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SAN FRANCESCO D'ASSISI: UN CUORE SEMPLICE ED UMILE
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sere91



Registrato: 14/10/06 15:31
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MessaggioInviato: Dom Ott 07, 2007 17:44    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE ROSSANA... IO LA SEGUIRO' PURE!
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SERENA

"La bambina a scuola di danza potrà non diventare mai una ballerina professionista, ma la cortesia e la grazia così come la gioia del movimento, la toccheranno sempre.."
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cianipat



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MessaggioInviato: Mar Ott 09, 2007 17:29    Oggetto: Rispondi citando


Bello, asciutto senza un filo di retorica o di esagerati misticismi. Questo Francesco mi è piaciuto moltissimo.
Un elogio al regista che non è caduto nella tentazione del mistico a tutti i costi e al bravissimo Ettore Bassi che con il suo sorriso aperto e semplice, con i suoi modi misurati e affascinanti ha dato un'interpretazione del Santo di Assisi molto vicina a noi ma anche, credo, a quello che doveva essere il poverello nei tempi in cui è vissuto.
Niente a che vedere con il Francesco di Zeffirelli, colto da improvvisa conversione con lancio di tessuti e musiche struggenti, ma forse un pò troppo idealizzato.
Come niente a che vedere con il Francesco di Raul Bova che non mi piacque forse perchè troppo tormentato e anche perchè non mi piace l'attore.

Questo Feancesco è attuale, è vivo, è dentro ognuno di noi con le sue iniziali paure, con le sue domande e con la sua voglia di essere vicino a chi soffre senza alcuna condizione.
Mi è piaciuto molto anche Gabriele Cirilli che con questa interpretazione si è affrancato dalle sue apparizioni come comico (non per togliergli nulla, beninteso, ma un attore deve interpretare ruoli più impegnativi per migliorarsi).
Un pò meno mi è piaciuta Mary Petruolo, o meglio a tratti non mi è piaciuta, quando induge un pò troppo nel sorriso che è meraviglioso ma forse un po' troppo esibito.
Lando Buzzanca e Angela Molina, attori consumati e bravissimi.

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PattyRose



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MessaggioInviato: Mar Ott 09, 2007 17:37    Oggetto: Rispondi citando


cianipat ha scritto:
Bello, asciutto senza un filo di retorica o di esagerati misticismi. Questo Francesco mi è piaciuto moltissimo.
Un elogio al regista che non è caduto nella tentazione del mistico a tutti i costi e al bravissimo Ettore Bassi che con il suo sorriso aperto e semplice, con i suoi modi misurati e affascinanti ha dato un'interpretazione del Santo di Assisi molto vicina a noi ma anche, credo, a quello che doveva essere il poverello nei tempi in cui è vissuto.
Niente a che vedere con il Francesco di Zeffirelli, colto da improvvisa conversione con lancio di tessuti e musiche struggenti, ma forse un pò troppo idealizzato.
Come niente a che vedere con il Francesco di Raul Bova che non mi piacque forse perchè troppo tormentato e anche perchè non mi piace l'attore.

Questo Feancesco è attuale, è vivo, è dentro ognuno di noi con le sue iniziali paure, con le sue domande e con la sua voglia di essere vicino a chi soffre senza alcuna condizione.
Mi è piaciuto molto anche Gabriele Cirilli che con questa interpretazione si è affrancato dalle sue apparizioni come comico (non per togliergli nulla, beninteso, ma un attore deve interpretare ruoli più impegnativi per migliorarsi).
Un pò meno mi è piaciuta Mary Petruolo, o meglio a tratti non mi è piaciuta, quando induge un pò troppo nel sorriso che è meraviglioso ma forse un po' troppo esibito.
Lando Buzzanca e Angela Molina, attori consumati e bravissimi.




Wink Wink Wink Wink Grazie Pat Wink Wink Wink CONDIVIDO... Rolling Eyes Laughing Laughing Laughing Razz Wink
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nanà



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Messaggi: 7578

MessaggioInviato: Mar Ott 09, 2007 22:02    Oggetto: messaggio Rispondi citando


Condivido, un Francesco che io immagino così, semplice e che con la sua ilarità cerca di avvicinarsi alle persone, a quei tempi cosa c'era di più? Un Francesco sempilce e per questo tanto vicino a noi pur nella sua grandezza.
Condivido la bravura di Lando Buzzanca, attore per me bravissimo e non sfruttato sempre al meglio.
Non mi è piaciuta l'interpretazione di Chiara, troppo statica, un volto senza sofferenza, un volto troppo innamorato del suo Francesco; peccato perchè il regista è riuscito a cogliere il percorso mistico di queste persone e riportarlo sullo schermo, ma si è perso nell'attrice protagonista.
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mari27



Registrato: 17/06/04 17:49
Messaggi: 6094

MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2007 13:49    Oggetto: Rispondi citando


Francesco!
La sua storia e la sua bontà mi commuovono ed affascinano sempre.

Dopo quasi mille anni il suo messaggio parla sempre più forte che mai, al cuore ed all'anima di tutti gli uomini!........o almeno a chi riesce o si sofferma ad ascoltarlo.......

Trovo che il suo misticismo e quello di Chiara siano ...."immensi"!.......come quello di altri Santi!.......ed oggi irripetibili in questo strano mondo!.........tranne forse pochi casi, quali? .......mi viene in mente Madre Teresa di Calcutta......


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mari27



Registrato: 17/06/04 17:49
Messaggi: 6094

MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2007 14:05    Oggetto: Rispondi citando


............anche Francesco è un ....."sognatore"!!


- La forza di un sogno -

Il giovane allegro, esuberante incomincia a scegliere il silenzio e la solitudine, si allontana dal centro della città e va a esplorare i luoghi abbandonati della campagna di Assisi. É alla ricerca di un tesoro, ma che è ancora molto nascosto.
Ritorna alla quotidianità, ma con qualche pensiero in più, più inquietante.
Poi riprova a sfondare per realizzare le grandi cose a cui si sente chiamato.
Si arruola per una spedizione nelle terre di Puglia; gli occhi del padre lo accarezzano fieri quando lo vede rivestito nella nuova armatura, gli amici delle feste lo salutano invidiosi. E finalmente riparte. Fa poca strada, fino a Spoleto e la sua avventura si infrange contro un sogno.
Sogna un castello pieno d’armi: ma tutte quelle grandi cose a chi appartengono, al padrone o al servo? Nel sogno una voce: Francesco, ritorna ad Assisi. É la sconfitta e la resa più bruciante di quella di Collestrada perché senza le ferite della battaglia. Gli anni passano, il giovane è ormai uomo e le ferite le ha dentro, invisibili ma profonde.
gli restano solo i sentieri solitari per sfuggire l’ironia della gente, le battute delle ragazze, lo scherno degli amici.
Un giorno si sente attratto dai ruderi di una chiesetta e lì scorge un crocifisso impolverato e abbandonato, ma che lo aspettava pazientemente. “Francesco, va e ripara la mia chiesa”.
E così quelle mani delicate e scarne, incapaci di stringere con forza l’elsa di una spada, si sporcano, si graffiano, si ornano di calli.
Ma Dio non ha bisogno di muratori perché la sua casa è fatta di anime o meglio di persone.
I poveri e i lebbrosi diventano la sua compagnia preferita, a loro riserva tutte le attenzioni e i soldi della bottega del padre.
Pietro di Bernardone che aveva puntato tutto su quel figlio, aveva chiuso un occhio su tutte le sue stravaganze, ma adesso la sua pazienza aveva colmato la misura e incominciava a montare una rabbia furiosa, incontrollabile. Era necessaria un’azione di forza per farlo tornare in sé, davanti a tutti, anche per non perdere la faccia.
E Francesco, spogliandosi, reagisce con il gesto più radicale e più liberatorio che potesse fare iniziando una nuova vita e assumendo una nuova identità: “D’ora in poi potrò dire liberamente: Padre nostro che sei nei cieli, non padre Pietro di Bernardone”.
E qui incomincia un’altra storia ........................



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Adry



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Messaggi: 3257
Residenza: provincia di Trapani

MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2007 15:24    Oggetto: Rispondi citando


cianipat ha scritto:
Bello, asciutto senza un filo di retorica o di esagerati misticismi. Questo Francesco mi è piaciuto moltissimo.
Un elogio al regista che non è caduto nella tentazione del mistico a tutti i costi e al bravissimo Ettore Bassi che con il suo sorriso aperto e semplice, con i suoi modi misurati e affascinanti ha dato un'interpretazione del Santo di Assisi molto vicina a noi ma anche, credo, a quello che doveva essere il poverello nei tempi in cui è vissuto.
Niente a che vedere con il Francesco di Zeffirelli, colto da improvvisa conversione con lancio di tessuti e musiche struggenti, ma forse un pò troppo idealizzato.
Come niente a che vedere con il Francesco di Raul Bova che non mi piacque forse perchè troppo tormentato e anche perchè non mi piace l'attore.

Questo Feancesco è attuale, è vivo, è dentro ognuno di noi con le sue iniziali paure, con le sue domande e con la sua voglia di essere vicino a chi soffre senza alcuna condizione.
Mi è piaciuto molto anche Gabriele Cirilli che con questa interpretazione si è affrancato dalle sue apparizioni come comico (non per togliergli nulla, beninteso, ma un attore deve interpretare ruoli più impegnativi per migliorarsi).
Un pò meno mi è piaciuta Mary Petruolo, o meglio a tratti non mi è piaciuta, quando induge un pò troppo nel sorriso che è meraviglioso ma forse un po' troppo esibito.
Lando Buzzanca e Angela Molina, attori consumati e bravissimi.



CONDIVIDO OGNI TUA PAROLA CARA PATRIZIA.
QUESTO FRANCESCO MI E' PIACIUTO PIU' DI OGNI ALTRA VERSIONE,FORSE PERCHE' PER LA PRIMA VOLTA E' STATA REALIZZATA UN'OPERA STRETTAMENTE VICINA ALLA VERA BIOGRAFIA DEL SANTO DI ASSISI(ERA TRATTO DALLA BIOGRAFIA DI FRANCO CARDINI,UNO DEI MAGGIORI STUDIOSI DI CHIARA E FRANCESCO).ANCHE ICONOGRAFICAMENTE,PENSO ETTORE BASSI SI AVVICINA A S.FRANCESCO MOLTISSIMO .NON UNA BELLEZZA PRESTANTE ED OSTENTATA COME QUELLA DI RAOUL BOVA NE' UN VISO TROPPO ANGELICO E POCO REALE COME IL FRANCESCO DI ZEFFIRELLI.


P.S.MAGNIFICO LANDO BUZZANCA.MERITA TUTTO IL SUCCESSO CHE STA AVENDO,ANCHE SE QUESTO STA ARRIVANDO IN RITARDO.
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PattyRose



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MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2007 17:48    Oggetto: Rispondi citando





Seguire Cristo e vivere il Vangelo libera Francesco e Chiara dal vivere per se stessi e li fa essere ‘preghiera vivente’: essi vogliono che le loro comunità vivano ‘esclusivamente’ di contemplazione, di liturgia e di preghiera. L’accoglienza del dono dello Spirito, la preghiera e la contemplazione diventano la forza trasformante della loro esistenza, cosicché la loro vita diventa per i fratelli e le sorelle scuola di preghiera. A ragione si può dire di entrambi quanto Tommaso da Celano dice di Francesco: «Non era tanto un uomo che pregava, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente».

Dalla Leggenda perugina

Com’ebbe scelto il gruppo che intendeva portare con sé, Francesco disse a quei fratelli: «Nel nome del Signore, andate due a due per le strade, con dignità, mantenendo il silenzio dal mattino fino a dopo l’ora di terza, pregando nei vostri cuori il Signore. Nessun discorso frivolo e vacuo tra di voi giacché, sebbene siate in cammino, il vostro comportamento deve essere raccolto come foste in un eremo o in cella. Dovunque siamo o ci muoviamo, portiamo con noi la nostra cella: fratello corpo; l’anima è l’eremita che vi abita dentro a pregare Dio e meditare. E se l’anima non vive serena e solitaria nella sua cella, ben poco giova al religioso una cella eretta da mano d’uomo».


Dalla Leggenda di S. Chiara

Quanta forza e sostegno riceva nella fornace della preghiera ardente, quanto le sia dolce la bontà divina in quelle fruizioni, lo testimoniano comprovati indizi. Allorché infatti ritornava nella gioia dalla santa orazione, riportava dal fuoco dell’altare del Signore parole ardenti, tali da infiammare il cuore delle sorelle. Esse constatavano infatti con ammirazione che si irradiava dal suo volto una certa dolcezza e che la sua faccia pareva più luminosa del solito. Certamente, nella sua dolcezza, Dio aveva dato convito alla poverella e, dopo averle inondato l’animo nell’orazione con la sua Luce vera, lo manifestava al di fuori sensibilmente.


Chiara e Francesco, come riferisce Tommaso da Celano, sono sempre uniti anche se realmente sono distanti fisicamente per lunghi periodi. In questa profonda unità, la reciprocità e la libertà dell'essere Amore ed espressione concreta di pace, quella vera pace che da sè attraversa ogni prossimo. La relazione fra Chiara e Francesco è di vero amore e di vera pace. Non casualmente "pace e bene" è il saluto francescano.

Wink Wink Wink

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sere91



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MessaggioInviato: Dom Ott 14, 2007 09:01    Oggetto: Rispondi citando


Ragazze è stato un film fantastico..!!!!! ho pianto tantissimooooooooo!!!!! la scena più bella per me è stata la notte di Natale quando Chiara tiene in braccio quel bimbo che è Gesù Bambino mentre Francesco a Greccio pregava nel presepe vivente! Embarassed Embarassed Embarassed Embarassed e poi nel crocifisso della chiesa di San Damiano la figura di Cristo era tutta un ombra!!! Embarassed Embarassed mammaaaaaaaa!!!!! è stato bellissomoooooo!!!! ho i brividi!! Embarassed Embarassed
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SERENA

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PattyRose



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MessaggioInviato: Mer Dic 12, 2007 17:57    Oggetto: Rispondi citando


MERCOLEDI 12 DICEMBRE 2007

RETE4 - ORE 21:04 -

VITE STRAORDINARIE: SAN FRANCESCO

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fly



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MessaggioInviato: Sab Gen 12, 2008 16:20    Oggetto: Rispondi citando


Purtroppo nn ho potuto seguire questo speciale su S.Francesco,che come tutte voi adoro...
Poco tempo fa ho conosciuto questa splendida preghiera...nn so se è già stata postata,spero di fare cosa gradita,io l'ho trovata bellissima
:

Preghiera che la mamma di San Francesco ha pronunciato sul figlio,nel momento in cui lasciava la casa per seguire la sua vocazione.

Figlio mio,le ali di Dio ti coprano e ti proteggano come queste mie mani.
Porta il mio sangue e la mia ombra fino ai confini del mondo.
Apri e percorri i cammini che io avrei voluto percorerre.
Porta le mie lampade nelle notti e le mie fonti nei deserti.
Raccogli i dolori del mondo e semina ovunque la speranza.
Che la tua morte sia una festa e la tua vita un porto.
Che i venti ti accarezzino e le montagne ti offrano ombra.
Copri la terra di pietà e trasforma le tombe in culle.
Ti amo,sangue del mio sangue e figlio del mio spirito.
Quando la tua carne nuda e mortale riceverà il bacio della non amata sorella,io sarò lì ad aspettarti,in piedi,
sotto il grande arco dell'aurora,per sempre
.


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PattyRose



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MessaggioInviato: Sab Gen 12, 2008 17:00    Oggetto: Rispondi citando


fly ha scritto:
Purtroppo nn ho potuto seguire questo speciale su S.Francesco,che come tutte voi adoro...
Poco tempo fa ho conosciuto questa splendida preghiera...nn so se è già stata postata,spero di fare cosa gradita,io l'ho trovata bellissima
:

Preghiera che la mamma di San Francesco ha pronunciato sul figlio,nel momento in cui lasciava la casa per seguire la sua vocazione.

Figlio mio,le ali di Dio ti coprano e ti proteggano come queste mie mani.
Porta il mio sangue e la mia ombra fino ai confini del mondo.
Apri e percorri i cammini che io avrei voluto percorerre.
Porta le mie lampade nelle notti e le mie fonti nei deserti.
Raccogli i dolori del mondo e semina ovunque la speranza.
Che la tua morte sia una festa e la tua vita un porto.
Che i venti ti accarezzino e le montagne ti offrano ombra.
Copri la terra di pietà e trasforma le tombe in culle.
Ti amo,sangue del mio sangue e figlio del mio spirito.
Quando la tua carne nuda e mortale riceverà il bacio della non amata sorella,io sarò lì ad aspettarti,in piedi,
sotto il grande arco dell'aurora,per sempre
.





GRAZIE CARA...NON LA CONOSCEVO Wink
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fly



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MessaggioInviato: Sab Gen 12, 2008 17:14    Oggetto: Rispondi citando


Di niente cara Patty... Very Happy
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nanà



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MessaggioInviato: Mar Mar 03, 2009 11:35    Oggetto: messaggio Rispondi citando


“Laudato Si, mi Signore con tucte le tue creature“
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PattyRose



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MessaggioInviato: Mar Mag 19, 2009 16:58    Oggetto: Rispondi citando


Da Assisi... a Roma - Francesco, 800 anni dopo
Per la prima volta insieme da tutto il mondo le famiglie francescane. Sulla tomba del santo la riscoperta della forza travolgente del Vangelo.

Un capitolo in quattro verbi. Il capitolo è quello delle stuoie che dal 15 al 17 aprile ha visto convenire ad Assisi quasi duemila francescani da tutto il mondo; i verbi, quasi una sintesi della tre giorni, sono quelli pronunciati dal ministro generale dei frati minori padre Josè Carballo nell'omelia della messa conclusiva celebrata presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo, poco prima dell'udienza col papa: vedere, andare, correre, gioire.
Vedere, cioè fare esperienza del Cristo Risorto, l'unica che dà senso alla nostra vita e alla nostra missione ; andare, ossia la necessità esistenziale di mettersi in cammino, di lasciare il nostro piccolo chiostro per inserirci nel chiostro del mondo; correre, lasciando da parte la stanchezza, la rassegnazione, le sicurezze... perché c'è qualcosa di urgentissimo da comunicare ; gioire, perché una sequela triste è una triste sequela e non può essere contagiosa.
Se ci sono eventi che fanno la storia, a battenti chiusi si può ben dire che il Capitolo delle stuoie è fra questi. Basti un dato: era la prima volta, dopo 800 anni, da quando intorno al 1220 Francesco aveva convocato cinquemila frati, che le diverse famiglie francescane si ritrovavano insieme. All'epoca avevano dormito, manco a dirlo, su delle stuoie, da cui il nome, appunto, di Capitolo delle stuoie.
Questa volta un alloggio meno spartano è stato cercato e trovato per tutti, ma il nome rimane per l'evidente continuità con quell'esperienza che da adesso in poi non sarà più unica.
A raccontare il capitolo basterebbe un'immagine descritta da qualcuno degli organizzatori: All'inizio dei lavori si vedevano ben distinte nella sala, una tensostruttura antistante Santa Maria degli Angeli, le macchie di colore: il nero dei Conventuali, il bruno dei Cappuccini e dei Minori, il grigio del Terz'ordine regolare. Col passare del tempo si scorgeva una trama che si andava intrecciando.
Un lungo percorso A questo punto un salto indietro è d'obbligo. Lo facciamo con l'aiuto di padre Mariano Steffan, segretario della CimpCap (Conferenza italiana ministri provinciali cappuccini), nonché responsabile della segreteria organizzativa del capitolo. Lo incontriamo qualche giorno dopo la conclusione dei lavori e sul suo volto si scorgono l'impegno richiesto, ma più ancora la gioia dei frutti maturati, al di sopra di ogni aspettativa.
Il cammino che ci ha portati a questo Capitolo delle stuoie è piuttosto lungo - ci racconta -.
Già agli inizi degli anni Settanta, nel fervore post conciliare, c'erano stati tanti momenti definiti Capitolo delle stuoie, ma non era mai stata fatta un'indizione da parte dei ministri generali: erano delle iniziative sporadiche promosse dall'una o dall'altra famiglia francescana o incontri realizzati dai giovani francescani in formazione . Poi pian piano hanno cominciato ad incontrarsi le varie conferenze (l'insieme delle diverse province) di ogni ordine e grado, sia a livello mondiale che nazionale.
E proprio durante una di queste conferenze unitarie nasce l'idea del Capitolo delle stuoie.
Prosegue padre Steffan: Inizialmente non avevamo pensato ad un capitolo internazionale; noi volevamo raggiungere al massimo la realtà italiana, un migliaio di frati nella migliore delle ipotesi. Quando ne abbiamo parlato coi ministri generali ci hanno detto: Perché limitare questo sforzo ad una dimensione italiana e non aprirlo ai frati del mondo intero?.
La proposta sembrava troppo ardita, ma comunque rassicurava il pensiero che dal resto del mondo sarebbero venuti al massimo un centinaio di frati: invece ne sono arrivati circa 800 tra provinciali e rispettivi consiglieri.
Di fronte a questi numeri i ministri generali hanno capito che ci trovavamo davanti a qualcosa che rispondeva alle esigenze della base. La fatica, a quel punto, è stata solo quella di dare una sistemazione adeguata ad ognuno.
Per il resto tutti erano artefici del capitolo, partecipando attivamente ai lavori, creando con spontaneità quei gruppi di scambio, di dialogo, che nel programma non erano stati pensati.
I campi d'azione Vari i temi trattati. L'opportunità di incontrare i ministri generali mi dà modo, poi, di cogliere la complessità degli ambiti d'azione dei francescani, dall'educazione alla missione, dalla comunicazione al dialogo interreligioso, solo per citarne alcuni. Temi tutti molto sentiti, che fanno parte del dna del francescanesimo come mi conferma padre Josè Carballo, ad esempio, a proposito del dialogo interreligioso, aperto da Francesco in visita al sultano d'Egitto nel 1219: Teniamo presente che era l'epoca delle crociate e nel linguaggio ufficiale si usava molto la parola contro.
Francesco nella sua regola dice di andare tra: ecco la grande differenza.
Forse noi non siamo esperti nel dialogo teologico o filosofico; siamo esperti, mi pare di poterlo dire, nel dialogo della vita.
Abbiamo tante esperienze positive in giro per il mondo soprattutto nelle terre dove i cristiani sono in minoranza, dalla Terra Santa al Marocco, all'Indonesia....
Sempre nel dna francescano c'è un altro elemento: Quello di andare dove nessuno è disposto ad andare, ci spiega padre Mauro Johri, ministro generale dei Cappuccini.
Che evidenzia anche come nell'ambito della missione ci sia tanto da rinnovare perché siamo diventati tutti un po' comodi. Si tratta però di approfondire molto l'esperienza dell'incontro col Cristo, perché non è che basti un po' di spirito d'avventura, occorrono motivazioni forti. Come dicevamo nei giorni del capitolo, la predicazione, fatta non di moralismi o divieti, ma dell'annuncio di Gesù, deve tornare al centro delle nostre preoccupazioni. Finora ci siamo limitati a quel dieci per cento che frequenta le nostre chiese: adesso è l'ora di abbattere gli steccati, di muoverci verso gli altri con costanza e rispetto delle diversità.
Una sorta di conversione permanente, un viaggio continuo nella fede per il quale è necessario avere uno spirito aperto e docile, come sottolinea padre Michael Higgins del Terz'ordine regolare.
Riguardo all'educazione, poi, padre Marco Tasca, ministro generale dei Conventuali con poche battute ci descrive una rivoluzione: Non si tratta solo di un'opera tecnica da farsi coi più sofisticati mezzi mediatici. Il nostro modello è la passione con cui Francesco ha preso in mano il Vangelo e l'ha fatto stile di vita inculturandolo nel suo tempo.
Il Vangelo stile di vita Ed è proprio il riappropriarsi del Vangelo il frutto più maturo dell'intero capitolo, quel ritorno alle radici che tutti auspicavano.
L'ultimo atto di Assisi è stato infatti il pellegrinaggio da Santa Maria degli Angeli alla Basilica superiore dove ogni frate, ai piedi della tomba del santo, ha ricevuto dal proprio ministro generale il libricino della Regola. Un momento commovente, fino alle lacrime - confida padre Mariano -.
Regola e vita dei frati è vivere il Vangelo, ha lasciato scritto Francesco e dunque ricevere la Regola è stato come riappropriarsi in maniera radicale del Vangelo come unico stile di vita.
Come procede adesso il cammino? Concretamente da qualche tempo, ci si consulta di più anche in ambito operativo. Qualora ad esempio c'è da valutare la possibilità o meno di una presenza francescana in un posto, lo si fa insieme; si sta arrivando all'adozione di un unico messale di tutti i santi francescani; si è giunti alla redazione congiunta di un nuovo testo delle Fonti francescane.
La cosa più forte è la coscienza che è questo il momento perché i francescani possano ritrovarsi uniti dall'unico carisma anche se i cammini sono diversificati , conclude padre Mariano.
Torna in mente l'augurio che Chiara Lubich aveva lasciato scritto sul libro degli ospiti del sacro convento in occasione dello storico incontro interreligioso dell'ottobre 2000. A ricordarlo è la presidente Maria Voce, che fa gli onori di casa presso il Centro Mariapoli.
Auguro alla famiglia francescana - scriveva Chiara - di realizzare l'ideale di san Francesco e santa Chiara e cioè l'unità (sorretta dalla povertà) fra loro, con tutte le famiglie religiose del mondo antiche e nuove, nella profonda unità con la Chiesa istituzionale per far felice Gesù.
Piccoli grandi segnali, questi giorni di Assisi, di un cammino che sembra senza possibilità di ritorno.

AL SIGNOR PAPA Benedetto XVI e la famiglia francescana

Il cortile del palazzo pontificio a Castelgandolfo non riesce a contenere la gioia della famiglia francescana arrivata per l'occasione da tutta Italia: frati, ma anche laici e tanti giovani. L'emozione raggiunge il suo culmine quando i ministri generali rinnovano la propria professione in ginocchio davanti al successore di Pietro.
Siete venuti insieme dal signor papa, come direbbe il vostro serafico fondatore, esordisce Benedetto XVI, ricordando l'incontro tra Francesco e Innocenzo III che segnò l'approvazione orale della regola. Ed oltre a ringraziare Dio per tutto il cammino che vi ha fatto compiere, sottolinea quanto il poverello sia diventato un Vangelo vivente, capace di attirare a Cristo uomini e donne di ogni tempo, specialmente i giovani, che preferiscono la radicalità alle mezze misure.
E poi una riflessione: Francesco avrebbe potuto anche non venire dal papa. Sicuramente un atteggiamento polemico verso la gerarchia gli avrebbe procurato non pochi seguaci. Invece, quell'andare dal papa rivelò il suo autentico spirito ecclesiale e favorì il riconoscimento del suo carisma. Una bella esemplificazione di come carisma e istituzione siano sempre complementari per l'edificazione della Chiesa, sottolinea Benedetto XVI. Che affida ai presenti un mandato: Andate e continuate a riparare la casa del Signore Gesù Cristo, la sua Chiesa. Come Francesco, cominciate sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare.


Aurora Nicosia

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