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MessaggioInviato: Dom Ott 17, 2021 17:36    Oggetto: PREZIOSI su NETFLIX nel film MIO FRATELLO, MIA SORELLA, 2021 Rispondi citando



ha scritto:



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MessaggioInviato: Gio Ott 21, 2021 18:45    Oggetto: su NETFLIX nel film MIO FRATELLO, MIA SORELLA recensione Tg5 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Ott 21, 2021 18:48    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film 2021 regia di ROBERTO CAPUCCI Rispondi citando







"MIO FRATELLO, MIA SORELLA" è solo su NETFLIX

da 2 settimane nella classifica dei 10 film più visti!

regista e sceneggiatore, Roberto Capucci ringrazia




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MessaggioInviato: Ven Ott 22, 2021 17:54    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA su NETFLIX schizofrenia e famiglia Rispondi citando



ha scritto:



        "MIO FRATELLO, MIA SORELLA"

        parla di schizofrenia senza tabù






Tornare a vivere sotto lo stesso tetto dopo 20 anni: è quello che succede a Tesla (Claudia Pandolfi) e Nik (Alessandro Preziosi), due fratelli che si erano persi di vista da almeno 20 anni.

L’occasione per incontrarsi di nuovo, arriva con la morte del padre.

A causa di una clausola di successione Nick e Tesla devono vivere per un anno sotto lo stesso tetto.
Con loro si troveranno a vivere anche i figli di Tesla, Sebastiano violoncellista affetto da schizofrenia e Carolina, con la quale Tesla ha un rapporto estremamente conflittuale.

Alla realizzazione del film in onda su Netflix, ha collaborato attivamente la Società Italiana di Psichiatria che ha reso la consulenza scientifica per la sceneggiatura e il training degli attori. Non mancano scene dove i protagonisti parlano di trattamenti farmacologici e di interventi psicoterapeutici che per la buona riuscita necessitano di una forte collaborazione dei familiari.

Questo film è un modo per parlare di schizofrenia senza tabù e anche per sottolineare quanto sia difficile la quotidianità dei caregiver.

«In questo film la persona con psicosi schizofrenica viene mostrata nella sua interezza, senza pregiudizi e dietrologie, e con la consapevolezza che questo disturbo oggi può avere una prognosi migliore rispetto al passato, grazie ai progressi della ricerca che garantiscono un miglioramento sostanziale della qualità di vita dei pazienti - spiega Massimo di Giannantonio, presidente SIP - Il lavoro fatto dal regista e dagli attori sotto la supervisione della Società Italiana di Psichiatria contribuisce a far comprendere al grande pubblico la complessità e la sofferenza di questo grave disturbo».




di Angela Nanni, 13/10/21; pubblicato via SaniHelp.it Salute e Benessere





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MessaggioInviato: Ven Ott 22, 2021 18:18    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film 2021 regia di ROBERTO CAPUCCI Rispondi citando






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MessaggioInviato: Ven Ott 22, 2021 19:09    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film di ROBERTO CAPUCCI recensione Rispondi citando



ha scritto:



. "MIO FRATELLO, MIA SORELLA" – Recensione

. – IL CONFRONTO COME UNICA SOLUZIONE –




Essere un figlio unico spesso significa dover vivere i primi anni della propria vita soffrendo di una sorta di solitudine congenita, che si prova proprio perché, durante i delicati anni della formazione caratteriale e dei primi approcci con il gruppo dei pari, non vi è un altro bambino con cui condividere queste scoperte.

Diversamente, quando accanto a noi vi è un fratello oppure una sorella, la compagnia è assicurata e questo permette un continuo confronto verbale e comportamentale con un altro soggetto.

Nel film diretto da Roberto Capucci Mio Fratello, mia sorella, Tesla, interpretata da Claudia Pandolfi, sono anni che patisce la mancanza di suo fratello Nicola (Alessandro Preziosi).

E’ da tempo che non si hanno più notizie di Nicola, almeno fino a quando si presenta al funerale di loro padre, un uomo amante della scienza che ha lasciato un testamento molto particolare.

Le sue ultime memorie rivelano un patto successorio che costringerà i due fratelli a condividere l’appartamento ove abita da tempo Tesla.




UNA CASA PIENA DI AMORE E DI ANSIA


Tesla non vive sola in casa ma con i suoi due figli Sebastiano (Francesco Cavallo) e Carolina (Ludovica Martino).

Sebastiano è un ragazzo amante della musica che suona il violoncello ma che purtroppo soffre di una forma di schizofrenia ad alto funzionamento. Il ragazzo abbisogna di continue attenzioni, e proprio per questo l’atteggiamento di Tesla si è trasformato ben presto in quello di una madre che dispensa un affetto che rasenta l’ossessività.

Carolina è una giovane e brillante ragazza, che divide un freddo rapporto con la madre. Carolina non usa la parola “mamma” per rivolgersi alla donna che le ha donato la vita, ma usa chiamarla con il suo nome. Un atteggiamento che denota una considerevole distanza affettiva.

La quotidianità di Tesla con i suoi due figli si trascina stancamente, perché è costellata da un ritmo di vita profondamente abitudinario, che priva Sebastiano dalla possibilità di uscire spesso da casa. I rapporti sociali del ragazzo si consumano soprattutto con Emma, una graziosa ragazza che impartisce lezioni di musica.




L’ANARCHIA CHE RESTITUISCE L’ORDINE DELLE COSE


All’arrivo di Nicola in casa di Tesla il (fittizio) equilibrio che Tesla sembrava avesse costruito decade quando si confronta con il carattere anarchico di suo fratello.

Amante della disciplina sportiva del kitesurfing, Nicola durante i lunghi vent’anni di silenzio con sua sorella e i suoi nipoti ha vissuto in nome della completa libertà. Una libertà che gli avrà permesso di vivere a modo suo, ma che lo ha privato di tutto il potenziale amore che i suoi cari potevano offrirgli.

Il personaggio interpretato da Alessandro Preziosi sembra, di primo acchito, un elemento di disturbo nella routine di Tesla, ma presto sarà chiaro come il suo disordinato modus vivendi possa in qualche modo donare, soprattutto a Sebastiano, nuove esperienze ed input emotivi utilissimi per assaporare momenti di vita inediti.

Non mancheranno i dissidi tra Tesla e Nicola, esacerbati dal fatto che il fratello è scomparso per venti lunghi anni senza un apparente motivo.

La storia di Nicola è ben più articolata di come sembri e verrà fuori molto presto grazie all’avvicinamento con la sorella.




LA FORZA CATARTICA DELLA RECITAZIONE


Credo che un ritmo compassato in un film non sia un difetto, soprattutto se questo offre una sceneggiatura che esalta l’ottima recitazione di tutti gli attori che fanno parte del cast.

Mio fratello, mia sorella è un film con una sceneggiatura che non ha alcuna intenzione di mostrare i personaggi di questa storia progredire grazie alle loro nuove esperienze di vita.

Il cinema, dopotutto, ci ha abituati ad apprezzare plot che spesso prevedono storie in cui al centro del racconto vi sono attori che cambiano il loro comportamento e, così facendo, la loro personalità, magari per chiudere la sceneggiatura con un gradito happy ending (che oggigiorno è sempre più raro).

Il film di Roberto Capucci non ha queste pretese trasformistiche: Tesla e Nicola si confronteranno fra di loro unicamente per rendere note tutte le défaillance sentimentali e comportamentali.

L’avvicinamento di questi due fratelli è orchestrato dagli sceneggiatori per togliere il velo a tutte le costruzioni concettuali che permettevano ad entrambi di vivere (ma sarebbe più giusta la parola “sopravvivere”).

In mezzo a loro vi sono due giovani figure, Carolina, che decide di togliere quasi subito il disturbo per cercare la strada della sua vita lontano dal soffocante nido materno, e Sebastiano, un ragazzo dall’animo dolce e poetico che è rinchiuso in un cervello che purtroppo denota molti malfunzionamenti.

In Mio fratello, mia sorella la recitazione riveste un ruolo fondamentale. Claudia Pandolfi, con il suo viso emaciato e lo sguardo consumato dall’agitazione e da una vita sentimentale solitaria, è abile nel mostrare un comportamento spazientito; abituata a reprimere e ingoiare tutto il suo disagio, la rabbia di questa donna spesso nemmeno si manifesta.

Quando invece il suo dolore prevarica il suo finto equilibrio emotivo, Tesla riesce ad urlare e manifestare tutto il suo profondo dolore con grossa enfasi.

Nicola è il classico uomo che vorrebbe gestire tutte le situazioni disagevoli con un comportamento disinteressato e a tratti ironico. Anche lui, soprattutto quando manifesterà le sue gravose cicatrici esistenziali, riuscirà ad espellere tutte le incomprensioni che lo hanno costretto a stare lontano dalla sorella.

Sebastiano per loro due rappresenta il deus ex machina: il ragazzo, indirettamente, funge da specchio riflesso di tutte le angoscianti situazioni emotive irrisolte che divampano negli animi di Tesla e Nicola.




COMMENTO


Mio fratello, mia sorella è un film che riesce a coinvolgere emotivamente. Attraverso un ritmo cinematografico lento la sceneggiatura ha la capacità di imbastire un credibile confronto di un fratello e di una sorella che, di fatto, sono stati separati per anni a causa di motivi non dipendenti dalla loro volontà. La singolare richiesta del padre, che quando era ancora in vita ha partecipato attivamente alla disfatta del loro rapporto, riuscirà ad obbligarli ad una convivenza forzata che sboccerà in un inedito confronto tra due persone che, in verità, non hanno mai scordato come volersi bene. La recitazione di tutti gli attori è convincente, soprattutto quella di Francesco Cavallo, che appare credibile e bravissimo, attraverso i gesti e i comportamenti, nei panni di un ragazzo che soffre di schizofrenia. Il film Netflix, sebbene di primo acchito sembrava soffrire di un plot fin troppo vuoto, proseguendo nella visione riesce a dimostrare come in realtà questa pellicola non volesse mettere in scena personaggi che ritrovandosi potessero cambiare i loro caratteri, come abbiamo assistito in decine di altri spettacoli cinematografici. Non è così che Mio fratello, mia sorella vuole che la sua storia prosegua, perché Tesla e Nicola non saranno partecipi di un rinnovamento interiore bensì di una ritrovata voglia di smascherare tutti i loro difetti e soprattutto i loro segreti, affinché possano così confrontarsi liberamente e ritrovare con serenità il loro rapporto fraterno. Un rapporto scevro da pregiudizi e che potrà finalmente contare su di una rinnovata spontaneità emotiva, anche se circondata da idiosincrasie e marcati difetti comportamentali. VOTO 7.2


Recensione di LUCA SPINA, 7/10/2021; pubblicata via pressVIEW.it





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MessaggioInviato: Dom Ott 24, 2021 18:29    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film di Roberto Capucci su NETFLIX Rispondi citando










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MessaggioInviato: Sab Ott 30, 2021 18:18    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA - regista e autore ROBERTO CAPUCCI Rispondi citando



ha scritto:



Roberto Capucci: grato e onorato del successo
di "MIO FRATELLO, MIA SORELLA"




Roberto Capucci il regista del momento, colui che ci ha donato un film ricco di sfumature, che inevitabilmente ci porta a riflettere, a risolvere i nostri errori.



Da questo ottobre, su Netflix, è approdato “Mio fratello, mia sorella”, che ha tra i protagonisti Claudia Pandolfi e Alessandro Preziosi. Il regista di cui parliamo è l’abilissimo Roberto Capucci. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo, di approfondire la tematica presente in questo suo film.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Roberto Capucci.
Come stai?

Grazie, sto molto bene. Felicemente sorpreso da tutto quello che sta accadendo.

“Mio fratello, mia sorella”, dall’8 ottobre su Netflix, sta riscuotendo enorme successo. Quali sono le tue sensazioni a riguardo e cosa ti ha spinto a realizzare questa bellissima storia?

Mi sento grato e onorato. Non sono abituato a tutto ciò. Sentire e leggere tante persone che ti ringraziano per essersi emozionate è una sensazione incredibile, perché quando pensi, scrivi e dirigi una storia non è scontato arrivare agli altri. Non lo so cosa mi spinga a raccontare qualcosa, non me lo sono mai chiesto. Ci sono tante ragioni. Forse è semplicemente la voglia di farlo.

I rapporti tra fratello e sorella, da sempre, sono molto complicati. La distanza tra i protagonisti del tuo ultimo lavoro, è enorme, ma recuperabilissima e ancorata a valori forti.
Quanto c’è di autobiografico in questo tuo secondo lungometraggio?

Quando ho pensato al soggetto e scritto la sceneggiatura, insieme a Paola Mammini, credevo che di mio ci fosse solo la sensibilità nel raccontare una storia apparentemente diversa dalla mia, ma andando avanti mi sono reso conto sempre più di quanto inconsciamente ci fosse di me e della mia vita in quello che stava nascendo. Penso sia inevitabile, per quanto pensi di essere distante da quello che stai raccontando, l’inconscio ti ci riavvicina inesorabilmente. Forse non è un male, in un certo senso penso sia catartico. Quello che è sicuro, è che prima di me, chi ha avuto la piena consapevolezza di quanto il film mi assomigliasse, è stato Alessandro Preziosi, ma questa è un’altra storia…

La scelta del cast è stata voluta?

Si, ovviamente. Al contempo, mi piace pensare che il film abbia scelto i suoi protagonisti e l’abbia suggerito al mio intuito. Oggi li sceglierei di nuovo. Del loro talento, dell’entusiasmo, del lavoro che hanno fatto e di quello che hanno messo di loro stessi in gioco nell’affrontare le diverse interpretazioni, sono estremamente fiero.

Com’era l’atmosfera sul set?

L’atmosfera, non starebbe a me dirlo, penso sia stata speciale, quasi familiare. Ho la mia squadra che mi segue e mi conosce da anni e a loro si sono aggiunti degli ottimi professionisti e un cast incredibile. L’ultimo giorno di riprese, nel quale abbiamo girato appositamente il finale, è stato molto intenso ma anche un po’ malinconico, proprio perché l’ultimo.

Hai in cantiere un nuovo progetto?

Si, certo. Spero di partire quanto prima. Grazie e alla prossima!



Alessia Giallonardo, 29/10/2021; via LaGazzettaDelloSpettacolo.It









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MessaggioInviato: Sab Dic 04, 2021 20:10    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA film di Roberto Capucci su NETFLIX Rispondi citando






ALESSANDRO PREZIOSI è coprotagonista del FILM

con CLAUDIA PANDOLFI regia: ROBERTO CAPUCCI

"MIO FRATELLO, MIA SORELLA" è solo SU NETFLIX




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MessaggioInviato: Dom Dic 05, 2021 17:49    Oggetto: MIO FRATELLO, MIA SORELLA - intervista a CAPUCCI con spoiler Rispondi citando



ha scritto:



INTERVISTA: Il finale e i retroscena di "Mio fratello,

mia sorella"
spiegati dal regista ROBERTO CAPUCCI

Il film Netflix ha dietro di sé una "storia nella storia" fatta di ricerca e di ascolto.
Ce la racconta colui che l'ha scritta e diretta.




Lo confessiamo: al termine della nostra chiacchierata con Roberto Capucci, regista del film NETFLIX Mio fratello, mia sorella, prima ancora di trasformarla nell'intervista-spiegazione che potete leggere sotto siamo andati a modificare al rialzo (di mezzo punto, precisamente: 7) il voto che avevamo dato in fase di recensione.

Un atto doveroso, anche se insolito, per quello che Capucci ci ha raccontato, portandoci di fatto dietro le quinte della sua storia. Partendo dal finale, e ricostruendo l'immenso, straordinario lavoro che sta dietro alla realizzazione di questo film. Non che in genere i film si improvvisino, ci mancherebbe, ma alle normali attività qui si aggiunge un attentissimo impegno per costruire in maniera credibile il personaggio di Sebastiano, il vero "protagonista nascosto" della storia.

Dal momento che siamo convinti che le parole di Capucci siano molto utili anche a chi deve ancora vedere il film (e visto che abbiamo promesso a Netflix adeguati spoiler alert), abbiamo quindi deciso di mettere al fondo dell'intervista la spiegazione del regista sul finale, per parlare prima di tutto il resto.

Partiamo da cosa ti ha ispirato, da cosa sei partito per creare questa storia.

"Mi ha ispirato la storia vera di un'amica che ha un fratello autistico a basso funzionamento, mi ha colpito il modo forte, ma anche divertente e con un giusto cinismo in cui lei parlava del suo rapporto con lui. Sono partito di lì per creare il personaggio di Sebastiano, e il suo rapporto con Tesla e Carolina"

Sei partito di lì, e poi come sei andato avanti?

"Diciamo che alla scrittura, che ho affrontato con l'aiuto di Paola Mammini, servono pensieri forti e veri. Per costruire il personaggio di Sebastiano abbiamo lavorato a lungo con psichiatri, pazienti e parenti dei pazienti.
In un certo senso abbiamo 'customizzato' un personaggio che non esiste, ma attraverso un lavoro di estremo rispetto della malattia, ogni scena fin dalla fase di scrittura e dei provini è stata studiata ad hoc per far sì che il personaggio fosse clinicamente credibile.
Prendiamo ad esempio una scena leggera ma molto studiata, quella in cui vede Ambra nuda: Seba ha uno shock emotivo, ma non reagisce, si gira e va via inizialmente: una reazione studiata con gli psichiatri ma che lo porta, non visto, poi a sfogare su se stesso lo stress causato ferendosi, come fa quando ha l'esplosione nel vedere Emma con Nik in spiaggia"


Per ottenere questo risultato con Francesco Cavallo, che processo hai seguito?

"Ho provato a fare un discorso diverso dal solito. La schizofrenia e i disturbi analoghi al cinema vengono di solito spettacolarizzati, con allucinazioni e scene molto visive. Ma questi aspetti della malattia solitamente mal si conciliano con uno schizofrenico ad alto funzionamento come Seba.
Quindi come detto ci siamo affidati agli psichiatri. Abbiamo studiato molto, i racconti dei pazienti e dei loro parenti, e abbiamo avuto una grossa mano dal professor Giovanni Martinotti, coordinatore nazionale di Sip Giovani
(Sip è la Società Italiana Psichiatria, ndr).
Il prof. Martinotti mi ha raccontato una cosa che mi ha colpito molto. Mi ha fatto pensare alla schizofrenia come una grande scatola, dove ci possono essere tratti simili a patologie diverse, come il ritiro sociale dell'autismo, l'ossessione del bipolarismo, tratti di creatività come l'Asperger. Ma l'aspetto caratterizzante della schizofrenia restano le voci, Da lì la sfida principale del film che è stata raccontare un personaggio che parla con una voce mostrandolo come lo si vedrebbe realmente, senza sentire quello che lui sente"

E come hanno giudicato il risultato gli psichiatri?

"Sono stati entusiasti, ci hanno dato il loro 'bollino' perché hanno riconosciuto qualcosa di credibile e ben realizzato. Ho voluto dare a Seba una ragione in più per credere alla voce. È probabile che Seba abbia già sentito in passato altre voci, ma vuole convincersi che quella di Kelvin sia reale perché in qualche modo si lega al nonno e alla sua morte. Seba ha la percezione che per gli altri quella voce non possa essere reale, soprattutto per Tesla, e fa giurare a Nik di non dire niente. Lui vuole andare su Marte perché si sente 'prescelto' da Kelvin, un altro aspetto tipico della malattia"

In che modo vi hanno aiutato gli psichiatri?

"Ogni cosa è stata studiata con loro, per far sì che le caratteristiche della schizofrenia si sposassero con la storia. Siamo stati a Chieti, in università e nella clinica del professor Massimo Di Giannantonio che è stato nostro consulente e ci ha ospitato per parlare con i pazienti e raccogliere le storie molto forti dei loro parenti. Ci siamo quindi avvicinati alla schizofrenia con estremo rispetto e per questo la scelta di raccontare la voce di Kelvin senza sentirla è stata una sfida, a differenza di altri film che hanno trattato l'argomento in maniera diversa, attraverso appunto l'allucinazione visiva"

In questa fase Francesco Cavallo era con te?

"Non solo lui, ho portato tutti a Chieti per immergerli in questa storia, tutti tranne Alessandro Preziosi, che doveva arrivare 'vergine' ed entrare a gamba tesa in quella casa e in quella famiglia"

Wow, grazie di averci raccontato questa "storia dietro la storia". Prima di passare nella zona spoiler, ti faccio ancora una domanda fuori tema: quali sono le tue serie tv preferite?

"Se mi avessi chiesto i miei film preferiti te ne avrei elencati a centinaia, perché sono più legato a quella dimensione. Quindi vado "de pancia", di appartenenza e ti dico Stranger Things e Breaking Bad. E poi ti dico una miniserie che mi piaceva molto quando ero piccolo, anche se oggi nessuno se la ricorda: Il ricco e il povero, con Nick Nolte. Mi ricordo fosse meravigliosa... ma magari era solo il mio ricordo da bambino..."


© Riproduzione riservata
Intervista e recensione di Claudio Pizzigallo, 15/10/2021; pubblicate via TODAY.IT





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