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ALE legge LA STRANIERA di T.S. ELIOT - 'POIESIS' - FABRIANO
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Autore Messaggio
Lele



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 15:05    Oggetto: Rispondi citando


Che meraviglia!! In bocca al lupo, mitico Capitano, e a tutte le volontarie!!
Come sempre , il mio cuore sarà con Voii a Fabriano Very Happy
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nenepd



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 17:36    Oggetto: Rispondi citando


IN BOCCA AL LUPO PER STASERA ALESSANDRO!!!!
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nenepd



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 17:37    Oggetto: Rispondi citando


IN BOCCA AL LUPO PER STASERA ALESSANDRO!!!!
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freccia tricolore 33



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 17:42    Oggetto: ti penserò stasera Alessandro Rispondi citando


Alessandro in questa tua ennesima prova ti penserò con tutte le mie forze e tutto il mio cuore,sarò lì vicino a te nel tuo cuore con la voglia di essere lì insieme a te e trascinaci come sempre in queste tue bellissime avventire che sono davvero inestimabili,un'abbraccione forte forte alessandro io ti sono vicina
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Adriana
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 18:38    Oggetto: ALESSANDRO legge LA STRANIERA di T. S. ELIOT a Fabriano (AN) Rispondi citando



ha scritto:


      ...... intervista ...



      Preziosi, un attore per Eliot e Agostino


DI ANGELA CALVINI

«Affronto Eliot così come ho inter­pretato Sant’Agostino: l’impatto con letture di questa forza ogni volta apre in me prospettive di conoscenza profonde e incisive». Non solo bello, non solo bravo, ma anche attore con l’anima, Alessandro Preziosi ha appena smesso i panni del com­missario De Luca nella fiction tratta dai romanzi di Carlo Lucarelli per gettarsi in un’avventura di tutt’altro genere. Leggerà La straniera da I Cori da La Rocca di T. S. Eliot nella piazza del Comu­ne di Fabriano sabato sera, nell’ambito della ras­segna Poiesis. I tempi delle crinoline di Elisa di Rivombrosa sono ormai lontani e Preziosi, spe­cie a teatro, sta seguendo già da tempo un in­sospettato percorso fra arte e spiritualità.

Preziosi, come nasce questo incontro con E­liot?
«È nato qualche tempo fa, quando venni chia­mato dall’Università Cattolica di Roma a legge­re alcuni brani di Sant’Agostino (il giorno prima lo aveva fatto Depardieu). Otello Cenci, re­sponsabile degli spettacoli dell’Associazione Meeting mi ha visto e mi ha fatto questa pro­posta. Il testo di Thomas Stearns Eliot, pubbli­cato nel 1934, pone a tema la desolazione della vita senza significato e il destino della Chiesa nel mondo».

Sono tematiche che affronta per motivi squi­sitamente artistici o spinto da una sua esigen­za?
«La mia personale ricerca mi spinge natural­mente verso questo tipo di tematiche, anche complesse. Ne I Cori da La Rocca emerge la co­scienza della Chiesa come luogo della memo­ria, e luogo della 'presenza'. La Rocca ricorda la Verità, richiama il si­gnificato che 'tutta la co­scienza moderna ha al­lontanato'. Tutta la no­stra conoscenza ci porta più vicino alla nostra i­gnoranza, tutta la nostra ignoranza ci porta più vi­cino alla morte. Ma più vicini alla morte non più vicini a Dio».

Ma lei, come uomo, co­me si pone nei confron­ti della Chiesa?
«La Chiesa è un punto di riferimento insostituibi­le. La laicità, anche quel­la che ha tentato di so­stituirsi all’autorità del­la Chiesa, ha mostrato tutta la sua fragilità sin dagli inizi ed ha portato confusione per mancan­za di obiettivi chiari. A questo punto della mia vita ho capito che non posso passarla a cercare soluzioni chimiche strampalate: bisogna avere fiducia nella Chiesa, non solo nella fede, come sta scritto nelle encicliche di Ratzinger e di Gio­vanni Paolo II ed anche nelle parole piene di speranza di Madre Teresa».

Come si concilia, quindi, un percorso di fede con quello artistico?
«Da una parte mi capita di prestare la mia voce ai grandi padri e ai grandi profeti, come a Isaia che ho letto al festival Crucifixus di Brescia. Let­ture in cui la forza della Parola si impadronisce totalmente dell’attore. Dall’altra con la casa di produzione Khora Production, mia e di Carme­lo Pennisi, cerchiamo di proporre spettacoli di attualità in cui emergano i temi cristiani. Così era per il musical Datemi tre caravelle! su Cri­stoforo Colombo, che puntava sulla sua fede e sul suo sogno, in cui la scoperta dell’America prelude ad una espansione mondiale del cristianesimo».

Temi che lei riporta anche ai giorni nostri.
«Abbiamo messo in scena a Roma Il ponte, di Pennisi e Massimiliano Durante con musiche di Stefano Di Battista, che riprenderemo in au­tunno. È il monologo di un operaio che sa che potrebbe morire se venisse chiamato a costrui­re il Ponte sullo Stetto, dato che le statistiche parlano di 30 possibili incidenti mortali per la sua costruzione. Quindi si interroga sul senso della morte e sul senso del futuro, anche qui con sottesa un’ottica cristiana».

Quest’estate, infine, sarà Amleto al teatro Ro­mano di Verona accanto a Franco Branciaroli e Silvio Orlando.
«Lo spettacolo di Shakespeare, con la regia di Armando Pugliese, sarà nella traduzione di Montale, ed emerge tutto il suo spirito di catto­lico profondo e critico. Anche qui non scappo: il mio Amleto avrà a che fare con Dio».

«Nelle mie interpretazioni porto con me l’essere cristiano. Il laicismo non mi attrae»






        poesia E la passione generò versi


DI PAOLA SPRINGHETTI

Una rassegna di tre giorni dedicata ad un qualche cosa che tutti hanno sperimentato, ma che resta sempre un po’ inafferrabile: la passione.
Perché «la passione è ciò che ci fa alzare la mattina, è un progetto, è la persona che amiamo, è il figlio, è la cosa che ci cambia la vita… La passione non ammette di essere coperta, velata, è fiamma che brucia. E costringe a credere nei sogni, e quindi a pensare che siano possibili cose che per altri non lo sono. È per questo che la passione apre strade nuove», spiega Francesca Merloni, poetessa, ideatrice di «Poiesis. Passione nella città del fare», il grande evento che si svolgerà a Fabriano da domani a domenica.
Sarà possibile ammirare la «Maddalena Penitente» del Caravaggio, simbolo per eccellenza della passione, e assistere a eventi artistici e musicali ad essa ispirati.
Ci saranno percorsi artistici, letture, dibattiti con ospiti come Tahar Ben Jelloun, Gerard Depardieu, Alessandro Preziosi o Sergio Rubini. E a Fabriano si incontreranno anche molti poeti italiani: è ad alcuni di loro che abbiamo chiesto di raccontarci il peso della passione nel loro lavoro.
«La passione è una forza primaria», spiega Roberto Mussapi, «senza la quale le vele della vita non si gonfiano. Certo, un eccesso di passione può tramutarsi in tempesta e la tempesta, sul mare, significa naufragio e distruzione. Ma il vento è pur sempre segno di qualcosa che vive: il vero nemico del navigante è la bonaccia, l’immobilità che significa morte certa. La passione d’amore detta la poesia d’amore, ma la poesia d’amore in genere canta la passione che si manifesta facendo soffrire. Eppure è proprio questo dolore che ci dice che siamo capaci d’amare».
Insomma, la passione può anche travolgere, ma è vita. Infatti «il trionfo della passione è l’Inferno di Dante. Lì si trovano uomini dominati da passioni incontrollate, ma Dante li capisce, e infatti è solidale, ad esempio, con Ulisse o Francesca da Rimini. Nella poesia la passione si muta costituzionalmente in compassione, parola che nel suo significato etimologico significa 'sentire insieme': il poeta vive passioni per conto proprio, ma soprattutto è interprete delle passioni degli altri. Non è solo un uomo che scrive ad altri o per gli altri, è un uomo che scrive a nome degli altri. Per questo capita, leggendo una poesia, che si pensi: 'sembra scritta per me'. Ed è vero: benché scritta in un’altra epoca, un’altra società, un altro mondo… parla di noi».
Anche Davide Rondoni collega sofferenza e amore: «nel mio lavoro di poeta la passione ha lo spazio della sofferenza per qualcosa che si ama. Tanto dunque.
Quando si scrive si è mossi dal reale, che si presenta come movimento di sentimenti, idee, visioni, curiosità. La parola passione può includere tutto questo, ma insisto nel dire che è un soffrire per ciò che si ama». Anche per questo «sia il lato travolgente, distruttivo che quello positivo, vitale della passione mi appartengono entrambi. Ma se è vero che la passione può essere distruttiva, è anche vero che distruggersi è contro natura. Guidare le passioni, o meglio fissare il loro destinarsi, è la grandezza e la natura dell’uomo. È così che si vivono, altrimenti sembra di vivere, ma è un’illusione».
Guidare le passioni, però, non è facile, anche per la loro inafferrabilità e mutevolezza. «C’è una meteorologia delle passioni che variano con il tempo, gli anni, i luoghi», spiega Valentino Zeichen.
«Quella meravigliosa perturbazione rotante che questa settimana ha turbato tutta l’Italia con improvvisi piovaschi, rasserenamenti, oscurità impreviste ha dato nel cielo un’idea di quello che può accadere nell’animo dei poeti». Dunque ci possono essere anche momenti di sereno, cioè di latitanza delle passioni.
«Però ci sono passioni personali e passioni civili. La poesia è un fatto individuale, ma ci sono state passioni politiche che ad un certo punto l’hanno oscurata. Ora è difficile tornare alle passioni individuali». Per fortuna, «esiste una volontà passionale, che è lodevole.
Ed è la rivolta della vitalità contro l’atrofia dei sentimenti».
È per questo allora che nella Commedia Dantesca in genere amiamo soprattutto l’Inferno? «È vero che l’Inferno è un bazar di passioni, e noi lo preferiamo perché è passione che si fa azione. Comunque direi che possiamo non perderci nelle passioni se abbiamo una buona struttura forense, se abbiamo nella mente buoni avvocati capaci di negoziare per noi».
Questo vuol dire che la passione ha bisogno di passare attraverso la ragione, per essere dominata, indirizzata. «Per farsi parola e verso, la passione deve assumere una forma e sono i concetti a dargliela. È un problema di confezione: per essere astuti produttori/venditori di versi bisogna trovare la perfezione nel rivestimento».








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Helena x



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 19:32    Oggetto: Re: ALESSANDRO legge LA STRANIERA di T. S. ELIOT a Fabriano Rispondi citando


BUONA SERA CARO ALESSANDRO!
Una piacevole serata con poesia T.S.Eliot.
Io sono molto lontano da Fabriano!
Molto lontano da Alessandro e Vittoria!
TANTI AUGURI ALESSANDRO PREZIOSI!
Tanti auguri!
Perché vostro voce calda e voce dolce é per gente
molto gentile e simpatico!
Perché siete GRANDIOSO E GENIALE ATTORE!
BUONA FORTUNA ALESSANDRO!
GRAZIE PER TUTTO!


ARRIVEDRLA HELENA!
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sissi66



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 20:16    Oggetto: Rispondi citando


Grazie infinite Giuly per il bell'articolo! Wink

Quanto avrei voluto essere a Fabriano, ma purtroppo non mi è stato possibile Sad ....... auguro idealmente di trascorrere una piacevole serata a chi sarà lì e un enorme in bocca al lupo ad Alessandro, che sono sicura riuscirà ancora una volta a coinvolgere ed emozionare con il suo talento! Wink
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 21:45    Oggetto: ALE legge LA STRANIERA di T.S. ELIOT - 'POIESIS' - FABRIANO Rispondi citando






T.S. Eliot è un poeta inglese vissuto nella prima metà del XX secolo. Eliot viene ricordato, tra l'altro per "I Cori da La Rocca" (titolo originario "The Rock") opera teatrale che racconta della costruzione di una nuova chiesa.
Negli anni '30, nell'ambito dei nuovi quartieri che stavano rapidamente sorgendo a nord di Londra, si progettarono numerose chiese e l'opera, scritta su commissione, doveva servire pre raccogliere fondi per il finanziamento delle stesse.
La rappresentazione venne portata in scena per la prima volta nel giugno del 1944 da dilettanti di diverse parrocchie londinesi. Così Eliot scrive:



          Viaggiavo verso Londra, alla City che è preda del tempo,

          Là dove il Fiume scorre con flutti stranieri.

          Laggiù mi dissero: abbiamo troppe chiese.

          E troppo poche osterie. Laggiù mi dissero:

          Se ne vanno i parroci. Gli uomini non hanno bisogno della Chiesa

          Nel luogo in cui lavorano, ma dove passano le domeniche.

          In città non abbiamo bisogno di campane:

          Che sveglino i sobborghi.

          Camminai fino ai sobborghi, e là mi dissero:

          sei giorni lavoriamo, il settimo giorno vogliamo andare in gita con l'automobile

          fino a Hindhead, o a Maidenhead.

          Se il tempo è brutto restiamo a casa a leggere i giornali.

          Nei distretti industriali mi dissero

          Delle leggi economiche.

          Nelle campagne ridenti sembrava

          Vi fosse solo posto per i picnic.

          E sembra che la Chiesa non sia desiderata

          Nelle campagne, e nemmeno nei sobborghi; in città

          Solo per importanti matrimoni.

Più avanti Eliot arriva a definire la Chiesa "La Straniera" per spiegare la sua estraneità alla mentalità attuale.
Con questa opera, Eliot esprime un giudizio fortemente negativo della società occidentale moderna; quest'ultima trova spazio per qualsiasi esigenza, per qualsiasi bisogno, per qualsiasi sottolineatura, tranne che per la Chiesa, presenza storica e continuità dell'esperienza di Gesù Cristo.
Se si pensa che "I Cori da La Rocca" risalgono agli anni '30, meglio si può apprezzare la capacità profetica di Eliot di fronte a una cultura che oramai oggi è dominante.

Pier Luigi Medone "Camminiamo insieme"



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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 23:30    Oggetto: ALESSANDRO legge LA STRANIERA di T. S. ELIOT a Fabriano (AN) Rispondi citando


ha scritto:



        LA STRANIERA” protagonista


Una grande produzione per lo spettacolo inaugurale del Meeting.
In scena “I Cori da La Rocca” di T. S. Eliot, tre reading in Italia tra maggio e luglio e poi il grande spettacolo il 24 agosto a Rimini.



Il primo appuntamento con La Straniera è previsto per sabato 24 maggio ore 21.30 nella Piazza del Comune di Fabriano, ingresso gratuito.


* ALESSANDRO PREZIOSI leggerà il testo di T. S. ELIOT *


Dov’è la Vita che abbiamo perduto vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov’è la sapienza che abbiamo perduto nell’informazione?
I cicli del Cielo in venti secoli
Ci portano più lontani da Dio e più vicini alla Polvere” T. S. Eliot


Queste considerazioni sembrano nascere come grido di domanda da un uomo dei nostri giorni, davanti agli incredibili fatti di cronaca, davanti alla tragicomica situazione sociale, davanti all’apatia e alla noia con cui frequentemente trascorre la vita quotidiana.

In realtà il brano fa parte de “I Cori da La Rocca”. Il testo pubblicato nel 1934 e scritto da T. S. Eliot, poeta allora già famoso e riconosciuto come uno degli scrittori più importanti del '900, pone a tema la desolazione della vita senza significato e il destino della Chiesa nel mondo. Di nascita americana, ma intriso di moralità e cultura inglese, Eliot trascorre la sua vita tra le università, la poesia e il teatro. Celebre rimane la definizione che diede di se stesso quale “classicista in letteratura, monarchico in politica e anglo-cattolico in religione”.

L’impronta religiosa emerge soprattutto nella seconda fase della sua produzione. Se la prima con i poemi ‘La Terra desolata’ (1922) e gli ‘Uomini vuoti’ (1925) si dirige sui toni più pessimistici e sulla mancanza di significato nella vita, nelle opere successive come ‘Mercoledì delle Ceneri’, ‘Quattro quartetti’ (1936-1942) e il dramma ‘Assassinio nella Cattedrale’ (1935) emerge la possibilità della speranza e della rigenerazione.

Con “I Cori da La Rocca”, Eliot compie una scelta coraggiosa: accetta la proposta dell’amico attore Browne, mettendo a disposizione il suo talento e rischiando la sua reputazione, per realizzare un testo che sarà messo in scena da una piccola filodrammatica, con lo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di una parrocchia vicina a Londra.

Da quella audace scelta, sicuramente ne avrà tratto giovamento l’amico attore, il vescovo Bell che aveva commissionato la rappresentazione, gli abitanti del posto e in generale tutta la letteratura.

Ma, innanzitutto, il vero protagonista di questa storia divenne Eliot che, in modo libero e coraggioso, accettò di servire attraverso la sua mente, il suo braccio e la sua faccia, un’iniziativa che difficilmente lo avrebbe reso più famoso, ma sicuramente, lo avrebbe portato a scoprire di più se stesso.

Il poema parte dalla denuncia della condizione degli uomini, alla ricerca di falsi ideali, imprigionati da una vita vuota, che attraverso la fatica e la lotta (impegno, presenza) possono trovare senso e risposta positiva nel ritorno alla Chiesa, “La Rocca”: «Non esiste vita se non nella comunità (la comunità cristiana che Eliot nomina La Straniera), e non esiste comunità se non è vissuta in lode di Dio». Nella società che grida «abbiamo troppe chiese e troppe poche osterie» avanza “La Rocca”.

«Colei che veglia, la Straniera. Colei che vede ciò che è accaduto, colei che vede ciò che accadrà, colei che critica». E “La Rocca” ricorda che il Buono, cioè il protagonista, è colui che costruisce, mostra chi lavora, svela il lavoro degli altri, affinché il mondo «renda perfetta la sua volontà».

In questo tempo il Meeting vorrebbe che le domande e le provocazioni universali che Eliot profeticamente propose nei cori, risuonassero oggi nelle piazze, nelle chiese e dall’alto delle montagne: ovunque ci sia gente ad ascoltarle.

Per tale motivo quest’opera di Eliot sarà lo spettacolo inaugurale del Meeting 2008, con il titolo La Straniera. Con una novità. In collaborazione con alcuni soggetti pubblici e privati, saranno organizzate delle letture del testo, interpretato da alcuni attori tra i più importanti dei nostri giorni, in tre diverse città d’Italia.

In particolare, la prima lettura con in scena Alessandro Preziosi sarà sabato 24 maggio nella Piazza del Comune di Fabriano, all’interno del Festival "POIESIS".

Immagini delle varie letture, una colonna sonora dal vivo saranno la cornice della lettura che si terrà il 24 di agosto a Rimini.

martedì 29 aprile 2008








ha scritto:



    Ci sarà anche Padova tra i protagonisti ...


23 maggio 2008

Ci sarà anche Padova tra i protagonisti dello spettacolo inaugurale del prossimo Meeting di Comunione e Liberazione. L'appuntamento è fissato per domenica 24 agosto, quando verrà proiettato il video dal titolo "La Straniera", ovvero le riprese di quattro reading, girate in altrettante città d'Italia, del dramma di T. S. Eliot "La rocca". La prima lettura, affidata a Massimo Dapporto, si è tenuta l'altra sera qui a Padova. Set eccezionale e unico la cappella degli Scrovegni.
Per un ristretto e selezionato pubblico - tra gli altri l'assessore alla Cultura Monica Balbinot, il presidente della Fondazione Cariparo Antonio Finotti, il rettore del Santo padre Enzo Poiana - l'attore ha letto la prima "stanza", affiancato da Marco Poeta alla chitarra e Alessandra Losacco alla voce. Gli altri tre reading verranno ripresi a Fabriano con Alessandro Preziosi, a Milano con Lucrezia Lante della Rovere e a Recanati con Giancarlo Giannini. Nello spettacolo inaugurale del Meeting di Cl la vicenda storica della nascita dell'opera di Eliot sarà interpretata dal vivo con attori e musiche originali. Prima del reading padovano il direttore dei Musei Civici, Davide Banzato, ha annunciato la conclusione dei lavori di restauro per accedere ad un locale accanto alla cappella: «Abbiamo recuperato l'unico spazio sopravvissuto alla demolizione del Palazzo degli Scrovegni nell'800. Si trova sopra la sacrestia e sarà riservato alla visita di piccoli gruppi e solo in particolari circostanze».

«Il titolo del ventinovesimo Meeting è molto forte e provocatorio: "O protagonisti o nessuno" - ha spiegato Otello Cenci, responsabile di tutto il cartellone di cultura e spettacoli a Rimini - Al centro dell'attenzione sarà la vita, o meglio ciò per cui vale la pena di vivere, e ciò che invece non merita l'attenzione del cuore e della ragione. "La Rocca" fu scritto da Eliot nel 1930, su commissione. La richiesta veniva dal vescovo di Londra, che voleva raccogliere fondi per la costruzione di nuove chiese. Il grande poeta era già all'apice della sua carriera, eppure non si rifiutò di scrivere un lavoro teatrale destinato ad attori non professionsti, ai parrocchiani. E "La Rocca" segnò la sua conversione». «Ci ho messo il cuore - ha confessato Dapporto, bravissimo nel dare vigore e vitalità ad un testo così impegnativo - Spero di aver migliorato l'interpretazione data nelle recite in parrocchia... anche se talvolta sono migliori di quanto vediamo nei teatri».

Caterina Cisotto






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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mag 24, 2008 23:57    Oggetto: ALESSANDRO legge LA STRANIERA di T. S. ELIOT a Fabriano (AN) Rispondi citando



EXIBART.com ha scritto:



    Fabriano (AN) - dal 23 al 25 maggio 2008
    " POIESIS " .Passione nella città del fare


Alla sua prima edizione, questa manifestazione si propone di coniugare sotto il segno della passione e del colore rosso letteratura, musica, cinema ed arte, prestando a quest'ultima particolare attenzione e spazio.


3 giorni di poesia, arte, musica, cinema e teatro

la città marchigiana diventa un’officina di cultura a cielo aperto

Tahar Ben Jelloun - Gerard Depardieu - Alessandro Preziosi

Sergio Rubini - Tatti Sanguineti


Ospite d’onore: La MADDALENA PENITENTE del CARAVAGGIO


    olio su tela di cm 122,5 x 98,5
    Roma Galleria Doria Pamphili





L’esposizione della Maddalena penitente del Caravaggio, simbolo di passione e, per Fabriano, patrona dei cartai, apre la manifestazione nel quattrocentesco Spedale di Santa Maria del Buon Gesù.


di Lorenza Mochi Onori, Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico delle Marche

Giulio Mancini, medico e cultore d’arte, nelle sue note sui pittori del tempo, che conosceva personalmente, scritte probabilmente nel 1620-21, ricorda questo quadro come eseguito quando Caravaggio era a Roma “in casa del Cavalier Giuseppe (nota: Giuseppe Cesari d. il Cavalier d’Arpino) e di Monsignor Fantin Petrignani che li dava commodità di una stanza. Nel qual tempo fece molti quadri … la Maddalena convertita (et altro)”. Questo passo ci riporta ad una datazione al 1594-95, date vicine a quelle in cui colloca l’esecuzione del dipinto la maggior parte della critica che oscilla fra il 1590 e il 1599, comunque nella fase giovanile del Caravaggio, prima che iniziasse a “ingagliardire gli scuri” secondo la famosa frase di Baglione. L’impostazione stilistica è vicina al “Riposo nella fuga in Egitto” della stessa collezione Doria Pamphili in cui la modella femminile sembra essere la stessa, identificata da molti autori con una vera cortigiana romana, Anna Bianchini, ritratta, come vuole qualcuno, dopo una fustigazione.

Il dipinto è citato nel 1626 negli inventari di Donna Olimpia come proprietà del Cardinale Pietro suo fratello, nipote di Clemente VIII; passa nella collezione Pamphili con il matrimonio della nipotina Olimpia con Camillo Pamphili, successivamente è costantemente ricordato negli inventari della famiglia (De Marchi, 2008, p.126), dove è citato nel 1707 con una cornice con le armi Aldobrandini, a conferma della provenienza originaria (Marini, 2001, p.406).

Il dipinto è anche descritto nelle collezioni del principe Pamphili nel 1672 da Giuseppe Bellori che ne coglie la straordinaria novità nel ritrarre il vero: “Dipinse una fanciulla a sedere sopra una seggiola, con le mani in seno in atto di asciugarsi li capelli, la ritrasse in una camera, ed aggiungendovi in terra un vasello di unguenti, con monili e gemme, la finse per Maddalena”.

La verità della scena, nella sua scarna semplicità, sottintende una raffinata scelta nell’impaginazione, che in un primo momento doveva essere frontale, come risulta dalle analisi sul dipinto (De Marchi, 2008, p.126); il pittore adotta solo in un secondo momento la prospettiva schiacciata dall’alto, che sembra quasi sottolineare il peso della colpa e del pentimento, espediente che secondo Longhi (1952) deriva dall’uso di uno specchio inclinato nel ritrarre la figura.

Nel dipinto sono state individuate citazioni colte nell’iconografia, con raffronti con l’incisione della Malancholia di Franz Brun e con un’incisione di Parmigianino e H.Hibbard, (1983, p.51) fa riferimento per questo quadro all’iconografia controriformata della melanconia e umiltà derivate dal pentimento, peraltro la figura della Maddalena era legata al sacramento della penitenza, altro tema caro alla Controriforma.

Il vaso di unguento prezioso è il principale attributo iconografico della figura, così come i capelli sciolti e tradizionalmente fulvi, mentre i gioielli spezzati e sparsi a terra nel brano di virtuosismo della “natura morta” sono chiaro simbolo delle vanità abbandonate. La ripresa di modelli reali risalta nei raffinati orecchini con il nastrino di velluto nero, gli stessi che Caravaggio più tardi farà indossare alla fiera “Giuditta che taglia la testa ad Oloferne” della Galleria Barberini.

La funzione della luce che illumina la figura della peccatrice pentita tagliando il fondo della scena è interpretata da M. Calvesi (1972, p.115) come simbolo della redenzione dovuta alla Grazia che scende sulla Santa ricollegandola alla sposa del Cantico dei Cantici, nella simbologia dell’amore divino che soppianta la sensualità dell’amore terreno. In questa molteplicità di riferimenti e citazione si può estrapolare la straordinaria intuizione del pittore nel contrapporre la semplicità della figura ritratta con la preziosità delle vesti e dei gioielli, riportando la Santa e i suoi simboli in una dimensione di umanità dolente e umiliata.






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chiara ale



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MessaggioInviato: Dom Mag 25, 2008 09:04    Oggetto: Rispondi citando


grazie Giuliana. Very Happy
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Helena x



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MessaggioInviato: Dom Mag 25, 2008 11:07    Oggetto: Rispondi citando


Ciao "chiara ale"!
Come stai!
PER ALESSANDRO E VITTORIA TUTTO!
Ciao HELENA!


L'ultima modifica di Helena x il Dom Mag 25, 2008 11:14, modificato 1 volta
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chiara ale



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MessaggioInviato: Dom Mag 25, 2008 11:10    Oggetto: Rispondi citando


ciao Helena, tutto bene grazie... Wink
BUONA DOMENICA Very Happy
a presto
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MessaggioInviato: Dom Mag 25, 2008 11:19    Oggetto: Rispondi citando


"chiara ale"!
Ieri serata é stato Alessandro sicuro perfetto.
Si ! Davvero !É vero!
Ciao Helena !
BUONA DOMENICA!
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Mag 25, 2008 13:25    Oggetto: ALE legge LA STRANIERA di T.S. ELIOT - 'POIESIS' - FABRIANO Rispondi citando



- Cultura e Spettacoli - ha scritto:




Edizione del 25 maggio 2008



Folla per applaudire Rubini prima e Preziosi poi. Riusciti gli incontri con i letterati


        POIESIS, la cultura si fa strada


FABRIANO - La passione inonda la città e i fabrianesi inondano le strade, le piazze e i luoghi degli incontri. Fabriano si è risvegliata in questi giorni di Poiesis, la rassegna culturale che ha catalizzato l’attenzione anche dei turisti.

Pieno di pubblico per l’incontro con Alessandro Preziosi che ha recitato alcuni passi di Eliot ieri sera sul palco allestito in Piazza del Comune. “In passato ho già recitato altri autori come anche Sant’Agostino - ha spiegato l’attore divenuto noto ai più per essere stato il protagonista della fiction "Elisa di Rivombrosa" - ho quindi accettato volentieri la proposta di venire a Fabriano per la libertà che veniva lasciata all’interprete e per la mia passione per ciò che accade”.


Folla di pubblico anche per lo “spettacolare” Sergio Rubini, che assieme al suo amico Tatti Sanguineti, ha messo in scena un’indimenticabile duetto di felliniane memorie. Un racconto che attraverso gli occhi dei “due figliocci di Fellini” ha spiegato come fosse un maestro anche a volte nell’intimità più profonda. E anche il resto della giornata è comunque trascorso in un andirivieni di personaggi.

La mattinata è iniziata presto con il convegno di Carmen Lasorella presso l’Oratorio della Carità che ha aperto la seconda giornata di Poiesis. Poi, mentre la rassegna cinematografica d’autore proseguiva al Montini, si sono succeduti una serie di incontri con i poeti. Tutti appuntamenti seguiti dai fabrianesi, dai turisti e, in qualche caso, anche dalle scuole. Un successo insomma per Poiesis che ha centrato tutte le scelte. Come anche quella di venerdì sera in cui una piazza gremita come non mai ha assistito fino all’ultimo minuto al concerto dei “Perturbazione”. Un gruppo di musica d’autore che ha portato sul palco le note di Guccini, De Andrè e Graziani anche grazie all’aiuto di alcuni nomi noti della musica come Sirya e Max Pezzali. “Non si sa come ma è proprio vero che la provincia è provincia in tutto il mondo - ha commentato il cantautore -. Uno scrive magari una canzone in Inghilterra, eppure quella stessa melodia può andare bene ovunque”.

Prosegue con successo la rassegna curata e diretta dalla poetessa Francesca Merloni. Un direttore sempre presente in scena che non ha saltato neanche un incontro mettendoci come si dice in questi casi la faccia. E oggi prende il via l’ultima giornata di questo weekend che ha vivacizzato la Fabriano coi suoi petali e le sue emozioni. Nella città del fare questa volta la passione si è davvero accesa.

ROSITA FATTORE






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