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ASPETTANDO RE LEAR, interpreta e dirige ALESSANDRO PREZIOSI
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
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genziana



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MessaggioInviato: Mar Ott 29, 2024 18:30    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR, 29-30/10/ a PESCARA Alessandro PREZIOSI Rispondi citando


    "Aspettando Re Lear" a Pescara, Teatro Circus

    Società del Teatro e della Musica "L. Barbara":

    mart. 29 (21:00) e merc. 30/10/2024 (17:00)





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genziana



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MessaggioInviato: Mar Ott 29, 2024 18:33    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR, 29-30/10/ a PESCARA Alessandro PREZIOSI Rispondi citando


ha scritto:



PESCARA. Nella doppia veste di interprete e regista Alessandro Preziosi porta in scena la rilettura contemporanea della tragedia “Re Lear” di William Shakespeare, insieme a Nando Paone, volto familiare alla platea della commedia cinematografica e televisiva, e con l’arricchimento scenico delle opere dell’artista Michelangelo Pistoletto. “Aspettando Re Lear”, questo il titolo dell’allestimento, è in cartellone a Pescara per la 58ª Stagione teatrale della Società “Luigi Barbara”. Appuntamento al Circus stasera alle 21, replica domani alle 17.
“Aspettando Re Lear” è un testo di Tommaso Mattei dall’opera del 1605-06 del Bardo. L’adattamento, con richiamo evidente già nel titolo a “Aspettando Godot” di Beckett,si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, la tempesta che colpisce il re di Britannia mentre vaga in balìa degli elementi dopo il disastro combinato con le figlie Goneril, Regan e Cordelia. «Lear, accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie del servo Caio, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato” con arguzia da Cordelia, amorevolmente impegnata a farlo rinsavire, sembra assistere inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale fino all’inaspettato finale» si legge nelle note di presentazione «Re Lear è la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Ama solo se stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come “Aspettando Godot” ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”». Alessandro Preziosi è il sovrano immaginato da Shakespeare, che vuole abdicare e dividere il regno tra le figlie, proponendo loro, in un eccesso di vanità senile, una gara in cui ognuna riceverà dei territori in proporzione all’amore che verso di lui saprà dimostrare con le parole. Da qui intrecci e trame nei cinque atti in versi e prosa della tragedia. La rilettura moderna di Mattei e Preziosi guarda alle vicende dei personaggi positivi e approfondisce, attualizzandolo, il tema del rapporto padri-figli indagato dalla poesia del Bardo. Dopo i successi al Napoli Festival e al Teatro romano di Verona, Preziosi è in tournée con lo spettacolo, che vede lo spazio scenico immaginato dalla sua regia visionaria arricchirsi delle opere del pittore e scultore Michelangelo Pistoletto, maestro dell’Arte Povera, materiali che si animano magicamente alla presenza degli attori. Le musiche di Giacomo Vezzani accompagnano la discesa nella follia del re patriarca e lo sprofondare della fidata corte nell’oblio della cecità.
Preziosi è affiancato da Nando Paone nel ruolo del conte di Gloucester, Arianna Primavera (Cordelia), Roberto Manzi (il conte di Kent), Valerio Ameli (Edgar, figlio di Gloucester).
“Aspettando Re Lear” è anche uno spettacolo sulla relazione Uomo-Natura, sulla perdita e ritrovamento dei valori. Si parla di follia, potere che distrugge, solitudine, caos dentro e fuori, «unico ordine possibile» per usare le parole di Pistoletto, che firma anche i costumi, realizzati con materie sostenibili. Sulla commistione arte contemporanea e teatro, il Preziosi regista dice: «A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, che si realizza nella connessione equilibrata tra artificio e Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova se stesso, e così anche noi attori durante lo spettacolo veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo».



Anna Fusaro, 29/10/24; IL CENTRO Quotidiano dell'Abruzzo; Società p. 34




    mart. 29 (21:00) e merc. 30/10/2024 (17:00)

    "Aspettando Re Lear" a Pescara, Teatro Circus

    Società del Teatro e della Musica "L. Barbara".

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genziana



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MessaggioInviato: Gio Ott 31, 2024 17:59    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR - 31/10/24 LATINA, Teatro D'ANNUNZIO Rispondi citando







      "ASPETTANDO RE LEAR" apre la Stagione!

      LATINA, Teatro Comunale G. D'ANNUNZIO

      con ATCL - giovedì 31/10/2024, ore 21:00



ha scritto:



L'INTERVISTA - LATINA aspetta PREZIOSI: "Nel mio RE LEAR spazio alla speranza"
L’attore inaugura la Stagione al D’Annunzio: la data è il 31 ottobre, un cast di prim’ordine. La collaborazione con Pistoletto: ruolo della natura



Si solleva il sipario sul Teatro D’Annunzio di Latina con uno degli attori più amati dal pubblico, volto noto in tv, cinema e teatro. Alessandro Preziosi inaugura il 31 ottobre la Stagione 2024/25 nata in collaborazione tra il Comune di Latina e ATCL (Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio).
È interprete e regista dello spettacolo "Aspettando Re Lear" da William Shakespeare, adattamento Tommaso Mattei, insieme a Nando Paone, Roberto Manzi, Arianna Primavera e Valerio Ameli. Le suggestive opere in scena sono del rinomato artista Michelangelo Pistoletto.

“È un’attesa di qualcosa che finiremo per non vedere mai - ci spiega l’attore napoletano - il ritorno di Lear ad essere re. Lo spettacolo si focalizza su tutto ciò che precede quel momento fatidico, ovvero la beatificazione del re che muore nella tragedia originale, e che invece nel nostro spettacolo si conclude con il riconoscimento tra il re Lear e la figlia. Questa attesa consiste nel dare la possibilità a Lear di recuperare la funzione di padre, di uomo e ancora di essere re. All’interno dell’attesa, il riferimento al Godot beckettiano è dato dalla morte del linguaggio, dalla disgrazia della tempesta che trascina tutto e tutti verso l’annullamento, affinché l’essere umano ritrovi la forza di risorgere".

Un messaggio di speranza?
«È proprio questo il principio base dello spettacolo. Invece di lasciare che tutti i personaggi tragicamente muoiano, trascinati dall’ineluttabilità degli eventi, nel nostro allestimento l’epilogo consiste proprio nel riconoscimento come punto di partenza: il recupero della vista, dei sensi, degli affetti, in qualche modo per far ripartire la speranza alla vita».

Come nasce la collaborazione con Pistoletto?
"Ho visitato la sua mostra personale ‘Infinity’ presso il chiostro del Bramante a Roma, dove ho riscontrato questa astrazione legata alla cosiddetta ‘pop opera’, mi sembrava che fosse interessante combinare la necessaria contemporaneità del testo con una contemporaneità data da opere d’arte che alludessero a degli spazi mentali, come specchi, tavoli e letti. Oggetti che di volta in volta, incredibilmente, fanno incontrare l’immaginazione dello scenografo con quella dello spettatore, con la possibilità di far diventare un semplice tavolo una caverna dove ripararsi dalla pioggia o un luogo dove Gloucester viene accecato o, semplicemente, un luogo di conversazione quotidiana che interrompe la tragicità della parola shakespeariana. Per me è interessante proporre al pubblico non un evento che si svolge davanti a lui, ma già accaduto".

Un tentativo di rivedere il nostro rapporto con la natura?
"Oltre al macrotema del rapporto padri-figli, il rapporto con la natura viene approfondito attraverso i costumi, che subiscono un processo di stacco dal corpo perché realizzati con materiali sostenibili. Pistoletto ha pensato che questo ciarpame in prestito, che nasconde la vera natura dell’uomo, possa ritornare alla terra in quanto riciclabile".

Come ha scelto il cast?
"Con Nando Paone è nato un sodalizio artistico oltre che una profonda amicizia già ai tempi del ‘Don Giovanni’. Con questo ultimo spettacolo ci ritroviamo sicuramente al meglio della nostra complicità più creativa, abbiamo una grande affinità nel cercare di rendere più accessibile al pubblico i nostri interventi, le nostre tematiche e lo sviluppo dei personaggi, come d’altronde avviene con gli altri attori in scena".

Ha da poco compiuto 50 anni, ci fa un bilancio?
"Un ottimo bilancio, ho capitalizzato tante meravigliose esperienze. Posso affermare oggi di avere scelto il mestiere giusto e che è molto bello prepararsi per farlo. Un’esperienza continua di conoscenze e di curiosità, un’arte condivisa. Come attore, a 50 anni mi sento molto meno solo di quanto mi sentivo venti anni fa".

Infoline e prenotazioni al numero 0773/652642



Claudio Ruggiero, 28/10/24; via LATINAoggi.eu Cultura-Spettacoli-Eventi












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MessaggioInviato: Ven Nov 01, 2024 15:59    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR 1/11/ MONTALTO DI CASTRO, Teatro PADOVANI Rispondi citando







      "ASPETTANDO RE LEAR" apre la Stagione di

      MONTALTO DI CASTRO (VT) con ATCL Lazio,

      ven. 1/11/24 (21:00) Teatro "Lea Padovani"






Quelle suggestioni da Re Lear sui palcoscenici della Tuscia. _ Il ponte di Ognissanti regala l'avvio delle stagioni teatrali delle maggiori strutture della Tuscia. Stasera, alle ore 21, al "Lea Padovani" di Montalto di Castro (VT) - prova d'attore assai lodata dalla critica - di Alessandro Preziosi, che firma anche la regia di "Aspettando Re Lear", adattamento da Shakespeare.

Carlo Maria Ponzi; IL MESSAGGERO, 1/11/24, Giorno e notte - Area Metropolitana


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MessaggioInviato: Sab Nov 02, 2024 19:57    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR 2-3/11/24 CIVITAVECCHIA-RM-Teatro TRAIANO Rispondi citando







      "ASPETTANDO RE LEAR" apre la Stagione di

      CIVITAVECCHIA (RM), Teatro Com.le Traiano
      con ATCL sostenuto da MIC e Regione Lazio

      sab. 2/11 (21:00) e dom. 3/11/24 (17:00)






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MessaggioInviato: Lun Nov 04, 2024 09:27    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA Teatro QUIRINO Rispondi citando



    'ASPETTANDO RE LEAR' di Alessandro Preziosi

    da martedì 5 a domenica 17 NOVEMBRE 2024

    a ROMA
    Teatro "QUIRINO - Vittorio Gassman"








L'ADRICESTA Onlus vi accoglierà con un Desk Solidale nel foyer del Quirino, con Volontarie e Volontari, per informazioni e Donazioni: Alessandro Preziosi è fin dal 2004 cofondatore e testimonial ufficiale per i Progetti Benefici ADRICESTA al servizio dei Bambini Ricoverati nei Reparti Pediatrici a livello Nazionale. info@adricesta.com



ha scritto:



Alessandro Preziosi dal 5.11 al Teatro Quirino di

Roma
: «L’arte di Pistoletto alla corte di Re Lear»

L’attore napoletano è protagonista e regista dello spettacolo tratto da Shakespeare, dal 5 al 17 novembre al Teatro Quirino. «La scena ruota intorno alle opere dell’artista sul palco»




Cosa fa di un padre un padre? È giusto lasciare ai figli tutto quello che si ha (o non si ha) mentre si è ancora in vita? Come si misura il fallimento di un uomo? E fino a dove ci si può spingere nella prevaricazione, così come nell’abnegazione? C’è un fuoco che tiene continuamente accese queste domande. Come materiale combustibile, usualmente ci finiscono i sondaggi sociologici, le statistiche, le interpretazioni dei messaggi lasciati in rete. Stavolta, invece, a fare da miccia è un’opera-mondo di William Shakespeare, Re Lear, per tradizione destinata ai grandi attori che si sono affacciati sulla soglia della vecchiaia. 

ALESSANDRO PREZIOSI, che di anni ne ha “soltanto” cinquantuno, sente che questo è il momento giusto per affrontare le fatali domande lanciate da Shakespeare ma in una forma tutta contemporanea, più aderente alle vite scucite, frammentate, e pur sempre nobili, che tutti noi conduciamo. D’altro canto, lo diceva proprio Shakespeare nel Re Lear, «Ripeness is all» (La maturità è tutto). Ed ecco che, dopo aver affidato la riscrittura del capolavoro shakespeariano a Tommaso Mattei, l’attore napoletano si fa protagonista e regista in "ASPETTANDO RE LEAR": dal 5 al 17 novembre a Roma al Teatro Quirino. Il quintetto attoriale è completato da NANDO PAONE (Gloucester), Roberto Manzi (Kent), Arianna Primavera (Cordelia) e Valerio Ameli (Edgar).
 

Il suo primo incontro con il “Re Lear” è del 2004: allora lei interpretava Edmund. Cosa è successo in questi 20 anni?
«È successo, per esempio, che sono diventato padre per la seconda volta (ndr, Eduardo è nato nel 1995 mentre Elena è del 2006). E ho molto riflettuto sulla relazione padri-figli, anche grazie a un libro di Cacciari, Re Lear. Padri, figli, eredi».

Nello spettacolo di Calenda, il protagonista era Roberto Herlitzka. Le capita ancora di risentire quella voce, quella metrica, mentre recita oggi Re Lear?
«All’inizio era qualcosa che non riuscivo a controllare, come se la mia voce fosse un prolungamento della sua. Oggi succede di meno. Roberto Herlitzka e Glauco Mauri sono gli attori che ho sentito più vicini».

Cosa dobbiamo aspettarci dal suo spettacolo: un innesto tra Shakespeare (Re Lear) e Beckett (Aspettando Godot)?
«Ci troviamo in uno spazio mentale. Il testo di Mattei rispetta la ritmica shakespeariana evitando la tentazione declamatoria. Abbiamo voluto fermarci all’incontro tra Re Lear e Cordelia. Escludendo la morte».

E le altre due figlie di Lear, Goneril e Regan?
«Saranno presenti soltanto come voci, non hanno corpo».

Cosa dice Cornelia al padre?
«Gli dice una cosa bellissima: mi avete generato, e per questo vi amo. È un momento in cui verso lacrime vere».

In scena vedremo alcune opere di Pistoletto. Come mai?
«All'inizio, dopo aver visto una mostra di Pistoletto, ho avuto il privilegio di potermi confrontare con lui su tanti temi. Alla fine ho adeguato lo spettacolo agli oggetti che Pistoletto ha creato per la scena di Aspettando Re Lear. Me li ha consegnati con una sola richiesta: fai finta che io sia morto, fanne quello che vuoi».

Come ha reagito Pistoletto vedendo lo spettacolo?
«Mi ha detto: "Sei riuscito a dir vita a delle opere che da sole non direbbero nulla”».


© RIPRODUZIONE RISERVATA
INTERVISTA di Katia Ippaso, 2/11/24; IL MESSAGGERO Cronaca di Roma









ha scritto:



Alessandro Preziosi al Teatro Quirino di ROMA:

«Ispirandomi a Shakespeare, compio un percorso aspettando Re Lear»

L'attore è protagonista e regista dello spettacolo «ASPETTANDO RE LEAR»,
in scena al Teatro Quirino dal 5 al 17 novembre




ALESSANDRO PREZIOSI non interpreta Re Lear, bensì compie un percorso che conduce al personaggio di Shakespeare. Si intitola, infatti, «ASPETTANDO RE LEAR» lo spettacolo di Tommaso Mattei, tratto dall’opera originale, in scena al Teatro Quirino da domani al 17 novembre, di cui è protagonista e regista. La scenografia è costituita dalle opere di Michelangelo Pistoletto.

Il protagonista è affiancato sul palco da NANDO PAONE (nel ruolo di Gloucester), Roberto Manzi (Kent), Arianna Primavera (Cordelia), Valerio Ameli (Edgard). Musiche di Giacomo Vezzani.

Perché proprio Lear?
«Questo personaggio — spiega — arriva di solito al termine della carriera di un attore, magari dopo i 70 anni. Io ho scelto di procedere verso Re Lear, ovvero, diventare maturo e saggio prima di diventare vecchio».

Come si sviluppa la trama?
«Al centro della vicenda è il rapporto difficile tra padri e figli. Il problema attuale è, a mio avviso, la difficoltà da parte dei padri di esercitare la propria autorità, messa in crisi dalla “fluidità” dei figli. La domanda che ci poniamo attualmente è la seguente: come si fa oggi a essere padri migliori e avere figli migliori? La situazione è aggravata dall’uso indiscriminato dei social. Un tempo in Italia la famiglia era una cosa sana, perché c’era il rispetto per la figura paterna, che rappresentava in qualche modo un baluardo, anche se ovviamente i padri di quell’epoca non erano sempre persone integerrime. Oggi i rapporti affettivi si danno per scontati. Io sono diventato padre molto giovane, a vent’anni, e ho un figlio che ne ha già trenta! Ho dovuto maturare velocemente per meritare il rispetto del ruolo».

Lei, però, da ragazzo è stato un figlio contestatore dei propri genitori.
«Verissimo! Mio padre e mia madre erano molto severi. Erano entrambi avvocati e volevano che anch’io facessi lo stesso mestiere. Mi sono laureato in Legge, li ho fatti contenti, ma non ho mai praticato, ho appeso la laurea al chiodo, perché i miei interessi navigavano altrove. Sin da adolescente mi piaceva cantare, imitare personaggi famosi e, appena terminata l’università, sono scappato a Milano per iscrivermi all’Accademia dei Filodrammatici: per mantenermi, facevo lavoretti di tutti i generi, volevo stare molto lontano da Napoli, la mia città, e naturalmente i miei non la presero bene, anche se poi mi sono guadagnato il loro rispetto».

Si sono rassegnati?
«Per forza e comunque è andata bene, perché via via ho cominciato a lavorare in teatro: la prima esperienza importante con il regista Antonio Calenda che mi scritturò per il ruolo di Laerte nell’Amleto. Poi il primo successo mediatico con il Conte Ristori in Elisa di Rivombrosa e, grazie a questo traguardo in tv, guadagnando bene ho potuto realizzare in seguito spettacoli ideati e prodotti da me».

Una gavetta significativa...
«Direi di sì e aggiungo che oggi il male maggiore è che vedo in giro molti velleitari: vogliono fare gli attori, debuttare nelle serie tv di successo, senza avere una formazione e con quali basi? Io me le sono costruite studiando».


© RIPRODUZIONE RISERVATA
INTERVISTA di Emilia Costantini, 4/11/24; pubblicata via

CORRIERE DELLA SERA ediz. ROMA, Cultura e Tempo libero, pag. 13








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MessaggioInviato: Lun Nov 04, 2024 23:32    Oggetto: Rispondi citando


Caro Forum,
è tanto che non scrivo per darvi un saluto, a volte ho pensato di farlo, poi qualche altro impegno e .... il tempo passa. Ma ecco che il nostro caro Alessandro torna a stupirci con la sua arte e con la sua tournèe e mi riporta a questo amato forum perchè anch'io torno in pista per essere presente con il nostro desk al Teatro Quirino Vittorio Gassman da domani 5 novembre a domenica 17 novembre.
Ci saremo per far conoscere Adricesta o riprendere il filo del racconto con chi ci conosce già,  per informare tutti dei bellissimi progetti che abbiamo realizzato in questi 20 anni di vita associativa e di quelli che ancora ci prefiggiamo di realizzare.
Baci, a presto, ma stavolta davvero a presto non alla prossima tournèe

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genziana



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MessaggioInviato: Mar Nov 05, 2024 19:18    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA Teatro QUIRINO Rispondi citando



    'ASPETTANDO RE LEAR' di Alessandro Preziosi

    da martedì 5 a domenica 17 NOVEMBRE 2024

    a ROMA
    Teatro "QUIRINO - Vittorio Gassman"








L'ADRICESTA Onlus vi accoglierà con un Desk Solidale nel foyer del Quirino, con Volontarie e Volontari, per informazioni e Donazioni: Alessandro Preziosi è fin dal 2004 cofondatore e testimonial ufficiale per i Progetti Benefici ADRICESTA al servizio dei Bambini Ricoverati nei Reparti Pediatrici a livello Nazionale. info@adricesta.com



ha scritto:



    . IL RE LEAR DI PISTOLETTO E PREZIOSI


Roma, al Teatro Quirino il lavoro dello Stabile del Veneto, del Teatro della Toscana, e PATO Srl



È la maturità e non la vecchiaia a fare da parametro esistenziale, è il repertorio creativo di un artista italiano contemporaneo a produrre l’habitat teatrale, è il sentimento e il rispetto che lega (o dovrebbe legare) genitori e figli a inscrivere le basi della trama shakespeariana di “ASPETTANDO RE LEAR” di Tommaso Mattei che da stasera è al Quirino con Alessandro Preziosi protagonista e regista del lavoro dello Stabile del Veneto, del Teatro della Toscana, e di PATO srl. Intorno al suo Lear di oggi agiscono il Gloucester di Nando Paone, il Kent di Roberto Manzi, la Cordelia di Arianna Primavera, e l’Edgar di Valerio Ameli.
Svetta sulla ribalta, con visionarietà onirica, un’immersiva mostra di opere materiche e concettuali ideate dal Maestro Michelangelo Pistoletto. Non manca il pathos delle musiche di Giacomo Vezzani. Fin dal titolo risuonerà un’analogia col beckettiano “Aspettando Godot”, riferito anche al rapporto tra Uomo e Natura. E lo spettacolo si sofferma sui valori problematici del potere, della solitudine, del caos, della follia. Con realizzazioni di costumi e materiali sostenibili del collettivo Fashion B.E.S.T. prende corpo un magazzino di oggetti di filosofica inventiva di Pistoletto. La drammaturgia con cui fa i conti Alessandro Preziosi? L’adattamento di Tommaso Mattei si concentra sul momento chiave del capolavoro, rappresentato dalla tempesta che colpisce il re mentre vaga tra gli agenti atmosferici, con Kent e col Fool interpretato dall’amorevole Cordelia.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rodolfo di Giammarco, 5/11/24; LA REPUBBLICA ed. Roma, Società p. 9










"Ecco che il nostro caro Alessandro torna a stupirci con la sua arte e con la sua tournée e mi riporta a questo amato forum perché anch'io torno in pista per essere presente con il nostro Desk Benefico al Teatro Quirino - Vittorio Gassman da stasera martedì 5 a domenica 17 novembre. Ci saremo per far conoscere ADRICESTA o riprendere il filo del racconto con chi ci conosce già, per informare tutti dei bellissimi progetti che abbiamo realizzato in questi 20 anni di vita associativa e di quelli che ancora ci prefiggiamo di realizzare. Baci, a presto, ma stavolta davvero a presto non alla prossima tournée" è il messaggio di Marin@, Delegata Regionale ADRICESTA per il Lazio.
Contatti: info@adricesta.com - WhatsApp Segreteria 3371078397





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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2024 12:06    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA - recensione - Rispondi citando



ha scritto:


“As flies to wanton boys are we to the gods; they kill us for their sport.” William Shakespeare, Re Lear

Alessandro Preziosi ritorna al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma con “ASPETTANDO RE LEAR”, un’opera densa di suggestioni e rimandi, che si colloca al culmine di una lunga tournée costellata di successi dal Napoli Festival Teatrale al Teatro Romano di Verona. Non è una mera trasposizione contemporanea dell’omonima tragedia shakespeariana, bensì una meditazione raffinata e dolorosa, un atto di scavo nelle vene più intime del dramma umano, che esplora con lucida disperazione il fragile equilibrio tra padri e figli, i limiti del potere e il declino inesorabile dell’umana pretesa di dominare il proprio destino. Preziosi si avvale di una drammaturgia che disegna con tratti profondi un Lear il cui affanno sembra ricalcare quello dell’umanità intera: un sovrano senza più corona, che non cerca una fine quieta, ma un compimento sofferto nel nodo irriducibile della maturità. La regia, calibrata con un’intelligenza visionaria e un gusto per la sottrazione, incastona lo spettacolo in uno spazio scenico che sfugge alla realtà e si addentra nei territori dell’astrazione. Le opere di Michelangelo Pistoletto non sono un semplice sfondo, ma un contrappunto, una forma di dialogo materico che si muove in simbiosi con gli attori, componendo un universo immaginario, una scacchiera concettuale dove ogni figura sembra inscriversi nella tela imperscrutabile del caso. Il pubblico non si limita a osservare, ma è chiamato a immergersi in questa dimensione sospesa, dove il limite tra la verità e l’illusione si fa sottilissimo, rendendo ogni gesto, ogni silenzio e ogni sguardo parte integrante di un linguaggio enigmatico. La musica di Giacomo Vezzani, fedele compagna di questo viaggio, segna ogni passo della discesa di Lear verso la follia con un pathos che diventa quasi liturgico, una lenta e inesorabile caduta scandita da ritmi ossessivi e struggenti, come un’eco profondo che pare emergere dal ventre stesso della tragedia. Le note tracciano una spirale sonora che avvolge il patriarca, restituendo al pubblico l’impressione di un vortice senza uscita, dove ogni cosa sembra sgretolarsi per poi ricomporsi nel compimento dell’inevitabile. Preziosi e Vezzani orchestrano una discesa che appare senza ritorno, dove la corte fedele, accettata da se stessa, diventa spettatrice e vittima di un disastro che è anche interiore. Al fianco di Preziosi, Nando Paone – nel ruolo del tormentato Gloucester – è il contraltare tragico che, nella sua sofferenza, amplifica la solitudine del sovrano incarnando un’umanità ferita e priva di appigli. Altrettanto intensi sono Arianna Primavera nel ruolo di Cordelia, Roberto Manzi nel ruolo di Kent e Valerio Ameli come Edgar, interpreti che animano, con una tensione quasi palpabile, l’intreccio di relazioni e destini che fa di “ASPETTANDO RE LEAR” un’opera corale e profonda. La filosofia di Pistoletto si intreccia con il percorso teatrale di Preziosi in una commissione multidisciplinare che non è solo estetica, ma concettuale. Il “Terzo Paradiso” di Pistoletto, simbolo di una nuova armonia tra artificio e natura, si traduce in scena in una dinamica di costumi e scenografie che invita il pubblico a una riflessione sottile e inquietante. I costumi, realizzati dal collettivo Fashion BEST con materiali sostenibili, rappresentano l’essenza di ogni personaggio, evocando una pelle secondaria, che si consuma e si rinnova, in una metafora silente della vita stessa. Il denim, simbolo di resilienza, si mescola con il nero della mussola, un non colore che assume la funzione di richiamare l’origine, l’essenza, il punto zero da cui riemerge l’essere. Preziosi non si limita a interpretare Lear; lo vive, lo attraversa, in una rappresentazione che diviene esistenziale e che riecheggia le intuizioni di Beckett in Aspettando Godot, rendendo il suo re un uomo sospeso, che assiste impotente allo sgretolamento dell’ordine naturale. In questa rilettura, il dramma shakespeariano diviene più che mai una metafora di decadenza e rinascita, una riflessione sulla caducità dell’ordine umano e sul bisogno di riemergere da quell’inesorabile vuoto che accompagna ogni tentativo di dominio sul reale. L’incontro tra l’arte contemporanea di Pistoletto e la parola classica di Shakespeare si fonde in un’opera che interroga e scuote, un grido di caduta e insieme di rigenerazione, che si specchia nel tempo e si rivolge, in modo muto e inesorabile , alla coscienza di chi guarda. Così “ASPETTANDO RE LEAR” non è solo spettacolo, ma un invito a riconsiderare i legami che ci citiamo, le gerarchie e gli abissi che ci dividono. Un’opera che, come il Lear di Preziosi, vaga nella tempesta dell’indifferenza contemporanea, ricordandoci che l’umanità, come quel re senza corona, è destinata a confrontarsi con il nulla – e forse a scoprire, nel suo cuore oscuro, una nuova possibilità di senso.un non-colore che assume la funzione di richiamare l’origine, l’essenza, il punto zero da cui riemerge l’essere. Nel silenzio assorto della messinscena, il pubblico ha dimostrato un’attenzione rara, quasi reverenziale, che ha reso ogni gesto, ogni sussurro della scena ancora più vivido e pregnante. È stato uno spettatore vigile, capace di abbandonarsi al ritmo interno dello spettacolo, senza mai interromperlo, ma anzi alimentandone la tensione e la suggestione. E nel finale, come in un’esplosione trattenuta, quell’energia accumulata è sfociata in un applauso che non era solo un tributo agli interpreti, ma una partecipazione sentita, autentica, di chi aveva condiviso un viaggio profondo e intenso.



RECENSIONE di Davide Oliviero, 5/11/24; pubblicata via GBOPERA.IT





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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2024 20:36    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA Teatro QUIRINO Rispondi citando



    'ASPETTANDO RE LEAR' di Alessandro Preziosi

    da martedì 5 a domenica 17 NOVEMBRE 2024

    a ROMA
    Teatro "QUIRINO - Vittorio Gassman"








L'ADRICESTA Onlus vi accoglierà con un Desk Solidale nel foyer del Quirino, con Volontarie e Volontari, per informazioni e Donazioni: Alessandro Preziosi è fin dal 2004 cofondatore e testimonial ufficiale per i Progetti Benefici ADRICESTA al servizio dei Bambini Ricoverati nei Reparti Pediatrici a livello Nazionale. info@adricesta.com



























"Ecco che il nostro caro Alessandro torna a stupirci con la sua arte e con la sua tournée e mi riporta a questo amato forum perché anch'io torno in pista per essere presente con il nostro DESK BENEFICO al Teatro QUIRINO - Vittorio Gassman da martedì 5 a domenica 17 novembre. Ci saremo per far conoscere ADRICESTA o riprendere il filo del racconto con chi ci conosce già, per informare tutti dei bellissimi progetti che abbiamo realizzato in questi 20 anni di vita associativa e di quelli che ancora ci prefiggiamo di realizzare. Baci, a presto, ma stavolta davvero a presto non alla prossima tournée" è il messaggio di Marin@, Delegata Regionale ADRICESTA per il Lazio.
Contatti: info@adricesta.com - WhatsApp Segreteria 3371078397





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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2024 17:42    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA - recensione - Rispondi citando


ha scritto:



Roma, Aspettando Re Lear: recensione teatrale



Lo spettacolo “Aspettando RE LEAR”, in scena al Teatro Quirino - Vittorio Gassman sotto la regia di Alessandro Preziosi, rielabora la tragedia shakespeariana in una chiave moderna, affrontando tematiche universali come potere e follia, natura e cultura, che risuonano di grande attualità. La rilettura di Preziosi non si limita a una semplice trasposizione scenica, ma crea un contesto interpretativo grazie alla scenografia di Michelangelo Pistoletto e alle musiche di Giacomo Vezzani, che aprono riflessioni profonde sulla condizione umana contemporanea. Al centro della narrazione troviamo il conflitto tra padri e figli, che si evolve in un’esplorazione delle responsabilità generazionali e delle eredità morali, evidenziando come la “cecità” dei padri condizioni scelte e destini delle future generazioni.

Il Lear di Alessandro Preziosi è un personaggio in bilico tra follia e lucidità, simbolo di una società cieca che avanza verso l’autodistruzione senza comprenderne le conseguenze. La regia, ispirandosi ad Aspettando Godot di Beckett, stabilisce un parallelismo con l’attesa sospesa, senza risposte, qui però resa da una presenza ineluttabile e tangibile: un destino tragico che unisce tutti i personaggi. L’abdicazione di Lear, anziché portare alla consapevolezza, diventa un viaggio nell’assurdo, un percorso che conduce alla disintegrazione di ogni ordine umano e naturale. Preziosi ci invita, con sottile ironia, a riflettere non solo sulla follia di un re, ma sul disgregarsi inesorabile degli equilibri che l’umanità credeva di poter controllare.

La scenografia di Pistoletto riflette la frammentarietà della modernità: un mosaico di elementi che rimanda alle contraddizioni della nostra epoca. Al cuore di questa visione si trova il “Terzo Paradiso”, simbolo di connessione tra natura e artificio, rappresentato come un fragile equilibrio. Ogni dettaglio scenico – dai costumi riciclati alla graduale spoliazione degli abiti degli attori – è un rifiuto delle apparenze e una ricerca di autenticità. Anche l’uso di materiali ecosostenibili per i costumi è un gesto significativo, una riflessione sul consumismo e un invito a riscoprire l’essenziale. Ogni elemento sul palco contribuisce a trasmettere un messaggio potente: liberarsi del superfluo e ritornare alle radici dell’esistenza.

Le musiche di Giacomo Vezzani, talvolta dissonanti rispetto alla scena, amplificano i momenti di decadenza, accrescendo il senso di disorientamento di un Lear che vaga tra sogno e realtà, ormai ridotto alla sua essenza. In questo Lear spogliato di potere e identità emerge un uomo solo, che deve confrontarsi con le sue scelte e con la propria cecità: metafora della condizione umana.

Il lavoro di Preziosi abbraccia un approccio multidisciplinare che va oltre il tributo a Shakespeare, trasformando il palco in un laboratorio di domande rivolte direttamente allo spettatore.
Nel ruolo di Re Lear, il nostro bravissimo attore offre un’interpretazione intensa, capace di incarnare il peso di un potere svuotato di significato e la follia che ne deriva. Con un equilibrio di malinconia e ironia, rende il ritratto di un re pervaso di dolorosa umanità, coinvolgendo il pubblico in un viaggio di vulnerabilità e disgregazione.

Nando Paone è straordinario nel ruolo di Gloucester, offrendoci una prova di grandissimo attore. Notevole e sfaccettata anche l’interpretazione di Arianna Primavera.
Ma è l’intero cast a dare corpo e intensità a questa messa in scena, dando vita ai conflitti e alle contraddizioni che animano il dramma familiare e universale di Re Lear.

“Aspettando RE LEAR” non è solo uno spettacolo teatrale, ma un’esperienza che sfida e riconsidera il significato del potere, l’eredità dei padri e la necessità di ritrovare un senso oggi smarrito. La caduta di Lear diventa una caduta collettiva, una riflessione universale su un’umanità in crisi, sospesa sul baratro di una storia che si ripete e cerca, inesorabilmente, le proprie risposte.



autore: Rita Borelli, 7/11/24; pubblicata via Blog - Fondazione NENNI




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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2024 20:31    Oggetto: RAI Radio2 Social Club: PREZIOSI presenta ASPETTANDO RE LEAR Rispondi citando



    da martedì 5 a domenica 17 NOVEMBRE 2024

    a ROMA
    Teatro "QUIRINO - Vittorio Gassman"

    'ASPETTANDO RE LEAR' di Alessandro Preziosi


l'artista ha presentato il suo spettacolo su RAI. Radio2

Social Club
interpretando "L'arcobaleno" di Mogol 8/11

la registrazione AUDIO integrale è su RAI PLAY Sound.










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MessaggioInviato: Sab Nov 09, 2024 19:21    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR dal 5 al 17/11/2024 a ROMA - recensione - Rispondi citando


ha scritto:


    . Alessandro Preziosi rivisita Shakespeare

    . Aspettando RE LEAR al Quirino di ROMA

Shakespeare e Pistoletto insieme per un viaggio nella mente di un re folle


Il re è nudo.
Non è Andersen, ma il re del capolavoro di Shakespeare in “Aspettando RE LEAR” diretto da Alessandro Preziosi e scritto da Tommaso Mattei, in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 17 novembre.

Uno spettacolo che ha già alle spalle una felice tournée, ma che è stato a lungo applaudito da un pubblico che non era già più quello della prima romana.

Un re che si denuda, che si scuce pezzo pezzo come un pupazzo di pezza, che si spoglia della corona come della potestà paterna; lui, come gli altri personaggi, si tolgono ciò che appare, liberandosi di quei vestiti e orpelli che trasformano una persona in un personaggio. In scena come nella vita reale. (I costumi sono firmati da Città dell’arte/Fashion B.E.S.T.). Ma cosa accade a un re senza la sua corona? L’autorità viene solo dai simboli?

“He dies”. Con questa semplice indicazione Shakespeare chiude il Re Lear. “Muore”. Una parola. Un verbo, scarno, privo di spirito consolatorio. Poche lettere che racchiudono l’ineluttabilità della vita. Quella morte che è una livella per “Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo”. Non in “Aspettando RE LEAR” di Alessandro Preziosi. Si ferma prima. Prima della morte.

Ma un grande classico come il Re Lear di Shakespeare, resta tale anche se viene presa una parte per il tutto?

Un viaggio nella follia, nelle gabbie della mente di Lear e nelle meravigliose strutture di Pistoletto, oggetti fluidi che acquisiscono il loro ruolo in relazione alla scena e al personaggio. Un viaggio in un testo antico con mezzi moderni; rielaborato con rispetto senza tradirlo. Installazioni artistiche da museo per un testo liberato dalla polvere dei secoli; tinte fluo per colorare un light design magicamente spettrale per un’opera moderna dalle tinte pop e l’anima dark.

Due generazioni a confronto: Alessandro Preziosi (Lear) e Nando Paone (Gloucester) perfetti compagni di viaggio – Paone riesce ad essere magnetico anche mantenendo una recitazione più sottotono di quella di Preziosi – e i figli, Roberto Manzi (Kent), Valerio Ameli (Edgar/Edmund) e la bravissima Arianna Primavera (Cordelia/Matto). Abile nel vestire il duplice ruolo, Arianna sa mantenere in vita Cordelia anche quando si cala nei panni del Matto. Insieme creano un ensemble leggero nella tragedia, a tratti ironico, financo danzante. Un cast ridotto che rispecchia la volontà di Tommaso Mattei di concentrarsi solo su una delle tematiche dell’opera.

Se la grandezza di un classico sta nel suo essere eterno, nel saper raccontare l’oggi negli abiti di un tempo, entrare nella tragedia del Lear di Mattei, aspettandolo, rende il personaggio shakespeariano non solo fuori dal tempo, ma anche privo di risposte definitive, esattamente come quelle che la vita spesso non dà; un Lear che attende la tempesta. Che decide di morire prima di morire.

Sul palco Alessandro Preziosi, che ritrova sempre la sua arte migliore sulle tavole del palcoscenico. Preziosi si muove con leggiadria nei panni del vecchio re a cui il matto ricorda che Non puoi permetterti di diventare vecchio prima ancora di essere diventato adulto; un re che mette sulla stessa bilancia affetti e denari – Quale delle mie tre figlie mi amerà di più, avrà di più – come se l’amore fosse quantificabile; un re spogliato, fatto uomo, che teme che il mio cuore si frantumerà in mille schegge.

Suoni (di Giacomo Vezzani) e musica accompagnano tutta la pièce, a partire da un rumore di monete che cadono (che ricorda Money dei Pink Floyd) ad Again degli Archive (omaggio ai ritmi ipnotici di David Gilmour e alle atmosfere meditative dei Pink Floyd). E ancora piatti che esplodono in ritmi sincopati e imprevedibili, nello spirito del free jazz. Come jazz è “Aspettando RE LEAR”: una rielaborazione del grande testo shakespeariano dove ogni nota esplora il nuovo e celebra l’inaspettato.

Una drammaturgia che si concentra su una tematica archetipica, quella del rapporto genitori/figli.

Un lavoro riuscito che rende lo spettacolo al Quirino di Roma uno dei migliori ora in città.



autore: Alessia de Antoniis, 9/11/24; pubblicata via Culture GLOBALIST.it





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MessaggioInviato: Dom Nov 10, 2024 20:18    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR - dal 5 al 17/11/24 a ROMA - recensione - Rispondi citando


ha scritto:



Recensione dello spettacolo ASPETTANDO RE LEAR – di Tommaso Mattei - da William Shakespeare – regia di Alessandro Preziosi



Il sipario si apre su una scena apparentemente abitata da oggetti, in verità ridotti al loro essere perimetro.

Sono le stupefacenti opere visionarie di Michelangelo Pistoletto, perfette per raccontare il carattere di ambiguità dei nostri anni ma anche degli anni tra Cinquecento e Seicento: il periodo più straordinario vissuto dall’Inghilterra. Un periodo colmo di quel grandissimo dinamismo che incluse la terribile incertezza legata al tema dell’autorità e del suo fondamento.

Ecco allora che le opere d’arte di Pistoletto si rivelano preziose per poter accogliere ed interpretare temi legati al delicato rapporto tra tradizione e innovazione; tra l’essere e il nulla; tra l’uomo e la natura; tra padri e figli.

Il Re Lear di Alessandro Preziosi siede sul perimetro di una struttura-trono a due posti: uno per lui, l’altro per la figlia che “dirà” di amarlo di più. Non sarà Cordelia, la sua preferita: per un errore di interpretazione tra realtà ed apparenza, tra generosità e possesso, Lear non riconoscerà nelle parole di Cordelia la prova del suo immenso amore.

Ecco allora che Cordelia, ripudiata, siede in un canto, sul perimetro di un angolo: prossemicamente distante dal Re. Ma è solo un’apparenza. Lei continua a mantenere una vicinanza con il padre attraverso il canto: essenziale gioco linguistico che prende la forma di strambotti (piccoli componimenti poetico-satirici popolari) e dove racconta dell’amore fallace di un padre per le sue figlie.

E nonostante l’odio accecante di cui vorrebbe “rivestirla” suo padre, lei continua ad indossare la sua generosa attitudine ad amare, che la spinge ancora a desiderare restargli vicina. Per poterlo consigliare, aiutandolo a vedere e a rendere in qualche modo fertile il suo peggio: la parte più inaccettabile di se stesso.

Ma per poter realizzare questo suo desiderio deve necessariamente vestire nuove sembianze: sceglierà allora quelle insospettabili del Matto.

La drammaturgia di Tommaso Mattei – l’autore, produttore e coordinatore editoriale che assieme ad Alessandro Preziosi e ad Aldo Allegrini nel 2005 fonda la compagnia di produzione teatrale Khora.teatro – realizza un adattamento contemporaneo del testo shakespeariano con un evidente richiamo ad un altro testo: l’ “Aspettando Godot” di Samuel Beckett.

Mattei sceglie poi di concentrare la narrazione intorno alla scena – spaccato esistenziale – della Tempesta, per approfondire con particolar cura il rapporto tra padri-figli, oggi così attuale.

A rendere magnifica la singolarità di questa messa in scena è la sinergica multidisciplinarietà tra Arte contemporanea e Teatro.

E’ l’acuto declinarsi della vis drammaturgica, registica ed interpretativa con la poetica propria delle opere del percorso artistico di Michelangelo Pistoletto.

Una poetica che passa anche attraverso quel fecondo disequilibrio creativo che pervade la realizzazione artistica dei costumi iconici del Maestro – realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili – fino a risuonare nelle musiche composte da Giacomo Vezzani, ora subdolamente insinuanti, ora dal fermento di un rock epico.

Perché tutti gli elementi scenici vivono una trasformazione, parallelamente alla trasformazione esistenziale di un uomo: Lear il rappresentante dell’inquietudine di un’umanità, inserita in un particolare contesto storico in evoluzione, in crisi, in tempesta.

Ecco allora che il corpo dei gesti e della vocalità del Lear di Preziosi lascia andare in frammenti la rigida fissità dell’offesa, per s-catenarsi in un disordine che arriva a toccare il fondo dell’essenza umana. Anche i suoi occhi si denudano, rivelando una brace che spaventa e inevitabilmente eccita e infiamma tutto ciò che guarda.

Ma dalle rovine, dalla cenere, si fa strada un’energia che riesce a contattare l’esigenza di un nuovo inizio. Anche provvisorio: un’occasione di speranza.

Complice di questa discesa agli inferi, non totalmente distruttiva e quindi tale da rendere possibile la successiva risalita – è la fertile follia di cui si veste Cordelia (una multiforme e piena di grazia Arianna Primavera) per continuare a sostenerlo in questa travolgente e necessaria trasformazione.

Una trasformazione che, in un mirabile flusso di disordine vitale, passa – come dicevamo – attraverso l’interazione con le opere d’arte sceniche, attraverso la sapiente suggestione delle splendide composizioni musicali di Giacomo Vezzani e quindi anche attraverso i costumi. Che da favolosi abiti finiscono per darsi come materializzazione di “habiti” (di modi di essere, di maschere) di cui progressivamente si spoglia l’apparenza di ciascun personaggio in scena. Fino a riuscire a contattare, ciascuno, la propria nudità (opportunamente rappresentata dal restare vestiti di ombre), necessaria per poter ricominciare.

Un movimento che è sinonimo di maturazione: una maturazione a cui i due padri in scena, Lear e Gloucester, (qui incarnato in un Nando Paone ricco in densità interpretativa) arriveranno anche grazie alla complicità di quei figli e amici che loro avevano disconosciuto come “illegittimi” (valida l’interpretazione di Valerio Ameli nelle vesti di Edgar; efficace il conte di Kent di Roberto Manzi).

“Essere maturi è tutto” – fa dire Shakespeare a Edgar – alludendo alla capacità umana di vivere e di morire, consapevoli che l’esistenza non è, malgrado tutto, solo il gioco capriccioso degli dei né il palcoscenico dei pazzi. Ma un complicato cammino verso una verità che si rende oscura, ma che comunque esiste e alla quale si può attingere. Con compassione, solidarietà e amore.

Perché ciò che davvero conta, forse, non è “Godot” ma “l’Aspettando”.



Recensione di Sonia Remoli, 6/11/24; pubblicata tramite eoraTeatro.com




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MessaggioInviato: Dom Nov 10, 2024 20:33    Oggetto: ASPETTANDO RE LEAR - al Teatro Comunale D'ANNUNZIO di LATINA Rispondi citando






































ha scritto:



        “ASPETTANDO RE LEAR” AL

        TEATRO D’ANNUNZIO DI LATINA



Il 31 ottobre, ha preso ufficialmente il via la nuova stagione 2024/2025 del Teatro D’Annunzio di Latina, con uno spettacolo di altissimo livello “Aspettando Re Lear” di William Shakespeare e l’adattamento di Tommaso Mattei.

Uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, tra l’uomo e la natura, sulla perdita e il ritrovamento dei valori, con richiami all’opera di Samuel Beckett e al suo lavoro “Aspettando Godot”.

Alessandro Preziosi dirige e interpreta “Aspettando Re Lear”, con un cast di tutto rilievo: Nando Paone, Roberto Manzi, Arianna Primavera e Valerio Ameli. Re Lear rappresenta una metafora della condizione umana, dove il vecchio re ama solo se stesso e la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine. In analogia con la follia e la solitudine, interpretati magistralmente da Alessandro Preziosi, lo spettacolo si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana la “tempesta” che colpisce il re mentre vaga, nella landa desolata, per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie.
La tempesta rappresenta il culmine del “caos” a cui alla fine il re deve arrendersi tornando uomo tra gli uomini, debole, amareggiato, stanco, ma finalmente spoglio di quella corona che lo ha portato alla distruzione e alla rinascita.

Sul palcoscenico ad accompagnare gli attori il connubio tra il teatro - con l’attenta regia di Alessandro Preziosi - e l’arte contemporanea, con la presenza di alcune opere del Maestro Michelangelo Pistoletto. A riguardo, Alessandro Preziosi commenta: “A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova se stesso, e così anche noi attori durante lo spettacolo veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo”.
Contribuiscono a creare l’atmosfera gli abiti, ispirati alla opere del Maestro Pistoletto, e realizzati da Cittadella dell’arte Fashion B.E.S.T e le suggestive musiche di Giacomo Vezzani.

Un lavoro di alto rilievo prodotto da PATO srl, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Nazionale e Teatro di Toscana, Teatro Nazionale, con la supervisione di Alessandro Maggi e la direzione creativa di Olga Pirazzi, Flavia La Rocca e Tiziano Guardini.



testo di Stefania Vaghi, 4/11/2024; pubblicato via unfoldingRoma.com




















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L'ultima modifica di genziana il Ven Nov 15, 2024 20:34, modificato 2 volte
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