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LIBRERIA 'MIGLIORIAMOCI' dal 2004 a OGGI consigli di lettura
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nenepdl



Registrato: 10/03/08 08:11
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MessaggioInviato: Gio Gen 14, 2010 16:17    Oggetto: Rispondi citando


grazie anche a te Doni!
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mari27



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MessaggioInviato: Ven Apr 02, 2010 13:32    Oggetto: Rispondi citando


- Voyage au bout de la nuit -


" Viaggio al termine della notte" è il primo romanzo di Louis-Ferdinand Céline, pubblicato nel 1932.

Il lavoro semi-autobiografico segue le vicende di Ferdinand Bardamu attraverso il suo coinvolgimento nella Prima guerra mondiale, l'Africa coloniale e l'America del primo Dopoguerra (dove lavora per l'industria automobilistica Ford) attraverso il suo ritorno, nella seconda metà dell'opera, in Francia dove diventa medico e dove inaugura uno studio nel degradato sobborgo di Parigi, la fittizia La Garenne-Rancy.

Il romanzo inoltre rappresenta una satira contro la professione medica e la vocazione della ricerca scientifica. I disparati elementi del romanzo sono tra loro connessi dai ricorrenti incontri con Léon Robinson, un personaggio sventurato la cui esperienza è per certi versi parallela a quella di Bardamu.

Come il titolo stesso suggerisce, Voyage au bout de la nuit è un cupo, nichilistico romanzo in cui si mescolano misantropia e cinismo. Céline esprime un pessimismo pressoché inconsolabile sulla natura umana, sulle istituzioni umane, sulla società e sulla vita in generale. Verso la fine del libro, il narratore Bardamu, che sta lavorando in un manicomio, sottolinea:

« ...je ne peux m'empêcher de mettre en doute qu'il existe d'autres véritables réalisations de nos profonds tempéraments que la guerre et la maladie, ces deux infinis du cauchemar. » (IT)
« ...Non posso trattenermi dal dubitare che esiste una qualunque genuina realizzazione del nostro più profondo carattere, tranne la guerra e la malattia, quelle due infinità dell'incubo. »

Da un punto di vista letterario, il primo romanzo di Céline è notevole per un nuovo stile che sembra riflettere i discutibili protagonisti e che avrebbe esercitato una considerevole influenza sulla letteratura francese successiva. Céline fa ampio uso di ellissi, iperboli e parole gergali. Il romanzo godette di successo popolare e una larga approvazione da parte della critica quando fu pubblicato, nell'ottobre del 1932.
Albert Thibaudet, forse il più grande critico francese di quegli anni, disse che nel gennaio del 1933 era un comune argomento di conversazione durante le serate.

Kurt Vonnegut citò Viaggio come una delle sue influenze nel Palm Sunday, e le disavventure di Bardamu sembrano aver avuto influenza anche nell'opera Comma 22 di Joseph Heller. Charles Bukowski fa riferimento al Viaggio in alcuni dei suoi romanzi e brevi storie e impiega le tecniche di prosa mutuate da Céline.
Bukowski una volta disse che "Viaggio al termine della notte è uno dei più bei libri scritti negli ultimi duemila anni".



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mari27



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MessaggioInviato: Ven Apr 02, 2010 13:35    Oggetto: Rispondi citando





Pubblicato net 1932, questo libro largamente autobiografico -
libro dello sradicamento, della rivolta, del sarcasmo, dell'irrisione violenta e acuminata - è ormai considerato un fondamentale "classico" della narrativa europea del Novecento.

Il clamore e lo scandalo che lo accolsero, con l'aura di "maledettismo" presto sorta a circonfondere tanto il protagonista quanto l'autore, sono facilmente riconducibili alla disturbante carica di verità che attraversa per intero il Viaggio, e che mette impietosamente a nudo sia le miserie dell'individuo sia quelle ben più gravi e profonde della società in cui si muove.

I vagabondaggi del medico Bardamu dagli scenari della prima guerra mondiale all'Africa coloniale, dall'America del fordismo alla Parigi dei poveri, disegnano un quadro complessivo in cui qualsiasi valore morale ha perso tenuta, e in cui drammaticamente più labile e vaga si è fatta la distinzione fra il bene e il male: al duro sfruttamento dell'uomo sull'uomo nelle colonie francesi corrisponde quello del capitalismo americano, alla povertà dilagante degli uni fa eco quella degli altri, in un universo in cui la legge della sopravvivenza impone scelte spesso disgustose, talora aberranti.

Eppure da questo tragico materiale Celine sa estrarre di frequente situazioni di esilarante comicità, in una mescolanza di dolore e riso superbamente sorretta da una scrittura assolutamente originale: una scrittura plasmata sul parlato, scandita da un ritmo incalzante e sincopato, in cui i termini gergali, il turpiloquio, l'elementarità e la distorsione sintattica sanno di continuo aprirsi a sprazzi di "sublime" ogni volta del tutto stupefacenti. Un vero e proprio "miracolo" espressivo, marchio inconfondibile della grandissima letteratura.



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mari79



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MessaggioInviato: Dom Apr 18, 2010 00:29    Oggetto: Rispondi citando


Per il giorno del mio compleanno alcune amiche, conoscendo la mia passione per la lettura, mi han regalato un libro... ultimamente non ho molto tempo per leggere, ma solo dal titolo è un libro che merita di essere letto...




Filippo è un giovane avvocato, piace alle donne e ama la bella vita. In un mondo costruito su misura per persone di successo, Filippo ha tutte le carte in regola per diventare una di queste: sfoggia sicurezza e astuzia nella sua professione, è brillante nei rapporti sociali e soprattutto nelle occasioni che contano, non si lascia trascinare da sentimenti troppo forti, gode della sua apparente superficialità. La strada del cinismo e dell'indifferenza è alimentata in Filippo anche dalla presenza fantasmatica di un guru, che dispensa "pillole di saggezza" come fossero slogan pubblicitari e strumenti per affrontare gli altri. Ma una ragazza di nome Marta metterà in crisi tutte le sue effimere certezze e lo condurrà verso un viaggio spirituale, dal quale Filippo uscirà, non senza aver sofferto, come una persona nuova. Mescolando racconto individuale e riflessioni sulla moderna società dei consumi e del denaro, "Apri gli occhi" è una favola sul potere sempre attuale dell'amore e della religiosità, vissute come esperienze di vita "superlative", capaci di cambiare il destino delle persone.
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Ago 10, 2010 01:41    Oggetto: film LIPARI 'Edda Ciano e il comunista' libro MARCELLO SORGI Rispondi citando




        - il libro -


        Edda Ciano e il comunista
        L'inconfessabile passione della figlia del Duce


        Autore: Marcello Sorgi *
        Editore Rizzoli - Collana Saggi italiani - 2009 - 250 pagine

* giornalista, è stato direttore del Tg1, del Giornale Radio Rai e de “La Stampa”, di cui è oggi editorialista e inviato. Ha scritto La testa ci fa dire, libro intervista con Andrea Camilleri (Sellerio 2000), Il secolo dell’Avvocato (Skira 2008), pubblicato in occasione della mostra fotografica sulla vita di Gianni Agnelli di cui è stato curatore, e Edda Ciano e il comunista (2009, BUR)



Nel settembre del 1945 a cinque mesi dalla fucilazione del padre Benito Mussolini e ventuno da quella del marito Galeazzo, Edda Ciano viene mandata al confino a Lipari. La figlia prediletta del Duce, figura di rilievo anche politico durante il fascismo, è una donna intelligente e irrequieta che non sopporta la morale del tempo: fuma, beve, porta i pantaloni, ha accettato (e ricambiato) i numerosi tradimenti del marito.
“La sorvegliata speciale numero 1”, come Edda amava definirsi, arriva a Lipari malata, depressa, fiaccata dal dolore e dalla solitudine. Non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere senza l’aiuto e l’affetto di un uomo: Leonida Bongiorno, il capo del Pci locale, partigiano ed erede di una solida tradizione antifascista (suo padre aveva partecipato, nel 1929, all’organizzazione della fuga da Lipari dei confinati Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti). La loro storia è quella di un incontro intimo e travolgente che li legherà per sempre, al di là delle differenti appartenenze politiche.
Nell’estate del 1946, quando Edda, non più sottoposta al confino, per effetto dell’amnistia firmata da Togliatti, lascia l’isola, nonostante lo strazio della lontananza (e della gelosia), il loro rapporto non si interrompe: “Mio carissimo e unico comunista”, scrive a Leonida “vi amo assai”.
Marcello Sorgi ricostruisce con finezza un’inedita pagina di storia capace di rappresentare i contrasti ideologici e il desiderio di pacificazione di un’Italia che cerca di dimenticare la guerra e l’infamia della dittatura. Attraverso le lettere, le numerose testimonianze e le fotografie che ritraggono Edda con gli occhi innamorati di Leonida, Edda Ciano e il comunista racconta una passione che brucia ogni convenzione e che cambierà profondamente la vita di entrambi.




L'appassionata vicenda diventerà un film che sarà trasmesso nella primavera del 2011 su Raiuno. Impegnata nella preparazione è la Casanova Multimedia s.p.a. di Luca Barbareschi. Proprio in questi giorni sono terminati i sopralluoghi per decidere la scelta delle ambientazioni che faranno da sfondo a questa travolgente storia. Le riprese dureranno circa un mese e si svolgeranno tra il 20 settembre e il 20 ottobre. Sarà però necessario un ulteriore periodo di permanenza per la preparazione e la chiusura. Nel cast troviamo tra i protagonisti Alessandro Preziosi e Stefania Rocca. I due attori saranno affiancato da altri importanti nomi del panorama cinematografico italiano. La regia è stata affidata a Graziano Diana, anche sceneggiatore insieme a Marcocci e Tomassetti. (da IL TEMPO - 9/8/2010)

Riferimento: www.alessandropreziosi.tv/forum/viewtopic.php?t=7229&start=180




ha scritto:




LA FIGLIA DEL DUCE AL CONFINO DI LIPARI TRA IL '45 E IL '46



Edda Ciano e l'amante comunista



La travolgente passione per Leonida ex partigiano e capo del Pci di Lipari


MARCELLO SORGI

Edda Ciano amò un comunista. Nel ‘45, nel primo inverno dopo la fine della guerra, a soli sette mesi dall’uccisione del padre, Benito Mussolini, e a ventitre dall’esecuzione del marito, Galeazzo Ciano, conobbe a Lipari, dov’era stata inviata al confino, Leonida Buongiorno, ufficiale durante la guerra nel Primo Battaglione Alpini «Ceva» e partigiano nella Resistenza in Francia, sotto il falso nome di Paul Zanettì. Lo vide per la prima volta a novembre, alto, forte, il volto saraceno di certi siciliani arabi, mentre cercava di trattenere un gruppo di paesani che si erano ribellati al vescovo. E in una delle sue prime sere tristissime, solitarie, deprimenti, nell’isola, se ne innamorò.

A Lipari la figlia del Duce era arrivata alla fine di un viaggio interminabile e umiliante a novembre del ‘45. Espulsa dalla Svizzera, dove aveva trovato riparo, dichiarata ospite non desiderata, era stata consegnata, alla frontiera, alle truppe alleate, che con un carrarmato l’avevano portata a Milano e di lì, con un aereo militare americano, a Catania, da dove poi una corvetta militare l’aveva tradotta alle Eolie. La nuova legge speciale approvata all’indomani della Liberazione prevedeva che questo fosse il destino riservato alle persone che avevano «tenuto una condotta ispirata ai metodi e al malcostume del fascismo». Ma nel rapporto di polizia che aveva accompagnato Edda al confino, complice forse la retorica e l’esaltazione del momento, figurava un’accusa ben peggiore: l’avere, lei, provocato l’ingresso in guerra dell’Italia, vincendo le resistenze del padre ed avvalendosi del forte ascendente che esercitava su di lui.

«Mio caro amico e fidanzato», «caro e unico comunista», «caro Baiardo» (dal nome del cavallo del paladino Rinaldo), così Edda, nelle sue lettere e nei bigliettini che faceva consegnare tramite persone fidate, si rivolgeva a Leonida, che, più timido, le rispondeva con «Gentile amica» o «Cara Contessa». Buongiorno non era solo il capo del Pci eoliano rinato dopo la fine della dittatura, ma anche l’esponente di una famiglia antifascista che era entrata nella storia. Suo padre, Edoardo, musicista, primo trombone cantabile della banda del paese, si era sempre rifiutato platealmente di accompagnare le note di «Giovinezza giovinezza». Ed era il socialista, in contatto con le organizzazioni clandestine, che aveva fornito le carte navali e preparato la sera del 27 luglio 1929 la fuga dei fratelli Rosselli da Lipari a Tunisi e poi a Parigi, finita con il loro assassinio. Così uno strano caso voleva che il figlio del liberatore dei due martiri del fascismo incontrasse molti anni dopo la vedova del gerarca che li aveva voluti morti.

«Caro amico, se i vostri impegni politici e i vostri svaghi della domenica ve ne daranno la possibilità, vorrete essere così cortese da venire a farmi una visitina? Sul tardi. Nel pomeriggio. Dio mi guardi dal monopolizzare il vostro tempo. Ma ho della malinconia. Del buon vecchio umor nero e desidererei udire delle storie fantastiche, tenere, allegre e buffe». Edda scriveva così, firmandosi «Ellenica», con il soprannome che lui le aveva dato, e Leonida la raggiungeva nella casa del padre, assente spesso perché in giro per i suoi concerti, dove lei era andata a vivere. Le prime volte, magari per stupirlo o per farsi desiderare, si faceva trovare coricata, coperta appena dal velo della zanzariera, e lui si sedeva lì, ai piedi del letto, e cominciava a raccontare.

Parlavano e si scrivevano in francese e in inglese (forse per difendersi dalla curiosità dei «postini»), avevano alle spalle due storie avventurose e due mondi opposti. Edda, che amava leggere, non accettava che Leonida, uomo colto, preferisse la cultura orale e recitasse a memoria brani interi dell’Odissea. «Forse bisognerebbe leggere solo poesia amorosa», gli scrisse una volta. Di tanto in tanto andavano a fare un bagno nella spiaggia del Lazzaretto, fuori dal porto di Pignataro, o nella vicina isola di Vulcano. Lui le teneva l’asciugamano quando lei si cambiava il costume.

Li dividevano, da una parte, la disillusione di lei per la sua storia finita in rovina, per gli inganni e i sotterfugi della politica, per le promesse mancate e i tradimenti subiti. E dall’altra il sogno comunista dell’«uomo nuovo» a cui lui invece aveva affidato tutte le sue speranze. Li vedevano passeggiare, al tramonto, sulla piazza della Civita, la parte più alta dell’isola tra il Municipio e il Castello. E con la buona stagione e le prime notti tiepide di Lipari, riscaldate solo dalla luce avara della luna e delle stelle, restavano fino a tardi sulla piccola terrazza della casetta sulla salita di San Bartolo, che lei presto chiamò «la petit mal maison». A Pasqua ‘46, pochi mesi dopo il primo appuntamento, la passione e l’intensità dei loro incontri intimi erano ormai di dominio pubblico. «Che ne pensate del nostro idillio? - scrive Edda - si sarà visto e sentito tutto!».

Condannata a due anni di confino, Edda Ciano ottiene la libertà dopo soli nove mesi. Ci riesce grazie a un memoriale, scritto nelle lunghe giornate liparote, per convincere le autorità della eccessiva durezza delle accuse che le venivano contestate. E con un argomento, che è possibile Leonida le abbia suggerito. Nella sua autodifesa, infatti, Edda spiega che il suo coinvolgimento nelle vicende del regime era avvenuto solo per ragioni familiari. Poi dà una sintetica ricostruzione dei suoi rapporti con i vertici tedeschi: «Nel giugno del 1936 \ in casa della signora Goebbels conobbi il Führer. Gita sul lago, amabilità ecc. Conobbi via via Goering, Ribbentrop, Frank, Himmler, il Kromprinz. Pranzi, colazioni e le solite cose», come del resto era avvenuto a Londra con Chamberlain e McDonald. Incontri, concluderà Edda, assolutamente informali. «Come moglie del Ministro degli Esteri non potevo che seguire le direttive che mi venivano date e che erano esclusivamente mondane, seguendo il precetto sempre trovato esatto che molto si ottiene dopo un buon pranzo, ottimi vini, bella casa e piacevole compagnia».

Né le lettere, né il memoriale, dicono se l’argomento della «mondanità», così futile, eppure così efficace, nel provocare il ripensamento delle autorità sulla durata del confino, sia stato condiviso o discusso con Leonida. Ma è intuibile, perché il modo in cui la contessa si descrive tutte le altre volte che parla di sé è ben lontano dal semplice bozzetto della padrona di casa addetta alle occasioni «mondane», e non in grado di essere messa a parte di questioni più serie.

Fatto sta che Edda lascia Lipari nell’estate del ‘46 e la sua storia d'amore con Leonida conosce lo strazio della lontananza, della nostalgia, della gelosia. «Spero che voi siate infelice e soffriate a causa di Ellenica», scrive appena arrivata a Roma, tra un resoconto delle prime difficoltà da affrontare e del rischio di dover nuovamente lasciare l’Italia. E ancora: «Mio carissimo e unico comunista, vi amo assai. Adoro le vostre effusioni in inglese». E in un’altra lettera del 31 agosto ‘46: «Sono rammollita dal caldo. Sogno ad occhi aperti la calma delle notti di Lipari, dell’acqua blu, delle incantevoli sciocchezze che una voce a volte dolce e profonda mi sussurrava nell’orecchio». E a settembre: «Chéri, darling, è piacevole alzarsi al mattino e ascoltare parole di amore che vengono da lontano». E qualche giorno dopo: «Adorabile allievo di sieur Palmiro: non trovate che nei confronti dell’amore la politica non ha alcun fascino?». E in una busta con allegata una poesia di Byron: «La tempesta dei vostri telegrammi è deliziosa».

Ci sono almeno due ritorni a Lipari di «Ellenica», memorabili, romantici, silenziosi, con lo sciabordio delle onde sulla riva a fare da sottofondo. E poi un terribile addio sulla banchina del piroscafo a Palermo. C’è la scoperta che Leonida ha una fidanzata, come dire, più tradizionale, sull’isola. La crisi di gelosia. Un gesto sconsiderato come la decisione, di Edda, di tagliarsi i capelli a zero e inviare le foto della testa pelata a Lipari. L’accorrere preoccupato di Leonida al Nord, per un breve viaggio. Poi il silenzio. Un’ultima lettera di Edda per smentire il suo fidanzamento, di cui parlano i giornali, con il conte Pietro Capuano, il gioielliere noto come Chanteclair, «o' gallo francese», a Capri. Leonida non risponde. E passeranno altri dieci anni prima di poter rivedersi, ormai stanchi, sull’isola.

1/10/2008







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nanà



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MessaggioInviato: Mar Ago 10, 2010 14:08    Oggetto: messaggio Rispondi citando


Mia mamma, qualche mese fa mi ha regalato un libro piccolo, piccolo..tra una cosa ed un'altra non trovavo mai il tempo di leggerlo...ci vuole pochissimo. Finalmente l'ho fatto e ho capito perchè me lo ha regalato, grazie mamma Exclamation Exclamation Exclamation
Leggetelo è stupendo Exclamation

"L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI" DI JEAN JONO


Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".
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nenepd



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MessaggioInviato: Mer Ago 11, 2010 14:03    Oggetto: Rispondi citando


grazie Paola!
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anticlaudia



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MessaggioInviato: Gio Ago 12, 2010 11:39    Oggetto: Rispondi citando


Scusate l'intrusione in questo topic...ma volevo rendervi partecipi di un bel libro che ho letto quest'estate e che mi ha cokpita particolarmente per la carica vitalistica che contiene...

RESTA ANCHE DOMANI di Gayle Forman
<Non ti apsetteresti di sentire anche dopo.Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio,attraverso le lamiere fumanti.E Mia continua a sentirla,mentre vede se stessa sul ciglio della stradae i genitori poco più in là,uccisi dall'impatto con il camion.Mia è in come ma la sua mente vede,soffre,ragiona e,soprattutto,ricorda.La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista,l'ironia implacabile di Kim e la scazzottata che hainaugurato la loro amicizia,l'amore di un ragazzo che stà per diventare una rockstar e la prima volta che,tra le sue mani,si è sentita vibrare come un delicato strumento.Ma ricrda anche quello che non ritroverà al suo risveglio:la tenerezza arruffata di suo padre,la grinta di sua madre,la vivacità del piccolo Teddy,l'emozione di vivere ogni giorno in una famiglia di ex batteristi punk eindomabili femministe.A tanta vita non si può rinunciare.Ma cosa rimane di lei,adesso,per cui valga la pena restare anche domani?

Un libro intenso e splendente che,sfidando la vita a dmostrare la propria bellezza,le dedica la dichiarazione d'amore più grande.>

A me questo libro ha colito particolarmente spiegando e facendo davvero capire che c'è sempre un motivo per rialzarsi anche dalle situazioni più difficili,e riprendere a lottare con ancora più grinta.
Spero piaccia anche a voi.
Baci
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...<Gli angeli vengono se tu li preghi,e quando arrivano ti guardano,ti sorridono e se ne vanno....per lasciarti un sogno lungo una notte ma che vale una vita...vivilo a fondo perchè lui non torna più!>...(T.F.)

Antonella
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nanà



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MessaggioInviato: Sab Ago 28, 2010 15:11    Oggetto: messaggio Rispondi citando


Ho terminato di leggere un romanzo, il vero e classico "romanzo" di cui in questi giorni avevo bisogno per evadere.

L'ISOLA DEI RICORDI di Stephanie Gertler
Narra una parte della vita della protagonista, con un'eredità inaspettata, l'oscuro passato e un grande amore per ricominciare una nuova vita

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nenepd



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MessaggioInviato: Sab Ago 28, 2010 19:32    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE PAOLA!
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nenepd



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MessaggioInviato: Sab Ago 28, 2010 19:32    Oggetto: Rispondi citando


GRAZIE PAOLA!
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MessaggioInviato: Gio Set 09, 2010 08:10    Oggetto: Rispondi citando


SCHIAVI CONTEMPORANEI
Lettura non particolarmente facile e scorrevole. Molti riferimenti sociali e politici all'attualità o agli ultimi anni. Vale la pena leggerlo o essere a conoscenza che questo libro esiste!

Ci apre gli occhi su un tema scomodo e spesso nascosto da tutti. Ritengo spesso che sia giusto sapere...perciò consiglio questo libro! Quando si sa...si può scegliere "da che parte stare" e questo libro non lascia molti dubbi!


Nel mondo contemporaneo ci sono molti più schiavi che in qualunque altro momento della storia dell'umanità. Skinner descrive questa lucrativa rete di schiavi che attraversa i cinque continenti e interessa 27 milioni di persone e la racconta nel dettaglio, da Haiti al Sudan, dall'India all'Europa dell'Est e dall'Olanda ai ghetti delle città americane. Sono storie nelle quali Skinner da direttamente la parola a chi subisce la schiavitù, a chi è riuscito a fuggirla, ai mercanti di schiavi e a chi cerca di combatterli. Storie spesso tragiche di persone abbandonate a se stesse dalla comunità internazionale e che, nonostante le sofferenze che patiscono, riescono ancora trasmettere l'intima speranza di riacquistare, prima o poi, quella dignità che viene loro negata.
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Ott 05, 2010 16:41    Oggetto: film LIPARI 'Edda Ciano e il comunista' libro MARCELLO SORGI Rispondi citando




    - il libro -


    Edda Ciano e il comunista
    L'inconfessabile passione della figlia del Duce


    Autore: Marcello Sorgi *
    Editore Rizzoli - Collana Saggi italiani - 2009 - 250 pagine

* giornalista, è stato direttore del Tg1, del Giornale Radio Rai e de “La Stampa”, di cui è oggi editorialista e inviato. Ha scritto La testa ci fa dire, libro intervista con Andrea Camilleri (Sellerio 2000), Il secolo dell’Avvocato (Skira 2008), pubblicato in occasione della mostra fotografica sulla vita di Gianni Agnelli di cui è stato curatore, e Edda Ciano e il comunista (2009, BUR)



Nel settembre del 1945 a cinque mesi dalla fucilazione del padre Benito Mussolini e ventuno da quella del marito Galeazzo, Edda Ciano viene mandata al confino a Lipari. La figlia prediletta del Duce, figura di rilievo anche politico durante il fascismo, è una donna intelligente e irrequieta che non sopporta la morale del tempo: fuma, beve, porta i pantaloni, ha accettato (e ricambiato) i numerosi tradimenti del marito.
“La sorvegliata speciale numero 1”, come Edda amava definirsi, arriva a Lipari malata, depressa, fiaccata dal dolore e dalla solitudine. Non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere senza l’aiuto e l’affetto di un uomo: Leonida Bongiorno, il capo del Pci locale, partigiano ed erede di una solida tradizione antifascista (suo padre aveva partecipato, nel 1929, all’organizzazione della fuga da Lipari dei confinati Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti). La loro storia è quella di un incontro intimo e travolgente che li legherà per sempre, al di là delle differenti appartenenze politiche.
Nell’estate del 1946, quando Edda, non più sottoposta al confino, per effetto dell’amnistia firmata da Togliatti, lascia l’isola, nonostante lo strazio della lontananza (e della gelosia), il loro rapporto non si interrompe: “Mio carissimo e unico comunista”, scrive a Leonida “vi amo assai”.
Marcello Sorgi ricostruisce con finezza un’inedita pagina di storia capace di rappresentare i contrasti ideologici e il desiderio di pacificazione di un’Italia che cerca di dimenticare la guerra e l’infamia della dittatura. Attraverso le lettere, le numerose testimonianze e le fotografie che ritraggono Edda con gli occhi innamorati di Leonida, Edda Ciano e il comunista racconta una passione che brucia ogni convenzione e che cambierà profondamente la vita di entrambi.

Riferimento: www.alessandropreziosi.tv/forum/viewtopic.php?t=7229



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genziana



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MessaggioInviato: Gio Dic 09, 2010 12:54    Oggetto: A. Preziosi IL COMMISSARIO DE LUCA di Lucarelli e Frazzi/DVD Rispondi citando








            dopo il grande successo televisivo

            con l'applauso di critica e pubblico

            'Il Commissario DE LUCA' su DVD


        disponibile il cofanetto in confezione regalo con i 4 DVD originali


                  .........

        ciascuno completo di backstage e scatti di scena:
        e PREZIOSI introduce ogni episodio...


        - Indagine non autorizzata
        - Carta bianca
        - Estate torbida
        - Via delle Oche


Anno produzione 2008 - Attori: Alessandro Preziosi; Corrado Fortuna; Rolando Ravello; Raffaella Rea; Angelica Leo; Stefano Pesce - Regista: Antonio Frazzi


Tratti da altrettanti romanzi di Carlo Lucarelli, questi quattro film tv hanno come protagonista il Commissario De Luca, interpretato da Alessandro Preziosi. Ambientati tra Bologna e la riviera adriatica, in un arco di anni che va dal 1938 al 1948, oltre a essere delle appassionanti storie poliziesche perfettamente costruite, costituiscono, per la esemplare ricostruzione storica e la precisa caratterizzazione dei personaggi, un efficacissimo e spietato ritratto di un'Italia destinata, nel giro di una decina di anni a cambiare profondamente. L'unica cosa che in questi racconti sicuramente non cambia è il rapporto del Commissario De Luca con il potere. Troppo bravo e troppo "pulito" per non diventare spesso molto scomodo. Scomodo durante il fascismo e scomodo dopo. Certo, il suo carattere solitario e un po' scontroso non lo aiuta, come non lo aiuta il fatto che piacendo alle donne qualcuna a volte lo trascini nei guai. Nella messa in onda di prima serata su RaiUno tra aprile e maggio 2008, la miniserie ha raggiunto ascolti medi superiori ai 5 milioni di telespettatori con uno share del 20%. [ da carlolucarelli.net ]


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genziana



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MessaggioInviato: Lun Feb 14, 2011 01:18    Oggetto: un libro: 'Il giorno prima della felicità' di Erri De Luca Rispondi citando



TU STYLE domanda: Il suo libro preferito?
Alessandro Preziosi: 'Il giorno prima della felicità' di Erri De Luca.



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