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Tutto quello che dicono i giornali dal... 18 gennaio 2010
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Autore Messaggio
maricon



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MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 18:39    Oggetto: si Rispondi citando


Si Debo, mentre il 10 è a Civitanova!
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cinzia76



Registrato: 10/07/08 16:50
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MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 18:47    Oggetto: Rispondi citando


Maricon scusami ti vedo informatissima Laughing al riguardo!Non e' che per caso sai se Ale e le sue letture passeranno per la liguria Rolling Eyes ?
Grazie Wink !

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nenepdl



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MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 18:49    Oggetto: Rispondi citando


cinzia76 ha scritto:
Maricon scusami ti vedo informatissima Laughing al riguardo!Non e' che per caso sai se Ale e le sue letture passeranno per la liguria Rolling Eyes ?
Grazie Wink !


e per il Veneto??? grazie....!
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maricon



Registrato: 17/04/07 11:56
Messaggi: 231

MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 18:55    Oggetto: .... Rispondi citando


... il 13 Marzo è a Rivarolo e poi non so altro
ciao
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cinzia76



Registrato: 10/07/08 16:50
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Residenza: PROVINCIA DI VENEZIA

MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 19:19    Oggetto: Rispondi citando


Sì di Rivarolo lo so' ma e' lontanuccio da qui Confused ed e' durante la settimana Crying or Very sad .......
Grazie lo stesso Wink !

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DEBO



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MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 21:28    Oggetto: Re: .... Rispondi citando


maricon ha scritto:
... il 13 Marzo è a Rivarolo e poi non so altro
ciao


scusa ma io avevo letto che a Rivarolo è
Mercoledì 3 Marzo!
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deby
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ENZO+ANTO



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Residenza: LOMELLINA (PV)

MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 21:53    Oggetto: Rispondi citando


evento di RIVAROLO CANCELLATO PER PROBLEMI TECNICI
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L'ultima modifica di ENZO+ANTO il Ven Feb 19, 2010 21:26, modificato 1 volta
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maricon



Registrato: 17/04/07 11:56
Messaggi: 231

MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 21:55    Oggetto: ... Rispondi citando


..si si scusate ho scritto male non me ne sono accorta!
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elisafabrice



Registrato: 13/01/09 22:47
Messaggi: 345
Residenza: Francia

MessaggioInviato: Mer Feb 17, 2010 22:43    Oggetto: Rispondi citando


grazie
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giuliagoo



Registrato: 27/08/09 18:31
Messaggi: 487
Residenza: Torino

MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 00:15    Oggetto: Rispondi citando


A Rivarolo i posti sono tutti esauriti..

Segnalo anche che Alessandro leggerà "Il principe" di Macchiavelli al teatro San Carlo a Napoli il 12 Aprile 2010.. Spettacolo gratuito con la presenza del sindaco Iervolino..

Solo che Khora non ha ancora confermato le date di queste letture quindi Giuly non può pubblicare niente..

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Giulia
E' da qui, è da qui: qui non arrivano gli angeli con le lucciole e le cicale. Dietro non si torna, non si può tornare giù. Quando ormai si vola non si può cadere più. <3 Vasco
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genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 02:33    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI e Sant'Agostino - intervista VIVO 5|2010 Rispondi citando



ha scritto:







Rassegna stampa del Forum di Alessandro sulla fiction “SANT’AGOSTINO”

Exclamation LINK alle informazioni raccolte nella prima pagina di questo stesso topic




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genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
Messaggi: 37243

MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 03:49    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI interprete SANT'AGOSTINO fiction RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:



«Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te, Signore»: amava ripetere Sant’Agostino. Al Santo, autore delle Confessioni viene dedicata una fiction televisiva (Raiuno, stasera ore 21,30; domani, ore 21,10), scritta dal giovane sceneggiatore bergamasco Francesco Arlanch. Lo abbiamo intervistato.

Francesco Arlanch, mettersi a scrivere una sceneggiatura su Sant’Agostino non fa un po’ tremare le vene ai polsi?
«Sì. Infatti la prima volta che mi avevano proposto di scriverla, nel 2007, avevo rifiutato. Pensavo che Agostino fosse un personaggio storico troppo ricco e complesso per poter stare dentro la scatola di una fiction. Poi però un anno dopo me lo hanno richiesto e allora ho accettato, perché nel frattempo avevo scritto la fiction su Paolo VI, che era veramente imbevuto di Sant’Agostino. Così, documentandomi su Paolo VI, ho riscoperto Agostino e mi sono detto: proviamoci».

Come si è svolto il lavoro di sceneggiatura, è una biografia in senso stretto o è qualche cosa d’altro?
«Pensando a come impostare il lavoro mi sono detto subito che sarebbe stato impossibile raccontare tutta la vita del Santo: troppo ricca, piena di eventi. Allora ho proposto di concentrarci sul periodo della sua giovinezza, quella raccontata nelle Confessioni».

Quella un po’ più scapestrata…
«Esatto: sostanzialmente la storia della sua conversione che va dall’infanzia ai trent’anni circa. Due terzi del film si concentrano, quindi, su questa parte. Infine si vede Agostino nella sua missione di vescovo, lo si segue nella sua azione pastorale. In questa parte ho inserito l’episodio di una grande sfida che Agostino lancia ai suoi nemici affrontandoli in un dibattito pubblico di grande forza e modernità. E infine, e questa è un po’ la cornice che apre e chiude il film, la storia della morte di Agostino che è molto emblematica. Perché Agostino morì nella sua città, Ippona, mentre la città era assediata dai barbari. Un mondo stava finendo e Agostino risulta in questo modo una sorta di traghettatore della civiltà classica in quella moderna».

Ci dica che la fiction non inizia con lui vecchio che racconta, come ormai fanno quasi tutte...
«Non è proprio così. Agostino si trova nella città assediata e così ho inventato il fatto che il Papa avesse inviato una nave per trarlo in salvo, lui e i suoi libri. Perché anche la sua sterminata biblioteca era preziosissima. Il film inizia con Agostino che si trova di fronte a questo dilemma: morire con i suoi fedeli o accettare la possibilità di salvarsi. Proprio meditando sulla decisione da prendersi inizia a ripercorrere il percorso della sua vita».

Dal punto di vista squisitamente tecnico è una fiction, termine che rimanda spesso a qualche cosa di frivolo, o è qualche cosa d’altro?
«È una fiction, anche se la sfida è stata proprio quella di raccontare in modo popolare, appassionante e emozionante per il più grande pubblico possibile la storia di un uomo che ha vissuto una vita straordinaria da ogni punto di vista: umano, sentimentale – Agostino ha amato una donna che lo ha reso padre – e poi spirituale».

Perché si dice che le fiction in genere banalizzino un po’ l’argomento che trattano?
«Il rischio c’è sempre. È difficile mantenere l’equilibrio tra la completezza e la semplificazione. È un equilibrio instabile e una ricetta per mantenerlo non c’è. La strategia di fondo che ho proposto in questo caso alla Rai e alla Lux è stata quella di usare il personaggio della madre di Agostino, Monica. Che è una persona comune, una mamma come tante che ha il problema di crescere un figlio piuttosto complicato e dal carattere problematico».

Quindi c’è una certa quale modernità se non attualità nella figura di Agostino?
«Spunti di modernità ce ne sono tantissimi, perché Agostino ha visto nella sua vita tutte le crisi che l’uomo vive ancora oggi: dallo scetticismo, alla percezione della mancanza di senso delle cose, dalla ricerca del senso della vita cercato in varie direzioni e in varie filosofie, al manicheismo. È stato veramente un cercatore inquieto come lo è per certi aspetti l’uomo contemporaneo. Ecco, per avvicinarsi a un personaggio così complesso lo sguardo della madre mi è sembrato quello più adatto per renderlo popolare senza snaturarlo. Ma ogni personaggio di contorno mi ha permesso di raccontare ognuno una sfaccettatura della sua personalità. In questo modo si è salvaguardata la complessità del personaggio riuscendo a raccontarla con semplicità».

Andrea Frambrosi

31 gennaio 2010






Il santo filosofo. Scavò nel cuore e nella mente e capì la psiche prima di Freud


di Giulio Brotti

La sentenza di un antico commentatore è incoraggiante quanto una sassata in fronte: «De Augustino difficile est loqui, difficilius nova perscribere, difficillimum intelligere» («Di Sant'Agostino è difficile parlare, più difficile scrivere qualcosa di nuovo, e ancor più arduo capirlo»). Ha avuto dunque fegato il canadese Christian Duguay nel dirigere la miniserie televisiva sulla vita del santo vescovo di Ippona, in programma nelle serate di oggi e di domani su Raiuno.
Il fatto è che negli scritti di Agostino (354-430) sono già comprese in abbozzo le questioni ricorrenti, i successivi percorsi del pensiero occidentale; o, per dirla in tono meno accademico, le domande che ancor oggi ci poniamo, quando tentiamo di venire a capo della nostra esistenza. Ad esempio, l'indagine agostiniana sull'enigma della temporalità («Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so») è tornata in primo piano nel Novecento, ispirando pensatori, poeti e romanzieri; e senza l'analisi condotta da Agostino sul tema della «concupiscenza» (quella tendenza perversa per cui anche i nostri gesti più alti possono cambiare di segno, divenendo distruttivi), nemmeno Freud sarebbe giunto a pensare che la vita psichica consisterebbe in una «mescolanza di istinti», in cui lo slancio di Eros – datore di vita – è sempre contrastato da Thanatos, la pulsione di morte.
Ma torniamo alla difficoltà di dire qualcosa di sensato sull'autore delle Confessioni e della Città di Dio. Già Roberto Rossellini, nel 1972, aveva diretto un Agostino d'Ippona. Fu la meno riuscita tra le opere storico-didattiche del regista romano: in effetti, sia per l'aspetto fisico che per il costante tono predicatorio, l'attore protagonista (Dary Berkani) finiva per assomigliare a un odierno Sai Baba, più che a un antico padre della Chiesa. Duguay, invece, nel ruolo dell'anziano vescovo Agostino, ormai giunto al tramonto della sua vita, ha voluto Franco Nero: nelle scene iniziali della fiction lo vediamo scrutare l'orizzonte dalle mura di Ippona (oggi Annaba, in Algeria), assediata dai vandali nell'anno 430. Il biografo Possidio racconta che, poco tempo prima, Agostino aveva ricevuto la lettera di un altro vescovo, Onorato. Quest'ultimo gli chiedeva se un pastore potesse abbandonare la propria diocesi, per salvarsi dalle orde barbariche. «Quando il pericolo è comune per tutti, vescovi, chierici e laici – fu la risposta –, coloro che hanno bisogno degli altri non siano abbandonati da quelli di cui essi hanno bisogno. Perciò o si trasferiscano tutti insieme in luoghi fortificati, ovvero coloro che debbono necessariamente rimanere non siano abbandonati da coloro che debbono loro fornire quanto è necessario alla vita religiosa: sopravvivano allo stesso modo o patiscano allo stesso modo ciò che il Padre di famiglia avrà voluto ch'essi patiscano».
Nella fiction tv, si immagina che Agostino decida di non imbarcarsi su una nave inviata appositamente per lui da Papa Celestino I e vi faccia invece salire un certo numero di fedeli, perché siano portati in salvo. Quanto ad Alessandro Preziosi, interpreta il ruolo di un Agostino più giovane, a partire dagli anni che precedettero la sua conversione al cristianesimo: il trailer della miniserie ce lo mostra mentre bacia appassionatamente la serva Khalidà, con cui vivrà a lungo (in realtà, non sappiamo il nome della donna a cui Agostino rimase legato per quindici anni e che gli diede un figlio).
In breve: che cosa ci piacerebbe ritrovare, nella fiction della Lux Vide? Probabilmente, una prima serata televisiva non è uno spazio ideale per trattare complesse questioni teologiche (e ci sembra che il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce abbia messo le mani avanti, in conferenza stampa, affermando che in questa miniserie «vengono fuori certi aspetti della vita di Agostino piuttosto che altri: la figura del filosofo ad esempio non è mostrata appieno, almeno non quanto il suo percorso spirituale e di vita»). Sarebbe comunque bello se, tra le grida belluine dei vandali e gli sguardi sensuali della (bellissima) Khalidà-Serena Rossi, facesse capolino anche un'idea che Agostino esprime nei suoi Soliloqui. «Deus semper idem – egli scrive –, noverim me, noverim te» («O Dio che sei sempre il medesimo, che io abbia conoscenza di me, che io abbia conoscenza di Te»): invocazione legata alla scoperta che il segreto del soggetto umano, il fondamento della sua identità, risiede paradossalmente in un Altro.





Domenica 31 Gennaio 2010 - SPETTACOLI - pagina 50






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L'ultima modifica di genziana il Gio Feb 18, 2010 04:58, modificato 1 volta
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genziana



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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 03:50    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI interprete SANT'AGOSTINO fiction RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:



Sgomberiamo – prima di tutto – il campo: a noi pensionati televisivi (e in fin dei conti è a noi che è diretta una fiction della domenica sera) della storia intesa come la intendono i prof universitari importa poco o niente del tutto. Ci basta sapere che c'è Cartagine, che ci sono l'imperatore e Sant'Ambrogio. E, ovviamente, che ci sono i Vandali che, lo dice il nome stesso, sono dei vandali. Detto questo, lasciateci guardare in pace.
A noi interessa chi c'è, nella fiction. E ci sono (per le donne): Alessandro Preziosi, cioè Fabrizio di Rivombrosa. Bellissimo. Poi Franco Nero – Agostino da vecchio – che sarà magari un po' stagionato, ma è come il pecorino toscano: migliora col tempo. Andrea Giordana, il Conte di Montecristo, che anche come sant'Ambrogio dice sempre la sua. E poi c'è Mimì del Commissario Montalbano, che lì fa il marito di Beba, e qui è un manicheo, ma son fatti suoi. Bocci si chiama. Cesare Bocci, quello con la fossetta sul mento. A qualcuna sembra fin troppo bello, ma meglio che niente. E anche gli altri non sono male, a dire il vero.
Per le donne s'è detto, ora tocca agli uomini. C'è Monica Guerritore, che questa volta è persino misurata e molto intensa. E poi – sempre per noi uomini, non per i docenti di storia, che non la degnano d'un guardo – ci sono la Serena Rossi (quella che ha fatto girare la testa a Montalbano sòno in Vampa d'agosto) che prima è la schiava e poi fa un figlio con sant'Agostino che però non è ancora santo. E che se decide di farsi prete, invece che stare con lei, doveva proprio crederci, in Gesù Cristo. Altrimenti, chi glielo faceva fare? e poi – direttamente da Scamarcio – la Katy Saunders che ha fatto prima lo spot con George Clooney e poi quello con la macchina che fa cadere quell'altro in curva. È l'imperatrice madre. Deve averlo fatto da molto giovane, il suo Aureliano. In breve: a quei tempi – Vandali a parte – erano tutti belli. Anche sant'Agostino.
Ma oltre che bello lui era anche molto intelligente. Molto molto. E se alla fine s'è fatto cristiano vuol dire che anche quelli belli e intelligenti (e molto tutte e due le cose) possono diventare cristiani. Questa è una buona cosa da sapersi. In più sant'Agostino è quello di don Matteo, che quando deve consolare qualche colpevole dice sempre: Ha detto sant'Agostino… e qui di quelle citazioni di don Matteo ce ne sono un sacco. E anche qualcuna che don Matteo non ha detto. Ma si capisce, questa fiction è tutta per lui, sicché…
Sicché, cosa? Niente, vuol dire che quando uno è triste e sembra che tutto vada per traverso, se uno cerca la verità e ha qualcuno che prega per lui, prima o poi le cose si risolvono. E se si risolvono per uno come Agostino o come Monica (santa, ma anche Guerritore), vuol dire che il Signore ci pensa, a noi.
E che anche noi possiamo diventare santi facendo delle cose per Lui. Cose che uno, quando è giovane, magari non ci pensa nemmeno.
Noi spettatori della domenica sera, che abbiamo preferito Raiuno a Poirot sul Quattro, siamo contenti così. Che la storia sia complessa, non c'è bisogno che ce lo ricordino i professori. Lo sappiamo tutti i giorni per via della nostra, di storia. Alla sera, però, ci piace così: storie che cominciano male e finiscono bene. Siamo fatti così. Che volete farci?

Alberto Brasioli






Sant'AGOSTINO. Un'anima insaziabile nel cercare Dio



    Il filosofo Massimo Borghesi: «I suoi testi hanno esercitato un'influenza enorme sulla cultura medievale e moderna»


Un fiume carsico, che scava le montagne dall'interno e talvolta affiora potentemente alla superficie. Si potrebbe ricorrere a questa immagine, per indicare quale sia stato il contributo di Sant'Agostino (354-430) al corso successivo della tradizione occidentale, in campo teologico, filosofico, psicologico e politico: anche solo in riferimento alla letteratura del Novecento, temi agostiniani ricorrono – ad esempio – nell'opera di Albert Camus, di Julien Green e di Thomas Stearns Eliot.
Al pensiero di Agostino ha dedicato diversi saggi Massimo Borghesi, docente di Filosofia morale all'Università di Perugia e collaboratore del nostro giornale: al di là del suo giudizio severo sulla miniserie televisiva della Lux Vide («Una soap opera, infiorettata di banalità»), gli abbiamo posto alcune domande sull'attualità degli scritti agostiniani, a sedici secoli dalla morte del santo vescovo di Ippona.
«I testi di Agostino – esordisce Borghesi – hanno davvero esercitato un'influenza enorme sulla cultura medievale e moderna. Questo si spiega anche con il fatto che possono essere letti secondo una molteplicità di registri, privilegiando, di volta in volta, l'aspetto filosofico-teologico o quello autobiografico-psicologico. Si è detto, giustamente, che le Confessioni agostiniane hanno inaugurato un genere letterario, quello dell'autobiografia spirituale, in cui l'io narrante interpreta retrospettivamente il senso del proprio percorso esistenziale. In Agostino, tuttavia, questa scelta non si riduce a uno stratagemma stilistico, ma si collega al modo in cui egli intende il proprio rapporto con Dio: e cioè, come un incessante dialogo tra l'io umano e il Tu divino. L'idea di rivolgersi direttamente a Dio come a un padre sarebbe stata inconcepibile, nel mondo pagano».

Protagonista delle Confessioni, però, è un «io» che si scopre fragile, a tratti anche tentato dalla disperazione.
«Agostino è un'anima insaziabile, che ricerca Dio per le vie più diverse, dapprima anche inconsapevolmente, nel corso della sua vita. L'incontro con Dio avviene finalmente, nel 386, quando egli è prossimo a compiere trentadue anni. Nel primo libro delle Confessioni troviamo una formula celebre, che riassume il significato di questo lungo cammino interiore: Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te ("Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposi in Te"). È significativo che un'analoga inquietudine pervada gran parte del pensiero contemporaneo: nel corso del Novecento, sono andate perdute le presunte certezze che avevano caratterizzato i secoli precedenti; è andata declinando la fiducia nel razionalismo moderno, nella possibilità di dar conto di ogni aspetto della realtà in base a un "sistema di pensiero". Ritorna attuale, dunque, il tema del "cuore inquieto", che si va interrogando sul significato ultimo del vivere e del morire degli esseri umani».

Non trova che la biografia di Agostino rimanga interessante anche nella sua seconda parte, ovvero nel periodo successivo alla conversione? Ad esempio, nelle lettere che redige quando già è divenuto vescovo di Ippona (oggi Annaba, in Algeria), egli si schiera più volte in difesa degli «ultimi»: tramite l'amico Alipio, fa appello all'imperatore contro le scorrerie dei mercanti di schiavi, e denuncia addirittura i misfatti di un altro vescovo, Antonino di Fussala, che aveva fatto abbattere le case di un villaggio per costruirsi un nuovo palazzo episcopale.
«Diversi studiosi insistono sul fatto che anche dopo la conversione al cristianesimo Agostino avrebbe conosciuto un'evoluzione spirituale. Ricorderei, in questo senso, un notevole saggio di Joseph Ratzinger su Popolo e casa di Dio in Sant'Agostino, del 1954. In breve: da neoconvertito, Agostino è ancora molto "filosofo", molto legato alle categorie del pensiero classico; successivamente, l'esercizio del ministero episcopale incide profondamente sulla sua riflessione, che acquisisce un tono sempre più "pastorale". La consapevolezza dei suoi doveri di vescovo si accompagna in lui a una grande concretezza, a una profonda attenzione per le situazioni che si trova ad affrontare. Su queste basi, egli intraprende la redazione di quel grande affresco teologico, filosofico e politico che ha per titolo La città di Dio: un'opera straordinaria, in cui la vicenda collettiva del genere umano è interpretata alla luce dell'idea che due "città" (quella degli uomini e quella di Dio, appunto) si incontrino senza confondersi nel corso del tempo. Come è noto, questo testo fu scritto sulla scia della grande emozione suscitata dal sacco di Roma, compiuto dai Visigoti di Alarico nell'anno 410: un episodio che era anche stato sfruttato in chiave polemica da alcuni intellettuali pagani».

Si accusava il cristianesimo di aver attirato sull'Impero il castigo degli antichi dèi?
«Appunto. Agostino scrive La città di Dio per rispondere a tale accusa: e in queste pagine, per la prima volta, distingue chiaramente il livello delle istituzioni politiche, con cui gli uomini regolano la loro vita associata, da quello della Grazia divina. La distinzione evangelica tra ciò che compete a Cesare e ciò che spetta a Dio viene qui esplicitata in tutte le sue conseguenze: lo Stato viene "desacralizzato" e ricondotto al suo ruolo proprio, come strumento al servizio degli esseri umani. Oggi, in Europa, anche per quanto concerne il dialogo con diverse tradizioni culturali e religiose – come l'Islam –, si comprende l'importanza di questo principio, volto ad evitare qualsiasi confusione tra il momento "politico" e quello "teologico"».

Giulio Brotti





Martedì 2 Febbraio 2010 - L'ECO di BERGAMO - Terza, pagina 41






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pattyFI



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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 09:31    Oggetto: Rispondi citando


In bocca al lupo Alessandro x stasera a Loreto x le letture su S.Agostino.....la mia amica Ida delle marche che ammira sia te che Vittoria, mi ha detto che e' tutto esaurito!

Siamo certe che farai emozionare tantissimo, come hai fatto con la tua interpretazione in tv, tutte le persone che hanno la fortuna di poter assistere e sarebbe stato bello una diretta da Loreto al festival di sanremo! Laughing

Grazie Giuly, x tutti gli articoli e rimaniamo in attesa di notizie di queste letture!

Buona giornata a tutte/i

Ida e Patrizia
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Io e te che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai contro un miliardo di persone! [Mille giorni di te e di me]
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cinzia76



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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2010 11:22    Oggetto: Rispondi citando


Concordo con te carissima Patty!Sono convinta anch'io che il nostro Capitano sapra' emozionare i fortunati presenti che potranno assistere stasera alla letture Laughing !
Ma non ho capito la tua amica Ida ci sara' Rolling Eyes ?
Aspettiamo notizie Wink !

Grazie Giuly per le info Wink !

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