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LIBRERIA 'MIGLIORIAMOCI' dal 2004 a OGGI consigli di lettura
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anticlaudia



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MessaggioInviato: Lun Feb 14, 2011 12:20    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Giuliana...correrò a comprarlo quanto prima...
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ALE IO CREDO IN TE

...<Gli angeli vengono se tu li preghi,e quando arrivano ti guardano,ti sorridono e se ne vanno....per lasciarti un sogno lungo una notte ma che vale una vita...vivilo a fondo perchè lui non torna più!>...(T.F.)

Antonella
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Mar 21, 2011 12:09    Oggetto: LA STAMPA pubblica libro: TORINO 1898 - 150° UNITA' D'ITALIA Rispondi citando



ha scritto:



A spasso per Torino con il "navigatore" dell'800








Con la "Stampa" una guida delle strade e dei luoghi da visitare


maurizio ternavasio - torino

Una guida di Torino - ma del 1898 - e per di più pubblicata «per cura e benefizio della Federazione degli Asili Infantili Suburbani». No, non è uno scherzo, ma una vera e propria chicca. Anche perché la riproduzione anastatica del libro di tal Emilio Borbonese a suo tempo stampato dalla gloriosa tipografia Roux Frassati - il cui originale è conservato presso l’Archivio di Stato - è una di quelle pubblicazioni quasi obbligatorie per chi ama la sua città e vorrebbe conoscerla ancor meglio in tutte le sue sfaccettature.

Non per nulla il frontespizio del volume (488 pagine, in vendita con La Stampa) così recita: «Storia, Descrizione della Città, Edifizi del Culto e civili, Monumenti, Musei, Pinacoteche e Accademie, Opere Pie e Istituti d’Istruzione». E poi, tanto per gradire, anche «Borgo e Castello Medievale, Superga, Dintorni di Torino, Esposizione» (riferendosi naturalmente a quella Generale Italiana di quell’anno).

Nel 1898, racconta la guida, Torino aveva 349 mila abitanti (di cui 31 mila studenti) e di notte era illuminata da 5147 «fiammelle»: per l’illuminazione dei sobborghi, venivano utilizzate «fiamme ad olio minerale denso, accese tutta la notte». Una barca con rematore sul Po la si noleggiava per 1,50 lire e i bagni pubblici erano numerosi (13) esattamente come i teatri.

Allora corso Matteotti si chiamava Oporto, corso Duca di Genova non era ancora Stati Uniti e via della Zecca teneva il posto in caldo a Giuseppe Verdi. Al numero 16 di via Po c’era il Museo Craniologico («raccolta scientificamente classificata ed esposta di cranii naturali o riprodotti in gesso, dai tempi antichi all’epoca presente, per studi o dimostrazioni attinenti alla frenologia»), mentre in via Principi d’Acaja esisteva la Casa benefica pei Derelitti.

Un libro meravigliosamente infarcito di foto in piccolo formato, ma anche di pubblicità d’epoca. Al volume è poi allegata una piantina della città risalente al 1898, che in un batter d’occhio consente di appropriarsi della sua consistenza di allora: gli unici quartieri interamente tracciati erano, oltre il Centro, Borgo Po, San Salvario, Crocetta, Vanchiglia e Valdocco. Tutti gli altri, invece, risultavano soltanto accennati.

Nella parte finale, un interessante spaccato di costume rappresentato da un centinaio di pagine pubblicitarie relative a «Istituti, ditte e stabilimenti raccomandati»: in pratica un inserto per promuovere le principali attività commerciali presenti in città sul finire di quel secolo, dal Grand Café-Restaurant du Cambio «in place Carignan 4» all’Istituto Rachitici Regina Margherita al vermut Carpano, «già ditta Marendazzo». Assolutamente da non perdere.

20/3/2011








      Torino 1861-2011! qui la primavera è tricolore!

      La prima Capitale d'Italia invita tutti gli Italiani!

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mari27



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MessaggioInviato: Lun Mar 21, 2011 14:25    Oggetto: Rispondi citando


-
Ho da poco terminato di leggere un bellissimo libro:
" La passione di Artemisia"




Storia romanzata di Artemisia Gentileschi, pittrice, artista, donna coraggiosa e dalla mentalità ante-litteram.
Vissuta fra 1500 e 1600 ebbe la fortuna di dipingere e vivere
a Roma, alla Corte dei Medici a Firenze, a Venezia e Napoli........
Dipinse per i mecenati del tempo ma soprattutto dipinse per se stessa,
per la bellezza dell'arte in cui credeva;
non ebbe vita facile perchè troppo libera, intelligente, troppo "diversa"
dal modello di donna dell'epoca - una donna pittrice non s'era mai vista, nè poteva aver credito! - e pagò un duro prezzo per la sua libertà!!....
Ma le sue opere travalicano il tempo, risplendono oggi e risplenderanno sempre nei musei italiani e stranieri.



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nenepdl



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MessaggioInviato: Lun Mar 21, 2011 15:05    Oggetto: Rispondi citando




io da poco ho terminato "Il mio nome è Victoria"

da www.ilcircolo.com: Questa è una storia vera. Sconvolgente, incredibile, eppure vera. A raccontarcela è Victoria Donda, figlia di Cori e José María, due dei tanti desaparecidos, dissidenti, sindacalisti, vittime della dittatura di Rafael Videla. Siamo alla fine degli anni Settanta, i genitori di Victoria, come migliaia di giovani, subiscono l´orrore della repressione: sequestrati, condotti nei famigerati ´centri´, seviziati, costretti a subire scariche elettriche, rottura delle ossa… fino alla morte. Questo accade a José Maria. Sua moglie Cori, incinta al momento dell´arresto, partorisce nel campo di concentramento. Poco dopo verrà drogata, caricata su un Hercules dell´esercito e gettata nel Rio della Plata. Lascia sola la piccola Analìa, subito ´regalata´ a una famiglia di militari. La bimba cresce ignara della sua storia fino a 27 anni. Quando, per caso, entra in contatto con le Nonne di Plaza de Mayo… Ed ecco che, a poco a poco, Victoria-Analìa si rimette sulle tracce dei suoi genitori desaparecidos. Scoprirà in sé l´indignazione, la voglia di giustizia. È accaduta solo trent´anni fa la sua storia, in un Paese considerato "il faro" dell´America latina, è accaduta nell´indifferenza del mondo. Leggetela: per tenere viva la voce di migliaia di scomparsi senza colpa.

Questo libro non mi ha catturato subito nella lettura ma piano piano...pagina dopo pagina, anche la mia indignazione si faceva sempre più forte verso questa triste pagina dell'umanità. Alla fine sono rimasta molto soddisfatta di questa lettura che mi ha aperto nuovamente la mente su quanto sia imprevedibile la crudeltà degli uomini verso altri uomini ma anche (e soprattutto) di quanta forza ognuno di noi può avere dentro. Questo è quanto mi ha trasmesso Victoria: forza e coraggio! Lo consiglio!
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nenepdl



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MessaggioInviato: Lun Mar 21, 2011 15:21    Oggetto: Rispondi citando


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*lisicris*



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Residenza: Gaeta (LT)

MessaggioInviato: Sab Mar 26, 2011 15:08    Oggetto: Rispondi citando


Io mi sto appassionando molto alla lettura... quello che vi consiglio è "Addio Amore" di matilde Serao!!!!
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nenepdl



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Residenza: PROVINCIA DI PADOVA

MessaggioInviato: Mer Apr 06, 2011 10:42    Oggetto: Rispondi citando




In te la pace del cuore - meditazioni per ogni giorno dell'anno - di Frere Roger di Taizé

Giorno per giorno, un pensiero, una frase, una meditazione su cui fermarsi un po' dentro noi stessi...Lo consiglio a chi è in cammino.
Un bacio!
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Apr 26, 2011 23:33    Oggetto: 150° UNITA' D'ITALIA - Una Nazione fondata sulla Lingua Rispondi citando



ha scritto:



L'Italia, una nazione fondata sulla lingua







A differenza di altri Paesi è stata la letteratura e non fattori economici a innescare il processo unitario


GIAN LUIGI BECCARIA

Esce oggi in libreria Mia lingua italiana. Per i 150 dell’unità nazionale di Gian Luigi Beccaria (Einaudi, 90 pag.). Anticipiamo alcuni brani dal capitolo iniziale.




Per prima è venuta la lingua. Non c’era ancora la nazione, ma da secoli esisteva un’unità linguistico-letteraria nazionale. «Ex linguis gentes, non ex gentibus linguae exortae sunt», scriveva Isidoro di Siviglia in Etymologiae): sono le lingue che fanno i popoli, non i popoli già costituiti che fanno le lingue. Gli ambiti in cui si sono realizzati valori in grado di unire più di ogni cosa l’Italia e tali da costituire la linea maestra di un’aspirazione unitaria non sono stati tanto principi oggettivi o materiali, l’etnia, l’economia, il mercato, il territorio, una comunità di costumi, la politica ideale dell’uguaglianza e della democrazia, l’unità delle istituzioni giuridiche, il principio della tolleranza o altro ancora. La coscienza e la volontà di un’unione si sono basate soprattutto su un valore culturale (la lingua della letteratura, la sua validità e la sua tenuta) che ha prefigurato sin dalle Origini un’unità immaginata e inseguita come un desiderio. «È un desiderio e non un fatto, un presupposto e non una realtà, un nome e non una cosa» il popolo italiano, ribadirà Gioberti (Del primato civile e morale degli italiani), nel secolo dell’Unità.

Non è stata dunque una nazione a produrre una letteratura, ma una letteratura a prefigurare il progetto di una nazione. Carducci nel discorso Presso la tomba di Francesco Petrarca del 1874 recitava: «Quando il principe di Metternich disse l’Italia essere una espressione geografica, non aveva capito la cosa; ella era un’espressione letteraria, una tradizione poetica». In quegli anni anche De Sanctis indicava «nella letteratura e nella lingua gli strumenti di fondazione della collettività nazionale». E già Foscolo, al suo esordio sulla cattedra di eloquenza all’università di Pavia, 22 gennaio 1809, aveva così esortato: «Amate palesemente e generosamente le lettere e la vostra nazione, e potrete alfine conoscervi fra di voi, e assumerete il coraggio della concordia».

Era toccato a un poeta, Dante, segnare la data d’inizio di quest’unità ideale: nel De vulgari eloquentia egli già vede l’Italia come lo spazio geografico su cui una lingua letteraria ha da diffondersi («videlicet usque ad promuntorium illud Ytalie qua sinus Adriatici maris incipit, et Siciliam»). La sua è un’audacissima «conquista intellettuale», un’idea nuova che da allora farà «costantemente parte del patrimonio culturale italiano fino ai nostri giorni». Dante pensa a un volgare letterario del sì di ampio respiro, fondato su un gruppo non solo di toscani (Cino, Cavalcanti, Dante stesso), ma sul gruppo meridionale dei siciliani già fioriti al tempo di Federico II, accogliendo nella «federazione» dei lirici anche un bolognese, Guinizelli. La parola letteraria si stende su un’unità geografica e culturale prima che essa esista realmente. Dante sin dai primissimi anni del XIV secolo persegue dunque l’esigenza unitaria «di una ideale unità linguistica e letteraria, proposta e richiesta a una reale, frazionata varietà, un’unità insomma che supera, ma nello stesso tempo implica questa varietà». Soltanto sei secoli dopo si realizza quell’antico «desiderio». Un grande poeta contemporaneo, Mario Luzi, ripensando alla nostra storia come percorso volitivo e non politico («O Italia, ininterrotto agone | ininterrotta pena»: in Via da Avignone, Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini), parla dell’«antico sogno di un paese da costruire, di un’Italia perennemente da fare, illimitatamente futura. Inventata dalla appassionata genialità dei poeti e dei filosofi e tramutata in disegno politico condiviso e contrastato dagli uomini di governo, l’Italia non è mai stata un paese che riposasse sulle proprie ragioni acquisite, ma è stata sempre vera e indubitabile nella tensione verso un sé da raggiungere».(...)

Nel corso del tempo abbiamo faticato non poco a costruirci una nazione e una lingua comune. La storia della nostra patria, la parola stessa ha conosciuto le tormentate e alterne vicende che conosciamo. Oggi è soggetta addirittura a proposte di cancellazione. Sentiamo con disappunto di tanto in tanto parlare di secessione di una parte di pianura che un tempo, dicono, fu dei Celti, e di «centomila fucili pronti a scendere/da non so che vallate». È pur vero che per molti secoli patria ha indicato soltanto la città di provenienza (la «nobil patria» di Farinata è Firenze; anche il titolo Patria di una delle Myricae di Pascoli ad altro non si riferisce che alle campagne di San Mauro). Oggi, a centocinquant’anni dall’Unità raggiunta, ci sono italiani che ancora sentono di appartenere più alla «piccola» che alla «grande patria», che ripristinano le pratiche del «particulare», come se lo spirito di parte dei comuni medievali occhieggiasse tuttora tra la foresta di torri che minacciosa caratterizza il paesaggio delle nostre terre. Lo spirito di fazione ha radici antiche. Dante ha ampiamente disseminato i faziosi nei gironi infernali e nelle cornici del Purgatorio. Già fa potentemente emergere la rivalità faziosa che durerà nei tempi, strettamente legata alla frammentazione politica della penisola. Soltanto l’Unità ne sconvolge la strutturazione frammentata in entità comunali e statali, con storie e istituzioni molto diverse.

Da tanta e lunga divisione dipende l’allentato sentimento patriottico-identitario di noi italiani, così diverso da quello degli altri. Lo ha ribadito ancora qualche anno fa la Storia d’Italia di Pierre Milza. Abbiamo uno Stato, ma uno scarso senso della nazione. Non abbiamo mai avuto il senso reale e profondo di una comunità nazionale, l’orgoglio di una identità pari a quella che si sente per esempio risuonare nelle parole appassionate che Shakespeare ha messo in bocca a Giovanni di Gand nel Riccardo II. (...)

Ma nel nostro Paese, come ho detto, ci aveva pensato la lingua della letteratura a indicare, sin dalle origini, un desiderio di unità, una perseveranza, che si protende nel tempo tra le pieghe delle scritture. La colgo al volo anche in un’annotazione come questa, dovuta a Raffaele La Capria: «Ogni volta che riesco a comporre una frase ben concepita, ben calibrata e precisa in ogni sua parte, una frase salda e tranquilla nella bella lingua che abito, e che è la mia patria, mi sembra di rifare l’Unità d’Italia». Quest’unità, più umilmente sotto forma di aria di famiglia, noi rifacciamo ogni giorno anche nel parlare quotidiano. Penso alle parole delle patrie lettere come echi di un riconoscimento, quelle che affondano le radici nei classici letti a scuola, quei classici che hanno costantemente fatto da collante, raccolto la memoria della nazione, mantenuto la memoria storica della comunità, fatto da contrappeso alla ben nota labilità della nostra coesione nazionale. Comincio da esempi di superficie, piluccando qua e là dal linguaggio colloquiale. Osservo che Dante padre della lingua ha fornito più di altri materia al parlare e allo scrivere mediamente colto: il «natio loco», «le dolenti note», il «discendere per li rami», «perdere il ben dell’intelletto», «senza infamia e senza lode», «ma guarda e passa», «mi fa tremare le vene e i polsi». Ben presente, con tante tessere trasfuse nel parlare quotidiano, il più popolare dei generi nazionali, il melodramma: dal solo Rigoletto «pari siamo», «la donna è mobile», «cortigiani vil razza dannata», e via seguitando. Riusciamo, consapevolmente o inconsapevolmente, il patrimonio patrio della letteratura. Tant’è che ci sentiamo quasi offesi se un’annunciatrice (è capitato) dice in tv che «I cipressi di Bolghéri si sono ammalati». Ci sembra di aver mandato in soffitta il nostro Carducci, che un tempo a scuola mandavamo a memoria («I cipressi che a Bolgheri alti e schietti/van da San Guido in duplice filar…»). (...)


26/04/2011







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CLAUDIA65



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MessaggioInviato: Gio Mag 12, 2011 23:15    Oggetto: Rispondi citando


Mi permetto di segnalare la prossima uscita in libreria ed ora scaricabile da internet (segnalo in mp), il primo romanzo di un giovane scrittore FAbio Girelli, dal Titolo TUTTO IL VILLAGGIO SAPRA' ho cominciato a leggerlo e.........molto interessante.
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nenepdl



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MessaggioInviato: Ven Mag 13, 2011 07:07    Oggetto: Rispondi citando


grazie Claudia!
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nenepdl



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MessaggioInviato: Mer Giu 08, 2011 07:22    Oggetto: Rispondi citando


"UN GIORNO" di David NIcholls
Emma e Dexter non potrebbero essere più diversi: lei piena di ideali e di voglia di cambiare il mondo; lui, vanitoso e sciupafemmine. Ma hanno la stessa età, poco più di vent’anni, hanno studiato nella stessa università, Edimburgo, e si sono laureati nello stesso giorno, il 15 luglio 1988. Proprio l’atmosfera festosa del loro "ultimo giorno di scuola", complice qualche bevuta di troppo, li ha portati a finire a letto insieme. E anche se in quegli attimi tutto sembra possibile, il giorno dopo i due ragazzi si rendono conto che le loro strade non possono che divergere. Ognuno seguirà il proprio destino, ma il 15 luglio di ogni anno si rimetteranno in contatto per raccontarsi cosa sia successo in quei dodici mesi... Dall’astro nascente della narrativa britannica, un romanzo ricco di humour ma anche profondamente commovente.

recensione di ilcircolo.com


Non mi ha colpito subito dall'inizio ma leggendo il finale mi sono detta "Ha valso la pena!"

Ora ho deciso di acquistare Erri de Luca, su suggerimento di qualcuno di nostra conoscenza... Laughing !
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Ott 17, 2011 15:42    Oggetto: SANT'AGOSTINO film tv Rai - Lux Vide = DVD Warner Home Video Rispondi citando


Beta ha scritto:


Ho acquistato il dvd del film Sant'Agostino, lo consiglio a tutte. Merita veramente ed è rilegato bene. Tra i contenuti speciali c'è un breve backstage con un intervista ad Alessandro. Smile




Rassegna stampa del Forum di Alessandro sulla fiction “SANT’AGOSTINO”:


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nenepdl



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MessaggioInviato: Mer Ott 19, 2011 07:50    Oggetto: Re: SANT'AGOSTINO film tv Rai - Lux Vide = DVD Warner Home V Rispondi citando


genziana ha scritto:
Beta ha scritto:


Ho acquistato il dvd del film Sant'Agostino, lo consiglio a tutte. Merita veramente ed è rilegato bene. Tra i contenuti speciali c'è un breve backstage con un intervista ad Alessandro. Smile




Rassegna stampa del Forum di Alessandro sulla fiction “SANT’AGOSTINO”:



Lo consiglio anch'io! Razz
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ominoturchino



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MessaggioInviato: Mar Dic 27, 2011 00:53    Oggetto: Famiglia Cristiana + dvd: SANT'AGOSTINO dal 23 febbraio 2012 Rispondi citando


    insieme a Gloria93 e Giuliana propongo il primo appunto per la LIBRERIA 2012


    dal 23 febbraio 2012 dvd Famiglia Cristiana


    Alessandro Preziosi in: SANT'AGOSTINO - Regia di Christian Duguay

    con Franco Nero, Monica Guerritore, Cesare Bocci, Andrea Giordana



    " Dio ti ha creato senza interpellarti, ma non ti salva se non c'è il tuo consenso."

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genziana



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MessaggioInviato: Mer Feb 08, 2012 13:09    Oggetto: Famiglia Cristiana + dvd: SANT'AGOSTINO dal 23 febbraio 2012 Rispondi citando




      ALESSANDRO PREZIOSI protagonista in TV

      “ SANT’AGOSTINO ” dalla Serie ‘IMPERIUM’




          ........................


    Premio Kinéo 2010 "Diamanti al Cinema Italiano"
    67^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia


    "SANT'AGOSTINO" • Regia di Christian Duguay
    Produzione Rai Fiction Lux Vide
    con ALESSANDRO PREZIOSI
    Miglior Film TV 2010 • Premio Speciale Rai Trade




    ROMAFICTIONFEST 2010 - TV Sorrisi e Canzoni
    Sorrisi.Com «Gran Premio della fiction italiana»


    Premio Miglior Attore per la categoria Miniserie
    ALESSANDRO PREZIOSI in «SANT'AGOSTINO»


2 puntate da 100' | Produzione 2009: LUX VIDE, RAI Fiction, RAI Trade, EOS Entertainment (Germania), Grupa FILMOWA (Polonia)

videoclip 3'09'' ; ascolti Rai1 www.luxvide.it/santagostino-49.html

www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-225869d0-96f0-4734-96ca-de8b4b3fc8a5.html (programma Microsoft Silverlight)

• anteprima mondiale a Castelgandolfo della fiction RAI dedicata a Sant'Agostino: visione privata per Papa Benedetto XVI - 2/9/2009





Rassegna stampa del Forum di Alessandro sulla fiction “SANT’AGOSTINO”:



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