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GRANDE SUD
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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Autore Messaggio
claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2011 12:30    Oggetto: Rispondi citando





Arrow http://www.youtube.com/watch?v=LjZ1KjxDx58


IN VISTA DEI FESTEGGIAMENTI DI STASERA E DOMANI
MI E' SEMBRATA UNA BELLA IDEA RECUPERARE IL TOPIC, SPERANDO DI AVER FATTO COSA GRADITA Embarassed
PECCATO CHE A MOLTE PERSONE NON SIA PIACIUTA L'IDEA DI CONTRIBUIRE A FAR CONOSCERE LA PROPRIA "PORZIONE" DI ITALIA...



Citazione:
http://www.youtube.com/watch?v=nB6Ma77C4WE


manifestazione organizzata a Lecce in vista dei 150 anni dell'Unità d'Italia

Grande partecipazione alla manifestazione organizzata a Lecce in vista dei 150 anni dell'Unità d'Italia, che verranno ricordati il 17 marzo prossimo. Alla "marcia tricolore" c'erano bambini, giovani, adulti e anziani, tutti uniti dall'amore per il nostro Paese. Tra ricordi e progetti per il futuro è emersa la voglia di sentirsi ancora più vicini, da Nord a Sud dell'Italia, perché quella italiana è un'unica, grande storia. Partito da Porta Napoli, il corteo ha attraversato le strade del centro storico, cantando l'Inno di Mameli e sventolando la bandiera italiana. Grande suggestione in piazza Sant'Oronzo, illuminata dalle luci che hanno colorato la facciata di palazzo Carafa di bianco, rosso e verde. Infine al Teatro Politeama Greco il concerto finale con l'Orchestra Tito Schipa di Lecce.

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detchenpamo



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Residenza: Genève

MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2011 20:28    Oggetto: Viva Italia ! Rispondi citando


Felici festeggiamenti cari amici italiani !

Auguri di pace , de gioia e prosperità ! Il vostro paese è uno di piu
belli al mondo !... paese de bellezza e d'arte ...

Un pensiero fraterno , e una preghiera , per il popolo giapponese...

Un abbraccio
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detchenpamo
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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Mer Mar 23, 2011 14:22    Oggetto: Rispondi citando



In questi giorni ho sentito la celebrazione dei 150 anni dell'Unità italiana
in modo molto intenso perchè pochissimi giorni fa sono stata a Trieste e in Slovenia e in particolare mi ha colpito molto trovarmi in prima persona sul Carso, l'altopiano dove i miei nonni (ora non ci sono più, uno purtroppo rimase invalido), quelli di mio marito e la gran parte dei vostri nonni hanno combattuto, non solo la guerra ma la fame, il gelo, la paura, l'atroce nostalgia di casa.... ho potuto sentire il vento freddo che lì soffia e vedere con i miei occhi gli stessi paesaggi che tante volte abbiamo visto in bianco e nero nei documentari di guerra Crying or Very sad


http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2010/09/11/NZ_23_APRE.html


La lettera di Alessandro mi ha colpito ancor di più per il ricordo vivo di quelle immagini e naturalmente per la sua interpretazione sentita e toccante e vorrei tenerla qui, nel topic, per poterla riascoltare quando ne sento il bisogno Embarassed


genziana ha scritto:




"CENTOCINQUANTA" • 1ª • 17 Marzo 2011 • RAI UNO


            Alessandro Preziosi ha interpretato
            " Lettera di un soldato alla madre "

            Dal fronte / Guerra Mondiale, 1915-18


www.centocinquanta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-a5428093-3322-4c84-8047-9bc36fa70ab1.html ( a partire da 1 ora 35' circa, ingrandibile a schermo intero )




Di seguito si parla di un luogo della memoria che abbiamo visitato durante i giorni di soggiorno a Trieste e ricordo bene la sensazione di profonda tristezza nel vedere sul prato, sotto gli abeti, tutti quei massi con su scritti i nomi dei caduti delle 2 guerre mondiali

Citazione:


Trieste ha un cuore storico e monumentale: il Colle di San Giusto.

Qui la città ebbe inizio, di qui si sviluppò: dapprima nel castelliere, poi dentro la cerchia muraria romana. Salendo al Colle per la Via Capitolina, si costeggia il verde Parco della Rimembranza, realizzato negli anni Trenta del Novecento. Non si tratta di un parco vero e proprio: in realtà, il Parco della Rimembranza è quella striscia di verde che si insinua fra il viale e le mura del castello.
E’ un luogo della memoria, fatto per il ricordo e la riflessione. E’ pieno di lapidi di ogni forma e dimensione, con uno o più nomi di caduti delle due guerre mondiali. Leggendo queste lapidi si prova un brivido e si pensa a quanti hanno perso la vita per l’ideale della Patria, per difenderne i confini.
Anche in città ci sono lapidi commemorative, anche altre città hanno le loro lapidi. Ma vederle raccolte tutte in un unico luogo colpisce tantissimo: fa riflettere su quanto teniamo alla Patria. Il Parco della Rimembranza di Trieste è grande non per l’estensione, ma per il suo valore morale. E’ un luogo sacro.
Forse per questo Parco, forse per tutti i parchi della rimembranza sparsi in Italia, è stato scritto, non senza un po’ di patria retorica: “Alle piante, che la terra alimenta ed innalza ogni giorno di più verso l’alto firmamento, noi affidiamo i nomi degli eroi, perché ogni giorno di più si aderga la loro figura sfavillante di sacrificio e di gloria. All’ombra delle piante si fermerà un giorno, arso ed affranto, il viatore, e la sua stanchezza sarà ristorata dai nomi eroici che circondano un calvario di sangue e di lacrime accese, con giocondo volere, per la grandezza della Patria. E se fiori e frutti un giorno, il caldo bacio del soler trarrà dalle piante, la riconoscenza, come il sole inestinguibile e la religione della vittoria come il sole fiammante, ogni più alto fiore e ogni più ricco Frutto esprimerà dal sangue degli eroi per l’Italia immortale”.


In primo luogo sto scrivendo queste righe per me,
per non scordare mai


Citazione:
LA GRANDE GUERRA

Dal 1914 al 1918, il primo conflitto mondiale del Novecento scaraventa in trincea oltre 65 milioni di militari. Di questi, poco meno di 10 milioni muoiono in battaglia o in prigionia per ferite e malattie, mentre è altissimo il numero di chi rimane ammalato, mutilato o invalido. Tra i civili si verificano non meno di 30 milioni di decessi per cause di guerra (solo in Russia, dove nel 1914 avviene il genocidio del popolo armeno, si registrano 13 milioni di morti), stenti e malattie, tra cui la terribile influenza “Spagnola”, che in Europa uccide sei milioni di persone (soprattutto vecchi, donne e bambini). Alla fine della guerra crollano gli imperi e sorgono le nazioni, mentre la società mondiale entra definitivamente nell’era contemporanea, segnata dall’avvento delle tecnologie, della produzione industriale, dei movimenti di massa, delle dittature e delle ideologie.

Le cause
Il 28 giugno 1914 a Sarajevo il principe ereditario asburgico arciduca Francesco Ferdinando e la moglie vengono uccisi in un attentato. Ritenendo responsabile la Serbia, l’Austria-Ungheria dichiara guerra e invade il Regno balcanico, dando inizio a un conflitto che in breve tempo divampa in tutto il mondo. Ben presto l’Europa si divide in due schieramenti contrapposti, che con la guerra intendono conquistare il predominio economico-finanziario e l’affermazione della propria supremazia politica. Alla lotta tra il capitalismo franco-britannico e quello tedesco per la divisione delle aree di influenza economica e la conquista dei mercati mondiali, prima e fondamentale causa della guerra, si affiancano le situazioni critiche e i motivi di contrasto presenti all’interno di ciascun Stato (contrasti etnici, politici e sociali, questioni nazionali e di confine, ambizioni coloniali).
Va inoltre considerato che, già all’inizio del secolo, gli apparati bellici, la potenza e lo sviluppo degli armamenti, l’influenza dei militari sui politici sono fattori che propagano nella società un clima di accentuato militarismo, inducendo alla fine i governi a ricercare nella guerra la possibile risoluzione dei loro problemi.

Il mondo in trincea
La Grande Guerra è un conflitto “totale” in cui nazioni e popoli combattono in trincea così come nelle fabbriche della produzione bellica. Donne e giovani sostituiscono in fabbrica e nei servizi milioni di uomini partiti per il fronte e, nello stesso tempo, la propaganda di guerra non risparmia mezzi ed energie per convincere eserciti e popolazioni della necessità di sostenere, con il patriottismo, il lavoro e il finanziamento, i sempre più pesanti costi della guerra.
Soprattutto in Europa, la trincea riassume e simboleggia l’esperienza di guerra di milioni di soldati e l’immaginario bellico delle popolazioni del cosiddetto fronte interno. Dal 1914 al 1918 sul fronte occidentale, dal Mar del Nord al confine con la neutrale Svizzera, corrono due continue trincee contrapposte (in realtà due complessi sistemi trincerati articolati in profondità sul terreno) in cui si misurano gli eserciti tedesco, francese, inglese e americano (dal 1917). Si combatte in trincea anche sul fronte balcanico e sul vastissimo fronte orientale, percorso dalle armate austro-ungariche e russe. Dalla fine di maggio 1915 si apre il fronte italo-austriaco (dall’Ortles al mar Adriatico e dal novembre 1917 sul Monte Grappa e lungo il Piave) e ovunque la trincea diventa il simbolo principale del conflitto mondiale.
Su tutti i fronti del conflitto si combatte una guerra di logoramento, in cui vince chi ha più risorse e chi più resiste. Solo sul finire del 1918 gli Alleati, con il determinante contributo dell’America, entrata in campo nel 1917 con tutto il peso della sua macchina produttiva, riescono ad aver ragione degli Imperi Centrali, a cui dall’inizio della guerra impongono un severo blocco navale destinato a impedire i rifornimenti all’Austria-Ungheria e alla Germania, che cedono non alle armi (la guerra termina con l’esercito tedesco in Francia e quello austriaco in Italia) ma alla severissima condizione esistenziale di popolazioni prostrate dai sacrifici e dalle sofferenze, che rifiutano la guerra e sfiduciano i governi che l’avevano voluta, con la rivoluzione in Germania e le sollevazioni nazionali in Austria-Ungheria.

L'Italia in guerra
Il primo conflitto mondiale è iniziato da quasi un anno quando il 23 maggio 1915 il Regno d’Italia, legato da un patto segreto con gli Alleati (siglato a Londra un mese prima con l’approvazione del re Vittorio Emanuele III e il capo del Governo Antonio Salandra, all’insaputa del Parlamento), interrompe il periodo di neutralità e dichiara guerra all’Austria-Ungheria, rompendo formalmente il patto militare (reciprocamente valido solo in caso di aggressione esterna) con l’Austria e la Germania che durava dal 1882.
Nelle prime ore del 24 maggio 1915 reparti italiani varcano quasi ovunque il confine con l’ex alleato. All’inizio, la mobilitazione italiana avviene con lentezza, a causa della difficoltà di muovere contemporaneamente più di mezzo milione di uomini con armi e servizi. Dal canto loro gli austro-ungarici, con la quasi totalità dell’esercito mobilitato sul fronte orientale, lungo il confine con l’Italia riescono a schierare soltanto pochi battaglioni di soldati della riserva territoriale.
All’inizio estate del 1915 il generale Luigi Cadorna, comandante supremo dell’esercito italiano, sferra l’attacco principale sul Carso e lungo l’Isonzo in direzione di Trieste e Lubiana, in previsione di uno sfondamento decisivo verso l’interno dello schieramento avversario. Le armate austro-ungariche comandate dal feldmaresciallo Franz Conrad von Hötzendorf, schierate su un terreno maggiormente atto alla difesa, reggono pressoché ovunque gli assalti italiani, che vengono in genere respinti con gravi perdite. Tramonta il sogno della “guerra breve” e anche sul fronte italo-austriaco il conflitto acquista le caratteristiche della guerra di trincea.

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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Mer Mar 23, 2011 22:27    Oggetto: Rispondi citando


claudia_napoli ha scritto:
Stasera caro Ale i tuoi occhi erano delle scintille
piene di amore!!!

Sei stato grandissimo riesci a dare emozioni sempre più grandi

grazieeee!!!!!!!!!

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pascale61



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MessaggioInviato: Mer Mar 23, 2011 22:34    Oggetto: Rispondi citando


Sono di accordo con te Detchenpamo.
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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Ven Apr 01, 2011 23:39    Oggetto: Rispondi citando


DEDICATA A TUTTA LA POVERA GENTE CHE A LAMPEDUSA
E NELL'AREA MEDITERRANEA STA CERCANDO DI TROVARE
UNA VIA DI USCITA ALLA POVERTA',
PER VIVERE LA PROPRIA VITA CON UN MINIMO DI DIGNITA'





Arrow http://www.youtube.com/watch?v=JAzgANpo4d4


Andare, andare, simme tutt'eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti

allez, allez il n'y a pas de barrière
nous sommes tous enfants de la même mer
il n'y a pas de pirate il n'y a pas d'émigrant
nous sommes tous des navigants

Che... il Mediterraneo sia
la fortezza ca nun tene porte
addo' ognuno po' campare
d'a ricchezza ca ognuno porta
ogni uomo con la sua stella
nella notte del Dio che balla
e ogni popolo col suo Dio
che accompagna tutti i marinai
e quell'onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia




claudia_napoli ha scritto:
POST del 14 Mag 2010






Che il Mediterraneo sia


Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sola
tutta musica e tutta vele
su quell'onda dove si vola
tra la scienza e la leggenda
del flamenco e della taranta
e fra l'algebra e la magia
nella scia di quei marinai
e quell'onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia

Andare, andare, simme tutt'eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti
allez, allez il n'y a pas de barrière
nous sommes tous enfants de la même mer
il n'y a pas de pirate il n'y a pas d'émigrant
nous sommes tous des navigants

Che il Mediterraneo sia
la fortezza ca nun tene porte
addo' ognuno po' campare
d'a ricchezza ca ognuno porta
ogni uomo con la sua stella
nella notte del dio che balla
e ogni popolo col suo dio
che accompagna tutti i marinai
e quell'onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia

andare andare alla stessa festa,
di una musica fatta di gente diversa
da Napoli che inventa melodia
ai tamburi dell'Algeria
allez allez à la même fête
d'une musique qui va et jamais s'arrête
de Naples qui invente sa mélodie
aux tambours de l'Algérie

Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sempre
navigando tra nord e sud
tra l'oriente e l'occidente
e nel mare delle invenzioni
quella bussola per navigare
Nina, Pinta e Santa Maria
e il coraggio di quei marinai
e quel viaggio che non smette mai
che il Mediterraneo sia

(al baar al albiad al mutahuassed)

Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sola
tra il futuro la poesia
nella scia di quei marinai
e quell'onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia.

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detchenpamo



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MessaggioInviato: Sab Apr 02, 2011 08:30    Oggetto: Rispondi citando


Bellissimo il tuo messaggio ! Grazie !
Credo anche io que siamo tutti naviganti ...
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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Ven Apr 08, 2011 14:01    Oggetto: Rispondi citando


grazie... è tristissimo ascoltare le notizie
che vengono da Lampedusa Sad

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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Sab Apr 09, 2011 09:12    Oggetto: Rispondi citando


I suoi genitori, che vivono a Mogadiscio, ancora non sanno che è viva. Riesce a sentirli al telefono soltanto adesso, mentre la intervistiamo. «Era mio padre - riferisce al termine della telefonata - mi ha detto che ieri hanno sentito la notizia del naufragio e mi avevano data per morta». Trattiene le emozioni, fa un po' di fatica a respirare. Le sue condizioni di salute, spiegano i medici, sono «abbastanza buone», tutto sommato. E «sta benissimo anche suo figlio» che tra qualche settimana nascerà. Altro miracolo.






"Sono risalita dal fondo del mare"

di Massimo Giannetti

Asha ha il viso dolce di una bambina e lo sguardo quasi spento. Ha 21 anni, è incinta di otto mesi e ha ancora davanti agli occhi l'inferno che ha patito nel canale di Sicilia. È una dei pochi sopravvissuti (53) al naufragio di mercoledì notte in cui sono morte 250 persone, forse anche di più.

È una miracolata a tutti gli effetti e la sua seconda vita comincia da qui, dal letto numero 13 del reparto di ginecologia dell'ospedale Cervello di Palermo, dove è stata trasferita l'altra sera dopo il salvataggio, avvenuto a quaranta miglia da Lampedusa. Anche suo marito, Salad, 26 anni, somalo pure lui, è vivo per miracolo. Anche l'uomo è stato portato nell'ospedale palermitano, ma le sue condizioni ieri mattina erano ritenute buone, quindi è stato già dimesso. «È stato lui a salvarmi dalla morte», dice Asha, e inizia a raccontare. «Era ancora buio quando il mondo ci è venuto addosso, saranno state le cinque del mattino. Le onde erano altissime, erano così violente che la barca è stata sommersa dall'acqua, era diventata un lago. Eravamo nel panico, disperati, ma il mare non dava tregua. Abbiamo visto arrivare i soccorritori, ma è arrivata un'altra onda ancora più forte che ha spezzato in due la barca. Siamo finiti quasi tutti in mare. «C'era gente che mi è finita addosso. Io sono andata a fondo, non so nuotare, e ho creduto di essere morta. Poi, improvvisamente, sono riemersa, il mare mi ha riportato a galla. E' stato a questo punto che mio marito, che era ancora aggrappato a un pezzo di barca, mi ha vista, si è tuffato e mi ha acciuffata per i capelli trascinandomi fino alla nave dei soccorritori, che erano vicini a noi e ci lanciavano corde e salvagenti».

Asha parla lentamente. Racconta il suo dramma con l'ausilio di Fatima, un'immigrata somala che vive a Palermo da molti anni. I medici, le infermiere e anche le altre pazienti della stanza del reparto le stanno tutti accanto, cercano di coccolarla.

I suoi genitori, che vivono a Mogadiscio, ancora non sanno che è viva. Riesce a sentirli al telefono soltanto adesso, mentre la intervistiamo. «Era mio padre - riferisce al termine della telefonata - mi ha detto che ieri hanno sentito la notizia del naufragio e mi avevano data per morta». Trattiene le emozioni, fa un po' di fatica a respirare. Le sue condizioni di salute, spiegano i medici, sono «abbastanza buone», tutto sommato. E «sta benissimo anche suo figlio» che tra qualche settimana nascerà. Altro miracolo.

Asha ancora non sa se sarà maschio o femmina. Lo saprà tra poco, dopo la risposta dell'ecografia che le hanno fatto in mattinata. «Se sarà femmina la chiamerò Luce» - dice accarezzandosi il pancione mentre accenna un sorriso.

Torniamo all'inferno. Per chiederle quanti erano esattamente sul barcone: «Di preciso non lo so, io non li ho contati, ma eravamo tantissimi, la barca era strapiena, zeppa sopra e sotto. Saremmo stati 250-300, forse di più». La maggior parte erano uomini, una quarantina le donne. C'erano anche tre bambini, due nigeriani e uno somalo. «Le altre donne somale come me sono morte tutte, eravamo in otto e siamo affondate quando la barca si è rotta». Morti annegati anche i tre bambini. Chiediamo ancora: ma è vero che avete viaggiato senza pilota, che siete stati mandati allo sbaraglio dagli scafisti? «No - risponde Asha - il pilota c'era, era lo scafista, anche lui è morto».

Il barcone della morte sarebbe partito all'inizio di questa settimana dalla costa libica di Sabratha. Era un barcone multietnico. «Oltre ai somali, che eravamo il gruppo più numeroso, composto da 160 persone», sulla carretta c'erano «etiopi, nigeriani, sudanesi, ivoriani e anche qualche bengalese», ricorda ancora Asha. Domandiamo ancora: Siete scappati dalla Libia a causa della guerra? «No - risponde la donna - anche perché io alla guerra ci sono abituata. In Somalia in tutta la mia vita non ho conosciuto altro. Solo guerra e miseria. Per questo nel 2008 sono andata in Libia, dove ho lavorato come domestica in casa di una famiglia araba, e dove ho conosciuto anche mio marito. Dalla Libia abbiamo tentato di partire varie volte, ma ce l'hanno sempre impedito. L'occasione è capitata adesso, forse proprio perché c'è la guerra».

Per partire hanno pagato 300 dollari a testa e l'unico bagaglio che avevano era la speranza di arrivare sani e salvi a Lampedusa. Hanno navigato tutto il tempo in condizioni proibitive, con il barcone che annaspava in mezzo al mare grosso. Quando è successo il finimondo erano arrivati a metà strada, erano molto più vicino alle coste maltesi che a quelle siciliane. «Le onde facevano sobbalzare la barca anche tre metri. Avevamo perso ogni speranza. E' stato terribile: sulla barca c'era gente che pregava, urlava, piangeva, chiedeva aiuto. Intorno a noi però non c'era nessuno che ci sentiva. C'era solo il mare in tempesta».

Intorno alle due di notte hanno cominciato a imbarcare acqua e hanno lanciato un sos con un telefono satellitare, captato dalla guardia costiera maltese. I maltesi però solitamente non fanno soccorsi. Quindi hanno girato l'allarme ad altri, alla guardia costiera di Lampedusa e a un peschereccio di Mazara del Vallo che si trovava nelle vicinanze dal luogo segnalato.

I soccorsi arriveranno ma non prima di due ore. Quando le motovedette della capitaneria di porto italiane finalmente avvistano il barcone in panne, si avvicinano, tentano di agganciarlo, ma non ci riescono, il mare grosso glielo impedisce. Lanciano funi, scialuppe, salvagenti. «Siamo salvi», pensano i profughi. Si agitano, cercano di afferrare ciò che possono. Il barcone sta per capovolgersi. E' in questi istanti concitatissimi che avviene il patatrac. Per la gran parte dei passeggeri il destino sarà tragico e beffardo: il barcone infatti crepa proprio mentre i soccorritori cercavano di agganciarlo. Il cedimento strappa Asha dalle mani del marito e viene prima inghiottita e poi risputata dal mare. «Non lo so perché sono viva - dice con un filo di voce - . So soltanto che non volevo morire». Il suo sogno rinato è riprendere il viaggio e «andare in Svezia, dove vive una mia cugina che mi aspetta», confida un attimo prima che arrivi il primario del reparto per comunicarle l'esito dell'ecografia: «E un maschietto», la informa il medico. Lei accenna un altro sorriso e dice: «Lo chiamerò Mustafa».
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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2011 10:59    Oggetto: Rispondi citando


questa canzone perchè mi emoziona pensare alla pace tra i
popoli anche se di culture e colore di pelle diversi... Embarassed



http://www.youtube.com/watch?v=gRvuCnX9eXU





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MessaggioInviato: Lun Apr 11, 2011 13:32    Oggetto: canzone Rispondi citando


Grazie per questa canzone incantevole !
L'armonia fra tutti l'esseri umani è una promessa e un ideale in ogni
saggezza filosofica ,religiosa (e divina !)
Avremo la forza di farlo realtà ? E un lavoro necessario !
Bella settimana a te e a voi tutti !! ,da Ginevra
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Apr 26, 2011 00:44    Oggetto: ciao :) Rispondi citando


claudia_napoli ha scritto:


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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Mer Apr 27, 2011 12:28    Oggetto: Re: ciao :) Rispondi citando


genziana ha scritto:
claudia_napoli ha scritto:




Grazie Giuly di avermi dato il LA ripostando questa mia immagine di qualche tempo fa, io vorrei ripostare anche la musica bellissima che vi avevo associato


Before I die quiero salir de esta vida
to be inside mi casa is called now
el centro del mundo es mi destino to fly




claudia_napoli ha scritto:

Arrow http://www.youtube.com/watch?v=CKuGNDahXoQ&feature=player_embedded



Centro Del Mundo


Look at me
Across the border
To Paris boulevard
Je me souviens now
do centro del mundo
that's rising into my mind

Follow me, meravigliosa
no homeland and no disguise
my rendez-vous c'est
au centro del mundo
ni tengo nombre tonight

Am I in no time?
Am I in no space?
Au centro del mundo
centro del mundo

Before I die
quiero salir de esta vida
to be inside
mi casa is called now
el centro del mundo
es mi destino to fly

From a tribe
venue d'etoiles
pour chercher des espoires
my rendez-vous c'est
au centro del mundo
that's rising into my mind

Am I in no time?
Am I in no space?
Au centro del mundo...




Centro del mondo

Guardami attraversare il confine
nelle strade di Parigi
ora ricordo il centro del mondo
che mi sta venendo in mente

seguimi, meravigliosa
senza alcuna madrepatria
e senza alcun travestimento
il mio appuntamento è
al centro del mondo
nè ho un nome, stanotte

non sono in tempo?
non sono nel luogo giusto?
al centro del mondo
centro del mondo

prima di morire
voglio uscire da questa vita
per entrarci bene dentro
la mia casa ora è stata chiamata
è il centro del mondo
è il mio destino, quello di volare

da una tribù venuta dalle stelle
per cercare le speranze
il mio appuntamento è
al centro del mondo
nè ho un nome, stanotte

non sono in tempo?
non sono nel luogo giusto?
al centro del mondo...


_________________

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preziosina66



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Residenza: provincia di messina

MessaggioInviato: Gio Apr 28, 2011 16:28    Oggetto: Rispondi citando


Hai ricambiato i titolo al topic?

MI PIACE!

Bella questa immagine del mondo e bellissima la canzone!
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claudia_napoli



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Residenza: Roma (ma 'tengo' il cuore napoletano)

MessaggioInviato: Gio Apr 28, 2011 21:50    Oggetto: Rispondi citando


si cara Giusyna, questo topic era nato con il desiderio
di parlare del SUD e l'ho riportato alle origini
ma non intendo il sud Italia ma il SUD inteso come
SUD DEL MONDO, grazie delle tue parole,
un forte forte abbraccio Giusyna!!!

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Con tutto l'oro del mondo non si può comprare il battito del cuore, nè un lampo di tenerezza-de Lamartine
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