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11 SETTEMBRE 2001... LA SPERANZA....PACE... PACE... PACE...
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PattyRose



Registrato: 16/12/04 18:33
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Residenza: Valle Santa

MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 10:05    Oggetto: 11 SETTEMBRE 2001... LA SPERANZA....PACE... PACE... PACE... Rispondi citando


MAI NESSUN GIORNO E' UGUALE AD UN ALTRO...SI VIVE NEL PRESENTE....IN OGNI ATTIMO PRESENTE...IL PASSATO E' PASSATO... IL FUTURO NON CI APPARTIENE ANCORA... MA OGGI IL RICORDO NON PUO' RESTARE INDIFFERENTE VERSO UN PASSATO RECENTE CHE HA CAMBIATO IL CORSO DELLA STORIA...LA NOSTRA STORIA....PER SEMPRE....
LA VITA SCORRE VELOCE...LA PACE E' IL BENE PIU' PREZIOSO...TUTTI SIAMO COINVOLTI IN QUESTA MINACCIA DI MORTE...NESSUNO ESCLUSO.....MA LA SPERANZA NON HA PAURA MAI.... Exclamation Exclamation Exclamation Exclamation Exclamation



Questa che segue è la cronologia (il più precisa possibile) dei tragici attentati dell'11 settembre 2001.
Tutti gli orari sono espressi con il fuso orario di New York (5 rispetto a Greenwich - 6 rispetto all'Italia).

AA11 Ore 07:59: L'aereo di linea American Airlines 11 decolla dall'aeroporto di Boston, con destinazione Los Angeles.

Ore 08:13: il volo American Airlines 11 viene dirottato probabilmente a quest'ora. Una registrazione che è attribuita a Atta riporta le parole: "Che nessuno si muova. Andrà tutto a posto. Se tentate di muovervi metterete in pericolo voi e l'aereo. State tranquilli e non fate altro". Il percorso dell'aereo comincia a deviare da quello previsto e si dirige verso sud. Il transponder viene spento
AA11 Ore 08:14: Il velivolo non risponde più all'ordine di prendere quota lanciato dai controllori di volo. Si inizia a temere un dirottamento.
UA175 Ore 08:14: Il volo United Airlines 175 decolla da Boston. Contemporaneamente, scatta l'allarme per il primo volo.
Ore 08:19: Betty Ong, assistente di volo nel volo AA11, avverte l'American Airlines che è in corso un dirottamento[2].
AA11 Ore 08:20: L'aereo è completamente fuori rotta. I sospetti di dirottamento si rivelano fondati.
AA77 Ore 08:20: Lo American Airlines 77 decolla dall'aeroporto di Washington. Destinazione: Los Angeles.
AA11 Ore 08:21: Il personale di volo riferisce che il velivolo è in mano a dirottatori e che alcuni passeggeri sono già stati uccisi.
AA11 Ore 08:28: L'apparecchio si dirige verso New York.
UA175 Ore 08:42: La radio di bordo ed il transponder si spengono. L'aereo va completamente fuori rotta.
UA175 Ore 08:43: I funzionari della FAA si mettono in contatto con le autorità militari.

AA11 Ore 08:46: L'aereo si schianta contro la Torre nord del World Trade Center. Sono passati 32 minuti dalla prima segnalazione anomala e 25 minuti dalla conferma del dirottamento.
UA93 Ore 08:47: il volo United Airlines 93 decolla dall'aeroporto di Newark. Destinazione: San Francisco.
AA77 Ore 08:55: Il transponder del velivolo si spegne. È presumibilmente ora che l'aereo inverta la rotta e torni verso Washington

dalle 9:00 alle 10:00
UA175 Ore 09:03[4]: il volo United Airlines 175 si schianta contro la Torre sud del World Trade Center. Sono passati 25 minuti dall'allarme e 17 minuti dall'attacco alla Torre nord. Lo schianto è ripreso in diretta televisiva mondiale dalle telecamere che inquadrano l'incendio che si è sviluppato sulla prima torre.
Ore 9.17: Le autorità ordinano l'immediata chiusura di tutti gli aeroporti della zona di New York.
Ore 9:18: Il presidente George W. Bush, informato degli attacchi, annulla gli impegni previsti per la mattinata.
Ore 9:20: l'Fbi indaga sulla possibilità che i due atti siano frutto di un atto di terrorismo. A New York si apprende che l' Fbi era stato messo in allerta per il possibile dirottamento di un aereo poco prima dell'impatto dei due aerei.

UA93 Ore 09:24: I piloti vengono informati dell'attacco al World Trade Center. I dirottatori prendono possesso dell'apparecchio.
AA77 Ore 09:25: La torre di controllo di Dulles lancia l'allarme per un aereo che si dirige a grande velocità verso la Casa Bianca. Nel bunker della residenza presidenziale si trovano il Vicepresidente Dick Cheney e il Consigliere per la sicurezza nazionale Condoleeza Rice.
UA93 Ore 09:28: L'aereo perde quota. I controllori di volo chiedono spiegazioni, ma non ricevono alcuna risposta.
Ore 9:28: Fonti governative riferiscono di un attentato
Ore 9:30: sono evacuati la Borsa del Nymex e il New York Mercantile Exchange.

UA93 Ore 09:32: Il "capitano" informa i passeggeri che c'è una bomba a bordo e che dovranno effettuare un cambio di rotta.
UA93 Fra le 09:32 e le 10:03, i passeggeri del volo vengono informati da parenti ed amici di quanto sta succedendo. È probabile che lo schianto sia stato causato da un tentativo dei passeggeri di impedire ai dirottatori di portare a termine la missione.
Ore 9:32: il New York Stock Exchange, la Borsa Valori di Wall Street, rinvia l'apertura del mercato.
AA77 Ore 09:33: I tracciati radar indicano un aereo che si dirige verso il Pentagono.
Ore 9:33: si apprende che uno degli aerei kamikaze era un Boeing 767 delle American Airlines dirottato da Boston.
AA77 Ore 09:35: L'apparecchio è segnalato 2.100 metri sopra l'edificio, mentre da inizio alle manovre di atterraggio.
Ore 9:35: comincia l'evacuazione del New York Stocks Exchange, la Borsa valori di Wall Street.
Ore 9:36: la rete televisiva Cnbc parla di almeno sei morti accertati e un migliaio di feriti.

Ore 09:37: Il volo American Airlines 77 si schianta sul Pentagono.
Ore 9.40: Il presidente americano George W. Bush, in visita a Sarasota, in Florida, dichiara che si tratta apparentemente di un attacco terroristico. Bush ordina un'indagine completa per dare la caccia ai terroristi e trovarli.
Ore 9,40: la polizia avverte le persone vicine al World Trade Center che un terzo aereo potrebbe avvicinarsi alle due torri.
Ore 9,42: la televisione di Abu Dhabi comunica che il Fronte democratico per la liberazione della Palestina ha rivendicato il doppio attentato.
Ore 9,45: viene evacuata la Casa Bianca.
Ore 9,45: un incendio divampa al Pentagono che viene fatto evacuare. L'incendio è forse causato dall'esplosione di un aereo.
Ore 9,47: Il dipartimento del Tesoro sono evacuati, insieme ad altri grattacieli, a scopo cautelativo.
Ore 9,48: un incendio divampa sul Mall di Washington, non lontano dalla Casa Bianca.

Ore 9,48: la Borsa Valori di Wall Street annulla l'apertura.
Ore 9.49: il Congresso e il ministero del Tesoro a Washington sono fatti evacuare in seguito a minacce terroristiche.
Ore 9:53: Il dipartimento della Difesa viene fatto evacuare per un incendio.

dalle 10:00 alle 11:00
Ore 10.00: La Federal American Aviation (FAA), autorità americana per l'aviazione civile, ordina l'annullamento di tutti i voli civili negli Stati Uniti: è la prima volta che accade nella storia degli Usa.
Ore 10.05: La torre sud del World Trade Center crolla su sé stessa.
Ore 10.10: Crolla un'ala del Pentagono.
Ore 10.10: Il volo United Airlines 93 si schianta al suolo in Pennsylvania, a sudest di Pittsburgh.

Ore 10.13: L'edificio delle Nazioni Unite a New York viene evacuato, per un totale di settemila persone.
Ore 10.28: Crolla anche la torre nord del World Trade Center.
Ore 10:32: 55 minuti dopo lo schianto, il canale televisivo ABC comunica il dirottamento del volo AA77. Tuttavia, la notizia non viene associata all'attacco al Pentagono.
Ore 10.38: Si diffonde la notizia, poi smentita, dell'esplosione di un'autobomba al Dipartimento di Stato a Washington.
Ore 10.50: La compagnia aerea americana United Airlines annuncia che uno degli aerei che si sono schiantati sul World Trade Center appartiene alla sua flotta: si tratta di un Boeing 767.


Ore 11.18: L'American Airlines annuncia la perdita di due propri aerei: il volo American 11, un Boeing 767 in rotta da Boston a Los Angeles con 81 passeggeri e 17 membri di equipaggio, e il volo American 77, un Boeing 757 in rotta da Washington a Los Angeles, con 58 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio.
Ore 11.59: La United Airlines annuncia che un suo secondo volo, il volo numero 93 in rotta da Boston a Los Angeles con 56 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio a bordo, si è schiantato al suolo.
Ore 13.18: Il presidente Bush atterra in Louisiana, dopo aver deciso di non rientrare a Washington dalla Florida.
Ore 16.59: Secondo fonti americane i morti negli attentati sarebbero ventimila.
Ore 17.20: Crolla un altro edificio del World Trade Center, non colpito da alcun aereo o da significativi effetti del crollo delle torri. Si tratta dell'Edificio 7, un grattacielo di 47 piani e alto 174 metri.
Ore 17.45: L'attacco al Pentagono avrebbe fatto un centinaio di vittime fra morti e feriti.
Ore 18.07: Razzi cadono su Kabul, capitale dell'Afghanistan, che ospita Osama bin Laden, sospettato numero uno per gli attentati. Fonti del Pentagono negano che sia la rappresaglia americana. Si tratta di un attacco dell'Alleanza del Nord contro i Talebani.


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L'ultima modifica di PattyRose il Sab Set 23, 2006 10:08, modificato 2 volte
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Rossana



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 11:23    Oggetto: Rispondi citando


IMMAGINAVO CHE SI SAREBBE APERTO UN TOPIC SU QUESTO TERRIBILE EVENTO... Crying or Very sad
PER CERTI VERSI NN NE AVREI VOLUTO PIU' PARLARE, MA SOLO DIMENTICARE QUEI TERRIBILI MOMENTI (X CASO VISTI QUASI IN DIRETTA TV...AVEVO ACCESO PROPRIO PER CASO...), MA MI RENDO CONTO CHE NN E' GIUSTO, SOPRATTUTTO X TUTTI COLORO CHE LI' HANNO PERSO LA VITA O HANNO CERCATO DI SALVARLA AD ALTRI
...
BISOGNA PREGARE, PREGARE INCESSANTEMENTE, PER CIASCUNO DI LORO, MA ANCHE X I RESPONSABILI DI TUTTO CIO', PER I CAPI DI STATO...PERCHE' MAI PIU' AVVENGANO SIMILI TRAGEDIE... Confused Sad

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L'ultima modifica di Rossana il Lun Set 11, 2006 15:13, modificato 2 volte
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stellamarina



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 11:26    Oggetto: Rispondi citando


mi dispiace...non deve essere stato facile "assistere"ad un terribile evento..
Sad
ti mando un bacio
Embarassed
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fede(ciop)
ale vittoria elena e andrea
vi amo...!!!
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Rossana



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 12:15    Oggetto: Rispondi citando


stellamarina ha scritto:
mi dispiace...non deve essere stato facile "assistere"ad un terribile evento..
Sad
ti mando un bacio
Embarassed


MA NO CARA...LI HO VISTI IN TV... Shocked Embarassed Confused
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*CamiAlex*



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 13:44    Oggetto: Rispondi citando


io invece ho rischiato quasi di vederli realmente dato ke avevo quasi prenotato i biglietti proprio per quei giorni!
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Xke la vertigine nn è paura di Cadere,ma voglia di Volare, Insieme a VOI..
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^Gaia^



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 13:47    Oggetto: Rispondi citando


è verooo...è una cosa difficile da dimenticareeee....anzi impossibile...
quelle tantissime persone nn si meritavano di morire cosiii...
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*CamiAlex*



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 13:48    Oggetto: Rispondi citando


MA INFATTI NN VA NEMMENO DIMENTIKATA!
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Xke la vertigine nn è paura di Cadere,ma voglia di Volare, Insieme a VOI..
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PattyRose



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 15:50    Oggetto: Rispondi citando




Dall’11 settembre 2001
...sono ancora americano...


Nella immediatezza del gravissimo attentato terroristico dell’11 settembre 2001, che sembra aver caratterizzato l’inizio del nuovo millennio, tutti ricordiamo la grande testimonianza di solidarietà manifestata dal mondo civile verso gli Stati Uniti ed i familiari delle tante vittime del massacro.

Allora, all’unisono, dicemmo in coro: “SIAMO TUTTI AMERICANI”.

Il senso di quella frase era quello di rispondere, tutti insieme, agli strateghi dell’attacco terroristico di matrice islamica: “Noi occidentali, ci sentiamo tutti colpiti, reagiremo insieme a tutto il popolo americano. Reagiremo sotto un’unica bandiera, quella della civiltà, della tolleranza fra i popoli, della libertà e del benessere.”

La reazione non è stata istintiva, bensì ragionata e pianificata. Si è cominciato a parlare di “guerra preventiva”, cioè di trovare il modo di colpire il nemico prima di subirne gli effetti in casa propria, così come il devastante attacco alle Torri Gemelle aveva già dimostrato.

La strada è lunga e tutta in salita. I sacrifici fatti e da fare sono ancora tanti, anche in termini di vite umane. La libertà costa cara.

Oggi, quello stesso presidente americano, George W. Bush, in Olanda, durante un tour europeo, rende onore a una generazione che si sacrificò perché noi potessimo crescere in un mondo libero.

Nel deporre una corona al locale cimitero di guerra di Margraten (Olanda), in onore ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, Bush ha collegato l’omaggio alla generazione che sconfisse il nazifascismo al ruolo della nostra e prossima generazione, per la grande responsabilità che avremo per difendere la libertà e la democrazia.

E’ questo il nostro compito, l’unico e vero impegno della nostra generazione.

Ora, alla luce del tempo che ci separa dal gravissimo attentato terroristico delle Torri Gemelle, vorrei chiedere: dov’è finita la solidarietà nata sulle ceneri delle Torri Gemelle?

Siamo sempre americani? Vorrei tanto sperare che la riposta fosse SI…

G. Falcone



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valentina



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:04    Oggetto: Rispondi citando




UN PENSIERO PER OGNI VITTIMA CHE NON C'è PIU' E ALLE PERSONE CHE SOFFRONO I LORO CARI O AMICI .LOTTiamo PER LA PACE NEL MONDO.
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PattyRose



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:15    Oggetto: Rispondi citando


United 93: l'11 settembre di Paul Greengrass

"Ci sono molti modi per dare un senso agli eventi dell’11 settembre. La televisione può trasmettere i fatti così come sono accaduti. Un reporter può scrivere la prima rozza stesura della Storia. Gli storici possono inserire i fatti in un quadro temporale più ampio e contestualizzarli… Anche i cineasti hanno un ruolo, e io credo che, talvolta, se si guarda in maniera chiara e con coraggio ad un singolo evento, si possa trovare nelle sue forme qualcosa che va oltre l’evento stesso, il DNA dei nostri tempi… Da qui un film sul volo United 93".

Con queste parole Paul Greengrass, impegnato sceneggiatore/regista di film che studiano l’impatto del terrorismo in Irlanda del Nord come Bloody Sunday e Omagh, la violenza a sfondo razzista come The Murder of Stephen Lawrence e l’abbandono di un soldato in Resurrected, sintetizza il motivo per cui ha deciso di puntare la sua macchina da presa sul giorno che ha cambiato il mondo per sempre.

Con United 93, distribuito dalla United Pictures, Paul Greengrass crea un film avvincente e provocatorio che racconta la storia dei passeggeri, dell’equipaggio e dei controllori di volo che hanno guardato, con sempre crescente orrore, il volo United Airlines 93 diventare il quarto aereo dirottato, nel giorno dei più terribili attacchi terroristici che si siano mai svolti sul suolo americano: l’11 settembre 2001.

Il cineasta esplora i fatti di questo giorno raccontando la storia di un unico volo e dei suoi ordinari e casuali membri dell’equipaggio, degli uomini d’affari, delle mogli, dei nonni, degli studenti e di tutti quelli a bordo del Boeing 757 in volo verso San Francisco.

Nel corso dei soli 90 minuti di volo dell’aereo, il mondo sottostante è entrato in un’era nuova e violenta, vista attraverso una nebbia che lentamente si è dissipata per rivelare che l’America intera era vittima di un attacco.

Dovendo affrontare lo sconfortante e gravoso compito di ri-creare gli eventi che ebbero luogo a bordo del maledetto aereo e a terra, Paul Greengrass e i suoi ricercatori hanno fatto appello a miriadi di fonti, conducendo lunghissime interviste faccia a faccia con le famiglie dei 40 passeggeri e dell’equipaggio, con i membri della Commissione 11/9, con i controllori di volo e con il resto del personale militare e civile che ha partecipato agli eventi di quel giorno.

Queste interviste sono state poi ordinate e, insieme ai dettagli delle registrazioni di volo, dei documenti pubblici e dei fatti storici, sono diventate la base del film, che è poi stato interpretato da un ensemble di attori bravi ma ampiamente sconosciuti, presentati democraticamente come dei casuali passeggeri di uno stesso volo, le cui improvvisazioni, basate sui fatti e dirette con intelligenza, hanno creato lo straziante dramma umano catturato dalle cineprese di Paul Greengrass.

Accurata ricerca condotta con il supporto delle famiglie dei passeggeri e dell’equipaggio che hanno perso la vita, United 93 presenta un indimenticabile e illuminante ritratto di persone comuni che si confrontano con una situazione impensabile e che diventano involontariamente i primi abitanti della nuova epoca del terrorismo globale, che ha avuto inizio quella mattina di settembre.

United 93 si apre con una voce in arabo che recita alcuni versetti del Corano e la macchina da presa che si ferma sul gruppo degli attentatori che prega in una stanza di albergo prima di recarsi all'aeroporto. Poi la tensione sale, con i passeggeri che salgono a bordo del volo e vivono, in maniera realistica e cruda, ciò che accadde quel giorno.

Il risultato è uno studio penetrante e incisivo, filmato in tempo reale, dell’incendiaria collisione tra la modernità e il vecchio mondo e del coraggio nato in una circostanza così terribile.

Secondo Greengrass "quaranta persone normali, come noi, hanno avuto 30 minuti per confrontarsi con la realtà che ora noi stiamo vivendo, per decidere se e come agire. Sono state le prime persone che hanno abitato il mondo post 11 settembre in un momento in cui tutti noi stavamo guardando la televisione esterrefatti, incapaci di capire cosa stesse succedendo. In quel momento, le persone a bordo di quell’aereo sapevano invece molto bene, potevano vedere esattamente con chi avevano a che fare, e venivano messe davanti ad una scelta spaventosa. Rimaniamo qui seduti senza fare niente, sperando per il meglio, sperando che tutto finisca bene? Oppure facciamo qualcosa? E se sì, cosa possiamo fare? Mi sembra che queste siano le due possibilità che abbiamo oggi e che abbiamo sempre avuto a partire da quel giorno. Quando si guarda cosa è successo su quell’aereo, si può vedere che c’è stato un dibattito, una angosciosa discussione nella circostanza più terribile. Quel gruppo di persone ha pesato le scelte, ha preso una decisione e ha agito di conseguenza. E io penso che se guardiamo cosa è successo, troviamo una storia di immenso coraggio e forza d’animo: quelle persone sono state molto, molto coraggiose. Ma troviamo anche saggezza".

E' per questo che uno dei maggiori critici americani, Roger Ebert, ha scritto: "è un film potente e commovente, che onora la memoria delle vittime".

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Rossana



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:19    Oggetto: Rispondi citando





NON DIMENTICHIAMO ANCHE CHE DIO ERA LI'...LA CROCE ERA LI'...
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PattyRose



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:35    Oggetto: Rispondi citando


QUALE MEMBRA ATTIVA, TEMPO FA, DI "AMNESTY INTERNATIONAL"...ATTUALMENTE INFORMATA SULLE "CAMPAGNE" DA UN SERIO COLLABORATORE DELL'ASSOCIAZIONE....CONSAPEVOLE DEL SERIO LAVORO CHE IL MOVIMENTO MONDIALE SVOLGE DA ANNI A FAVORE DEI DIRITTI UMANI.... RIPORTO QUESTO ARTICOLO...

"DOPO L'11 SETTEMBRE...."

Amnesty International, e con essa anche la Sezione Italiana, è entrata in stato di crisi dal 14 di settembre 2001 focalizzando le proprie attività su Stati Uniti, Afghanistan, Pakistan e paesi vicini.
Le preoccupazioni si sono concentrate su ciò che poteva accadere negli USA, nei termini di possibili violazioni dei diritti umani nel corso delle indagini sugli attentati, e sulla difficile situazione nei paesi oggetto della reazione americana e degli immediati vicini con particolare attenzione al rispetto del diritto umanitario nel corso delle operazioni militari (e alle violazioni dei diritti umani collegate al conflitto) e alla situazione di sfollati e rifugiati ai confini dell'Afghanistan.
In un primo momento il Segretariato ha concentrato la propria azione sugli USA e sui paesi alleati sia attraverso la diffusione di comunicati stampa sia scrivendo direttamente al presidente Bush. Le richieste riguardavano la protezione di tutte le garanzie giudiziarie per gli arrestati, la rinuncia a legislazioni speciali, il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, l'astensione dal compiere attacchi militari indiscriminati e la salvaguardia dei cittadini di origine orientale da possibili rappresaglie a sfondo razzista. In seguito poi le nostre attività si sono progressivamente spostate sull’Asia Centrale anche a causa degli sviluppi che tutti abbiamo potuto seguire sugli organi di informazione.

La serie di misure prese dal governo americano per combattere il terrorismo potrebbe minare in modo decisivo le salvaguardie poste dagli standard internazionali e dalla stessa costituzione USA. Inoltre i provvedimenti già adottati dalle autorità hanno avuto come risultato gravi abusi. Le nuove leggi danno maggiori poteri alle forze di polizia e alle agenzie federali, allungano i tempi di arresto senza accusa formale, allargano l'utilizzo delle prove segrete come mezzo di accusa (contro le quali gli avvocati difensori non possono fare controdeduzioni), permettono un uso maggiore delle intercettazioni e la registrazione delle conversazioni tra arrestato e legale difensore, prevedono un inasprimento delle pene e maggiori poteri al servizio immigrazione.
Prima ancora che queste misure diventassero esecutive, sono giunte notizie di centinaia di arresti ai danni di cittadini di origine araba o musulmana ritenuti legati all'organizzazione Al-Qaeda, possibili fiancheggiatori, semplici testimoni o persone con irregolarità sui documenti. Molti di loro sono stati e sono tenuti ancora adesso in incommunicado, senza avere accesso a un avvocato di propria scelta, senza potersi mettere in contatto con la propria famiglia e le autorità del proprio paese di origine. Un cittadino irakeno è morto per cause poco chiare, forse naturali, e della sua detenzione si è saputo solo dopo la sua morte. Molti attivisti dei diritti umani e civili hanno denunciato maltrattamenti, abusi, torture. E' così grande l'incertezza sulle circostanze degli arresti e sulle loro motivazioni che non si sa neanche quante persone si trovino nei vari centri di detenzione (si parla di più di un migliaio, ma tale cifra risale a più di una settimana fa, potrebbero essere di più o di meno) e le varie autorità palleggiano tra loro le informazioni e la responsabilità delle eventuali scarcerazioni.

Si sono registrati anche numerosi casi di crimini a sfondo razzista ai danni di persone di origine mediorientale o che potevano assomigliare a loro. Le ultime settimane hanno aggiunto preoccupazioni alle preoccupazioni, alcuni commentatori hanno paventato il ricorso alla tortura per ottenere informazioni dai terroristi nel caso che queste possano impedire nuovi attentati senza che dall'opinione pubblica si alzasse alcuna voce indignata.


Il presidente Bush ha poi firmato un ordine che rende esecutivo l'utilizzo di tribunali speciali militari per giudicare per direttissima cittadini stranieri coinvolti nel terrorismo. Una misura di questo genere non veniva presa dal 1942. I tribunali militari non garantiscono la protezione dei diritti processuali, contro di essi non si può presentare appello, possono più facilmente condurre alla pena di morte. Inoltre rappresentano un'aperta discriminazione tra i cittadini americani, che continueranno a essere giudicati da corti civili, e quelli stranieri. (...)

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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:43    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Patty per aver aperto questo topic!
Quell' evento così tragico ed ignobile ha segnato la storia dell' umanità....Ricordo che piansi dinanzi a quel video in cui in diretta crollarono le due torri...Chi dimenticherà mai quei momenti? E quel secondo aereo che si schiantò in diretta contro l'altra torre? Quante notizie si susseguirono l'una dopo l'altra...Migliaia e migliaia di persone innocenti...è questo purtroppo un altro tragico evento che ha segnato la nostra storia e che richiede un corale MAI PIù!!!

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PattyRose



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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:57    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE A VOI RAGAZZE E ALLA VOSTRA SENSIBILITA'..... Wink Wink Wink CERTO ROSS... Wink Wink Wink HAI RAGIONE....

IO CREDO CHE "LE GRANDI TRAGEDIE" NON PRECIPITANO SULL'UMANITA' COME FULMINI A CIEL SERENO...MA SONO LA PUNTA ESTREMA....TRAGICAMENTE ED IMPROVVISAMENTE VISIBILE DI CIO' CHE SI NASCONDE SOTTO....

..."Io vivo la mia identità senza pensare che sia l’unica. Credo che abbiamo tutti molte identità, non soltanto una, e che le grandi tragedie del mondo siano generate proprio da coloro i quali insistono sul fatto che ognuno di noi ha una sola identità. Secondo me non è vero. Io sono italiano, sono friulano prima ancora di essere italiano, sono europeo ma sono anche certamente e profondamente confratello di chi vive in questo mondo come membro della stessa famiglia umana".


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MessaggioInviato: Lun Set 11, 2006 16:57    Oggetto: Rispondi citando


Ground Zero: parla l’eroe



William Rodriguez è il cittadino statunitense originario di Puerto Rico, considerato il simbolo dell'eroismo dell'11 settembre 2001 perché salvò numerose persone dal World Trade Center in fiamme dove era impiegato come operaio addetto alla manutenzione. Benché ferito, Rodriguez penetrò per tre volte nella torre nord per prestare il suo aiuto. All'ultimo tentativo venne quasi travolto dal crollo del grattacielo, ma riuscì a salvarsi gettandosi sotto un camion dei pompieri.
In seguito è stato ricevuto dal Presidente George W. Bush e nominato eroe dal Congresso statunitense. Da allora ha perso il posto di lavoro, dato che non esiste più, e di conseguenza ha perduto anche la casa e ogni suo bene, come succede normalmente negli USA.
Nonostante la sua precaria situazione ha continuato ad occuparsi dei familiari delle vittime, soprattutto di quelle di origine ispano-americana, per aiutarli ad ottenere sussidi e riparazioni da uno stato che da allora li ha completamente dimenticati. Come sopravvissuto e rappresentante dei familiari delle vittime il 22 ottobre dello scorso anno William Rodriguez, tramite il suo avvocato Philip Berg, ha presentato presso la Corte Distrettuale di Philadelphia una denuncia per complotto e strage nel confronti dei presidente degli Stati Uniti George W. Bush e di tutti gli altri membri della sua amministrazione. Nexus ha incontrato questo eroe e raccolto direttamente dalle sue parole la tragica testimonianza che vi proponiamo.


Mi chiamo William Rodriguez, ho lavorato al World Trade Center di New York per 20 anni della mia vita. Ero responsabile della manutenzione nella torre nord. L’11 settembre avevo l'unico passe-partout per aprire tutte le serrature delle porte degli edifici, anche se c'erano altre quattro persone che avevano i passe-partout ed erano state addestrate ad affrontare situazioni di emergenza e di soccorso, e che furono le prime a fuggire dagli edifici. Guardate, questa è la chiave.
Questo passe-partout era in grado di aprire tutto il complesso e quel giorno, l'11 settembre, un'unità di circa 15 persone dei dipartimento dei vigili dei fuoco mi doveva seguire mentre correvo da una parte all'altra cercando di aprire le porte per aiutare le persone ad uscire. Personalmente dopo l'11 settembre sono diventato il portavoce delle famiglie delle vittime e sono andato a testimoniare davanti al Congresso. A chiedere di creare una commissione, perché la commissione che hanno fatto per l’11 settembre, come ricorderete, il Presidente Bush non la voleva. Sosteneva che non ne avevamo bisogno ma noi ce l'abbiamo messa tutta, abbiamo combattuto e siamo riusciti ad ottenere la commissione».

«Questo che vedete è il rapporto finale ed io ho testimoniato, a porte chiuse. Molte informazioni riferite provenivano dall'ultimo superstite, una persona che conosceva bene gli edifici anche ad occhi chiusi.
I membri della commissione sono stati molto turbati dalle informazioni che ho fornito, ma in realtà non c'è traccia della mia testimonianza nelle oltre 500 pagine di questo rapporto. Anche se sono stato dichiarato eroe nazionale dal Congresso, loro non volevano che la mia testimonianza potesse in qualche modo contrastare con la versione ufficiale.
Ma permettetemi di parlare di quella giornata, l'11 settembre 2001, una giornata bellissima con il cielo terso. Sono arrivato al lavoro alle otto e mezza, stavo parlando con un supervisore, eravamo nel sotterraneo, al primo livello dei sotterranei della torre nord che è stata la prima ad essere colpita ma la seconda a crollare. Questo edificio aveva sei sottolivelli, B1, B2, B3 e così via fino al B6, ossia i livelli dei sotterranei dell'edificio. Il B1 aveva gli uffici dei servizi di pulizia, di imbiancatura, di riparazioni meccaniche, tutto ciò che aveva a che fare con la manutenzione dell'edificio.
Gli altri piani contenevano i magazzini, i generatori elettrici e così via.
Alle ore 8:46 abbiamo sentito un bang, un'esplosione che proveniva dai piani al di sotto di quello in cui mi trovavo, tra il B2 e il B3. E’ stata così violenta e l'edificio ha tremato così forte che le pareti si sono crepate e il controsoffitto è crollato. Ho detto subito che poteva essere un generatore elettrico che praticamente era esploso lì nei sotterranei. Alcuni secondi dopo abbiamo sentito un impatto enorme nella parte alta dell'edificio che ha iniziato subito a tremare così forte che tutte le 40 persone che si trovavano con me in quell'ufficio hanno iniziato a gridare tutte assieme, c'era una confusione e un caos totale. Tutti gridavano: «E un'esplosione». Davanti a me è apparso un uomo di colore che si guardava le braccia, mi sono accorto che c'era qualcosa che pendeva dalle sue dita, mi sembravano pezzi di vestito ma guardando più da vicino mi sono accorto che era la sua pelle. La pelle era stata lacerata da sotto le ascelle fino alla punta delle dita e gli stava pendendo come fossero dei guanti. Il suo nome è Felipe David, lavoratore immigrato di origine honduregna, ed era in completo stato di choc; ho guardato il suo volto che aveva delle parti mancanti, gli ho chiesto che cosa fosse successo, e mi ha risposto: «Gli ascensori, gli ascensori» Si trovava davanti agli ascensori ed era stato ustionato, così ho cominciato a spingere tutti fuori dall'ufficio.

A quel punto abbiamo sentito un'altra esplosione, siamo usciti fuori dall'edificio, ho fermato un'ambulanza e ho fatto salire alcune persone. Guardando verso l'alto dell'edificio ho avuto modo di vedere l'incendio e tutte le macerie che cadevano, riuscivo a scorgere l'antenna in cima all'edificio. Ho iniziato a pensare alle persone che stavano a Windows on the World, il ristorante in cima, e mi sono molto preoccupato perché avrei dovuto essere lì in quanto di norma, quando iniziavo a pulire, cominciavo sempre da quei piani alti e ogni mattina facevo colazione col personale del ristorante. Le conoscevo tutte bene quelle 67 persone che sono morte nel ristorante; a quel punto ho capito che dovevo ritornare indietro ma tutti mi gridavano: «Rodriguez rimani qui, non rientrare» Ho preso una radio da una guardia della sicurezza vicino a me e sono ritornato indietro entrando verso l'altro edificio tramite un sotterraneo che collegava le torri 1 e 2.
Nel sotterraneo ho incontrato due persone che non sapevano che un aereo si era schiantato sull'edificio, e questo vi può dare l'idea di quante persone possono essere morte perché non si resero conto che c'era stato questo attacco.
Nella torre 1 ho trovato una persona che lavorava in una squadra di salvataggio, che mi ha detto: «Sento delle grida, sento gridare» C'era acqua ovunque perché si era attivato immediatamente il sistema degli sprinkler antincendio, tutto era inondato. A quel punto ho preso uno degli ascensori, nella torre ce n'erano 150 di ascensori, e mi sono avvicinato alle due persone che gridavano tra il B2 e il B3. Erano disperate, nell'ascensore non c'era più luce né energia elettrica, urlavano che stavano per annegare, io non riuscivo a capire, ma come? Era perché l'acqua scendeva da tutti i piani e si accumulava in quelli più bassi, entrava nel pozzo dell'ascensore con una tale forza che quelli bloccati dentro rischiavano di annegare. Ho detto: «Dio aiutami!». Non ero un credente: «Dios mio por favor aiudame! Mi sono guardato attorno e ho trovato un pezzo di metallo, un rottame, ho iniziato a dare colpi sulla porta per cercare di rompere il meccanismo e la porta si è aperta. Ma c'era il vuoto perché, in realtà, la cabina era molto più in basso. Ho cominciato a pregare Dio nella mia lingua. Allora sono andato dove c'era il compattatore della spazzatura di tutto l'edificio, dato che l'elettricista lasciava lì le scale che però erano legate con delle catene. Fui fortunato: l'unica che non era legata era la più lunga, circa sei metri. Ho preso quella scala, l'ho inserita nel pozzo dell'ascensore e sono andato ad aprire la botola e a far uscire le due persone, uno era un dipendente di colore di una società che consegnava i pacchi, l'altro era Salvatore Giambanco, un italiano che faceva l'imbianchino. Sono riuscito a farli uscire, a caricarli su un'ambulanza e sono rientrato.

Ho incontrato degli agenti di polizia che mi hanno chiesto se avevo il passe-partout, siamo andati nella hall e lì c'erano dei vigili dei fuoco che aspettavano. Ho detto: «Seguitemi, so qual è la strada più breve». Mentre salivamo le scale era difficile procedere, i pompieri avevano un sacco di pesanti attrezzature con loro, attrezzi e respiratori di 30 e 60 chilogrammi , inoltre c'erano tutte le persone che correvano giù dalle scale. Al terzo piano siamo passati su un'altra scala che era migliore, nella torre c'erano tre scale A, B e C. Abbiamo preso la scala A, dopo un po' mi sono accorto che ero sempre un paio di piani davanti a loro perché non avevo tutte quelle attrezzature da portare, ero in condizioni fisiche migliori e per quelle scale andavo su e giù ogni giorno. Mi ritrovavo ad aprire delle porte ai vari piani, a far uscire molte persone che in molti casi non riuscivano a capire che cosa stesse succedendo.
Mentre salivamo sentivamo delle esplosioni che continuavano a verificarsi nei vari piani. Siamo arrivati al 27° piano, c'era una persona disabile e la sua carrozzina che ostacolava la discesa degli altri. A quel piano tutti i vigili del fuoco sono caduti al suolo, non riuscivano più a salire, erano stanchi e distrutti dalla fatica di salire con tutte le loro pesanti attrezzature. A quel punto ho chiamato mia madre a Puerto Rico, lei stava guardano alla televisione quello che stava succedendo, e le ho detto: «Mamma sono Willy, li devo aiutare perché ho il passe-partout, non posso darlo a nessuno»
Ho continuato a salire e al 33° piano ho trovato una donna a terra che non sapeva dov'era l'uscita; l'ho tirata su dicendo che dovevamo uscire e l'ho affidata ad altre persone che scendevano. Mentre ero lì ho distintamente sentito dal piano di sopra, il 34°, un rumore come di spostamenti di attrezzature pesanti, mi sono stupito perché quel piano era chiuso per ristrutturazione e in quel momento non ci doveva essere nessuno all'interno. Sentivo invece come un qualcosa di pesante che veniva trascinato. Ero spaventato, ero da solo ed ho oltrepassato quella porta andando ai piani superiori. Devo dirvi che quello era un edificio di classe A, ovvero una costruzione così alta ma dotata di sistemi in grado di spegnere ogni tipo d'incendio e consentire i soccorsi nei casi di emergenza, su ogni tre porte una deve aprirsi, questo è il codice per quel tipo di edifici a New York.

Ad un certo punto ho incontrato alcuni agenti di polizia e stavamo parlando quando abbiamo iniziato a sentire una serie di esplosioni in rapida successione, bum... bum... bum... bum. Al radiotelefono dicevano: «Abbiamo perso il 65, il 65° è crollato, dal 65° fino al 44°... » Tutti quei piani erano crollati. Abbiamo iniziato a scendere raggiungendo il 27° piano, poi di corsa giù per le scale fino alla hall e da qui sulla strada. Sentivamo le grida di tutte quelle persone ancora bloccate negli ascensori, gridavano, chiedevano aiuto ma gli ascensori erano bloccati, è stato orribile. Nella hall un vigile dei fuoco mi ha detto: «Vai alla postazione delle ambulanze». Così ho iniziato a camminare verso l'uscita e sentivo che mi gridavano: «Non guardare indietro, non guardare». Era uno sbarramento di polizia che aveva isolato l'area per sicurezza, guardando mi attorno ho visto i corpi di tutti quelli che si erano buttati dall'edificio. Ho anche riconosciuto il cadavere della signora dei 33° piano che avevo chiesto di accompagnare giù, il suo corpo era stato tagliato a metà come da una gigantesca ghigliottina, perché mentre usciva una lastra di vetro le era caduta addosso precipitando dall'alto straziandola in quel modo in una frazione di secondo. Ad un certo punto ho sentito tutti che mi urlavano: «Corri, corri, correte». Ho sentito come un terremoto e l'unica cosa che ho percepito è stato un autocarro dei vigili dei fuoco di fronte a me, ho pensato che sarei rimasto ucciso e mi sono ritrovato sotto questo automezzo con tutto che crollava attorno. Anche l'autobotte sembrava dovesse crollarmi addosso, l'unica cosa che mi sono detto è stata «Dio mio, spero che mia mamma non debba cercare il mio corpo e che non debba identificarlo quando è a pezzi. Vorrei che non debba riconoscere il mio cadavere».
Poi, tutto si è fermato, io mi sentivo come ustionato da quella strana polvere che riempiva tutto. Dopo un po' sono riusciti a tirarmi fuori dalle macerie e sono stato identificato dai vigili dei fuoco e dalla polizia come l'ultima persona riuscita a salvarsi.
Da allora sono stato presente in vari programmi e ho raccontato sempre ed esattamente questa storia. Se non mi credete andate a vedere su internet, o guardatevi la registrazione delle mie interviste e vedrete che fin dal primo momento la storia è stata questa.

Come superstite e come rappresentante delle famiglie delle vittime, ho riscontrato che il rapporto ufficiale sui fatti dell'11 settembre 2001 è un rapporto falso e incompleto. Ma perché vi ho raccontato tutto questo? Perché vogliamo darvi gli strumenti e gli elementi per capire che questo potrebbe accadere anche a voi, e perché possiate comprendere il modo in cui il nostro governo si è comportato con le vittime. Sono molto grato di aver incontrato tutte queste persone che non conoscevo prima, hanno cambiato la mia vita. Noi siamo animati da una motivazione e dall'entusiasmo di arrivare alla verità per voi.

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