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SHAKESPEA RE DI NAPOLI, il film - regia di RUGGERO CAPPUCCIO

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Mar Nov 15, 2022 19:36    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI, il film - regia di RUGGERO CAPPUCCIO Rispondi citando




Shakespea Re di Napoli alla Festa del Cinema di Roma

Proiezioni : ROMA, 25 ottobre, 20:30, Cinema Maxxi;

26/10 ore 17:30; 27/10, 9:30, Cinema Giulio Cesare.


Il dramma contiene il mistero più affascinante della storia della letteratura mondiale. Per chi furono scritti i Sonetti che il grande drammaturgo inglese dedicò a un misterioso mister W.H.? Siamo nei primi anni del Seicento. Desiderio (Preziosi) torna a Napoli dopo un avventuroso naufragio e riabbraccia il suo vecchio amico Zoroastro. A lui racconta di aver vissuto a lungo a Londra e di essere diventato il più grande interprete dei personaggi femminili del drammaturgo inglese. Il confronto del teatro elisabettiano con le parole della Napoli barocca infuocano una sinfonia di sentimenti in cui la tenerezza, la nostalgia e il coraggio affilano le vite dei protagonisti.








ALESSANDRO PREZIOSI in una scena dell'opera prima

cinematografica scritta e diretta - con Nadia Baldi - da

RUGGERO CAPPUCCIO: "SHAKESPEA RE DI NAPOLI" -

un film recitato in napoletano antico e contemporaneo








Cast artistico: ALESSANDRO PREZIOSI (Desiderio da adulto) e Giovanni Esposito (Zoroastro), con Jacopo Rampini (Shakespeare), Emanuele Zappariello (Desiderio ragazzo), Peppe Servillo (Don Gaetano), Elio De Capitani, Nando Paone, Claudio Di Palma, Alfonso Postiglione, Fulvio Cauteruccio, Antonio Fiorillo, Simona Fredella, Aidan McCann, Enzo Mirone, Rossella Pugliese, Marina Sorrenti, Alessio Sica, Emanuele Ferri, Davide Paciolla, Stefano Ariota, Ciro Pellegrino, Giulio Baffi, Peppe Fonzo, Gilles Coullet.

Musiche: Marco Betta, Ivo Parlati. Fotografia: Antonio Di Domenico. Scenografia: Vincenzo Fiorillo, Paolo Iammarrone. Montaggio: Artemide Alfieri. Costumi: Carlo Poggioli.



Produttore esecutivo: Silvana Leonardi | Aiuto Regia: Rosa Russo | Suono in presa diretta: Antonio Dardo | Responsabile post-produzione: Nadia Baldi | Digital: VFX Dorado | Sound Design: Giacomo Rende, Claudio Spinelli | Digital Colorist: Sebastiano Greco | Organizzazione generale: Lorenzo Marinelli | Organizzazione Finanziaria: Vincenzo di Marino | Coordinamento: Yasmin Hadjeres | Segreteria generale: Sabrina Codato.







    Progetto dall'opera teatrale di Ruggero Cappuccio

    co-produzione: Teatro Segreto e Artimagiche; con
    il sostegno di Film Commission Regione Campania

    presentato alla 18^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA
    Selezione ufficiale 2023 FREESTYLE|ARTS Sezione
    non competitiva composta da formato e stile liberi


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L'ultima modifica di genziana il Lun Ott 02, 2023 19:36, modificato 2 volte
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MessaggioInviato: Sab Set 23, 2023 19:51    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - intervista del Corriere della Sera Rispondi citando


ha scritto:







La Lettura - supplemento del Corriere Della Sera - ha presentato il film in esclusiva il 13/11/22, intervistando ALESSANDRO PREZIOSI, Giovanni Esposito, e in primis Ruggero Cappuccio, grande scrittore e autore teatrale, qui in veste anche di regista per l'adattamento cinematografico tratto dal suo pluripremitato testo nato nel 1994 e più volte rappresentato a teatro. L'ntervista è di Emilia Costantini.


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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2023 16:03    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI, il film - PREZIOSI sul set nel 2022 Rispondi citando



09/2022, la rassegna stampa del Forum di Alessandro







trascrizione: "Sto preparando un film difficilissimo di Ruggero Cappuccio, "SHAKESPEA-RE DI NAPOLI", che giriamo a metà settembre a Napoli. E’ il debutto alla regia di Cappuccio, e racconta la storia di un ragazzo napoletano che viene rapito da Shakespeare e che viene portato a Londra a recitare le parti di donna in tutti i suoi spettacoli.
Lui si attribuisce questa incredibile cosa e quando ritorna a Napoli, ormai quarantenne, non viene creduto da nessuno.
C’è un’evocazione del mondo scespiriano e nasce dal fatto che solo un napoletano poteva interpretare una faccia che non fosse né di donna né di maschio, una voce che incarnasse l’ambivalenza scespiriana".
Alessandro Preziosi

(intervistato da Arianna Finos, 28/7/22 per La Repubblica .It Spettacoli-Cultura)





"Mi trovo in questo momento sulla costa del Cilento, a girare un film quasi tutto ambientato di notte, dal titolo "SHAKESPEA-RE DI NAPOLI" scritto da Ruggero Cappuccio, grande scrittore, regista e autore teatrale. Ieri (19/9) è stato il primo giorno di riprese, ho girato fino alle 3 e mezza/4 in un posto meraviglioso, una storia che osanna e consacra il ruolo dell'attore, della scrittura, e del fatto che l'attore è una specie di piattaforma scientifica di dimostrazione di ciò che non è vero. Ed è un po' quello che si può mettere a confronto tra la scienza e la fede: cioè tra ciò che è razionale, programmato e scientifico, e ciò che invece è un qualcosa che ha a che fare con il mistero, e queste due cose, questo grande film in costume, ambientato nel Seicento, cerca di raccontarlo". Alessandro Preziosi, 20 settembre 2022
(intervista telefonica a cura di Ivan Scinardo, direttore della sede siciliana del Centro
Sperimentale di Cinematografia, per la trasmissione "Open Day Cinema" di Radio IN)







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MessaggioInviato: Mer Ott 04, 2023 10:04    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI il film, Zoroastro, Giovanni Esposito Rispondi citando



ha scritto:



Giovanni Esposito (Zoroastro):
“Il mio viaggio con Ruggero Cappuccio dentro Shakespeare” L’attore nel film del drammaturgo




Da Shakespeare era partito, nel suo debutto, da spassoso e inarrestabile talento di scena, quand’era poco più che un ragazzo della periferia nord. E al Bardo torna adesso, sul grande schermo, esattamente dopo 30 anni di grande cinema, teatro e tv. Giovanni Esposito è uno dei due volti cardine dell’opera cinematografica tratta da un testo divertente, poetico e a suo modo storico firmato da Ruggero Cappuccio.

IL FILM è "SHAKESPEA RE DI NAPOLI", storia che si snoda intorno al mistero dei 150 suoi meravigliosi sonetti, (produzione Teatro Segreto con Artimagiche), diretto dal drammaturgo e regista con Nadia Baldi, atteso alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA, il 25 ottobre: e l’altro protagonista è Alessandro Preziosi (da giovane, Emanuele Zappariello). Nel cast anche Elio De Capitani, Peppe Servillo, Nando Paone e Jacopo Rampini. Intanto, Esposito sta girando a Napoli il suo primo film da regista: Nero.

Giovanni Esposito, lei nel film di Cappuccio e Baldi è Zoroastro: un altro dei suoi saltimbanchi, che però è immerso nel barocco napoletano e parla in versi?

«È un generoso e scombinato alchimista, che per caso diventa “padre” di Desiderio, interpretato da Preziosi. Zoroastro lo aveva allevato in fasce, fatto di lui un attore, ma ritrova Desiderio naufrago: e apprende che, in questi anni, sarebbe stato a Londra, a interpretare i ruoli femminili nientemeno che nella Compagnia di Shakespeare. Ovviamente io non ci credo, ma mi chiede di andare a Palazzo...».

Con Cappuccio e Baldi aveva già lavorato in teatro.

«Difatti il film insieme è stato una festa: ci conosciamo alla perfezione, saltiamo i fronzoli, ci divertiamo, e poi l’approccio tra noi è sempre quello di mettere la scrittura sopra ogni cosa. E quando la scrittura ha la qualità che ci mette Cappuccio, gran parte del gioco è fatto».

Un’ispirazione, per Zoroastro?

«Ispira il testo, innanzitutto: difficile, in versi, una complessità che è una sfida. Era stato interpretato magnificamente in teatro da Ciro Damiano prima, e da Lello Arena poi, con Claudio Di Palma. Ma forse, se proprio devo pensare a un modello, mi è venuto in mente Paolo Stoppa».

Lei con Shakespeare ha sempre avuto un rapporto segreto.

«Il mio debutto a Napoli fu con Molto rumore per nulla, regista il grande Gigi Dall’Aglio.
E poi Napoli e il Bardo per me hanno a che fare con la poesia e col mistero. sono vicine, forse una grotta della città sotterranea porta direttamente a Stratford. Ma, allo stesso tempo, io Shakespeare lo guardo da lontano, lo leggo con grandissimo pudore, qualcosa di sempre inarrivabile».



Intervista di Conchita Sannino, 2/10/23; pubblicato via REPUBBLICA.IT








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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2023 19:04    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - di Ruggero CAPPUCCIO e Nadia BALDI Rispondi citando







ha scritto:


Nadia Baldi, artista salernitana che spazia dalla recitazione alla regia, dal teatro al cinema, dall'insegnamento all'organizzazione di manifestazioni: un 2023 intenso per lei. Sarà anche presente al Festival di Roma.
«Con "Shakespea Re di Napoli", pluripremiato spettacolo di Ruggero Cappuccio. In scena da 30 anni, la storia del poeta e drammaturgo inglese che a Napoli incontra l’adolescente Desiderio e lo rapisce facendo di lui un grande interprete di Ofelia, Giulietta e Lady Macbeth, si concretizza nel film che dirigo con Ruggero, a cui mi lega un lungo sodalizio artistico».

ALESSANDRO PREZIOSI è Desiderio adulto, la ricerca di Desiderio ragazzo si è presentata, invece, molto complessa.
«Mi sono persa in un mare di audizioni. Poi, durante un sopralluogo alla Reggia di Portici, ecco Emanuele Zappariello. Incontro che meriterebbe un film a parte, era Desiderio in carne e ossa».



estratto dall'intervista
a cura di Erminia Pellecchia, 24/09/2023;
IL MATTINO ed. Salerno pag. 35








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MessaggioInviato: Lun Ott 09, 2023 17:15    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI, film, Desiderio, ALESSANDRO PREZIOSI Rispondi citando







Shakespea Re di Napoli alla Festa del Cinema di Roma

Proiezioni : ROMA, 25 ottobre, 20:30, Cinema Maxxi;

26/10 ore 17:30; 27/10, 9:30, Cinema Giulio Cesare.




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MessaggioInviato: Mar Ott 24, 2023 22:51    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI, film, Desiderio, ALESSANDRO PREZIOSI Rispondi citando



oggi la presentazione di "SHAKESPEA RE DI NAPOLI"

ALESSANDRO PREZIOSI è il protagonista "Desiderio"

alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA, domani FreeStyle!












ha scritto:




Per chi furono scritti i Sonetti che William Shakespeare dedicò a un misterioso signor W.H.? L’affascinante mistero della Storia della Letteratura vive nelle pagine, nelle sequenze – prima negli atti teatrali – di "SHAKESPEA RE DI NAPOLI", di cui per il cinema è protagonista ALESSANDRO PREZIOSI.

Alessandro, nel film c’è il teatro elisabettiano e c’è la Napoli barocca: quali sono i sentimenti e gli slanci comuni che ha rintracciato?
Io credo che il mondo poetico, recitato, teatrale napoletano sia un mondo molto più sudato, molto più sporco, molto più sulfureo, ribolle, è impulsivo, è carnale, mentre quello inglese è molto più composto; l’impostazione del saltimbanco napoletano non fa differenza tra la strada e il palcoscenico, ma qui c’è per la prima volta l’adattamento del napoletano: per la prima volta vediamo come questo possa servire il teatro inglese e non viceversa; nella inverosimiglianza di questa storia è l’attore napoletano che diventa musa ispiratrice di Shakespeare, perché dentro di sé ha qualcosa di talmente indefinito che diventa pongo, un lievito, malleabile. Quindi, in questo caso, è più il verso shakespeariano, il mondo anglosassone, che vampirizza quello napoletano e non viceversa.

Siamo nei primi del ‘600, raccontati anche dai costumi di Carlo Poggioli: quanto l’epoca le è congeniale per interpretare un personaggio? Sembra sempre molto a suo agio ‘in costume’, che ovviamente non è solo un orpello estetico.
Dopo i primi film che ho fatto pensavo che il cinema sarebbe stato una prolunga del mio lavoro teatrale, poi però il teatro ha cominciato a essere quasi tutto beckettiano: cappotti, gilet neri, bombetta; ricordo il primo Amleto che feci, e subito dopo – in ambiti più o meno moderni – le tragedie siracusane, poi Elisa di Rivombrosa, poi Il furto della Gioconda, poi La masseria delle allodole: tutti film in costume, quindi per me il costume è una cosa attraverso la quale riesco a rendere significanti tutti i movimenti, che con il mio gesticolare diventano una sola cosa, diventano più controllati, non diventano più eleganti – che comunque dovrebbero sempre esserlo -, ma diventano partecipativi di un racconto, di una personalità, di una psicologia; non che nel cinema non sia così, ma si viene meno raccontati in questo modo.

L’interlocuzione e l’affetto tra Desiderio e Zoroastro danza tra poesia e comicità: con Cappuccio/Baldi, ma con Giovanni Esposito soprattutto, su cosa avete lavorato per ottenere il giusto mélange tra i due toni?
Lavorare con Giovanni Esposito è come lavorare con una tradizione di teatro, di esperienza, di tanti piani. Era difficile mantenere il controllo durante le riprese e a me, quando lo guardavo, veniva di fargli il verso, perché raccontava talmente una Napoli che c’è ancora, un po’ quella del femminiello, le mille voci, con questa espressività apparentemente protetta eppure dirompente. Si sono fatte tante, tante prove: l’obiettivo, che nasceva anche dalla fiducia che Cappuccio aveva riposto in Esposito e Preziosi, era quello di avere una chiara scansione di tutto questo napoletano antico, che una volta messo in bocca, ben amalgamato, usciva effettivamente come una musica, come una preghiera, come una canzone: la canti, la ricanti, la elabori. E poi, trovarsi con quegli abiti, ora nella Reggia di Portici, ora in mezzo al mare, non faceva differenza ma permetteva un ping pong continuo.

La storia prevede che ci siano due piani temporali per Desiderio, lui adolescente e lui adulto, ovvero lei: Emanuele Zappariello, invece, interpreta il personaggio nel primo periodo della vita. C’è stato un confronto, un allineamento tra voi due per cercare una continuità?
Sì, sì, ciascuno ha seguito i take dell’altro. Era importante avere piccole angolature di impostazione fisica. Poi, essendo ovviamente tutto affidato alla fantasia dello spettatore, l’idea era non tanto di giustificare una somiglianza a vent’anni di differenza, ma perché Shakespeare dovesse scegliere proprio quel tipo, e guardandolo, quando racconta: ‘venni a Napoli durante una notte di Carnevale…’ s’intuisce volesse cercare un soggetto che non fosse né uomo né donna, che fosse rosa chiusa e rosa aperta, che non fosse in Natura, e questo dà l’eccezionalità della magia di un racconto che poi si trova incarnato in una specie di figura quasi iconografica, perché l’immagine di Emanuele è l’immagine, chissà, che forse Shakespeare aveva realmente in mente; proviamo a immaginare che avesse trovato una Desdemona uomo, una Giulietta uomo, e infatti è stato molto divertente quando io sono dovuto diventare lui, con la parrucca bionda: sembravo veramente una comare!

Premesso che non tutti gli spettacoli che funzionano a teatro sia detto che trasposti al cinema possano avere la stessa efficacia, secondo lei, questo in particolare, che caratteristiche possiede nel testo natale che gli hanno permesso di vestire la forma del cinema?
Io ho visto lo spettacolo teatrale e me ne sono innamorato: tu guardi uno spettacolo, lo osservi, ti emozioni, piangi, ne esci, ne parli, ci ripensi, ti vai a rileggere il testo, e dopo tre anni ti trovi a interpretare quel ruolo: sono l’esempio lampante di come possa esaudirsi il mondo dei sogni. Al di là della dimensione personale, l’adattamento teatrale è stato fortemente cinematografizzato, la lente si è allargata in maniera abbastanza consistente nell’ambientazione, nella bravura e nella fantasia dell’autore, che possedendo questo spettacolo fatto per venticinque anni, secondo me, quando lo scrisse aveva già in mente questo scenario – l’arrivo di una nave, il naufragio, il castello del vicerè, la notte di carnevale: vedendo lo spettacolo si sentiva la visione cinematografica, c’era questo buco nero che è la scatola teatrale, da cui tutti gli attori provengono sembra chissà da dove, mentre sono lì dietro in camerino o aspettando di entrare in scena, un mondo evocativo che penso potesse essere già nell’idea originale.

Con Shakespeare, Alessandro, non è la prima volta che s’incontra: con questo ennesimo incontro, c’è qualcosa che ha ulteriormente scoperto di lui o che lui ha dato a lei l’opportunità di scoprire come attore, come attore shakespeariano?
In questo caso, intanto, posso dire di aver conosciuto William Shakespeare! Ho scoperto che è possibile mutuare l’endecasillabo shakespeariano con la lingua napoletana; cioè che il verso shakespeariano possa essere una lingua di scambio, e che la distanza con la quale noi andiamo a trattare Shakespeare attraverso i suoi aforismi, i suoi Sonetti, è un’insicurezza, mentre il possesso della lingua permette di comunicare, nelle due ore di un film, attraverso un lungo flusso che alza il livello del linguaggio ma non lo rende inaccessibile; questo film mi ha fatto entrare nel mondo di Shakespeare non in punta di piedi, o facendo attenzione, perché avendolo tradotto in napoletano ti senti più confidente.

Al di là del il film, lei era proprio alla Festa del Cinema tre anni fa con La legge del terremoto (2020), la sua prima regia; su questa strada, dietro la macchina da presa, ci sono lavori in corso?
Sì, comincerò il 31 di ottobre le riprese di un documentario su Shakespeare, su un testo che è stato adattato da Re Lear che si chiama Aspettando Re Lear, che parla di una compagnia teatrale che si reca al Goldoni di Venezia e va a mettere in scena lo spettacolo: tutto quello che è la preparazione, la prova generale, con opere di Michelangelo Pistoletto in scena; tutto il mondo onirico di Venezia – le segrete, la Fondazione Cini, l’Arsenale diventa un palcoscenico che permette allo spettatore di entrare gradualmente nella storia. Quindi faccio un documentario sul testo del Re Lear.

E come mai ‘aspettando’ nel titolo, che evoca…
Godot? È l’attesa come segno di speranza. Tutte le tragedie shakespeariane hanno un epilogo estremamente apocalittico e definitivo, sia da un punto di vista morale che delle morti. Invece, il mio Aspettando Re Lear cerca di dare una chance a Re Lear, di diventare maturo prima di invecchiare, poiché il tema è che tu non puoi arrivare alla morte senza essere saggio, per cui Shakespeare gli fa fare un arco di follie, invece si sta a vedere se in questa attesa si riesca a preparare Re Lear a una corretta messa in scena dello spettacolo, tutto basato sul rapporto padre-figli – noi abbiamo adattato il testo non con 12 personaggi ma con 5 – mettendoli in relazione per poter aprire il sipario e dare a Lear di aver la possibilità, con gli strumenti avuti prima di entrare in scena, di vedere…

E poi, nella sua regia, torna anche l’arte contemporanea: ne La legge del terremoto c’era il Cretto di Burri, qui le opere di Pistoletto.
Sì, l’idea l’ho scoperta in un’opera di Pistoletto, Il labirinto, in una frase in cui lui dice: ‘alla fine di un labirinto c’è sempre una via d’uscita’, ecco il senso dell’attesa. Il documentario che avevo fatto cercava di capire come l’arte potesse sopperire alla mancanza di una struttura urbanistica devastata: cioè, può l’arte ricucire le coscienze? In questo caso, invece, l’arte che utilizzo è un mondo concettuale: può l’opera d’arte, di per sé museale, una volta visitata dagli attori, diventare mezzo di racconto? Sì. Pistoletto è stato un genio! Pensi che mi ha detto, quando gli ho chiesto se potessi utilizzare le sue opere: ‘fai finta che io sia morto, fai delle mie opere ciò che vuoi’.

"SHAKESPEA RE DI NAPOLI", dunque, è diventato un film in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023: Ruggero Cappuccio, autore del pluripremiato testo teatrale (Premio Fondi e il Biglietto d’Oro Agis sezione qualità – Segnalazione Speciale per la Drammaturgia Europea del Piccolo Teatro di Milano), e la regista Nadia Baldi dirigono dietro la macchina da presa uno degli spettacoli più rappresentati sulle scene italiane e estere: era il luglio del ‘94 quando debuttò al Festival di Sant’Arcangelo diretto da Leo De Berardinis – a cui il film è dedicato, e senza sosta continua a tutt’oggi. Pubblicato poi da Einaudi nei Classici del Teatro nel 2002, con l’introduzione di Roberto De Simone, il racconto – sul filo dell’immaginazione, chissà? – di Shakespeare in visita a Napoli – nelle scene girate tra la stessa Portici e Palinuro – poeta in incognito per una notte, s’intreccia “con gli oggetti materici o ideali, reali o sognati, da cui nasce la storia narrata”.

Da parte di Cappuccio e Baldi, la scelta degli attori si è concentrata su interpreti che hanno frequentato Shakespeare tra palcoscenici e set, da Alessandro Preziosi appunto a Elio De Capitani (Viceré di Napoli), da Jacopo Rampini (Shakespeare) a Peppe Servillo (Don Gaetano) e Nando Paone (intendente).



L'INTERVISTA di Nicole Bianchi, 24/10/23; pubblicata via CINECITTAnews.it




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MessaggioInviato: Mer Ott 25, 2023 19:37    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - film - JACOPO RAMPINI è Shakespeare Rispondi citando



Shakespea Re di Napoli alla Festa del Cinema di Roma

ROMA: 25 ottobre, 20:30, Cinema Maxxi (sold out!!!)

26/10 ore 17:30; 27/10, 9:30, Cinema Giulio Cesare.









ha scritto:



Shakespea Re di Napoli in direttissima dal teatro alla Festa del Cinema di Roma



È uno dei grandi enigmi della letteratura: chi è il misterioso Mister W.H. a cui Shakespeare dedicò i primi 126 sonetti della sua raccolta? Un mecenate? Oppure, come suggerì Oscar Wilde, un giovane attore (e suo amante) della compagnia? Ruggero Cappuccio abbraccia questa ipotesi ma lo immagina napoletano, Desiderio, “rapito” e portato a Londra, dove diventò l’interprete dei personaggi femminili del Bardo. Shakespea Re di Napoli è un film che nasce dal teatro, che accosta la cultura napoletana e il teatro elisabettiano. Jacopo Rampini, 37 anni (figlio del giornalista e scrittore Federico Rampini) interpreta William Shakespeare.

Cosa l’ha affascinata del progetto?

Il testo. Si tratta di un’opera teatrale di Ruggero Cappuccio messa in scena per anni prima di diventare un film. È bilingue, napoletano e inglese shakespeariano. Anch’io ho una formazione teatrale in lingua inglese e quindi ho subito sentito questa mia doppia identità rispecchiata nella sceneggiatura. Non capita spesso di lavorare su un testo così ben scritto, un adattamento polifonico dal teatro al grande schermo.

Lei è di origini italiane ma vive negli Stati Uniti e ha studiato in Francia. Com’è il nostro cinema visto da fuori?

L’Italia mi è rimasta nel cuore, ma purtroppo il cinema italiano fa fatica a farsi spazio all’estero soprattutto in America. Ricordano Fellini e Antonioni ma il cinema contemporaneo è poco conosciuto. Gli italo-americani invece hanno fatto la storia del cinema americano - Scorsese, Coppola - e sono loro a tenere in vita la nostra eredità cinematografica all’estero.

Il film che l’ha fatta innamorare di questo mestiere?

The Truman show. Viviamo in un mondo per molti versi finto e artificiale. Affrontando le nostre paure andremo forse a sbattere contro il muro delle finzioni ma troveremo lì la scala per la via d’uscita, e dall’altra parte ci saranno gli occhi della persona che ci ha fatto scoprire chi siamo realmente. Questo film mi ha profondamente influenzato quando, a 13 anni, con la mia famiglia, ci siamo trasferiti negli Usa e io mi sono iscritto ai corsi di recitazione dell’American Conservatory Theatre di San Francisco.

Come si è trovato su un set italiano?

Molto bene, Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi sono due artisti, mi hanno accolto nel loro mondo a braccia aperte. In America le produzioni sono “fast food”, si produce tantissimo e a grande velocità. Per Shakespea Re di Napoli abbiamo preso il nostro tempo, lasciando progredire le scene in maniera lenta e organica. Lo slow food italiano però porta i sui frutti, non si produce altrettanto però i risultati sono di alta qualità.



di Silvia Locatelli, 25/10/23; pubblicato via ShowBiz, ELLE.com - Hearst Italia




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MessaggioInviato: Sab Ott 28, 2023 19:09    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI, con protagonista ALESSANDRO PREZIOSI Rispondi citando






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MessaggioInviato: Lun Ott 30, 2023 18:24    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - film - IlTempo intervista PREZIOSI Rispondi citando



IL TEMPO - Roma - intervista ALESSANDRO PREZIOSI



ha scritto:



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MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2024 16:44    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - Best Costume, BRITISH FILM FESTIVAL Rispondi citando






mentre cresce l'attesa di ammirarlo al cinema: Award






al costumista Carlo Poggioli vivissime congratulazioni!






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MessaggioInviato: Mer Feb 07, 2024 11:40    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - Best Foreign Film, SAN DIEGO MOVIES Rispondi citando



"SHAKESPEA RE DI NAPOLI" .: Miglior FILM Straniero

SAN DIEGO MOVIE AWARDS. Selezione Inverno 2024













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MessaggioInviato: Ven Feb 09, 2024 19:06    Oggetto: SHAKESPEA RE DI NAPOLI - di Ruggero CAPPUCCIO e Nadia BALDI Rispondi citando



ha scritto:



"SHAKESPEA RE DI NAPOLI", RUGGERO CAPPUCCIO alla Festa del Cinema di Roma: «Il Bardo a Napoli»
«La mia storia d'amore e morte»
«Il film è costruito sul gioco dell'intelligenza irrazionale che governa le dinamiche fondamentali della nostra esistenza»


di Titta Fiore

Diventa un film «Shakespea Re di Napoli», il seducente e pluripremiato spettacolo di Ruggero Cappuccio che intreccia la letteratura del teatro elisabettiano con la vertigine barocca della lingua di Basile. Da trent'anni continua ad essere richiesto e messo in scena in Italia e in giro per l'Europa («è il più rappresentato dopo Arlecchino servitore di due padroni», ricorda il suo autore), nutrendosi delle suggestioni del testo tra realtà e sogno, passione e nostalgia, il rimpianto dei pensieri e il furore della carne, la vita e la morte.

Ora questa storia ispirata all'intrigante mistero che da sempre accompagna i Sonetti di Shakespeare arriva sul grande schermo con la regia dello stesso Cappuccio e di Nadia Baldi. E tutto ruota intorno all'eterna domanda: per chi furono scritti i 154 Sonetti che il grande drammaturgo inglese dedicò a un misterioso «master W.H»?
Dice Cappuccio: «Ho immaginato che nel Seicento Shakespeare, in visita a Napoli e Re in incognito per una notte, scoprisse durante il Carnevale un giovane saltimbanco di straordinaria bellezza, Desiderio, e lo rapisse per affidargli i personaggi femminili delle sue più grandi opere. Sui palcoscenici d'Inghilterra il ragazzo sarà Desdemona, Viola, Giulietta, e per lui il Bardo scriverà i celebri Sonetti, o almeno così racconta all'amico Zoroastro Desiderio, tornato a Napoli molti anni dopo scampando fortunosamente a un naufragio». Nel film, prodotto da Teatro Segreto e Arti Magiche e appena applaudito in anteprima alla Festa di Roma, un cast di prim'ordine con Alessandro Preziosi, Giovanni Esposito, Jacopo Rampini, Claudio Di Palma, Peppe Servillo, Elio De Capitani e l'esordiente Emanuele Zappariello.






Drammaturgo, autore di romanzi, regista di teatro e d'opera, direttore di festival, di tanto in tanto cineasta, lei porta anche nel cinema la ricchezza e i linguaggi di esperienze narrative diverse. Quanto c'era di cinematografico in «Shakespea Re di Napoli»?
«In realtà, già all'atto della sua nascita il testo conteneva il cinema, era già un mondo pieno di immagini. I protagonisti Desiderio e Zoroastro raccontano, parlano del Globe Theatre, della misteriosa audizione alla corte del Re di Napoli, dell'ubriacatura del Carnevale, e parlando ci fanno vedere un film. Era come se il testo avesse spinto perché quelle visioni prendessero corpo».

Tutto il racconto si muove sul doppio binario di verità e finzione, alto e basso, passione e disincanto, e tutto resta sospeso nella dimensione dell'arte.
«Il film è costruito sul gioco dell'intelligenza irrazionale che governa le dinamiche fondamentali della nostra esistenza. C'è un livello della vita in cui l'intelligenza razionale non serve: Cartesio, Schelling, Einstein, la Gioconda non l'avrebbero potuta dipingere. Qui parliamo di creatività e della possibilità di raggiungerla unicamente attraverso l'intelligenza emotiva. Dico sempre che l'arte è la dimostrazione scientifica di fatti mai accaduti. Desiderio sogna, non sappiamo se quei fatti sono davvero accaduti, ma il sogno riesce a coinvolgere Zoroastro e noi che guardiamo sogniamo con loro. Non importa che quelle cose siano vere, è bello che un film apra la tastiera della nostra anima sprigionando accordi fino a quel momento sconosciuti».

Altro aspetto interessante del progetto, l'operazione sulla lingua: da una parte Shakespeare, dall'altra Basile.
«Li ho studiati lungamente entrambi, convincendomi che i loro mondi fossero molto più affini di quanto comunemente si pensi. Poi tutte queste sollecitazioni sono deflagrate insieme in un incontro armonico. Illuminante una definizione di Calvino: Basile è un deforme Shakespeare napoletano».

Il film è costruito come una polifonia di sentimenti.
«I cardini della storia sono quattro: l'amore, la bellezza, il genio e la morte. Shakespeare scrive 154 Sonetti che l'editore pubblica con una dedica: “al solo ispiratore dei Sonetti medesimi, al master W.H”. Chi è? Non un nobile, come ipotizzano gli storici, perché sarebbe stato impossibile non citarli con il nome per esteso, forse un giovane attore della sua compagnia. Desiderio si attribuisce quell'identità: Will come desiderio, Heart come cuore. Ad ogni modo, a un certo punto si capisce che l'autore si rivolge a una persona che ama. Ed ecco che ritorna il tema della bellezza».

Come?
«Ogni bellezza muore ma, dice Shakespeare, io farò di questi Sonetti un monumento alla tua bellezza, e anche quando essa sfiorirà nel tempo carnale, rimarrà eterna nella posterità. Perché l'unico modo per tramandare la bellezza è l'arte. La Primavera di Botticelli non invecchierà mai».

A proposito di bellezza, nel film è incarnata dal giovane comico interpretato da Emanuele Zappariello. Una sua scoperta?
«Il merito è di Nadia, lo ha notato mentre facevamo i sopralluoghi nella Reggia di Portici. Aveva la mascherina e gli occhiali, lei glieli ha fatti togliere ed è saltato fuori un Apollo. Con Nadia Baldi collaboriamo in totale sintonia da molti anni e anche sul set è stato particolarmente interessante e produttivo avere un confronto serrato e quotidiano sul progetto e su un linguaggio altro dallo spettacolo teatrale».

Cosa l'affascina dei «Sonetti» shakespeariani?
«Una malinconia struggente e inquieta. Mi piacciono le malinconie produttive che rimarcano tutta la differenza che passa tra rimpianto d nostalgia. In Shakespeare la nostalgia è interessante perché è una ricerca: mentre il rimpianto resta ghiacciato nel suo dolore, la nostalgia torna sul passato per produrre nuove idee e fa del dolore un sentimento nuovo e vitale».

E poi c'è la passione per Basile, l'autore del «Pentamerone».
«Questa nasce dalla sindrome degli antenati. Una città come Napoli ti obbliga a conoscere la sua storia. Se fai teatro, e ti avvicini a Eduardo e a Viviani, non puoi non conoscere il capostipite dell'albero genealogico, Basile appunto, drammaturgo, narratore, teatrante e letterato finissimo. E allora ti innamori».


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IL MATTINO - edizione Nazionale - Spettacoli|Cinema - 26/10/2023



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MessaggioInviato: Ven Feb 09, 2024 23:39    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI, protagonista in SHAKESPEA RE DI NAPOLI Rispondi citando






"Shakespea Re di Napoli" a Chi è di scena Rai3, da - 9'





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