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DON GIOVANNI
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genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Lun Gen 19, 2015 19:31    Oggetto: DON GIOVANNI - dal 21/01 al 01/02/2015 Teatro Diana - NAPOLI Rispondi citando







DON GIOVANNI è in tour! regia di Alessandro Preziosi






da mercoledì 21 gennaio a domenica 1° febbraio '15

al TEATRO DIANA di NAPOLI info www.teatrodiana.it







dal 21/1 al 1° febbraio a NAPOLI sarà ad accoglierci nel foyer del Teatro DIANA un

Desk di Beneficenza dell'Associazione ADRICESTA Onlus per promuovere e raccogliere

sostegno al fine di realizzare i
Progetti in aiuto dei Bambini Ospedalizzati "Un Buco Nel

Muro" e "Un Sogno In Corsia" nei reparti pediatrici di lungodegenza a livello Nazionale.


L'artista Alessandro Preziosi è dal 2004 testimonial ufficiale ed esclusivo per Adricesta.



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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 19, 2015 19:59    Oggetto: DON GIOVANNI - dal 21/01 al 01/02/2015 Teatro Diana - NAPOLI Rispondi citando



ha scritto:



TEATRO DIANA: il popolare attore da mercoledì protagonista dell’opera “DON GIOVANNI” affiancato da Nando Paone


        Preziosi “viaggia” nel mondo di Molière


di Beniamino Clemente

NAPOLI. Al Teatro Diana, da mercoledì alle ore 21.00, Alessandro Preziosi è il protagonista di “Don Giovannidi Molière con Nando Paone nel ruolo di Sganarello. La regia è dello stesso Alessandro Preziosi.


La storia nel nostro allestimento – afferma Preziosici viene raccontata, come per la prima volta si suppone l’abbia udita da Da Ponte, con l’intento di farci toccare da vicino e sotto i nostri occhi, da inizio a fine, il processo creativo con la prospettiva visionaria di dar luogo comunque a qualcosa di inesplorato e di ripercorrere con occhi contemporanei il viaggio di chi ci ha preceduto. L’obbiettivo di una regia pensata come nel cinema oggi si fa con il tridimensionale è di accendere nella fantasia degli spettatori il piacere dei sensi, facendo materializzare sotto i loro occhi, uno dei più affascinanti archetipi letterari della cultura occidentale. La messa in scena riunisce quindi sotto la sua egida il piano realistico della commedia di “cappa e spada” e quello fantastico/simbolico del soprannaturale, che racchiude la morale finale tipica del canovaccio di Tirso, tendendo ad esaltarne l’estremo vitalismo anche quando l’invito al godimento dei sensi sembra solo prendere origine dal tedium vitae e dal vuoto interiore.
Don Giovanni, con la sua frenesia, il suo essere oltre, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui
”.

Il protagonista è un personaggio seducente, figura ricca di controluce, sempre in scena, autentico funambolo del trasformismo, come se ad ogni conquista cambiasse pelle.
Il vero peccato di Don Giovanni però non sta nel suo comportamento irrispettoso, bensì nel pensare impunemente che come con la giustizia terrena, dove forte dei suoi privilegi riesce sempre ad avere la meglio, anche con quella divina potrà al momento opportuno trovare un modo per salvarsi. Don Giovanni diviene così emblema di una spensierata gioia di vivere, del piacere sensuale, dell’intelligenza strategica messa al servizio degli inganni e del disprezzo verso l’irrazionale anche se finisce per accostarsi comprende, anche alla sfera del divino, restando avviluppato nella sua coscienza nel mistero del finale.




il ROMA – Cultura & Spettacoli pag. 28; lunedì 19 gennaio 2015





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 19, 2015 20:37    Oggetto: TRIESTE 16/1/2015 La Notte del classico Liceo DANTE, Trieste Rispondi citando






16/01/ 18.00 prima dello spettacolo al Rossetti, Alessandro Preziosi ha incontrato gli studenti nell'Aula Magna del Liceo Dante Alighieri di Trieste, invitato per celebrare “La notte nazionale del liceo classico”, viaggio tra prosa, cultura e tradizioni letterarie; come in un centinaio di istituti sparsi in Italia, pensato da docenti, autorità del panorama culturale ma soprattutto studenti ed ex studenti degli istituti coinvolti.





ha scritto:



      . Trieste: La Notte del liceo classico,
      . esperienza straordinaria al "Dante"


La lettera del giorno: venerdì 16 gennaio 2015

Un'esperienza straordinaria! La Notte nazionale del liceo classico, vissuta al Dante, ha largamente superato le aspettative del copioso uditorio composto da genitori, amici, ex allievi, insegnanti.
Durante sei ore, introdotte magistralmente dal dirigente scolastico Oliva Quasimodo, gli allievi della scuola hanno intrattenuto i presenti con una serie di prestazioni artistiche che hanno suscitato gioia, soddisfazione, apprezzamento e compiacimento in tutti i presenti.

L'attore Alessandro Preziosi ha introdotto la serata con un intervento volto a riaffermare l'importanza assoluta e il contributo insostituibile del liceo classico nell'ambito della cultura italiana e del mondo professionale. Mediante aneddoti tratti dalla sua vita artistica, l'attore napoletano ha offerto numerosi spunti di riflessione che avevano come origine immancabile gli studi classici.

Interventi di docenti e professionisti hanno anche valorizzato la funzione della musica tratta dall'epoca dell'antica Grecia, mediante ricerche sui suoni, sulla metrica, sull'armonia e sul ruolo di quel personaggio insostituibile della tragedia e della commedia greca che era il coro. Gli allievi hanno poi deliziato il pubblico con una serie di brevi recite da loro stessi composte e preparate, tratte dai classici della letteratura greca e latina. Il tutto introdotto da una magistrale recitazione di alcuni passi scelti e itineranti della Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri. È così che da Giulio Cesare a Cornelia, da Paolo e Francesca a Caronte, da Antigone a Lisistrata, dalle commedie di Plauto al satiricon di Petronio, da Filippide ad Alcmane, i giovani e brillanti allievi del Dante hanno ripercorso con straordinaria efficacia espositiva e grande pathos emotivo quel periodo storico che tutti noi consideriamo gelosamente archiviato nella memoria targata studi classici. Per chi da trentacinque anni non rileggeva alcuni versi, tutta un'epoca si è risvegliata magicamente aprendo nella mente e nello spirito una serie di ricordi densi di affetto e di nostalgia per quegli studi, che sempre di più confermano quanto importante sia il ruolo svolto dal liceo classico nel nostro Paese.

Stefano Pilotto, ex allievo del Dante




IL PICCOLO ed. nazionale - pag. 59; domenica 18/12/15





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 19, 2015 20:52    Oggetto: Trieste 16/01/15 CentoPAROLE.it Magazine intervista PREZIOSI Rispondi citando



ha scritto:




    INTERVISTE TEATRO


        ALESSANDRO PREZIOSI :

        il teatro e la cultura classica


Si sono appena concluse, al Politeama Rossetti di Trieste, le repliche dello spettacolo teatrale “Don Giovanni” che ha visto come regista e attore protagonista Alessandro Preziosi. Una pièce che non segue totalmente l’opera originale, ma che riesce pur sempre a creare un legame tra la classicità del passato e la modernità del presente, trascinando lo spettatore in un mondo magico senza tempo, dove Don Giovanni diventa una figura immortale.

In occasione de “La notte nazionale del Liceo Classico”, tenutasi il 16 gennaio, Alessandro Preziosi ha raccontato le sue esperienze di studente del Liceo Classico al vasto pubblico presente nell’Aula Magna del Liceo Dante Alighieri di Trieste, evidenziando l’importanza della cultura classica italiana e delle potenzialità che può avere se percepita e assimilata correttamente. Preziosi ha subito catturato l’attenzione del pubblico precisando che nella sua carriera liceale è stato rimandato in molte materie, sottolineando come ciò l’abbia costretto a studiarle meglio e, con il tempo, a capirne l’enorme importanza. Dopo il Liceo, Preziosi ha proseguito gli studi presso la Facoltà di Legge laureandosi in poco tempo e con ottimi risultati, per poi dedicarsi al mondo dell’arte.

Probabilmente molti studenti si sono più volte chiesti se il Liceo Classico possa essere una scelta utile anche ai giorni d’oggi. A rispondere a questa domanda è stato proprio Alessandro Preziosi:

Il classico non è una perdita di tempo. Il classico per noi italiani ha un senso profondamente umanistico: l’uomo viene esaminato, indagato dal punto di vista emotivo, intellettuale. Chi studia il classico ha la possibilità di accedere ad una cultura umanistica che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo. Noi italiani abbiamo creato attraverso la cultura umanistica e classica quanto di più diffuso c’è in tutte le culture: in quella mitteleuropea, americana, sud americana, australiana, orientale. E non dobbiamo permettere che questo nostro patrimonio venga disperso.
La cultura classica è una ricchezza che, una volta acquisita, rimane immagazzinata dentro di noi, senza che noi ce ne accorgiamo. Essere italiani, triestini, napoletani – come me – vuol dire impossessarsi di quella cultura letteraria, che è fatta di lettura e di consapevolezza che quello che noi leggiamo, corrisponde non solo a noi come cittadini della società del 2015, ma a tutta una cultura sociale, umanistica, che è il nostro paese e la nostra storia.
Noi culturalmente, teatralmente proveniamo da quella cultura lontana che ci lega alle tragedie greche ad Ovidio, a Metastasio. Tutte le cose noiosissime che si studiano a scuola, tutto ciò che voi studenti ingoiate malvolentieri, è il frutto del vostro rapporto tra ciò che siete e avete studiato e ciò che la società vi dà.
Spesso, nel cinema, noi apprezziamo molto di più i film stranieri – che non c’entrano nulla con noi – che quelli italiani. Ci abbeveriamo di una cultura che non è la nostra; gli italiani non sanno più rappresentare la loro classicità. Io sono profondamente orgoglioso di essere italiano, cristiano e di aver fatto il Liceo Classico
”.

Alla fine di questo intervento alcuni studenti hanno potuto fare un paio di domande all’attore; anche centoParole Magazine ha avuto modo di scambiare con lui qualche parola.

˜

I suoi esordi teatrali risalgono a molti anni fa, con il regista Antonio Calenda – ex direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Com’è Calenda come regista, e che cosa le ha trasmesso?

Sono passati tanti anni da allora. Calenda è una persona che mi ha insegnato molto, mi ha dato molto, ed era tanto esigente, anche se rispetto a lui io lo ero di più…con me stesso. Ho avuto la possibilità di lavorare con un uomo molto in gamba e, anche se è passato tanto tempo, conservo il ricordo di una persona molto esigente ed intransigente, prima di tutto con se stessa, e poi anche con gli attori con i quali lavora.
Antonio Calenda mi ha instillato in maniera profondamente intellettuale, culturale e, per quanto mi riguarda, anche a livello sociale e umano, un senso pratico del classico, che può sembrare così lontano, nuvoloso, astratto e invece, inaspettatamente, è così vicino. Questo è il classico.


Lei nel “Don Giovanni” è sia attore che regista. Come ha impostato il lavoro?

Ho cercato di farmi aiutare da molte persone – da tutte quelle i cui nomi si leggono nella locandina – come il supervisore Alessandro Maggi, l’adattatore Tommaso Mattei e gli altri. Lo spirito è profondamente collaborativo, quindi alla base c’è un’idea di regia molto molto forte, che aveva bisogno di essere tradotta e concretizzata. In questo caso particolare è stato faticoso: l’obiettivo che volevo raggiungere era di un certo tipo e non l’avrei eluso o reso posticcio per nulla al mondo, e così è stato. Non è stata una cosa facile.

Ma è abbastanza semplice gestire due ruoli così importanti?

No, per niente: bisogna avere una grandissima pazienza. È una questione di fiducia in te stesso: man mano che davo ai miei colleghi delle indicazioni, sapevo che il significato di ciò che trasmettevo a loro sarebbe stato la base del mio lavoro, e poi sarebbe venuto il mio momento.

Il teatro una volta era molto frequentato sebbene l’istruzione non fosse tanto diffusa; ora ho notato che, nonostante ci sia una buona istruzione, tanta gente non ci va più. È vero, secondo lei?

Sì, vero. È una delle migliori osservazioni che abbia mai sentito in questi anni, complimenti. Il teatro è una giusta annotazione di cronaca. C’è meno bisogno di teatro, allora? Non lo so, io non sono un opinionista. Da quello che vedo io, e da quello che osservo attraverso i miei spettacoli, mi sembra che la gente ci sia e che ci sia anche un ottimo passaparola; forse il pubblico è più diffidente: l’istruzione che si ha oggi, a volte, sarebbe meglio non averla, considerando la maniera un po’ raffazzonata e approssimativa con la quale si studia.

Secondo lei, come si potrebbe avvicinare al teatro un pubblico più giovane?

Di giovani a teatro ce ne sono abbastanza, ma non sono sufficienti. Si potrebbero avvicinare attraverso la musica, attraverso scenografie più accattivanti, attraverso l’illusionismo che comunque fa parte del teatro, anche di quello semplice.

Secondo Peter Brook si può fare teatro con nulla o quasi, quindi soltanto utilizzando la parola; anche lei la pensa così?

Bella questa domanda! Lo spettacolo “Don Giovanni” è quello che dici tu: riuscire a creare, tra l’occhio dello spettatore e lo spettacolo che lo spettatore vede, una sorta di speranza. Io non vedo niente, ascolto la storia e con nulla ho la sensazione di essere catapultato in un altro mondo. Tempo fa ho visto “Il flauto magico” di Peter Brook: al posto del flauto, l’attore aveva in mano una canna di bambù, e sul palcoscenico non c’era quasi niente. I primi trenta minuti si può dire che ho dormito, ma gli altri mi sono profondamente commosso. Noi però siamo italiani e ci piacerebbe tanto essere degli spettatori che sanno apprezzare unanimemente, invece ognuno pensa a se stesso.
Io – essendo italiano – ho cercato di rendere il “Don Giovanni” una via di mezzo: la prima parte senza nulla in scena e un secondo tempo con qualche oggetto. Ho provato; mi sono ispirato a Peter Brook, Bob Wilson, a tutto ciò che non c’è e che io attore ti devo far vedere.
Lo spettatore italiano però non è disincantato verso l’arte: se non vede niente dice: “Caspita! Questo non ci ha proposto nulla!”, se vede troppo: “Beh, ha voluto solo raccontare…”. Gli spettatori triestini e italiani sono, a volte, un po’ snob. Il Pop – che sta per popolare – vuol dire riuscire ad avere un giusto equilibrio: essere capaci di raccontare al pubblico qualcosa che sia una via di mezzo tra ciò che non si vede ed è accennato, e ciò che spudoratamente si vede; e così ho cercato di fare io. Lo spettatore va compiaciuto.


Lei nel “Don Giovanni” non ha utilizzato una scenografia tradizionale, bensì si è avvalso della collaborazione dell’artista francese Fabien Iliou che, grazie all’uso dei mezzi tecnologici, ha creato degli effetti meravigliosi…

Desideravo che lo spazio fosse completamente vuoto: non volevo nessuna forma di scenografia. L’attore doveva essere libero di muoversi, di sentire ciò che recitava senza un elemento che distraesse lo spettatore; invece poi ho trovato una scenografia che colpisce, e se l’attore non è sufficientemente presente a se stesso, rischia di essere inghiottito dalla scena. Questa scelta è nata dall’“amore” che ho per l’arte moderna e contemporanea; mi piace molto l’arte visiva da De Chirico in poi. Per questo spettacolo avevo bisogno di profondità e credo che questa scena, con questo tipo di geometria, ce l’abbia, ne abbia moltissima.

Il teatro per lei che cos’è?

È una casa, una famiglia, il mio luogo di lavoro – come l’officina per un meccanico, come un laboratorio per un pasticcere o per un fornaio – è il luogo dove secondo me si celebra la vita, sia fuori che sopra il palcoscenico.

Prova ancora emozioni quando sale sul palcoscenico?

Sempre.

Quanto conta per lei la tecnica e quanto conta invece l’esperienza?

L’esperienza fa mettere a frutto la tecnica. La tecnica da sola non porta da nessuna parte, come la forza senza il controllo. L’importante è non avere fretta a lasciarsi condurre solo dalla tecnica.

Ho notato che a teatro, nei film e nelle serie televisive che ha fatto, ha scelto sempre dei ruoli legati a personaggi di altre epoche, che non appartengono ai giorni d’oggi. Come mai questa scelta?

Molto spesso siamo scelti; non sempre si è in condizione di scegliere. Credo che per rappresentare la vita di oggi si debbano avere più esperienze, ma per mio interesse culturale mi affascina di più sapere, contestualizzando il personaggio che faccio: in quale mondo, in quale ambiente, con quali abitudini si viveva nelle epoche passate – dal modo in cui ti siedi - al modo in cui parli. Con questo non voglio dire che sono un uomo d’altri tempi.

Ho saputo che lei ama molto la musica; da dove nasce questa sua passione?

È impossibile che l’uomo resista alla musica, e su questo credo che non ci sia il minimo dubbio. Su tante cose noi possiamo non trovarci, ma non sull’amore per la musica. Io ho scelto di cambiare mestiere per la musica: la musica – come mi ha detto una volta mia madre – è sinonimo di libertà.
Nei miei spettacoli cerco di mettere sempre della musica; nel “Don Giovanni”, per esempio, il secondo tempo inizia con la Sonata n. 20 di Mozart. La musica è un beneficio fondamentale per tutti.


Lei ha composto le ballate per il film “La seconda notte di nozze” di Pupi Avati. Come è stato lavorare con lui?

Lui non c’era; ho lavorato con i suoi produttori artistici ed esecutivi. È stata un’esperienza molto estemporanea come piace a me. Non essendo musicista mi posso permettere di potermi liberare, di poter vivere la musica come posso; non ho l’obbligo di dover dimostrare qualcosa e penso che questa sia la forma migliore per continuare, per tutta la vita, a coltivare l’amore verso la musica.

Lei che non è di Trieste, come vede questa città?

Sempre meglio. Tutte le volte che passo per il centro storico mi accorgo che ci sono tante cose che dieci anni fa non c’erano: tanti bar, gelaterie, pizzerie, pizze al taglio, molti negozi nuovi. Una volta, quando c’era un po’ di sole, non si vedevano così tante famiglie in centro. Credo che sia una città in straordinario rispolvero. È una città di mare che potrebbe offrire tante opportunità e vedo che si stanno facendo dei piccoli passi; quindi esorto i giovani a non andarsene – anche se verrebbe spontaneo farlo – ma di restare per coltivare quello che i loro predecessori hanno fatto e creare un nuovo futuro.

Le piacerebbe curare la regia di in un’opera lirica?

Magari, se conosci qualcuno… (sorride). Sì, sì mi piacerebbe molto. Trovo che la musica lirica sia il massimo: il punto di arrivo della carriera di un regista. È quanto di più visionariamente oggettivo si possa offrire allo spettatore, sia per quello che è l’udito, si per quello che puoi costruire intorno.

L’opera lirica che le piace di più?

Il flauto magico.

˜


Ringrazio Alessandro Preziosi per la sua disponibilità e simpatia.

Nadia Pastorcich © centoParole Magazine - riproduzione riservata -


18 gennaio 2015 - pubblicato via

www.centoparole.it/2015/01/alessandro-preziosi-il-teatro-e-la-cultura-classica/










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Carla



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MessaggioInviato: Lun Gen 19, 2015 22:44    Oggetto: Rispondi citando


EVVIVA !!! GRANDE ALESSANDRO .... DOPO AVER SEGUITO "APPLAUSI" ED ASCOLTATO GIUDIZI PIU' CHE POSITIVI ....ANCHE SULLA TUA MAGISTRALE REGIA .... NON POSSO CHE SENTIRMI FELICE DEL TUO CONTINUO E SOPRATUTTO MERITATO SUCCESSO, CHE TI QUALIFICA COME UNO DEI MIGLIORI DEL TEATRO ITALIANO .... LA TUA E' PURA MAGIA !!!
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Adricesta
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Helena x



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 00:18    Oggetto: Ciao!!! Rispondi citando


Ciao cara Carla!!!
Grazie caro Alessandro per le tue bellissime parole!!!
Caro Don Giovanni,ci vediamo presto a teatro Diana!!!
Sono molto felice!!!
Buona serata per tutti voi!!
Helena!
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marystone



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 10:01    Oggetto: Applausi Rispondi citando


...applausi...applausi...applausi per TE Ale....
...bello anche questo tuo ultimo intervento al Liceo Classico di Trieste...hai parlato della tua esperienza scolastica e universitaria...come si fa con i figli....per fargli capire che studiare è importante per la loro vita...come persona....e hai detto delle cose sacrosante che i giovani dovrebbero sapere e mettere in atto! Gli studi classici formano la persona e la conoscenza rende...liberi!!! Smile l'Italia ha un grande patrimonio classico come nessun altro al mondo.....e lo Stato dovrebbe fare in modo che non venga disperso....visto come sta distruggendo la scuola italiana e i continui tagli alla scuola...e la crisi nel mondo del lavoro....non aiutano di certo i ragazzi a intraprendere studi classici....gli ultimi studi statistici li lasciano un pò indietro..purtroppo!!

Spero che qualcosa cambi e che i nostri giovani possano conoscere il patrimonio culturale del nostro bel Paese...e anch'io come te...sono orgogliosa di essere italiana! Laughing

In bocca al lupo per la continuazione della tournèe che ti porta a "casa" tua!!!

Un abbraccio Laughing

mariella
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 12:40    Oggetto: DON GIOVANNI: recensione FREAKS blog/ Il Rossetti di TRIESTE Rispondi citando



ha scritto:



      Don Giovanni” al Rossetti di Trieste


All’apertura del sipario, la scena si presenta incorniciata da una bordura dorata. Lo spettacolo che sta per svolgersi è un grande classico del quale Alessandro Preziosi vanta la regia e anche il ruolo principale.
La scena è impreziosita da un grandissimo effetto scenico dato dalla combinazione di un muro con tre arcate, formate da un telo, e dalle successive proiezioni che ne aumentano la tridimensionalità.
La musica dei Pink Floyd arricchisce il tutto con un senso di immortalità, perché il vero Don Giovanni, non è mai morto.
Don Giovanni è colui che inganna non solo in amore, ma soprattutto nella società. Vive a confronto con valori errati e spesso si erge a giudice, quando invece dovrebbe vernir giudicato. Il suo comportamento ingannevole non si evidenzia nei suoi affari d’amore, ma soprattutto in quelli economici e politici. Il suo fedele servitore Sganarello che veste la voce della coscienza sempre repressa da contrapposizioni di opportunismo, è impersonato dal grande Nando Paone.
Una prova di recitazione davvero importante quella che Preziosi offre al pubblico che si è recato ad assisterlo. Un pubblico che lo ha applaudito non solo per il nome che ha saputo crearsi grazie alla ribalta ottenuta dal successo televisivo nelle soap opera, ma anche per la sua preparazione artistica, scoperta da Antonio Calenda per il quale ha recitato nel ruolo di Amleto, e poi proseguita prima nel piccolo e poi nel grande schermo.


A mio avviso Alessandro Preziosi però non è soltanto questo, ma soprattutto si evidenzia nel sostenere attraverso la sua immagine in vendita nei banchetti del foyer del teatro, chi è meno fortunato.


©Laura Poretti Rizman - 14 gennaio 2015 - pubblicato via

FREAKSonline.it Blog interculturale del Centro delle Culture di Trieste





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GiuRen



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 13:02    Oggetto: DON GIOVANNI: 14-18/01 Desk ADRICESTA al Rossetti di TRIESTE Rispondi citando







Lo spettacolo ha avuto molto successo in tutte le rappresentazioni, coinvolgendo gli spettatori, dai più piccoli ai più grandi, con uno scroscio di applausi, irrefrenabili alla fine, in tutte le repliche.

Poi, chi si è avvicinato al Desk ha risposto molto bene alla Beneficenza e ha voluto esserci vicino nella nostra nobile causa.

Alessandro sempre più coinvolto nell'Associazione, era tutte le sere disponibile, firmando autografi sulle foto e regalandoci un sorriso come solo lui sa fare.
Nonostante ci "sopporti" da quasi 11 anni non si risparmia mai e questo ci fa sentire davvero una famiglia e sicuri di aver creato insieme qualcosa di importante.
Un gruppo davvero coeso per la felicità dei nostri bimbi...

Grazie a tutte per la partecipazione e ci vediamo a Milano.


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marystone



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 16:13    Oggetto: Rispondi citando


....grazie claudia....ma che belle foto e bel collage...complimenti!!! Laughing

...il nostro Capitano non si smentisce mai!!!... sempre presente e disponibile!!! Laughing

bravi i triestini!!! Smile
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Daniela_G



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 17:01    Oggetto: Rispondi citando


Mamma mia, quante buone notizie! Mi rende veramente felice questo "diluvio" di buone notizie, sia sul spettacolo o sul lato della solidarietà!

Un grande ringrazio per le volontarie di Adricesta, che investono tempo e fatica, e ovviamente per Alessandro e la sua costante volonta di mettere al lavoro suo successo per il bene di altri.

Dopo tutto, caro Ale, accanto al tuo talento, la tua visione, le tue intelligenti e mai scontate scelte professionali, queste sono le cose che stanno veramente facendo la differenza e fanno di te la persona speciale che sei.

Tutto il mio rispetto e affetto a tutti voi!
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Helena x



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 19:26    Oggetto: Grazie mille!!! Rispondi citando


Grazie mille cara mia Claudia per le tue bellissime parole!!!
Sono molto fiera per tutti voi!
Don Giovanni é veramente uno grande successo e Alessandro é unico come sempre!!!
Io vado a Napoli e sono molto,felice!!!

Ancora grazie per tutto!!!
Buona serata per tutti voi!!!

Grazie mille per le bellissime foto!!!
Ci vediamo presto!!!
Helena!
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Marisol



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MessaggioInviato: Mar Gen 20, 2015 20:41    Oggetto: Rispondi citando


Grazie cara Claudia per le tue bellissime immagine e le tue parole. Si, siamo davvero una famiglia.

Mio caro amico Ale, sei veramente un esempio a serguir per molte persone, tutto quello che fai a favore dei nostri bambini malati, ti rende una persona molto speciale.

Tanti baci a tutti!!

Marisol

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GIUSY64



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MessaggioInviato: Mer Gen 21, 2015 10:11    Oggetto: Rispondi citando


Che giudizi strepitosi , non vedo l'ora di assistere allo spettacolo,speriamo presto . BRAVISSIMO ALE!
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margherita79



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MessaggioInviato: Mer Gen 21, 2015 10:18    Oggetto: Rispondi citando


Bellissime recensioni e spero di vederne tantissime altre......
Stasera tocca alla nostra bellissima Napoli,che son sicura emozionerai......
A presto,un abbraccio
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margherita79
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