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Il sogno continua...parte settima!
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Autore Messaggio
Lele



Registrato: 10/05/06 20:07
Messaggi: 2143

MessaggioInviato: Sab Lug 21, 2012 01:58    Oggetto: Rispondi citando


Grazie, Doni cara, e a tutte, per il ricordo di questi grandi EROI.

Oggi il mio pensiero va a Pecara, a tre anni fa: che emozioni fortissime <3 a Pescara, per la prima volta, ero stata, però, il primo luglio 2006, ricordi Doni? Very Happy
Embarassed

Gisi, come stai? E Christian?

Buon fine settimana a tutte voi, sognatrici! Very Happy
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nenepd



Registrato: 14/09/07 12:56
Messaggi: 2163
Residenza: PROVINCIA DI PADOVA

MessaggioInviato: Sab Lug 21, 2012 14:10    Oggetto: Rispondi citando


Antonietta68 ha scritto:
Quando ci sono situazioni molto emozionanti,come possono essere delle immagini,dei gesti,un sorriso,cerco sempre di trattenermi dal farmi scendere qualche lacrima,un pò m'imbarazza commuovermi......ieri sera,quando ho rivisto per l'ennesima volta il film di Borsellino e Falcone ho pianto senza ritegno,singhiozzavo quasi.....mi sono immedesimata nella parte delle compagne di questi uomini straordinari,ho cercato di capire da figlia come avrei vissuto una situazione anormale di vita quotidiana,una festa con gli uomini della scorta che sorvegliano non è il massimo per una ragazza!Da mamma,come si può sentire una mamma che sa che suo figlio è un bersaglio mobile.......un uomo,un uomo che sa di essere insostituibile per tutti ma che ha fretta di finire il suo lavoro perchè sa che deve morire!
Se avessi avuto il privilegio di avere un padre come Borsellino non so se gli avrei detto "vai avanti anche per me".......perchè alla fine sono sempre i figli quelli che decidono,non si dice "no" ai figli......
la vergogna di questo paese è che ancora non si conosce la verità......o non la si vuol rendere pubblica?


eravamo in 2 commosse di fronte a questa pagina di storia...e ciò che hai scritto rispecchia appieno ciò che anch'io ho provato!

Un bacio ed un abbraccio a tutte!
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Doni



Registrato: 18/01/06 20:27
Messaggi: 6014
Residenza: Bergamo

MessaggioInviato: Sab Lug 21, 2012 17:47    Oggetto: Rispondi citando


Diciamo che la commozione era comune ...vi posto una lettera che fa riflettere, oggi Manfredi Borsellino è un dirigente di polizia ...nonostante l'atrocità vissuta... crede nella giustizia.


"Grazie caro papà".

Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo, scrive una lettera alla memoria del padre, ucciso dalla mafia


Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l’esame di diritto commerciale, ero esattamente allo “zenit” del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella via Zandonai, dove nel bel mezzo del “taglio” fu raggiunto dalla telefonata di un collega che gli comunicava dell’attentato a Giovanni Falcone lungo l’autostrada Palermo-Punta Raisi.

Ricordo bene che mio padre, ancora con tracce di schiuma da barba sul viso, avendo dimenticato le chiavi di casa bussò alla porta mentre io ero già pietrificato innanzi la televisione che in diretta trasmetteva le prime notizie sull’accaduto. Aprii la porta ad un uomo sconvolto, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla né lui proferì parola.

Si cambiò e raccomandandomi di non allontanarmi da casa si precipitò, non ricordo se accompagnato da qualcuno o guidando lui stesso la macchina di servizio, nell’ospedale dove prima Giovanni Falcone, poi Francesca Morvillo, gli sarebbero spirati tra le braccia. Quel giorno per me e per tutta la mia famiglia segnò un momento di non ritorno. Era l’inizio della fine di nostro padre che poco a poco, giorno dopo giorno, fino a quel tragico 19 luglio, salvo rari momenti, non sarebbe stato più lo stesso, quell’uomo dissacrante e sempre pronto a non prendersi sul serio che tutti conoscevamo.

Ho iniziato a piangere la morte di mio padre con lui accanto mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente allestita all’interno del Palazzo di Giustizia. Non potrò mai dimenticare che quel giorno piangevo la scomparsa di un collega ed amico fraterno di mio padre ma in realtà è come se con largo anticipo stessi già piangendo la sua.
Dal 23 maggio al 19 luglio divennero assai ricorrenti i sogni di attentati e scene di guerra nella mia città ma la mattina rimuovevo tutto, come se questi incubi non mi riguardassero e soprattutto non riguardassero mio padre, che invece nel mio subconscio era la vittima. Dopo la strage di Capaci, eccetto che nei giorni immediatamente successivi, proseguii i miei studi, sostenendo gli esami di diritto commerciale, scienze delle finanze, diritto tributario e diritto privato dell’economia. In mio padre avvertivo un graduale distacco, lo stesso che avrebbero percepito le mie sorelle, ma lo attribuivo (e giustificavo) al carico di lavoro e di preoccupazioni che lo assalivano in quei giorni. Solo dopo la sua morte seppi da padre Cesare Rattoballi che era un distacco voluto, calcolato, perché gradualmente, e quindi senza particolari traumi, noi figli ci abituassimo alla sua assenza e ci trovassimo un giorno in qualche modo “preparati” qualora a lui fosse toccato lo stesso destino dell’amico e collega Giovanni.

La mattina del 19 luglio, complice il fatto che si trattava di una domenica ed ero oramai libero da impegni universitari, mi alzai abbastanza tardi, perlomeno rispetto all’orario in cui solitamente si alzava mio padre, che amava dire che si alzava ogni giorno (compresa la domenica) alle 5 del mattino per “fottere” il mondo con due ore di anticipo. In quei giorni di luglio erano nostri ospiti, come d’altra parte ogni estate, dei nostri zii con la loro unica figlia, Silvia, ed era proprio con lei che mio padre di buon mattino ci aveva anticipati nel recarsi a Villagrazia di Carini dove si trova la residenza estiva dei miei nonni materni e dove, nella villa accanto alla nostra, ci aveva invitati a pranzo il professore “Pippo” Tricoli, titolare della cattedra di Storia contemporanea dell’Università di Palermo e storico esponente dell’Msi siciliano, un uomo di grande spessore culturale ed umano con la cui famiglia condividevamo ogni anno spensierate stagioni estive.


Mio padre, in verità, tentò di scuotermi dalla mia “loffia” domenicale tradendo un certo desiderio di “fare strada” insieme, ma non ci riuscì. L’avremmo raggiunto successivamente insieme agli zii ed a mia madre. Mia sorella Lucia sarebbe stata impegnata tutto il giorno a ripassare una materia universitaria di cui avrebbe dovuto sostenere il relativo esame il giorno successivo (cosa che fece!) a casa di una sua collega, mentre Fiammetta, come è noto, era in Thailandia con amici di famiglia e sarebbe rientrata in Italia solo tre giorni dopo la morte di suo padre.
Non era la prima estate che, per ragioni di sicurezza, rinunciavamo alle vacanze al mare; ve ne erano state altre come quella dell’85, quando dopo gli assassini di Montana e Cassarà eravamo stati “deportati” all’Asinara, o quella dell’anno precedente, nel corso della quale mio padre era stato destinatario di pesanti minacce di morte da parte di talune famiglie mafiose del trapanese. Ma quella era un’estate particolare, rispetto alle precedenti mio padre ci disse che non era più nelle condizioni di sottrarsi all’apparato di sicurezza cui, soprattutto dopo la morte di Falcone, lo avevano sottoposto, e di riflesso non avrebbe potuto garantire a noi figli ed a mia madre quella libertà di movimento che negli anni precedenti era riuscito ad assicurarci.

Così quell’estate la villa dei nonni materni, nella quale avevamo trascorso sin dalla nostra nascita forse i momenti più belli e spensierati, era rimasta chiusa. Troppo “esposta” per la sua adiacenza all’autostrada per rendere possibile un’adeguata protezione di chi vi dimorava. Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un suo amico per quello che sarebbe stato l’ultimo bagno nel “suo” mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D’Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare.
Anche il pranzo in casa Tricoli fu un momento piacevole per tutti, era un tipico pranzo palermitano a base di panelle, crocché, arancine e quanto di più pesante la cucina siciliana possa contemplare, insomma per stomaci forti. Ricordo che in tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel “tenere comizio” come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all’immaginazione.

Dopo quello che fu tutto fuorché un riposo pomeridiano, mio padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l’eccidio) e l’agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina parcheggiata sul piazzale limitrofo le ville insieme a quelle della scorta. Mia madre lo salutò sull’uscio della villa del professore Tricoli, io l’accompagnai portandogli la borsa sino alla macchina, sapevo che aveva l’appuntamento con mia nonna per portarla dal cardiologo per cui non ebbi bisogno di chiedergli nulla. Mi sorrise, gli sorrisi, sicuri entrambi che di lì a poche ore ci saremmo ritrovati a casa a Palermo con gli zii.
Ho realizzato che mio padre non c’era più mentre quel pomeriggio giocavo a ping pong e vidi passarmi accanto il volto funereo di mia cugina Silvia, aveva appena appreso dell’attentato dalla radio. Non so perché ma prima di decidere il da farsi io e mia madre ci preoccupammo di chiudere la villa. Quindi, mentre affidavo mia madre ai miei zii ed ai Tricoli, sono salito sulla moto di un amico d’infanzia che villeggia lì vicino ed a grande velocità ci recammo in via D’Amelio.

Non vidi mio padre, o meglio i suoi “resti”, perché quando giunsi in via D’Amelio fui riconosciuto dall’allora presidente della Corte d’Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna. Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all’interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell’esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre; a differenza di quello che si può pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell’ultima immagine del padre, è come se si fossero voluti salutare un’ultima volta.

La mia vita, come d’altra parte quella delle mie sorelle e di mia madre, è certamente cambiata dopo quel 19 luglio, siamo cresciuti tutti molto in fretta ed abbiamo capito, da subito, che dovevamo sottrarci senza “se” e senza “ma” a qualsivoglia sollecitazione ci pervenisse dal mondo esterno e da quello mediatico in particolare. Sapevamo che mio padre non avrebbe gradito che noi ci trasformassimo in “familiari superstiti di una vittima della mafia”, che noi vivessimo come figli o moglie di ….., desiderava che noi proseguissimo i nostri studi, ci realizzassimo nel lavoro e nella vita, e gli dessimo quei nipoti che lui tanto desiderava. A me in particolare mi chiedeva “Paolino” sin da quando avevo le prime fidanzate, non oso immaginare la sua gioia se fosse stato con noi il 20 dicembre 2007, quando è nato Paolo Borsellino, il suo primo e, per il momento, unico nipote maschio.

Oggi vorrei dire a mio padre che la nostra vita è sì cambiata dopo che ci ha lasciati ma non nel senso che lui temeva: siamo rimasti gli stessi che eravamo e che lui ben conosceva, abbiamo percorso le nostre strade senza “farci largo” con il nostro cognome, divenuto “pesante” in tutti i sensi, abbiamo costruito le nostre famiglie cui sono rivolte la maggior parte delle nostre attenzioni come lui ci ha insegnato, non ci siamo “montati la testa”, rischio purtroppo ricorrente quando si ha la fortuna e l’onore di avere un padre come lui, insomma siamo rimasti con i piedi per terra. E vorrei anche dirgli che la mamma dopo essere stata il suo principale sostegno è stata in questi lunghi anni la nostra forza, senza di lei tutto sarebbe stato più difficile e molto probabilmente nessuno di noi tre ce l’avrebbe fatta.

Mi piace pensare che oggi sono quello che sono, ossia un dirigente di polizia appassionato del suo lavoro che nel suo piccolo serve lo Stato ed i propri concittadini come, in una dimensione ben più grande ed importante, faceva suo padre, indipendentemente dall’evento drammatico che mi sono trovato a vivere.
D’altra parte è certo quello che non sarei mai voluto diventare dopo la morte di mio padre, una persona che in un modo o nell’altro avrebbe “sfruttato” questo rapporto di sangue, avrebbe “cavalcato” l’evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di …. o perché di cognome fa Borsellino. A tal proposito ho ben presente l’insegnamento di mio padre, per il quale nulla si doveva chiedere che non fosse già dovuto o che non si potesse ottenere con le sole proprie forze. Diceva mio padre che chiedere un favore o una raccomandazione significa mettersi nelle condizioni di dovere essere debitore nei riguardi di chi elargisce il favore o la raccomandazione, quindi non essere più liberi ma condizionati, sotto il ricatto, fino a quando non si restituisce il favore o la raccomandazione ricevuta.

Ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita.

Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere.
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Doni



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MessaggioInviato: Sab Lug 21, 2012 17:52    Oggetto: Rispondi citando


Buona domenica a tutte ...

Vi voglio bene Razz

P.s. Lele, la prima volta non si dimentica Razz
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paolat



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MessaggioInviato: Dom Lug 22, 2012 20:08    Oggetto: Rispondi citando


Bellissima e commovente la lettera di Manfredi Borsellino ...
grazie Doni per averla postata ...

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marystone



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MessaggioInviato: Dom Lug 22, 2012 20:13    Oggetto: Rispondi citando


....l'ho riletta...con tanta commozione!!!!
Uomini di grande valore morale!!!!
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Marilina



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MessaggioInviato: Dom Lug 22, 2012 21:44    Oggetto: Rispondi citando


Crying or Very sad l'ho letta ora...
una famiglia di grande onore e dignità.
Forse non avrà la stessa fama del padre ma anche lui sarà un grande uomo e sarà di grande esempio al suo bambino e chissà...
magari ci sarà un altro Paolo Borsellino che un giorno farà tremare la malavita di questo paese!!!
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Doni



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 11:39    Oggetto: Rispondi citando




Cara Gisi ...non so se alla corte i conti tornano Rolling Eyes qui tornano ... da oggi sono 56!

Tanti cari auguri !

Baci

P.s. Secondo te , le dobbiamo chiamare ancora primavere?mah, secondo me siamo in fase preautunnale
Rolling Eyes Laughing
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paolat



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 12:59    Oggetto: Rispondi citando


Gisiiiii ..... tanti, tanti cari auguri anche da parte mia!

Doni ha scritto:

P.s. Secondo te , le dobbiamo chiamare ancora primavere?mah, secondo me siamo in fase preautunnale Rolling Eyes Laughing


Doni .. ma che esagerata .... dei fiori siamo!!!! Laughing Laughing
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Doni



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 13:14    Oggetto: Rispondi citando


Sono sincera... non esagerata se facciamo 2 conti...
la primavera va dall'infanzia all'adolescenza ...l'estate rappresenta la miglior gioventù Rolling Eyes noi siamo leggermente in declino... inizio autunno ...per l'inverno e il letargo c'è tempo Wink alla fine che ce frega... siamo giovani dentro Razz
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paolat



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 13:22    Oggetto: Rispondi citando


Doni ha scritto:
Sono sincera... non esagerata se facciamo 2 conti...
la primavera va dall'infanzia all'adolescenza ...l'estate rappresenta la miglior gioventù Rolling Eyes noi siamo leggermente in declino... inizio autunno ...per l'inverno e il letargo c'è tempo Wink alla fine che ce frega... siamo giovani dentro Razz



.. vabbè ... dai .. leggermente va bene ! e comunqe hai ragione .. che ce frega !
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Doni



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 13:34    Oggetto: Rispondi citando


Paola, mettiti l' autan che c'è pieno di zanzare ...
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paolat



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 13:36    Oggetto: Rispondi citando


Doni ha scritto:
Paola, mettiti l' autan che c'è pieno di zanzare ...


Sì .. sì ... lo metto ... mamma mia sono così fastidiose ....
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gisi



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 15:34    Oggetto: Rispondi citando


Doni ha scritto:


Cara Gisi ...non so se alla corte i conti tornano Rolling Eyes qui tornano ... da oggi sono 56!

Tanti cari auguri !

Baci

P.s. Secondo te , le dobbiamo chiamare ancora primavere?mah, secondo me siamo in fase preautunnale
Rolling Eyes Laughing



GRAZIE....GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!

Purtroppo qui alla Corte i conti non tornano Crying or Very sad Shocked
Ma i miei tornano.....eccome Wink

La fase preautunnale mi può anche andare bene, ma molto molto ...pre... Laughing Laughing

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gisi



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MessaggioInviato: Lun Lug 23, 2012 15:37    Oggetto: Rispondi citando


paolat ha scritto:
Gisiiiii ..... tanti, tanti cari auguri anche da parte mia!

Doni ha scritto:

P.s. Secondo te , le dobbiamo chiamare ancora primavere?mah, secondo me siamo in fase preautunnale Rolling Eyes Laughing


Doni .. ma che esagerata .... dei fiori siamo!!!! Laughing Laughing



Cara Paola......grazie....grazie. La verità è che, nonostante i vari problemi mi sento non proprio un fiore, ma quasi...... Laughing Wink


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