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vogliamo rendere un omaggio a NAPOLI?
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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Mer Mag 23, 2007 16:35    Oggetto: Rispondi citando


guardate la funicolare di Chiaia di Napoli:
ha i colori dell'ADRICESTA!!! Razz Very Happy Wink




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Con tutto l'oro del mondo non si può comprare il battito del cuore, nè un lampo di tenerezza-de Lamartine


L'ultima modifica di claudia_napoli il Ven Mag 25, 2007 16:35, modificato 1 volta
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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Gio Mag 24, 2007 16:08    Oggetto: Rispondi citando



Che siano i colori o la luminosità del panorama o l’intrigo dei vicoli è certo che Napoli rimane negli occhi e nel cuore di chi vi giunge....
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stef@nia



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MessaggioInviato: Gio Mag 24, 2007 23:20    Oggetto: Rispondi citando


bella la funicolare gialla e blu!!! Razz Razz Razz Laughing Laughing Laughing
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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2007 16:25    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Stefania!
Ho visto che l'argomento Napoli non interessa molto... peccato, vuol dire che siamo ancora poche noi che amiamo veramente Napoli, nel bene e nel male....



Foto di Elisabetta Valentini
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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2007 18:35    Oggetto: Rispondi citando


ciao cara claudia...
io non sono napoletana ma questa città mi affascina molto, il dialetto e il calore degli abitanti campani...un giorno vorrei tanto visitarla...ogni città ha i suoi pregi e i suoi difetti...non per questo tutta napoli si deve etichettare in un certo modo...cosa che capita a me essendo siciliana!
baci...
Razz
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MessaggioInviato: Ven Mag 25, 2007 19:59    Oggetto: Rispondi citando


Eccomi!!! Sono napoletana!!! Ed è stata una belissima idea aprire questo topic...Non potrò frequentare assiduamente...ma come avrò un pò di tempo posterò qualcosa di interessante!!! Wink
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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Sab Mag 26, 2007 09:19    Oggetto: Rispondi citando


Grazie ragazze!!!
Avete capito che mi ero un po' demoralizzata perchè l'argomento non interessava... e avete scritto.... grazie


Oggi mi son dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze.
Si ha un bel dire, raccontare, dipingere; ma esse sono al disopra di ogni descrizione.
La spiaggia, il golfo, le insenature del mare, il Vesuvio, la città, i sobborghi, i castelli, le ville!
Questa sera ci siamo recati alla Grotta di Posillipo, nel momento in cui il sole, passa con i suoi raggi alla parte opposta.
Ho perdonato a tutti quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio padre, che aveva conservato un'impressione incancellabile proprio degli oggetti da me visti oggi per la prima volta. (Johann Wolfgang Goethe)



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Jane



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MessaggioInviato: Sab Mag 26, 2007 11:56    Oggetto: Rispondi citando


E' un bellissimo topic. Ci voleva. Solo non si può scrivere su tutti, per questioni di tempo, almeno per me è così.
Ciao
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Jane
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Helena x



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MessaggioInviato: Sab Mag 26, 2007 17:58    Oggetto: Rispondi citando


Ciao "claudia_napoli"! Rolling Eyes
Grazie bellissime foto!
Napoli é molto bella! Wink
Come sta?
Ieri sera é stato /forum/ Alessandro perfetto!Gentile!
Elena é ca bellissima bambina Embarassed !
Quanto bellissima mamma e papa! Wink
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Io sono molto felice! Perche Alessandro non giuris,
ma grande attore.
Claudia,stia bene e forse ci vediamo a volte a Napoli! Wink
Ciao HELENA! Cool
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MessaggioInviato: Sab Mag 26, 2007 18:31    Oggetto: Rispondi citando


Il Parco della Tomba di Virgilio



Il piccolo parco sito alle spalle della chiesa di S. Maria di Piedigrotta, nei pressi della stazione ferroviaria di Mergellina, racchiude una parte delle pendici orientali della Collina di Posillipo, dal nome greco pausilypon ("pausa del dolore") dato alla splendida villa romana che sorgeva sulla collina, ad indicare la pace e la quiete qui esistenti. Il parco ospita monumenti rilevanti per la storia dell’area partenopea e la sua denominazione ha origine dall’attribuzione al poeta Publio Virgilio Marone (Andes, 70 a.C. – Brindisi, 19 a.C.) del sepolcro romano ivi presente. Tale attribuzione fu ufficialmente ribadita con l’inaugurazione del parco avvenuta nel 1930 dopo un consistente intervento di risanamento e consolidamento che diede all’area la fisionomia ancora oggi osservabile, ricca di scorci paesaggistici molto interessanti. All’entrata del parco, imboccando il viale che sale con più rampe lungo le pendici collinari, si trova un’imponente edicola fatta collocare nel 1668 dal viceré Pietro d’Aragona, contenente due iscrizioni nelle quali si ricorda anche la presenza della tomba virgiliana. Nei pressi, in una grande nicchia sulla parete, si incontra una scultura del busto di Virgilio su colonnina, omaggio del 1931 degli studenti dell’Accademia dell’Ohio. Alla fine della seconda rampa, su uno spiazzo a destra, è l’area dedicata alla Tomba di Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 – Napoli, 1838), un monumento che dal 1939 accoglie le spoglie del poeta, traslate dall’antica Chiesa di S. Vitale a Fuorigrotta (oggi scomparsa), da dove furono trasferite anche le lapidi ora murate sulla parete tufacea retrostante il monumento. Salendo ancora, si giunge alla piazzola davanti l’ingresso orientale della Crypta Neapolitana, una delle più antiche gallerie del mondo, scavata in età augustea per facilitare i collegamenti tra Napoli e i Campi Flegrei. Qui da più punti è possibile osservare gli splendidi affreschi sulle pareti di roccia intorno all'ingresso, di recente restaurati, appartenenti all’antica cappella di S. Maria dell’Idria o Odigitria. Dalla piazzuola, mediante alcune piccole rampe di scale che si abbarbicano tra la vegetazione della collina, si raggiungono infine i resti del colombario romano. Da questo versante della collina la Grotta di Posillipo è inagibile, ma un breve tratto è visitabile all’imbocco di Fuorigrotta da via di Grotta Vecchia.


Virgilio, da poeta a mago



Publio Virgilio Marone (Andes 70 a.C. – Brindisi 19 a. C.) dopo l’educazione ricevuta in Lombardia, alla scuola del romano Epidio, è probabile che sia giunto in Campania tra il 49 ed il 47 a.C. dove, secondo la tradizione biografica, visse per molti anni ed ereditò dal filosofo Sirone, maestro di un circolo epicureo da lui frequentato, una villa sulla collina di Posillipo.

Sicuramente scrisse a Napoli tra il 37 e 30, l’opera “Le Georgiche”, in cui il paesaggio dell’Italia meridionale, ed in particolare di Napoli e dei Campi Flegrei, incide profondamente sulla narrazione.

La suggestiva natura della zona flegrea, appare pure nel Canto VI dell’Eneide, dove la porta Inferi è ubicata in prossimità del lago Averno.

Ma più che per la sua poesia, egli è intimamente legato a Napoli per ragioni peculiari che svelano una figura dotata di poteri soprannaturali, un Virgilio mago e taumaturgo. Per secoli fu diffusa a Napoli la credenza che la città sopravvivesse protetta da un’aura magica, dovuta ai prodigi di Virgilio considerato come un nume tutelare. Secondo questa lunga tradizione, tutta partenopea e "popolare", il territorio che si estende dai Campi Flegrei al fitto tessuto urbano della città prolifera di segni di questi antichi atti magici. Fu Virgilio che pose 2 teste con funzioni mantiche nel cuore di Forcella (limiti della città antica, verso la zona orientale) sulla Porta Nolana (o, appunto, Furcillensis); e fu Virgilio a creare un cavallo di metallo, con la virtù di sanare col solo sguardo i cavalli veri, che assurse poi a simbolo nelle vecchie insegne cittadine. A lui si deve la costruzione dei bagni termali di Baia e Pozzuoli e la prodigiosa perforazione della Crypta Neapolitana, compiuta con l’aiuto di una schiera di demoni, allo scopo di facilitare il viaggio a chi doveva recarsi da Napoli a Pozzuoli. A Virgilio è attribuita pure la collocazione nelle segrete dell’allora Castello di Mare di una caraffa con dentro un uovo magico racchiusa in una gabbia metallica, da cui dipesero il destino della città e il nuovo nome di Castel dell’Ovo dato alla dimora; e ancora la creazione, sotto speciali condizioni astrali, di una mosca bronzea (o dorata), una sanguisuga d’oro e una cicala di rame capaci di tenere lontani i loro fastidiosi consimili naturali che infestavano la città. Alcuni di questi e vari altri prodigi vengono ampiamente narrati nella Cronaca di Partenope, un testo della metà del XIV secolo di un anonimo autore napoletano; ma tale peculiare visione del poeta ha radici più antiche: la sua vasta dottrina e l’esemplarità della sua vita ben presto mitizzata, che gli valse l’appellativo di parthenias (“vergine”), lo fecero divenire oggetto di venerazione e i suoi libri si trasformarono in fonti divinatorie, le cosiddette sortes virgilianae. Le sue opere nel tempo, lungi dall’essere eclissate come pagane, vennero tramandate e interpretate cristianamente, e così il Virgilio oracolare assunse una veste profetica: in particolare, nell’annuncio della nascita di un divino puer con caratteri celesti e solari (nella IV egloga delle Bucoliche) si volle legger la venuta del Messia Gesù. Senza considerare poi che il racconto del VI canto dell’Eneide avvicinò Virgilio alla Sibilla da lui cantata, dando origine alla tradizione che estese al poeta i poteri mantici di quella. E fu questo il Virgilio sacralizzato dai napoletani, per i quali egli divenne un’espressione simbolica della propria identità, e della forza e libertà della Napoli altomedievale. In quest’ottica va collocato il racconto della violazione della tomba di Virgilio e il trafugamento delle sue ossa, avvenuti durante il regno di Ruggero di Sicilia. Come si legge in varie fonti, il re, che aveva conquistato Napoli dopo un lunghissimo assedio, avrebbe dato permesso ad un medico inglese di prelevare le ossa del poeta per farne degli studi, ma quando il medico si recò presso le autorità cittadine con l'ordine a procedere, esse temettero gli infausti effetti della profanazione e consegnarono allo straniero soltanto i libri magici posti in un “vasello di rame” sotto il capo del poeta, trasferendone le ossa a Castel dell’Ovo. Per un certo tempo, fu possibile vedere queste preziose reliquie attraverso una grata, ma poi, quando Napoli subì una definitiva “conversione” alla Chiesa romana per opera dei Normanni, vennero murate ed eclissate per sempre. Il senso storico della vicenda è abbastanza evidente: da un lato, il tentativo perpetrato dai normanni, con il consenso interessato della Chiesa, di indebolire e sottomettere la città al proprio volere e all’ortodossia cattolica, distruggendo l’oggetto di culto che era la base simbolica della sua autonomia; dall’altro, l’imperterrita resistenza dei napoletani che vollero proteggere le reliquie virgiliane nel tentativo di salvaguardare l’integrità propria e del mito. Il sepolcro si svuotò, ma il culto non si disgregò mai completamente; finì piuttosto per fondersi in una sintesi sincretica con le altre espressioni mitico-rituali che, prima pagane e dopo cristiane, connotarono i luoghi legati alle leggende napoletane di Virgilio. Si pensi alla Grotta di Posillipo che, con la festa di Piedigrotta, continuò ad essere luogo e oggetto di culto popolare fino agli anni Sessanta del XX secolo. La fama del culto a Virgilio e le credenze magiche sorte intorno al suo sepolcro varcarono i confini d’Italia, come si desume dai numerosi riferimenti in opere letterarie (tra cui il Doctor Faustus) e dalle richieste che giungevano persino dall’America di rami-souvenirs del lauro cresciuto intorno alla tomba; e come attesta la diffusione in area slava della credenza in un misterioso “Cerchio di Virgilio”, scuola per negromanti. Questa rimanda ad un suo omologo partenopeo: un rudere romano nei pressi della Gaiola e della Villa Pausylipon ancora oggi conosciuto come "Casa del Mago" o "Scuola di Virgilio", luogo in cui per credenza medioevale il poeta avrebbe iniziato i suoi discepoli all’arte negromantica.

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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Sab Mag 26, 2007 19:33    Oggetto: Rispondi citando


grazie Helena, grazie Jane!
grazie Alessandra! Hai fatto un bel lavoro di ricerca,brava!!!
Dai ragazze che magari questo topic prenderà vita con il vostro aiuto!!!
Ora purtroppo devo andare ma torno presto...
Un bacione Claudia

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L'ultima modifica di claudia_napoli il Gio Giu 07, 2007 15:53, modificato 1 volta
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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Lun Mag 28, 2007 16:35    Oggetto: Rispondi citando




MASANIELLO

Il 16 luglio del 1647, sulla spiaggia antistante il golfo di Napoli, fu rinvenuto un cadavere privo della testa. Esso non fu rimosso ma fu lasciato lì ad imputridire, segno che quel corpo poteva appartenere al più bieco degli uomini, al più sanguinario degli assassini e, di peggio, non mi sovviene. Di chi era quel corpo ? Era di tale Tommaso D'Amalfi di Francesco e di Antonia Gargani, nato a Napoli il 29 giugno del 1620. Quindi Tommaso non era amalfitano come molti hanno sostenuto, ma napoletano verace di piazza Mercato dove svolgeva la sua attività di pescivendolo. Era sveglio, veloce di mente e di parola, sapeva arringare la folla e trascinarla con se, insomma poteva essere un capopopolo a tutti gli effetti, e lo fu, ma senza gli effetti ! In quel periodo la città di Napoli viveva l'epoca vicereale ed il Viceré di turno era quel duca D'Arcos, tanto inetto quanto sanguinario; Tommaso, detto "masaniello", ormai ventiseienne e sposato con Bernardina Pisa, oltre a fare del contrabbando, il pescivendolo e a praticare l'arte dell'arrangiarsi, si era arrogato il compito di istruttore degli Alardi, un gruppetto di lazzaroni organizzato a guisa d'esercito per combattere il Vicerè. Masaniello prese a frequentare prima l'abate Pirone (abate di nome ma non di fatto, oggi lo chiameremmo sicario), e poi don Giulio Genoino, strenuo difensore delle classi povere. Accadde che, la sera del 24 dicembre 1646, i lazzari assalirono il duca D'Arcos chiedendo l'abolizione delle gabelle che fu subito accettata dal vile Viceré che corse subito a rifugiarsi a Palazzo. Lì, però, s'accorse che non poteva mantenere la parola data senza far torto ai nobili napoletani, per cui, come si suol dire, prese tempo.

Ma la situazione precipitava sempre più, fino al mese di giugno quando, dopo i fatti di Messina e Palermo dove furono abolite le gabelle, anche a Napoli il popolo si sollevò. Il 7 luglio del 1647 i lazzari si sollevarono e dopo scaramucce in piazza mercato, guidati da Masaniello, assaltarono la reggia dove pretesero ed ottennero il desiderato. A questo punto entrò in scena don Giulio Genoino che, convinto di potersi servire di Masaniello, prese in mano le redini della rivoluzione. Masaniello fu nominato capo del popolo ma, essendosi fatto un gran numero di nemici e detrattori per il suo modo di comportarsi, la situazione non tardò a sfuggirgli dalle mani e, dopo un attentato, ad opera del duca di Maddaloni prontamente sventato, si compì il suo destino. Il 16 luglio Masaniello irrompe nella chiesa del Carmine, arringa ed accusa il popolo in modo sconclusionato, la folla gli è addosso, Tommaso scappa ma, prontamente raggiunto, viene fatto segno di numerosi colpi d'arma da fuoco, stramazza a terra. Dopo essere stato decapitato, il suo corpo viene abbandonato sulla spiaggia. Ben presto, il popolo, si rese conto dell'errore commesso e, recuperato il corpo di Tommaso d'Amalfi gli dette sepoltura nella chiesa del Carmine dove rimase fino all'ultima onta ad opera di Ferdinando IV di Borbone che ne fece sparire le spoglie

dal sito lastoriadinapoli

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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 17:25    Oggetto: Rispondi citando




Salvo D'Acquisto
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Salvo D'Acquisto (Napoli, 17 ottobre 1920 - Torre di Palidoro, Roma, 23 settembre 1943) fu un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri, insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria per causa di particolare eroismo.

Arruolatosi giovanissimo nei Carabinieri come volontario, nel 1939, partì nuovamente volontario l'anno successivo per la Libia, a pochi mesi dall'inizio della seconda guerra mondiale; dopo essere rimasto ferito ad una gamba, restò con il suo reparto in zona d'operazioni sinché non contrasse una febbre malarica e rientrò poi in Italia nel 1942 per frequentare la scuola sottufficiali. Uscitone col grado di vice-brigadiere, fu destinato alla stazione di Torre in Pietra, un piccolo centro rurale sulla via Aurelia, a qualche decina di chilometri da Roma.

Dopo l'8 settembre 1943, un reparto di truppe tedesche delle SS si era accasermato presso alcune vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza, nelle vicinanze della località Torre di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione di Torrimpietra. Qui il 22 settembre alcuni soldati tedeschi che ispezionavano casse di munizioni (forse abbandonate dai finanzieri) furono investiti dall'esplosione di una bomba a mano, probabilmente (le testimonianze sono solo, non attendibilmente, di fonte tedesca) per imperizia nel maneggio degli ordigni. Uno dei soldati morì ed altri rimasero feriti.

Il comandante del reparto tedesco attribuì la responsabilità dell'accaduto ad anonimi attentatori locali e richiese la collaborazione della stazione dei Carabinieri, temporaneamente comandata da D'Acquisto per l'assenza del maresciallo comandante. D'Acquisto, assunte alcune informazioni, vanamente provò a ribattere che l'accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma i tedeschi insistettero sulla loro versione e richiesero la rappresaglia, ai sensi di un'ordinanza emanata dal maresciallo Kesselring pochi giorni prima.

13 dei 22 superstiti, pochi giorni dopo il sacrificio di Salvo D'Acquisto, qui ripresi dinanzi al Castello di Torre in PietraFurono dunque eseguiti dei rastrellamenti e furono catturate 22 persone scelte a caso fra i contadini della zona. Lo stesso D'Acquisto fu forzosamente prelevato dalla stazione, da parte di una squadra armata di tedeschi, e fu condotto alla Torre di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Fu tenuto un sommario "interrogatorio", nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono ovviamente innocenti.

Nuovamente richiesto di indicare i nomi dei responsabili, D'Acquisto ribadì che non ve ne potevano essere perché l'esplosione era stata accidentale, gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano dunque tutti quanti innocenti; il sottufficiale fu fatto segno di ingiurie e di dileggio da parte dei tedeschi, che giunsero ad insultarlo e malmenarlo, strappandogli anche lembi dell'uniforme. Subito dopo, gli ostaggi furono muniti di vanghe e costretti a scavare una grande fossa comune per la ormai prossima loro fucilazione.Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando furono concluse fu chiaro che i tedeschi avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia.


D'Acquisto si autoaccusò allora del presunto attentato, dichiarò che sua era la sola responsabilità dell'accaduto e che gli ostaggi erano innocenti, e ne chiese l'immediata liberazione. I 22 prigionieri immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale, già dentro la fossa, dinanzi al plotone d'esecuzione.

Salvo D'Acquisto fu fucilato, all'età di 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della chiesa di Santa Chiara di Napoli.


La figura di Salvo d'Acquisto, che innocente sacrificò la sua vita per salvare quella di altri 22 innocenti, è probabilmente la più nota e forse la meglio rappresentativa dell'intero preclaro Medagliere dei Carabinieri, che dolorosamente si compone di mille altre storie di parimenti drammatica luminosità. Non a caso è il suo sacrificio a rappresentare simbolicamente le tantissime, le troppe vite spese dai militari dell'Arma per la protezione, a qualunque costo, della popolazione civile, per la tragica nitidezza della storia, che evidenzia la riflessione, la ponderazione del gesto, che non fu atto d'impulso ma cosciente scelta di valori morali, per caro che ne fosse il prezzo.

La motivazione della Medaglia d'Oro non cita che alcuni dei tanti richiami ideali evocati dalla vicenda:

«Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma»


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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Gio Mag 31, 2007 18:32    Oggetto: Rispondi citando


uè uè Razz dove sono tutte le guaglione Cool di questo forum Question Question Question Question Question


'E guaglione 'e Napule

Si na guagliona è già mamma coi suoi quindici anni
è una cosa normale int’e viche ‘e Napule;
si l’incuntrate abbronzate perfino a Natale
adda essere ‘e Napule;
si tene a mente ‘e canzon’, nun sbaglia ‘e parole
ma si chillu core sta friddo te sape scarfà.
Si vann’a tre ‘ncopp’a vespa e po’ sfottono
‘e guardie
so sempe ‘e guaglione de’ viche ‘e Napule;
e s’arretirano tarde si pure già sanno
che ‘e mamme po’ ‘e vatten’,
e po’ se prestano ‘e panne si escen’o sabut’,
ma si po’ te regalano ‘o core nun sanno tradì.
S’annammorano ‘e tte’ quand’ si già spusato,
soffrono ‘e cchiù, nun è mai na sbandata,
sanno aspettà dint’o scuro da ‘a sera
nu vas’ arrubbat’ ca tu le può dà.
S’annammorano ‘e tte’ quand’ si già spusato,
t’hanna chiammà quand’ staje cu chell’at’,
vann’a durmì, po’ se sonnano ‘e cose
ca tu dint’a vita nun ce può mai dà…
…te perdono.
Si co ‘o pigiama tu ‘e vire ‘a matina ‘e fa
‘a spesa
è una cosa normale int’e viche ‘e Napule;
si fann’ ‘e dediche ‘e radio cu ‘e nomme
cagnate
‘hanna essere ‘e Napule;
si dint’all’uocchie se vede ‘o culore do ‘o
mare blu,
ste guagliuncelle so ‘e Napule, nun può sbaglià.
S’annammorano ‘e tte’ quand’ si già spusato
t’hanna chiammà quand’ staje cu chell’at’,
vann’a durmì, po’ se sonnano ‘e cose
ca tu dint’a vita nun ce può mai dà…
…te perdono.

(Gigi d'Alessio)


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MessaggioInviato: Gio Mag 31, 2007 19:35    Oggetto: Rispondi citando


Ma ragazze mie,
eccomi... Very Happy Leggo spesso questo topic, che trovo interessantissimo, Very Happy ma purtroppo non ho modo di scrivere perchè in quetso periodo sono sommersa da impegni e studio...comunque, sarà un piacere legger ciò che inserite.. Very Happy Very Happy Quindi Claudia, non ti demoralizzare,capito? Wink Embarassed Grazie a tutte delle belle immagini e informazioni che postate... Very Happy

un abbraccio a tutte, Embarassed
un abbraccio Alessandra Embarassed

Maria Giulia
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