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"IL GIUDICE"- Gli Anni Spezzati e un abbraccio
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genziana



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MessaggioInviato: Ven Dic 06, 2013 14:26    Oggetto: Regia Graziano Diana GLI ANNI SPEZZATI - IL GIUDICE |RaiUno Rispondi citando



'Gli anni spezzati' serie Rai Uno regia: Graziano Diana

programmazione: gennaio 2014, 2° film tv 'Il Giudice'









Sinossi - Mario Sossi è uno dei Procuratori più competenti e brillanti del Tribunale di Genova. Il suo unico “torto” è quello di aver condotto le indagini e sostenuto la pubblica accusa nel processo alla brigata XXII Ottobre, una formazione dell’ultra sinistra genovese autrice di un barbaro delitto, ottenendo il massimo della pena per gli imputati. Da quel momento si scatena contro di lui una violenta campagna d’odio fatta di slogan urlati e scritti sui muri, in cui il giudice viene minacciato di morte. Il grado di allerta preoccupa i suoi più stretti collaboratori: il Procuratore Generale e suo fedele amico, Francesco Coco; il suo giovane allievo, Roberto Nigro, e naturalmente la moglie Grazia. Sossi però continua dritto per la sua strada e decide di non modificare le proprie abitudini. Non sa che Franceschini, Curcio e la Cagol, i tre fondatori del nuovo gruppo terroristico Brigate Rosse, stanno organizzando il suo sequestro.

È la sera del 18 Aprile 1974 quando Sossi cade nell’agguato dei terroristi. Il magistrato viene rapito e rinchiuso in una villetta-carcere a Tortona. Partono immediatamente le indagini, rivolte verso i gruppi sovversivi di sinistra che operano in Liguria, senza approdare a nulla di concreto. Mentre Sossi durante la prigionia subisce un processo sommario per la presunta persecuzione della classe operaia che gli viene imputata dai brigatisti, in Procura Roberto e Claudia Maestrali, un giovane magistrato che si è appena unito al pool, lavorano fianco a fianco per trovare i responsabili del sequestro. Con un ultimo comunicato, i brigatisti pongono come condizione per il rilascio dell'ostaggio la scarcerazione degli otto condannati della brigata XXII Ottobre. Il governo respinge senza esitazioni quella richiesta. Roberto e Claudia tentano di convincere i colleghi a gestire la delicata situazione nel modo migliore per far liberare l’amico e collega, ma il loro potere è molto limitato.

Grazia, la moglie di Sossi, dopo accorati appelli caduti nel vuoto, presenta un ricorso alla Corte d’Appello per ottenere la scarcerazione dei brigatisti in cambio della libertà del marito. Nonostante il parere negativo di Coco, lacerato tra l’amicizia per l’amico e la consapevolezza che cedere al ricatto terroristico può minare l’integrità delle istituzioni, la Corte d’Appello dà il via libera alla scarcerazione provvisoria degli 8 brigatisti in cambio di quella di Sossi, a patto che l’uomo sia rilasciato in condizioni d’integrità fisica. Sossi viene rilasciato. L’uomo può finalmente riabbracciare la famiglia e i colleghi. I medici che lo visitano gli prescrivono una prognosi di 20 giorni accertando le sue precarie condizioni di salute. Quanto basta a Coco per annullare il patto con i brigatisti e non scarcerare i loro compagni. L’uomo è consapevole delle possibili conseguenze del suo gesto, ma è pronto a pagarne il prezzo. Sossi e Coco hanno nel frattempo un incontro chiarificatore, il giudice ha compreso le ragioni dell’anziano collega anche se hanno messo a rischio la sua stessa vita. Gli inquirenti intanto chiudono il cerchio intorno ai brigatisti decapitando i vertici dell’organizzazione: Franceschini e Curcio vengono arrestati, mentre la Cagol rimane vittima di uno scontro a fuoco. I terroristi però si riorganizzano e individuano il prossimo obiettivo: Francesco Coco. Il magistrato viene ucciso, e con lui i membri della sua scorta. Il Paese perde così uno dei suoi uomini più valorosi, ma l’eroico sacrificio di Coco consente allo Stato di non cedere al ricatto terroristico e di rispondere con fermezza a chi voleva abbattere i principi della democrazia.





Due uomini di una generazione che non c’è più, ma che tutti avremmo voluto conoscere meglio: quella dei nostri genitori, quella dei nostri nonni, quella di gente che è vissuta senza conoscere i computer, gli iphone, senza sapere che cosa volesse dire “social network”, ma che ha saputo creare rapporti profondi, legami umani indissolubili.
Una generazione che ha creduto nell’amicizia come nel più alto dei valori, animata da un’incrollabile fede nella giustizia e nella legge.

Valori che vengono ormai dati per scontati, ma che diventano croci da portare con fatica e sudore se applicati con rigore, con la consapevolezza che fanno parte di un disegno più alto della semplice rappresentazione di un articolo fissato sul codice.

Due amici che, in quei lontani anni settanta, hanno vissuto una tragica vicenda su posizioni solo apparentemente contrapposte: Francesco Coco e Mario Sossi si sarebbero comportati allo stesso modo se i ruoli del difensore della legge e della vittima del sequestro delle Brigate Rosse si fossero invertiti.
I due magistrati hanno affrontato la tragedia del terrorismo senza dimenticarsi di quello che erano: due servitori dello Stato, due amici, due padri di famiglia.



fonte: www.albatrossfilm.it/serie/gli-anni-spezzati.html - fotogallery dalle due puntate



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margherita79



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MessaggioInviato: Ven Dic 06, 2013 14:35    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Giuly......sara'un film bellissimo ma anche molto forte per gli argomenti che tratta...un'altro ruolo impegnativo ma all'altezza del nostro Ale....
In bocca al lupo Ale...un abbraccio
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margherita79
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Dic 07, 2013 13:29    Oggetto: 09/12 lunedì 21.15 -UN AMORE E UNA VENDETTA- Mediaset EXTRA! Rispondi citando







    UN ABBRACCIO ... IN TV MEDIASET Extra: 21.15

      09/12 lunedì UN AMORE E UNA VENDETTA

      con ANNA VALLE e ALESSANDRO PREZIOSI

      è il gran finale! ultima puntata della serie tv


repliche su canale 34 del digitale terrestre e canale 17 di TivùSat
> web
www.video.mediaset.it/video/un_amore_e_una_vendetta/full/403140/ottavo-episodio.html


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marystone



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MessaggioInviato: Sab Dic 07, 2013 20:56    Oggetto: Rispondi citando


Non vedo l'ora di vedere....Gli anni spezzati!!!

Andare indietro di 40 anni.....e quanto doloroso..... ricordare quel triste periodo della nostra vita. E sarà doloroso soprattutto per chi l'ha vissuto sulla propria pelle e su quella dei propri cari...vittime innocenti di una strategia criminale che ha scosso.....purtroppo.... il nostro Paese per più di un decennio.


Sarà bellissimo rivedere l'ultima puntata del nostro.....Bermann!!!! Laughing Laughing
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genziana



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MessaggioInviato: Sab Dic 14, 2013 17:06    Oggetto: 13-14-15/12 Fiction-mania RAI PREMIUM dove girò IL CAPITANO! Rispondi citando






quattro minuti indietro sul set della miniserie tv IL CAPITANO, alcuni dei luoghi dove Vittorio Sindoni girò la fiction: come sono oggi e come li abbiamo visti fare da sfondo ad alcune scene, con Alessandro Preziosi nei panni del protagonista, dal minuto 31/35

in replica televisiva su Rai Premium sab.14 alle ore 01.35 e domenica 15/12 alle 9.20


www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f424721a-18ab-4b87-9c85-26319c900da6.html a Giuliano Gemma, un affettuoso ricordo di stima e rispetto, giuly

Gemma un anno fa, intervista www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-52440e33-3f1f-4dd9-8af1-dd920a4109e3.html


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L'ultima modifica di genziana il Lun Dic 16, 2013 12:36, modificato 1 volta
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marystone



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MessaggioInviato: Dom Dic 15, 2013 21:42    Oggetto: Rispondi citando


Tantissima stima e simpatia per Giuliano Gemma!!
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margherita79



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MessaggioInviato: Lun Dic 16, 2013 10:13    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Giuly....Giuliano Gemma era un uomo molto stimato e apprezzato...e a lui rivolgo tutto il mio affetto e stima
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Dic 16, 2013 12:46    Oggetto: ricordo di Giuliano Gemma, intervista Rai, 20 dicembre 2012 Rispondi citando


Gemma un anno fa, intervista www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-52440e33-3f1f-4dd9-8af1-dd920a4109e3.html


ho aggiornato il link sopra alla trasmissione Fiction Magazine del 13 scorso, con quello di RAI.TV on demand, e così ho ritrovato anche questa ottima intervista a Giuliano Gemma, andata in onda a dicembre 2012, chissà che anche il nostro Capitano trovi il tempo per rivederla, è un bel ricordo per tutto il cinema italiano, e personale; ricordiamo di allacciare le cinture in auto, sempre!
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Dic 17, 2013 15:58    Oggetto: Regia Graziano Diana GLI ANNI SPEZZATI: IL GIUDICE | Rai Uno Rispondi citando







ha scritto:



      L’Anteprima – Tre film per raccontare gli Anni di Piombo

      Il terrorismo, 40 anni dopo in prima serata


Di Malcom Pagani, 16 dicembre 2013

Tre film. Sei puntate a gennaio. La Rai racconta gli anni di piombo in prima serata. Dagli omicidi Calabresi e Coco, al sequestro Sossi, passando per il terrorismo nella Fiat. Ecco il racconto in anteprima. Pagina 12 e 13: IL FATTO Quotidiano del Lunedì




LA STORIA SONO LORO, SOLI CONTRO IL PIOMBO



L’anteprima della fiction Rai di gennaio: la storia del giudice Sossi, sequestrato dalle Brigate Rosse, quella del capo del personale della Fiat e del commissario Luigi Calabresi. La lunga notte delle Repubblica



Mariano Rumor, Presidente del Consiglio. L’aria grave. La voce meccanica. Il bianco e nero del 12 dicembre 1969: “L’azione fermissima, immediatamente intrapresa per individuare e colpire i vili delinquenti, è la certezza che io in nome del governo dò al Paese”. Quarantaquattro inverni dopo, in quel cratere di delusioni che sono le promesse, Piazza Fontana è ancora lì. Ne “Gli anni spezzati”, la trilogia sui Settanta che Rai Uno manderà in onda da metà gennaio in sei puntate, Emilio Solfrizzi la percorre riflettendo con un amico a passo lento. “Questo luogo non sarà mai più lo stesso”. Parla di golpe, fascisti e finti anarchici. Si scopre a dar ragione agli editori rivoluzionari. Interpreta un Luigi Calabresi lucido e molto solo che dal giorno della morte in Questura del “frenatore delle Ferrovie dello Stato in servizio a Porta Garibaldi” Giuseppe Pinelli: “Nel mio ufficio, con i miei uomini” sente il dovere di razionalizzare: “Non siamo stati in grado di spiegare che è successo”, e conta il tempo che gli resta. Lotta Continua gli augura la morte. All’università, sui volantini, ballano domande che sono già risposte: “Commissario che fai, spingi?”. Nei cortei cupi, con i caschi in testa, il volto coperto e i bastoni in bella vista, gli urlano fascista e gli gridano assassino.

La genesi
La finzione restituisce il clima d’epoca. Il repertorio conferma l’impressione. Graziano Diana, regista e sceneggiatore per Albatross e Rai Fiction di 600 minuti che attraversano un decennio della storia d’Italia raccontata dalla parte delle vittime, non l’ha edulcorata. Ha chiesto l’aiuto di Luciano Garibaldi, Adalberto Baldoni e Sandro Provvisionato per la consulenza storica e poi nelle relative ristrettezze di bilancio (progetto elaborato fin dalla fine del 2005, 9 milioni di euro complessivi, ricostruzione impeccabile, affidata allo scenografo di Benigni, Bellocchio, Fellini e Risi, Giantito Burchiellaro, qualche interno serbo, qualche compromesso, una manciata di validi attori slavi), ha tracciato con pazienza le rette convergenti di tre destini. Un poliziotto, Luigi Calabresi. Un giudice (il magistrato genovese Mario Sossi sequestrato dalle Brigate Rosse nel ‘74, l’ottimo Alessandro Preziosi). Un dirigente della Fiat (Giorgio Venuti, l’attore Alessio Boni) che nella Torino del ’79 si trova a firmare sessantuno lettere di licenziamento a operai sospettati di avere contiguità con il terrorismo scoprendo poi di avere una figlia militante in una costola di Prima Linea (nel film Giulia Michelini). L’unico profilo di pura invenzione narrativa (con molte aderenze nel reale, compresa l’arbitrarietà di alcune di quelle “comunicazioni aziendali”) che la filologia de “Gli anni spezzati” concede all’atmosfera. Che è quella della guerra. Nel mondo rovesciato in cui si può entrare da stragisti in un’aula di giustizia, essere condannati in contumacia e diventare miliardari, travestirsi per diluire coscienza e rimorso in accettabile equilibrio, Graziano Diana ha scelto di non farlo. I suoi eroi hanno il fascino dimesso di chi si autoinfligge il castigo del princìpio. L’umanità dei martiri per caso che anche nella paura e nell’insonnia, marciano: “Chissà come sarai tu da grande”, dice Calabresi al figlio Mario: “Forse papà non riuscirà a vederti”.

Protagonisti e comparse
Il senso del dovere di Francesco Coco, procuratore presso la Corte d’Appello di Genova, un Ennio Fantastichini, tragico e dolente. Per impugnare la sentenza della Corte d’Assise (e dire una parola decisiva sullo scambio tra Mario Sossi e gli otto detenuti della XXII ottobre proposto dai brigatisti che tengono prigioniero il giudice) ha pochi giorni e una mostruosa pressione sulle spalle. Da un lato il suo delfino, l’amico Sossi, sorvegliato da Mara Cagol, processato da Alberto Franceschini, infine liberato dopo 35 giorni di cattività trascorsi in una villetta dell’Alessandrino. Dall’altra lo Stato. La linea della fermezza anni prima di Aldo Moro. In tribunale i colleghi gli chiedono clemenza e firmano petizioni. La moglie di Sossi, Grazia (Stefania Rocca ) evade dall’embargo della Rai per chiedere la liberazione del marito e affidare il suo durissimo appello alla Televisione Svizzera. La notte prima di presentare il parere, Coco soffre e si tormenta. Lo scrive e strappa fogli, fuma e inizia di nuovo. Poi firma e va a dormire. Gli telefona il Presidente della Repubblica. Gli chiede di non cedere. Coco spegne la luce, non cambia il testo di una virgola, infrange il suo universo di riferimento per sempre e dopo essersi espresso per il no (“Un arrogante voltafaccia” dirà Renato Curcio) va a morire ai piedi di una salita genovese intitolata a una santa, discutendo di diritto con un uomo della scorta, due anni dopo il sequestro Sossi.

Vendetta e ideologia
La vendetta ha la memoria lunga e non offre consolazioni. Non riannoda i fili, ma li sfrangia. Sfuma le stinte ideologie di un tempo accorciando le distanze tra i nemici, minaccia il perdono globale, pretende l’amnistìa ma da sempre dimentica - unica costante di un abito nazionale a identità variabile- gli anelli deboli su cui il film di Diana (patrocinato dai familiari delle Vittime del terrorismo e dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato) allarga meritoriamente lo sguardo. Così tra il portavalori Alessandro Floris, immortalato ad occhi aperti in istantanee da amatori che per alcuni segnano l’alba della lotta armata, ucciso come un cane nel 1971 mentre si attacca a una Lambretta in fuga, “perché ostacolava l’operazione di autofinanziamento dei compagni” e il tramonto della Fiat, ne “Gli anni spezzati” ritrovi il doloroso tributo dato dalle retrovie a un decennio atroce. L’odio. Le “risoluzioni strategiche”. Gli slogan. “Guida e Calabresi/ sarete presto appesi”. “Coco/Coco/è ancora troppo poco”. I cori da stadio. Il branco. A Milano come a Genova. A Settimo Torinese come nel cuore della produzione automobilistica italiana, fotografata nei mesi che precedono il corteo dei quarantamila, il declino industriale e la riconversione definitiva che Nicola Tranfaglia definirà: “Una radicale trasformazione della città”. Cognomi anonimi confinati in una breve. Baristi trucidati per sbaglio. Medici coraggiosi che denunciano i sabotaggi e pagano con la vita. Guardie giurate. Studenti della scuola di amministrazione aziendale della Fiat rastrellati, riuniti nella palestre, come a Beslan e gambizzati da commandi paramilitari a sangue freddo. Corone di fiori avvizziti. Ai margini della solitudine di chi dovette fare una scelta, al confine di un’opzione irreversibile, nel film di Diana prodotto da Alessandro Jacchia e Maurizio Momi, balla anche l’ostinazione di chi provò ad evadere altrove. In una complicata normalità che celebrava il futuro e lo sbarco sulla Luna, Italia-Germania 4-3 e Jon Voight sui manifesti di Midnight Cowboy, i beat, l’austerity, il disimpegno, l’amore libero e il referendum sul divorzio.

Ambizioni e risultati
Per dare un quadro d’insieme che tenesse uniti spirito civile, deliri verbosi: “Vogliamo essere sabbia non olio nei meccanismi del sistema”, buoni, cattivi, sommersi, salvati e stanze stanche in cui si discuteva “di terrorismo e di fotografia”, Diana ha evitato derive ideologiche. Lo attaccheranno (Garibaldi e Baldoni si sono occupati e forse sono ancora-se la definizione conserva un significato-di destra) ma anche se l’ambizione è enorme, non tutto funziona e certe sottotrame sentimentali del film hanno un impatto minore dell’affresco particolare, intimo e casalingo, alla destra politica (segnalata puntualmente e senza omissioni nei suoi tentativi di mimèsi e sovversione da Franco Freda in giù) il regista ha evitato di erigere impropri monumenti. Nel disegnare l’Italia dei Settanta, Diana che fu sceneggiatore dell’Ambrosoli di Placido, ha messo passione. La stessa che nella brughiera dove non si vede a un passo, Luigi Calabresi scorge come unico, nitido orizzonte verso cui puntare: “Il nostro Paese è uscito dalla dittatura solo da vent’anni e adesso si trova al confine di due mondi, spinto da una parte e dall’altra. Noi siamo nel mezzo, siamo il vaso di coccio, questo mestiere non puoi farlo se non hai passione”. Ne “Gli anni spezzati”, si tenta di indulgere alla retorica un po’ meno dello stretto necessario. La strada è un’altra. Togliere polvere all’oblìo. Addentrarsi nelle sfumature, comprendere la forza brutale del dissidio interiore. Le barriere familiari, di linguaggio, di generazione. Il livore gratuito. L’equilibrio impossibile. L’incomunicabilità che come in “Colpire al cuore” di Amelio trascina a fondo “le vittime delle circostanze” condannando colpevoli e innocenti. Gli inganni della prospettiva: “Benvenuto nel mondo dei grandi” dice ancora Calabresi a una giovane recluta: “Il posto in cui i ladri sono spesso guardie mascherate”. In questo vorticare di specchi in cui il riverbero del dolore spazza via ragioni e convinzioni e in cui finire nella rete di un gioco più grande di sé che non mette premi in palio, è la regola, Diana si è affidato a volti che al copione hanno aggiunto il talento. Ne “Gli anni spezzati” ci sono prove distantissime dalla routine.

Un mazzo di bravi attori
Uno degli attori più sottovalutati d’Italia, Thomas Trabacchi (già Marco Nozza in “Romanzo di una strage” di Giordana), poliziotto di ferro e brusco comandante della celere. Non una smorfia in più. Alessio Boni, quadro dell’azienda fondata da Agnelli, vedovo e docente, sprofondato in un abisso esistenziale che ne cambia i tratti somatici restituendolo allo spettatore dimagrito, efebico, quasi irriconoscibile. Allucinato e incredulo: “Mia figlia spara nella scuola in cui insegno io”.
Alessandro Preziosi che del Sossi originale conserva la ritrosìa modulando (e sorprendendo) con mano ferma rabbia, disgusto e sofferenza. Emilio Solfrizzi che ha tra tutti il ruolo più difficile si confronta suo malgrado con il commissario già messo in scena da Valerio Mastandrea. Pur essendo un’altra cosa e non sempre servito, quando non penalizzato dalla scrittura delle scene corali, trova in quelle in cui si muove da solo (circondato da uno spazio vuoto, ostile, grigio e atono) una dignità sobria e la cifra giusta per commuovere di sottrazione, rendendo omaggio all’umanità nascosta di Luigi Calabresi, alle sue debolezze, ai suoi dubbi e non al santino.

Donne, motori e cortei in cravatta
Arrivare al risultato in dieci ore di film non era facile. E se l’ambiente risulta credibile e certi articoli di stampa, certi appelli vergati dagli intellettò e certe carezze da Linotype: “Vogliamo la morte dei nostri nemici” contrastano con la voce di Leonard Cohen che accompagna Suzanne sulle rive del fiume finendo per dare ragione più in là dei dibattimenti infiniti a quel che Giampiero Mughini disse a Jacopo Iacoboni: “Io contesto l’impudenza vergognosa degli ex di Lotta Continua che ancora oggi si mettono sul piedistallo dei presunti guru e continuano a volersi raccontare come se fossero stati una forma di innocuo francescanesimo scalzo”, se accade, si deve anche alla recitazione. Dei maschi al fronte senza divisa (molto bravo anche Enzo De Caro, terrorizzato primario ospedaliero costretto a dormire in astanteria) e delle donne che chiamate alla supplenza, salgono in cattedra dando lezioni di contegno e determinazione. Quando sono figlie disperate o smarrite (Giulia Michelini, intensa neoterrorista sulle orme del padre). Mogli furibonde (Stefania Rocca, diafana, bellissima nei panni di Grazia Sossi) o preoccupate (Luisa Ranieri, una Gemma Capra che intuisce l’importanza del trasferimento di Calabresi a Roma). Nonne comprensive con gli sbagli dell’età acerba (Paola Pitagora), bambine solo troppo piccole per inseguire un sogno (Arianna Jacchia, all’esordio, convincente sorella di Giulia Michelini ne “L’ingegnere”) o segretarie intimidite che davanti ai dubbi dei capi azienda: “Non si è mai visto un corteo di gente in cravatta”, si danno coraggio, sciolgono i propri e il 14 ottobre dell’80, insieme ad Alessio Boni, fendendo Torino, decidono di scegliere finalmente da che parte stare. In cammino, senza più sacchi davanti alle finestre, paure o opportunismi miserabili. In marcia, insieme a un fiume di persone che - dissero i testimoni con il grado di benevola approssimazione che si concede all’evento capace di rivoluzionare veramente (e per sempre) i rapporti di forza non solo nella Fiat - furono quarantamila. Da quel giorno, giurarono sollevati i sopravvissuti alla garrota aziendale e agli errori della politica e del sindacato (15.000 licenziati), non ci sarebbe più identificati con la fabbrica, ma “con il lavoro in fabbrica”. Allora parve un soffio di consapevolezza. Trent’anni dopo è quasi archeologia industriale, catena che si spezza, motore collettivo che non gira e che non girerà mai più.




ITALIA IN TV

I dieci anni che hanno sconvolto l’Italia, raccontati dal punto di vista di chi ha combattuto la violenza, l’intolleranza, il terrorismo e l’odio per i rivali politici restando fedele alle istituzioni. È questo il filo che lega le tre storie che saranno raccontate, a partire da gennaio, da Rai Uno. A dirigere la mini-serie è Graziano Diana, regista ma soprattutto sceneggiatore con un lungo curriculum di fiction per la Rai (Ultimo, Lo zio d’America, Il giudice Mastrangelo). Il cast è di primissimo piano: Emilio Solfrizzi, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Ennio Fantastichini, Stefania Rocca, Giulia Michelini, Ninni Bruschetta e molti altri.






IL TERRORISMO IN TV
Cronologia di un decennio di sangue

12 dicembre 1969: un ordigno esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano. Muoiono 17 persone. E’ l’inizio della stagione delle bombe e del periodo buio che attraverserà tutti gli anni 70.
14 luglio 1970: inizia la rivolta di Reggio Calabria, la sommossa popolare capeggiata dal parlamentare missino Ciccio Franco, per protestare contro l’assegnazione del capoluogo di regione a Catanzaro.
7 dicembre 1970: esponenti del Fronte Nazionale, guidati dal principe nero Junio Valerio Borghese, tentano un colpo di Stato, annullato poi, all’ultimo momento per motivi mai chiariti.
29 dicembre 1971: Giovanni Leone viene eletto sesto Presidente della Repubblica.
14 marzo 1972: l’editore e fondatore dei Gap, Giangiacomo Feltrinelli, rimane ucciso dall’esplosione di un ordigno, mentre cerca di minare un traliccio dell’alta tensione a Segrate.
17 maggio 1972: viene assassinato Luigi Calabresi. Verranno condannati Sofri, Bompressi, Marino e Pietrostefani.
31 maggio 1972: strage di Peteano a opera dei fascisti di Ordine nuovo.
27 agosto 1972: Franco Freda e Giovanni Ventura vengono incriminati per Piazza Fontana.
28 maggio 1974: strage a Piazza della Loggia a Brescia.
28 febbraio 1976: arrestato il generale Maletti per Piazza Fontana.
22 giugno 1976: grande balzo del Pci alle elezioni politiche.
30 ottobre 1976: si scioglie Lotta continua
17 febbraio 1977: Luciano Lama, segretario Cgil, cacciato dall’Università di Roma.
12 maggio 1977: l’uccisione di Giorgiana Masi.
16 marzo 1978: rapimento di Aldo Moro che verrà ucciso dalle Br il 9 maggio.
24 gennaio 1979: Guido Rossa, Cgil, assassinato dalle Br.
2 agosto 1980: strage di Bologna.
4 aprile 1981: viene arrestato Mario Moretti, considerato il capo delle Br.




Il Fatto Quotidiano del Lunedì - 16/12/2013; pag. prima, 12-13





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genziana



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MessaggioInviato: Mar Dic 17, 2013 16:07    Oggetto: Regia Graziano Diana GLI ANNI SPEZZATI: IL GIUDICE | Rai Uno Rispondi citando



'Gli anni spezzati' serie Rai Uno regia: Graziano Diana

programmazione: gennaio 2014, 2° film tv 'Il Giudice'



www.youtube.com/watch?v=9R-CTBGcX3A : il VIDEO-promo ufficiale ALBATROSS Film

info: www.albatrossfilm.it/serie/gli-anni-spezzati.html - la fotogallery dalle due puntate



articoli e interviste 2012-13; la rassegna stampa del Forum di Alessandro :



ha scritto:





Il Fatto Quotidiano del Lunedì - 16/12/2013; pag. prima, 12-13







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margherita79



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MessaggioInviato: Mar Dic 17, 2013 18:16    Oggetto: Rispondi citando


La curiosita'e'tanta di vedere questo film e sono certa che avra'il successo che merita
Complimenti Ale,sono felice nel vederti interpretare ruoli sempre piu'significativi
Un abbraccio
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marystone



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MessaggioInviato: Mar Dic 17, 2013 19:51    Oggetto: Rispondi citando


grazie Giuly per il video su Giuliano Gemma!

L'ho ammirato come persona e come attore.
Il nostro Capitano in Autoritratti ne ha parlato benissimo.....quando ha lavorato con lui ne.....Il Capitano!!! Smile Smile
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pattyFI



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MessaggioInviato: Mar Dic 17, 2013 20:48    Oggetto: Rispondi citando


Grazie Giuly x aver ricordato il grande Giuliano Gemma.......

NN vediamo l'ora di vedere un altro buon lavoro prodotto rai.....gli anni spezzati.......Tre bravi attori in ruoli diversi.......

In bocca al lupo Alessandro.....noi...... tifiamo per te Exclamation

Ida P:S:Giorgio,Patrizia
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Donare un sorriso ad un bambino malato è un atto d'amore!



Io e te che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai contro un miliardo di persone! [Mille giorni di te e di me]
C.Baglioni
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genziana



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MessaggioInviato: Mer Dic 18, 2013 10:05    Oggetto: 14-15/01/2014 fiction GLI ANNI SPEZZATI - IL GIUDICE | RAI 1 Rispondi citando







'Gli anni spezzati' serie Rai Uno regia: Graziano Diana

mart.14 +merc.15 gennaio 2014 2° film tv 'Il Giudice'



www.youtube.com/watch?v=9R-CTBGcX3A : il VIDEO-promo ufficiale ALBATROSS Film

info: www.albatrossfilm.it/serie/gli-anni-spezzati.html - la fotogallery dalle due puntate



articoli e interviste 2012-13; la rassegna stampa del Forum di Alessandro :



in attesa del topic dedicato esclusivamente a questo argomento

commentiamo insieme qui con Un abbraccio a tutti • Alessandro



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CLAUDIA65



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MessaggioInviato: Ven Dic 20, 2013 00:50    Oggetto: Rispondi citando


Una parte dolorosissima della nostra storia recente, curiosa di vedrtr questa mini serie, con tre figure importanti. Un particola in bocca al lupo al nostro Capitano per il suo episodio.
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