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genziana



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MessaggioInviato: Ven Mar 30, 2012 02:15    Oggetto: PREZIOSI intervistato da FAMIGLIA CRISTIANA n. 13/marzo 2012 Rispondi citando



ha scritto:



Bisogna superare le intermittenze spirituali del nostro tempo”. dice Alessandro Preziosi, nuovo Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo.
Se ascoltassi Sant’Agostino fino in fondo, dovrei smettere di fare l’attore”.

Di Giulia Cerqueti




            Costruiamo nuove certezze


Far rinascere la cultura a L’Aquila, ricostruire il territorio, martoriato dal terremoto del 2009, non solo dal punto di vista edilizio, ma anche da quello artistico.
E’ l’impegno che si propone di portare avanti Alessandro Preziosi, 38enne attore napoletano, volto celebre di numerosi film e serie tv, nominato di recente Direttore Artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo. “L’idea di riportare una vitalità culturale a L’Aquila nasce dalla difficile condizione della città ma, più in generale, anche dell’arte e del teatro in Italia”, spiega Preziosi. “Sto cercando di capire quale tipo di intrattenimento portare, anche creando nuove produzioni con attori di cinema che affascinano in modo trasversale il pubblico e che possono essere visti in teatro, come Pierfrancesco Favino e Filippo Timi. Il primo passo è un festival interdisciplinare, che andrà avanti per tutta l’estate. Il lavoro è lungo, ma è una straordinaria occasione per dimostrare concretamente quanto si ama la cultura”.

Nel 2010 Preziosi ha vestito i panni di Sant’Agostino in una miniserie per la Rai. Non solo. Per lungo tempo ha portato in giro per l’Italia la lettura delle Confessioni, l’autobiografia nella quale il padre della Chiesa ripercorre il suo viaggio verso la fede.
Ed è a partire da Sant’Agostino che con Preziosi riflettiamo sul tema della ricerca interiore, di cui Enzo Bianchi parla nel libro “Una lotta per la vita”, quinto volume della collana Buc, la Biblioteca Universale Cristiana.

- Preziosi, lei ha un rapporto profondo con le Confessioni di Sant’Agostino. Quanto ha influito sulla sua vita quest’opera?”
In quell’opera gli insegnamenti ci sono tutti, farli entrare nella propria vita poi è un altro conto. Sicuramente è confortante scoprire quanta passione ci sia nella natura umana e quanto questa passione determini una certa personalità e, di conseguenza, certi errori. Mi piacerebbe dire che Agostino mi ha cambiato e migliorato. Ma se davvero fosse così, oggi non farei l’attore”.

- Cosa farebbe?
Forse soltanto il regista. Il mestiere dell’attore è soggetto a compromessi. Sono sicuro che se accettassi pienamente e mettessi in pratica alla lettera gli insegnamenti delle Confessioni non potrei più fuggire la realtà e non mi sarebbe più possibile fare l’attore in Italia. Agostino non mi ha cambiato la vita perché già prima ero credente, ho sempre vissuto in modo molto onesto. Le Confessioni, però mi fanno riflettere sulla lentezza con la quale accettiamo Dio dentro di noi”.

- Nel libro Una lotta per la vita Enzo Bianchi parla della lotta interiore come condizione essenziale per un credente e per ogni uomo in ricerca. Immagino che anche lei viva questa lotta.
Credo che tutti gli esseri umani abbiano dei punti interrogativi con i quali si confrontano. La generazione che è seguita a quella della Seconda Guerra Mondiale aveva voluto mettere in discussione tutto, il senso della vita, la religione… Ma alla fine la laicità non ha portato a nulla, ha creato un grande vuoto. Così, oggi il conflitto interiore è quanto mai diffuso. Anche io, che credo in certi principi, sono condizionato dall’intermittenza spirituale del nostro mondo. A un certo punto della vita, però, bisogna risolvere i dubbi e le dialettiche, trovare dei punti fermi, delle certezze”.

- Quali sono le certezze della sua vita?
I miei figli. E la sicurezza di avere vicino due donne, le mie ex compagne e mamme dei miei figli, che sono persone umanamente e moralmente straordinarie. E la certezza di essere una persona fortunata”.

- Quali insegnamenti spera di trasmettere ai suoi figli?
Il nonno materno di mio figlio più grande era abbonato a Famiglia Cristiana. E io ho cominciato a conoscere il vostro giornale tramite lui. Ecco, spero di comunicare ai miei figli il senso della continuità, di insegnare loro ciò che la mia famiglia d’origine ha insegnato a me: di dare loro quello che i miei genitori hanno trasmesso a me, soprattutto l’amore e il rispetto per la vita”.




    FAMIGLIA CRISTIANA n. 13 / marzo 2012 – Pagina 64 e 65






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genziana



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MessaggioInviato: Ven Mar 30, 2012 02:21    Oggetto: da 30/3 a 1/4/12 CYRANO DE BERGERAC Teatro Comunale, TREVISO Rispondi citando



dal 30 Marzo al 1° Aprile • Teatro Comunale, TREVISO
      il Desk ADRICESTA Onlus accoglie nel foyer


ha scritto:







        . . L’eroe romantico di Rostand
        . Cyrano, Preziosi fa il guascone


Treviso - «Non si combatte solo per vincere. No… è più bello battersi quando la vittoria è incerta!...». A teatro già tutto esaurito arrivano, domani e sabato alle 20.45 e domenica alle 16, al Comunale "Mario Del Monaco", Alessandro Preziosi (foto) e compagnia con "Cyrano de Bergerac" di Rostand. Tra i personaggi più conosciuti e amati del teatro, il guascone segna la vicenda con la sua geniale temerarietà, la drammaticità della fiera esistenza, vissuta pericolosamente all'insegna del non piegarsi mai a mediocrità e convenienze. Cyrano è il simbolo dell'autentico eroe romantico e al contempo un personaggio straordinariamente moderno. «Nell’adattamento » spiega Preziosi «ho cercato di far coesistere la prosa e la poesia, relegando i versi alessandrini ad un gioco lezioso e risolutivo di certe questioni e cercando di dare respiro alla travolgente dimensione poetica del testo, che va dritta allo spirito e all’anima di una donna per il cui amore si è disposti anche a morire». (a.v.)

Teatro Comunale - Mario Del Monaco - di Treviso
Info: tel. 0422.540 480

Giovedì 29 Marzo 2012




    LA TRIBUNA DI TREVISO - Giorno e Notte: pagina 50






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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 02:14    Oggetto: 30/03/2012 - PREZIOSI e CYRANO DE BERGERAC a Cool Tour RAI 5 Rispondi citando



        RAI 5: PREZIOSI E IL

        VENERDI 30 MARZO 2012, 17.18, CYRANO

Ha la voce e il gran naso di Cyrano de Bergerac la prova d'attore affrontata da Alessandro Preziosi, sulle tavole del Teatro Nuovo di Milano (6 min.).


www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html RAI 5 in replica via WEB per 7 giorni






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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 02:47    Oggetto: PREZIOSI intervistato da LA FRECCIA FSitaliane.it marzo 2012 Rispondi citando



ha scritto:





LF VIAGGIARE Showmen



            ALESSANDRO PREZIOSI

              Teatro a cielo aperto


E’ la notte del 6 aprile 2009, ore 3.32. La terra trema. L’Aquila e l’Abruzzo crollano e contano 300 morti, migliaia di feriti e 70mila senza casa.
Si riparte con la ricostruzione fisica, morale e psicologica, spesso soffocata dalle polemiche. La cultura offre il suo aiuto, a lungo termine. E a giocare la scommessa c’è anche il Teatro Stabile d’Abruzzo, diretto da qualche mese da Alessandro Preziosi. Attore affascinante che ha deciso di metterci anche la faccia, scegliendo la regia di un classico.
Sul palco con Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, al Teatro Nuovo di Milano dal 6 al 18 marzo, chiude la tournée italiana il 26 e 27 aprile nel capoluogo abruzzese. Alla Freccia racconta il suo progetto e confessa di non essere ancora pronto a vestire i panni della contemporaneità.

Partiamo dalla recente nomina a direttore: com’è successo?
È stata una strana coincidenza. Io lavoro da sempre con maestranze tecniche abruzzesi e, con la società KHORA, produco spettacoli ormai da 10 anni. In occasione di una collaborazione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, ho incontrato il responsabile e sono stato onesto riguardo le mie intenzioni, pur non avendo aspettative. Da una piccola possibilità è nata una concretezza, che mi ha fatto capire quanto amassi recitare dal vivo.

Di cosa hanno bisogno L’Aquila e l’Abruzzo?
Di un nostro impegno urgente. Per questo ho programmato un festival estivo, pur non avendo un edificio. Più passa il tempo più la gente costruisce la sua vita familiare e professionale da un’altra parte. L’obiettivo invece è organizzare iniziative in uno spazio stimolante, a cielo aperto, che rimanga alla città. Con eventi che permettano ai giovani di ritrovarsi. Sarà difficile ottenere contributi, ma sono pur sempre il direttore artistico di un teatro stabile…

A cielo aperto…
Infatti è così, perché ha spazi e luoghi d’eccezione: tutto coincide con la capacità di adattamento dei cittadini. Ho trovato sensibilità da parte delle istituzioni locali e vorrei ottenere una democratica condivisione di obiettivi, non solo per L’Aquila. Il capoluogo deve rivitalizzarsi demograficamente e anche la cultura può contribuire a farlo, soprattutto nelle zone rosse. Ma vanno coinvolte anche Chieti, Pescara e Teramo.

Passiamo a Cyrano, uno spettacolo a cui è particolarmente legato. Nel 1998 ha interpretato Cristiano, oggi ne è protagonista e regista. Questo eroe cosa insegna nel 2012?
Sono affascinato dai personaggi classici, perché mi sento a disagio e in ritardo nei loro confronti. A differenza di me, di noi, difendono certi valori, mantenendoli fissi e incorruttibili. Da Laerte a Sant’Agostino, da Antonio di Mine vaganti ai Viceré. E poi Cyrano: romantico, ma non concettuale e apparentemente leggero, insegna la fierezza e la dignità per camminare a testa alta, ma soprattutto l’onestà per potersi sempre guardare allo specchio.

Nonostante il naso?
Esatto. Ma non ho mai pensato che l'abile spadaccino sia passato alla storia per questa particolarità fisica. L’importante è il suo essere contro la viltà, il compromesso e la stupidità, l’essere guascone. Il particolare estetico è anacronistico, il naso lo immagino piuttosto in un museo insieme al teschio di Amleto o al mantello di Zorro. Invece è fondamentale rendere la solitudine dell’eroe di Rostand, incapace di affrontare la donna amata e di mettersi in mostra.

Lei veste spesso costumi storici, come in Elisa di Rivombrosa, Edda Ciano e il comunista e Cristoforo Colombo, e predilige autori classici, da Eschilo a Shakespeare. Perché?
Non ho mai trovato storie altrettanto affascinanti ambientate ai giorni nostri. Il costume, se lo si sa usare, è un paracadute. Credo sia sintomatico di un voler approfondire quello che sarei voluto essere. Ho studiato la storia del costume e amo molto l’arte. Far rivivere queste emozioni dà un senso assoluto alla realtà. Nello spettacolo indosso un abito che si ispira a Falstaff, enorme e sfarzoso, e ho la mia forza. Non mi piace scoprirmi rapidamente, vestendo i panni di un avvocato o di un medico, perché in Italia molto spesso la rappresentazione del contemporaneo non è impeccabile. E forse è ancora troppo presto per mettere a nudo Alessandro.

In ruoli attuali, come Il capitano o Il commissario De Luca, ha scelto comunque situazioni forti…
Amo le storie che coinvolgono. I personaggi rispecchiano il mio percorso professionale. Certo non vedo l’ora di affrontare anche storie meno patinate, ma rimango dell’idea che non c’è differenza tra fiction e altri generi. Al pubblico piace? Allora va bene. Sempre meglio di un reality o di una trasmissione domenicale insopportabile.

Come regista, cosa ha “rubato” del mestiere a Roberto Faenza, i fratelli Taviani o Antonio Calenda, lavorando con loro?
La retrospettiva: analizzare testo e contesto, dandogli un valore storico e geografico. Ho avuto la fortuna di lavorare con degli indefessi, a volte insopportabili intellettuali, ma dalla fortissima identità culturale e ideologica. Mi hanno spinto a cercare un mio gusto e ho scelto quello popolare… Anzi, a pensarci bene è la prima volta che mi viene fatta questa domanda. Fare la regia, poi, è stato tremendo. Vuol dire avere a che fare con gli attori, la razza più ottusa…

So che lei ama viaggiare in treno...
Lei non sa cosa rappresenta per me! Ad esempio le gallerie sono una dimensione in cui soltanto i grandi sognatori possono vivere: come andare in mongolfiera. In molte occasioni ho stretto amicizie, scritto testi, imparato ad amare. Ho rincontrato persone a cui avevo raccontato i miei sogni, poi realizzati. Da ragazzino mi sono anche nascosto per non pagare il biglietto e ho dormito con 10-12 viaggiatori.

Ora è cambiato qualcosa: troppo veloce per i suoi gusti?
Sì, in un certo senso. Per me il treno è stata una seconda casa. Di recente sono andato da Brindisi a Roma. Vedere la neve, poi il sole, il mare, e di nuovo neve, bufera e poi pioggia è un’Italia in diapositive!

Francesca Ventre .fsnews.it





LA FRECCIA - Marzo 2012 – Pagina 96 e 97 - Il mensile per i viaggiatori di FERROVIE DELLO STATO ITALIANE - fsitaliane.it






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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 14:23    Oggetto: 30/03/2012 - PREZIOSI e CYRANO - recensione IRIS Mediaset TV Rispondi citando





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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 14:25    Oggetto: PREZIOSI|TSA intervistato da DONNA MODERNA n.14 / marzo 2012 Rispondi citando



ha scritto:







    DONNA MODERNA – n. 14 – Aprile 2012 – Pagine 126|7|8



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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 14:27    Oggetto: PREZIOSI|TSA intervistato da DONNA MODERNA n.14 / marzo 2012 Rispondi citando



ha scritto:



ATTUALITA’ / visto da vicino



        Sarà il teatro a far rivivere L’Aquila


Dalla fiction al palcoscenico. Alessandro Preziosi è diventato direttore dello Stabile d’Abruzzo per dare una nuova chance alla città distrutta dal terremoto di tre anni fa. E intanto organizza un festival ed è in tour nei panni di Cyrano. Senza il nasone però!




L’Aquila chiama e lui corre. Il più bel Cyrano che abbia mai calcato le scene intreccia il suo destino con la sfida della ricostruzione, a tre anni dal catastrofico terremoto. Complice, guarda caso, proprio il capolavoro di Edmond Rostand. I fatti: mesi fa, Alessandro Preziosi si mette alla ricerca di partner per coprodurre il Cyrano de Bergerac, che segna il suo debutto alla regia. Sta girando da Milano a L’Aquila in tournée e si imbatte nel Teatro Stabile d’Abruzzo, che continua stoicamente la sua attività malgrado l’edificio aquilano sia ridotto a un guscio vuoto, un paravento di macerie. Galeotto si rivela l’incontro: una folgorazione per i consiglieri dello Stabile d’Abruzzo e i vertici della Regione. “A loro ho parlato onestamente” racconta l’attore sorseggiando un tè in camerino poco prima di andare in scena. “Ho detto: “Aiutando me e la mia produzione, favorite il lavoro dei giovani”. Evidentemente li ho convinti di poter rappresentare una ripartenza. E poi io amo le sfide e mi interessa portare la gente a teatro”.

A giorni si insedia come direttore dello Stabile d’Abruzzo. Cos’ha in mente di fare?
Il mio compito è preparare un cartellone e, una volta che la sala sarà ricostruita, organizzare la ripresa di tutte le attività. In mancanza di un palcoscenico (gli spettacoli si tengono per ora nel Ridotto, un edificio da 200 posti, o all’Auditorium della Guardia di Finanza, ndr), l’idea è quella di mettere a disposizione della città una serie di eventi. Un festival estivo intitolato “I cantieri dell’immaginario”. Vorrei rivitalizzare L’Aquila e il suo centro storico con il teatro di strada, con spettacoli dal vivo e incontri con personalità della cultura, attori, registi, scrittori affermati. Penso a nomi come Ammaniti, Veronesi, De Luca. Voglio allestire un programma che attragga i giovani. Bisogna agire in fretta per non fare morire la città”.

Che situazione ha trovato a L’Aquila?
Il teatro, con le sue macerie, mi ha toccato più artisticamente che umanamente; mi è sembrato irreale che un luogo dove si rappresenta la finzione sia così schiacciato dalla realtà. Quanto ai fondi per la ricostruzione, da poco sono stati sbloccati e il lavoro è stato appaltato a una società che mi è parsa seria. Ci vorranno tre anni. Ma, ripeto, il nostro punto di partenza non è l’edificio: ci interessa ricevere sovvenzioni, anche minime, che consentano alla città di avere la sensazione di rinascere culturalmente”.

Che taglio pensa di dare alla sua gestione?
Vorrei collaborare con altre realtà teatrali, come il laboratorio Civitas di Milano. Sto anche organizzando un centro di formazione giornalistica dove insegnino grandi firme di quotidiani. Voglio che L’Aquila diventi un posto dove ci si ferma a parlare di cultura e a fare spettacolo”.

Che linea drammaturgica proporrà?
Ho sempre fatto i classici, da Eschilo a Shakespeare, a quest’ultimo Rostand…”.

Ma l’esordio da regista con Cyrano non è stata una scelta un po’ troppo conservatrice e facile?
Fare i classici per me vuole dire, da una parte, approfondire valori poco praticati nella nostra società, oppure sbandierati in maniera puramente retorica; e, dall’altra, dato che non ho ancora la forza di comunicare testi contemporanei, avere un paracadute”.

In che senso non ne ha ancora la forza?
Mi riferisco a una forza condivisa con il pubblico: ho bisogno di essere educato a testi più moderni. Quella de L’Aquila è forse l’occasione per inaugurare una stagione di autori contemporanei, magari italiani”.

Studia da regista o Cyrano è solo uno sfizio che s’è voluto togliere?
E’ stata una scelta ponderata. In 11 anni come attore non mi sono fermato un attimo. Ho un rapporto di amore-odio con il mio mestiere. Fare il regista significa approfondire aspetti che altrimenti passerei in rassegna in maniera velleitaria. Per Cyrano, per esempio, ho studiato molto il costume tra il 1600 e il 1800”.

E sul palco si presenta senza nasone. Non è una contraddizione?
Ho voluto spingere lo spettatore a guardare oltre il naso. Voglio raccontare quelle inadeguatezze, quel disagio che non hanno nulla a che vedere con l’aspetto fisico. Che possono passare anche attraverso l’arroganza, la provocazione, la furberia”.

Tanti attori sentono oggi il bisogno di alternare il palco al cinema e alle fiction. Quasi a riscattarsi. Per lei è così?
Il teatro è per l’attore quel che la sala operatoria è per il chirurgo: la dimensione ideale. Prenda la mia interpretazione in Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, un personaggio che fa coming out. Con quell’abbrivio, quel modo di nascondere un segreto… E’, sì, frutto di una straordinaria regia, ma anche dal fatto che venivo dall’Amleto. Il teatro permette di entrare nelle cose con una notevole sicurezza”.

DARIO BIAGI, giornalista e scrittore;
il suo ultimo libro è Il Dio di Carta, Vita di Erich Linder (Avagliano).




    DONNA MODERNA – n. 14 – Aprile 2012 – Pagine 126|7|8




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pamela 90



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 14:32    Oggetto: Rispondi citando


scusate ma donna moderna è già in edicola????? Very Happy
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Gloria93



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 16:24    Oggetto: Rispondi citando


pamela 90 ha scritto:
scusate ma donna moderna è già in edicola????? Very Happy


Sì, è in edicola dal 28 marzo
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Mar 31, 2012 16:25    Oggetto: L'AQUILA 26-27/4/12 TSA e CYRANO Auditorium Guardia Finanza Rispondi citando



Si comunica che lo spettacolo dell'anno "Cyrano de Bergerac" con Alessandro Preziosi prodotto da Teatro Stabile d'Abruzzo e KHORA.teatro, e previsto nell'ambito della Stagione Teatrale Aquilana, andrà in scena all'Auditorium della Guardia di Finanza, il 26 aprile alle 21.00 e il 27 aprile alle 17.30, per venire incontro all'incredibile richiesta di biglietti che la Città dell'Aquila esprime.






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genziana



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MessaggioInviato: Dom Apr 01, 2012 12:01    Oggetto: da 30/3 a 1/4/12 CYRANO DE BERGERAC Teatro Comunale, TREVISO Rispondi citando



ha scritto:


Cyrano di Bergerac
Preziosi interpreta (senza nasone) il personaggio di Rostand



        Se l’eroe timido si nasconde all’amore

di Magda Poli

Non è un Cyrano di Bergerac dal grande naso, è un uomo che non riesce a dichiarare il suo amore alla bella Rossana per mancanza di fiducia in se stesso, così l’eroe romantico di stampo victorughiano ideato da Edmond Rostand, spadaccino generoso, amante delicato della parola fiorita e arguta, campione d’anticonformismo, fedele ai suoi sogni, paladino della libertà, ha il bel viso di Alessandro Preziosi in uno spettacolo onesto, ben ritmato e recitato con duelli ben eseguiti e bei movimenti d’insieme di Nicolaj Karpov.
Un Cyrano che mantiene vivo quello che Alberto Savinio definiva l’ironico stile di Rostand, un pompierismo fertile, adorno, grazioso, arricciato, geniale di gusto, di trovate, di battute spiritose, di galanteria. Pompier e vitalismo si bagnano in un eroismo alla Corneille che si svilisce però in uno smargiasso spirito guascone, in slanci utopici che si smorzano in un misticismo semplicistico, in uno sfoggio retorico che approda a lirismo facile e fiorito.Preziosi regista ben dirige una compagnia di giovani, brava Valentina Cenni, Rossana l’oggetto dell’impossibile amore del protagonista, e tiene viva la musicalità d’insieme dell’opera, anche utilizzando la traduzione e l’adattamento di Tommaso Mattei che con scaltra accortezza unisce il verso (si sentono echi della traduzione in versi martelliani di Mario Giobbe del 1898) alla prosa. Preziosi attore è bravo nell’ammantare il suo Cyrano di un vibrante senso di inadeguatezza, angosciato, timido, eroe sì, ma incapace di credere, fuori dal campo di battaglia e dall’invenzione di motteggi arguti e d’amore, nella possibilità d’amare ed essere riamato e riesce anche a far emergere la simpatia di personaggio coraggioso, infelice sognatore che ha scoperto però che l’amore va reinventato ogni giorno, nutrito, viziato, se necessario, fino alla lusinga.

Domenica 1° Aprile 2012

Teatro Comunale, Treviso


© RIPRODUZIONE RISERVATA



CORRIERE DELLA SERA - Edizione Nazionale - Teatro e Musica -






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CLAUDIA65



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MessaggioInviato: Dom Apr 01, 2012 23:34    Oggetto: Rispondi citando


Scusa Giuly se occupo questo spazio ma permettemi una GRANDE CAROLINA KOSTNER ORO MONDIALE. GRAZIE
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Apr 02, 2012 12:07    Oggetto: da 30/3 a 1/4/12 CYRANO DE BERGERAC Teatro Comunale, TREVISO Rispondi citando




ha scritto:



      Le note nel cassetto del Cyrano bello


Alessandro Preziosi stasera al Comunale con il testo di Rostand
Niente nasone per l’attore che svela un suo sogno: "La musica"



Alessandro Preziosi ama le sfide. Soprattutto a teatro. E "Cyrano", cui l’attore dà vita da stasera a domenica al Comunale di Treviso, ne racchiude moltissime: dopo tutto, si tratta del suo debutto alla regia in un’opera di cui è anche protagonista, «il che è molto impegnativo e faticoso, anche se elettrizzante».
In secondo luogo perché il temerario e poetico guascone ideato da Edmond Rostand racchiude davvero l’essenza del teatro. «È un burattinaio che si manovra gli altri, un po’ come fa il regista - spiega l’ex conte Ristori dell’ "Elisa di Rivombrosa" tv - Cyrano intima a Cristiano di mettersi sotto il balcone di Rossana, "ti farò da suggeritore", dice, e questo "inteatrarsi" mi attirava moltissimo».

Ma è vero che fa sparire anche il nasone di Cyrano?
«Certo, il naso, come il teschio di Amleto, sta bene in un museo. A me interessava altro».

Ossia?
«Ossia raccontare il senso di profonda inadeguatezza del poeta per la vita, il che che lo porta ad esprimersi attraverso la maschera. Un travestimento che gli serve per dichiarare il suo amore ad una donna. Cyrano lo sento molto mio, mi rappresenta per i toni: romantici ma da commedia, drammatici ma anche eroici».

Un bello che interpreta un brutto: anche questo l’attirava?
«Sì, moltissimo. Cyrano dice che il bello sta nella natura, negli odori, nei paesaggi. Non nelle persone».

La sua fortuna nasce in tv. Ma ora sembra preferivi il teatro.
«Non faccio lo schizzinoso con la tv, sia chiaro. Mi ha dato moltissimo. Ma il teatro rappresenta lo sbocco privilegiato per il mestiere dell’attore. La tv, e in particolare le fiction a più puntate, sono molto impegnative e quindi scelgo in base al progetto. Diciamo che la tv resta un pezzo degli scacchi, mentre il teatro mi permette di esprimermi a tutto tondo. Regia, adattamento, messa in scena, coproduzione, interpretazione».

Ora è anche Direttore dello Stabile d’Abruzzo.
«Anche questo rientra nelle tante possibilità d’espressione offerte dal teatro. E mi piace poterlo esplorare».

E il cinema?
«Sto aspettando l’uscita in sala del film di Pappi Corsicato, "Il volto di un’altra" accanto a Laura Chiatti, ma i progetti non mancano».

Nessun rimpianto finora? Qualche pentimento?
«No, nessuno, casomai ho ancora tanti sogni nel cassetto. A partire proprio dalla musica, che sarà la protagonista dei miei prossimi progetti... (risata) Ma non svelo di più».

Chiara Pavan
Venerdì 30 Marzo 2012




IL GAZZETTINO - Edizione TREVISO - Spettacoli - XXXVII






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genziana



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MessaggioInviato: Lun Apr 02, 2012 12:29    Oggetto: L'AQUILA IL ruolo chiave di giovani e artisti, CORRIERE SERA Rispondi citando



ha scritto:



Una città, un Paese - di Aldo Cazzullo - L'AQUILA -



La città e il sisma
Alle 3 e 32 del 6 aprile 2009 l’Aquila è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6.3, le vittime sono state 309. Prima della tragedia, il Capoluogo abruzzese aveva oltre 70 mila abitanti. Oggi in 19 mila vivono nelle new-town, 314 in hotel, e c’è chi non è mai tornato in città.
Il nome
Da principio chiamata Aquila, nel 1863 fu chiamata Aquila degli Abruzzi e poi, nel 1939, ha assunto il nome attuale, che richiama il grande rapace e fa riferimento alla posizione, sopraelevata su un colle, dell’insediamento originario.




Una città sospesa tra dramma e speranza
Il ruolo (chiave) di giovani e artisti



[...]Fuori dal teatro comunale la locandina annuncia ancora lo spettacolo di domenica 5 aprile 2009: «Le invisibili» con Maddalena Crippa, storia di donne pachistane sfigurate con l’acido ma che nonostante tutto riprendono a vivere. Tre giorni dopo sarebbe dovuto arrivare Toni Servillo con «La villeggiatura» di Goldoni. Arrivò davvero, recitò nell’auditorium della Guardia di finanza. Il Teatro Comunale è lesionato, la volta del foyer è a pezzi,ma qui gli attori non si sono mai fermati. [...] Per l’anniversario del terremoto, che quest’anno coincide con il venerdì santo, ci saranno la processione del Cristo morto e una fiaccolata: i nomi delle vittime saranno letti uno a uno. Quest’estate lo Stabile — diretto da Alessandro Preziosi, l’attore, e animato da Giorgio Iraggi — organizzerà spettacoli sulle piazze di fronte ai teatri distrutti o inagibili, Sant’Agostino e San Filippo. Mentre al Comunale i lavori sono partiti, e dovrebbero finire tra due anni. [...]

Lunedì 2 Aprile 2012


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http://video.corriere.it/tempo-sospeso-aquila/394cbeba-7c33-11e1-95a2-17cafbbd8350
l'interno del Teatro Comunale di L'Aquila gravemente lesionati dal sisma: minuto -09.20




CORRIERE DELLA SERA - Edizione Nazionale - Approfondimenti -







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genziana



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MessaggioInviato: Mar Apr 03, 2012 11:15    Oggetto: PREZIOSI 3-4/4/12 CYRANO DE BERGERAC, Teatro Circus, PESCARA Rispondi citando



      3 e 4 Aprile 2012 • Teatro Circus, PESCARA

      il Desk ADRICESTA Onlus accoglie nel foyer


ha scritto:



Notizie - ABRUZZO - PESCARA


    Al Circus Preziosi impersona «Cyrano»

Il settimo appuntamento della 46ª stagione vede tornare un personaggio molto amato a Pescara, impegnato in un classico del teatro assieme a Benjamin Stender (nella parte di Cristiano), Valentina Cenni (nella parte di Rossana) e una compagnia di 11 elementi. Le scene sono di Andrea Taddei, i costumi di Alessandro Lai, le musiche di Andrea Farri, le luci di Valerio Tiberi.
La regia è curata dallo stesso Preziosi.

03/04/2012




    IL TEMPO - Edizione ABRUZZO - Pagine Pescara






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