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I VICERE' continuiamo a conoscerli insieme???
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Autore Messaggio
Adry



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MessaggioInviato: Sab Apr 08, 2006 14:36    Oggetto: Rispondi citando


Roma, 04 aprile 2006 - 13:58

CINEMA, ROBERTO FAENZA GIRERA' FILM ISPIRATO A I VICERE'

La Jean Vigo produrra' un film diretto da Roberto Faenza e ispirato al romanzo 'I Vicere' di Federico De Roberto. Non si hanno ancora notizie certe sul titolo, sul cast artistico e sulla data d' inizio delle riprese, cosi' come non viene confermata l' indiscrezione su una possibile collaborazione tra la casa di produzione, Rai Fiction e Rai Cinema. Per quanto riguarda invece la trama, protagonista sara' una famiglia siciliana alle prese con la grande trasformazione politica del Meridione nella seconda meta' dell' Ottocento: il passaggio dal Regno di Napoli allo Stato unitario e le conseguente lotte tra le famiglie locali per mantenere forte il proprio prestigio e propri secolari privilegi.
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Adry



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MessaggioInviato: Sab Apr 08, 2006 14:41    Oggetto: Rispondi citando


Cinema e Letteratura: una lontana parentela
Intervista a Roberto Faenza
a cura di Fulvia Caprara*

Un matrimonio duraturo, di quelli destinati ad andare avanti negli anni. Eppure, alla base di tutto, c'è il tradimento sistematico, reiterato e anche perfettamente riuscito. È questo il genere di rapporto che lega il regista Roberto Faenza, torinese, classe 1943, al mondo della letteratura. Un mondo che gli è familiare, non solo perché Faenza è anche scrittore, ma soprattutto perché sono ben sette i titoli della sua filmografia ispirati a romanzi. Dopo l'esordio, nel 1968, con Escalation, e dopo Forza Italia (del 1978), il film di montaggio sul potere politico nel nostro paese, ritirato dalle sale nonostante il gran successo di pubblico e censurato per oltre quindici anni, Faenza ha iniziato a dirigere film tratti da libri: «Reperire fonti d'ispirazione diverse dalla realtà è stata una necessità». Così, a New York, nell'83, l'autore gira Copkiller, il thriller con Harvey Keitel e Nicole Garcia tratto al romanzo di Hugh Fleetwood The order to death. Poi è la volta di Mio caro dottor Grasler, da Schnitzler, poi di Jona che visse nella balena, basato su Anni d'infanzia di Jona Oberski, poi di Sostiene Pereira dal libro di Antonio Tabucchi. Seguono Marianna Ucria, dall'opera di Dacia Maraini, L'amante perduto, dall'Amante di Abraham B.Yehoshua, I giorni dell'abbandono dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante. Su tredici pellicole girate, sette nascono dalla pagina scritta.

Qual è il rapporto che lega il suo cinema alla letteratura?
La mia convinzione è che tra cinema e letteratura non esistano parentele strette. Nel mio caso i libri sono solo trama, soggetto, nel senso che il corpo letterario non m'interessa. Ho comprato i diritti cinematografici della Ferrante dopo aver letto un bell'articolo di Goffredo Fofi e senza aver ancora neanche aperto il libro. Una cosa simile mi è capitata con Anni d'infanzia, ho deciso di farne un film dopo essere rimasto colpito da una recensione bellissima, acuta e profonda, della Ginsburg. Insomma, non sono un regista come Bolognini che aveva rispetto enorme per l'opera letteraria, il mio è piuttosto un atteggiamento predatorio e questo perché è cambiato, negli anni, il rapporto tra registi e scrittori.

In che modo?
Nel cinema non esistono più i soggettisti, così accade più facilmente che il compagno di viaggio di un regista, specialmente nella fase iniziale del lavoro, sia lo scrittore. Il primo ad avere questo tipo di atteggiamento è stato Luchino Visconti. Quando ha girato La terra trema non ha neanche citato I Malavoglia di Giovanni Verga a cui si ispirava.

Negli ultimi anni, però, è accaduto che il ricorso ai romanzi da parte del mondo del cinema, non solo in Italia, ma anche altrove, compresi gli Stati Uniti, sia diventato molto frequente. Perché?
Perché tutto in qualche modo si è mescolato. Fino agli Anni '60 un romanzo era scritto in un certo modo, per esempio, i dialoghi erano lunghi almeno tre o quattro righe, adesso sono diventati brevissimi. Vuol dire che la letteratura si ispira al cinema, che gli autori hanno mutuato il loro linguaggio dagli sceneggiatori cinematografici, che scrivono usando la tecnica del montaggio, proprio come si fa per il grande schermo. Oggi la letteratura è spesso una forma ancillare del cinema, sono diventati due generi consanguinei, che si rincorrono. E lo dimostra anche un'altra cosa.

Cioè?
Sia il cinema che la letteratura hanno tentato in una certa fase la rottura drammaturgica. Ci hanno provato rispettivamente sia Jean-Luc Godard che James Joyce, tutti e due hanno spezzato la classicità dei ritmi narrativi. E qual è stato il risultato? Un passo indietro, perché certe sperimentazioni hanno come conseguenza il fatto che il pubblico non risponda, non le segua. Nel caso del grande schermo, è accaduto che nessuno abbia seguito Godard e che lui stesso, ultimamente, sia tornato in parte sui propri passi. In quello della letteratura che si sia andato affermando una certo ritorno del classicismo. Molti romanzieri americani hanno ripreso a raccontare in maniera tradizionale, spesso anche in prima persona.

Sul cinema italiano ha pesato molto il concetto della 'autorialità', ovvero un film è 'd'autore' e, quindi, di un certo valore se il regista è anche soggettista e sceneggiatore. Questo, secondo lei, ha contribuito a frenare, in passato, l'abitudine a trarre film dai romanzi o comunque ha fatto guardare con minor attenzione alle opere nate in questa maniera?
Sì, in Italia questo è successo, da noi l'autore non è considerato un raccontatore, piuttosto è sempre visto come un filosofo, come uno che ha una sua visione ideologica delle cose. E dire che perfino Skakespeare prendeva le idee dagli altri, insomma, la pratica di usare una trama altrui non è nuova né infamante. Il ricorso alla letteratura è in qualche modo inevitabile, non esistono registi o produttori in grado di sfornare idee originali all'infinito. Mi vengono in mente Visconti e Fellini.

A che proposito?
Beh, rappresentano le due opposte modalità. Fellini ha sempre firmato opere che nascevano dalla sua fantasia, Visconti, invece, ha preferito rivolgersi alla letteratura. Il risultato è che Fellini, soprattutto nella fase finale della carriera, ha dato l'impressione di aver subito una certa involuzione. Specialmente nella Voce della luna ha comunicato la sensazione di un autore che guarda al mondo come qualcosa di ostile e di lontano. Questo a Visconti non è mai accaduto.

Nel cinema italiano, ormai in crisi cronica, il ricorso alla letteratura potrebbe fornire linfa vitale?
In Italia la creatività è arrivata al capolinea, dalla comunità cinematografica arrivano segnali di forte stanchezza, il cinema vive in cattività. Al contrario, sull'altro fronte, c'è una fase di vivacità, segnata dall'affermarsi di tanti giovani scrittori. E siccome il cinema è comunque furbo, ha le antenne, allora capisce che in questo momento è da quel mondo che possono arrivare gli stimoli più interessanti.

Come sono stati i suoi rapporti con gli autori dei libri che ha trasformato in film?
C'è una frase di Abraham Yehoshua che definisce così questo legame: "per il regista lo scrittore migliore è quello morto". Gli scrittori sanno che il loro libro, il loro 'bambino', riceverà, una volta nelle mani del regista, un'altra educazione, vivrà un'esperienza diversa. In effetti Yehoshua è l'unico autore con cui ho avuto delle divergenze. Non vivo in Israele e lui invece sì, non credo nella divisione fra ebrei e palestinesi, al contrario di quello che lui pensa. Ho girato L'amante perduto per metà in Israele e per metà in Palestina, quando ero in Israele pensavo che i palestinesi fossero dei delinquenti, quando stavo in Palestina mi sembrava vero l'esatto opposto. Ritengo che la soluzione per il conflitto arabo-israeliano sia da ricercare attraverso il confronto, tutti insieme. Per questi motivi il mio film finisce in un modo diverso dal libro, con il ragazzo palestinese e il padre ebreo che spingono insieme l'automobile. Nel racconto i due si separavano e basta. Questa mia scelta, che capovolge il messaggio del libro, ha provocato grande dibattito e infatti in Israele il film non è uscito. In altri casi il rapporto con lo scrittore è stato più disteso.

Per esempio?
Con la Maraini è andata in maniera diversa. Per Marianna Ucria ho inventato la figura di un nonno, assente nel libro, che potesse esprimere un senso di tenerezza verso la protagonista. Riunire tutto nella sola figura del padre di lei, un padre che consegna la propria figlia nelle mani di chi l'ha violentata, sullo schermo non avrebbe funzionato. Ne ho parlato con Dacia, è stata subito d'accordo, anzi, ha scritto lei i dialoghi. Gli autori moderni capiscono bene che il cinema, rispetto al romanzo, è un'altra cosa.

Il suo prossimo progetto rientra ancora una volta nella linea di cui abbiamo parlato finora. Può anticipare qualcosa?
Girerò I Vicerè. Un paese che propone tre versioni dei Promessi Sposi, non può continuare a trascurare I Vicerè. Credo che il romanzo di Federico De Roberto sia adattissimo a raccontare i limiti del paese in cui viviamo, la sua capacità di fingere trasformazioni che lasciano tutto uguale, sì, proprio come diceva la celebre frase del Gattopardo. Il film sarà prodotto da Raicinema insieme con Raifiction, si tratta di portare sullo schermo quattro ore di narrazione, un'impresa costosa. La mia idea sarebbe di realizzare un'unica versione, valida per il cinema come per la tv. La sceneggiatura è già pronta, ma non ho ancora scelto gli attori.

*Membro della Commissione di selezione della Mostra del cinema di Venezia; redattore per il cinema e la televisione del quotidiano "La stampa", collabora con il settimanale "Lo specchio".

Articolo pubblicato il 28/10/2005













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Adry



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MessaggioInviato: Sab Apr 08, 2006 14:55    Oggetto: Rispondi citando


I Vicerè al cinema

Qualche anno fa se ne parlava come di una possibile fiction, adesso sembra che il romanzo di Federico De Roberto I VICERE’ debba proprio diventare un film. A produrlo la Jean Vigo, mentre a dirigerlo sarà Roberto Faenza, che ha dichiarato: “Credo che il capolavoro di De Roberto sia un ottimo pretesto per raccontare l’Italia di oggi”. Prodotto in collaborazione con Rai Fiction e Rai Cinema, e con un budget di partenza di 8 milioni di Euro, I VICERE’ racconterà le vicende di una famiglia siciliana nel passaggio dal regno dei Borboni al nuovo Stato Unitario.

[18/10/2005] da: cp
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Adry



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MessaggioInviato: Mar Apr 11, 2006 21:40    Oggetto: Rispondi citando


STO TOPIC HA SA SALIRE.....
MA NESSUNO HA VOGLIA DI SCRIVERE QUA????
VI PREGO....AIUTATEMI A TENERLO SU....
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sissi



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2006 00:15    Oggetto: Rispondi citando


IO CI SONO ADRY....SONO CURIOSA COME UNA SCIMMIA DI TUTTO CIO CHE RIGUARDA I PROGETTI FUTURI DI ALE.....INFONDO è ANCHE COSI CHE SI FA CULTURA NO?...FAMMI SAPERE.....SISSI LA TENENTINA
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Adry



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2006 08:58    Oggetto: Rispondi citando


grazie sissi.
appena ho un po' di tempo(per ora preparo gli esami per dopo Pasqua..)inserisco la trama del romanzo.
Ve la racconto un po' io perche' non l'ho trovata on-line. Wink
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valentina



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2006 09:01    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE ADRY
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sissi



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2006 18:21    Oggetto: Rispondi citando


Adry ha scritto:
grazie sissi.
appena ho un po' di tempo(per ora preparo gli esami per dopo Pasqua..)inserisco la trama del romanzo.
Ve la racconto un po' io perche' non l'ho trovata on-line. Wink


UN ROMANZO??? LO VADO SUBITO A COMPRARE.....AMO LEGGERE
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Rossana



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2006 19:59    Oggetto: Rispondi citando


ADRY CARA, I TUOI TOPIC SONO SEMPRE INTERESSANTI E NON SI PUO' ASSOLUTAMENTE FARLI SCENDERE...MA PURTROPPO, ANCH'IO, ULTIMAMENTE, VENGO POCO SUL FORUM E DI QUESTO, AD ESEMPIO, ME NE SONO ACCORTA SOLO ORA.
MA MI PIACEREBBE SAPERNE DI PIU' COME SISSI...
DIMMI, PARLAVI DI TRAMA DEL ROMANZO...MA IN CHE SENSO?
LIBRO...ROMANZO...NON E' LA STESSA COSA? Embarassed Question Rolling Eyes C'E' QUALCOSA CHE MI SFUGGE NEL DISCORSO...
COMUNQUE, HO GIA' SCARICATO IL LIBRO, SPERO DI RIUSCIRE A LEGGERLO LA SERA: UN ABBRACCIO E GRAZIE

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Adry



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MessaggioInviato: Mar Apr 18, 2006 18:15    Oggetto: Rispondi citando


dal sito WIKIPEDIA

Biografia
De Roberto nasce a Napoli ma cresce a Catania, dove la madre,siciliana, ritornò nel 1870 dopo essere rimasta vedova.

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La prima formazione
A Catania si iscrisse all'Istituto tecnico e frequentò il corso di scienze fisiche, Scienze matematiche, naturali ed ebbe pertanto una prima formazione scientifica alla quale affiancò presto l'interesse per gli studi classici allargando la sua cultura al latino e agli studi letterari.

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L'esordio letterario
Il suo esordio letterario avvenne con il saggio "Giosuè Carducci e Mario Rapisardi. Polemica", pubblicato a Catania dall'editore Giannotta nel 1881.
Fu presto conosciuto negli ambienti di intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, di critico e giornalista sulle pagine dei due settimanali che uscivano a Catania e a Roma, il "Don Chisciotte" e il "Fanfulla della domenica".
Egli infatti diresse dal 1881 al 1882 la rivista "Il Don Chisciotte" e dal 1882 al 1883 iniziò la collaborazione con "Il Fanfulla della domenica" sotto lo pseudonimo di Hamlet.

Per l'Editore Giannotta fondò la collana di narrativa dei "Sempreverdi" ed ebbe modo di conoscere Capuana e Verga con i quali strinse una salda amicizia.

Nel 1883 raccolse in un volume dal titolo "Arabeschi", tutti i suoi scritti di arte e letteratura a nel 1884 avviò la collaborazione (con il suo vero nome) con il "Fanfulla della domenica", collaborazione che durò fino al 1900.

Un momento importante per la formazione dello scrittore fu l'incontro, durante un soggiorno in Sicilia, con Paul Bourget (1852-1935), a quei tempi molto noto per i suoi studi psicologici e per i romanzi, nei quali analizza minuziosamente le coscienze tentando di giungere ad una "anatomia morale".

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A Milano con Verga e Capuana
Decisivo fu per il De Roberto il trasferimento a Milano nel 1888 dove fu introdotto da Verga nella cerchia degli Scapigliati, e conosce Praga, Boito, Giacosa e Camerana consolidando sempre più la sua amicizia con lo stesso Verga e Capuana.

Nel periodo del suo soggiorno milanese collaborò al Corriere della Sera e pubblicò diverse raccolte di novelle e romanzi, fino al suo capolavoro "I vicerè".

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Il ritorno a Catania
Nel 1897 ritornò a Catania, dove rimase fino alla morte, salvo brevi viaggi nel continente.

A Catania ebbe un incarico come bibliotecario e visse sostanzialmente appartato e deluso per l'insuccesso della sua opera narrativa.

Mentre questa tace egli indirizza il suo lavoro intellettuale alla pubblicistica e alla critica, tra i quali si ricordano gli studi su Leopardi e soprattutto sul Verga che giudicò sempre un maestro.
Alla morte del Verga il De Roberto riordinò in modo accurato le sue opere e iniziò uno studio biografico e critico che rimase interrotto per la morte avvenuta a Catania per un attacco di flebite il 26 luglio 1927.




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Opere
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Le opere di carattere verghiano
Dopo il volumetto di poesie "Encelado", pubblicato a Catania dall'editore Galatola nel 1887, nascono le prime raccolte di novelle, "La sorte" del 1888 e "Documenti umani" dello stesso anno, che si muovono già su una linea verghiana, ma con personali e significative scelte.
In queste raccolte infatti non è assente la tematica paesana e rusticana, ma l'attenzione dello scrittore si concentra soprattutto sul mondo della nobiltà in disfacimento, sia socio-economico, sia fisiologico e su quello dei nuovi borghesi che cercano di confondersi con l'ambiente dei nobili.

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Le opere di analisi psicologica
Seguono i romanzi di analisi psicologica "Ermanno Raeli" del 1889 e "L'illusione" primo del "ciclo" dedicato alla famiglia Uzeda ai quali seguiranno "I Vicerè" del 1884 la cui trama include, in ordine cronologico, gli avvenimenti dell'Illusione e dell'Imperio.

In questi romanzi la tematica psicologica e intimistica gioca sull'interiorità dei personaggi e ruota intorno al contrasto tra illusione e realtà, con i conseguenti motivi della nevrosi e delle inibizioni.

La tematica psicologia ritornerà nella raccolta di novelle "Processi verbali" del 1889 e "L'albero della scienza" del 1890 nei quali verranno però anche ripresi i temi e i metodi veristici.

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Pubblicazioni varie
Negli anni che vanno dal 1892 al 1900 la produzione del De Roberto sarà molto varia, esempio di un itinerario non lineare ma tormentato e complesso, tipico di quegli anni che aveva investito la cultura del positivismo.

Pubblicò infatti il saggio "La morte dell'amore" nel 1892, "L'amore. Fisiologia. Psicologia Morale" nel 1895 e nel 1897 il romanzo "Spasimo" che era apparso a puntate tra il novembre del 1896 e il gennaio del 1897 sul "Corriere" e una monografia su Leopardi del 1898, oltre alle "Lettere d'amore immaginarie", "Gli amori" nel 1898 e i saggi "Una pagina della storia sull'amore" dello stesso anno, "Il colore del tempo" nel 1900 e sempre nel 1900 "Come si ama".

Quando per condizioni di salute dovette trascorrere lunghi periodi a Zafferana Etnea si dedicò alla compilazione di guide turistiche e nel 1908, dopo un viaggio a Roma, iniziò il romanzo "L'Imperio", rimasto incompiuto e pubblicato postumo da Mondadori nel 1929.

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Poetica
Sostenitore convinto della poetica naturalista e verista, De Roberto ne applicò rigorosamente i termini, portando alle estreme conseguenze quegli aspetti di impersonalità del narratore e di osservazione rigorosa dei fatti che, però, contribuiscono a volte ad appesantire la narrazione.

Le tecniche narrative di De Roberto sono funzionali alla narrazione impersonale ma diverse da quelle di Verga. Innanzi tutto non è presente la regressione della voce narrante nella realtà rappresentata, è presente invece, come nel Mastro Don Gesualdo, il discorso indiretto libero ma in larga misura la narrazione si fonda sul dialogo e sulla presenza di didascalie descrittive. La narrazione tende a far propria la tecnica teatrale e infatti nella Prefazione ai “Processi verbali” De Roberto afferma: “L’impersonalità assoluta non può conseguirsi che nel puro dialogo, e l’ideale della rappresentazione obiettiva consiste nella scena come si scrive per il teatro”.
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Rossana



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MessaggioInviato: Mar Apr 18, 2006 18:19    Oggetto: Rispondi citando


Eccomi...eccomi...ma lo sai che lo stavo proprio cercando 'sto topic?
Dov'era finito? Rolling Eyes Question Rolling Eyes
Scusa, Adry, volevo inviarti 1 sms, ma proprio il sito Tim - tanto x cmabiare - nn funziona...ti mando un forte abbraccio!

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genziana



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MessaggioInviato: Ven Apr 21, 2006 12:20    Oggetto: NOVITA'? Rispondi citando


LA MESCOLANZA.COM ha scritto:



Beppe Fiorello, Cristiana Capotondi e I viceré

Continuano i preparativi per quello che si annuncia uno tra i film più attesi della prossima stagione: I viceré di Roberto Faenza, ispirato alla storica opera di Federico De Roberto. Faenza ha da tempo realizzato i sopralluoghi negli scenari da sogno della Sicilia: tra Catania, Caltagirone e Noto, dicono gli esperti. Che, memori di quello che fu Il gattopardo di Visconti, avrebbero motivi per confidare di potersi presto trovare dinanzi a un “affresco” davvero di valore di quegli ambienti. Vari i nomi susseguitisi in questi giorni come papabili per il cast. Oltre ad Alessandro Preziosi, accreditato ultimamente come prossimo protagonista del film, ecco ora spuntare un altro attore davvero illustre, Beppe Fiorello, ormai “consacrato” per le sue numerose interpretazioni di altissimo livello nell’olimpo di fiction e cinema. Accanto a lui, stando ai ben informati, ci sarebbe Cristiana Capotondi, attrice giovane e di talento, reduce dal grande successo di Notte prima degli esami. Infine, potrebbe prendere parte al film anche Lando Buzzanca: che ha mostrato le sue grandi doti di attore drammatico in una fiction come Mio figlio.

A cura di Rachele Zinzocchi 21-4-06





Questo sito ospita anche gossip e "veleni", quindi non consideriamola una notizia definitiva, ma un'ipotesi verosimile sul cast d'interpreti.

Tanti baci, Giuly Smile

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ellebi



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MessaggioInviato: Ven Apr 21, 2006 13:26    Oggetto: Rispondi citando


"Purtroppo" e' un romanzo che mi sta prendendo troppo...non riesco a combinare piu' niente per casa!!!
E' uno straordinario affresco della Sicilia borbonica di meta' '800.
Lo consiglio a chi ama, come me, i romanzi storici...soprattutto a chi ha amato il Gattopardo!!
Cara Adry, tu che sei siciliana come Faenza (a proposito, grazie delle informazioni perche' non sapevo che fosse palermitano, ma cio' spiega il suo interesse per questa terra bellissima), hai visto per caso il film su Don Puglisi, con Luca Zingaretti? Vorrei noleggiarlo nei prossimi giorni..
Appena finisco " i Vicere'" coorro a comprare l'ultimo Montalbano...mi sa' che quest'estate mi tocca ritornare in Sicilia!!!
Un bacione e beviti un latte di mandorle pure per me
Loretta
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MessaggioInviato: Ven Apr 21, 2006 20:19    Oggetto: Rispondi citando


Che bello sapere che forse Ale girerà anche questa fiction e che ritornerà in Sicilia... Laughing Wink Laughing Wink
Speriamo sia una notizia fondata, ma aspettiamo conferme, chissà...magari dal nostro stesso Capitano in persona! Wink
Bacioni e grazie Giuly, di cuore...sempre
Razz
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Adry



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MessaggioInviato: Sab Apr 22, 2006 19:02    Oggetto: Rispondi citando


ellebi ha scritto:
"Purtroppo" e' un romanzo che mi sta prendendo troppo...non riesco a combinare piu' niente per casa!!!
E' uno straordinario affresco della Sicilia borbonica di meta' '800.
Lo consiglio a chi ama, come me, i romanzi storici...soprattutto a chi ha amato il Gattopardo!!
Cara Adry, tu che sei siciliana come Faenza (a proposito, grazie delle informazioni perche' non sapevo che fosse palermitano, ma cio' spiega il suo interesse per questa terra bellissima), hai visto per caso il film su Don Puglisi, con Luca Zingaretti? Vorrei noleggiarlo nei prossimi giorni..
Appena finisco " i Vicere'" coorro a comprare l'ultimo Montalbano...mi sa' che quest'estate mi tocca ritornare in Sicilia!!!
Un bacione e beviti un latte di mandorle pure per me
Loretta


SE VIENI TI ASPETTO CON GIOIA...MAGARI ANDIAMO ASSIEME SUL SET.... Laughing Laughing Laughing Laughing


P.S.IO PENSO CHE SARA' GIRATO ANCHE A PALERMO,VISTO CHE UNA PARTE DEL ROMANZO E' AMBIENTATA IN QUESTA CITTA' E VISTO CHE FAENZA E' PALERMITANO E NON TRASCURA MAI LA SUA CITTA' QUANDO GIRA UN FILM Laughing Laughing Laughing
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