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CEFALONIA:per conoscere Trapani e...dintorni :)...
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Adry



Registrato: 07/05/04 18:52
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Residenza: provincia di Trapani

MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 13:56    Oggetto: CEFALONIA:per conoscere Trapani e...dintorni :)... Rispondi citando


LUN.11 E MARTEDI' 12 SU RAIUNO ANDRANNO IN ONDA LE DUE PUNTATE DELLA FICTION "CEFALONIA:L'ONORE,LA GLORIA" CON LA REGIA DI RICCARDO MILANI E LE MUSICHE DI ENNIO MORRICONE.
ECCO TRE BUONI MOTIVI PER SEGUIRLA:
1°)IL PROTAGONISTA:UNO STREPITOSO LUCA ZINGARETTI(ATTORE SECONDO ME DOTATO DI UN'ESPRESSIVITA' UNICA...,NON ME NE VOGLIA IL NOSTRO "PADRONE DI CASA".... Cool Wink )NEI PANNI DI UN SERGENTE DELL'ESERCITO ITALIANO.
2°)LA VICENDA RACCONTATA:UN FRAMMENTO IMPORTANTE DELLA NOSTRA STORIA TROPPO PRESTO DIMENTICATA...O MAI CONOSCIUTA AI PIU'.
3°)MA NON ULTIMO MOTIVO... Cool Wink L'AMBIENTAZIONE:LE RIPRESE DI QUESTO FILM,NONOSTANTE LA VICENDA SI SVOLGA IN UN'ISOLA GRECA(CEFALONIA)DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE,SONO STATE QUASI PER INTERO EFFETTUATE TRA IL MAGGIO ED IL LUGLIO DELLO SCORSO ANNO,UTILIZZANDO SPLENDIDI SCENARI DELLA SICILIA OCCIDENTALE ED IN PARTICOLARE DELLA PROVINCIA DI TRAPANI(SCOPELLO,S.VITO LO CAPO,CASTELLAMMARE DEL GOLFO,POGGIOREALE...).
ECCO ALCUNI LINK PER POTER ASSAPORARE IN ANTICIPO LA BELLEZZA DI QUESTI LUOGHI:
www.scopellonline.com
www.sanvitoweb.com
www.sicilia.indettaglio.it/ita/comuni/tp
www.castellammarevacanze.it


(non so cosa mi succeda oggi...ma non riesco ad inserire alcuna immagine.... Confused Confused Embarassed Embarassed ...qualcuno venga in mio soccorso ad arricchire questo topic..... Embarassed )


L'ultima modifica di Adry il Dom Apr 10, 2005 16:23, modificato 1 volta
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 14:16    Oggetto: Rispondi citando


LA TRAMA DEL FILM

Cefalonia, 8 settembre 1943.

In una delle stanze del Comando, il giovane radiotelegrafista Davide crede di non aver capito bene quello che sta ascoltando: l’Italia ha chiesto l’armistizio. Nel clima di euforia che prende tutti, il sergente d’artiglieria Saverio Blasi (Luca Zingaretti) - veterano di troppe guerre - incontra Feria (Luisa Ranieri), la bella italiana che gestisce il Caffè San Marco. Trasferitasi in quell’isola per seguire il marito Michele (Claudio Amendola), che poi è partito per l’America e non è più tornato, ha tirato su da sola la figlia Elena (Jasmine Trinca). Con Saverio si confessano l’attrazione che provano, fanno l’amore, ma presto la speranza del ritorno si trasforma in un incubo: c’è un ultimatum dell’ex alleato tedesco che invita alla resa o alla guerra. Il Generale Gandin (Ermanno Grassi) chiede un referendum da tenersi tra i soldati. Il giovane Tenente Gualtieri (Fausto Paravidino) ordina l’adunata per votare. Ma Saverio non ci sta: dovevano chiamare i soldati a scegliere se volevano o no la guerra, e non se e come vogliono morire. Saverio è isolato. I reparti scelgono di combattere, e poco dopo mettono sotto tiro due imbarcazioni della Wehrmacht cariche di truppe.

Inizia la battaglia. Dopo bombardamenti a tappeto che portano lo scompiglio tra le file italiane, Saverio viene mandato con un camion a tirare fuori dai guai il Tenente Gualtieri e i suoi uomini. Tra loro c’è Nicola (Corrado Fortuna), il giovane di cui è innamorata Elena. Saverio le promette che glielo riporterà indietro, ma in realtà Nicola è ferito e Saverio è costretto ad affidarlo alle cure di un dottore greco che fa parte della Resistenza. Si stringe così, attorno a Saverio e al tenente Gualtieri, un piccolo pugno di superstiti - il marinaio Davide (Flavio Pistilli), il fante-poeta Oreste (Fabio Balasso), il carabiniere Tancredi (Paolo Setta) grande promessa della maratona, il fedele attendente Senise (Antonio Milo) - che cercano di passare le linee per portare al Comando la notizia che alcuni reparti tedeschi stanno tentando una manovra di accerchiamento. Purtroppo, né il disperato coraggio di Saverio né la folle corsa di Tancredi, riescono a impedire che la tenaglia si chiuda. Il gruppo si sgretola, quasi tutti vengono catturati. Saverio si rifugia nel Caffè San Marco trasformato in ospedale da campo, dove Feria assieme al Maggiore medico Moreno (Valerio Mastandrea) e a Elena si prodiga per portare aiuto ai feriti. Appena Elena viene a sapere delle gravi condizioni di Nicola decide di lasciare la sua casa e di raggiungerlo. Saverio, dopo una notte passata accanto a Feria, prova a fuggire ma viene fatto prigioniero. Saverio scopre così, dopo la ferocia del prima, l’inaudita ferocia del dopo.

Il comando tedesco ha stabilito che gli ufficiali italiani vanno considerati traditori. E pertanto vanno giustiziati. Saverio viene obbligato a guidare uno dei camion che vanno alla “Casa Rossa”, pochi chilometri fuori città. Qui, assiste impotente allo sterminio: a quattro a quattro, gli ufficiali italiani vengono fucilati - se ne salveranno soltanto poche decine. Passano i giorni. Dopo i primi pensieri di fuga, i prigionieri a poco a poco si riorganizzano, formano un raggruppamento clandestino: i “Banditi della Acqui”. Tra i promotori del gruppo c’è proprio Saverio, quello che sembrava più disincantato e distaccato, quello che non voleva combattere, quello che pareva senza ideali. Saverio, che mai l’avrebbe voluta cominciare, dice agli altri suoi compagni, per convincerli a resistere che "la battaglia di Cefalonia non è finita.”

Con Feria invece, malgrado l’amore che li lega, le cose si complicano. A rendere impossibile la loro storia non è solo la guerra, ma i fantasmi del passato che all’improvvisano irrompono nella vita della donna a scompaginare i sogni di un futuro diverso. La prigionia è lunga, difficile, dura, ma arriva infine il giorno del riscatto. Dopo essere entrati in contatto con un piccolo nucleo alleato sbarcato sull’isola, Saverio e gli altri non si limitano ad aspettare lo sbarco inglese, ma contribuiscono attivamente alla disfatta tedesca.

L’8 settembre del 1944, a un anno esatto di distanza dall’inizio del dramma, Saverio, alcuni ufficiali superstiti e i soldati prigionieri, capiscono che i tedeschi si stanno preparando alla fuga e che hanno minato il porto di Argostòli. Assieme alla Resistenza greca organizzano l’attacco, disattivano le mine, si impadroniscono della città. Altoparlanti di fortuna annunciano ai cittadini l’avvenuta liberazione, la flotta alleata è in vista dell’isola, e sul pennone di quello che un tempo era stato il Comando della Acqui, sale la bandiera italiana. Saverio, ora che è arrivato il momento di tornare a casa, guarda il mare, felice e triste nello stesso tempo. Feria gli va vicino, deve dirgli una cosa...
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 14:26    Oggetto: Rispondi citando


CAST ARTISTICO
Luca Zingaretti Saverio Blasco
Luisa Ranieri Feria
Corardo Fortuna [/u]Nicola
[u]Jasmine Trinca

Elena
Claudio Gioè Don Liborio
Valerio Mastandrea Moreno (medico maggiore)
Ralph Palka Meyer (tenente)
Claudio Amendola Mikis

per saperne di piu':www.raifiction.rai.it
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 14:31    Oggetto: Rispondi citando


tratto da www.sorrisi.com:
Il 10 luglio del 1943 le truppe angloamericane cominciano a invadere il territorio italiano sbarcando in Sicilia. Il governo di Mussolini, in carica dal 1922, è travolto dagli avvenimenti e il 25 luglio il Re d'Italia affida il governo al maresciallo Pietro Badoglio. Tutti sono consapevoli del fatto che l'Italia è ormai sconfitta e che le sue forze armate non sono più in grado di combattere. Occorre arrendersi e separarsi dagli alleati tedeschi. L'impresa appare tutt'altro che facile poiché truppe tedesche bene armate sono presenti sia nella penisola, sia negli altri territori in cui operano gli italiani, come nei Balcani e sull'isola di Cefalonia. Ovunque esiste un vero e proprio intreccio tra i reparti militari italiani e tedeschi, grazie al quale Hitler può tenere sotto controllo l'Italia e impedirle di concludere la pace separata. Subito dopo la caduta di Mussolini, il Führer ha pensato addirittura di utilizzare queste sue truppe per attuare in Italia un colpo di Stato, cacciare Badoglio e affidare il governo dell'Italia a Mussolini o a un'altra personalità fedele alla Germania. Ritenendo inevitabile un chiarimento con i tedeschi, il 28 luglio 1943 il Re e Badoglio fanno pervenire a Hitler una richiesta di incontro, ma Hitler rifiuta di prenderla in considerazione. Badoglio e il Re decidono quindi di trattare in segreto con gli angloamericani.
Le trattative hanno luogo durante l'estate. Il 3 settembre, a Cassibile, frazione di Siracusa e dunque all'interno di una Sicilia ormai interamente occupata dagli angloamericani, il generale Giuseppe Castellano, in rappresentanza del governo di Roma, firma l'armistizio con il quale l'Italia si impegna a cessare le ostilità. La flotta italiana dovrà raggiungere l'isola di Malta e consegnarsi agli Alleati.
La notizia di questo armistizio viene tenuta segreta fino al pomeriggio dell'8 settembre. Alle 19,45 del giorno 8, il maresciallo Badoglio legge alla radio un comunicato con il quale informa che il suo governo «riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze angloamericane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno a eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza». Questa frase conclusiva, alquanto ambigua, dovrebbe indicare alle truppe italiane la necessità di combattere contro i tedeschi soltanto se questi ultimi prenderanno l'iniziativa di attaccarle. Nel radiomessaggio i tedeschi non sono mai nominati e l'ambiguità dell'ultima frase costituisce il sintomo della impreparazione, da parte italiana, nei confronti di un evento assai complesso e pericoloso quale è la pace separata.
Hitler e i suoi generali, viceversa, fin dalla caduta di Mussolini si preparano apertamente a contrastare una prevedibile pace separata degli italiani. La guerra è perduta anche per la Germania, ma Hitler non vuole arrendersi. Spera in un collasso della coalizione avversaria e in un'arma segreta che lo renda imbattibile. Pervaso dalla frenesia della morte, preferirà sacrificare il suo popolo, vedere distrutta Berlino, e togliersi la vita quando il nemico arriverà nei pressi del suo rifugio.

Sorpresi dall'armistizio
Cefalonia è un'isola greca del Mare Ionio che dista solo 230 miglia marine da Brindisi. È strategicamente importante dato che controlla l'ingresso al Golfo di Corinto, ma gli angloamericani se ne disinteressano perché non hanno ancora deciso di impegnarsi in quel settore. I loro principali obiettivi, nell'autunno del 1943, sono lo sbarco a Salerno (che avverrà la sera dell'armistizio) e la preparazione dello sbarco in Normandia (che avrà luogo nel giugno 1944). L'8 settembre 1943, il giorno in cui viene data notizia dell'armistizio, Cefalonia è presidiata dalla divisione Acqui e i militari italiani, circa undicimila, sono numericamente superiori ai tedeschi, meno di duemila. I tedeschi sono meglio armati e organizzati, contano su circa 350 aerei, tra cui numerosi Stukas, e si sono preparati da tempo a disarmare gli italiani. Gli italiani di Cefalonia sanno che l'Italia non combatte più, che i tedeschi sono numericamente inferiori e che basterebbero dieci ore di navigazione per rifugiarsi a Brindisi.
Arrivano notizie false circa il fatto che siano in arrivo aiuti dall'Italia e che gli inglesi si apprestino a sbarcare nell'isola. Gli italiani si illudono di poter tornare presto a casa. La verità è che l'Italia del Re e di Badoglio, dopo aver accettato la resa incondizionata, non dispone più né di navi né di aerei e neppure di autonomia: dipende interamente dai vincitori, ai quali il possesso di Cefalonia interessa poco. La divisione Acqui è dunque prigioniera dell'isola, prima ancora che dei tedeschi. Il comandante, il generale Antonio Gandin, all'inizio tratta con gli ex alleati e, pur di ottenere il rimpatrio e l'assicurazione che non arrivino nell'isola altre truppe germaniche, si mostra arrendevole fino a sguarnire le alture di Kardakata, da dove si controlla buona parte di Cefalonia. Poco alla volta, consapevole del fatto che il rimpatrio è impossibile e che i tedeschi si sono rafforzati, si fa più rigido.

Le trattative e il referendum
Fra italiani e tedeschi scoppiano scaramucce e incidenti. Il 12 settembre scoppiano incidenti anche fra gli italiani. Molti vorrebbero impugnare subito le armi contro i tedeschi, altri esitano o sono contrari. Il 13 settembre i tedeschi fanno arrivare davanti al porto alcuni battelli con due compagnie di cacciatori da montagna, ma gli artiglieri italiani li accolgono a cannonate infliggendo sensibili perdite. Quello stesso giorno anche due motozattere tedesche sono prese a cannonate e una di esse viene affondata. Un idrovolante tedesco ammara presso Cefalonia e due ufficiali recano a Gandin l'invito di recarsi subito da Mussolini che lo aspetterebbe a Vienna. Gandin respinge l'invito per non lasciare le sue truppe e rifiuta di comunicare i nomi degli ufficiali che hanno ordinato di sparare contro le motozattere. Nella notte fra il 13 e il 14, con una procedura inconsueta, viene chiesto ad alcuni reparti di esprimersi sull'opportunità o meno di combattere contro i tedeschi. Quasi tutti gli interpellati decidono di combattere. Vari ufficiali vorrebbero ribellarsi contro il comando restio ad abbandonare la linea della prudenza e delle trattative. Taluni reparti assumono un comportamento ribelle. Il 12 settembre, qualcuno lancia una bomba a mano contro l'auto del generale Gandin, ma la bomba non esplode. Poco dopo, altri soldati strappano la bandiera italiana dall'auto del generale, accusandolo di essere filotedesco. Per la stessa ragione, sembra sia stato ucciso un ufficiale. Notizie di questi atti di insubordinazione arrivano a Berlino e contribuiscono ad aggravare la situazione. Il 15 settembre, il comandante della Acqui si toglie dalla giubba la decorazione assegnatagli in passato dai tedeschi (una Croce di Ferro di prima classe), interrompe i negoziati e dà l'ordine di combattere. Fino a quel giorno, ha preferito tenere bene in vista la decorazione anche per impressionarli durante le trattative.

Inizia la battaglia
La battaglia durerà otto giorni, dal 15 al 22 settembre, e vedrà scontri durissimi. I tedeschi si rivelano superiori agli italiani per la qualità delle armi, dal punto di vista tattico, per la capacità di combattimento. I reparti tedeschi hanno già combattuto su vari fronti, mentre la grande maggioranza degli italiani di stanza a Cefalonia è priva di esperienza. La superiorità dei tedeschi, inoltre, è decisamente favorita dall'impiego massiccio dell'arma aerea. Gli italiani non hanno aerei che li sostengano. Hitler si compiace del fatto che in Grecia quasi tutti i militari italiani si siano arresi ai tedeschi subito dopo l'8 settembre. Ma è furibondo contro gli italiani di Cefalonia, che rifiutano di seguirne l'esempio. Il 18 settembre, invia un perentorio ordine personale (un Führer-befehl) con il quale impone di «non fare prigionieri italiani a Cefalonia a causa del comportamento insolente e traditore tenuto dal presidio dell'isola». Le premesse della strage sono state poste. Circa milletrecento militari italiani cadono in combattimento. Ma la strage assume proporzioni ben più vaste perché, in base all'ordine di Hitler, circa cinquemila soldati e quasi duecento ufficiali, fra cui il generale Gandin, vengono fucilati dopo essersi arresi, contro ogni principio del diritto di guerra. I prigionieri avrebbero dovuto subire un processo, sia pure sommario, invece la Wehrmacht obbedisce al suo Führer in tutta fretta. Il massacro suscita ripugnanza perfino tra i militari tedeschi. Come se ciò non bastasse, le navi che trasferiscono i sopravvissuti in terraferma, da dove saranno portati nei lager in Germania, vengono colpite dagli aerei angloamericani o squarciate dalle mine e altri milletrecentocinquanta italiani perdono la vita. Altri ancora moriranno nei lager.

Perché la vendetta tedesca
Occorre capire perché i tedeschi si accaniscono così tanto. La prima ragione deve essere cercata nel fatto che temono di essere sopraffatti. Dopo la pace separata degli italiani, sono rimasti soli nel Mediterraneo e possono sospettare che gli angloamericani approfitteranno della situazione sostenendo la divisione Acqui e occupando Cefalonia. Inoltre, sono mal disposti verso gli italiani, giudicati traditori per avere concluso la pace separata. Non si può neppure escludere che gli italiani siano invidiati per il fatto di averla conclusa. L'idea che gli italiani abbiano finito di combattere, oltre che invidia, può suscitare rabbia e furore. Per di più, suscita furore il fatto che i militari di Cefalonia non corrispondano all'idea che molti tedeschi si sono fatta sugli italiani: individui indisciplinati i quali, non amando la guerra, non hanno neppure voglia di battersi. E invece a Cefalonia i soldati si battono, pur conoscendo il grandissimo rischio al quale vanno incontro. Un altro elemento da tenere presente riguarda la sensazione, da parte dei tedeschi, che i militari della divisione Acqui si siano ribellati agli ordini del loro generale e quindi meritino di essere trattati come ribelli. L'ordine di sterminarli, dato dal Führer il 18 settembre, nasce probabilmente da questa sensazione. Ma Hitler ha anche altri motivi per disprezzare gli italiani. Essi sono entrati in guerra non all'inizio, nel 1939, ma solo nel giugno 1940, quando sembrava che la guerra fosse finita. E quindi lo hanno fatto non per sostenere la Germania, ma perché essa non potesse essere l'unica potenza vittoriosa. Gli italiani, in altre parole, sono entrati in guerra non per vincerla, ma per limitare il potere di Hitler. Anche la guerra contro la Grecia (e Cefalonia è un'isola greca) è stata decisa da Mussolini allo scopo di limitare il potere dei tedeschi, diretta a contrastare l'espansione germanica. Fino all'ultimo Mussolini ha tenuto segreta la decisione italiana di attaccare i greci, suscitando poi l'indignazione di Hitler. Questi ha sempre saputo che gli italiani non lo amano e che Mussolini non gli è veramente amico. Le prove possono essere trovate nel diario di Galeazzo Ciano, genero di Mussolini e suo ministro degli esteri. Il 5 giugno e il 1° luglio 1941 Mussolini si augura che la Germania perda in Russia «molte penne». Il 6 luglio è ancora più esplicito: «Mi pongo seriamente il quesito se, per il nostro futuro, non è più auspicabile una vittoria inglese che una vittoria tedesca». Il 20 luglio si chiede se gli italiani non siano già vassalli della Germania, soggiungendo: «Ed anche se non lo siamo oggi, lo saremo il giorno della vittoria totale della Germania. Dobbiamo augurarci due cose: che la guerra sia lunga e spossante per la Germania e che finisca attraverso un compromesso, che salvi la nostra indipendenza». L'immagine dei due dittatori uniti contro un nemico comune è dunque errata. I loro obiettivi sono stati diversi. A Cefalonia, ordinando la strage, Hitler si è vendicato.



autore dell'articolo:Piero Melograni
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 14:34    Oggetto: Rispondi citando


tratto da www.sanvitoweb.com




IL FILM CEFALONIA GIRATO A SAN VITO LO CAPO
In onda lunedì 11 e martedì 12 aprile su RAI UNO


Il film “CEFALONIA” - prodotto dalla Palomar e dalla Cineteam, per Rai Fiction, con la regia di Riccardo Milani - racconta questa tragica vicenda, attraverso gli occhi di alcuni dei protagonisti, intrecciando la grande Storia con le vicende umane di uomini e donne come tanti.

Molte delle sequenze sono state girate a San Vito Lo Capo (nella foto Zingaretti sulla scogliera della tonnara di San Vito) che si è dimostrata un'ottima location per le esigenze del film.

“Cefalonia” si avvale di un cast di primo piano: Luca Zingaretti è il sergente Saverio Blasco, coraggioso veterano di troppe guerre; Luisa Ranieri è Feria, un’italiana coinvolta in una storia d’amore intensa e segreta con il sergente; Jasmine Trinca è Elena, la giovane figlia di Feria e di Mikis, interpretato da Claudio Amendola; Corrado Fortuna è il soldato Nicola, mentre Valerio Mastandrea è l’ufficiale medico Moreno. Le musiche del film sono di Ennio Morricone.
[img][/img]


L'ultima modifica di Adry il Dom Apr 10, 2005 14:59, modificato 1 volta
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 14:46    Oggetto: Rispondi citando


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QUESTA E' LA TONNARA DI SCOPELLO CON VISTA SUI FARAGLIONI,DOVE E' STATO GIRATO GRAN PARTE DEL FILM...
BELLO...NO????

(sono riuscita ad inserire queste due belle immagini...... Very Happy Cool )
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 16:10    Oggetto: Rispondi citando


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QUESTO E' IL CASTELLO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO.[/img]
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PAOLA



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 16:17    Oggetto: Rispondi citando


Il mio papà ricorda bene la vicenda....

sarà senz'altro di gran presa emotiva...
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PAOLA


intelligenti pauca
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 16:20    Oggetto: Rispondi citando


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queste sono due immagini del centro storico di Poggioreale gravemente danneggiato dal terremoto nella valle del belice del 1968utilizzato anch'esso come location del film
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Adry



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 16:28    Oggetto: Rispondi citando


un'altra splendida location:RISERVA DELLO ZINGARO
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gilda



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 17:10    Oggetto: Rispondi citando


Ciao Adry,
grazie per il dettagliattissimo resoconto, avevo già intenzione di vedere la miniserie:
1° per le vicende raccontate
2° per il cast artistico
3° per i luoghi, infatti anche se gli avvenimenti storici sono avvenuti a Cefalonia, è un modo x rivedere i posti siciliani che più adoro e che proprio l'anno scorso in estate ho visitato; neache a farlo a posta ho soggiornato a San Vito Lo Capo e girato un po' quella zona: Scopello, Castellamare ... ecc.

Posti stupendi, nel rivedere le tue foto mi sono tornati in mente tutti i luoghi che ho visto e che un giorno tornerò a visitare perchè


IO AMO LA SICILIA, l'isola, la gente, il mangiareeeeeeeeeeeee

WOW !!!! che scorpacciata di pesce ho fatto in quei giorni,
praticamente mangiavo solo quello, se non lo mangio lì... scusa....


grazie ancora
Gilda
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Rossana



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 17:25    Oggetto: Rispondi citando


Grandioso topic Adry: bravissima!!!! Certo che noi "siciliane" ce ne stiamo passando di soddisfazioni in questo periodo, per le fiction!!!! Wink
Interessante questa di "Cefalonia"...sai che non conoscevo questi fatti? Embarassed Confused Embarassed
Però, purtroppo, non sono certa di poterla vedere: domani forse si, ma martedì sono in piscina fino alle 21:30, poi il tempo di rientrare a casa...
Grazie delle dettagliatissime notizie e delle foto - bellissime - (vedo che hai recuperato nel metterle... Wink Laughing Wink Laughing ): ciao!

P.S.: Una curiosità: ma la riserva dello Zingaro non era stata, purtroppo, bruciata qualche anno fa, almeno in parte? Ne sai qualcosa?

E a tutte/i buona visione!

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*lisicris*



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 18:20    Oggetto: Rispondi citando


Infatti la vedrò!!! I luoghi sono bellissimi!!! Io andrò questa estate in sicilia e non vedo l'ora di andarci!!!
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Alessandrina



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 20:12    Oggetto: Rispondi citando


LUCA ZINGARETTI è PROPRIO BRAVO SECONDO ME COME ATTORE....................SU "PERLASCA"HA FATTO PROPRIO UN'OTTIMA FIGURA! QUINDI è UNO DEI MOTIVI PER I QUALI GUARDERO'IL FILM.......E POI PERCHè A ME I FILM SULLA SECONDA GUERRA MONDIALE APPASSIONANO TANTISSIMO.
AVEVO LA CASSETTA DI ANNA FRANK, L'HO CONSUMATA A FORZA DI GUARDARLA!
E L'ALTRO GIORNO HO TROVATO IN UN DISCOUNT IL DVD OMONIMO ........SONO STATA FELICE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
NATURALMENTE NON SONO DA DIMENTICARE I BELLISSIMI LUOGHI DEL SUD ITALIA! AVENDO LA MAMMA CALABRESE HO L'ONORE DI CONOSCERE UNA BUONA FETTA DI CALABRIA........E CHE POSTI INCANTEVOLI!!!!!!!!

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genziana



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MessaggioInviato: Dom Apr 10, 2005 22:24    Oggetto: Presentazione a Torino - Intervista a Luca Zingaretti Rispondi citando




Nella foto il cast del film: Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Jasmine Trinca e Corrado Fortuna


TorinoCronaca ha scritto:



TORINO CRONACA – Venerdì 8 aprile 2005
Tempo libero – Spettacoli e cultura


L’intervista: Luca Zingaretti insieme con Luisa Ranieri ha presentato ieri a Torino in anteprima la fiction di Raiuno


“Saverio Blasco sono, l’eroe di Cefalonia”

L’attore diventato famoso nei panni di “Montalbano” porta in tv una pagina di storia


Luca Zingaretti appartiene a quella schiera di uomini che emanano fascino. Si presenta indossando una giacca che fa pendant con il colore degli occhi, mescola in un bicchiere acqua minerale naturale e gasata, risponde alla domande con schiettezza. Appare un po’ sornione e provvisto di una sana immodestia.
A Torino ha presentato ieri in anteprima la sua ultima fatica: dopo Montalbano, Perlasca, Don Puglisi, interpreta Saverio Blasco nello sceneggiato Rai “Cefalonia”, in onda lunedì e martedì prossimi.

Come descriverebbe Blasco?
“E’ un bel personaggio, quindi incredibilmente complesso. Inizialmente appare come il classico “imboscato”. Con il procedere della storia si scopre invece che è un veterano pluridecorato, stanco di orrori, di sangue, di morti. Uno che non vede l’ora di tornare in patria ma che, quando la sua divisione decide di affrontare un destino tragico, si assume le sue responsabilità divenendo una sorta di fratello maggiore per i commilitoni”.

Come si sente a impersonare ruoli così significativi dal punto di vista storico?
“Mi sento un attore fortunato perché ho l’opportunità di entrare in contatto con realtà, sentimenti, sensazioni che mi arricchiscono anche come persona”.

Come si è preparato al ruolo?
“Come sempre, facendo un grande lavoro di documentazione, studiando saggi sull’argomento, ma soprattutto leggendo le lettere dei soldati. Ho scoperto così un’Italia completamente diversa: i ragazzi di allora vivevano in un mondo dai ritmi più lenti, assaporavano sentimenti profondi, avevano valori in cui si riconoscevano e per i quali erano disposti al sacrificio”.

E’ vero che ha in progetto di impersonare Giovanni Falcone?
“E’ un’idea che stiamo studiando con la Palomar (la casa di produzione di Cefalonia, n.d.r.). Falcone rappresenta uno dei tanti misteri italiani, per questo motivo non le nascondo che ci stiamo domandando se non sia presto per affrontarlo. Forse siamo ancora troppo vicini, cronologicamente parlando,per poterne mettere a fuoco la figura…”.

Qual è il suo attore preferito?
“Ho sempre amato Robert De Niro. Poi ho scoperto Anthony Hopkins. Tra i due c’è la differenza che corre tra una splendida villa hollywoodiana e un magnifico castello scozzese: il secondo è portatore di una tradizione, di una storia, che la prima non ha e non potrà mai avere. L’unica attrice che studio per le capacità interpretative è Nicole Kidman, straordinariamente abile nel cambiare totalmente passando da un ruolo all’altro impreziosendo qualsiasi film”.

Che rapporto ha con il personaggio di Montalbano””
“Interpretarlo è stato esaltante, ma credo sia giusto andarsene tra gli applausi: ancora due film, poi basta. Il rischio di rimanere ingabbiato nel personaggio? Non c’è stato: la gente e i produttori non mi hanno mai identificato con il commissario, hanno sempre visto l’attore che interpretava un ruolo”.

Danila Elisa Morelli



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