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BENEDETTO XVI, Papa, 19/4/2005; Pontefice emerito, 28/2/2013
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 03, 2012 17:43    Oggetto: 01/ 2012 / Papa BENEDETTO XVI - Giornata Mondiale della PACE Rispondi citando







Messaggio del SANTO PADRE BENEDETTO XVI per la

Celebrazione della GIORNATA MONDIALE della PACE




- EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE -


1. L'inizio di un nuovo anno, dono di Dio all’umanità, mi invita a rivolgere a tutti, con grande fiducia e affetto, uno speciale augurio per questo tempo che ci sta dinanzi, perché sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace.

Con quale atteggiamento guardare al nuovo anno? Nel Salmo 130 troviamo una bellissima immagine. Il Salmista dice che l’uomo di fede attende il Signore « più che le sentinelle l’aurora » (v. 6), lo attende con ferma speranza, perché sa che porterà luce, misericordia, salvezza. Tale attesa nasce dall’esperienza del popolo eletto, il quale riconosce di essere educato da Dio a guardare il mondo nella sua verità e a non lasciarsi abbattere dalle tribolazioni. Vi invito a guardare il 2012 con questo atteggiamento fiducioso. È vero che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologiche. Sembra quasi che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno.

In questa oscurità il cuore dell’uomo non cessa tuttavia di attendere l’aurora di cui parla il Salmista. Tale attesa è particolarmente viva e visibile nei giovani, ed è per questo che il mio pensiero si rivolge a loro considerando il contributo che possono e debbono offrire alla società. Vorrei dunque presentare il Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace in una prospettiva educativa: « Educare i giovani alla giustizia e alla pace », nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo.

Il mio Messaggio si rivolge anche ai genitori, alle famiglie, a tutte le componenti educative, formative, come pure ai responsabili nei vari ambiti della vita religiosa, sociale, politica, economica, culturale e della comunicazione. Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace.

Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene. È un compito, questo, in cui tutti siamo impegnati in prima persona.

Le preoccupazioni manifestate da molti giovani in questi ultimi tempi, in varie Regioni del mondo, esprimono il desiderio di poter guardare con speranza fondata verso il futuro. Nel momento presente sono molti gli aspetti che essi vivono con apprensione: il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale.

È importante che questi fermenti e la spinta ideale che contengono trovino la dovuta attenzione in tutte le componenti della società. La Chiesa guarda ai giovani con speranza, ha fiducia in loro e li incoraggia a ricercare la verità, a difendere il bene comune, ad avere prospettive aperte sul mondo e occhi capaci di vedere « cose nuove » (Is 42,9; 48,6)!

I responsabili dell’educazione

2. L’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita. Educare – dal latino educere – significa condurre fuori da se stessi per introdurre alla realtà, verso una pienezza che fa crescere la persona. Tale processo si nutre dell’incontro di due libertà, quella dell’adulto e quella del giovane. Esso richiede la responsabilità del discepolo, che deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà, e quella dell’educatore, che deve essere disposto a donare se stesso. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone.

Quali sono i luoghi dove matura una vera educazione alla pace e alla giustizia? Anzitutto la famiglia, poiché i genitori sono i primi educatori. La famiglia è cellula originaria della società. « È nella famiglia che i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica. È nella famiglia che essi imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro » [1]. Essa è la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace.

Viviamo in un mondo in cui la famiglia, e anche la vita stessa, sono costantemente minacciate e, non di rado, frammentate. Condizioni di lavoro spesso poco armonizzabili con le responsabilità familiari, preoccupazioni per il futuro, ritmi di vita frenetici, migrazioni in cerca di un adeguato sostentamento, se non della semplice sopravvivenza, finiscono per rendere difficile la possibilità di assicurare ai figli uno dei beni più preziosi: la presenza dei genitori; presenza che permetta una sempre più profonda condivisione del cammino, per poter trasmettere quell’esperienza e quelle certezze acquisite con gli anni, che solo con il tempo trascorso insieme si possono comunicare. Ai genitori desidero dire di non perdersi d’animo! Con l’esempio della loro vita esortino i figli a porre la speranza anzitutto in Dio, da cui solo sorgono giustizia e pace autentiche.

Vorrei rivolgermi anche ai responsabili delle istituzioni che hanno compiti educativi: veglino con grande senso di responsabilità affinché la dignità di ogni persona sia rispettata e valorizzata in ogni circostanza. Abbiano cura che ogni giovane possa scoprire la propria vocazione, accompagnandolo nel far fruttificare i doni che il Signore gli ha accordato. Assicurino alle famiglie che i loro figli possano avere un cammino formativo non in contrasto con la loro coscienza e i loro principi religiosi.

Ogni ambiente educativo possa essere luogo di apertura al trascendente e agli altri; luogo di dialogo, di coesione e di ascolto, in cui il giovane si senta valorizzato nelle proprie potenzialità e ricchezze interiori, e impari ad apprezzare i fratelli. Possa insegnare a gustare la gioia che scaturisce dal vivere giorno per giorno la carità e la compassione verso il prossimo e dal partecipare attivamente alla costruzione di una società più umana e fraterna.

Mi rivolgo poi ai responsabili politici, chiedendo loro di aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare. Non deve mai mancare un adeguato supporto alla maternità e alla paternità. Facciano in modo che a nessuno sia negato l’accesso all’istruzione e che le famiglie possano scegliere liberamente le strutture educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli. Si impegnino a favorire il ricongiungimento di quelle famiglie che sono divise dalla necessità di trovare mezzi di sussistenza. Offrano ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti.

Non posso, inoltre, non appellarmi al mondo dei media affinché dia il suo contributo educativo. Nell’odierna società, i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo particolare: non solo informano, ma anche formano lo spirito dei loro destinatari e quindi possono dare un apporto notevole all’educazione dei giovani. È importante tenere presente che il legame tra educazione e comunicazione è strettissimo: l’educazione avviene infatti per mezzo della comunicazione, che influisce, positivamente o negativamente, sulla formazione della persona.

Anche i giovani devono avere il coraggio di vivere prima di tutto essi stessi ciò che chiedono a coloro che li circondano. È una grande responsabilità quella che li riguarda: abbiano la forza di fare un uso buono e consapevole della libertà. Anch’essi sono responsabili della propria educazione e formazione alla giustizia e alla pace!

Educare alla verità e alla libertà

3. Sant’Agostino si domandava: « Quid enim fortius desiderat anima quam veritatem? – Che cosa desidera l’uomo più fortemente della verità? ». [2] Il volto umano di una società dipende molto dal contributo dell’educazione a mantenere viva tale insopprimibile domanda. L’educazione, infatti, riguarda la formazione integrale della persona, inclusa la dimensione morale e spirituale dell’essere, in vista del suo fine ultimo e del bene della società di cui è membro. Perciò, per educare alla verità occorre innanzitutto sapere chi è la persona umana, conoscerne la natura. Contemplando la realtà che lo circonda, il Salmista riflette: « Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? » (Sal 8,4-5). È questa la domanda fondamentale da porsi: chi è l’uomo? L’uomo è un essere che porta nel cuore una sete di infinito, una sete di verità – non parziale, ma capace di spiegare il senso della vita – perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Riconoscere allora con gratitudine la vita come dono inestimabile, conduce a scoprire la propria dignità profonda e l’inviolabilità di ogni persona. Perciò, la prima educazione consiste nell’imparare a riconoscere nell’uomo l’immagine del Creatore e, di conseguenza, ad avere un profondo rispetto per ogni essere umano e aiutare gli altri a realizzare una vita conforme a questa altissima dignità. Non bisogna dimenticare mai che « l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione » [3], inclusa quella trascendente, e che non si può sacrificare la persona per raggiungere un bene particolare, sia esso economico o sociale, individuale o collettivo.

Solo nella relazione con Dio l’uomo comprende anche il significato della propria libertà. Ed è compito dell’educazione quello di formare all’autentica libertà. Questa non è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio, non è l’assolutismo dell’io. L’uomo che crede di essere assoluto, di non dipendere da niente e da nessuno, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per contraddire la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà. L’uomo, invece, è un essere relazionale, che vive in rapporto con gli altri e, soprattutto, con Dio. L’autentica libertà non può mai essere raggiunta nell’allontanamento da Lui.

La libertà è un valore prezioso, ma delicato; può essere fraintesa e usata male. « Oggi un ostacolo particolarmente insidioso all’opera educativa è costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio “io”. Dentro ad un tale orizzonte relativistico non è possibile, quindi, una vera educazione: senza la luce della verità prima o poi ogni persona è infatti condannata a dubitare della bontà della stessa vita e dei rapporti che la costituiscono, della validità del suo impegno per costruire con gli altri qualcosa in comune » [4].

Per esercitare la sua libertà, l’uomo deve dunque superare l’orizzonte relativistico e conoscere la verità su se stesso e la verità circa il bene e il male. Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce lo chiama ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, ad assumere la responsabilità del bene compiuto e del male commesso [5]. Per questo, l’esercizio della libertà è intimamente connesso alla legge morale naturale, che ha carattere universale, esprime la dignità di ogni persona, pone la base dei suoi diritti e doveri fondamentali, e dunque, in ultima analisi, della convivenza giusta e pacifica fra le persone.

Il retto uso della libertà è dunque centrale nella promozione della giustizia e della pace, che richiedono il rispetto per se stessi e per l’altro, anche se lontano dal proprio modo di essere e di vivere. Da tale atteggiamento scaturiscono gli elementi senza i quali pace e giustizia rimangono parole prive di contenuto: la fiducia reciproca, la capacità di tessere un dialogo costruttivo, la possibilità del perdono, che tante volte si vorrebbe ottenere ma che si fa fatica a concedere, la carità reciproca, la compassione nei confronti dei più deboli, come pure la disponibilità al sacrificio.

Educare alla giustizia

4. Nel nostro mondo, in cui il valore della persona, della sua dignità e dei suoi diritti, al di là delle proclamazioni di intenti, è seriamente minacciato dalla diffusa tendenza a ricorrere esclusivamente ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere, è importante non separare il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti. La giustizia, infatti, non è una semplice convenzione umana, poiché ciò che è giusto non è originariamente determinato dalla legge positiva, ma dall’identità profonda dell’essere umano. È la visione integrale dell’uomo che permette di non cadere in una concezione contrattualistica della giustizia e di aprire anche per essa l’orizzonte della solidarietà e dell’amore [6].

Non possiamo ignorare che certe correnti della cultura moderna, sostenute da principi economici razionalistici e individualisti, hanno alienato il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti, separandolo dalla carità e dalla solidarietà: « La “città dell’uomo” non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione. La carità manifesta sempre anche nelle relazioni umane l’amore di Dio, essa dà valore teologale e salvifico a ogni impegno di giustizia nel mondo » [7].

« Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati » (Mt 5,6). Saranno saziati perché hanno fame e sete di relazioni rette con Dio, con se stessi, con i loro fratelli e sorelle, e con l’intero creato.

Educare alla pace

5. « La pace non è la semplice assenza di guerra e non può ridursi ad assicurare l’equilibrio delle forze contrastanti. La pace non si può ottenere sulla terra senza la tutela dei beni delle persone, la libera comunicazione tra gli esseri umani, il rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l’assidua pratica della fratellanza » [8]. La pace è frutto della giustizia ed effetto della carità. La pace è anzitutto dono di Dio. Noi cristiani crediamo che Cristo è la nostra vera pace: in Lui, nella sua Croce, Dio ha riconciliato a Sé il mondo e ha distrutto le barriere che ci separavano gli uni dagli altri (cfr Ef 2,14-18); in Lui c’è un’unica famiglia riconciliata nell’amore.

Ma la pace non è soltanto dono da ricevere, bensì anche opera da costruire. Per essere veramente operatori di pace, dobbiamo educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, essere attivi all’interno della comunità e vigili nel destare le coscienze sulle questioni nazionali ed internazionali e sull’importanza di ricercare adeguate modalità di ridistribuzione della ricchezza, di promozione della crescita, di cooperazione allo sviluppo e di risoluzione dei conflitti. « Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio », dice Gesù nel discorso della montagna (Mt 5,9).

La pace per tutti nasce dalla giustizia di ciascuno e nessuno può eludere questo impegno essenziale di promuovere la giustizia, secondo le proprie competenze e responsabilità. Invito in particolare i giovani, che hanno sempre viva la tensione verso gli ideali, ad avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando ciò può comportare sacrificio e andare controcorrente.

Alzare gli occhi a Dio

6. Di fronte alla difficile sfida di percorrere le vie della giustizia e della pace possiamo essere tentati di chiederci, come il Salmista: « Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? » (Sal 121,1).

A tutti, in particolare ai giovani, voglio dire con forza: « Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero… il volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore? » [9]. L’amore si compiace della verità, è la forza che rende capaci di impegnarsi per la verità, per la giustizia, per la pace, perché tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (cfr 1 Cor 13,1-13).

Cari giovani, voi siete un dono prezioso per la società. Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. Vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero! Vivete intensamente questa stagione della vita così ricca e piena di entusiasmo.

Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo. Siate consapevoli delle vostre potenzialità e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più luminoso per tutti. Non siete mai soli. La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e desidera offrirvi quanto ha di più prezioso: la possibilità di alzare gli occhi a Dio, di incontrare Gesù Cristo, Colui che è la giustizia e la pace.

A voi tutti, uomini e donne che avete a cuore la causa della pace! La pace non è un bene già raggiunto, ma una meta a cui tutti e ciascuno dobbiamo aspirare. Guardiamo con maggiore speranza al futuro, incoraggiamoci a vicenda nel nostro cammino, lavoriamo per dare al nostro mondo un volto più umano e fraterno, e sentiamoci uniti nella responsabilità verso le giovani generazioni presenti e future, in particolare nell’educarle ad essere pacifiche e artefici di pace. È sulla base di tale consapevolezza che vi invio queste riflessioni e vi rivolgo il mio appello: uniamo le nostre forze, spirituali, morali e materiali, per « educare i giovani alla giustizia e alla pace ».

BENEDICTUS PP XVI
[ www.vatican.va ]






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genziana



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MessaggioInviato: Mer Gen 11, 2012 10:39    Oggetto: Papa BENEDETTO XVI udienze generali del mercoledì in diretta Rispondi citando



    Ogni mercoledì in diretta su CTV e TV2000 (can.28 dtt gratuito)

    si possono seguire le Udienze generali del mercoledì con il Papa


    novità * diretta web integrale www.vatican.va/video/index.html



      ogni settimana la catechesi di Papa Benedetto XVI

rivediamo rileggiamo insieme le Udienze dal sito web ufficiale del Vaticano

Arrow www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2012/index_it.htm

Arrow www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/index_it.htm




    per accompagnare PAPA BENEDETTO XVI sempre


CTV diretta web +video news +agenda +Radio Vaticana: live#on demand

Exclamation http://player.rv.va/vaticanplayer.asp?language=it&tic=VA_SRCH2ZQI Exclamation



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PattyRose



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MessaggioInviato: Dom Feb 26, 2012 18:28    Oggetto: Rispondi citando


Il Papa denuncia il carrierismo nella Chiesa "E' contro di me e non mi rende felice"

Incontrando il clero romano in un Vaticano attraversato da veleni e polemiche, Benedetto XVI ha parlato a braccio e ha usato una inconsueta prima persona per ricordare ai sacerdoti "l'umiltà", che "mi porta a non volere apparire, ma a fare quel che Dio ha pensato di me e per me". "La superbia è la radice di tutti i peccati". E tra questi Ratzinger cita "la ricerca del potere"

CITTA' DEL VATICANO - Se il Vaticano fatica a scrollarsi di dosso veleni, accuse di corruzione e lettere anonime, il Papa fa di tutto per richiamare il clero alla sua missione, invitando allo stesso tempo i fedeli a distinguere il messaggio della Chiesa al di là della fallibilità umana. Così, se una settimana fa Ratzinger aveva ricordato che "Gesù insegna a perdonare i nemici", oggi ha ribadito un fermo "no" alle ambizioni personali e al carrierismo nella Chiesa, usando modalità inconsuete.

Durante l'incontro con il clero della diocesi di Roma, nel tradizionale appuntamento di inizio Quaresima, Benedetto XVI ha parlato spesso a braccio, usando una ben poco consueta prima persona. Altra variante: negli anni scorsi Ratzinger aveva preferito un dialogo con domande dei sacerdoti presenti, stavolta si è rivolto ai parroci romani nell'Aula Paolo VI attraverso una lectio divina su un passaggio della lettera agli Efesini.

Dobbiamo liberarci, ha detto Papa Ratzinger, di "questa vanagloria che alla fine - ha ammonito, passando alla prima persona - è contro di me e non mi rende felice". "Debbo saper accettare la mia piccola posizione nella Chiesa", ha continuato il Papa, raccomandando ai sacerdoti la parola chiave: "Umiltà, che mi porta a non volere apparire, ma a fare quel che Dio ha pensato di me e per me, fa parte del realismo cristiano".

A questo punto, l'affondo del Pontefice: "La superbia è arroganza, è la radice di tutti i peccati, la ricerca del potere, apparire agli occhi degli altri, non preoccuparsi di piacere a se stessi e a Dio. Essere cristiani vuol dire superare questa tentazione, essere veri, sinceri, realisti. L'umiltà è soprattutto verità, vivere nella verità, imparare che la piccolezza ci fa grandi. Riconoscere che io sono unico, un pensiero di Dio".

"Accettare me stesso, accettare l'altro - ha aggiunto Ratzinger - sono cose che vanno insieme, è questa la grande sintonia della Chiesa e della Creazione: che siamo uno diverso dall'altro. Essendo umile, ho la libertà di essere in contrasto con qualche mio parente" in nome "della libertà della verità". "Il Signore - ha quindi invocato Papa Ratzinger, rivolgendosi al clero della diocesi di Roma - ci aiuti a essere costruttori della libertà della Chiesa".

Benedetto XVI si è poi soffermato sulla tentazione sempre più diffusa di non seguire tutte le indicazioni della Chiesa e di sentirsi ugualmente a posto con la coscienza. E lo ha fatto criticando l'espressione "cattolici adulti", che un certo successo ha avuto nel mondo politico italiano. "Si dice - ha spiegato Ratzinger - fede adulta emancipata dal magistero, come se, in quanto cresciuto, debbo emanciparmi dalla madre". Ma, ha osservato papa Ratzinger, "il risultato è la dipendenza dalle onde del mondo, della dittatura dei mezzi di comunicazione, della opinione comune, del modo di cioè che tutti pensano e vogliono".

Per il Pontefice, solo "liberarsi da questa dittatura è liberarsi davvero". "Dobbiamo - ha esortato rivolto ai parroci romani - essere emancipati in questo senso, con una fede realmente adulta che vede e fa vedere la vera realtà adulta in comunione con Cristo. Essere veri nella carità e nella verità".

"Un grande problema della Chiesa attuale è la mancanza di conoscenza della fede", quello che i cardinali riuniti venerdì scorso nel vertice pre-Concistoro hanno definito "analfabetismo religioso", ha sottolineato Benedetto XVI, spiegando che "con questo analfabetismo non può crescere l'unità" dei cristiani. Uno dei compiti del prossimo Anno della Fede, ha aggiunto, sarà quindi "fare il possibile per un rinnovamento catechistico, perché la fede sia conosciuta e cresca l'unità nella verità". E' anche attraverso una maggiore conoscenza del Catechismo, secondo Ratzinger, che nell'Anno della Fede si rinnoverà la missione del Concilio.

Benedetto XVI ha invitato i sacerdoti a comportarsi "in maniera degna della chiamata che avete ricevuto": sappiate trovare "la vera strada, quella del Signore e guidare gli altri", ha detto. "La grande sofferenza della Chiesa, in Europa e in Occidente, è la mancanza di vocazioni sacerdotali. Per questo bisogna porsi in ascolto della chiamata del Signore".


Repubblica - 23 febbraio 2012

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PattyRose



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MessaggioInviato: Dom Feb 26, 2012 19:18    Oggetto: Rispondi citando


CHE COS' E' LA MASSONERIA?

Innanzitutto che cos’è la massoneria? qual è la natura della massoneria? Bisogna distinguere tra i concetti filosofici o pubblici (conosciuti da tutti) della massoneria (e Giuliano di Bernardo ha scritto un libro edito dalla Marsilio di Venezia: La Filosofia della Massoneria, come dire: la massoneria è una società segreta, ma ha una filosofia pubblica che è conosciuta da tutti); poi ci sono anche dei concetti segreti o iniziatici i quali sono conosciuti soltanto dagli iniziati, da coloro che entrano nella massoneria: non solo vi aderiscono, ma fanno tutti i passi che occorre fare per arrivare sino alla cima della massoneria.
Allora, iniziamo. Quali sono i concetti pubblici che tutti conoscono e che hanno ispirato il mondo moderno a partire da Cartesio sino ad oggi? Sono, come spiega Di Bernardo stesso -che è stato il Gran Maestro della Massoneria- il soggettivismo e il relativismo.
Vedete, Maritain ha scritto un bel libro, I tre riformatori, che sono Cartesio, Lutero e Rousseau, e lui dice: sono i tre filosofi che hanno riformato il mondo e lo hanno reso moderno, nel senso non attuale… “moderno” è un mondo che rifiuta la realtà, l’oggettività, un Dio trascendente, la capacità dell’intelligenza di conoscere la realtà come è e non “come mi pare” perché sono soggettivisti. Per Cartesio è l’io cogitans in cogito che crea la realtà. Non lo dice esplicitamente, ma i filosofi idealisti (Kant, Fichte. Schelling, Hegel, fino a Giovanni Gentile) espliciteranno questo soggettivismo e relativismo filosofico di Cartesio.
Il secondo riformatore è religioso, è Lutero, il quale applica il soggettivismo alla religione: la religione non è qualche cosa che Dio ha rivelato, non è qualche cosa che ha dei significati dogmatici oggettivi, non c’è un magistero che mi spiega il Papa, i Padri della Chiesa, oltre la Sacra Scrittura, la Tradizione orale che mi dicono il significato della Scrittura. [Per] i protestanti ognuno soggettivamente interpreta come sembra a lui, “a me sembra che…”; quando Gesù dice: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, Lutero dice: per me significa questo è il simbolo del mio Corpo, questo è il simbolo del mio Sangue. Quindi non c’è presenza reale, fisica, sostanziale di Gesù sotto le specie del pane e del vino, al massimo si può parlare di comparazione, ma non di transustanziazione. Allora vedete il soggettivismo religioso…
Il terzo [riformatore] è Jean Jacques Rousseau, lo svizzero di Ginevra, il quale ha applicato il soggettivismo alla politica e ha fondato il mito del democratismo, per cui il miglior sistema di governo non è la democrazia classica, come la intendevano Aristotele e San Tommaso d’Aquino (che è una delle tre forme di governo, la più imperfetta, ma non cattiva in sè), per lui democratismo è: il potere viene dal basso, viene dal popolo, non viene da Dio e ognuno può fare legiferare ciò che gli sembra meglio, per cui si può fare la legge dell’aborto anche se l’aborto è uccisione di un innocente ed è contrario a un comandamento della legge naturale e divina oggettivo: non uccidere l’ innocente. Qualsiasi persona, anche se non è cattolica, sa che non è bene uccidere un innocente…
Ora vedete i tre grandi riformatori, dai quali la massoneria, che è nata ufficialmente (almeno quella che si conosce, che è uscita all’aperto) nel 1717 da questi filosofi (Cartesio è morto nel 1650; mi sembra Rousseau nel 1778 o ’87, non mi ricordo…).
Ebbene, il relativismo e il soggettivismo. “Dal punto di vista religioso bisogna vedere ciò che le grandi religioni o dottrine hanno in comune, non bisogna vedere le differenze dogmatiche”.
Oggi, per esempio, si parla molto di “dialogo” tra religioni monoteiste. Lo stesso Benedetto XVI ha detto: “in questioni religiose non si può dialogare”, perché il dialogo è una chiacchierata che non si prefigge di arrivare alla verità; bisogna dibattere, “dibattere” è quando uno sbatte violentemente una pianta per far cadere i frutti e raccoglierli; come dire: si dibatte per arrivare ad una verità.
Ora, il Cristianesimo crede nella Divinità di Cristo, nella SS. Trinità; il giudaismo non crede nella Trinità e dice che Gesù era un impostore; l’islam non crede nella Trinità, non ammette la divinità di Gesù Cristo, anche se Gesù Cristo era un “profeta”. Per cui tutte e tre queste religioni non possono essere vere se noi accettiamo il principio di identità e non contraddizione che già aveva formulato Aristotele: una stessa cosa non può essere nello stesso tempo grande e piccola. Questa penna è piccola, non può essere nello stesso tempo grande, come tutta questa stanza…
E purtroppo la filosofia pubblica della massoneria si fonda proprio sulla negazione del principio di non contraddizione, sul soggettivismo (“a me sembra che questa penna sia grande”): non conta l’oggetto, ciò che sta davanti a me e l’oggettività della cosa e della realtà, ma conta innanzitutto il soggetto che crea una realtà. E tutto quindi è relativo, perché a me [la penna] sembra piccola, a lei sembra grande, a un altro sembra media… quindi non c’è più verità! Così è se vi pare, diceva Pirandello…
La filosofia e la teologia cattolica invece è oggettivista e realista: l’uomo ha la capacità di conoscere la realtà, i sensi non m’ingannano. Invece per Cartesio, sì, i sensi ci ingannano… allora io questa bottiglia la vedo verde, ma la vedo verde perché i sensi m’ingannano.. magari questa bottiglia è bianca; io penso, vedo, che qui c’è dell’acqua, invece può darsi ci sia del vino… Allora vedete che se uno adotta queste filosofie, nega la realtà, l’oggettività delle cose (per me è acqua, per un altro è vino, per un altro è veleno…).
La filosofia cattolica, la teologia cattolica, invece, è dogmatica. Dogmatico, vedete, oggi è una parola che è diventata tabù… “dogmatico” significa una persona retriva, che ha i paraocchi… Invece “dogma”, in greco, significa “certezza”, allora è certo che 2 + 2 = 4… questo è certo! È certo che il bianco è il bianco, che il nero è il nero, che il bianco non è nero; che il “sì” è il “sì”, il “no” è il “no”, il “sì” non è il “no”! Gesù stesso ce l’ha detto nel Vangelo: «Il vostro parlare sia: sì sì -(il sì è il sì)- no no. Quello che è di più viene dal maligno» (dal diavolo). Quindi se uno vuol far dire che il “sì” è uguale al “no”, che il male è uguale al bene (la conseguenza pratica), questo qui è ispirato dal maligno.
E allora ecco che la teologia cattolica si fonda su ciò che differenzia dogmaticamente una religione da un’altra. Quindi ci sono delle differenze dogmatiche enormi tra noi cattolici, i musulmani e gli israeliti, e naturalmente non possono essere tutte e tre vere: se Gesù è veramente Dio, se Dio è Uno nella natura e Trino nelle Persone, l’islam e il giudaismo religioso dopo la morte di Gesù Cristo non possono essere veri (io non parlo dell’Antico Testamento).
Allora ecco che il pluralismo, il relativismo, il soggettivismo, derivano dalla natura della massoneria. L’opinionismo: ognuno ha la propria opinione. Però se voi andate a scuola e il professore vi chiede quanto fa 2 + 2 e uno risponde “5”, il professore lo boccia; se l’allievo gli risponde: “ma ognuno ha la sua opinione”, il professore non lo accetta. Come: se io passo il semaforo rosso, non posso dire al vigile: “a me sembra verde”, perché il vigile dice: “no, è rosso e quindi io le faccio la contravvenzione”.
Quindi vedete come il buon senso, il senso comune è tutto fondato sull’oggettività della realtà, sul principio d’identità e non contraddizione: se è verde è verde e non può essere rosso; tu sei passato col rosso per cui ti ritiro la patente.
La filosofia pubblica della massoneria ammette non un Dio personale e trascendente, che trascende l’uomo (l’uomo è finito, Dio, invece, lo sorpassa, Dio è infinito, Creatore dell’uomo, del Cielo e della terra), ma ammette un grande “Architetto” dell’universo. Vedete, l’Architetto non crea una casa dal nulla, ma presuppone una materia di cemento e dei mattoni, degli operai, un capomastro… i quali mettano assieme questa materia, diano una forma alla materia e formino una casa.
Ora vedete… loro dicono: sì, ma noi crediamo al grande architetto dell’universo. Benissimo, ma questo architetto dell’universo non è il nostro Dio, il Dio trascendente, al quale non solo ci si arriva con la Fede, ma ci si arriva con la ragione: Aristotele, Platone, hanno dimostrato, ancora prima di Cristo (300 anni prima di Cristo) che a partire dalle creature finite, limitate, si risale a una causa infinita e illimitata.
Se io vedo questo apparecchio, non posso dire che l’ apparecchio si è fatto da sé, ma debbo dire: “c’è stato un tecnico che ha messo assieme delle rotelle e ha formato un registratore”. Se il tecnico che mi ha dato questo apparecchio mi dice: “tu mi devi 100 euro” e io gli rispondo: “no, perché questo apparecchio viene o dal nulla o viene dal caso che ha messo assieme varie rotelle e ha formato un apparecchio”, ebbene, il venditore dell’apparecchio mi dà un pugno in testa e mi rimette a posto le rotelle del mio cervello che non girano tanto bene o che fanno finta di non girar bene, perché non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere… se non mi fa comodo pagare i 100 euro, ecco che invento tutte le dottrine che mi fanno comodo. Quindi, come dice il Salmo, «non ha voluto capire per non agire bene», certe volte ci fa comodo negare il principio di non contraddizione, perché poi dalla negazione teorica arriva quella pratica: il bene e il male. Allora, se la suocera mi sta antipatica la morale mi dice: te la tieni e non la puoi ammazzare; se invece nego il principio di identità e non contraddizione, quindi praticamente la sinderesi (il bene è il bene, il male è il male), ecco che per me è bene uccidere la suocera e quindi va uccisa.
Quindi, voi vedete il disastro non solo dottrinale, ma anche morale ed etico che deriva da questa filosofia pubblica della massoneria, che poi è la filosofia della modernità, da Cartesio, Kant, Hegel, ecc… sino ad oggi.
[La massoneria] ammette un certo spiritualismo. Anche questa parola “spiritualismo”, vedete… l’uomo è composto di materia e di spirito, non è solo spirito. Ora c’è l’errore per eccesso, il marxismo: l’uomo è solo materia, materialismo; e questo non è vero, perché se io fossi solo materia non potrei parlare, al massimo riuscirei ad abbaiare come un cane e voi non riuscireste a capirmi. Il cane fa capire, abbaiando, se ha fame, se ha dolore… ma non riesce a fare una conferenza, non riesce a scrivere la Divina Commedia… L’uomo, invece, riesce a spiegare, a farsi capire, a scrivere… e quindi noi non siamo solo materia: è il buon senso che ce lo dice.
Lo spiritualismo dice: no, l’uomo è come un angelo. Cartesio diceva infatti che il corpo non fa parte dell’uomo; l’uomo è solo l’anima ed è come un cavaliere che sta su un cavallo: l’anima è il cavaliere, l’uomo; il cavallo è il corpo. Quindi scinde questa unione…. perchè io sono un’unione: l’anima che informa il corpo, quindi io sono –come diceva Aristotele- un’unione tra spirito e materia, tra anima e corpo.
Allora i massoni dicono: lavoriamo assieme, con i cattolici, senza discutere, specialmente negli ultimi tempi; come i comunisti sono stati i socialisti per il cristianesimo, così ci sono i massoni per il cattolicesimo. Vale a dire: basta agire assieme e nell’agire assieme si fa perdere al cattolico la propria identità, perché quando uno comincia a vivere male, ad agire male, comincia anche a pensare male… Se io comincio a collaborare con un comunista, con un massone, pian piano, giorno dopo giorno, finirò per perdere le mie certezze e per acquisire l’ideologia dell’altro.
È per quello che Pio XI quando condannò, nel 1937, il comunismo, nella Divini Redemptoris, disse: il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può collaborare con esso per nessun motivo, perché il comunismo, essendo prassi, cerca di portare il cattolico a sé, non convincendolo della verità del comunismo, ma facendolo agire assieme a lui.
E aveva visto lontano, tanto è vero che Ernst Bloch, dopo Gramsci, il maestro di Franco Rodano, è stato l’inventore del catto-comunismo: allora bisogna non parlare di dottrina, bisogna spingere il cattolico ad agire assieme a noi per la giustizia sociale, per aiutare i poveri… e poi pian piano i cattolici perderanno la loro identità e diventeranno de facto –anche se penseranno di essere ancora cattolici- comunisti.
La chiesa, invece… Gesù ce lo dice nel Vangelo: «Chi non è con me è contro di me», «chi crederà sarà salvato, chi non crederà sarà condannato», quindi vedete… chi non vuol credere alla sua Divinità, alla Trinità, è escluso dal Regno dei Cieli. Allora è massima mancanza di carità non dire la Verità a chi la viene a chiedere!
Una volta c’erano i missionari (qui c’è un Padre Francescano…), partivano, andavano in missione, si facevano uccidere in maniera crudelissima, per insegnare il Vangelo e la Verità a chi non l’aveva ancora ricevuta; come gli Apostoli: son morti tutti martiri, tranne San Giovanni, che è stato buttato in una caldaia di olio bollente e poi ne è uscito illeso per grazia di Dio.
Allora ecco che un altro principio della massoneria è che la massoneria non esclude nessuno per principio. Vale a dire: tutti, anche se si contraddicono, possono essere massoni, purché uno non pretenda di dire: “ciò che io credo è la verità!”. Allora, costui è escluso dalla massoneria. Quindi, se la massoneria non è cattolica, se la massoneria è aperta a tutte le religioni, un massone può essere cattolico, a condizione di non dire che l’unica vera religione è il cattolicesimo. Questo è un punto fermo della massoneria. E la massoneria, che strombazza tanto il pluralismo, è intollerante nei confronti di chi aderisce alla verità (e com’è sotto l’Impero Romano: se uno bruciava l’incenso di fronte all’Imperatore, gli facevano far carriera, se uno invece si rifiutava, diceva: “no, questo no, è un uomo, io lo rispetto come uomo e come Imperatore e combatto per lui, ma non posso adorarlo come Dio perché è una creatura”, allora lo facevano sbranare dai leoni). La conclusione è che non si può essere assieme cattolici e massoni.
Quali sono adesso i concetti segreti o iniziatici della massoneria? Voi sapete che il primo Papa che ha scritto un’Enciclica sulla massoneria è Clemente XII, In eminenti, nel 1738. Siamo arrivati sino a Pio XII: 600 documenti di condanna della massoneria in 220 anni. Leone XIII ha scritto la Humanum genus, il capolavoro, l’enciclica più bella sulla massoneria, e dice: «La massoneria è una setta segreta, vuol distruggere la società cristiana e la Chiesa, se fosse mai possibile». La società cristiana oramai l’ha distrutta, perché la società in cui viviamo non è più cristiana, e neanche atea, perché per essere ateo bisogna credere in qualche cosa, che Dio non esiste. La società di oggi è agnostica, non gliene importa di nulla, purché uno mangia, beva, dorma e si diverta, sta a posto… L’ateo aveva qualche principio, l’agnostico no (mi ricordo che stavo in Piemonte e c’era un sindaco che mi diceva sempre: “io sono agnostico” e io gli risposi: “anche il mio cane è agnostico, perché non ha mai detto che Dio non esiste, però non viene mai a Messa e non prega mai. Non è cattivo, però è agnostico. Allora lei e il mio cane avete la stessa religione”).
Allora Leone XIII dice: “bisogna smascherare la massoneria, far capire che cos’è la massoneria. Essa è satanica”. Qui bisogna però fare attenzione: gli aderenti alla massoneria sono coloro che hanno dato il nome, ma non conoscono la dottrina segreta della massoneria: costoro possono essere in buona fede. Per esempio una persona molto cattolica, per ingenuità o per far carriera, dà il nome alla massoneria, è reclutata prima dai Lyons, dai Rotary… poi pian piano lo fanno entrare in massoneria, lì gli promettono una carriera. Lui dà il nome alla massoneria, ma non è fatto per mentalità ad essere un iniziato, ad entrare nel segreto della massoneria. Costui può essere in buona fede… Invece gli iniziati, coloro che conoscono la dottrina segreta della massoneria, costoro davvero stanno in stato di peccato mortale, c’è la scomunica ipso facto e vedremo qual è poi la dottrina segreta della massoneria.
I Papi condannano la massoneria e denunciano le infiltrazioni massoniche nella Chiesa. Voi conoscete la leggenda di Pio IX: all’inizio Pio IX, essendo molto buono di carattere, fece delle riforme che concedevano delle libertà, delle amnistie, però quando capì che la rivoluzione voleva la distruzione della Chiesa e più lui concedeva più loro si incattivivano contro la Chiesa, Pio IX fu irremovibile. La massoneria per vendicarsi lo calunniò e quindi c’è la leggenda di Pio IX massone. Oggi se ne sentono tante…: “Giovanni XXIII era massone”. Provalo! Come fai a dire una cosa del genere? Quindi bisogna fare molta attenzione a questo…
Allora, Clemente XII, 1738, sino a Pio XII, 220 anni, 600 documenti.
Pio IX nel 1849 dice: «Degli ecclesiastici son passati col nemico della Chiesa», si riferiva alla massoneria; nel 1876 sempre Pio IX: «In Brasile agenti della massoneria si sono infiltrati nelle confraternite cattoliche»; nel 1892 Leone XIII, nella Inimica vis, l’Enciclica che riguarda la massoneria in Italia, dice: «I massoni cercano di sedurre il clero per farne dei rivoluzionari»; San Pio X, nel 1904, dice dei modernisti e dei massoni: «Sono lupi sotto apparenze di agnelli; il prete deve svelare le loro trame e i loro complotti, e sono perfidi»; nel 1907 la condanna del modernismo, «i nemici modernisti -(e all’origine del modernismo c’è l’occultismo, c’è la massoneria)- sono arrivati sin dentro il cuore della Chiesa e un gran numero di preti tramano la rovina della Chiesa»; nel 1914, poco prima di morire disse: «Oh quanti marinai -(sarebbero i fedeli)-, quanti piloti -(preti)-, quanti capitani -(Vescovi)- hanno fatto naufragio!» (già in quei tempi!).
Quindi non dobbiamo meravigliarci se purtroppo poi c’è stato un certo sbandamento a partire dalla morte di Pio XII, sbandamento dal quale pian piano stiamo uscendo fuori. Poi noi sappiamo: le porte dell’inferno non prevarranno, per cui la chiesa trionferà, anche se per un certo periodo di tempo… come quando Gesù in quei tre giorni della Passione sembrava essere soltanto un uomo, e più un verme che un uomo, però alla fine Gesù è risorto!
Pio XI nel ’37: «Il comunismo e la massoneria cercano d’infiltrarsi nelle assemblee cattoliche». Purtroppo con la morte di Pio XII, il carattere ottimista (eccessivamente ottimista!), ingenuo, di Giovanni XXIII, cominciò il cosiddetto aggiornamento: è naturale che uno cerchi di “aggiornare” una casa, ma non può pensare di rompere i pilastri portanti, altrimenti la casa crolla… va aggiornato magari il tessuto, ma non la sostanza delle cose.
Lui spinse al dialogo pensando che col dialogo si potessero portare i comunisti nella Chiesa, i massoni nella Chiesa, i protestanti… Purtroppo invece questo dialogo si è rivelato -come diceva Del Noce- “un ponte a senso unico”, dove noi dialoghiamo con i comunisti, ma non sono i comunisti che vengono da noi, siamo noi che passiamo al comunismo.
I fatti. Nel 1966 la Conferenza Episcopale Scandinava dice e scrive: “Le due appartenenze alla massoneria e alla Chiesa Cattolica sono compatibili”. Vedete, è una dottrina diametralmente opposta a quella della Chiesa, dottrina espressa in 600 documenti per 220 anni, continuativamente.
Nel 1974 la lettera del Cardinale Seper (che era il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede prima del Cardinal Ratzinger) al Cardinale Kroll degli Stati Uniti d’America: “I laici –scrive Seper- possono iscriversi alla massoneria -(mentre prima, e ancora nel ’74, c’era la scomunica; nell’83 l’hanno tolta, ma Ratzinger –poi lo vedremo- ha detto: “ma stanno in stato di peccato mortale”)-, i chierici no”. Quindi implicitamente la scomunica del Codice del 1917 non veniva più applicata.
Nel 1976 la Conferenza Episcopale di Santo Domingo scrive: “Non c’è incompatibilità tra essere cattolico e essere massone, non c’è incompatibilità tra essere cattolico e comunista”… ora, vedete, il comunismo è materialismo; il cattolico crede nell’anima, nell’al di là, nel Paradiso… come può esserci conciliazione tra la dottrina cattolica e il materialismo? È impossibile!
E infine, nel ’75, il Cardinal Brando Hilela, messicano, celebrò una messa in una Loggia massonica.
Nell’83 esce il nuovo Codice di Diritto Canonico e non si trova più la scomunica alla massoneria, però il Cardinal Ratzinger, che allora era il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, fece mettere una specie di nota previa, che apparve sull’Osservatore Romano, nella quale stava scritto: “I fedeli che appartengono alla massoneria sono in stato di peccato mortale”. Quindi non ribadisce la scomunica, ma dice: c’è inconciliabilità ed è peccato mortale dare il nome alla massoneria. Al che i massoni si risentirono e dissero: “ma come mai qui si fa un passo indietro?” e la Conferenza Episcopale Tedesca disse: “Dateci i vostri libri e le vostre Costituzioni. Noi le studiamo e vediamo se c’è conciliabilità tra Chiesa e massoneria”. Furono offerte le Costituzioni della massoneria, la Conferenza Episcopale per parecchi anni le studiò, [studiò] sia la massoneria inglese, che è quella più conservatrice non anticlericale, sia quella latina, la quale invece è anti-clericale (quella italiana e quella francese), e la risposta della Conferenza Episcopale Tedesca fu: entrambe [sono inconciliabili], sia quella latina, sia quella anglosassone… Per esempio oggi c’è Introvigne per questa categoria di teo-conservatori, neo-conservatori i quali dicono: “mah, sì la massoneria latina, francese e italiana è cattiva, quella inglese e americana no”, invece la risposta di Ratzinger e della Conferenza Episcopale è entrambe sono inconciliabili (certo una è più aggressiva, una meno), perché sono relativiste, soggettiviste, e questo è incompatibile col cattolicesimo.
Allora, cosa fare? La politica dello struzzo, mettere la testa sotto la sabbia, non è bello, quello che è successo dal ’58 sino ad oggi è un fatto, non è bello, però non si può dire tutto va bene, facciamo finta di nulla; lo scoraggiamento: tutto è finito, la chiesa è finita… Assolutamente no! La Chiesa durerà sino alla fine del mondo, anche se ha attraversato, come è successo sempre, periodi bui, (i tre giorni della morte di Gesù, le prime persecuzioni, che sono durate 300 anni, la crisi ariana, ecc… ecc… Papa Borgia…) insomma… ci sono stati episodi poco belli, ma la chiesa ancora sta qui, e quando Napoleone voleva distruggere la Chiesa e portò prigioniero il Papa in Francia, il Cardinal Fonzalli gli disse: Maestà, lasci perdere! Non è cosa da lei distruggere la Chiesa, lei è un genio, però non ci siamo riusciti noi preti che ci bazzichiamo da mille o duemila anni attorno alla Chiesa, e non ci può riuscire lei!
Se la Chiesa fosse qualche cosa di umano… vedete, voi lasciate la Fiat in mano a Lapo Elkan: nel giro di 10 o 20 anni la Fiat va fallita, anche meno… Ora, se gliela lasciate in mano per 1800 anni…beh, insomma… proprio!... Quindi la Chiesa… questa è una delle prove.. Dicono, guardate i preti come si comportano male! ma questa è una delle prove della divinità della Chiesa, perché una società lasciata in mano a delle persone certe volte poco esperte, poco oneste (ci sono anche dei Santi…Padre Pio, dei grandi Santi… ma ci sono anche dei grandi delinquenti, quelli che hanno perseguitato Padre Pio… la chiesa è fatta di santi e di peccatori)… e allora ecco che non bisogna scoraggiarsi! Questa crisi passerà e già si comincia a intravedere, pian piano, qualche spiraglio.
Ci vuole realismo e speranza. Realismo: i fatti purtroppo sono innegabili… ci sono infiltrazioni, Paolo VI ha parlato di auto-demolizione della Chiesa, di fumo di Satana che è penetrato nel Tempio Santo (l’ha detto il Papa!), però c’è la speranza… Perché? «Non abbiate paura: io ho vinto il mondo!», ci ha detto Gesù e «le porte dell’inferno non prevarranno!».
La dottrina esoterica della massoneria (esoterismo è ciò che è nascosto, è segreto) è questa qui: la gnosi. Vale a dire: tramite una conoscenza delle tecniche puramente umane l’uomo si fa Dio. È il luciferismo! Lucifero disse il non serviam, era il più bello degli angeli… divenne un diavolo; poi disse ad Eva e Adamo: “sarete come dèi se mangerete questo frutto proibito”; e la sciocchezza dell’uomo: per diventare come Dio, fu cacciato dal Paradiso terrestre.
Quindi ecco che la massoneria, né più né meno, riprende il grido di Lucifero e vorrebbe farsi dio con le proprie forze, senza la grazia divina… perché Gesù ci dà la grazia, la quale ci rende partecipi della sua natura divina (sempre in maniera limitata e finita: noi restiamo uomini, Lui è Dio; però abbiamo in noi la presenza –se viviamo in grazia di Dio- del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo).
Quindi ecco che la dottrina segreta della massoneria è nemica del Cristianesimo, di Dio. È pericolosa perché c’è un orgoglio luciferino e sproporzionato: quando l’uomo pretende (è anche stupido!) di farsi dio, vuole infiltrarsi nel cattolicesimo per renderlo esoterico (ci sono stati dei grandi esoterici: René Guenon, Fogazzaro, il capo dei modernisti, che ha scritto il libro Il Santo: lì parla chiaramente di spiritismo… Lui si rifaceva alla Blavatsky, la fondatrice della Società Teosofica, perché voleva un cristianesimo esoterico, gnostico).
Qualcheduno dice (Schuon, per esempio, Schuré…) che Gesù era un iniziato, non era Dio, ma anche lui era uno gnostico, una specie di mago, un santone come il mago Otelma (a proposito… a Lecco c’era un mago che imbrogliava tanta gente; e una volta imbrogliò una signora e il marito si stufò che questo spillasse tutti i soldi alla moglie; entra alla casa del mago e gli dà uno schiaffone forte forte, e poi gli dice: “Tu l’avevi previsto?”. “No!”. “E allora non ti pago perché vuol dire che sei un cattivo mago!” É vera eh! Ha fatto il giro di Lecco e ha dovuto cambiare città! “Se tu fossi stato un buon mago non mi avresti aperto, perché avresti capito che io ero venuto qui per darti lo schiaffo”).
Allora ecco che la Chiesa di Roma –secondo costoro- avrebbe sepolto la vera dottrina esoterica (nascosta) di Gesù (la cosiddetta dottrina “giovannea”), avrebbe rimpiazzato questa dottrina giovannea, esoterica, con quella petrina di San Pietro, con la Chiesa ufficiale, gerarchica (che sarebbe cattiva), e quindi bisogna tornare all’origine, distruggere la Chiesa gerarchica, il primato del Papa, ritornare a un certo carismatismo (dove ognuno dice la sua…e naturalmente dice un sacco di sciocchezze), e ecco dove vorrebbe portare la dottrina segreta della massoneria.
Però ricordiamoci che la Madonna ipsa conteret caput tuum: quando il serpente fece peccare Adamo ed Eva, Dio maledisse il serpente e disse: una donna (la Madonna) schiaccerà il tuo capo; essendo Madre del vero Dio darà il Redentore, il quale, con la sua morte in Croce, ridarà la grazia e la salvezza agli uomini.
Adesso vediamo un po’ la conoscenza elementare della massoneria, l’abc.
Come conoscere la massoneria? È una società segreta, ma la maggior parte dei massoni sono soltanto aderenti: è gente in buona fede, che è entrata nella massoneria un po’ per curiosità.
Ci fu un film di Alberto Sordi, molto bello, Un borghese piccolo piccolo; gli danno il bicchiere di sangue da bere; allora lui ha paura, comincia a tremare, perché è sangue. Invece: “No, no! questo è Amaro Lucano, stai tranquillo…bevi!”, allora beve un bel bicchiere di Amaro Lucano: non era sangue! Però le retro logge fanno anche riti umani, sacrificali, messe nere, sataniche, ecc…
Il satanismo va molto, molto di moda… Quella suora che fu uccisa a Chiavenna: volevano uccidere il parroco, ma siccome il parroco era ben piazzato (ringraziando Dio!), e allora queste due ragazze ebbero paura del parroco… “io non corro rischi” (ringraziando Dio!), e uccisero la suora, che Dio penso che già l’abbia accolta in Cielo, perché è morta come una martire.
Solo gl’iniziati conoscono i veri segreti, questo luciferismo, questo gnosticismo della massoneria.
La massoneria, inoltre, nasconde il suo vero fine (all’inizio, quando chiama qualcheduno, gli dice: la massoneria è una società filantropica, che vuole far del bene all’umanità, compra le ambulanze, ha in comune i poveri, ecc. ecc…) e impiega dei simboli che parlano chiaro solo all’iniziato, per cui, colui che è entrato nella massoneria, si vede subito se ha la capacità di penetrare il simbolo e di diventare un esoterico e un luciferino o se è fatto per essere un semplice aderente (va alle cene del Rotary, parla, magari fa carriera, conosce delle persone importanti, ma nulla di più…).
Definizione della massoneria. È una società segreta (anche questo “segreto”, vedete… naturalmente i figli del male odiano la luce… quando uno vuol nascondersi significa che ha qualche cosa da nascondere… “male non fare, paura non avere!” Se uno invece cerca di nascondere qualche cosa significa che non ha la coscienza pulita).
È razionalista: la ragione può tutto, la Fede non serve a nulla.
È naturalista: non abbiamo bisogno della grazia… la natura umana è perfetta, non c’è il peccato originale.
Ed è filantropica: bisogna fare il bene dell’uomo, non in quanto creatura di Dio, per carità verso Dio, ma in quanto l’uomo ha una dignità infinita, in quanto l’uomo può diventare Dio.
Le origini della massoneria. È una fusione delle antiche corporazioni medioevali (e ancor prima che medioevali), di costruttori, che poi, simbolicamente, vorrebbero ricostruire il terzo tempio, perché il secondo fu distrutto da Tito; e Gesù l’aveva predetto che “non resterà di te pietra su pietra”… Per cui l’ideale di coloro che odiano Gesù Cristo è ricostruire questo terzo tempio per smentire la profezia di Gesù; e oggi purtroppo nel governo israeliano c’è un partito di estrema destra che vuole far saltare in aria la moschea, per costruire sulla spianata dove c’era il secondo tempio… per ricostruire un terzo tempio. Questo è uno dei fini della massoneria e degli iniziati della massoneria.
Hanno unito a questa corporazione la gnosi, l’esoterismo, il luciferismo, la magia, la teologia e la cabala. La cabala sarebbe la magia del talmudismo, del rabbinismo, dei farisei, del giudaismo che si è schierato contro Cristo, non dell’Antico Testamento mosaico, ma di quella parte che ha rotto con Gesù e che ha rotto quindi con Mosè e con Abramo (perché Gesù lo dice nel Vangelo di Giovanni: voi non siete figli di Abramo, perché Abramo voleva vedere il mio giorno, lo vide e ne tripudiò. Abramo è mio padre spirituale e vostro padre carnale, ma spiritualmente voi siete figli del diavolo perché volete uccidermi e il diavolo è omicida sin dall’inizio). E allora ecco che rispunta questo “sarete come déi”, rispunta questo esoterismo.
La doppiezza della massoneria. C’è una duplice ideologia, una pubblica: pluralismo, relativismo, soggettivismo, liberalismo, libertinismo… (infatti Pannella, il fondatore del Partito Radicale, viene dal Partito Liberale, ed è una estremizzazione del Partito Liberale… Mentre il partito liberale pone i princìpi, Pannella dice: “tiriamone tutte le conseguenze, anche morali”, e quindi libera droga, e quindi eutanasia, aborto, divorzio, unioni omosessuali, tutto…).
Poi c’è la parte quindi esoterica, privata, e c’è un duplice fine, uno pubblico: è la propaganda filantropica del liberalismo (bisogna dare a tutti una certa cultura, una certa libertà, una certa dignità… il che non è male); ma c’è quella esoterica: bisogna sostituire il cristianesimo gnostico al cattolicesimo romano. E se uno legge il romanzo Il santo di Fogazzaro, che fu messo all’Indice da San Pio X nel 1907, dopo la Pascendi… in questo romanzo, che è l’emblema del modernismo, Fogazzaro si rifà proprio a queste teorie di un cristianesimo giovanneo: c’è questo santone, Benedetto, di Subiaco, che va a parlare col Papa e lo convince che la Chiesa monarchica è sbagliata, per cui deve distruggere la Chiesa come la conosciamo noi, fondata sul primato di Pietro, e fare una chiesa giovannea in cui tutti i laici sono ripieni di Spirito Santo e dirigono la Chiesa.
C’è il problema della massoneria e dell’Inghilterra. In Inghilterra la massoneria nel 1717 (il 24 Giugno… infatti pure questo inganna: hanno preso San Giovanni Battista come il loro protettore, questo per ingannare…Uno dice: ma come fanno a essere cattivi se il loro protettore è San Giovanni Battista, il precursore di Gesù?)… in Gran Bretagna la massoneria ha due obbedienze, che sono nate però dallo stesso ceppo, sono due rami di uno stesso albero.
Una si sviluppa in mezzo alla borghesia alta e all’aristocrazia, l’altra è più modesta e democratica. Però queste due obbedienze ben presto si riunificano per paura della Rivoluzione Francese… In effetti, di fronte al ghigliottinamento degli aristocratici, degli alti borghesi, gl’inglesi hanno detto: qui facciamo la stessa fine, allora facciamo una triplice alleanza tra la dinastia reale (e noi sappiamo che il Re è il capo della chiesa anglicana e anche, certe volte, il capo della massoneria), la chiesa anglicana e la massoneria inglese. Quindi formano un’unica cosa.
Negli Stati Uniti d’America la maggior parte dei padri fondatori della Repubblica americana e 16 Presidenti della Repubblica, da Washington a Clinton erano massoni (tranne Reagan. Reagan non ha mai appartenuto alla massoneria) e mantengono la politica dell’America sotto il dominio della massoneria, e se qualche presidente cerca, per esempio, di sottrarre le banche, la finanza, al dominio dei finanzieri che sono massoni, fa la fine di Lincoln o di Kennedy.
Le due componenti dell’ideologia massonica. Lo spirito massonico è uno, la massoneria è una, però vi sono diversi rami di massoneria (come il cattolicesimo è uno, ma ci sono i francescani, i gesuiti, i domenicani… che hanno delle spiritualità diverse, che hanno delle teologie anche… che hanno delle sfumature abbastanza marcate).
Ora, le massonerie del mondo. C’è quella del mondo latino e del mondo sud-americano, che è rivoluzionaria, che è anti-cattolica, anti-religiosa, di sinistra, rivoluzionaria… Quella anglo-americana, invece, che è conservatrice, di destra, filo-religiosa…
E ci sono due componenti della massoneria: l’ideologia relativista (che è razionalista) e l’occultismo.
Gli obiettivi visibili della massoneria: bisogna scattolicizzare il mondo a favore del protestantesimo; polverizzazione: l’abbiamo visto nell’America latina dove sono penetrati i missionari protestanti; in Europa dopo la seconda guerra mondiale (hanno polverizzato i veri cattolici… oggi come oggi non ci sono più!… ci hanno americanizzati, nel senso deteriore della parola, hanno portato quei costumi… l’aborto, il divorzio, la poligamia, l’eutanasia… tutte cose che da noi non esistevano 30 anni fa e purtroppo oggi sono la normalità!).
Invece nei Paesi protestanti la massoneria è conservatrice, di destra, nazionalista, imperialista… ha buone relazioni con la chiesa protestante, sostiene il trono; e invece nei Paesi cattolici è di sinistra, fa la rivoluzione, è antireligiosa, e soprattutto anti-romana, anti-papista… vuole la distruzione dell’ordine naturale, e quindi tutte le propagande per il divorzio, per l’aborto, per la droga, per le famiglie omosessuali sono finanziate e volute dalla alta massoneria.
Come lottare contro la massoneria? «Certi diavoli –dice Gesù- si cacciano solo con la penitenza e con la preghiera». Primo: il rimedio è spirituale; secondo: conoscenza della massoneria.
Leone XIII, Humanum genus: «occorre togliere la maschera filantropica alla massoneria». La massoneria non è qualcosa che compra soltanto le autoambulanze, ma in più (questo è uno specchietto per le allodole), vuol distruggere il cristianesimo e vuol distruggere l’ordine. Oggi è una società che vive in un completo disordine, e se uno magari schiaccia un gatto gli danno…non so… una multa terribile!… L’animalista impera, mentre si può fare l’aborto tranquillissimamente; la pena di morte, che è lecita anche secondo il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, in casi eccezionali… non uccidere l’innocente, è il V comandamento. Oggi l’aborto si può fare, si uccide l’innocente, è legale, è finanziato dallo Stato, ma guai a parlare di pena di morte contro uno che è certamente criminale e che ha fatto un crimine. «Chi ha sparso il sangue –dice la Bibbia- il suo sangue sia sparso».
Contrattacco intelligente, sul piano familiare e personale… Perché la massoneria ha distrutto la famiglia, ha messo il figlio contro i genitori, la moglie contro il marito, e quindi le famiglie, purtroppo… Perché tanta droga, perché tanta disobbedienza, perché tanti tradimenti, perché tanti divorzi? Perché c’è stata tutta una politica che ha preparato tutto ciò; anche perché se una persona oggi lavora, solo il capofamiglia, con lo stipendio che gli porta a casa non riesce a mantenere la famiglia…vive in una casetta che ha un soffitto di due metri e venti, il figlio va a scuola e gli insegnano le peggiori aberrazioni, ritorna a casa e alla televisione e al telefonino, vede le peggiori aberrazioni… Quindi vedete che la famiglia è stata… e la società.. distrutta completamente.
Allora bisogna educare lo spirito, i costumi e la morale e liberarli dal relativismo e dal soggettivismo e dal libertinaggio. Non è la droga che rende libero l’uomo… la droga lo rovina! E purtroppo la maggior parte dei giovani, già a 11 anni, cominciano a fumare gli spinelli e al liceo cominciano con la cocaina… Parlavo con un ragazzo il quale mi diceva: “ma guardi, la maggior parte dei miei amici hanno tutti la bustina di cocaina in tasca”; di giorno lavorano e la sera, quando escono, sniffano in maniera moderata, poi però pian piano, pian piano aumentano sempre di più la dose fino ad arrivare…
Chi ama la verità detesta l’errore. Se uno non detesta l’errore significa che non ama la Verità. Quindi bisogna rigettare il soggettivismo, avere l’orrore del falso, rifiutare questi costumi neo-pagani reintrodotti e scoppiati nel 1968, e avere una reazione sociale e politica, perché l’uomo è un animale socievole, non può vivere da solo, deve vivere in una società, che è la famiglia; poi più famiglie si uniscono e formano una polis, una società, uno Stato. Si uniscono con doveri e diritti (non solo diritti…oggi tutti hanno dei diritti, nessuno ha dei doveri), in vista del bene comune, sotto un’autorità alla quale bisogna obbedire
.

(Michel Upmann)

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PattyRose



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MessaggioInviato: Dom Feb 26, 2012 19:30    Oggetto: Rispondi citando




RICEVUTO DA DON ARMANDO MARIA....

Cos'è la massoneria ecclesiastica e che azioni svolge?


Quando il Papa Benedetto XVI disse queste parole:
”Cari amici - in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me,
perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me,
perché io impari ad amare sempre più il suo gregge: voi, la Santa
Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per
me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni
per gli altri perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci
gli uni gli altri”.
- (Per lupi egli intendeva gli anticlericali o gli uomini di Chiesa malvagi
che non gli obbediscono).


- Il problema dell'Anticristo, o falso profeta come lo chiama
l'Apocalisse (16,13), è quindi un fatto che riguarda prima di tutto la
vita della Chiesa. Esso non giunge dall'esterno, ma dall'interno. Egli
è il cavallo di ***** del Dragone (il diavolo), della prima e seconda
bestia (cioè della massoneria mondiale e della massoneria infiltrata
nella gerarchia della Chiesa), citati nell'Apocalisse (Ap 13), che
vogliono una chiesa fantoccio, non più al servizio di Dio, ma del
mondo e dei suoi più o meno occulti padroni.


Il suo cavallo di battaglia sarà l'ecumenismo e il rinnovamento della
Chiesa in molti campi, ma in realtà sarà una sorta di neomodernismo.
Alcuni segni già si avvertono in diversi paesi europei dove, i suoi
epigoni, già si battono per il sacerdozio per donne e uomini sposati;
l'abolizione del celibato dei sacerdoti; l'ammissione ai sacramenti
dei divorziati; la democratizzazione del governo della Chiesa, fino ad
arrivare anche alla trasformazione della s. Messa
facendo di essa una semplice commemorazione di tipo protestante,
eliminando di fatto l'eucaristia (Mt 24,15).

Sarà il paladino del dialogo, ma non della comunione fraterna; della
filantropia, ma non della carità; della cultura, ma non della sapienza
di Dio; sembrerà saggio per il mondo, ma sarà empio agli occhi di Dio;
sembrerà benedire, ma in realtà le sue saranno maledizioni; forse farà
anche dei prodigi (Mt 24,24), ma questi non verranno da Dio; sembrerà
essere il rinnovatore della Chiesa, ma in realtà sarà uno scismatico e
cercherà di dividere e di demolire la Casa di Dio fra gli uomini,
tuttavia non riuscirà nel suo intento perché il Verbo di Dio
interverrà personalmente (Ap 19,20).

- Ecco cosa dice una santa in una profezia che fece:
”...Il demonio cercherà di perseguitare i Ministri del Signore in ogni
maniera possibile e agirà con crudele e sottile astuzia per sviarli
dallo spirito delle loro vocazioni, corrompendo molti di loro. Questi
sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cristiani,
faranno sì che l’odio dei cattivi cristiani e dei nemici della Chiesa
Cattolica e Apostolica Romana ricada su tutti i sacerdoti…
(Venerabile Madre Mariana de Jesus Torres)

- Ecco un altra profezia di suor Agnese di Akita (Giappone):
”…L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera
tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi
contro vescovi. I sacerdoti che Mi venerano saranno disprezzati e
ostacolati dai loro confratelli…la Chiesa sarà piena di coloro che
accettano compromessi, e il demonio spingerà molti sacerdoti e anime
consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà
implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio.


ESMERALDO

2 CORINTI-6,14-16"Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli
infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la
giustizia e l'iniquità,o quale unione tra luce e le tenebre? Quale
intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione
tra fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e degli
idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio
vivente".
Chi analizza la Massoneria con i suoi statuti e segreti,e gli
orribili culti e riti simili a quelli dei satanisti,
con teschi e scheletri e altre diavolerie, con i suoi legami stretti
con la mafia, capisce che non vi può essere nessun
legame con la fede cristiana. Il vero cristiano non può che essere
nemico della massoneria.



- La massoneria è un nemico della Chiesa; nasce con questa inimicizia e persegue la realizzazione di questa inimicizia con la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana e con la sostituzione ad esse di una cultura e di una società sostanzialmente ateistiche, anche quando si fa riferimento all’architetto dell’universo. (…) …non è la Chiesa ad essere antimoderna, ma è la modernità a essere antiecclesiale. La modernità è antiecclesiale, e il punto di attacco massimo all’ecclesialità è proprio rappresentato dalla massoneria che, in quanto elemento segretamente connotato e dinamicamente lanciato alla creazione di una civiltà alternativa a quella che nasce dalla fede, rappresenta, a mio modo di vedere, l’elemento radicale della modernità” (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro)


LA MASSONERIA CONTRO LA CHIESA
(P. CAVALCOLI)

ESTRATTO
Fonte web
(....) Il progetto massonico contro la Chiesa sembra oggi consistere nel tentativo sistematico di ridurre la Chiesa da società che si pretende "soprannaturale", "di fede", fondata su di una rivelazione divina e su energie "soprannaturali" ad una società semplicemente umana, solidaristica e filantropica, sotto il totale controllo dello Stato, con ideali di semplice giustizia umana, di onestà naturale, di terrena convivenza pacifica, di progresso culturale e filosofico, fondata sulla sola religione naturale, circoscritta nell' ambito dell'etica naturale, personale, sociale e politica, rispettosa dei diritti umani , tollerante e aperta al dialogo con tutti, senza pretesa di possedere verità divine ed assolute (i "dogmi") o di essere, in nome di Dio, guida dell'intera umanità verso la felicità. Infatti, questo ruolo la Massoneria lo attribuisce a se stessa.
L'infiltrazione nella Chiesa?
Il piano massonico sembra oggi non quello di un laicismo sboccato, plateale e grossolano, quanto piuttosto la prospettiva di infiltrarsi tra il clero, i religiosi, i teologi e la stessa Gerarchia o quanto meno di influire sulle loro idee, convincendoli di quell'immagine di Chiesa che ho descritto sopra.
Il laicismo plateale e volgare serve solo alla Massoneria per dare alla Chiesa l'illusione di avere un nemico esterno da combattere (per esempio la questione delle "sette"), distogliendo la sua attenzione dai nemici interni, che son ben più pericolosi , come già faceva notare S. Pio X nella famosa enciclica "Pascendi" a proposito dei modernisti, i quali oggi come ieri e più di ieri sono ottimi veicoli dell'infiltrazione massonica all'interno della Chiesa, soprattutto i rahneriani, come ha fatto notare di recente in una persuasiva esposizione il Padre Paolo Siano in un convegno internazionale su Rahner organizzato a Firenze il 22 -23 novembre scorso dai Francescani dell ' Immacolata.
Svuotamento all'interno
Il piano massonico di distruzione della Chiesa sembra comportare un suo svuotamento dall'interno, mantenendo pressoché inalterato l'apparato, le strutture e i comportamenti esterni, il linguaggio, i riti, i luoghi e le memorie storiche: operazione tipica dell'ipocrisia, come già dice Jahvè per mezzo del profeta: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me". In particolare, un Rahner, per esempio, è abilissimo nel conservare pressoché inalterato il linguaggio cattolico, salvo poi a dare alle parole significati immanentistici, gnostici, idealisti, kantiani, heideggeriani o quant'altro.
Invece di mantenere i concetti, mutando eventualmente i termini che li esprimono (questo è il vero insegnamento del Concilio) , si mutano i concetti mantenendo le stesse parole (questo è il metodo dei modernisti). Così per esempio si continua a parlare di "Dio", della "verità", della "libertà", della "fede", della "carità", della "grazia", del "soprannaturale", della "persona", della "Chiesa" e via discorrendo, ma il significato non è più quello cattolico.
Abbandono delle verità assolute
Ma questo ancora non basta:
il piano di distruzione prevede anche la soppressione di parole che non si riesce a riciclare, come per esempio "predestinazione", "eletto", "purgatorio", "inferno", "merito", "premio", "castigo", "transustanziazione", "espiazione", "riparazione", "immolazione", "ascetica" e così via. Un metodo di questa infiltrazione è la conquista di posti direzionali nella Chiesa e di infrastrutture, come ambienti religiosi, case editrici, mezzi di comunicazione, tecnici e finanziari, scuole e istituti accademICI, organizzazione burocratica, opere parrocchiali e diocesane.
Questa penetrazione awiene in forma morbida e felpata ma del tutto determinata e sistematica, senza dar nell'occhio e dando mostra di atteggiamenti liberali e tolleranti; ma mano a mano che il potere viene conquistato, si fa sentire sempre più pesante la prepotenza su coloro che restano fedeli alla Chiesa, col ricorso alla calunnia, alla denigrazione, all'emarginazione, all'intimidazione, alle minacce, all'esclusione da funzioni dirigenziali o di governo, nonostante i meriti acquisiti.
Verso una Chiesa deformata
Un altro aspetto di questa subdola penetrazione massonica nella Chiesa è dato dal fatto di riuscire ad agire mascherata, senza rivelare apertamente il suo piano, anzi smentendo con sdegno ogni sospetto in tal senso, e ciò è logico dal suo punto di vista, al fine di poter ingannare meglio gli ingenui. In tal modo essa si serve di ecclesiastici deviati soprattutto dal neomodernismo, i quali agiscono con estrema prudenza ed abilità in quest'opera di sistematica deformazione della Chiesa che, nelle intenzioni finali di questo diabolico proposito, dovrebbe comportare la sua distruzione come società soprannaturale e la sua riduzione a entità meramente sociologica, onde poter essere pienamente dominata e controllata dai poteri pubblici e dallo Stato, da uno Stato peraltro che si erige a fonte assoluta della legge e del diritto secondo il tradizionale schema totalitario, ben descritto da Mons. Luigi Negri in un suo bel libro (Ripensare la modernità, Editrice Cantagalli, Siena 2003).
In quest'opera di demolizione vien posta ogni cura per evitare il sorgere di contrasti o conflitti aperti, soprattutto su grande scala, onde dare l'apparenza che tutto vada normalmente e si proceda pacificamente, nel rispetto delle opinioni di tutti. Le autorità compromesse con la Massoneria non ricorrono mai o raramente a sanzioni canoniche, anche perché non ne avrebbero i motivi giuridici, ma si sforzano, per quanto possibile, di intervenire senza troppa pubblicità, per conservare la nomea di spiriti magnanimi e comprensivi, rispettosi degli avversari.
Criminali e potere
Non giungono alla spudoratezza di falsificare processi canonici (almeno sembra), ma trovano ugualmente il modo di frenare l'azione dei veri cattolici con sleali ed abominevoli metodi psicologici basati, come ho detto, sulla calunnia, l'intimidazione e la prepotenza.
Questi criminali - nel senso preciso usato dal diritto canonico - riescono tuttora a dominare ed abbindolare larghi strati del popolo di Dio intontiti dalle loro imposture o disposti a forti compromessi con lo spirito mondano; molti fedeli indubbiamente sono disorientati, sconcertati, frastornati , quasi increduli di tanta sconcezza, ma anche tra loro tende a diffondersi un'amara e disincantata rassegnazione, che a volte essi scambiano per spirito di tolleranza o apertura mentale, ma che in pratica li spinge a un cristianesimo quanto meno tiepido, non convinto e qualunquista. Nei casi estremi si giunge allo scetticismo e alla perdita totale della fede e all'abbandono dei costumi cristiani.
Gli "pseudo cattolici"
Gli infiltrati ci tengono a chiamarsi e ad essere chiamati "cattolici", col risultato che ormai la parola ha perso ogni significato presso molti, benché in se stessa naturalmente conservi un senso preciso stabilito dal Magistero della Chiesa e dalla Tradizione. Essi si considerano cattolici nel senso "atematico" e "trascendentale"; ma dal punto di vista concettuale-dogmatico fanno le più tremende ed empie mescolanze con le ideologie più contrarie al vero cattolicesimo. Così che oggi nel "cattolicesimo" c'è tutto e il contrario di tutto, invocando magari la “coincidentia oppositorum” di cusaniana memoria.
Ecumenismo e Protestantesimo
Uno strumento utile della penetrazione massonica è un certo falso ecumenismo soprattutto col protestantesimo liberale tedesco, per il quale non viene rivolto ai protestanti alcun invito a rinunciare ai loro errori, ma al contrario sono i cattolici ad assumere gli errori protestanti, scambiati per i valori del cattolicesimo "critico" e "avanzato". C'è peraltro anche la tendenza ad abbandonare il nome "cattolico" per limitarsi semplicemente all' appellativo di "cristiano", perché il nome "cattolico" viene considerato troppo "confessionale" e troppo poco "ecumenico".
Il volto del cristianesimo massonico-neomodernista
Come all' epoca del modernismo di S. Pio X, anche il modernismo massonico di oggi, ben più forte, distruttivo, abile e diffuso di quello di quei tempi, è dato da una potente e complessa organizzazione internazionale di intellettuali, ormai operante da decenni, che vede collegati tra loro in una comune collaborazione storici, letterati, archeologi, filologi, filosofi , teologi, biblisti, liturgisti, moralisti, sociologi, cineasti, operatori televisivi, scienziati e "mistici". È sorprendente come, al di là di circoscritti dissensi fra loro, siano riusciti a formare una specie di anti Chiesa che ha in sé una notevole coerenza interna, per cui essa tanto più fa impressione sugli sprovveduti, quanto più, essendo il parto di una tale massa di personaggi che appaiono autorevoli per il loro sapere e il loro influsso sulla gente, la concezione che essi propongono ha l'apparenza della verità.
Come il modernismo dei tempi di S. Pio X, anche questo modernismo massonico può quindi esser brevemente descritto con caratteri che hanno una certa precisione, benché gli infiltrati sostengano che il vero cristianesimo sia "atematico" e "preconcettuale". Ma essi in realtà tirano fuori questa scusa per combattere il dogma cattolico. In realtà essi hanno dei concetti ben precisi da proporre come verità assoluta, e guai a chi li contraddice!...
L'autotrascendenza
Vediamo dunque questa caricatura del cristianesimo che tanto affascina oggi i gonzi o la gente che vuoi servire due padroni. Innanzitutto la figura di Cristo. Gesù Cristo è un semplice uomo. Ma che cos'è l'uomo per costoro? È una scimmia che evolvendosi per forza interna è diventata "spirito", che si "autotrascende" fino a diventare Dio, Dio, quindi, che non trascende l'uomo, ma che è l'''orizzonte'' dell'autotrascendenza umana, sicché Dio non è Dio senza l'uomo, giacché Dio è la pienezza dell'uomo.
L'Incarnazione non comporta la distinzione di "due nature" (Calcedonia), ma il divenire uomo di Dio e il divenire Dio dell'uomo mediante la negazione di sé (Hegel). Il Logos non preesiste all'uomo Cristo, per "discendere dal cielo" (immagine mitologica), ma Cristo, uomo, diviene Dio perché l'uomo già originariamente è Dio: "Cristologia dal basso" .
Cristo, quindi, non è propriamente ed immediatamente " Dio"; ma è meglio dire che Dio è in lui, in quanto' Cristo è uomo che diviene Dio o che progressivamente scopre di essere Dio.
Oppure si può dire che Cristo è Dio, ma in quanto l 'uomo stesso è ultimamente Dio. Dio come idea
Il concepire un "Dio" che è "nei cieli" è un'immagine puerile ed arcaica. Dio è immanente nella coscienza dell'uomo, dove l'essere coincide con l'essere pensato. Dio quindi non è un essere "fuori" del soggetto pensante, ma è "essere di coscienza". Dio, come diceva Kant, è un " Dio-Idea".
Cristo, secondo loro, è quell' uomo che meglio di ogni altro ha realizzato l'''uomo'', cioè ha capito che l'uomo è Dio che nell'uomo prende coscienza di sé. Ogni uomo quindi è potenzialmente Cristo e deve diventare Cristo, ossia deve diventare pienamente uomo, il che vuol dire diventare Dio.
Cristo, quindi, salva l'uomo non con mitologiche espiazioni, ma rendendo cosciente l'uomo di questa sua essenza divina apriorica, inconscia e preconcettuale, essenza che egli deve esplicitare e della quale deve prender coscienza appunto imitando Cristo. L'uomo diviene Dio negando se stesso. Ecco la "morte rituale" massonica. Non l'espiazione, ma la negazione è il principio della salvezza (cfr la dialettica hegeliana).



Don Gobbi, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, al quale la
Madonna ha parlato della realtà della massoneria infiltrata nella Chiesa.


APPENDICE 1
L'APOCALISSE SPIEGATA DALLA MADONNA
Fonte web
In alcuni messaggi trasmessi a Don Stefano Gobbi, fondatore del Movimento mariano sacerdotale e ufficialmente riconosciuto dal Vaticano, la Madonna spiega alcuni importanti passi dell’Apocalisse che riguardano l’Anticristo, la massoneria, il marchio della Bestia e il Drago rosso:

Messaggio 407 - 17 giugno 1989
"Figli prediletti, comprendete ora il disegno della vostra Mamma Celeste, la Donna vestita di sole, che combatte, con la sua schiera, nella grande lotta contro tutte le forze del male, per ottenere la sua vittoria, nella perfetta glorificazione della Santissima Trinità.
Con Me combattete, piccoli figli, contro il Drago, che cerca di portare tutta l'umanità contro Dio.
Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia nera, la massoneria, che vuole condurre le anime alla perdizione.
Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia simile a un agnello, la massoneria infiltrata all'interno della vita ecclesiale per distruggere Cristo e la Sua Chiesa.
Per raggiungere questo scopo essa vuole costruire un nuovo idolo, cioè un falso Cristo ed una falsa Chiesa.
La massoneria ecclesiastica riceve ordini e potere dalle varie logge massoniche ed opera per condurre segretamente tutti a fare parte di queste sette segrete. Così sollecita gli ambiziosi con la prospettiva di facili carriere; ricolma di beni gli affamati di denaro; aiuta i suoi membri a primeggiare e ad occupare i posti più importanti, mentre emargina, in maniera subdola, ma decisa, tutti coloro che si rifiutano di partecipare al suo disegno. Infatti la bestia simile a un agnello esercita tutto il potere della prima bestia, in sua presenza, e costringe la terra ed i suoi abitanti ad adorare la prima bestia. Addirittura la massoneria ecclesiastica giunge fino a costruire una statua in onore della bestia e costringe tutti ad adorare questa statua.
Ma, secondo il primo comandamento della Sanata Legge del Signore, solo Dio si deve adorare e a Lui solo deve essere data ogni forma di culto. Allora si sostituisce Dio con un idolo potente, forte, dominatore, un idolo così potente, da far mettere a morte tutti coloro che non adorano la statua della bestia. Un idolo così forte e dominatore, da far sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevano un marchio sulla mano o sulla fronte, e nessuno può comprare o vendere senza avere marchi, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Questo grande idolo, costruito per essere da tutti adorato e servito, come vi ho rivelato nel precedente messaggio, è un falso Cristo e una falsa Chiesa. Ma qual è il suo nome ?
Al capitolo 13 dell'Apocalisse è scritto: "Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: esso onore della bestia, per esser adorato da tutti gli uomini, è l'anticristo.
Con l'intelligenza, illuminata dalla luce della divina Sapienza, si riesce a decifrare dal numero 666 il nome di un uomo e questo nome, indicato da tale numero, è quello dell'Anticristo…
…Lucifero, il serpente antico, il diavolo o Satana, il dragone rosso diventa, in questi ultimi tempi, l'anticristo.
Già l'apostolo Giovanni affermava che chiunque nega che Gesù Cristo è Dio, costui è l'anticristo.
La statua o l'idolo, costruito in questo periodo storico, la massoneria, aiutata da quella ecclesiastica, riuscirà nel suo grande intento: costruire un idolo da mettere al posto di Cristo e della Sua Chiesa.
Un falso Cristo e una falsa Chiesa. Pertanto la statua costruita in onore della prima bestia, per essere adorata da tutti gli abitanti della terra e che segnerà del suo marchio tutti coloro che vorranno comprare o vendere è quella dell'Anticristo.
Siete così giunti al vertice della purificazione, della grande tribolazione e della apostasia.
L'apostasia sarà ormai generalizzata perché quasi tutti seguiranno il falso Cristo e la falsa Chiesa.
Allora sarà aperta la porta per la comparsa dell'uomo o della persona stessa dell'Anticristo!
Ecco, figli prediletti, perché vi ho voluto illuminare sulle pagine dell’Apocalisse, che si riferiscono ai tempi che vivete.
Per prepararvi con Me alla parte più dolorosa e decisiva della grande lotta che si sta combattendo fra la vostra Mamma Celeste e tutte le forze del male che si sono scatenate. [...] "

Messaggio 410 - 8 settembre 1989
" [...] Lasciatevi da Me segnare con il mio materno sigillo.
Questi sono i tempi in cui i seguaci di colui che si oppone a Cristo vengono segnati con il suo marchio sulla fronte e sulla mano.
Il marchio sulla fronte e sulla mano è espressione di una totale dipendenza da chi viene significato da questo segno.
Il segno indica colui che è nemico di Cristo, cioè l’Anticristo, ed il suo marchio che viene impresso significa la completa appartenenza della persona segnata alla schiera di colui che si oppone a Cristo e lotta contro il Suo divino e regale dominio.
Il marchio è impresso sulla fronte e sulla mano.
La fronte indica l’intelligenza, perché la mente è sede della ragione umana.
La mano esprime l’attività umana, perché è con le sue mani che l’uomo opera e lavora.
Pertanto è la persona che viene segnata con il marchio dell’Anticristo nella sua intelligenza e nella sua volontà.
Chi si lascia segnare dal marchio sulla fronte viene condotto ad accogliere la dottrina della negazione di Dio, del rifiuto della Sua Legge, dell’ateismo che, in questi tempi, viene sempre più diffuso e propagato.
E’ così sospinto a seguire le ideologie oggi di moda ed a farsi propagatore di tutti gli errori.
Chi si lascia segnare dal marchio sulla mano viene obbligato ad agire in maniera autonoma e indipendente da Dio, ordinando la propria attività alla ricerca di un bene solo materiale e terreno.
Così sottrae la sua azione al disegno del Padre, che vuole illuminarla e sostenerla con la Sua divina Provvidenza; all’amore del Figlio che rende la fatica umana un mezzo prezioso per la sua stessa redenzione e santificazione; al potere dello Spirito che agisce ovunque per rinnovare interiormente ogni creatura.
Chi è segnato dal marchio sulla mano lavora solo per se stesso, per accumulare beni materiali, fa del denaro il suo dio e diviene vittima del materialismo…
…Ai segnati sulla fronte con il marchio blasfemo Io contrappongo i miei figli segnati con la Croce di Gesù Cristo.
Poi ordino tutta la vostra attività alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità.
Per questo imprimo sulla vostra mano il mio sigillo che è il segno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Con il segni del Padre, la vostra umana attività viene ordinata ad una perfetta cooperazione al disegno della Sua divina Provvidenza, che ancora oggi dispone ogni cosa per il vostro bene.
Con il segno del Figlio, ogni vostra azione viene profondamente inserita nel mistero della Sua divina redenzione.
Con il segno dello Spirito Santo, tutto il vostro agire si apre alla Sua potente forza di santificazione, che soffia ovunque come un fuoco potente, per rinnovare dalle fondamenta tutto il mondo.
Figli miei prediletti, lasciatevi tutti segnare sulla fronte e sulla mano dal mio materno sigillo, in questo giorno in cui, raccolti con amore attorno alla mia culla, celebrate la festa della nascita terrena della vostra Mamma Celeste".
Messaggio 404 - 14 maggio 1989
" [...] Solo lo Spirito del Signore può vincere la potenza e la forza vittoriosa dell’enorme Drago rosso, che, in questo vostro secolo, si è scatenato ovunque, in maniera terribile, per sedurre ed ingannare tutta l’umanità.
L’enorme Drago rosso è il comunismo ateo, che ha diffuso in ogni parte l’errore della negazione e dell’ostinato rifiuto di Dio.
L’enorme Drago rosso è l’ateismo marxista, che si presenta con dieci corna, cioè con la potenza dei suoi mezzi di comunicazione, per condurre l’umanità a disubbidire ai dieci comandamenti di Dio, e con sette teste, su ciascuna delle quali vi è un diadema, segno di potere e di regalità. Le teste incoronate indicano le nazioni in cui il comunismo ateo si è stabilito e domina con la forza del suo potere ideologico, politico e militare.
L’enormità del Drago manifesta chiaramente la vastità della terra occupata dal domino incontrastato dell’ateismo comunista. Il suo colore è rosso perché usa le guerre ed il sangue come strumenti delle sue numerose conquiste.
L’enorme Drago rosso è riuscito in questi anni a conquistare l’umanità con l’errore dell’ateismo teorico o pratico, che ha ormai sedotto tutte le nazioni della terra. Si è riusciti così a costruire una nuova civiltà senza Dio, materialista, egoista, edonista, arida e fredda, che porta in sé i germi della corruzione della morte.
L’enorme Drago rosso ha il compito diabolico di sottrarre tutta l’umanità al dominio di Dio, alla glorificazione della Santissima Trinità, alla piena attuazione del disegno del Padre che, per mezzo del Figlio, l'ha creata per la Sua gloria.
Il Signore mi ha rivestita della Sua Luce e lo Spirito Santo della Sua divina potenza così Io appaio come un grande segno nel cielo, Donna vestita di sole, perché ho il compito di sottrarre l’umanità al dominio dell’enorme Drago rosso e riportarla tutta alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità. Per questo mi formo la schiera dei miei più piccoli figli in ogni parte del mondo, e ad essi domando che si consacrino al mio Cuore Immacolato. Così li conduco a vivere solo per la gloria di Dio, per mezzo della fede e della carità, e li coltivo Io stessa gelosamente nel mio celeste giardino. [...] "


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Fra i numerosi numerosi messaggi della Madonna trasmessi attraverso don Stefano Gobbi, in questo sito abbiamo citato prevalentemente quelli di carattere profetico/escatologico. Tuttavia, per avere un quadro completo dei messaggi della Madonna al Movimento Sacerdotale Mariano, vi consigliamo di leggere nella sua interezza il libro: "Ai sacerdoti, figli prediletti della Madonna".

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MessaggioInviato: Dom Feb 26, 2012 19:43    Oggetto: Rispondi citando


Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la Quaresima 2012

Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone (Eb10,24)


Fratelli e sorelle,

la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.

Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). E’ una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l'accesso a Dio. Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità e la santità personale.

1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello.

Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein,che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 12,24), e a «rendersi conto» della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello (cfr Lc 6,41). Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede.

Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell'altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene.

Il grande comandamento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consapevolezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell'altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni, che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (Populorum progressio n. 66).

L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» - Sal 119,68. Il bene è ciò che suscita, protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui. L’evangelista Luca riporta due parabole di Gesù in cui vengono indicati due esempi di questa situazione che può crearsi nel cuore dell’uomo. In quella del buon Samaritano, il sacerdote e il levita «passano oltre», con indifferenza, davanti all’uomo derubato e percosso dai briganti (cfr Lc 10,30-32), e in quella del ricco epulone, quest’uomo sazio di beni non si avvede della condizione del povero Lazzaro che muore di fame davanti alla sua porta (cfr Lc 16,19). In entrambi i casi abbiamo a che fare con il contrario del «prestare attenzione», del guardare con amore e compassione. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello? Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni.

Mai dobbiamo essere incapaci di «avere misericordia» verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all'empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7). Si comprende così la beatitudine di «coloro che sono nel pianto» (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stessi per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine.

Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt 18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana.

Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli - cfr 1 Gv 1,8. E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

2. “Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità.

Tale «custodia» verso gli altri contrasta con una mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale. Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana! L’apostolo Paolo invita a cercare ciò che porta «alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,19), giovando al «prossimo nel bene, per edificarlo» (ibid. 15,2), senza cercare l'utile proprio «ma quello di molti, perché giungano alla salvezza» (1 Cor 10,33). Questa reciproca correzione ed esortazione, in spirito di umiltà e di carità, deve essere parte della vita della comunità cristiana.

I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione: la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, si verifica tale reciprocità: la comunità non cessa di fare penitenza e di invocare perdono per i peccati dei suoi figli, ma si rallegra anche di continuo e con giubilo per le testimonianze di virtù e di carità che in essa si dispiegano. «Le varie membra abbiano cura le une delle altre»(1 Cor 12,25), afferma San Paolo, perché siamo uno stesso corpo. La carità verso i fratelli, di cui è un’espressione l'elemosina - tipica pratica quaresimale insieme con la preghiera e il digiuno - si radica in questa comune appartenenza. Anche nella preoccupazione concreta verso i più poveri ogni cristiano può esprimere la sua partecipazione all'unico corpo che è la Chiesa. Attenzione agli altri nella reciprocità è anche riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodigi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare nei suoi figli. Quando un cristiano scorge nell'altro l'azione dello Spirito Santo, non può che gioirne e dare gloria al Padre celeste (cfr Mt 5,16).

3. “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: camminare insieme nella santità.

Questa espressione della Lettera agli Ebrei (10,24) ci spinge a considerare la chiamata universale alla santità, il cammino costante nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» - Pr 4,18, in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere.

Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui (cfr Mt 25,25s). Tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali utili per il compimento del piano divino, per il bene della Chiesa e per la salvezza personale - cfr Lc 12,21b; 1 Tm 6,18. I maestri spirituali ricordano che nella vita di fede chi non avanza retrocede. Cari fratelli e sorelle, accogliamo l'invito sempre attuale a tendere alla «misura alta della vita cristiana» (Novo millennio ineunte, n. 31). La sapienza della Chiesa nel riconoscere e proclamare la beatitudine e la santità di taluni cristiani esemplari, ha come scopo anche di suscitare il desiderio di imitarne le virtù. San Paolo esorta: «gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10).

Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10). Questo richiamo è particolarmente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

Benedetto XVI

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MessaggioInviato: Dom Feb 26, 2012 21:20    Oggetto: Rispondi citando


Buona Quaresima.
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Mar 04, 2012 09:36    Oggetto: da 23 a 29/3/12 Papa BENEDETTO XVI viaggio in MESSICO e CUBA Rispondi citando



• Viaggio Apostolico di Papa Benedetto XVI in Messico
e nella Repubblica di Cuba, dal 23 al 29 marzo 2012 •







    per accompagnare PAPA BENEDETTO XVI sempre

CTV diretta web +video news +agenda +Radio Vaticana: live#on demand

Exclamation http://player.rv.va/vaticanplayer.asp?language=it&tic=VA_SRCH2ZQI Exclamation



Arrow www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/travels/2012/index_messico-cuba_it.htm


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L'ultima modifica di genziana il Mar Mar 20, 2012 02:24, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Dom Mar 18, 2012 21:22    Oggetto: Rispondi citando


Il Papa all'Angelus: “Vi chiedo di pregare per il viaggio apostolico in Messico e Cuba, che compirò a partire da venerdì prossimo. Affidiamolo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in questi due Paesi che mi accingo a visitare”.
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nenepdl



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MessaggioInviato: Lun Mar 19, 2012 08:15    Oggetto: Rispondi citando


Carissimo Papa,
le nostre preghiere non mancheranno!!!

Oggi però è per te un giorno speciale....tanti auguri! Buon onomastico! Very Happy
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MessaggioInviato: Lun Mar 19, 2012 19:11    Oggetto: Rispondi citando


San Giuseppe, prega per noi.
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Mar 25, 2012 17:23    Oggetto: da 23 a 29/3/12 Papa BENEDETTO XVI viaggio in MESSICO e CUBA Rispondi citando



• Viaggio Apostolico di Papa Benedetto XVI in Messico

    Santa Messa nel Parque del Bicentenario di León
    Recita dell'Angelus Domini (25 marzo 2012)


    diretta su TV2000 (can. dgtv 28) in diretta ora

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MessaggioInviato: Dom Mar 25, 2012 19:12    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Giuly. l'avrei persa.
Ciao
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PattyRose



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MessaggioInviato: Lun Mar 26, 2012 08:47    Oggetto: Rispondi citando


"Allēlōn": lo specifico dell’agire cristiano

Il Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2012 è sotto il segno del pronome reciproco greco: «allēlōn», l’un l’altro. Lo troviamo nel titolo stesso (nella forma plurale di «allēlous») costituito dalla citazione della lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni gli altri» (10,24)


Il papa vuole portare al «cuore della vita cristiana: la carità». Questo significa, scrive il Papa, che “la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale».

A differenza di quanto aveva fatto nella sua prima enciclica Deus caritas est, nel Messaggio per la Quaresima, la carità è colta nella dimensione tipicamente cristiana della reciprocità. Il novum del cristianesimo non è, infatti, l’amare Dio (tutte le religione lo insegnano), né l’amore al fratello (tutte le religioni conoscono la «regola d’oro»); il novum – così lo ha chiamato Gesù – è la reciprocità dell’amore, racchiuso proprio in quel pronome: «l’un l’altro».

Amatevi l’un l’altro, cuore del messaggio cristiano
Al cuore del messaggio di Gesù vi è proprio il comando di amarsi gli uni gli altri. Esso appare già nel primo scritto ispirato del Nuovo Testamento, la prima lettera ai Tessalonicesi, dove Paolo prende atto della realtà dell’amore fraterno presente nella sua comunità; non c’è bisogno che egli scriva qualcosa al riguardo, perché «voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri» (4,9); per questo aveva innalzato la preghiera al Signore che «vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti» (3,12).

Nella seconda lettera sempre ai Tessalonicesi nota che l’amore reciproco tra di essi va crescendo (1,3). I membri delle comunità cristiane si amano perché sono membra gli uni degli altri (Rm 12,5; Ef 4,25), e di conseguenza devono avere cura gli uni degli altri (1 Cor 12,25). L’amore reciproco dovrebbe essere l’unico debito tra cristiani - Rm 13,8 - e mantenere il primo posto tra di loro (Gal 6,10).

Paolo fa riferimento al comando dato dal Signore durante l’ultima cena. Giovanni lo riporta quattro volte nel suo Vangelo: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (13,34; 13,35; 15,12; 15,17); lo riprende poi per ben sei volte nella sua prima e seconda lettera – «Questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri» (1 Gv 3,11; 3,23; 4;12; 2 Gv 1,5) –, motivandolo, come nel Vangelo, con l’esempio dato da Dio che è Amore (1 Gv 4,7; 4,11).

Perché da un Dio che è amore scorga non soltanto il comando di amare Dio e il prossimo, come nelle altre religioni, ma anche e soprattutto quello dell’amore reciproco? È proprio qui il novum del comandamento di Gesù, quello che lui ha portato dal Cielo (per questo lo chiama «suo»): il comando dell’amore reciproco è l’espressione della reciprocità d’amore che si vive in Dio stesso, perché Dio è Comunione, è Unità nella reciprocità d’amore tra le Tre divine persone: è Trinità.

«Allēlōn», le mille variazioni sul tema
Paolo soprattutto, ma anche le lettere cattoliche, impiegano il pronome «allēlōn» con grande profusione, più di 90 volte. Una cinquantina di ricorrenze, lette di seguito, appaiono come un commento e una spiegazione di cos’è l’amore reciproco. Il comando del Signore è quello di amarsi gli uni gli altri, sembrano dire i testi neotestamentari, ma come va vissuta in concreto la reciprocità dell’amore, come si esprime l’amore? La risposta è nel massiccio impiego del pronome «allēlōn» declinato in molteplici modi.

Forse potrà apparire monotono sentir ripetere, in tante varianti, questo «l’un l’altro», comunque si rivela oltremodo istruttivo. Gesù stesso aveva spiegato cosa volesse dire amarsi gli uni gli altri, invitando a lavarsi i piedi gli uni gli altri, espressione di ogni tipo di servizio e di attenzione all’altro (Gv 13,14).

Iniziamo dunque la carrellata delle ricorrenze.

A Pietro, primo tra gli apostoli, il compito di dirci la qualità di questo amore: «per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri» (1 Pt 1,22).

Ed ora i mille volti dell’amore reciproco.

L’amore vicendevole domanda stima vicendevole: (Rm 12,10: «Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda»),

•condividere la fede gli uni con gli altri (Rm 1,12),
•avere gli stessi sentimenti gli uni verso gli altri (Rm 12,16; 15,4),
•edificarsi a vicenda (Rm 14,19),
•accogliersi l’un l’altro (Rm 15,7),
•correggersi l’un l’altro (Rm 15,14),
•scambiarsi il bacio santo (Rm 16,16; 1 Cor 16,20; 2 Cor 13,12; 1 Pt 5,14),
•aspettarsi gli uni gli altri per cenare insieme (1 Cor 11,33),
•essere a servizio gli uni degli altri (Gal 5,13),
•portare i pesi gli uni degli altri (Gal 6,2),
•sopportarsi a vicenda nell’amore (Ef 4,2; 5,21; Col 3,13),
•volere il bene gli uni verso gli altri (Ef 4,32),
•essere misericordiosi e perdonarsi (Ef 4,32; Col 3,13),
•confortarsi a vicenda (1 Tes 4,18; 5,11),
•essere di aiuto gli uni gli altri (1 Tes 5,11),
•cercare il bene vicendevole (1 Tes 5,15),
•prestare attenzione gli uni agli altri (Eb 10,24),
•confessare i peccati gli uni agli altri (Gc 5,16),
•pregate gli uni per gli altri (Gc 5,16),
•praticare l’ospitalità in maniera vicendevole (1 Pt 4,9),
•rivestirsi di umiltà l’un l’altro (1 Pt 5,5)
•essere in comunione gli uni con gli altri (1 Gv 1,7).


In negativo:

•non ci si può giudicare gli uni gli altri (Rm 14,13),
•non ci si può rifiutare l’un l’altro nell’ambito dei rapporti matrimoniali (1 Cor 7,5),
•non ci si deve mordere né divorare né distruggere a vicenda (Gal 5,15),
•non va cercata la vanagloria, provocandosi e invidiandosi gli uni gli altri (Gal 5,26),
•non si può dire menzogne gli uni agli altri (Col 3,9),
•né male gli uni degli altri (Gc 4,11),
•né lamentarsi gli uni degli altri (Gc 5,9).

Quanta concretezza nell’amore reciproco! Non è un vago sentimento, un semplice «volersi bene», ma un amore serie ed esigente, che attualizza in mille espressioni, fino al punto da giungere a dare la vita gli uni per gli altri.


di Fabio Ciardi
Fonte: Unità e Carismi

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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 26, 2012 16:03    Oggetto: da 23 a 29/3/12 Papa BENEDETTO XVI viaggio in MESSICO e CUBA Rispondi citando


Jane ha scritto:
Grazie Giuly. l'avrei persa.
Ciao


Ciao Jane, commuove essere insieme a seguire questo viaggio del Papa. Preghiamo con e per Papa Benedetto .

Segnalo TV2000 perché trasmette le dirette come commentate dal CTV; RAI per ora trasmette su RAI News e intervalla o copre con dibattito in studio, non comprendo questa scelta editoriale. Se riesci ad aprire il player del Vaticano, cliccando su -Agenda- hai ogni giorno gli appuntamenti in diretta previsti, e si possono rivedere gli altri video cliccando sull'icona tv - on demand - .




• Viaggio Apostolico di Papa Benedetto XVI in Messico
e nella Repubblica di Cuba, dal 23 al 29 marzo 2012 •



    per accompagnare PAPA BENEDETTO XVI sempre

CTV diretta web +video news +agenda +Radio Vaticana: live#on demand

Exclamation http://player.rv.va/vaticanplayer.asp?language=it&tic=VA_SRCH2ZQI Exclamation



Arrow www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/travels/2012/index_messico-cuba_it.htm


ore 16.50 - Cerimonia di congedo dal Messico

ore 20.50 - Cerimonia di benvenuto a Cuba

ore 00.20 - Santa Messa per la Virgen de la Caridad del Cobre

27/3 -
ore 16.50 - Visita al Santuario della Virgen de la Caridad del Cobre



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