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Alessandro Preziosi al D'Annunzio Festival-Pescara 27/07/10
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Autore Messaggio
anna



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 12:01    Oggetto: Alessandro Preziosi al D'Annunzio Festival-Pescara 27/07/10 Rispondi citando


Carissimi amici

Martedì 27 luglio, alle ore 21:30, c/o teatro D'Annunzio a Pescara, in occasione del D'Annunzio festival ( una serie di eventi, di grande spessore culturale, che celebrano il grande poeta, organizzati dal Comune di Pescara) Alessandro Preziosi incanterà il pubblico con una speciale interpretazione del Poeta abruzzese.
Naturalmente ADRICESTA sarà presente, con un desk delle grandi occasioni, per coinvolgere verso i nostri progetti le innumerevoli persone che si regaleranno questa serata magica!
Per questo un particolare grazie è doveroso all'Assessore alla Cultura del comune di Pescara D.ssa Elena Seller per la sua squisita sensibilità.
Il teatro è all'aperto ed è molto grande, per questo io e le meravigliose volontarie pescaresi vi invitiamo tutte a non perdere questa grande opportunità, l'ingresso è libero, vi aspettiamo!

Un abbraccio

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Helena x



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 13:23    Oggetto: Ciao! Rispondi citando


Ciao cara Anna!
Grazie molte!
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Ci vediamo a Pescaraaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Sono molto feliceeeeeeeeeeeeeee!!!
/Ora devo studiare GABRIELE D´ANNUNZIO"!/
Io vado a Pescara 26. luglio!!!
MIO DIO CHE BELLE!
Helena!
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 17:14    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando








    D'ANNUNZIO FESTIVAL Ente Manifestazioni Pescaresi

    Recital ■ ALESSANDRO PREZIOSI legge D'ANNUNZIO



    in collaborazione Con l’Accademia Musicale Pescarese

    martedì 27 luglio 2010 • Teatro 'Gabriele D'Annunzio'



    PESCARA: 21.30 all'aperto. Ingresso libero e gratuito

    (in caso di maltempo, spettacolo nel Teatro Massimo)






il desk ADRICESTA Onlus vi accoglierà all'entrata in teatro


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L'ultima modifica di genziana il Dom Lug 25, 2010 16:21, modificato 1 volta
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 17:19    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando




      TEATRO GABRIELE D'ANNUNZIO • PESCARA


      Lungomare Cristoforo Colombo 120 - tel. 0856920057

      affidato alla Gestione dell'Ente Manifestazioni Pescaresi


Nel 1963 venne costruito il Teatro-Monumento dedicato a Gabriele D’Annunzio nel centenario della nascita, e da allora vi si svolgono le manifestazioni estive dell'Ente Manifestazioni Pescaresi, che ne cura la gestione.

Di recente il teatro all’aperto, uno dei più belli e grandi d’Italia, è stato ristrutturato ed ampliato, con la cavea in grado di ospitare 2.000 spettatori, e dotato anche di una sala polivalente chiusa di 500 posti, utilizzata nell’intero arco dell’anno, l’Auditorium Flaiano.

Nelle passate stagioni il Teatro ha ospitato artisti come Carla Fracci, Rudolf Nureyev, Roland Petit, Alessandra Ferri, Patrick Dupond, Carolyn Carlson, Marcia Haydée, Zizi Jeammaire, Momix, Pilobolus, per il balletto; Joan Beaz, James Taylor, Bob Dylan, Natalie Cole, Bobby Mc Ferrin, Caetano Veloso, Chick Corea, Laurie Anderson, Wynton Marsalis, Herbie Hancock, per il jazz; Salvo Randone, Tino Buazzelli, Dario Fo, Anna Proclamer, Giorgio Albertazzi, Elena Zareschi, Giorgio Gaber, Gigi Proietti, per la prosa.







L'atto costitutivo dell'Ente Manifestazioni Pescaresi porta la data del 10 gennaio 1950 e fu sottoscritto dai rappresentanti del Comune, dell'Amministrazione Provinciale, dell' Associazione Industriali, dell'Automobil Club, dell'Ente Provinciale Turismo, dell'Associazione Commercianti, della Camera di Commercio, dell'Azienda di Soggiorno, e da alcuni operatori culturali. Il decreto 5 maggio 1952 del Presidente della Repubblica pubblicato sulla G.U. n. 34 dell'11/2/1953 ne sancì il riconoscimento quale Ente Morale.
L'Ente da subito si propose di "organizzare manifestazioni sportive, culturali e artistiche", allo scopo di attirare sulla nostra città l'attenzione di turisti italiani e stranieri , sviluppando rapidamente la propria attività nel settore dell'arte e della cultura, con spettacoli di musica lirica, prosa, balletto, jazz, operetta e concertistica. Col passare degli anni l'Ente è diventato un punto di riferimento importante nella vita culturale della Regione Abruzzo.




      ..................


Pescara è una città nuovissima. Ancora dopo la prima guerra mondiale, alla foce del fiume omonimo esistevano due cittadine molto diverse tra loro. A sud la più antica Pescara (ora Portanuova), cresciuta sui resti della fortezza cinquecentesca che presidiava il fiume e la statale 16 Adriatica all'innesto della Via Tiburtina-Valeria sbocco della più importante valle d'Abruzzo. Dopo la costruzione della ferrovia, dei bastioni non resta quasi nulla, e poco anche del successivo insediamento (il Bagno penale e alcuni modesti edifici tra cui la casa di D'Annunzio).
A nord del fiume, nella stretta fascia di terra che si allunga tra le colline e il mare si era invece sviluppata dal 1806, prendendo a fulcro il santuario della Madonna dei Sette Dolori, Castellammare Adriatico, che con l'arrivo della ferrovia e la costruzione della Stazione (1863) aveva avuto un certo sviluppo.

Commerciale, artigianale e 'popolare' Pescara; borghese, signorile e turistico Castellammare Adriatico, ancora al principio del XX secolo scandito dalle grandi ville dei possidenti.

La fusione dei due comuni (1926) avvenne, patrocinante Gabriele D'Annunzio, con la nomina a capoluogo di una piccola provincia ricavata da quelle di Chieti e Teramo, a cavallo del fiume.

I nuovi edifici del capoluogo si realizzano il più possibile lungo l'Adriatica, oggi corso Vittorio Emanuele, che continua a essere la principale arteria cittadina, e unisce i due nuclei attraverso un ponte, edificato nel 1934: il Tribunale, la Camera di Commercio, il tempio della Conciliazione in lato Portanuova; in lato Castellammare Adriatico il Banco di Napoli, le Poste, il Comune, la Provincia, questi ultimi a formare una grande piazza monumentale (piazza dei Vestini, oggi Italia) che avrebbe costituito il nuovo centro cittadino. Nasce inoltre il quartiere di case popolari detto dei Pescatori (1934) e viene compiuta (1939) la bonifica dei terreni tra la vecchia Pescara e il mare.

La densa occupazione delle aree centrali successiva alla ricostruzione postbellica porta la città a espandersi verso l'esterno. La realizzazione della zona industriale tra Pescara e Chieti, i collegamenti autostradali e l'asse attrezzato, l'insediamento di alcune Facoltà dell'Università D'Annunzio, le nuove sedi di uffici regionali e statali, la nuova Stazione centrale delle Ferrovie dello Stato, il porto turistico modificano ancora il quadro generale offrendo nuove possibilità e preparando Pescara alla sfida con il terzo millennio. [ sito web: www.comune.pescara.it ]




      ..................


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Franca~



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 17:47    Oggetto: Rispondi citando


Ciao Anna!!
A te ed a chi ti affiancherà in questa bella manifestazione un caloroso "in bocca al lupo" ed un grande abbraccio.
Baci
Franca
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 18:27    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando







      CALENDARIO D'ANNUNZIO FESTIVAL 2010


23 LUGLIO venerdì (SERATA INAUGURALE)
ore 21.30 "LA FIGLIA DI IORIO" di G. d'Annunzio - spettacolo teatrale regia Jurij Ferrini (AURUM)


24 LUGLIO sabato
ore 12.00 Lancio aereo dei volantini su Piazza Salotto - Fly Story
ore 18.30 Conferenza ENZO FIMIANI e STEFANO TRINCHESE "D'ANNUNZIO POLITICO" (AURUM)
ore 19.00 Inaugurazione MOSTRE DI ARTE CONTEMPORANEA (AURUM)
ore 21.30 Conferenza "MATERIALI ETNOGRAFICI" ADRIANA GANDOLFI e DISCANTO (CASA NATALE)


25 LUGLIO domenica
ore 18.30 Conferenza FRANCO FARIAS "D'ANNUNZIO GIORNALISTA e PUBBLICITARIO" (AURUM)
ore 20.30 Cerimonia Gemellaggi Città Dannunziane (AURUM)
ore 21.30 "IL VOLO" spettacolo di danza a cura della compagnia SOSTA PALMIZI (AURUM)
ore 21.30 "ATMOSFERE 2" GABRIELLA CASTIGLIONE in concerto (AUDITORIUM PETRUZZI)
ore 22.30 "FESTIVAL DANNUNZIANO" concerto dell'OF MEDITERR (PARCO EX- CASERMA DI COCCO)


26 LUGLIO lunedì
ore 18.30 Convegno "D'ANNUNZIO E IL VITTORIALE" a cura di G.B. GUERRI (AUDITORIUM DE CECCO)
ore 21.30 Conferenza - Spettacolo " FIUME D'AMORE E DI GLORIA" FRANCA MINNUCCI (CASA NATALE)


27 LUGLIO martedì
ore 18.30 Conferenza GABRIELE MARCONI "LE STELLE DANZANTI" (AURUM)
ore 21.30 ALESSANDRO PREZIOSI LEGGE D'ANNUNZIO e Accademia M.P. - recital (TEATRO D'ANNUNZIO)
ore 22.30 "CABIRIA" proiezione del film in collaborazione con il Conservatorio "Luisa D'Annunzio" (AURUM)
ore 22.30 "VOL AU VENT" spettacolo di danza di Anouscka Brodacz e Claudio Ioanna (CONSERVATORIO)


28 LUGLIO mercoledì
ore 18.30 Conferenza VITO MORETTI e REMO DI LEONARDO "LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO" (AURUM)
ore 21.30 "TANGO e SIRTAKI" spettacolo di danza di RAFFAELE PAGANINI (TEATRO D'ANNUNZIO)
ore 22.30 "MIA DIVINA ELEONORA" spettacolo teatrale con PAOLA GASSMAN, DANIELA MUSINI, MILO VALLONE (AURUM)


29 LUGLIO giovedì
ore 18.30 Conferenza GIANANDREA DE ANTONELLIS "Religiosità popolare tra La figlia di Iorio e Trionfo della morte" (AURUM)
ore 21.30 "L'INNOCENTE" " proiezione del film con ospiti (TEATRO D'ANNUNZIO)
ore 22.30 RASTRELLI CELLO QUARTET in concerto (AURUM)


30 LUGLIO venerdì
ore 18.30 Conferenza FRANCO DI TIZIO,UMBERTO RUSSO e G.B. GUERRI "GABRIELLINO D'ANNUNZIO" (AURUM)
ore 21.30 "5 VOLTE D'ANNUNZIO" spettacolo con Elia Iezzi, A.Mete, R. Pedicini, C. Jansante, , C. Colizzi e Franco Mannella (AURUM)
ore 21.30 "LETTERE D'AMORE" spettacolo teatrale IN ITALIANO - testo D. Maraini con F. Fanti (AUDITORIUM PETRUZZI)
ore 22.00 "TUTTO SPARIRA',IL VENTO CI PORTERA' " spettacolo teatrale a cura di W. Zola ( EX- CASERMA DI COCCO)


31 LUGLIO sabato
ore 18.00 FRECCE TRICOLORI (Centenario degli spettacoli di Aviazione)
ore 19.00 Conferenza GABRIELLA ALBERTINI " Presenze di arte figurativa nel primo e secondo libro del romanzo "Il Piacere" di Gabriele d'Annunzio" (AURUM)
ore 21.00 MICHELE DI TORO in concerto (PARCO EX CASERMA DI COCCO)
ore 22.00 "SOGNO DANNUNZIANO" spettacolo teatrale a cura di FLORIAN TSI (AURUM)
ore 21.30 "LETTERE D'AMORE" spettacolo teatrale IN INGLESE - testo D. Maraini con F. Fanti (AUDITORIUM PETRUZZI)


8 AGOSTO domenica
ore 19.00 Conferenza MARCELLO VENEZIANI "D'ANNUNZIO: LA BELLEZZA VA AL POTERE" (AURUM)
In collaborazione con l'Associazione IDENTITA' EUROPEA - ABRUZZO E MOLISE


18 SETTEMBRE sabato
Convegno "D'ANNUNZIO ESSENZIALE" a cura del CENTRO STUDI DANNUNZIANI (MEDIAMUSEUM)


16,17 e 18 SETTEMBRE giovedì, venerdì e sabato
"LA FIGLIA DI IORIO" di G. d'Annunzio regia C. Di Scanno (TEATRO MARRUCINO)







Appuntamenti televisivi annunciati:

RAI UNO - "Uno Mattina Estate" - mercoledì 28 luglio 2010
06.45: Speciale di un'ora dedicato al Festival Dannunziano



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L'ultima modifica di genziana il Dom Lug 25, 2010 16:01, modificato 1 volta
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 19:44    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando






«Io ho quel che ho donato» ■ GABRIELE D'ANNUNZIO



Gabriele D'Annunzio, o d'Annunzio come soleva firmarsi, nasce il 12 marzo 1863 da Francesco Paolo e Luisa De Benedictis a Pescara, dove trascorre l'infanzia. A undici anni si iscrive alla prima classe ginnasiale presso il Collegio Cicognini di Prato dove resterà fino al compimento degli studi. Ancora convittore, nel 1879 pubblica, presso la tipografia Ricci di Chieti, la sua prima raccolta di versi intitolata “Primo Vere”, nata da impressioni di lettura delle Odi Barbare carducciane.


Conseguita nel 1881 la licenza liceale,si stabilisce a Roma dove entra in contatto con ambienti letterari e aristocratici, iniziando una fortunata attività di giornalista al “Capitan Fracassa” e alla “Cronaca Bizantina”. È a Roma che conosce la duchessina Maria Hardouin di Gallese che sposerà nel luglio del 1883 e dalla quale nasceranno Mario, Gabriellino e Veniero. Nel 1891, oppresso dai creditori, lascia Roma e si rifugia a Francavilla al Mare presso il “Conventino” dell'amico Francesco Paolo Michetti, dove resterà fino all'inizio del '94 collaborando assiduamente al “Corriere di Napoli” e poi al “Mattino”. Nell'estate del'95 compie il periplo ellenico che gli ispirerà La città morta e Laus Vitae, e proprio al ritorno dalla crociera rivede a Venezia Eleonora Duse, dopo un anno dalla prima casuale conoscenza. Presto si stabilirà nella villa La Capponcina a Settignano, vicino alla dimora della Duse, con la quale instaura un sodalizio artistico e sentimentale che coincide con un periodo di intensa creazione. Di questi anni è anche la partecipazione alla vita politica: eletto nel 1897 deputato nel collegio di Ortona (CH), interviene in Parlamento per votare con la Sinistra contro il governo Pelloux che tenta di limitare la libertà politica. Nel 1910, oppresso dai debiti, si trasferisce in Francia. Scoppiato il primo conflitto mondiale, rientra in Italia accolto da grandi manifestazioni di entusiasmo e il 5 maggio, con il discorso di Quarto, alla Sagra dei Mille, inizia la campagna interventista. Si arruola volontario nel Reggimento Lancieri di Novara, compiendo gesta clamorose come il volo su Trieste nel 1915, la Beffa di Buccari e il volo su Vienna nel 1918, l'occupazione di Fiume il 12 settembre 1919, alla testa dei granatieri di Ronchi. Quando il governo italiano, dopo il trattato di Rapallo, pone fine all'occupazione della città, d'Annunzio si rifugia a Gardone Riviera nella Villa Cargnacco da lui trasformata nel complesso monumentale del Vittoriale degli Italiani, dove rimarrà fino alla morte (1° marzo 1938).





Le opere

Gabriele d'Annunzio rivela una precoce passione per la letteratura tanto che, negli anni del Collegio Cicognini di Prato, pubblica a spese del padre, sotto il nome di Florio Bruzio, la sua prima raccolta poetica, Primo vere (1879), che suscita notevole risonanza e benevola attenzione da parte della critica letteraria dell'epoca. Nel 1880, presso la tipografia Niccolai di Pistoia, pubblica In memoriam, ventuno liriche dedicate alla nonna, Rita Lolli, deceduta l'anno prima, finanziate sempre dal padre. Dopo aver conseguito la licenza liceale, nel 1881 si trasferisce a Roma per frequentare l'università e per entrare nella società letteraria e mondana della neocapitale: collabora al “ Capitan Fracassa”, alla “Cronaca bizantina”, (dove nel 1882 conosce Carducci), al “Fanfulla della domenica”, alla “Tribuna” con testi poetici, narrativi, critici, polemici e con cronache di vita mondana che lo glorificano come arbitro di un mondo vario di donne, artisti, di raffinati di una società estetizzante. In questi anni romani, compone con vena prolifica i versi per “Canto Novo”(1882), per Intermezzo di rime (1883) e per Isotta Guttodàuro ed altre poesie (1886 poi rielaborati nelle raccolte L'Isotteo e La Chimera (1890). Pubblica novelle di ambiente abruzzese: Terra vergine (1882), Libro delle vergini (1884), San Pantaleone (1886), poi riunite sotto il titolo di Le novelle della Pescara (1902). Scrive il suo primo romanzo Il Piacere (1889), dove trova consacrazione lo spirito mondano ed estetizzante con cui egli vive nella Roma umbertina. Successivamente pubblica altri romanzi : nel 1891 Giovanni Episcopo, nel 1892 L'Innocente. E ancora nuove raccolte di poesie: nel 1890 Le elegie romane e nel 1893 Il Poema paradisiaco.






Il suo impegno nel genere del romanzo si rivela con la pubblicazione prima del Trionfo della morte (1894) e l'anno dopo (1895) con Le vergini delle rocce.

Nel 1897 d'Annunzio inizia un'ampia produzione teatrale destinata a segnare il gusto di un'epoca: Sogno di un mattino di primavera, Sogno di un tramonto d'autunno (1898), La città morta (1898), La Gioconda (1899), Francesca da Rimini (1901), La figlia di Iorio (1904), La fiaccola sotto il moggio (1905), La Nave (1905-1907), Fedra (1908-1909).

Nel 1898 il Poeta si trasferisce a Settignano presso Firenze, nella villa La Capponcina, dove conduce una vita tra lussi,sfarzo e numerose relazioni sentimentali tra le quali la più famosa è quella con l'attrice Eleonora Duse, da lui descritta nel nuovo romanzo Il Fuoco (1900). Alla Capponcina porta a termine i primi tre libri delle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi (Maia, Elettra e Alcyone), pubblicati nel 1903. Nel 1910 torna al romanzo con la stesura del Forse che sì forse che no ma in quello stesso anno, nell'impossibilità di far fronte ai crediti contratti per la sua vita dispendiosa, si trasferisce in Francia prima a Parigi poi ad Arcachon sull'Atlantico: qui compone il quarto libro delle Laudi, Merope (1912), dedicato alla celebrazione della guerra di Libia, e si dedica alla composizione del “mistero” Le martyre di Saint Sébastien che viene rappresentato a Parigi nel 1911, musicato da Claude Debussy e interpretato dalla danzatrice Ida Rubinstein. Dal 1911 fino al 1914 pubblica in diciannove puntate sul quotidiano “Corriere della sera” una serie di prose unite dal titolo comune Le Faville del maglio, scritti autobiografici che raccolgono prose scritte in precedenza e rielaborazione di annotazioni dei suoi Taccuini.

Dopo la composizione della tragedia Parisina (1912), stende nei primi mesi del 1913 una commedia musicata da Ildebrando Pizzetti, La Pisanelle, ou la mort parfumée di nuovo interpretata da Ida Rubinstein e negli ultimi mesi dello stesso anno compone la tragedia Le chèvrefeuille.




          .........


Rientrato in Italia per l'imminenza dello scoppio del guerra, partecipa attivamente alla propaganda interventistica, poi a clamorose ed ardite azioni militari, ampiamente autocelebrate. In seguito ad un incidente aereo, rimane ferito ad un occhio e durante la degenza scrive il Notturno (1916), pubblicato successivamente nel 1921, e la La licenza alla Leda senza cigno. Alla fine della guerra, protagonista della protesta per la vittoria mutilata, marcia su Fiume e occupa la città dal 1919 al 1921, quando è costretto a ritirarsi per l'intervento dell'esercito italiano: per l'indipendenza di Fiume proclama la “Carta del Carnaro” o “Disegno di un nuovo ordinamento dello Stato libero di Fiume”.

Dopo il 1921, lasciata Fiume si ferma qualche giorno a Venezia, per istallarsi poi definitivamente a Cargnacco, nei pressi di Gardone Riviera nella villa che diventerà “Il Vittoriale degli Italiani”. In questi ultimi anni pubblica le sue più note “prose d'arte”: oltre al Notturno, Le faville del maglio (1924-1928); il Libro segreto (1935). Postumi sono usciti i Taccuini nel 1966.


[ fonte: www.casadannunzio.beniculturali.it ]



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Helena x



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MessaggioInviato: Sab Lug 24, 2010 21:11    Oggetto: Grazie! Rispondi citando


Ciao Giuliana!
Molte grazie!!!
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
"Ore devo studiare Gabriele D´Annunzio"!
Buona serata!
Helena!
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nenepd



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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 15:05    Oggetto: Rispondi citando


sono certa che sarà una bellissima serata! in bocca al lupo a tutte voi!
Cara Helena...buon viaggio!
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genziana



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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 15:46    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando









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genziana



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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 15:47    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando












programma completo, altre informazioni: www.dannunziofestival.it

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genziana



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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 15:49    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando








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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 16:52    Oggetto: Grazie! Rispondi citando


Ciao "Irene"!
Grazie molteeeeeeeeeeeeeeeee!!!
Sono molto felice!!!
Buona serata!
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MessaggioInviato: Dom Lug 25, 2010 17:00    Oggetto: Grazie! Rispondi citando


Ciao Giuliana!
Grazie mille per informazioni!
Buona serata!
Helena!
P.S.
"DOMANI"!
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Lug 26, 2010 02:34    Oggetto: ALESSANDRO PREZIOSI 27/7/2010 al D'ANNUNZIO FESTIVAL Pescara Rispondi citando




          GABRIELE D'ANNUNZIO ...Laudi



              TRISTEZZA

              Tristezza, tu discendi oggi dal Sole.
              La tua specie mutevole è la nube
              del cielo, e son le spume
              del mare gli orli del tuo lino lungo.

              Sembri Ermione, sola come lei
              che pel silenzio vienti incontro sola
              traendo in guisa d'ala il bianco lembo.
              Sì le somigli, ch'io m'ingannerei
              se non vedessi ciocca di viola
              su la sua gota umida ancor del nembo.
              Ha tante rose in grembo
              che la spina dell'ultima le punge
              il mento e glie l'ingemma d'un granato.
              Come fauno barbato
              accosto accosto mòrdica le rose
              il capricorno sordido e bisulco.



              IL VULTURE DEL SOLE

              S'io pensi o sogni, se tal volta io veda
              quasi vampa tremar l'aria salina,
              se nel silenzio oda piombar la pina
              sorda, strider la ragia nella teda,

              sonar sul loto la palustre auleda,
              istrepire il falasco e la saggina,
              subitamente del mio cor rapina
              tu fai, di me che palpito fai preda,

              o Gloria, o Gloria, vulture del Sole,
              che su me ti precipiti e m'artigli
              sin nel focace lito ove m'ascondo!

              Levo la faccia, mentre il cor mi duole,
              e pel rossore dè miei chiusi cigli
              veggo del sangue mio splendere il mondo.



              LA SABBIA DEL TEMPO

              Come scorrea la calda sabbia lieve
              per entro il cavo della mano in ozio
              il cor sentì che il giorno era più breve.

              E un'ansia repentina il cor m'assale
              per l'appressar dell'umido equinozio
              che offusca l'oro delle piagge salse.

              Alla sabbia del Tempo urna la mano
              era, clessidra il cor mio palpitante,
              l'ombra crescente di ogni stelo vano
              quasi ombra d'ago in tacito quadrante.



              L'ALA SUL MARE

              Ardi, un'ala sul mare è solitaria.
              Ondeggia come pallido rottame.
              E le sue penne, senza più legame,
              sparse tremano ad ogni soffio d'aria.

              Ardi, veggo la cera! E' l'ala icaria,
              quella che il fabro della vacca infame
              foggiò quando fu servo nel reame
              del re gnòssio per l'opera nefaria.

              Chi la raccoglierà? Chi con più forte
              lega saprà rigiugnere le penne
              sparse per ritentare il folle volo?

              Oh del figlio di Dedalo alta sorte!
              Lungi dal medio limite si tenne
              il prode, e ruinò nei gorghi solo.



              IN SUL VESPERO

              In sul vespero, scendo alla radura.
              Prendo col laccio la puledra brada
              che ancor tra i denti ha schiuma di pastura.

              Tanaglio il dorso nudo, alle difese;
              e per le ascelle afferro la naiàda,
              la sollevo, la pianto sul garrese.

              Schizzan di sotto all'ugne nel galoppo
              gli aghi i rami le pigne le cortecce.
              Di là dai fossi, ecco il triforme groppo
              su per le vampe delle fulve secce!



              NELLA BELLETTA

              Nella belletta i giunchi hanno l'odore
              delle persiche mézze e delle rose
              passe, del miele guasto e della morte.

              Or tutta la palude è come un fiore
              lutulento che il sol d'agosto cuoce,
              con non so che dolcigna afa di morte.

              Ammutisce la rana, se m'appresso.
              Le bolle d'aria salgono in silenzio.



              LA SERA FIESOLANA

              Fresche le mie parole ne la sera
              ti sien come il fruscio che fan le foglie
              del gelso ne la man di chi le coglie
              silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
              su l’alta scala che s’annera
              contro il fusto che s’inargenta
              con le sue rame spoglie
              mentre la Luna è prossima a le soglie
              cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
              ove il nostro sogno si giace
              e par che la campagna già si senta
              da lei sommersa nel notturno gelo
              e da lei beva la sperata pace
              senza vederla.
              Laudata sii pel tuo viso di perla,
              o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
              l’acqua del cielo!
              Dolci le mie parole ne la sera
              ti sien come la pioggia che bruiva
              trepida e fuggitiva,
              commiato lacrimoso de la primavera,
              su i gelsi e su gli olmi e su le viti
              e su i pini dai novelli rosei diti
              che giocano con l’aura che si perde,
              e sul grano che non è biondo ancora
              e non è verde,
              e sul fieno che già patì la falce
              e trasloca,
              e su gli olivi, su i fratelli olivi
              che fan di santità pallidi i clivi
              e sorridenti.
              Laudata sii per le tue vesti aulenti,
              o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
              il fien che odora!
              Io ti dirò verso quali reami
              d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
              eterne a l’ombra de gli antichi rami
              parlano nel mistero sacro dei monti;
              e ti dirò per qual segreto
              le coline su i limpidi orizzonti
              s’incurvino come labbra che un divieto
              chiuda, e perché la volontà di dire
              le faccia belle
              oltre ogni uman desire
              e nel silenzio lor sempre novelle
              consolatrici, sì che pare
              che ogni sera l’anima le possa amare
              d’amore più forte.
              Laudata sii per la tua pura morte,
              o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
              le prime stelle!



              O FALCE DI LUNA CALANTE

              O falce di luna calante
              che brilli su l’acque deserte,
              o falce d’argento, qual mèsse di sogni
              ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

              Aneliti brevi di foglie,
              sospiri di fiori dal bosco
              esalano al mare: non canto non grido
              non suono pe ’l vasto silenzio va.

              Oppresso d’amor, di piacere,
              il popol de’ vivi s’addorme...
              O falce calante, qual mèsse di sogni
              ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!



              LA PIOGGIA NEL PINETO

              Taci. Su le soglie
              del bosco non odo
              parole che dici
              umane; ma odo
              parole più nuove
              che parlano gocciole e foglie
              lontane.
              Ascolta. Piove
              dalle nuvole sparse.
              Piove su le tamerici
              salmastre ed arse,
              piove su i pini
              scagliosi ed irti,
              piove su i mirti
              divini,
              su le ginestre fulgenti
              di fiori accolti,
              su i ginepri folti
              di coccole aulenti,
              piove su i nostri volti
              silvani,
              piove su le nostre mani
              ignude,
              su i nostri vestimenti
              leggieri,
              su i freschi pensieri
              che l'anima schiude
              novella,
              su la favola bella
              che ieri
              t'illuse, che oggi m'illude,
              o Ermione.

              Odi? La pioggia cade
              su la solitaria
              verdura
              con un crepitío che dura
              e varia nell'aria
              secondo le fronde
              più rade, men rade.
              Ascolta. Risponde
              al pianto il canto
              delle cicale
              che il pianto australe
              non impaura,
              nè il ciel cinerino.
              E il pino
              ha un suono, e il mirto
              altro suono, e il ginepro
              altro ancóra, stromenti
              diversi
              sotto innumerevoli dita.
              E immersi
              noi siam nello spirto
              silvestre,
              d'arborea vita viventi;
              e il tuo volto ebro
              è molle di pioggia
              come una foglia,
              e le tue chiome
              auliscono come
              le chiare ginestre,
              o creatura terrestre
              che hai nome
              Ermione.

              Ascolta, ascolta. L'accordo
              delle aeree cicale
              a poco a poco
              più sordo
              si fa sotto il pianto
              che cresce;
              ma un canto vi si mesce
              più roco
              che di laggiù sale,
              dall'umida ombra remota.
              Più sordo e più fioco
              s'allenta, si spegne.
              Sola una nota
              ancor trema, si spegne,
              risorge, trema, si spegne.
              Non s'ode voce del mare.
              Or s'ode su tutta la fronda
              crosciare
              l'argentea pioggia
              che monda,
              il croscio che varia
              secondo la fronda
              più folta, men folta.
              Ascolta.
              La figlia dell'aria
              è muta; ma la figlia
              del limo lontana,
              la rana,
              canta nell'ombra più fonda,
              chi sa dove, chi sa dove!
              E piove su le tue ciglia,
              Ermione.

              Piove su le tue ciglia nere
              sìche par tu pianga
              ma di piacere; non bianca
              ma quasi fatta virente,
              par da scorza tu esca.
              E tutta la vita è in noi fresca
              aulente,
              il cuor nel petto è come pesca
              intatta,
              tra le pàlpebre gli occhi
              son come polle tra l'erbe,
              i denti negli alvèoli
              con come mandorle acerbe.
              E andiam di fratta in fratta,
              or congiunti or disciolti
              (e il verde vigor rude
              ci allaccia i mallèoli
              c'intrica i ginocchi)
              chi sa dove, chi sa dove!
              E piove su i nostri vólti
              silvani,
              piove su le nostre mani
              ignude,
              su i nostri vestimenti
              leggieri,
              su i freschi pensieri
              che l'anima schiude
              novella,
              su la favola bella
              che ieri
              m'illuse, che oggi t'illude,
              o Ermione.


      Alessandro Preziosi al D'ANNUNZIO Festival

      PESCARA 27 luglio 2010, Teatro D'Annunzio

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