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Autore Messaggio
genziana



Registrato: 22/03/04 13:40
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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 13:36    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI, 22/01/2019 RAI UNO Rispondi citando




    RAI 1 martedì 22 gennaio in prima visione film tv

    LIBERI DI SCEGLIERE regia di Giacomo Campiotti

    nel ruolo del magistrato: ALESSANDRO PREZIOSI






    cast artistico: Nicole Grimaudo, Carmine Buschini,
    Federica Sabatini, Federica De Cola,
    Corrado Fortuna, Vincenzo Palazzo,
    Andrea Bellisario, Lollo Franco, Naike Silipo,
    e con la partecipazione di Francesco Colella;

    scritto da Monica Zapelli con la collaborazione di:
    Sofia Bruschetta, Ivano Fachin, Giovanni Galassi,
    Tommaso Matano; prodotto da Angelo Barbagallo

    in coproduzione con RAI FICTION e BIBI FILM TV


fotografia: Stefano Ricciotti; montaggio: Roberto Missiroli con Marco Monardo; musica: Stefano Lentini; ediz. musicali Rai.com; scenografia: Sabrina Balestra; costumi: Gaia Calderone; suono: Glauco Puletti.







Marco Lo Bianco è un giudice del TRIBUNALE PER I MINORI di Reggio Calabria e ha un sogno: strappare i ragazzi alla ‘ndrangheta. Giorno dopo giorno ha visto sedere nella stessa aula di tribunale i figli delle più importanti famiglie mafiose della provincia. E ha capito una cosa: la ‘ndrangheta non si sceglie, si eredita.
Quando incontra Domenico, ultimo componente di una cosca di cui anni prima ha arrestato il fratello, decide che è arrivato il momento di dire basta.
Inizia una strada difficile che costringerà tutti ad abbandonare le proprie certezze. Lo Bianco e i suoi assistenti si confronteranno con i codici e i sentimenti di quelle famiglie che hanno considerato sempre e solo come cosche criminali. I più giovani, Domenico e Teresa, impareranno che esiste una famiglia allargata, rappresentata dallo Stato e dalla Comunità civile, pronta ad aiutarti a realizzare un futuro diverso, in cui poter essere, finalmente, liberi di scegliere.



ALBUM NEWS RAI n. 2/2019 www.ufficiostampa.rai.it/dl/doc/1547660151665_LIBERI%20DI%20SCEGLIERE.pdf








NOTE DI REGIA - Sono stati realizzati decine di film sulla mafia e sulla ‘ndrangheta, ma questo mi sembra diverso da tutti gli altri. I personaggi non sono supereroi del Male che possono suscitare in alcuni spettatori desiderio di emulazione. Abbiamo cercato di raccontarli con rispetto e verità, prigionieri nella rete di relazioni familiari dolorose e arcaiche che fa di loro le prime vittime. Il Male, fa male anche a chi lo fa. Quando Monica Zapelli ed Angelo Barbagallo, con cui avevamo già lavorato insieme nella fiction sul Maestro Manzi, “Non è mai troppo tardi”, mi hanno proposto questa storia, ho accettato con entusiasmo. È un progetto in cui la Rai può esprimere al meglio la sua missione di servizio pubblico.
L’idea nasce dall’esperienza di Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, che ha avuto l’intuizione e il coraggio di portare avanti un progetto che permettesse di allontanare dalle famiglie mafiose i minori a rischio, sottraendoli così ad un destino che quasi certamente li avrebbe portati a seguire le orme dei padri, e nello stesso tempo offrendo loro la possibilità di conoscere un altro modo di vivere.
Nel film, Domenico, figlio di ‘ndrangheta, deve decidere se accettare passivamente il ruolo mafioso a cui è destinato, che gli riconosce un’identità precisa ed un potere sociale ed economico, o scegliere invece una vita senza radici e certezze, ma libera da violenza, ricatti e connivenze.
Questa è l’opportunità che gli offre il Giudice insieme a tutti i suoi collaboratori. Sono i rappresentanti di uno Stato fatto non solo di Istituzioni, ma di persone che lottano per quello in cui credono.
Quello che ritengo molto interessante è che, in senso più ampio, questa storia racconta come ogni persona, malgrado i mille problemi e condizionamenti, ha il diritto e il dovere di prendere nelle proprie mani la scelta di cosa fare della propria vita.
Abbiamo effettuato una parte delle riprese in Calabria dove ho cercato di catturare il degrado ma anche la bellezza selvaggia, l’isolamento e la forza di questa terra. Qui abbiamo trovato persone speciali che ci hanno aiutato con generosità, ancora in bilico tra un mondo passato e un futuro già tradito. Ed è stato emozionante girare sullo stretto e a Messina. Trovo bello che in questo film la Sicilia sia vista come una terra “positiva” dove Domenico trova aiuto nel suo processo di maturazione e liberazione.
Durante le riprese ho aiutato gli attori a vivere la profondità emotiva dei legami di sangue tra questi personaggi, che sono assolutamente contemporanei ma che volevo trasmettessero la forza di archetipi ancestrali: il Padre, la Madre, il Figlio, il Fratello Maggiore, la Sorella…
È stata una sfida lavorare di nuovo con Carmine Buschini, che interpreta il “Figlio”, un personaggio così diverso da Leo dei Braccialetti Rossi. Ancora abbiamo lavorato sulle emozioni, ma questa volta represse e nascoste, anche a se stesso. È sempre un piacere lavorare con Nicole
Grimaudo, che dona alla “Madre”, intrappolata in una prigione di rimozioni, un profondo spessore. Voglio ricordare anche Francesco Colella, con la sua straordinaria capacità di cambiare in un istante la maschera del “Padre”, da capofamiglia premuroso a pericoloso assassino. E ringrazio anche Federica Sabatini e Vincenzo Palazzo che danno ai “Fratelli” verità e sensibilità. Federica De Cola e Corrado Fortuna rendono giustizia alle innumerevoli persone anonime che ogni giorno compiono il loro lavoro con un amore e un impegno che va molto oltre al ritorno economico, e la loro giovane età è davvero un segnale di speranza.
Con Alessandro Preziosi abbiamo invece lavorato in sottrazione, costruendo un Giudice antieroe, schivo, umile, emotivamente partecipe del destino dei ragazzi e delle loro famiglie, ma sempre nel rispetto del suo ruolo istituzionale. Proprio come il Giudice Di Bella. Il rapporto con il vero giudice è stata una sfida stimolante. Era molto preoccupato che “tradissimo” la storia, anche solo sbagliando qualche dettaglio di scenografia... Un atteggiamento comprensibile per proteggere il suo importante lavoro anche per il futuro. E così la profonda commozione, sua e dei suoi collaboratori, alla fine della proiezione a loro riservata, è stata per noi una grande gioia… ed un sospiro di sollievo.

Giacomo Campiotti







Negli ultimi venti anni il TRIBUNALE PER I MINORENNI di Reggio Calabria ha processato per reati di associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio oltre cento minori, molti dei quali sono stati poi uccisi nel corso di faide familiari o - divenuti maggiorenni - sono ora latitanti o sottoposti al regime carcerario duro dell’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario; nel 2019, il medesimo Tribunale per i Minorenni è ancora impegnato a giudicare per gravi reati i figli di coloro che erano stati processati negli anni novanta, tutti appartenenti alle storiche “famiglie” di ‘ndrangheta del territorio.
È l’amara conferma che la cultura di 'ndrangheta si eredita e che da più di un secolo le storiche famiglie” della provincia di Reggio Calabria mantengono il potere sul territorio mediante l’indottrinamento criminale dei figli minorenni.
Fin da piccoli i componenti di queste “famiglie” respirano l’odio, sono addestrati all’uso delle armi, alla brutalità e all’uso della forza anche nei confronti dei familiari più stretti, quando trasgrediscono le regole. I minori hanno spesso visto uccidere i loro padri, fratelli, parenti. In questi casi, secondo il codice d’onore mafioso, deve scattare la vendetta, perciò violenza richiama violenza.
In tali contesti anche le scelte più intime (fidanzamenti, matrimoni) sono condizionate dalla “famiglia” e spesso diventano un modo per suggellare sodalizi criminali e, talvolta, per costruire delle vere e proprie prigioni culturali.
Il carcere è una situazione che molti ragazzi mettono in conto di affrontare. La reclusione è considerata un attestato di professionalità da esibire ai propri coetanei in libertà e, soprattutto, ai capi delle organizzazioni criminali.
Però, dietro l'orgoglio dell'appartenenza alla “famiglia”, per questi ragazzi si nasconde una realtà ben più triste. Sono giovani emotivamente soli, senza un padre con il quale condividere la quotidianità, perché è stato ucciso, è in carcere o è latitante. La “famiglia”, che è così pervasiva nel garantire certezza e regole, ignora quella che è la profonda sofferenza di questi ragazzi, che sono rassegnati ad una vita già segnata e provano un forte senso di angoscia per loro e per i loro familiari, che viene fuori nei sogni, spesso popolati da incubi, in cui ci sono irruzioni dei carabinieri, sparatorie, scene di guerra, situazioni in cui il minore deve attivarsi per salvare se stesso o un congiunto da un pericolo incombente.
È una drammatica sequela ben nota ai giudici minorili di Reggio Calabria, che hanno visto sfilare nell’aula del tribunale per i minorenni molti sfortunati ragazzi che potevano aspirare ad un futuro diverso e hanno ben chiaro un assunto: la ‘ndrangheta provoca sofferenza non soltanto all’esterno, ma soprattutto all’interno delle stesse “famiglie”.
Per questi motivi il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria dall’anno 2012 sta adottando - in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica per i Minorenni, con la locale Procura Antimafia e con il supporto dell’associazione Libera - provvedimenti civili di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale.
Tali misure - che nei casi estremi comportano il temporaneo allontanamento dal contesto familiare e territoriale - si prefiggono l’obiettivo di fornire agli sfortunati ragazzi delle ‘ndrine adeguate tutele per una regolare crescita psico-fisica e, nel contempo, la possibilità di sperimentare orizzonti sociali, culturali e psicologici alternativi al contesto di provenienza.
Dimostrare che il futuro non è già scritto e che si può essere protagonisti della propria vita è la finalità del progetto, nella consapevolezza che la ‘ndrangheta appare un destino inesorabile a chi nasce e vive in certe realtà familiari.
L’obiettivo ultimo è quello di rendere tali giovani “liberi di scegliere”.
L’orientamento giurisprudenziale del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria ha inoltre intercettato un insperato bisogno: la richiesta di aiuto e la sofferenza di molte donne. Un numero rilevante di madri - dopo una prima fase di aspra opposizione - non oppongono più resistenza, nella speranza di salvare i loro figli da un destino di morte o carcerazione.
Imprevedibili le evoluzioni registratesi negli ultimi anni.
Proprio nei locali del Tribunale per i Minorenni, alcune madri hanno iniziato percorsi di collaborazione con la giustizia, sperando in una vita migliore. Altre donne si sono presentate per chiedere, talvolta in segreto, di allontanare i loro figli. Altre ancora, espiata la pena per gravi reati, hanno sollecitato un aiuto per ottenere una sistemazione logistica e un lavoro fuori dalla Calabria al seguito dei figli già “tutelati” dal tribunale: supporto fornito da associazioni di volontariato come “Libera”.
In Calabria, per molti ragazzi e per molte donne, il Tribunale per i Minorenni non è più un’istituzione nemica, ma l’ultima spiaggia nel mare dell’illegalità, che è fonte di morte, carcerazione e, comunque, di sofferenza.

Roberto Di Bella - Presidente del TRIBUNALE PER I MINORENNI di REGGIO CALABRIA




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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 14:54    Oggetto: ROBERTO DI BELLA \ Tribunale per i Minori di Reggio Calabria Rispondi citando



ha scritto:



.. Presidente del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria



... «Offriamo una speranza ai figli dei boss».

... La storia di Roberto Di Bella diventa un film








«Siamo l'Erasmus della legalità. Da più di 10 anni offriamo ai figli dei boss la possibilità di una vita lontana dalle famiglie di ’ndrangheta. Un percorso alternativo fuori da quel modello educativo mafioso che sempre pregiudica lo sviluppo psicologico di bambini e adolescenti».
Il magistrato Roberto Di Bella, dal 2011 presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, tutela i ragazzi che crescono in contesti mafiosi. Sessanta i provvedimenti emessi negli ultimi 7 anni nei confronti di 70 minori, dagli 11 anni in su. Si tratta di misure di tutela transitorie.

«La mafia si eredita»

È da 25 anni che Di Bella, a parte una breve parentesi messinese, svolge la sua attività in un territorio complesso come quello reggino, ad alta pervasività mafiosa. «Stesse famiglie da oltre un secolo, stessi cognomi: dopo aver processato i padri negli anni '90, qualche anno più tardi mi sono ritrovato a giudicare i figli», racconta. È l'effetto della “continuità generazionale” che si produce all'interno di molti nuclei familiari. E dimostra che in genere la mafia non si sceglie, si eredita. Come un destino.

Un film sul Tribunale per i Minori di Reggio Calabria

Per opporsi all'indottrinamento e al condizionamento dei minori che spesso, a pieno titolo, vengono coinvolti in attività criminali dalle famiglie di appartenenza, il magistrato ha messo a punto una serie di procedure di allontanamento (anche provvedimenti di decadenza o di limitazione della responsabilità genitoriale) con cui rende i più giovani “liberi di scegliere”. Uno slogan che ora è diventato il titolo di un film diretto da Giacomo Campiotti: martedì, in prima serata, sarà in onda su Rai 1. Nei panni di Roberto Di Bella, l'attore Alessandro Preziosi. Le storie, tutte vere.

Provvedimenti di tutela

«L'introiezione della cultura mafiosa, i cui sintomi sono presto evidenti, dal bullismo, all'oltraggio a pubblico ufficiale, alla dispersione scolastica – continua il magistrato – va combattuta con scelte educative radicali». L'obiettivo è quello di tutelare l'integrità emotiva e fisica dei minori, proponendo un percorso in comunità o in famiglie affidatarie, fuori dai confini regionali. «Non si tratta di confische, di deportazioni o di provvedimenti punitivi, bensì di tutela – sottolinea il magistrato - vogliamo offrire altri orizzonti sociali, affettivi e psicologici a chi rischia un futuro di carcerazione, latitanza, lutti».

Il ruolo delle madri

Oggi, il Tribunale per i Minori di Reggio Calabria non è più percepito come un'istituzione nemica, «semmai l'ultima spiaggia prima che accada l'irreparabile» - spiega il magistrato. Le madri giocano un ruolo fondamentale: «Arrivano qui donne provate, spaventate. Il nostro intervento le solleva da responsabilità laceranti, divisive. Molte vogliono andare via dalla Calabria. Alcune hanno i mariti all'ergastolo, sono vedove bianche, prigioniere della famiglia e qui coltivano la speranza di un riscatto».

La gratitudine di un padre al 41 bis

Collaborano, si dissociano, chiedono aiuto. «Sono la madre di Rosario di anni 15, sono anche la sorella di Alessandro, che il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria ha già giudicato per omicidio negli anni ‘90 e che ora, per altro omicidio, si ritrova all'ergastolo». Così una donna parla al presidente Di Bella. «Sono anche la sorella di Francesco, condannato per avere picchiato un carabiniere, sorella di Umberto e figlia di Antonio, che sono stati uccisi di recente in un agguato di mafia. Sono venuta qui in occasione del processo penale che si celebrerà oggi nei confronti di mio figlio Rosario, per segnalarle la mia forte preoccupazione di madre per la sorte dei miei figli e in particolare, di Rosario e di suo fratello più piccolo di anni 13. Mio figlio è giù in aula, ma non sa che io sono qui da voi, presidente. Temo che possano finire in carcere o essere ammazzati come mio padre e mio fratello Umberto oppure come mio suocero…».

Un padre al 41 bis si rivolge al magistrato: «Scrivo da padre, un padre che soffre per il proprio figlio, per tutta la situazione familiare e mi auguro che mi comprenda. Innanzitutto è mio dovere ringraziarla per l'aiuto che date alla mia famiglia, al mio adorato figlio, sono d'accordo con lei, solo allontanandolo da questo ambiente, il mio bambino avrà un futuro migliore. Se avessi avuto io la stessa possibilità, forse non mi troverei in questo luogo di sofferenza dove sono ora…».

Roberta, 14 anni, invece, dà notizie di sé da un'altra città: «Dove sono ora ho iniziato un'altra vita, sono rinata. Sono molto affezionata alla famiglia a cui voi mi avete affidata. Mi vogliono bene e mi danno tutto l'affetto possibile. Mi piace studiare. A scuola mi trovo bene e anche con le mie nuove amiche. Non voglio più tornare in quell'ambiente, in Calabria, anche se voglio bene ai miei genitori. Voglio una vita normale. All'inizio è stata dura ma ora sono felice. Grazie».

Il contributo di Libera

Compiuti i 18 anni, più delle metà dei figli di 'ndrangheta allontanati dalle famiglie chiede di poter continuare sulla strada intrapresa, al riparo da qualunque logica criminale. I provvedimenti disposti dal Tribunale per i Minori cessano, infatti, con la maggiore età. Determinante in ogni fase il ruolo di Libera, con Don Ciotti ed Enza Rando, l'avvocata di Lea Garofalo, testimone di giustizia, vittima di 'ndrangheta a 37 anni. Meno di un anno fa, l'associazione contro le mafie, con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, ha siglato un protocollo di intesa con il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, Tribunale per i Minorenni, Procura per i Minorenni e Procura distrettuale di Reggio Calabria e Procura Nazionale Antimafia, per promuovere una rete di protezione e di sostegno in grado di assicurare una concreta alternativa di vita ai minori e alle loro madri provenienti da famiglie mafiose.


© Riproduzione riservata
di Donata Marrazzo, 20/01/19; pubblicato via IlSOLE24ore.com Italia





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 16:26    Oggetto: ROBERTO DI BELLA \ Tribunale per i Minori di Reggio Calabria Rispondi citando



ha scritto:






Contro la 'ndrangheta: "LIBERI DI SCEGLIERE"

è nato sullo Stretto il film di RAI 1 - la storia di

un giudice messinese che "salva" i figli dei boss





Batte sullo Stretto il “cuore” del film “LIBERI DI SCEGLIERE”, in onda in prima serata sulla rete ammiraglia della Rai il prossimo 22 gennaio. Nasce da un laboratorio antimafia alternativo, fatto di sogni, passioni e professionalità messinesi. Dal magistrato Roberto Di Bella, in forza al Tribunale per i Minori di Reggio Calabria, pioniere di un nuovo modo di provare a combattere la criminalità organizzata e sradicare la continuità generazionale della cultura mafiosa. Perché «la ’ndrangheta non si sceglie, si eredita». Ed è per questo che Di Bella ha iniziato ad allontanare i figli minori dei mafiosi dalle famiglie d’origine facendo sperimentare loro la possibilità di una vita diversa.

Si tratta di una ricetta “inventata” proprio tra le due sponde dello Stretto che, al netto di iniziali contestazioni, in pochi anni non solo ha trovato narrazione all’interno di un film, ma ha fatto il giro del mondo conquistando la prima pagina del New York Times. Il 2012 è stato l’anno del primo provvedimento di allontanamento siglato dal presidente Di Bella e, la coincidenza di un quasi contemporaneo protocollo operativo firmato dall’altra parte dello Stretto tra l’Ussm (Ufficio Servizio Sociale Minorenni) e “Addio Pizzo” ha fatto sì che al giovane destinatario, in esecuzione penale, venisse assegnata come destinazione Messina, città diventata prima officina di un processo che punta a smantellare il ruolo di “replicante” cucito addosso ai figli dei mafiosi e quell’eredità che pesa sin dall’infanzia nella vita di chi, dati alla mano, ha spesso un destino già segnato, fatto di carcere o morte.

A seguire la permanenza in riva allo Stretto del primo giovane allontanato dalle ’ndrine è stato un altro professionista messinese, il giovane psicologo Enrico Interdonato che ha tentato, riuscendoci, di appagare quella domanda, tanto semplice quanto negata, di un’adolescenza sepolta all’ombra di famiglie pesanti, senza pretendere il cambiamento, ma dimostrando che un ragazzo di mafia non è solo un cognome e che in un contesto diverso da quello d’origine può davvero scoprire chi è e diventarlo.

Una trasformazione, quest’ultima, tutt’altro che semplice, indigesta per le ’ndrine, anche se in alcuni casi in cui è stato applicato il “metodo Di Bella” le famiglie dei minori hanno persino ringraziato pubblicamente il magistrato. È stato proprio questo che forse ha incuriosito la tv.

Diretto da GIACOMO CAMPIOTTI (il regista di “Braccialetti Rossi”), con Alessandro Preziosi (che interpreta il giudice Lo Bianco), Nicole Grimaudo, Carmine Buschini (che è Domenico, rampollo di una potente famiglia mafiosa), Federica Sabatini, Corrado Fortuna, Vincenzo Palazzo e con la partecipazione di Francesco Colella e dell’attrice messinese Federica De Cola,LIBERI DI SCEGLIEREracconterà di un sogno: strappare i ragazzi alla ’ndrangheta. Racconterà di un giudice che dopo aver visto alternarsi, nella stessa aula di tribunale, genitori e figli dei più potenti clan calabresi, ha provato a spezzare quest’eredità, interrompendo una consuetudine che difficilmente lascia scampo.

Il film è ambientato tra Reggio e Messina (una parte delle riprese è stata girata anche in Puglia), la sceneggiatura è stata scritta da Monica Zappelli, Sofia Bruschetta, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano.


Marco Lo Bianco e i suoi assistenti si troveranno davanti una legge diversa, quella delle ’ndrine, da decodificare e smontare pezzo per pezzo, cercando di lavare un marchio e dimostrando ai ragazzi di mafia che esiste una famiglia ancora più grande, quella dello Stato, e un futuro diverso, in cui si può scegliere ed essere liberi.


© Riproduzione riservata
Tiziana Caruso, 12/01/19; pubblicato su GAZZETTA DEL SUD Cultura








Contro la ‘ndrangheta una storia antieroica –
Un magistrato che affranca i minori delle famiglie malavitose dal giogo della criminalità



© Riproduzione riservata
Nicoletta Tamberlich, 18/01/19; pubblicato su GAZZETTA DEL SUD





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CLAUDIA65



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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 18:41    Oggetto: Rispondi citando


Ho visto il promo e.......sembra davvero un lavoro interessante, sperando nell'ennesimo successo. buon lavoro Alessandro.
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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 18:51    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI - tv movie, RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:



Giacomo Campiotti per “LIBERI DI SCEGLIERE




Andrà in onda domani sera su Rai1 (ore 21,25) “Liberi di scegliere”, film tv di Giacomo Campiotti ispirato all’impegno civile e istituzionale del magistrato messinese Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria, che dal 2012 adotta provvedimenti di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale per gli appartenenti ai clan della ‘ndrangheta, risparmiando ai minori di famiglie malavitose un destino il più delle volte segnato.
Nella fiction Di Bella è il giudice Marco Lo Bianco (Alessandro Preziosi) e Domenico, uno di questi figli a rischio, è interpretato da Carmine Buschini, il Leo di “Braccialetti Rossi”. Prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film Tv e Rai Fiction, il film è stato girato tra Puglia e Calabria, con alcune scene a Messina. In mattinata Campiotti e Di Bella presenzieranno ad una proiezione della fiction presso la Camera dei Deputati, ove interverranno anche Federico Cafiero de Raho (Procuratore nazionale antimafia), Fabrizio Salini (Amministratore delegato Rai) ed Eleonora Andreatta (Direttrice Rai Fiction).

Ancora un lavoro in cui i giovani sono protagonisti, dopo il successo di “Braccialetti rossi”.

Mi piace raccontare l’età del cambiamento perché è molto fertile. In questo caso racconto un’acquisizione di libertà, perché Domenico, è condannato ad un futuro di potere, con un ruolo preciso nella società e nella sua famiglia, ed è infelice. Sceglierà di prendere in mano la propria vita, accettando che sia uguale a quella di tutti, anche incerta e imperfetta, ma di cui sia lui stesso artefice”.

L’impegno del dott. Di Bella continua e fa proseliti: anche Patrizia Esposito, presidente del Tribunale per i Minori di Napoli, ha adottato la stessa linea. Può esserci quindi speranza per altri giovani del nostro Sud?

Credo proprio di sì. Di Bella ci ha raccontato che prima i ragazzi di queste famiglie arrivavano in manette, mentre oggi alcune mamme bussano alla sua porta cercando aiuto per i figli più piccoli. Il giudice è quindi riuscito ad instaurare con la gente un rapporto di fiducia, presentando uno Stato che tende la mano e comprende la morsa in cui sono stretti gli stessi componenti dell’ndrangheta . Il suo metodo è molto più efficace della repressione sorda e stupida“.

Fanno da sfondo alle vicende alcune zone della Calabria e la nostra Messina…

Sì, anche la componente geofisica del film è importante. Abbiamo girato gli interni a Bari, ma tutti gli esterni sono stati realizzati in Calabria, regione selvaggia e bellissima, dove ogni valle ha un suo dialetto. Nella parte in cui Domenico viene portato in una comunità messinese, la Sicilia è presente nella storia come terra di riscatto. A Messina abbiamo girato nei luoghi dello Stretto, in particolare nella zona falcata, sulla spiaggia abbandonata le cui acque custodiscono i resti di una nave affondata; alle nostre spalle la cittadella, luogo unico e suggestivo come altri a Messina. Anche il bellissimo terrazzo di un palazzo a mezza collina che affaccia sul porto è diventato quello della comunità in cui viene portato il giovane”.

Nel cast, oltre a Carmine Buschini, anche diversi talenti siciliani e calabresi, tra cui la messinese Federica De Cola e la caltagironese Nicole Grimaudo (non dimentichiamoci anche Corrado Fortuna). Parliamo dei loro ruoli.

Ero sicuro che Carmine mi avrebbe dato l’emozione di cui avevo bisogno con un personaggio diverso dal nostro Leo, perché Domenico è più trattenuto e interiore. Federica interpreta un’assistente sociale, membro del team del giudice, e il suo personaggio racconta uno Stato fatto di persone reali che fanno un lavoro incredibile non sempre riconosciuto. La madre di Domenico interpretata da Nicole è una donna ancora dentro il meccanismo della ’ndrangheta che, pur rimanendo fedele alla sua storia, permette anche alla figlia Teresa (Federica Sabatini) di andarsene, facendo un passo che anni prima non avrebbe osato”.



a cura di Marco Bonardelli, 17/01/19; pubblicato via SuggestioniPress.it








    RAI1 MARTEDI' 22 gennaio in prima serata 21:25

    LIBERI DI SCEGLIERE regia di Giacomo Campiotti





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genziana



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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2019 19:53    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Campiotti, 22/01/19 RAI1 - recensione Rispondi citando



ha scritto:




Tribunale per i MINORI

LIBERI DI SCEGLIERE” su RAI UNO, parabola

di impegno civile che ricorda don Puglisi





Richiama alla mente l’impegno di legalità, cultura e misericordia di don Pino Puglisi il film tv “Liberi di scegliere” firmato da Giacomo Campiotti, in onda su Rai Uno in prima serata martedì 22 gennaio.
È la storia dei giudici del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria – in particolare del presidente Roberto Di Bella – che dal 2012 cercano di recuperare i figli della ‘ndrangheta, sottraendoli alle loro famiglie ancora minorenni per squadernare loro un orizzonte di possibilità e riscatto.
Per renderli appunto “Liberi di scegliere”. Un racconto asciutto ed emozionante, parabola di impegno civile.



La storia.

Prodotto da Rai Fiction e dalla Bibi Film di Angelo Barbagallo, “LIBERI DI SCEGLIERE” racconta la vicenda del giudice Marco Lo Bianco (Alessandro Preziosi), presidente del Tribunale per i Minori a Reggio Calabria, che prende le mosse dal vero giudice Roberto Di Bella. Di fronte all’ennesimo arresto di un minorenne, Domenico (Carmine Buschini), appartenente a una delle famiglie della malavita calabrese, Lo Bianco opta per una soluzione “estrema”, sempre nel solco del diritto: togliere l’affidamento del ragazzo ai genitori, per metterlo in una casa-famiglia a Messina fino alla maggiore età, accompagnato passo passo dalla granitica assistente sociale Maria (Federica De Cola) e dallo psicologo idealista Enrico (Corrado Fortuna). Lontano dalle influenze familiari Domenico, dapprima spaventato dall’idea di disonorare l’onore del padre latitante (Francesco Colella), inizia a porsi domande, a fare esperienza di una comunità autentica, regolata sul dialogo e non dalla pistola. Riuscirà a cambiare?

Il dovere di rendere i giovani “LIBERI DI SCEGLIERE”.

“In Calabria, per molti ragazzi e per molte donne il Tribunale per i Minorenni non è più un’istituzione nemica, ma l’ultima spiaggia nel mare dell’illegalità, che è fonte di morte, carcerazione e, comunque, di sofferenza”. Così racconta il giudice Roberto Di Bella, presentando il film “LIBERI DI SCEGLIERE”. Di Bella sottolinea come “la ‘ndrangheta provoca sofferenza non soltanto all’esterno, ma soprattutto all’interno delle stesse ‘famiglie’. Per questi motivi il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria dall’anno 2012 sta adottando, in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica per i Minorenni, con la locale Procura Antimafia e con il supporto dell’Associazione Libera, provvedimenti civili di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale”. Tali misure, aggiunge ancora Di Bella, hanno l’obiettivo di “fornire agli sfortunati ragazzi delle ‘ndrine adeguate tutele per una regolare crescita psico-fisica e, nel contempo, la possibilità di sperimentare orizzonti sociali, culturali e psicologici alternativi al contesto di provenienza. Dimostrare che il futuro non è già scritto e che si può essere protagonisti della propria vita… rendere tali giovani ‘liberi di scegliere’”.

Il punto SIR-CNVF (Commissione Nazionale Valutazione Film).

LIBERI DI SCEGLIERE” è un film tv che ben si inserisce nel nutrito ciclo di storie di legalità della Rai. Il regista Giacomo Campiotti porta nel racconto la sua esperienza attenta e solida, dal tocco educational; tra i suoi film-fiction si ricordano “Preferisco il Paradiso” su san Filippo Neri, “Maria di Nazaret”, “Braccialetti Rossi” e “Non è mai troppo tardi” dedicato al maestro Manzi.
La storia è una bella istantanea di uno Stato che funziona, presidio sociale e culturale in territori spesso preda di facile corruzione malavitosa.

Il racconto procede in maniera equilibrata, tenendosi lontano da prevedibili stereotipi, come lo scontro buoni-cattivi, i profili caratteriali tarati sull’opposizione bianco-nero: i “buoni” infatti non sono mostrati come eroi, facilmente coraggiosi e audaci, così come la famiglia malavitosa appare con luci e ombre, sì con sfoghi di spavalderia ma anche con crolli di fragilità (l’uso costante di psicofarmaci, per anestetizzare dolore ed emozioni).
La figura della madre Enza (la capace Nicole Grimaudo), ad esempio, rende bene l’idea di un personaggio sfaccettato, grigio, bloccato in un ruolo scomodo, soffocante, incapace di rompere gli argini della costrizione familiare persino per salvare i propri figli. L’unica cosa che le è concessa è cucinare, gesto con cui trasmette amore.
Sempre molto bravo e misurato è Alessandro Preziosi, che sagoma un giudice Lo Bianco riflessivo e umile, capace di osare per il bene del prossimo mantenendosi sempre sul sentiero della legge. Carmine Buschini, poi, dimostra una chiara crescita artistica, smessi i panni dell’indimenticato Leo di “Braccialetti Rossi”, offrendo sfumature credibili al personaggio di Domenico, soprattutto nelle espressioni.

Nel complesso la narrazione funziona molto bene, pur inciampando a volte in qualche tracciato prevedibile o didascalico; è gestita in maniera realistica, lasciando esplodere anche bei momenti di pathos quando i personaggi entrano in crisi dinanzi alla scelta tra bene e male, tra il terreno dell’illegalità e il sentiero che conduce alla libertà, alla vita alla luce del sole
.

recensione: Sergio Perugini, 21/01/19; pubblicata via AgenSIR.it Italia












ha scritto:







Il film tv "LIBERI DI SCEGLIERE" su Rai 1: Quei

ragazzi strappati alla ’ndrangheta da un giudice





FAMIGLIA CRISTIANA - Cultura e spettacoli pag, 106 - 20/01/2019






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genziana



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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 15:39    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI, 22/01/2019 RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:




. LA FICTION: Quei ragazzi salvati dalla ‘ndrangheta

. PREZIOSI: in «LIBERI DI SCEGLIERE» la vera lotta

. senza eroismi di un giudice per i minorenni





Roma. Una storia di ‘ndrangheta dove però, una volta tanto, gli eroi da emulare non sono i delinquenti. Una bella storia vera, quella di un giudice per i minorenni, che si adopera per dare ai figli di mafiosi la possibilità di un futuro migliore, la via d’uscita dalla criminalità. «LIBERI DI SCEGLIERE» è il tv movie in onda su Rai1 il 22 gennaio in prima serata, prodotto da Rai Fiction e Angelo Barbagallo, con Alessandro Preziosi protagonista, nel ruolo del giudice Lo Bianco, per la regia di Giacomo Campiotti.

Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRIERE DELLA SERA edizione Nazionale Spettacoli pag. 35 18/01/19








ha scritto:




Alessandro Preziosi in “ LIBERI DI SCEGLIERE




L'attore veste i panni del giudice Marco Lo Bianco, ispirato alla storia vera di ROBERTO DI BELLA. «Un antieroe dall'umanità straordinaria, che credeva in se stesso: solo in questo modo si può incidere nelle coscienze degli uomini», ci racconta Preziosi. Il film tv in onda il 22 gennaio su Raiuno




Alessandro Preziosi si cala ancora in un ruolo “sociale”. Dopo Don Diana, il giudice Sossi e Sotto copertura, in cui vestiva i panni del capo clan dei Casalesi, tocca al giudice del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria Marco Lo Bianco, protagonista del film tv «LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo Campiotti (Braccialetti rossi), in onda su Raiuno il 22 gennaio. Il giudice in questione non si misura con le indagini e le procedure di arresto dei boss, ma con una materia ben più delicata: come liberare i figli dei mafiosi da un destino predestinato? Come riuscire a modificare un cammino che li conduce inesorabilmente verso il buco nero della malavita? Domenico (Carmine Buschini) è figlio di una famiglia di ‘ndrangheta capitanata dal padre latitante (Francesco Colella) e dalla madre Enza (Nicole Grimaudo), «una donna imprigionata, succube e rassegnata», la descrive l’attrice siciliana.
Lo Bianco, ispirato alla storia vera del giudice Roberto Di Bella, decide che l’unico modo per salvare da un destino scritto Domenico e la sorella Teresa, è di allontanarli dalla famiglia. «Lo Bianco ha intuito che le prime vittime dei mafiosi sono i loro figli, intrappolati dentro una macchina infernale che non dà la possibilità di immaginare un futuro diverso», spiega Campiotti. Un gesto coraggioso e doloroso che ha segnato la storia dell’antimafia: lo Stato improvvisamente non arresta, ma tende la mano per aiutare i ragazzi a sognare una vita nuova.
«Il mio personaggio è un antieroe che non vive per se stesso», dice Preziosi, «la sua umanità è straordinaria e la cosa più difficile era rendere appunto questa normalità: infatti non è altro che un uomo comune senza velleità seduttive, che credeva nel lavoro e in se stesso. Solo in questo modo si può incidere nelle coscienze degli uomini».
Enza, la madre di famiglia che in principio combatte contro la decisione di Lo Bianco, «è una donna sola, che vive nascosta e nella paura, poi dimostrerà il coraggio di madre, e il suo amore altruista senza chiedere in cambio nulla», spiega Nicole Grimaudo. «Si troverà di fronte a un bivio: andare contro le proprie radici e al proprio uomo? O pensare a una prospettiva di vita migliore da regalare ai figli?». «Domenico ha avuto la sfortuna di nascere in una famiglia potente della ‘ndrangheta», aggiunge Carmine, che gli spettatori hanno conosciuto nella serie Braccialetti rossi, «e non ha avuto la possibilità di immaginare una vita differente rispetto a quella del padre». Ora però gli viene offerta l’opportunità di scegliere e sbagliare da solo, nonostante porterà dentro di sé una ferita indelebile.




di M.B.; IO DONNA Il Femminile del CORRIERE DELLA SERA







    RAI1 MARTEDI' 22 gennaio in prima serata 21:25

    LIBERI DI SCEGLIERE regia di Giacomo Campiotti

    nel ruolo del magistrato: ALESSANDRO PREZIOSI





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Marisol



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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 15:59    Oggetto: Rispondi citando


Caro Ale,

IN BOCCA AL LUPO PER STASERA!!!

Tanti baci con grande e sincero affetto da Madrid.


TVB Ale!

Marisol

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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 16:44    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI, 22/01/2019 RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:




RADIOCORRIERE TV n. 3/2019, Settimanale della RAI RadioTelevisione Italiana










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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 18:15    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE tv movie RAI UNO con PREZIOSI e GRIMAUDO Rispondi citando



ha scritto:






. "LIBERI DI SCEGLIERE" UN MONDO SENZA MAFIE



. La rivoluzione culturale messa in atto sullo Stretto

. da un giudice illuminato; stasera la fiction su Rai 1





La ’ndrangheta non si sceglie, si eredita. Marco Lo Bianco




Chi, guardando “LIBERI DI SCEGLIERE”, in onda stasera su Rai1, si aspetta di vedere una delle consuete, recenti fiction sulle mafie, rimarrà deluso. Si tratta di un film che, invece, è piuttosto distante dalla recente narrativa sul genere. Che non racconta la spocchia del crimine, né l’eroismo spettacolarizzato, ma il dolore di chi vive prigioniero di un cognome e di chi deve dire a un bambino che ha un destino segnato per farglielo costruire da sé. “LIBERI DI SCEGLIERE” non mitizza, né ammorbidisce la ’ndrangheta, ma lascia spazio a tutta la sofferenza che viene fuori da una condizione di non libertà. La cultura mafiosa raccontata nel film non ha nulla di accattivante, è puro tormento. La sceneggiatura ricalca quasi pedissequamente la realtà, il racconto del primo provvedimento di allontanamento di un minore da una famiglia di ’ndrangheta adottato dal presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, il magistrato messinese Roberto Di Bella, è mosaico di tutti gli altri che si sono succeduti, e gli elementi di fiction vengono utilizzati soltanto come “escamotage” per proteggere e tutelare i veri protagonisti di questa storia, con l’obiettivo di non renderli riconoscibili.

Alessandro Preziosi interpreta Marco Lo Bianco, un giudice duro e allo stesso tempo umile, che non si veste da eroe, ma che ha un altissimo senso dello Stato. Carmine Buschini è Domenico, figlio di ’ndrangheta, gliel’hanno stampata in viso sin da bambino, persino nello sguardo (Domenico da piccolo è invece interpretato dal leccese Samuele Carrino), ma sarà sua la conquista più faticosa e attesa dell’intero film: riuscire a vedere il mondo con i suoi occhi e a guardarsi dentro per scoprire chi è davvero. Nicole Grimaudo interpreta sua madre, prima sprezzante e aggressiva, poi fragile, divisa, combattuta, infine rinata. Federica Sabatini e Vincenzo Palazzo sono Teresa (da piccola è invece interpretata dalla cosentina Karol Mazzei) e Giovanni, i fratelli di Domenico, suoi “compagni” in questo viaggio. Francesco Colella è il padre che incarna due volti degli uomini di ’ndrangheta, quello del dispotico capofamiglia e dello spietato assassino.

L’attrice messinese Federica De Cola e il palermitano Corrado Fortuna interpretano Maria ed Enrico (nella realtà l’assistente sociale Maria Baronello e lo psicologo Enrico Interdonato, entrambi messinesi), i collaboratori di Lo Bianco che “dietro le quinte” insegnano ai ragazzi di ’ndrangheta a credere in se stessi e nello Stato.

Il film affonda le sue radici nello Stretto dove, in prevalenza, è stato ambientato: tutti i veri protagonisti della storia sono messinesi o reggini. E la bellezza delle due città la mano del regista Giacomo Campiotti non la lascia solo sullo sfondo, ma la sprigiona ad ogni panoramica. Alcune scene sono state girate al Tribunale per i Minorenni o alla stazione di Reggio, altre “in sospensione” su quel lembo di mare che separa Sicilia e Calabria, alcune sul litorale nord messinese, tra l’incanto e il degrado della zona Falcata, a Cristo Re, al mercato Sant’Orsola.

«Il regista – commenta il presidente Di Bella – non solo ha dato risalto alla magnifica cornice dello Stretto, ma ha saputo ricreare nelle atmosfere calabresi e messinesi le passioni e le emozioni che hanno animato i veri protagonisti della storia».

Il film non ha eccessi ed è fedele alla realtà. «È giusto e necessario che sia così – spiega Di Bella – perché spero che, dopo averlo visto, madri incerte e figli stanchi sappiano che scegliere di essere liberi non è una cosa semplice, ma è assolutamente possibile. È una fiction che andrebbe vista non solo in Calabria, ma in tutte le scuole d’Italia, spero che da questo punto di vista – continua il magistrato – le comunità educative e i singoli professori siano attenti perché un film è uno strumento potentissimo per far riflettere i ragazzi».

Questa mattina il tv movieLIBERI DI SCEGLIEREè in proiezione alla Camera e oltre al presidente Di Bella saranno presenti anche tutte quelle persone che, senza clamore o compenso, hanno contribuito a “salvare” molti ragazzi di ’ndrangheta. Interverranno anche il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e il presidente della Camera Roberto Fico. Segnale, questo, che il pensiero portato avanti dal giudice Di Bella e raccontato dal film ha ricevuto anche un’evidente condivisione e consacrazione istituzionale.

Il produttore - A credere nel film sono stati anche la Bibi Film e Angelo Barbagallo, catanese d’origine, ma sposato con una messinese: «Sono legatissimo a Messina, qui c’è un pezzo della mia vita e della mia famiglia, ma questa storia andava raccontata a prescindere dal mio legame con la città, a cui comunque è bello che si renda il merito d’essere, in questo caso, un vero “modello” da seguire. Qui c’è l’Italia migliore, che, senza nulla in cambio, ha sottratto dei ragazzi a un destino di sangue».

Tiziana Caruso, Messina





Parla il regista Giacomo Campiotti:
«Tornerò in Calabria, mi avete accolto benissimo»




«Tornerò in Calabria perché mi avete, come sempre accolto bene. Ho mangiato il vostro pane, provato l’olio e il vino di Reggio». Alla fine sintetizza con una battuta il suo affetto per i calabresi Giacomo Campiotti, il regista del film “Liberi di scegliere”. Non è stato semplice descrivere scelte così delicate rispettando il fondamentale lavoro che il presidente del Tribunale sta facendo attraverso il Protocollo “LIBERI DI SCEGLIERE” da cui è stato tratto il titolo del film. Il regista, noto anche per aver diretto la fortunata serie “Braccialetti rossi”, è in partenza per raggiungere Roma dove questa mattina presenterà il film in anteprima alla Camera dei Deputati.

C’è grande attesa perché non si tratta di una semplice fiction ma di un film che si ispira a storie vere e che non cerca il lieto fine perché – ha spiegato Campiotti – «ha già un lieto fine dal momento che ogni giorno bussano all’ufficio del giudice Di Bella tante mamme che adesso chiedono un altro futuro per i loro figli. Grazie a lui si sta sfatando il mito che la ‘ndrangheta si eredita, ma ora i giovani delle famiglie mafiose possono prendere in mano la loro vita. Il film è stato girato in Calabria, terra bellissima dove sono già stato quando ho lavorato con Beppe Fiorello, però questa volta ho capito che avete tante Calabrie perché non è semplice raggiungere una vallata da un’altra».

È soddisfatto del lavoro realizzato grazie alla collaborazione della Film Commission Calabria «che adesso funziona molto bene», ha affermato Campiotti, che comunque conosce pure le tante criticità di questa terra. «Però – ha aggiunto – ormai la ’ndrangheta è più in Lombardia che in Calabria. Questo non è un film massimalista ma cerca di capire le difficoltà di chi si vuole opporre alle logiche mafiose e che ora con questo giudice ha la possibilità di avere davanti lo Stato, di potersi fidare. Il suo protocollo è in sperimentazione ma sta avendo successo. Ma non è semplice ovviamente. Noi abbiamo voluto raccontare anche il senso di smarrimento di questi ragazzi, attraverso la storia di uno dei protagonisti, perché entrano in un mondo che è imperfetto, in cui devono imparare nuovi codici, altre regole. Oppure se restano nella loro famiglia d’origine devono accettare di essere una pedina nelle mani del padre».

Campiotti sa che la Calabria può riscattarsi e lo ha capito anche conoscendo Carlo, un agricoltore reggino che ha deciso di restare nella sua terra e vivere dei frutti del suo sudore. Una vittoria.

«Abbiamo voluto raccontare lo smarrimento di questi ragazzi...»

Mirella Molinaro, Cosenza





Tutto girato tra Reggio e Messina



Tra Reggio Calabria e Messina, per parlare di speranza e possibilità di cambiamento. Un progetto importante, prodotto da Rai Fiction e da Angelo Barbagallo per Bibi Film Tv, “Liberi di scegliere” ha goduto del sostegno della Fondazione Calabria Film Commission e alle riprese hanno partecipato numerose maestranze tecniche e artistiche calabresi, con molteplici ricadute positive per il territorio. «Il sostegno della Film Commission Calabria ha portato nel nostro territorio buone opportunità di lavoro – ha affermato l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Maria Francesca Corigliano – . Anche il tema trattato, delicato ma fondamentale, rappresenta sia pure in un ambito molto specifico il pensiero portante di tante scelte operate a favore dei giovani calabresi. Essere liberi di scegliere significa avere una visione propria, avere opportunità oltre i vincoli culturali ed economici della famiglia, ma con l’aiuto delle istituzioni. Il risanamento della Film Commission, voluto dal presidente della Regione Oliverio, è stato un eccellente investimento in virtù della ricaduta positiva a livello economico e di immagine per la Calabria».

Il cast diretto da Giacomo Campiotti si è mosso tra diverse location calabresi, per mostrare il conflitto tra bellezza selvaggia e abbandono, isolamento e forza. Anche Messina ha accolto la produzione, tra novembre e dicembre del 2017, grazie al supporto del Comune e dell’Ufficio Film Commission Città di Messina. Teatro di alcune suggestive riprese una nave delle Ferrovie dello Stato che ha fatto la spola tra Messina e Villa San Giovanni e poi la zona Falcata, una Sicilia mostrata come terra “positiva” dove il protagonista, Domenico (l’attore Carmine Bruschini), trova accoglienza e aiuto nel suo processo di maturazione e liberazione.

Tanta Sicilia e Calabria anche nel cast, accanto ad Alessandro Preziosi, nei panni del giudice Lo Bianco, anche la messinese Federica De Cola, il palermitano Corrado Fortuna. Francesco Colella interpreta Antonio, padre di Domenico, personaggio duro e privo di sentimenti positivi: «Pur essendo un padre questo non aggiunge niente di umano ma è, anzi, un aggravante, scambia l’amore per i propri figli per possesso», come riferisce l’attore catanzarese mentre la piccola interprete cosentina Karol Mazzei è Teresa, sorella di Domenico.

Elisabetta Reale - Messina




GAZZETTA DEL SUD ediz. Nazionale Cultura-Spettacoli pag. 8 22/01/19






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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 19:05    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI - tv movie, RAI UNO Rispondi citando



ha scritto:




Con LIBERI DI SCEGLIERE per Parlare alle coscienze


RAI Uno, il film tv ispirato al giudice Roberto Di Bella

Alessandro Preziosi; ‘ndrangheta e futuro dei ragazzi




anteprima di Silvia Di Paola da Roma - LA SICILIA Cultura e Spettacoli - 18/01/19






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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 19:50    Oggetto: LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo CAMPIOTTI - tv movie, RAI UNO Rispondi citando











ha scritto:




    Preziosi in tv, giudice contro la 'ndrangheta

    "Così regalo ai figli dei boss una nuova vita"



L'attore interpreta 'Liberi di scegliere' di Giacomo Campiotti, il 22 gennaio su Rai1, ispirato alla storia del giudice del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria Roberto Di Bella




Una storia di riscatto, in cui un magistrato cambia il destino del figlio di un boss. LIBERI DI SCEGLIERE di Giacomo Campiotti, in onda martedì 22 gennaio su Rai1, è ispirato a una vicenda realmente accaduta. Domenico – interpretato da Carmine Buschini – è il rampollo di una potente famiglia della ‘ndrangheta. Il suo destino è segnato: deve seguire le orme del padre. Questo si aspettano i parenti ma il giudice Lo Bianco (a cui presta il volto Alessandro Preziosi e che è ispirato al presidente del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria Roberto Di Bella) capisce che il ragazzo sogna un’altra vita, gli offre l'opportunità di costruirsi un futuro diverso e dispone l’allontanamento dalla famiglia. Nicole Grimaudo interpreta la madre del ragazzo, nel cast Federica De Cola, Corrado Fortuna, Federica Sabatini, Francesco Colella interpreta il boss. "Ai ragazzi che vivono in famiglie e contesti criminali" dice Alessandro Preziosi "è tolta la possibilità di scegliere ciò che vogliono essere, vinti dalla predestinazione, ma non è sempre così. Questa storia lo dimostra, fa capire quanto un magistrato eroe-non eroe possa cambiare le cose".

Nel film è bellissimo il rapporto di fiducia, quasi paterno, che nasce tra il ragazzo e il giudice. "Quando il produttore Angelo Barbagallo ci ha portato questa storia" spiega la direttrice di Rai Fiction Tinny Andreatta "è apparso subito come un racconto necessario, doveroso. La 'ndrangheta è l'organizzazione criminale che più si basa sui legami familiari. Il nostro è il racconto vero legato all'esperienza straordinaria di Roberto Di Bella, giudice minorile di Reggio Calabria nel 2012. Ha capito che questi ragazzi, cresciuti nella logica delle famiglie di 'ndrangheta, non hanno una reale possibilità di scelta per il futuro, condizionati dai padri e dai fratelli maggiori". Di Bella giorno dopo giorno incontra in aula i figli delle famiglie mafiose della provincia. E capisce che la 'ndrangheta non si sceglie, si eredita. E su questo comincia a lavorare, perché si possa cambiare il destino.

Preziosi ha incontrato il magistrato, ed è rimasto molto colpito. "Alcune persone" spiega "suggeriscono individualmente che fare il proprio dovere è più forte di qualsiasi eroismo o convincimento politico. La progettualità del singolo è alla base dell'educazione civica, ne sono convinto come padre e come persona. Ho incontrato il dottor Di Bella a metà strada del lavoro, è schivo, non ha smanie di protagonismo. Non ha la scorta, non ha l'aura dell'eroe solitario: fa il suo lavoro con passione. Ma ci teneva alla precisione chirurgica, che gli eventi fossero esatti. È rimasto dietro il monitor a vedermi girare. Mi ha colpito perché quando l’ho conosciuto mi è sembrato di aver colto un certo modo di fare".

Per Preziosi "la cosa importante era restituire lo sguardo profondamente umano di questo personaggio, il mio obiettivo era di raccontare non in maniera seduttiva o eroica il suo impegno. Narrativamente la parola scegliere ha una grande forza. La scelta è una cosa che lo Stato deve garantire. Se no, non è Stato. Le scene che ricordo con più forza sono quelle col fratello del protagonista, che fa da contraltare alla possibilità del riscatto del protagonista. Questo magistrato senza giubbotto antiproiettile dà l’idea di un percorso normale, fa sembrare fisiologico e umanamente significante il fatto che i figli possono avere un futuro migliore dei padri. Il film - continua l'attore - mi ha molto toccato nell'umanità che c’è in ognuno di noi, bisogna avere la fortuna di fare gli incontri giusti".

"Il giudice Di Bella dà il grande esempio: che prima di imporre la scelta a qualcuno, devi aver centrato tu la scelta" dice Preziosi, che è laureato in Giurisprudenza. "La legge comincia a essere una verità oggettiva quando è l'individuo a decidere di metterla in pratica". LIBERI DI SCEGLIERE segue il percorso verso la libertà di Domenico, la reazione violenta dei parenti che non vogliono si allontani dall’organizzazione.

"Il mio incontro con il giudice Di Bella" spiega la sceneggiatrice Monica Zapelli "non fu professionale, mi occupavo della vicenda per motivi personali, per aiutare un bambino a scrivere un diario di vita. La fiction l'abbiamo fatta qualche anno dopo. Abbiamo preferito aspettare che ci fosse una sedimentazione, nonostante il materiale drammaturgico ci fosse da subito. Abbiamo protetto l'anonimato dei ragazzi, non li abbiamo trasformati in personaggi. A loro è stata tolta la possibilità di scegliere ciò che volevano essere". "Ho sentito spesso in questi giorni Di Bella, è una persona schiva, infatti stamattina non è qui con noi a questo incontro" dice il produttore Angelo Barbagallo "Tiene molto al progetto, ci ha seguito da lontano ma con grande attenzione. Il film è importante per quelle famiglie e quel territorio, può avere 'un effetto didattico'. Quando andò in onda la fiction su Lea Garofalo in Calabria segnò il 50% di share, con una percentuale di giovani molto alta".

Campiotti, regista di Braccialetti rossi, sempre molto attento all’adolescenza, ha aderito subito al progetto: "La storia è specifica, precisa, ma racconta come chiunque, anche un ragazzo di 'ndrangheta, può in ogni momento, con l'aiuto di un mentore, prendere la vita nelle proprie mani". Carmine Buschini (Leo di Braccialetti rossi), interpreta Domenico. "Ha avuto la sfortuna di nascere all’interno di una famiglia della 'ndrangheta, non ha avuto la possibilità di pensare una vita differente da quella del padre. Domenico ha vissuto la prima parte della sua vita con molta poca consapevolezza della differenza tra bene e male. Tutti devono avere il diritto e la possibilità di scegliere e di ripartire da zero. In ogni momento"
.


di Silvia Fumarola, 17/01/19; pubblicato via REPUBBLICA.IT sez. TV










le foto dal set di LIBERI DI SCEGLIERE sono di SARA PETRAGLIA - clicchiamo sull'immagine per la gallery originale




    RAI1 STASERA 22 gennaio in prima visione 21:25

    LIBERI DI SCEGLIERE regia di Giacomo Campiotti

    nel ruolo del magistrato: ALESSANDRO PREZIOSI





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claudia_napoli



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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2019 23:32    Oggetto: Rispondi citando


Meraviglioso ti scrivo con i brividi addosso sull abbraccio dei due fratelli
E tu Alessandro sempre piu bravo e soprattutto sempre piu sensibile 💗💗💗💗💗💗💗
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anticlaudia



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MessaggioInviato: Mer Gen 23, 2019 10:36    Oggetto: Rispondi citando


Ciao a tutti, ciao forum e soprattutto ciao Ale!!! È da tanto che nn scrivo ma non ho mai smesso di seguire il nostro Capitano con interesse, passione e curiosità...perché ogni suo lavoro è sempre ricco di.insegnamento e di meraviglia. Sono ancora commossa per "liberi di scegliere" che ieri sera mi ha incollato alla tv...un film eccezionale, come eccezionale è stata la tua interpretazione Ale e quella di tutti gli altri strepitosi attori che ti hanno affiancato donandoci uno spaccato meravigliosamente drammatico e suggestivo...Un film davvero stupendo che nonostante avesse ad oggetto una tematica spesso trattata, la affrontava per la prima volta da una prospettiva mai vista e con taglio realistico invidiabile...Complimenti caro Ale e a tutti gli altri attori e al regista!!!!!! E grazie per queste meraviglie!
Un bacione a tutto il.forim...vi.porto sempre nel cuore!!!!!
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marystone



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MessaggioInviato: Mer Gen 23, 2019 14:47    Oggetto: Liberi di scegliere Rispondi citando


Complimenti Ale!!! Smile
Ieri sera ho seguito con molto interesse e attenzione il film e l'ho trovato bellissimo. Un'ottima sceneggiatura e scrittura. Bravissimi tutti gli interpreti. Ovviamente anche in questa interpretazione tu sei stato bravissimo! Smile
Molto toccante l'argomento trattato che mi ha emozionato fino alla fine.
A me è sembrato di continuare a lavorare....tra quei carpettoni di documenti e quegli uffici giudiziari a me noti. Solo che il mio...giudice...non è bello e affascinante come te...ah ah ah ah...ma è molto bravo nel suo lavoro e ha a cuore anche lui la sorte dei minori disagiati.
Complimenti per aver accettato di fare questo film. Argomenti che si occupano del sociale. Il pubblico ti ha premiato con gli ascolti e il gradimento.....anche se io mi aspettavo di più...comunque è andata bene.
Ti apprezzo e stimo sempre tantissimo e aspetto di vederti presto in altri lavori. Laughing Laughing

Un forte abbraccio
mariella
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