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4 gennaio 2023 - LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI serie NETFLIX
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Nov 15, 2022 19:54    Oggetto: 4 gennaio 2023 - LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI serie NETFLIX Rispondi citando




4/1/2023 tutta la SERIE con ALESSANDRO PREZIOSI

"LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI" sarà su NETFLIX

6 episodi dall'omonimo romanzo di ELENA FERRANTE

regia EDOARDO De ANGELIS, produzione FANDANGO









La nuova serie tv è scritta da Elena Ferrante, Laura Paolucci, Francesco Piccolo ed Edoardo De Angelis.

Trama: durante il suo percorso di crescita, Giovanna (Giordana Marengo) si confronta con gli adulti della sua famiglia, in particolare con i genitori Andrea (Alessandro Preziosi) e Nella (Pina Turco) e con la figura enigmatica della zia Vittoria (Valeria Golino).









La serie è un ritratto potente e singolare del passaggio di Giovanna dall'infanzia all'adolescenza negli anni Novanta. La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale.
Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.






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MessaggioInviato: Mer Dic 07, 2022 07:36    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI di NETFLIX anteprima x GIFFONI Rispondi citando



Giffoni Première La vita bugiarda degli adulti di Netflix

a Roma 20/12/22 Anteprima gratuita per 350 giffoner

è richiesta la prenotazione via web: email di conferma









clicca e compila (se hai dai 18 anni in su): attendi la mail di conferma con tutte le informazioni e solo così saprai se sarai tra i partecipanti alla première de La vita bugiarda degli adulti: per vivere l’esperienza del red carpet e guardare in anteprima i primi due episodi della nuova serie Netflix insieme alle sue protagoniste.
Auditorium della Conciliazione & post-screening party.




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MessaggioInviato: Gio Dic 29, 2022 15:51    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI - serie tv 2023 NETFLIX Italia Rispondi citando






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MessaggioInviato: Gio Dic 29, 2022 19:42    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI con ALESSANDRO PREZIOSI - 2023 Rispondi citando






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MessaggioInviato: Ven Dic 30, 2022 10:12    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI - NETFLIX - 2023 - recensione Rispondi citando



ha scritto:




LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, recensione

in anteprima della serie Netflix in uscita il 4/1.





Abbiamo avuto il privilegio di vedere in anteprima LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI. Prodotta da Fandango e tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, la serie evento del 2023 debutterà su Netflix il 4 gennaio in tutti i Paesi dove il servizio è attivo. Scritta da Elena Ferrante, Laura Paolucci, Francesco Piccolo ed Edoardo De Angelis e diretta da quest’ultimo, non ha affatto deluso le nostre aspettative. Le due protagoniste, Valeria Golino e Giordana Marengo, sono immense: fra di loro ci sono un legame e una complicità che raramente abbiamo visto davanti alla macchina da presa. Insieme rendono indimenticabile lo show, che si pone come racconto di formazione, una storia che crea un ponte fra generazioni ma anche fra borghesia e povertà nella Napoli degli anni Novanta.



LA TRAMA

La serie è un ritratto potente e singolare del passaggio di Giovanna dall’infanzia all’adolescenza negli anni Novanta. La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.

Le riprese si sono svolte a Napoli, in diversi quartieri fra il centro e la periferia, dal Vomero a Poggioreale, e a Milano, prevalentemente sui Navigli della città.




LA RECENSIONE

La regia di Edoardo De Angelis valorizza qualunque cosa, dai semplici dettagli delle case ai luoghi, indaga i volti dei protagonisti con accurati primi piani, indugia sugli scorci di una Napoli sempre bellissima, sostenuta da una fotografia sgargiante e dalle conturbanti canzoni dell’epoca.
Nello show tutto trasmette vitalità, che sia buonumore, ironia, rabbia, frustrazione o dolore, in ogni scena, in ogni sequenza, si respira un desiderio ardente di non subire la propria esistenza ma di viverla sino in fondo. Ma, soprattutto, è facile riconoscersi in uno o più personaggi proprio come gli stessi protagonisti usciti dalla penna di Elena Ferrante si rispecchiano l’uno nell’altro. Anche quando la distanza culturale è marcata, anche quando le esperienze di vita sono completamente diverse, c’è sempre qualcosa che in cui rivedersi: succede per interesse personale ma pure per autodifesa, misurandosi con le proprie e altrui bugie. “Mi hai mentito”, dice Giovanna alla zia Vittoria, che le spiega come a volte le storie inventate siano molto meglio della verità.

La maturità attoriale di Alessandro Preziosi trova il suo apice in questa serie: è convincente come non mai la sua interpretazione di un uomo in cerca di riscatto, disposto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi, abituato a mentire e a non avere scrupoli nemmeno con l’odiata e amata sorella. Per un bugiardo come lui è facile riconoscere un suo simile anche nella moglie Nella (interpretata da una splendida Pina Turco), così come negli amici di una vita con cui condivide le cene.
Perché nella serie LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI sono le bugie le vere protagoniste, ciò che si nasconde o si crede di saper nascondere. E’ lo specchio della realtà, della vita di tutti i giorni in cui tutti cerchiamo di stare a galla. Diffidare sempre di chi dice che non mente mai.

Terminata la visione dei sei episodi, resta una sensazione d’incompletezza. Non perché la storia non abbia chiuso il suo cerchio ma perché si vorrebbe continuare a seguire ancora lungo le vicende di Giordana e Vittoria.


Voto: 4 su 5

recensione di Stefano Di Maria, 27/12/22; pubblicata via IlNotiziario.net




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MessaggioInviato: Mer Gen 04, 2023 20:03    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI Il Mattino intervista PREZIOSI Rispondi citando





4/1/23 IL MATTINO intervista ALESSANDRO PREZIOSI




ha scritto:





PREZIOSI tra i protagonisti di «LA VITA BUGIARDA

DEGLI ADULTI»
, serie tratta dalla Ferrante, da oggi

su Netflix
«La storia racconta la perdita dei valori e

una borghesia troppo attenta alla forma e poco alla

sostanza» _ «Anni ’90, è la Napoli dei miei ricordi»






Un braccialetto. Un braccialetto regalato, dimenticato, perduto e ritrovato è il filo rosso che attraversa «LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI», la nuova serie tratta dall'omonimo romanzo (edito da e/o) di Elena Ferrante e diretta da Edoardo De Angelis disponibile da oggi su Netflix in tutti i Paesi raggiunti dalla piattaforma.
Come la bambola misteriosamente sparita nell'«Amica geniale», quel braccialetto di fili d'oro bianco che passa di mano in mano sottolinea le emozioni, gli scarti, le «smarginature» dei protagonisti di una storia divisa tra l'ingessata finzione della Napoli borghese e la disperata vitalità della città bassa. Quartieri alti e periferia degradata, menzogne e verità si intrecciano in un racconto di formazione che è anche il potente affresco di un'epoca, gli anni Novanta, brulicante di grandi fermenti e rivoluzioni. Nel passaggio tempestoso dall'infanzia all'adolescenza Giovanna (Giordana Marengo) si rispecchia nell'indomabile zia Vittoria (Valeria Golino), custode di inconfessabili segreti sul passato della sua famiglia, nonostante la contrarietà dei genitori (Pina Turco e Alessandro Preziosi). Intellettuale colto e comunista, rispettato insegnante del Vomero, l'attore è Andrea, che sotto la patina del padre affettuoso e dell'amico fedele nasconde una natura bugiarda e traditrice. «È il personaggio più ipocrita e contraddittorio» dice Preziosi, «quello più capace di venire a patti con se stesso pur di continuare la propria scalata sociale, mettendo da parte la dignità».

Dal punto di vista del suo personaggio che cosa racconta «LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI»?
«Racconta la perdita dei valori negli anni Novanta del secolo scorso, e una borghesia troppo attenta alla forma e poco alla sostanza. Molti dicevano una cosa e ne facevano un'altra. Il libro mette in luce proprio quel tipo di mistificazione della realtà. Ma alla fine il mio personaggio lascia che sua figlia gli legga in fondo agli occhi e, almeno, si fa riconoscere per quello che realmente è».

Tutta la narrazione corre sul doppio binario delle bugie e della verità.
«La storia pone delle domande, ma non dà risposte, lascia allo spettatore il rapporto con la verità. La vita familiare è un continuo travaso di saperi e se non si ha una dignità forte, intima, a volte una bugia diventa inevitabile. Inutile fare la morale. Io ho smascherato la mia natura davanti ai miei figli, nessuno lo ha fatto con me».

Come erano i suoi anni Novanta?
«Famiglia borghese, Napoli alta, per dirla con la Ferrante. Ci si muoveva a piedi, niente motorini e automobili, andavo avanti con poco. Da ragazzo ero affascinato dai vicoli, mi piaceva rischiare e frequentavo tutti, anche quelli che non andavano a genio ai miei genitori. Avevo amici di ogni genere e guardavo con ammirazione quelli più sfrontati di me. Poi il liceo Umberto, la politica e l'università, studiavo Lettere, frequentavo i centri sociali...».

E poi decise di fare l'attore.
«Non avevo una particolare passione, volevo andare via da casa, questo sì, uscire dalla mia bolla protetta ed entrare nel mondo vero. Così lasciai Napoli, che però resta sempre la mia fonte di ispirazione. Ogni film che giro a Napoli è un mezzo per riconciliarmi con la città e con la lingua napoletana».

Oggi com'è il suo rapporto con Napoli?
«Di adolescenziale curiosità, perché ho la fortuna di farla conoscere ai miei figli. Allo stesso tempo ne sono come impaurito, perché è una città che non trova pace e in questa fase della vita non mi dispiacerebbero ritmi meno vivaci. Confesso di averli cercati, anche se è difficile trovarne di migliori».

Quanti ricordi suoi sono finiti nella serie? «Ho fatto un viaggio nella memoria, sono diventato improvvisamente mio padre che esce dal suo studio, che sbuccia l'arancia in un certo modo, che legge quel tipo di giornale... Sono molto grato a Edoardo De Angelis, sul set abbiamo condiviso tutto. Alla fine, non è mai difficile, quando ti affidi a "mangiafuoco" del suo calibro».

Il romanzo della Ferrante le ha fatto da guida?
«Naturalmente, la sua intelligenza narrativa e la sua cultura dei luoghi napoletani sono molto importanti perché rifuggono da ogni tentazione folklorica e vanno al cuore delle emozioni. E la sua fama internazionale è il migliore viatico per il nostro lavoro».

Ora a cosa sta lavorando?
«Preparo la mia opera prima al cinema e poi tornerò al teatro.
Negli ultimi tempi ho fatto tante cose, vorrei procedere con calma. Questa serie è stata un bellissimo regalo, non mi sarei mai aspettato di rappresentare sul set quella borghesia che da ragazzo non capivo, pur essendoci cascato dentro».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

a cura di Titta Fiore, 4/1/23; IL MATTINO ed. Nazionale, Spettacoli pag. 15





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MessaggioInviato: Dom Gen 08, 2023 11:06    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, SKYarte Cinecittà LUCE SOCIAL Rispondi citando










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MessaggioInviato: Dom Gen 08, 2023 12:45    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, Rivista F intervista PREZIOSI Rispondi citando




1-2023 F Magazine intervista ALESSANDRO PREZIOSI




ha scritto:




Enrica Brocardo, 3/1/2023; F Settimanale n. 1 People News pag. 66-67 Cairo Ed.








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MessaggioInviato: Lun Gen 09, 2023 19:42    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, fiction, SORRISI e Canzoni TV Rispondi citando





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MessaggioInviato: Mar Gen 10, 2023 23:51    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI - lingua napoletana - LaStampa Rispondi citando






ha scritto:



      L'ANALISI : LA LINGUA è l’anima de

      “LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI”



Su Netflix è disponibile la nuova serie prodotta da Fandango, diretta da Edoardo De Angelis e tratta dall’omonimo libro di ELENA FERRANTE



Ne La vita bugiarda degli adulti la lingua è tutto; ed è tutto perché è come una mappa, una guida da seguire tra una scena e l’altra, tanto concreta quanto una scenografia e tanto bella quanto i suoi colori e il mare di Napoli. La lingua è lo scheletro del racconto, e riesce – perché sì, ci riesce – a mettere in contatto gli estremi, a sovrapporli, a dare alle idee e alle espressioni degli attori una consistenza che sa di reale, vissuto, e che pesca direttamente dai nostri ricordi.

Gli spettatori, davanti a una serie come questa, non possono – e, soprattutto, non devono – accontentarsi; devono pretendere quel qualcosa di più, quello slancio artistico e creativo che solo le storie più intense, e sincere e uniche, hanno. In questo caso, quello slancio è la lingua. Un misto di napoletano e italiano, di parole a metà, spezzate e dilaniate, e di suoni che si ripetono sempre uguali come le cantilene religiose di una messa.

La lingua è un ponte ed è uno specchio: perché riflette esattamente quella che è la natura dei personaggi; perché inspessisce, e non di poco, il racconto, e perché sa creare un legame forte, indissolubile, con il mondo circostante. Il regista Edoardo De Angelis, Elena Ferrante, Laura Paolucci e Francesco Piccolo sono partiti dal romanzo originale, edito da E/O, per scrivere la loro sceneggiatura. Poi, però, hanno preso un’altra direzione: La vita bugiarda degli adulti è una serie tv, è fatta d’immagini; prodotta da Fandango e distribuita da Netflix, vive un’altra vita, e in questa vita la lingua non è costretta nella bidimensionalità delle pagine di carta, ma è dinamica, profonda e riconoscibile.

Gli attori la usano proprio come un musicista usa uno strumento: li aiuta, e allo stesso tempo amplifica le loro interpretazioni; dà suggerimenti e consigli su cosa fare o non fare per ricreare – e, a volte, costruire – la verità del singolo personaggio. Non è il linguaggio: è diversa. La lingua ha le sue regole e le sue caratteristiche, e cambia in continuazione.

Quando a parlare è zia Vittoria, interpretata splendidamente da Valeria Golino, è rabbiosa, carica di potere e rancore; quando a parlare, invece, è Andrea, il padre della protagonista, interpretato da Alessandro Preziosi, è sibilante, subdola e fintamente ricercata. Quando poi tocca a Giovanna, interpretata da Giordana Marengo, la lingua è una via di mezzo, ed è più innocente, onesta, meno artificiosa. Giovanna, dopotutto, non è solo il volto de La vita bugiarda degli adulti, ma la sua essenza, il suo centro permanente: la lingua deve seguirla, migliorarla, sostenerla; la lingua è un’estensione del suo carattere, anche perché, per buona parte dei sei episodi, ci fa da guida, mettendo insieme pezzi e frammenti della trama.

Altri personaggi, come Nella, madre di Giovanna, interpretata da Pino Turco, e Costanza, interpretata da Raffaella Rea, si muovono in una dimensione sospesa: piena della rabbia di Vittoria, di quel napoletano viscerale e violento, e anche della grazia posillipina di Andrea. Ida e Angela, le amiche di Giovanna, interpretate rispettivamente da Azzurra Mennella e Rossella Gamba, parlano la lingua della Napoli bene, del Vomero, dei quartieri alti e ricchi, dove il mare non è solo un amico, ma un lusso: Angela abbraccia questo segreto; Ida, invece, prova a combatterlo. A essere altro.

Ma la lingua, come dicevamo, è una mappa. E allora basta una vocale un po’ più aperta o una consonante un po’ più puntuta, per ritrovarsi in due posti differenti, appartenenti entrambi alla stessa città, ma così particolari da sembrare inavvicinabili: c’è il quartiere popolare, dove vive zia Vittoria, e c’è il quartiere più ricco, dove vive la famiglia di Giovanna. Pure qui, però, a un tiro di sasso dai balconi e dalle finestre, si vede un ponte cadente, incompleto, che sa di sogni infranti e promesse mai mantenute. E così la lingua si trasforma un’altra volta: prende un po’ di qua e un po’ di là; ruggisce quando serve, e si fa sottile, quasi sussurrata, quando vuole essere più gentile.

La vita bugiarda degli adulti è una storia di crescita, di formazione, che parla di ipocrisia e assurdità, che smaschera gli uomini e le donne nella loro mediocrità, e che risponde a domande precise: di chi siamo figli, a chi assomigliamo, da chi, o da cosa, dobbiamo difenderci? Il padre di Giovanna, proprio all’inizio del racconto, dice a sua moglie che la figlia sta diventando come la sorella, e che è brutta, che ha quella faccia lì. Giovanna li sente, e prima si dispera, poi capisce: è diversa da loro, nello stesso modo in cui è diversa zia Vittoria; e anche nella lingua deve trovare sé stessa. Un po’ centri sociali, un po’ Napoli residenziale. Un po’ italiano e un po’ dialetto.

Giovanna ha gli occhi, i capelli e il corpo di Giordana Marengo; ma ha pure, e forse specialmente, la sua voce. La vita bugiarda degli adulti, radicata com’è negli anni Novanta, è una serie senza tempo, per tutti; una serie che mostra e non nasconde; una serie che, come Napoli, è divisa tra la pesantezza della terra e la freschezza del mare.



LA STAMPA, Gianmaria Tammaro, 9/1/23; pubblicato via LASTAMPA.It







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MessaggioInviato: Mer Gen 11, 2023 00:45    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI - NETFLIX - lingua: napoletano Rispondi citando









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MessaggioInviato: Mer Gen 11, 2023 19:54    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI - regia di EDOARDO DE ANGELIS Rispondi citando



ha scritto:



Quanta verità c'è nella vita bugiarda degli adulti



Il regista Edoardo De Angelis racconta la nuova serie Netflix, tratta da un romanzo di Elena Ferrante, con Valeria Golino, Alessandro Preziosi e l'esordiente Giordana Marengo.



Elena Ferrante non è più solo un’icona letteraria. Tra film e serie tv, l’autrice continua a popolare il mondo dello spettacolo con tutti gli adattamenti tratti dalle proprie opere. L’ultimo, uscito il 4 gennaio su Netflix, è La vita bugiarda degli adulti, romanzo pubblicato nel 2019 e diventato già prodotto seriale per la piattaforma streaming. L’universo dell’adolescenza viene messo in scena grazie alla protagonista Giordana Marengo, esordiente, e a un cast di grandi nomi come Valeria Golino, Alessandro Preziosi e Pina Turco. Alle redini del progetto, sia alla regia che alla sceneggiatura assieme a Laura Paolucci e Francesco Piccolo, c’è Edoardo De Angelis con cui abbiamo parlato della scrittura della Ferrante e del confronto con L’Amica geniale. Oltre ad andare in profondità negli angoli più intimi della giovinezza, quel momento di passaggio tra l’innocenza e la crescita, prima di entrare nella “vita bugiarda” dei grandi.

Il 4 gennaio è uscito La vita bugiarda degli adulti: come sei arrivato al romanzo e come è andato l’incontro con Netflix?

L’invito alla lettura è arrivato dal produttore Domenico Procacci e credo che la collaborazione con Netflix fosse già stata messa sul tavolo con Elena Ferrante. Sono rimasto subito colpito dal libro. Ciò che mi ha messo in relazione con la protagonista Giovanna è il viaggio negli inferi della città che la ragazzina percorre, che si rivela poi essere nel lato oscuro di se stessa. Ho pensato fosse un elemento che poteva riguardare ognuno di noi, e in questo la Ferrante è una fuoriclasse: racconta molto bene le tante affermazioni o auto-rappresentazioni di una vita onesta o reale che ognuno di noi presenta e che invece nasconde una stratificazione di diverse bugie. Spesso però, in questo suo universo, ciò che viene indicato come brutto o malvagio, è in verità solamente una componete selvaggia, che incute timore perché è impossibile domarla.

Pensi quindi che Procacci e Netflix abbiano pensato a te perché possiedi qualcosa di selvaggio?

Bisognerebbe chiedere a loro. Forse mi hanno chiamato perché hanno apprezzato come ho saputo raccontare la formazione durante l’adolescenza nei miei progetti precedenti, soprattutto in rapporto all'universo femminile. Nel romanzo poi c’è la compresenza di aspetti elevati e di altri viscerali, la stessa che cerco da tempo nei miei fotogrammi. Questo ha reso plausibile il mio coinvolgimento. È il mettere insieme due mondi distanti, per creare un corto circuito da questo ossimoro.

Per questi fotogrammi ti ha aiutato la scrittura di Elena Ferrante? Secondo te è una scrittrice dal tratto cinematografico o seriale, dunque più facile da adattare per lo schermo?

No. Credo che Elena Ferrante abbia una scrittura squisitamente letteraria. Rappresenta la quintessenza della scrittura e proprio per tale ragione è possibile ricavare dalla sua figura e dai suoi lavori una fonte di immaginazione estremamente potente. Ma riguarda sempre il mondo del linguaggio letterario. Trasformare le sue parole in fotogrammi richiede comunque un movimento linguistico che non è difficile o complicato. Adattare un suo romanzo innesca lo stesso procedimento che avviene quando lo si legge: le parole fanno scattare l’immaginazione, che si tramuta poi in scene e personaggi per una serie o un film, sebbene non sia lei a scrivere per sequenze.

Sicuramente il collegamento immediato che viene con La vita bugiarda degli adulti è quello con L'Amica geniale, un vero e proprio successo internazionale. Cosa pensi della serie Rai/HBO? Senti una certa pressione addosso?

Nessuna pressione, ci mancherebbe. L’Amica geniale è un ottimo lavoro, realizzato da colleghi che stimo molto. E una cosa bella, come la serie, non può rappresentare un ostacolo, bensì un punto di partenza. In più sono due romanzi che presentano delle affinità, che portano entrambi la firma riconoscibile dell’autrice, ma nel profondo sono delle narrazioni completamente differenti. Anche i loro percorsi lo sono e un precedente come L’Amica geniale non può che costituire un punto di inizio per il resto dei lavori che verranno. Sono felice che siano stati adattati questi libri e che L’Amica geniale abbia raggiunto dei risultati brillanti.

Il contributo di Netflix, come avvenuto con HBO per L’Amica geniale, contribuisce all’internazionalità di un fenomeno altrimenti locale?

Parlare di fenomeno locale con un testo di Elena Ferrante mi sembra quanto mai un anacronismo. È una scrittrice che è diventata un riferimento mondiale da diversi anni ormai grazie alla sua natura caleidoscopica, che fa da radicamento a elementi universali. E anche il concetto di località rispetto a tutto ciò che viene generato da Napoli è stato superato da secoli.

Tra l’altro Napoli nella tua versione di La vita bugiarda degli adulti viene evocata più tramite le musiche che grazie ai luoghi.

Devo ringraziare per questo l’editore e il produttore perché non hanno mai detto di no a ogni canzone proposta. A dei brani meravigliosi abbiamo abbinato poi la colonna sonora originale di Enzo Avitabile, il quale ancora una volta ha dimostrato di essere un artista poliedrico in cerca di sonorità sempre nuove. È lui a fare da collante al repertorio d’epoca. La grande ingenuità in questi casi è pensare che ogni pezzo debba rifarsi al decennio d’appartenenza, quando in realtà si ascoltano anche pezzi degli anni precedenti, per questo nella serie si trovano Peppino di Capri o Franco Califano. Ovviamente bisogna che ogni canzone sia intrecciata sempre al senso del racconto, e ne La vita bugiarda degli adulti abbiamo voluto restituire un’identità degli anni Novanta che passasse per quei brani da strada che in un baleno diventarono mainstream.

Passando invece agli attori, la tua giovane protagonista Giordana Marengo ha raccontato di essersi aperta con te bevendo una Coca-Cola mentre eravate in un bar, togliendo molta della pressione che si ha durante i provini. La ricerca per l’attrice giusta, però, ha richiesto molto lavoro.

Abbiamo visionato più di tremila provini. Li ho visti tutti, uno per uno, e nonostante fossero arrivate molte suggestioni promettenti, alla fine Giordana era la persona giusta per il ruolo. Non abbiamo fatto un grande lavoro di trasformazione, alla fine se togli di mano il telefonino a un'adolescente di oggi, ti rendi conto che non è poi diversa da una degli anni Novanta (decennio in cui è ambientata la serie, ndr). Hanno tutti gli stessi desideri, le stesse paure o le stesse insicurezze. Ho cominciato a vedere in Giordana il personaggio di Giovanna durante gli ultimi provini. Quando si affida un ruolo a una persona alla fine si genera una sorta di relazione biografica tra chi lo interpreta e la parte in sé. È un modo per trovare la verità del personaggio. Suppongo ci sia stata perciò questa doppia mutazione di Giordana in Giovanna, e viceversa.

Giovanna affronta delle fasi che chiunque da adolescente attraversa, ci sono i confronti e le ipocrisie tra classi sociali, la ribellione giovanile, questioni legate alla religione e c’è curiosità verso la sessualità.

Nel romanzo di Elena Ferrante c’è molto di questa scoperta della sensualità che rappresenta una continua commistione tra attrazione e repulsione, che è poi ciò che prevede proprio l’indagine sulla sessualità. Questo è stato un elemento guida a cui ci siamo affidati. Era un aspetto letterario molto bello, ma anche molto vero. L’approccio estetico poi non è stato mai morboso, perché l’ossessione non mi conquista mai, anzi mi distrae. Ma è chiaro che ogni esperienza, seppur didattica, fa parte di una crescita che deve confrontarsi con un desiderio che rompe la purezza dell’adolescenza, quello che esplode come un fiume in piena e ci fa cercare in continuazione il nostro posto nel mondo.

Quella diga che si rompe per Giovanna è un altro personaggio, la zia Vittoria interpretata da Valeria Golino. Cosa ti ha affascinato di questa donna? Golino ha dichiarato che non le hai dato molte indicazioni per tratteggiarla, lasciandola libera.

La zia Vittoria è una benedizione del romanzo, grazie alla sua natura selvaggia e tenerissima. Questo carattere indomabile ma dolce non poteva che essere reso dall’interpretazione di Valeria Golino. Non le ho dato molte indicazioni perché è una grande attrice e non aveva bisogno di sentire le mie parole. Quando si ha a che fare con un’interprete simile, ti rendi conto di non dover guidare troppo, vanno solo cercate le giuste sfumature. Quel modo travolgente di esprimersi non andava assolutamente toccato. È così anche con gli esordienti: vanno seguiti finché non trovano il loro modo di muoversi. Credo molto nella solitudine di un attore, è lì che accresce quello slancio che restituisce l’imprevedibilità nelle interpretazioni, ciò che cerco ogni giorno sul set. Non deve esserci per forza una preparazione meticolosa, ma l’opportunità di trovarsi davanti a un colore inaspettato.

In questa storia c’è qualcosa che hai rivisto della tua giovinezza? Che ti ha portato a guardare da un’altra prospettiva la vita, proprio come zia Vittoria dice di fare alla protagonista?

È il motivo per cui mi sono innamorato del romanzo. Avevo l’età di Giovanna quando ho scoperto tutta una verità su una parte della mia famiglia che non conoscevo e il cui fulcro era mio padre. Ho vissuto un viaggio molto simile a lei nella mia vita, che ha stravolto la prospettiva che avevo sul mondo. È un evento che mi ha fatto comprendere comunque che, per quanto brutto o apparentemente inaccettabile, è sempre meglio affrontare la verità che vivere una bugia.

E adesso? Credi che si diventi adulti proprio quando si cominciano a dire bugie?

Lo sto ancora capendo.



di Martina Barone, 9/1/2023; pubblicato via ESQUIRE.com IT Cultura









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MessaggioInviato: Ven Gen 13, 2023 02:24    Oggetto: THE LYING LIFE OF ADULTS on NETFLIX - The New York Times.com Rispondi citando



ha scritto:


Netflix Brings the Intensity of Elena Ferrante’s Naples to the Screen: a new adaptation of the novel “THE LYING LIFE OF ADULTS” features formidable female central characters and an Italy with distinct social classes.



Like the novel by Elena Ferrante on which it is based, the opening line of Netflix’s “The Lying Life of Adults” is spoken by the precocious teenage protagonist, Giovanna, who is listening at the door while her parents talk about her.

“Before leaving home, my father told my mother that I was ugly,” Giovanna says, adding forlornly that he had compared her to his estranged sister Vittoria, an insult so vile that it prompted Giovanna’s mother to counter: “Don’t say that. She is a monster.”

Thus the viewer is introduced to Giovanna (Giordana Marengo) and Vittoria (Valeria Golino), fitting new entries in the pseudonymous Italian author’s rich stable of formidable female central characters. Brought to life onscreen in a recent six-episode adaptation of Ferrante’s 2019 novel, they are as complex and contradictory as Lila and Lenù, the main characters of Ferrante’s four best-selling novels chronicling their friendship, a version of which appeared in HBO’s “My Brilliant Friend.”

In “The Lying Life of Adults”, too, Naples provides a socially textured setting for this coming-of-age story, which propels Giovanna from the innocence of childhood into the world of adults’ complex and contradictory compromises. Set in the mid-1990s, the series underscores the slippery social standing of Italian girls, and women, seeking to find a footing in a world where men call the shots.

The show is “rightly” Ferrante’s world, according to Domenico Procacci, the chief executive of Fandango, an Italian entertainment company that produced “Lying Life” for Netflix, who spoke at a news conference presenting the series in Rome last month. Fandango also co-produced “My Brilliant Friend” with HBO, RAI, the Italian national broadcaster, and others.

In “Lying Life,” Giovanna navigates two distinct Neapolitan neighborhoods so drastically diverse that it is hard to believe they belong to the same city. She lives in the Rione Alto, an upper-middle-class neighborhood mostly developed in the 1960s and ’70s capping the Vomero hill with breathtaking views of the Gulf of Naples. “Outside of the Vomero, the city scarcely belonged to me,” Giovanna says in the novel.

But in her determination to meet her aunt, Giovanna opens her world to the lower city neighborhood that her father, Andrea (Alessandro Preziosi) escaped, but that Vittoria still inhabits: a run-down district called Pascone in the novel, which was shot in the formerly industrial rough-and-tumble Poggioreale neighborhood.
“I don’t think there is any city in Italy where the differences between social classes are as evident as Naples, and at times where this difference counts so little,” Francesco Piccolo, one of the show’s four screenwriters, said at the news conference. In the series, viewers who do not speak Italian might miss the fact that the contrast is underscored by the difference in the Neapolitan dialect spoken between the two neighborhoods. In the wealthy Vomero, the dialect is spoken “for pleasure, for fun,” Piccolo said, while in the other, it is “a totally emotional dialect.”
Getting Vittoria right, her movements as well as her dialect, weighed on Golino, who may be best remembered by American audiences for her star turn in the films “Rain Man” and “Hot Shots!” She, too, grew up in the Vomero neighborhood, on “the good side of the tracks,” she said in a telephone interview, and confessed to never having seen the “Naples of Vittoria,” to the point that she “had to go find it, understand it.”

A voice coach taught what was to her essentially a new language. “Even though I am Neapolitan, I had never spoken in that way,” Golino said. “It was a sound that I had heard in the city, but it was never part of my world.” To embody the earthy bawdiness of Vittoria “was difficult,” the actress said. “I had to study the words, a way of moving, a way of inhabiting space,” which was foreign to her. “So I spent a lot of time in Naples, which is my city, but Naples is made of many layers,” she said.



In turn, Marengo, 19, who made her screen debut as Giovanna after being selected from among 3,000 girls auditioning for the role, said Golino had nurtured her throughout the series. “She gave me a lot of advice,” Marengo said, and the two created a strong bond that Marengo thought was apparent on screen, she said in a telephone interview.

“We really helped each other,” Golino said. “We were both in the same state of mind. She because it was her first time, I because I was constantly afraid of making a mistake.”

Marengo said she had felt the responsibility of portraying the protagonist of a story that evolves entirely from Giovanna’s perspective. “At first, I was anxious that I wouldn’t be able to make it,” she said. But the director and the crew made sure she did not feel that responsibility, “and that really calmed me down,” she said.

In the novel, Giovanna’s inward gaze is even more pronounced. But Edoardo De Angelis, the show’s director, said transposing that inner rumination into visual form was a natural extension of Ferrante’s writing.

“Every single word contains an evocation that suggests and invokes a multitude of images,” De Angelis said in a telephone interview. “The words always suggested the path to take because Ferrante’s evocations are always very concrete, even if they begin with an interior thought.”

De Angelis’s Naples involves a cacophony of colors and sounds, the underground music scene in the city’s avant-garde community centers and the nostalgia of summer festivals hosted by Italy’s once-powerful Communist Party.
Ferrante, the famously elusive author who has never officially made her identity public, has a screenwriting credit, and De Angelis, who is also credited with writing the script with Piccolo and Laura Paolucci, said that correspondence with Ferrante had involved “many letters to find a common language.”

In transposing the novel to television, the story also took an unexpected turn, a plot twist that is not in the novel but that Ferrante signed off on, De Angelis said: She was well aware that moving from the pages to the screen “was an occasion to express elements that were only suggested and left to the imagination in the novel,” while on the screen, “the imagination becomes image,” offering the possibility of “more radical choices.”

These radical choices open new avenues, and the episodes end with a series of unresolved questions to be answered, perhaps, in a possible sequel. (To this reader, the ending of the novel also suggested that a second book could follow.)
Just as Golino worried about doing the character of Vittoria justice, “our series aims to show the authenticity of Italy, even outside of stereotypes,” Eleonora Andreatta, affectionately known as “Tinny,” the vice president of Italian originals at Netflix, said at the news conference. She also worked on the “My Brilliant Friend” series in her previous job at RAI.

“Portraying a character that is not edifying, in which you draw out the human, the real human that makes mistakes,” and who was “disobedient” was one of the reasons that she had accepted the role, “even though it frightened me,” Golino said in the telephone interview.

“A good actor doesn’t have to be a good liar, but usually they are,” she said at the news conference, eliciting laughs. “If they have to tell a lie, a good actor tells it very well.”



Elisabetta Povoledo, jan. 11, 2023; THE NEW YORK TIMES / television





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MessaggioInviato: Ven Gen 13, 2023 19:21    Oggetto: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, colonna sonora internazionale Rispondi citando


ha scritto:




La vita bugiarda degli adulti è amore al primo ascolto con una playlist eclettica e imprevedibile


Rock, elettronica e chanson francese dalla colonna sonora della serie Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante



La vita bugiarda degli adulti, la serie Netflix diretta da Edoardo De Angelis, tratta dal romanzo di Elena Ferrante, mette in scena il romanzo di formazione di Giovanna (Giordana Marengo), che inevitabilmente coinvolge anche le vite dei suoi familiari: i genitori (Alessandro Preziosi e Pina Turco) e la zia (Valeria Golino).
La colonna sonora mette insieme stili e artisti molto diversi tra loro, creando un tappeto musicale eclettico e imprevedibile, se non per la grande presenza dei napoletanissimi Almamegretta e della loro leading voice, Raiz, presenti con x brani (Nun te scurdà , 'O bbuono e ‘o malamente, Pace e Karmacoma, feat Massive Attack), a cui si aggiungono i 99 Posse.



Celebrity Skin delle Hole
Alla canzone delle Hole è stato affidato un ruolo molto importante: scandire il ritmo del trailer della serie. Celebrity Skin è il primo singolo di Courtney Love e soci tratto dall’album del 1998 a cui dà anche il titolo e, come molti dei pezzi di quel disco, nasce da una collaborazione con Billy Corgan (Smashing Pumpkins). «Quando Billy si offerto di darmi una mano, ho pensato “Così poi diranno che l’album è tutta opera sua…”», ha raccontato la Love, «Sedermi accanto a lui, affidargli le mie canzoni e farmi aiutare negli arrangiamenti è stato un processo davvero difficile per me. Lui è un grande capo, un generale, ma ho imparato moltissimo da quell’esperienza».

Karmacoma (The Napoli Trip) dei Massive Attack feat. Almamegretta
È il 1995 quando per un loro Ep i Massive Attack coinvolgono Raiz (Almamegretta), chiedendogli di interpretare una delle versioni di Karmacoma contenute nel disco, la variante napoletana per così dire. «È accaduto tutto grazie a Ben Young, produttore di Animamigrante (il primo disco degli Almamegretta, n.d.r.)», spiega Raiz, «Ben è di Bristol e ha rapporti con i Massive Attack. Quando sono andato a trovarlo, ho conosciuto 3D (Robert Del Naja), che ho scoperto essere figlio di un emigrato casertano e accanito tifoso del Napoli. Gli era piaciuto il nostro disco e aveva in mente di fare qualcosa in napoletano, così abbiamo deciso che Karmacoma era la canzone perfetta».

All That She Wants degli Ace of Base
Probabilmente il fatto che l’inglese non fosse la lingua madre degli svedesi Ace Of Base ha reso il testo di All That She Wants non così immediato. «Credo sia stato un vantaggio per noi», ha detto Ulf Ekberg, tastierista e cantante della band, «Siamo stati in grado di trattare l'inglese senza alcun rispetto, cercando solo la parola che suonasse bene con la melodia». Quando la band inviò al produttore svedese Denniz Pop il demo, lui la ritenne orrenda e si rifiutò categoricamente di produrla. Il nastro però era rimasto incastrato nel mangiacassette della sua auto, così gli era toccato riascoltarlo più volte. «C'era troppa roba nella canzone, ha spiegato poi Ekberg, «Denniz è stato molto bravo a rendere il suono più pulito e semplice. Credo abbia tolto il cinquanta per cento della nostra strumentazione».

In a Broken Dream di Python Lee Jackson
Nonostante il brano sia stato accreditato a un semisconosciuto Python Lee Jackson, è impossibile non riconoscere la voce di Rod Stewart. «È il 1970 e questo mio amico, che gestisce un negozio di auto sportive, mi chiede di andare a registrare il demo di una canzone»., racconta Stewart, «“Va bene!”, dico io, “Cosa ci guadagno però?”. “Non abbiamo soldi”, mi risponde lui, “ma ti darò un set nuovo di tappetini per la tua auto”. Così accetto. Poi tutto finisce nel dimenticatoio fino a quando nel 1971 Maggie May diventa un successo e molto saggiamente decidono di far uscire la canzone».

Non, Je Ne Regrette Rien di Édith Piaf
Nel 1960 Édith Piaf decide di ritirarsi dalle scene, ma pochi mesi dopo due giovani cantautori francesi, Charles Dumont e Michel Vaucaire, la convincono a tornare. Hanno scritto loro Non, Je Ne Regrette Rien, ma inizialmente la Piaf si rifiuta di prendere sul serio la canzone. «Quando iniziai a suonare il pianoforte però il suo atteggiamento cambiò», racconta Dumont, «Me la fece suonare più volte e dopo la terza mi disse: “Ascolta, giovanotto, non preoccuparti più, questa canzone ti seguirà per tutta la vita, sarà un successo mondiale e grazie ad essa farò il mio ritorno all'Olympia"». Quando le piaceva una canzone, la Piaf faceva ascoltare a tutti i suoi amici. «C’era un viavai incredibile. Ho cominciato a suonarla alle cinque del mattino e sono andato avanti fino a notte. Quando finalmente sono andato a dormire, a un certo punto è squillato il telefono. Era lei: "Non puoi suonarmi ancora la canzone?" Mi sono alzato e sono tornato in boulevard Lannes».



di Valentina Giampieri, 11/1/23; pubblicato via Cultura - GQ ITALIA



La vita bugiarda degli adulti, su Netflix una nuova occasione per farsi rapire da una storia di Elena Ferrante Un lancio “globale” per una serie su cui la piattaforma Netflix punta moltissimo



Elena Ferrante, l’autrice del libro da cui è tratta la serie (di cui è sceneggiatrice insieme a Laura Paolucci, Francesco Piccolo e al regista Edoardo De Angelis), ormai è un “brand” internazionale. Oltre ad aver venduto milioni di copie in tutto il mondo, ha trovato la sua strada sugli schermi anche fuori dall’Italia. L’amica geniale, partita nel 2018, infatti, è una coproduzione HBO-Rai, mentre la versione cinematografica di La figlia oscura, scritta e diretta da Maggie Gyllenhaal, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival del cinema di Venezia 2021 e ottenuto 3 nomination agli Oscar 2022. Ora tocca a La vita bugiarda degli adulti, che tramite Netflix è approdata il 4 gennaio in contemporanea negli oltre 190 Paesi in cui la piattaforma è attiva.


Di cosa parla La vita bugiarda degli adulti

La storia de La vita bugiarda degli adulti è ambientata a Napoli negli anni Novanta. Una città e due mondi: quello del quartiere borghese dove abita l’adolescente Giovanna con la sua famiglia e quello slabbrato, disordinato dove è nata ed è rimasta a vivere sua zia Vittoria. Un personaggio misterioso, il parente di cui nessuno a casa parla, del quale al massimo si bisbiglia qualche ricordo e che si critica a denti stretti. Ed è proprio dalla rivelazione involontaria di un dettaglio su di lei che si scambiano i genitori di Giovanna che prende il via la storia. Perché, un giorno, la ragazza sente li dire di lei che «si sta facendo brutta come zia Vittoria». Una battuta che, per lei, assume all’improvviso un’importanza enorme perché, come sentiremo ripete più volte nel corso delle puntate: «Quando sei piccola ogni cosa ti sembra grande, quando sei grande ogni cosa ti sembra niente». (La frase originale è in dialetto napoletano). La frase spinge Giovanna a voler conoscere e frequentare la zia, facendole nascere ancora più dubbi e domande: Che cosa è successo davvero fra Vittoria e suo padre? Che cosa nascondono i gesti e le parole degli adulti?


Una serie made in Italy pensata per conquistare il mondo

Che le aspettative per la serie siano alte anche negli Stati Uniti lo si capisce dalla presentazione di Variety in cui la debuttante Giordana Marengo nel ruolo della protagonista, viene paragonata alla Kristen Stewart di Twilight, e Valeria Golino, in quello di Vittoria, ad Anna Magnani. Ed è possibile che la scelta della Golino sia stata in parte dovuta anche alla sua riconoscibilità fuori dai confini nazionali, grazie al suo periodo hollywoodiano, e al suo ruolo “istituzionale” in giurie di festival internazionali come Cannes e la Berlinale.

Golino, ha spiegato che, pur essendo lei stessa napoletana, «la preparazione della lingua è stata impegnativa. Vittoria parla un dialetto che mi è estraneo. A lungo ho avuto la sensazione di non essere pronta per la parte». Eppure, ha aggiunto anche che, dopo aver letto il romanzo, aveva pensato che quello di Vittoria sarebbe stato un ruolo bellissimo: «perché è un personaggio potente: è sguaiata, libera, bugiarda, sbagliata...».

Marengo, 19 anni, napoletana, ha conquistato il suo primo ruolo in assoluto in un modo che sembra, a sua volta, uscito da un romanzo: «Un’amica di mia madre vide un annuncio su Facebook della casting director e mandò una mia foto. Ho superato una serie di provini e, quando mi hanno detto che mi avevano preso, mi sembrava impossibile. È difficile esprimere certe emozioni a parole, mi sembra quasi di sminuirle. Valeria mi ha aiutata molto, mi ha fatto sentire a mio agio. Sul set mi sono sentita come a casa, avrei voluto rimanere lì per sempre».



Nel cast della nuova trasposizione di un cult di Elena Ferrante, anche lo sfondo si fa protagonista

Nel cast, inoltre, nella parte del padre di Giovanna, c’è Alessandro Preziosi che racconta come, grazie alla serie, si è «riconciliato con certe zone della città come San Giovanni a Teduccio che, quando ero ragazzo, mi facevano un po’ paura». L'attore vi ha ritrovato «l’ambiente della media borghesia in cui sono cresciuto a Napoli proprio negli anni Novanta. Una pulizia di superficie che sotto nascondeva altro. Elena Ferrante mette a fuoco le contraddizioni della città come nessun altro. E pensare che non avevo mai letto i suoi libri». Una Napoli che il regista Edoardo De Angelis inquadra contrapponendo alto - il Vomero - e basso - Poggioreale, alternando location sconosciute ai più, ad altre più familiari al pubblico internazionale che potrebbe sentirsi perso senza almeno qualche scorcio “già visto”.


di Enrica Brocardo, 4/1/23; pubblicato via Cultura - GQ ITALIA






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MessaggioInviato: Dom Lug 02, 2023 18:18    Oggetto: Candidature 2023 ai NASTRI D'ARGENTO - Grandi Serie a Napoli Rispondi citando








Nastri d’Argento Grandi Serie - III Ediz. - Napoli 2023

- per il "Miglior Attore Non Protagonista":
candidato Alessandro Preziosi
per il ruolo interpretato ne 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘣𝘶𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵𝘪;

Complimenti al nostro Candidato ALE da ADRICESTA Onlus e dal suo Alessandro Preziosi official Forum!!!

- nella cinquina per "Miglior Attrice Non Protagonista"
candidata Pina Turco
per il ruolo interpretato ne 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘣𝘶𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵𝘪;

- nella cinquina per la "Miglior Attrice Protagonista"
candidate Valeria Golino e Giordana Marengo
per i ruoli interpretati ne 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘣𝘶𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵𝘪;

- nella cinquina per la "Miglior Serie":
candidata 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘣𝘶𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵𝘪,
di Edoardo De Angelis.
















“I Nastri Grandi Serie, evento dei Giornalisti Cinematografici Italiani realizzato con il sostegno del MiC – Direzione Generale per il Cinema, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania” – sottolinea a nome del Direttivo Nazionale SNGCI la Presidente, Laura Delli Colli – “hanno dimostrato fin dalla prima edizione di aver acceso un riflettore sulla produzione di una serialità che nasce dalla grande professionalità artistica e tecnica del cinema e continua a rendere protagonisti l’industria e i talenti italiani sul mercato internazionale. Non è un caso che i Nastri Grandi Serie siano nati nella Regione che vanta il fermento più interessante della fiction nazionale, anche per originalità e innovazione: un’attenzione necessaria considerando la qualità dei risultati e l’importanza industriale che si riscontra anche nell’occupazione e nella crescita professionale di maestranze specializzate e sempre più apprezzate anche da coproduttori internazionali”.
“Siamo felici di collaborare anche quest’anno con il Sindacato Giornalisti Cinematografici alla realizzazione di questo prestigioso evento” – dichiara Titta Fiore, Presidente della Film Commission Regione Campania. “Napoli e la Campania tutta si confermano protagoniste dell’audiovisivo, non solo nazionale, per la ricchezza dei talenti, il fascino dei luoghi, il fermento creativo e produttivo che continua a dare vita ad alcuni fra i maggiori successi della grande serialità delle ultime stagioni”.



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