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Chiatti e Preziosi • IL VOLTO DI UN'ALTRA regia di Corsicato
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 17:32    Oggetto: CIAK-apr-2013 intervista PREZIOSI Il volto/Passione sinistra Rispondi citando



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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 17:32    Oggetto: CIAK-apr-2013 intervista PREZIOSI Il volto/Passione sinistra Rispondi citando



ha scritto:



CIAK – Aprile 2013 (pag. 78-79-80)



        L’UOMO CHE VORRESTE ODIARE


Forse per “umiliare” la sua fisicità, al cinema Alessandro Preziosi ora predilige i ruoli sgradevoli. E sogna una carriera alla J. Franco



di Alessandra De Luca

Bello e maltrattato. Se la tv esalta il suo indiscutibile fascino, il cinema si diverte a stropicciarlo restituendocelo arrogante e qualunquista, ambiguo e strafottente. Ma questo è il vantaggio degli attori: poter essere angeli e demoni, santi e criminali, sciupafemmine e omosessuali. Eppure Alessandro Preziosi, in arrivo sul grande schermo con due film “Il volto di un’altradi Pappi Corsicato e “Passione sinistradi Marco Ponti (liberamente tratto dal romanzo di Chiara Gamberale), è ancora in attesa della grande occasione. A CIAK racconta come per Ponti è diventato Giulio, l’uomo che tutte le donne di sinistra amano disprezzare, e come Corsicato lo abbia trasformato in René, fatuo e ambizioso chirurgo plastico.

Perché Ponti e Corsicato le hanno affidato due personaggi che il pubblico si divertirà a detestare?

Che ci crediate o no, non ho un’idea precisa della mia bellezza. Chi mi conosce bene sa quanto ami anche nella vita le infinite possibilità di spiazzare e provocare in maniera divertente. Hanno sfruttato la mia capacità di entrare in questi personaggi dove ho lavorato per cancellare Alessandro.

In che modo ha contribuito alla nascita di René?

Con Pappi abbiamo costruito un personaggio che somigliasse il più possibile alla Bella di Laura Chiatti, usando ciglia finte, trucco, capelli ossigenati e lucidalabbra. Il lavoro sui costumi, al quale mi dedico in ogni film, è stato più che mai fondamentale per esprimere libertà creativa.

La cosa più difficile?

Pappi mi chiedeva cose “chirurgiche”, è stato come cercare alla radio frequenze difficilissime da trovare.

E Giulio, erede di un impero industriale?

Per il suo look ci siamo ispirati a Lapo Elkann, ma ne abbiamo fatto un personaggio esportabile, che non sfigurerebbe neppure in un film americano.

Passione sinistra” ribalta ruoli e pregiudizi, “cose” di destra e “cose” di sinistra.

Nel film una donna di sinistra e un uomo di destra si innamorano identificandosi l’uno nell’aspetto migliore dell’altro. E’ interessante come il film racconti identità umane assai più interessanti di quelle sociali. In altre parole, oltre le ideologie ormai contraddittorie se non svuotate, ci sono le singole persone con le proprie responsabilità, senso morale, scelte e credibilità.

Qual è il ruolo che sta ancora aspettando?

Vivo nell’attesa di essere utilizzato in un ruolo che non parta dall’idea di esaltare o distruggere il mio aspetto fisico. Penso a James Franco che fa il Mago di Oz per la Disney e lo spacciatore in “Spring Breakers” di Harmony Korine. Aspetto un film che mi permetta di esprimermi in maniera totale e non in funzione di un altro personaggio.

Nell’attesa passa con disinvoltura dalla tv al cinema e al teatro.

Credo che aprirsi tante porte sia una buona idea. Il teatro mi permette di formarmi, crescere, alimentare il mio lavoro. Sono molto soddisfatto del mio “Cyrano de Bergerac”, arrivato dopo “Amleto”. Il cinema a volte delude, i film non escono, il lavoro non è in sintonia con quello che ci si era detti all’inizio con il regista. La tv invece mi permette di riempire il teatro. Queste esperienze trasversali mi consentono di allontanarmi dalla ripetitività e ogni scelta nasce dal desiderio e il coraggio di mettermi in gioco. Prossimamente la fiction su Mario Sossi, giudice rapito dalle Brigate Rosse negli anni Settanta, il film tv “Il ritorno” in partenza a maggio e “Sogno di una notte di mezza estate” a teatro.

Pentimenti?

Ogni tanto mi chiedo se fosse stato più giusto specializzarmi in qualcosa, cercare una maggiore continuità in un settore. In realtà la sto trovando proprio sul palcoscenico, soprattutto da quando sono diventato direttore del Teatro Stabile dell’Aquila, che mi permette di contribuire alla rivitalizzazione del tessuto sociale della città.

Non pensa alla regia cinematografica?

Finora non ho girato neanche un corto, bisogna andare per gradi. Però è uno dei miei sogni che stava quasi per realizzarsi con il romanzo “Il giorno prima della felicità” di Erri De Luca. Dovrei avere il coraggio di fermarmi e scrivere una storia. Anche se vorrei essere pagato per fare lo spettatore: è la cosa che mi riesce meglio.





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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 17:59    Oggetto: IO DONNA-CORRIERE SERA intervista Il volto/Passione sinistra Rispondi citando



ha scritto:





- IO DONNA – Settimanale del CORRIERE DELLA SERA –



Sotto i riflettori - IO ASCOLTO


    “DITE CHE CON LE DONNE SONO TROPPO DIRETTO? E’ TUTTA COLPA DI MIA MADRE”


Adora interpretare storie d’amore ma non impara a evitare gli errori. Alessandro Preziosi rifiuta l’etichetta di maschilista anche se sul set si becca con le colleghe. E spara: “Ogni vostra disattenzione diventa una mancanza di noi uomini”



di Anna Maria Speroni, foto di Stefano D’Amadio

Stamattina sono andato a correre per la prima volta in vita mia.

E com'è andata?
Bene, un po' alla Rocky. Ho attraversato la città.

Nonostante la corsa, Alessandro Preziosi ha l’aria riposata. Ha appena finito la tournée del suo Cyrano, che ha diretto e interpretato.

Un Cyrano senza nasone, però. Per non sembrare meno bello?
Ma no! Volevo che il pubblico riflettesse sull'inadeguatezza interiore più che su quella estetica, che a intermittenza riguarda tutti.

Anche lei?
Certo. A volte si parla di me come se avessi ancora vent’anni: invece ne ho quasi 40, un figlio di 17, una di 6. Per me la bellezza è legata a come mi sento. E a 20 mi sentivo più combattente.

In aprile Preziosi sarà al cinema con due film: Il volto di un'altra di Pappi Corsicato, con Laura Chiatti, e Passione sinistra di Marco Ponti. Nel primo è un chirurgo plastico, nel secondo un uomo di destra che si innamora di una donna di sinistra.

Laura Chiatti le ha dato del maschilista. Che cosa le ha fatto?
Niente. A volte sui set ci si annoia e si enfatizzano sensazioni passeggere. Dato che ero in una fase delicata e aperto a ogni tipo di input le ho promesso che ci avrei fatto caso.

Aveva ragione?
No. E’ solo che se sei stato trattato con durezza tendi a ripetere quel modo di fare. Mia madre doveva gestire tre figli maschi, e con tre animali come noi non poteva permettersi troppa delicatezza. Quindi mi è rimasto questo tono diretto con le donne, poco compiacente. Ma pendo dalle loro labbra.

Insomma è un cavaliere o no? È il tipo che apre la porta della macchina?
Ma se l'ho anche aspettata davanti al portone!

Vero, mi scusi.
Vede? Le vostre disattenzioni diventano mancanze maschili.

Lei invece è uno attento?
Sì, noto tutto, una cosa che mi sballa quando devo ricostruire l'insieme. I dettagli mi portano fuori strada.

Che cosa la colpisce in una donna?
Il momento in cui alza gli occhi verso di me.

Una parte del corpo?
Le spalle. Il portamento. Sono ossessionato dall'idea che le persone debbano stare dritte.

Prima ha accennato alla fase difficile della sua vita. Adesso come va?
Fare interviste è come andare dallo psicoanalista… Comunque bene, grazie.

Che cosa ha imparato dagli errori?
Che amare qualcuno vuol dire voler bene anche ai suoi difetti.

Dalle storie d'amore che interpreta, invece, che cosa impara?
Mi divertono i grandi affanni che si risolvono con scene così semplici. Dopo si dovrebbe tornare a casa al massimo della positività. Invece quando metti la chiave nella toppa non sei mai all'altezza di un rapporto.

Perché?
Boh... Possiamo parlarne alla prossima seduta?

No, faccia uno sforzo.
Quando l'amore è forte bisogna comportarsi in maniera adeguata a un principio ideale. Ma le preoccupazioni distraggono. Io, per esempio, non passa giorno in cui non pensi al futuro di mio figlio.

Vuol fare l'attore?
No per carità, è un mestiere che si fa se sei molto stupido, nel senso di grande leggerezza, o se sei spaventosamente talentuoso. La via di mezzo non offre grandi possibilità di essere felice.

Lei da che parte si mette?
Scelga lei.

Non mi permetterei mai. In Passione sinistra incarna un uomo di destra. Nella realtà?
Vorrei avere un'identità politica forte, e invece non riesco a collocarmi. Ho gettato la spugna troppo presto. Ma non mi chiede come è stato lavorare con Valentina Lodovini (con lui in Passione sinistra, ndr)?

No, tanto rispondete sempre tutti che è stato bellissimo lavorare con chiunque.
E invece Valentina è una grande rompipalle. Molto preparata ma con qualche difficoltà ad accettare i cambiamenti. Però dovrebbe essere sempre così, tutti preparati e poi ci si scontra.

E chi vinceva?
Marco (Ponti, il regista). Parlava con uno, poi con l'altro. E decideva lui.

sabato 30 marzo 2013







per commenti e rassegna stampa VAI AI TOPIC dei rispettivi FILM


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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 18:24    Oggetto: BEST MOVIE aprile-13: PASSIONE SINISTRA/IL VOLTO DI UN'ALTRA Rispondi citando



ha scritto:



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Virginia..



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Residenza: Capri Margutta Postumia

MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 18:52    Oggetto: ahah Rispondi citando


...e Genzi..Genzi !!!!!!!
comunque Auguri !!!!!
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..Capri...milano...londra
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Helena x



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MessaggioInviato: Sab Mar 30, 2013 19:17    Oggetto: Grazie!!! Rispondi citando


Grazie mille Giuliana!!!
Complimenti molto!!!
Helena!!!

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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 01:58    Oggetto: F-aprile-2013 intervista PREZIOSI Il volto/Passione sinistra Rispondi citando



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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 01:58    Oggetto: F-aprile-2013 intervista PREZIOSI,la manutenzione dell'amore Rispondi citando



ha scritto:



        F – rivista aprile 2013 (pagine 62-63-64)


    ALESSANDRO PREZIOSI

    ho imparato l’arte della manutenzione dell’amore



Anche se sta per compiere 40 anni, è rimasto “uno che divora la vita” come da ragazzino. Ora sa però che la coppia sopravvive solo grazie all’impegno. E che la bellezza conta poco. “E’ l’anima che ci lega a una persona”. E per quell’intimità profonda val la pena di aspettare




di Flaminia Righi

Ci siamo. Arriva il compleanno che mina le sicurezze: 40 anni. Neppure metà della vita. Eppure, resta una boa che nei maschi suscita strani desideri: cambiare strada o compagna, recuperare i sogni dell’adolescenza, fare tutto quello che hanno sempre rimandato. Lui, invece, è “felicissimo e sereno”. E gli credo. Perché lo dice anche il sorriso, che diventa spesso una risata contagiosa; lo dicono gli occhi azzurri, che brillano quando parla di tutto quello che lo entusiasma.
Ma soprattutto perché in 40 anni (li compie il 19 aprile) Alessandro Preziosi ha già fatto incontri e lavori che basterebbero a riempire chissà quante vite “normali”. Non ha desideri frustrati da recuperare. Sogni sì, molti, che si stanno realizzando uno dopo l’altro. Cerco di capire se, tra teatro e film (ne ha ben due in uscita, per festeggiare alla grande il compleanno), fa progetti anche in amore.

Sono stato fortunato: la vita mi ha fatto fare bellissimi incontri”. Stop. (…)

Anche in amore, Preziosi ha già vissuto più di una vita. A quarant’anni si ama in modo più maturo?
Puoi imparare dagli errori e dalle sofferenze, ma se sei un uomo passionale a 20 rimani tale a 40. Io a 15 anni divoravo la vita. E così sono rimasto. Tendo a vivere con la smania, con la fretta. Esprimo in modo forte le mie passioni”.

Anche con i figli? Per lei è importante abbracciarli e baciarli?
Certo, l’ho sempre fatto con Andrea, che oggi ha 17 anni. E lo faccio con Elena, che ha 6 anni. Ho la fortuna di avere due ex compagne e madri molto brave e presenti. Loro sono una guida insostituibile”.

Le è capitato di innamorarsi di ragazze molto diverse da lei?
E come no! Non ve ne siete accorti? Tendo a volere accanto persone diversissime da me. Ma sono contraddittorio. Desidero una donna che contrasti la mia natura; ma mi piace anche culli le mie certezze, il mio modo di essere”.

In Passione sinistra, il nuovo film di Marco Ponti, si innamora di una ragazza che è il contrario di lei.
La storia mi è piaciuta molto anche per questo. Dimostra che il passo successivo di ogni innamoramento, anche il più folle, è la costruzione dell’amore. Un percorso che richiede fiducia, complicità e attenzioni. Altrimenti, anche l’intesa tra due persone molto simili si spegne. A volte ci si arrende troppo presto, perché a un certo punto non si presta più attenzione all’altro. L’amore va coltivato con la stessa manutenzione del primo giorno”.

Quali altri luoghi comuni sull’amore andrebbero sfatati?
Che ci si possa innamorare di una ragazza solo perché è bella o ricca. E’ l’anima l’unica cosa che ti manca quando perdi la persona che amavi. Sembro retorico, ma è così. Ci si innamora sempre dell’anima di una donna”.

Romantico!
Lo sono nel senso che accolgo la bellezza della vita, che non è fatta solo di parole legate all’amore”.

Nell’altro film, Il volto di un’altra, lei è René, un chirurgo plastico che vive dei successi tv della moglie, Laura Chiatti. René è un tipo “femminile” e molto lontano da lei, un vero macho.
Più che macho, io sono molto sfatto”.

Non mi pare. In che senso, scusi?
Non amo e non so essere curatissimo come René, anche se sotto sotto mi piacerebbe essere un po’ così. E ogni tanto cedo al mio lato femminile. Per esempio, mi piace essere corteggiato. Però si, sono un uomo nel senso tradizionale del termine. Sono nato in una famiglia nella quale vigeva la regola: l’uomo deve fare l’uomo”.

Gli uomini belli possono dire di essere “sfatti”. Pensi all’invidia di chi deve curarsi per essere almeno presentabile!
Sono fortunato. Comunque, il personaggio di René mi è piaciuto da morire, ha un taglio raffinato. Il film è una messa in scena dentro la messa in scena. Mostra l’insensatezza dei personaggi. Mi diverte molto che Laura si sia rifatta il seno subito dopo il film”.

Anzi, per colpa del film. Ha detto: quando lavoro mi prosciugo, lo stress mi fa dimagrire”. Ma, a parte Laura, che giura di essersi limitata a “un ritocchino”, le donne rifatte possono attrarla?
No, non hanno consistenza. Magari da lontano possono apparire belle, ma appena le tocchi, i rifacimenti si sentono eccome. Non mi piacciono, ma rispetto le scelte. In generale, se gli interventi non nascono da esigenze reali (come cicatrici da nascondere), mi sembra sia tutta una questione di fragilità. C’è chi si droga e c’è chi si rifà. Però bisognerebbe far capire alle donne che i canoni che inseguono non sono reali. E che la loro anima non cambia con labbra e seni rifatti. Dovremmo tutti correre di meno e accettarci di più per quel che siamo”.








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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 02:01    Oggetto: 6 aprile: anteprima IL VOLTO DI UN'ALTRA \Corsicato a Milano Rispondi citando




      ......



    nell'ambito dell'undicesima edizione del Festival

    IL CINEMA ITALIANO VISTO DA MILANO - 2013



    Sabato 6 Aprile: Ore 18.30

    SPAZIO OBERDAN

    "Il volto di un altra" regia di Pappi Corsicato .83 min.

    Anteprima per Milano - Presente in sala Pappi Corsicato

Questo festival è interamente dedicato alla miglior produzione nazionale di qualità della stagione in corso – con un’attenzione particolare alle opere indipendenti di giovani autori – e si contraddistingue per la necessità di fare il punto sullo stato della produzione cinematografica italiana, allo scopo di metterne in evidenza le tante eccellenze che, a dispetto delle molte difficoltà di carattere economico e sul piano della organizzazione industriale, ne fanno oggi, almeno dal punto di vista artistico, una delle più vitali del panorama mondiale. [Fondazione Cineteca Italiana]

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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 02:02    Oggetto: IL VENERDI' di REPUBBLICA - 29/3/2013 - IL VOLTO DI UN'ALTRA Rispondi citando



ha scritto:





MUSICAL!

      CORSICATO CAMBIA I CONNOTATI
      AL SUO STILE(e a LAURA CHIATTI)



Spettacoli FACE OFF


Con IL VOLTO DI UN’ALTRA il regista napoletano gira un film “come se fosse un balletto”. E la storia di una diva tv pronta a farsi sfigurare per ritrovare la fama diventa “lo spunto visivo per un divertissement su temi fin troppo abusati




di Emiliano Morreale

Sono passati vent’anni da quando i personaggi di Pappi Corsicato sono apparsi sullo schermo la prima volta. Era il Festival di Berlino 1998, e tre donne interpretante da Iaia Forte apparivano in altrettanti episodi di Libera: storie trasgressive, colorate, in scenografie kitsch, tra il Centro Direzionale di Kenzo Tange e i vicoli, accompagnate dalle musiche di Sergio Bruni o di Khachaturian. Corsicato fu subito battezzato l’Almodovar napoletano, e in effetti aveva lavorato come assistente del regista madrileno, i cui echi erano visibili. Ma anche se quell’etichetta gli è rimasta addosso, c’era da subito dell’altro nel suo cinema. Oltre che nei lungometraggi successivi (I buchi neri, Chimera, Il seme della discordia) la vena di Corsicato si è manifestata in cortometraggi, video-clip, e in una serie di film su artisti contemporanei.

Il suo universo pop e camp, fatto di ironia paradossale e di trovate fulminanti, si ritrova anche in Il volto di un’altra, in concorso allo scorso Festival di Roma e in uscita l’11 aprile. Questo regista amante delle superfici e dei colori, si è scoperto sempre più un animo di moralista controvoglia nel raccontare il mondo della chirurgia plastica a modo suo. E lo ha fatto con un cast di volti noti della nostra televisione. Laura Chiatti è Bella, diva di un reality show sulla chirurgia estetica, e Alessandro Preziosi è suo marito René, dottore a capo della clinica-set, in gravi difficoltà economiche. Quando Bella ha un incidente d’auto, il marito coglie al volo l’occasione: lei dovrà fingersi sfigurata, anzi farsi sfigurare ad arte da lui, per incassare il premio dell’assicurazione. Intorno a questo filo narrativo ruotano monache armate di purghe, cori di ventriloqui alpini e un profluvio di citazioni.
L’idea di Il volto di un’altra” racconta Corsicatorisale a più di dieci anni fa, volevo raccontare il mondo della chirurgia estetica in maniera spiritosa, non moralistica. Poi questa prospettiva è cambiata, perché sono tornato a raccontare una cosa che mi interessa da sempre: il cambiamento. Mi piace raccontare cosa accade quando le persone scoprono qualcosa di sé attraverso un’esperienza sconvolgente, positiva e negativa che sia. E’ stato allora che la chirurgia è diventata una metafora”.

In effetti non c’è un atteggiamento di condanna esplicita, anche se in certi momenti sembra voler letteralmente affogare in blocco i personaggi.
Nei miei film c’è sempre uno sguardo ironico, la voglia di mostrare il lato buffo e debole dei personaggi. Anche nel raccontare i loro lati negativi c’è sempre simpatia”.

Questi personaggi, però, così schiavi dell’apparire, sono anche dei mostri.
Sì, ma alla fine anche loro sono delle vittime. Il cinismo che ostentano è figlio di un meccanismo più grande di loro. Uno pensa che chi fa la tv manipoli le persone, ma in fondo è innanzitutto lui stesso la vittima del mezzo. Il problema è che spesso non ne è consapevole

A volte la riconoscibilità del suo stile può essere un problema. Cosa c’è di nuovo in questo ultimo film?
L’ho concepito come un balletto e se dovessi inserirlo in un genere direi che è un musical. Un film tutto coreografato in cui la musica non è solo un commento”.

Quindi ha lavorato proprio come nei musica, con la musica in sottofondo mentre girava?
Molto di più: il momento che amo, lo stato più eccitante di quando preparo un film, è quando comincio a immaginarlo. Parto da una scena, da un’immagine, e poi nasce tutto il resto. E già a quel punto metto la musica a tutto spiano, comincio a fare ricerche assurde di frammenti di pezzi che mi ricordo di aver sentito tempo prima… Tutto inizia da lì, da un mood. Che poi, quando il pubblico vedrà il film, è quello che gli rimarrà addosso, molto più della trama. Poi sì, un sacco di scene le ho girate “a tempo di musica” o addirittura senza dialoghi, affidandomi completamente alla colonna sonora”.

Che qui sembra un po’ più colta del solito, con meno incroci tra pop e classica…
Sì, però, per dire, a un certo punto c’è la colonna sonora di Totò contro Maciste, anche se nessuno se ne accorgerà…

In fondo questo tipo di uso della musica è quello a cui ci ha abituati Tarantino.
E’ un maestro del genere. Io questo atteggiamento molto libero verso la musica l’ho imparato dai film giapponesi degli anni ’60, avevano delle musiche occidentali usate in modo spiazzante. Ricordo che alla fine di Anatomia di un rapimento di Kurosawa, in una scena molto drammatica, a un certo punto parte ‘O sole mio col mandolino!”.

A proposito: all’inizio con Libera, lei era classificato nella nuova scuola napoletana, con Martone e Capuano. Ma Napoli ora è sempre più lontana: quest’ultimo film è ambientato addirittura in Tirolo.
Col tempo ho capito sempre di più che l’ambientazione è solo un contenitore. Qui c’è il Tirolo, ma i protagonisti sono due napoletani, un abruzzese, un umbro… Ho scelto quelle zone perché hanno un’aria quasi da set costruito, non sono mai luoghi generici”.

Sembrano così anche gli attori…
Io cerco una recitazione anti-naturalista, e dò indicazioni precise. Credo in un cinema di finzione totale. La recitazione, quindi, dev’essere in sintonia. Devo dire che catapultati in quest’atmosfera così diversa di solito gli attori si divertono molto. Per cui alla fine aggiungono piccole cose, battute, movimenti”.

Il gioco sui cliché, però, è tutto suo.
Per me il divertimento è sempre mescolare, prendere cose e farle mie: una volta si chiamava postmoderno. Oggi non è che mi importi fare citazioni tanto per farle: non è più epoca di usarle per esibirsi, casomai per raccontare. In fondo quelli che considerò miei modelli fanno proprio questo: i Coen, Tarantino, Almodovar, Lynch, certi registi giapponesi. Sono inventori di uno stile personalissimo costruito col già detto e già visto. La “mia” chirurgia estetica diventa così uno spunto visivo e musicale per un divertissement su dei temi abusati, tipo essere/apparire. Una specie di variazione musicali sull’attualità, o su certi cliché visivi. In termini musicali, un allegretto, uno scherzo







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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 02:42    Oggetto: IL VENERDI' di REPUBBLICA - 29/3/2013 - IL VOLTO DI UN'ALTRA Rispondi citando



ha scritto:





IL VENERDI’ di REPUBBLICA – 29 marzo 2013 -



Se la maschera diventa carne - realtà e apparenza sono uguali

IL COMMENTO di Roberto Esposito



[filosofo, insegna Storia delle dottrine politiche e filosofia morale ed è condirettore della rivista Filosofia politica]


Colpisce, nel manifesto che pubblicizza Il volto di un’altra, una forte somiglianza con la celebre immagine del film di Bergman Persona. In entrambi i casi due visi, tagliati a metà, si compongono in un volto sfigurato. Ma mentre in Persona si trattava di due personaggi diversi (interpretati dalle attrici Liv Ullmann e Bibi Andersson), nel film di Corsicato i due mezzi volti appartengono alla stessa donna – prima e dopo l’operazione di chirurgia plastica che dovrebbe cambiarle i connotati. Naturalmente il linguaggio filmico dell’opera di di Corsicato a metà tra la commedia brillante alla Billy Wilder e il conte paradossale alla Almodovar, è ben lontano dal tono tragico del maestro svedese. Con lui in scena non vanno anime morte, o psicologie devastate, ma corpi di carne, a loro agio nel regime biotecnologico contemporaneo. In gioco non è più il rapporto problematico tra la maschera e il volto, la finzione che separa la superficie esterna dalla sostanza interiore. No. Qui, in assenza di ogni verità interiore, la maschera è ritagliata nel corpo da un bisturi che non vuole restaurare la faccia precedente, ma crearne un’altra, più confacente della prima all’imperativo del successo. Corsicato attraversa questa soglia antropologica, senza esibire alcuna emozione, evitando ogni giudizio. Il suo sguardo sembra coincidere con quello, neutrale e opaco, dei suoi personaggi. Ma proprio tale adesione al reale – l’assenza di ogni scarto critico – restituisce un elemento costitutivo del mondo che ci circonda. Nel momento in cui la maschera diventa la nostra seconda carne, non solo non c’è più differenza tra realtà e apparenza, ma neanche tra appropriazione ed estraneazione. La chirurgia estetica promette di sottoporre alla nostra scelta anche ciò che fino ad ora competeva al destino – come il corpo che ci tocca in sorte in base alla combinatoria genetica. L’attività professionale dei due protagonisti del film, in linea con le aspirazioni della società contemporanea, traduce nella realtà il sogno prometeico del dominio pieno sulla natura. Non solo esterna, ma anche interna alla vita umana. Certo, il progetto di modificare la specie umana non è nuovo. Come è noto, esso ha costituito l’obiettivo della più terrificante esperienza politica novecentesca, in un una forma oggi non più riproponibile. Ma qualcosa di quel progetto resta in piedi. Si tratta della concezione del corpo come una semplice cosa nella disponibilità del proprietario. Questi non è più identificabile con lo Stato o con un potere anonimo. A disporre del proprio corpo è oggi la persona che lo abita, come suo unico padrone. Ma la contraddizione – messa in piena luce dal film di Corsicato – è che quanto più ci appropriamo del nostro corpo, tanto più siamo subalterni al giudizio degli altri. Lo modifichiamo in funzione dei loro gusti, a loro volta indotti da logiche la cui direzione ci sfugge. Il nuovo volto di Bella, come quello di tutte le Belle in circolazione, più che ad un impulso interno di chi lo “indossa”, risponde alle esigenze di un dispositivo estetico di cui abbiamo perso il controllo.




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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 02:46    Oggetto: Vivi il Cinema FICE 1/2013: Corsicato e IL VOLTO DI UN'ALTRA Rispondi citando



ha scritto:



        Vivi il CINEMA |FICE| bimestre 1/13

      IL VOLTO DI UN'ALTRA di Pappi Corsicato


Bisturi perfetto


Film postmoderno come nelle corde dell’autore, “Il volto di un’altra” reinterpreta
con leggerezza temi attuali come la chirurgia estetica e la manipolazione mediatica


••• Pappi Corsicato definisce Il volto di un’altra un “doppio salto mortale” per come il film osa mescolare generi e ambienti in una visione astratta ma anche ricca di humour. Il film, già in concorso al festival di Roma, ha per protagonista Bella (Laura Chiatti), conduttrice di un programma televisivo sulla chirurgia estetica nel quale suo marito chirurgo (Alessandro Preziosi) opera in diretta gli ospiti. Quando Bella, infuriata per il licenziamento, ha un incidente d’auto che la sfigura, si presenta per lei l’occasione di rilanciare la propria immagine con un volto completamente nuovo.

Nel film tocca temi molto attuali, che ormai riguardano non solo la televisione ma la politica e la vita quotidiana…
La chirurgia estetica, la manipolazione dei media, il vero e il falso che si sovrappongono sono argomenti molto contemporanei e ampiamente dibattuti in contesti anche molto seri. Quello che volevo fare io, invece, era trattarli in una forma giocosa e ironica, con leggerezza, senza formulare nessuna tesi e senza moralismi. Il film non ha nessun riferimento al reale, è una mia interpretazione del contemporaneo.

Come ha lavorato per arrivare a una visione così surreale e astratta della vicenda?
Il mio metodo di lavoro si basa sulla mescolanza dei generi. La storia di solito è un pretesto per mettere in scena le mie fantasie: un approccio che si può definire post-moderno o pop, che dà vita a un prodotto di trasformazione, filtrato attraverso la mia sensibilità e creatività.

Pensa che i dettami della televisione e della società dello spettacolo siano così pervasivi da condizionare le nostre relazioni?
Credo che sia inevitabile farsi risucchiare da questo flusso, perché in fondo siamo tutti corresponsabili del mondo che ci creiamo intorno. Paradossalmente ho ritrovato situazioni simili in testi letterari di alcuni secoli fa, come se quello che viviamo oggi fosse parte di un ciclo storico che si ripete. Anche questa fase tuttavia cambierà, forse anche presto diventerà semplicemente fuori moda.

La moda è uno dei suoi riferimenti principali…
Amo molto la moda e i suoi creatori, che sono come santoni capaci di immaginare quello che indosseremo fra un anno. Gli stilisti e i designer sono figure avveniristiche, perché presagiscono (o fanno in modo da farci credere così) l’estetica futura.

Il film è nutrito di citazioni cinematografiche. Fra queste ha avuto presente anche Segunda piel del suo maestro e amico Pedro Almodovar, che racconta una storia per certi versi simile?
Avevo appena finito le riprese quando ho visto Segunda piel. Nonostante l’abbia amato molto, trovo che abbia delle grandi differenze rispetto al mio film. Quello di Pedro è una specie di horror, il mio è un divertissement leggero e scanzonato. Io adoro la commedia americana, capace (come Billy Wilder) di affrontare temi anche duri ma con una tale leggerezza da farti godere il massimo dell’evasione dalla realtà. Può darsi poi che ne Il volto di un’altra si possano trovare altri riferimenti cinematografici. Vedendo molti film, mi capita di assorbire e rielaborare degli spunti in maniera del tutto involontaria. Le mie citazioni sono spontanee, anzi “casual”.

Barbara Corsi




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margherita79



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 14:11    Oggetto: Rispondi citando


Questo film tocca uno dei temi molto diffuso nella nostra società,la chirurgia estetica,che non viene intesa più come una correzione di un difetto,ma come ossessione per la perfezione.Molte persone perdono il loro vero essere nella ricerca ossessiva del bello,senza apprezzare ciò che madre natura gli ha donato.Buona fortuna x il film Ale un abbraccio......
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margherita79
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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 18:06    Oggetto: 4/4/13 RAI Radio3 intervista PREZIOSI, CHIATTI E CORSICATO Rispondi citando



    I NOSTRI INCONTRI ...in streaming su internet

    Stasera 4 APRILE 2013: RAI RADIO 3 ore 19.00

    Alessandro PREZIOSI & CHIATTI & CORSICATO



Presentato in concorso all'ultima edizione del Festival del film di Roma, "Il volto di un'altra" esce ora nelle sale italiane. Ne parliamo con il regista Pappi Corsicato e gli attori Laura Chiatti e Alessandro Preziosi.

Conducono Roberto Silvestri e Dario Zonta
Podcast:


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genziana



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MessaggioInviato: Gio Apr 04, 2013 19:44    Oggetto: 7/4/ RAI DUE/Quelli Che - con PREZIOSI - 8/4 Radio2 SUPERMAX Rispondi citando







    I NOSTRI INCONTRI ...in tv Quelli Che RAI DUE

    Domenica 7 APRILE 2013: alle 13.45 /alle 15.40

    ospite in studio|cinema ALESSANDRO PREZIOSI





    I NOSTRI INCONTRI ...su Radio2 SuperMax RAI

    LUNEDI' 8 APRILE 2013 > dalle 11.30 alle 12.25

    ALESSANDRO PREZIOSI:
    http://supermax.blog.rai.it

Uno spettacolo radiofonico: tutti i giorni su Radiodue, lo show di Max Giusti propone nuove gag, personaggi, ospiti, musica dal vivo, ritmo e divertimento. E in diretta di settimana in settimana continua a conquistare il pubblico di tutta Italia e di ogni età.


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