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GiuRen

Registrato: 14/03/04 21:55 Messaggi: 4592
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 15:12 Oggetto: TRADIZIONI DI NATALE |
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IL PRESEPE
Nella rappresentazione della natività, che ogni anno rappresentiamo tramite il presepe, tutto è simbologia: la stalla rappresenta la povertà e la miseria.
Giuseppe è l'intelletto: anziché essere geloso e ripudiare Maria si inchina a Dio accettandone la volontà.
Il Bue rappresenta il principio generativo (è simbolo della fertilità e fecondità in Egitto), la forza sessuale;
l'asino invece raffigura la personalità, la natura inferiore dell'uomo.
Il significato della presenza nella stalla del bue e dell'asinello è in realtà molto profondo:soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato.
Il soffio è vita, dunque il soffio dell'asino e del bue è una reminiscenza del soffio mediante il quale Dio ha dato l'anima al primo uomo. |
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L'AGRIFOGLIO
Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo.
Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato re.
Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell'orfanello in bacche rosse. |
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STELLA DI NATALE
A Città del Messico, viveva una povera bambina indiana di nome Ines. La sera della vigilia di Natale voleva portare un fiore a Gesù Bambino ma non aveva i soldi per acquistarlo. Girò per strada senza sapere cosa fare, poi decise di raccogliere dei rametti da un cespuglio visto per caso tra iruderi di una chiesa.
Dopo averli raccolti pensò di abbellire il mazzetto con l'unica cosa bella che possedeva: un fiocco rosso per capelli. Arrivò alla chiesa che ormai era buio e Ines pensò di non trovarci nessuno. Una volta davanti a Gesù Bambino, depose il suo mazzolino. Subito dopo averlo messo vicino alla statua, sentì dietro di sé delle voci: erano delle persone stupite ed incuriosite dal bellissimo fiore di Ines; così le chiesero dove avesse trovato un fiore così splendido. Ines si voltò verso il suo mazzolino e, incredula, vide che le foglie verdi del cespuglio si erano colorate di rosso e le bacche color oro al centro avevano preso la forma di un cuore.
Ines tornò a casa felice pensando che a Gesù fosse piaciuto il suo dono perché lo aveva trasformato nel fiore più bello del Messico: la Stella di Natale. |
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ALBERO DI NATALE
In un villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo si quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione. Si attardò più del previsto e, venuto il buio, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta cominciò a cadere una fitta neve.
Il ragazzo si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete. Il piccolo cominciò a sentirsi stanco quindi si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco. L'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far toccare loro il suolo in modo da proteggere dalla neve e dal freddo il bambino.
La mattina il bimbo si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo riparo, poté riabbracciare i suoi compaesani. Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole dell'alba, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.
In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno.
Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra. |
Citazione: |  
CAMPANE DI NATALE
I pastori si affollarono a Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato re.
Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo l'annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù Bambino.
Nessuno aveva tempo per lui.
Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame.
Pensò "Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!" e seguì la campana fino alla stalla ove la mucca portò il bimbo cieco fino alla mangiatoia dove giaceva il neonato Gesù. [/img] |
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Storia ed origini del Natale
Il Natale è la principale festa dell'anno. Festa che nella tradizione popolare era legata alla chiusura di un ciclo stagionale e alla apertura del nuovo ciclo. La festa appartiene all'anno liturgico cristiano, in cui si ricorda la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre nella Cristianità orientale viene celebrato il 6 gennaio.
La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C. Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana, ma bisogna aspettare l'arrivo del Quarto secolo nell'Impero Romano, e più tardi anche nelle zone dell'Oriente.
La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare. Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi.
Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano i doni, e si facevano sontuosi banchetti.
Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno.
Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro. Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.
E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia di origine pagana che cristiana. Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste.
Nelle case viene allestito un presepe (o presepio), specie nei paesi meridionali, o un'albero di tradizione più nordica (vedi simboli del Natale).
I festeggiamenti continuano con l'ultimo dell'anno, dove, passata la breve euforia del degli auguridi Natale, siamo a Capodanno, primo giorno dell'anno.
E' una festa periodica di rinnovamento, celebrata in tutte le civiltà e caratterizzata da rituali che simbolicamente chiudono un ciclo annuale e inaugurano quello successivo.
E infine arriva l'Epifania, una delle principali feste cristiane la cui celebrazione cade il 6 gennaio. Nata nella regione orientale per commemorare il battesimo di Gesù, fu presto introdotta in occidente dove assunse contenuti religiosi diversi, come il ricordo dell'offerta dei doni dei magi nella grotta di Betlemme, che poi ha determinato il nascere della figura della befana distributrice di doni.
I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati da una stella, arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Successivamente vengono indicati come "re" e che il loro numero viene fissato a tre, con i nomi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. Questa festa da un supplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo di festeggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, a disfare gli addobbi. |
Citazione: |
GHIRLANDE DI NATALE
Una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Natale, notò che l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni.
Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele
in bellissime ghirlande d'oro e d'argento.
Da allora noi le usiamo per decorare i nostri abeti a Natale. |
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Rossana

Registrato: 09/03/04 22:17 Messaggi: 7575 Residenza: Catania
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 17:04 Oggetto: |
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BRAVA CLAUDIA, BELLISSIMO TOPIC!
MOLTO, MOLTO INTERESSANTE!
BACIONI _________________
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valentina

Registrato: 09/03/04 18:03 Messaggi: 18106 Residenza: Milano
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 17:57 Oggetto: |
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BRAVA GIUREN DI QUESTO TOPIC _________________
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*lisicris*

Registrato: 19/11/04 19:16 Messaggi: 10422 Residenza: Gaeta (LT)
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 17:59 Oggetto: |
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bello la storia dell'albero di natale non la sapervo!!!! _________________
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cris

Registrato: 22/04/04 14:31 Messaggi: 1028 Residenza: genova
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 21:50 Oggetto: |
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TRADIZIONI NATALIZIE DELLA LIGURIA
La tradizione delle festività natalizie era fortemente radicata nel mondo popolare e contadino ligure.
La festa dell’anno più attesa era il Natale, con il caratteristico pranzo. Si iniziava a pensarci già tempo prima, preparando apposite scorte durante l’inverno.
L’11 novembre, giorno dedicato a san Martino, simboleggiava la fine dell’anno agrario. Questo era il giorno del pranzo abbondante prima di quello natalizio e si assaggiava il vino novello nelle cantine gustando caldarroste o rostie. Il 13 dicembre, invece, con la festa di Santa Lucia, prendeva avvio una specie di rito sacrificale: l’uccisione del maiale, di cui nulla andava perso. Basti pensare che perfino le ossa erano conservate sotto sale per farne un economico companatico da affiancare ai cavoli neri, e la testa veniva conservata per poi essere consumata assieme alla focaccia di granoturco o alla farinata, dopo la messa di mezzanotte di Natale. Ma la vera squisitezza era il berodo, sanguinaccio confezionato con il sangue del maiale.
Il giorno della vigilia si facevano le pulizie ed era usanza addobbare la casa con decorazioni fatte con lunghi fili di spago in cui venivano infilati bacche di ginepro, alloro, rametti di ulivo, maccheroni, noci e nocciole. Al mattino le donne preparavano il pandolce per il Natale e spesso anche i ravioli, che in alcune zone sostituivano i natalini, e si cuoceva il berodo per l’indomani. Sul piano del focolare ardeva il ceppo d'olivo o d'alloro, che bruciava lentamente fino a Capodanno, simbolo del vecchio anno che sta per terminare.
Il pranzo e la cena erano piuttosto frugali, a base di cavoli bolliti conditi con l’olio, farinata, pane casereccio e focaccia di granturco.
La mattina di Natale le mamme mandavano i bambini a prendere il pane bianco di bottega ed era usanza che i negozianti regalassero loro torroncini.
Sulla tavola imbandita non dovevano mancare elementi simbolici propiziatori: uno scopino di erica, fatto benedire durante la messa di mezzanotte, una manciata di sale, la cassoa, cioè il mestolo forato, una michetta di pane bianco per i poveri e un'altra lasciata in serbo per gli animali.
La prima pietanza del pranzo era costituita dai natalini in brodo, lunghi maccheroni di pasta di semola di grano duro lisci e tagliati a "penna", mentre il 26 dicembre si consumavano i ravioli, preparati con gli avanzi del giorno precedente.
A fine pranzo arrivava il piatto più atteso della festa natalizia: il pandolce decorato con un ramoscello d'alloro. Il più giovane componente della famiglia toglieva il rametto e tagliava il pandolce e il più anziano serviva le porzioni a tutti i convitati seguendo un rituale preciso e facendo attenzione a mettere da parte una fetta per i poveri.
Il pranzo natalizio terminava con noci, frutta secca e candita, uva, mele carle e pere martine sciroppate.
(da www.regioneliguria.it)
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giada

Registrato: 10/05/04 21:17 Messaggi: 626 Residenza: milano
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Inviato: Gio Dic 08, 2005 23:21 Oggetto: una storia tra mille " IL PANETTONE" |
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Che storia il panettone
Invenzione di un ex falconiere o di uno squattero? L'origine del dolce di Natale tipico di Milano, tra storia e leggenda
Come ogni notte Ugo uscì dalla finestra al freddo di Milano. Con agilità scavalcò la balaustra del balcone e si calò nel giardino. I cani cominciarono ad abbaiare; senza curarsene Ugo corse a perdifiato attraverso tutto il giardino fino ad appiattirsi contro il muro di cinta. Si fermò qualche secondo con il fiato mozzato dalla corsa e dalla paura. I suoi occhi scrutavano nel buio, verso il palazzo, per vedere se qualche finestra si accendeva del debole bagliore delle candele. Tutto tranquillo. I cani cominciarono a calmarsi: anche stanotte, nessuno lo aveva visto uscire. Appigliandosi ad alcuni mattoni disassati, Ugo si issò sopra il muro di cinta che divideva lo splendido palazzo che suo padre, Giacomo degli Atellani, aveva ricevuto in dono da Ludovico il Moro, dai cortili della Milano povera, quella delle botteghe che si affacciavano su Corso Magenta. La luna si nascondeva dietro una coltre di nubi e questo avrebbe coperto la sua corsa attraverso i cortili fino alla bottega di Toni, il panettiere, dove, come ogni notte, avrebbe incontrato la sua Adalgisa. Un amore segreto, osteggiato dalla sua famiglia, lo legava da tempo alla bella figlia del fornaio; ma da un po' le cose non andavano bene. Adalgisa era sempre stanca, il lavoro era aumentato da quando il garzone di suo padre si era ammalato; avrebbero dovuto smettere di vedersi, perché c'era tanto da impastare, preparare, infornare.
Ugo non voleva rinunciare a quegli splendidi occhi per cui avrebbe fatto di tutto e il giorno successivo, con addosso umili abiti, lui, che era il falconiere di Ludovico il Moro, si fece assumere da Toni come nuovo garzone.
Nonostante il giovane, ogni notte, si spaccasse la schiena nel retro bottega per preparare il pane, gli affari del negozio continuavano a peggiorare. Una nuova bottega aveva aperto lì accanto e stava portando via tutti i clienti a Toni.
Ugo non perse tempo, e con l'incoscienza tipica dei giovani, rubò una splendida coppia di falchi al Moro e li vendette per comprare del burro. La notte, mentre impastava i soliti ingredienti, aggiunse al preparato anche tutto il burro acquistato. Il giorno successivo la bottega fu letteralmente presa d'assalto, si cominciava già a favoleggiare del pane più buono di Milano. Nei giorni successivi altri due falchi vennero sacrificati per l'acquisto di altro burro e di un po' di zucchero da aggiungere all'impasto del pane. Milano impazziva per il "pane speciale" del Toni. La coda fuori dalla bottega era interminabile e ogni notte bisognava impastare sempre di più. Mentre l'inverno si avvicinava, gli affari miglioravano e Ugo e Adalgisa potevano nuovamente pensare ad un futuro da passare assieme.
Sotto le feste di Natale, Ugo diede un ultimo tocco di classe alla ricetta del "pane speciale" e aggiunse uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina. Tutta Milano, in quei giorni prima di Natale, transitò dalla bottega per comprare quello che già tutti chiamavano "pangrande" o "pan del Toni" (da qui il termine panettone), da servire in tavola il giorno di Natale. Toni divenne ricco e i genitori di Ugo non ebbero più da lamentarsi di Adalgisa e così, come ogni storia che si rispetti, i due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.
da vivimilano.it
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 01:52 Oggetto: |
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questo topic è interessantissimo!!!!
cerco di dare un piccolo contributo.
le parole BUON NATALE in svedese sono
GOD JUL = buon solstizio
a testimoniare l'origine della festa pagana della luce...del resto le giornate si
allungano di nuovo dopo il 13 dicembre S. Lucia....in Svezia, e nelle chiese evangeliche del mondo con piccole comunità svedesi, si celebra una funzione con le ragazze vestite di bianco con una ghirlanda in testa e delle candele. S.Lucia è il giorno più corto che ci sia....
invece in tedesco si dice:
FROHE WEIHNACHTEN = felici notti consacrate
un'altra curiosità...in Germania il 6 dicembre è S.Claus o Nicolaus...in pratica la figura del vecchio vestito di rosso con la barba bianca (il nostro Babbo Natale) porta i doni ai bambini buoni scendendo dal camino...tipo befana....è una commistione fra befana e babbo Natale, anche se il vero Natale è il 25 dicembre. In origine il vecchio era vestito di verde, ma poi la CocaCola ne prese possesso per le sue pubblicità al punto che il colore rosso divenne dominante. Pare inoltre che fra le renne della slitta ne primeggi una: Rudolf, la renna dal naso lucido e rosso.
Gio _________________

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gattina

Registrato: 04/04/05 15:19 Messaggi: 779 Residenza: Gricignano d'Aversa (Caserta)
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 12:39 Oggetto: |
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E' UN TOPIC VERAMENTE MOLTO BELLO E INTERESSANTE HO VOLUTO INSERIRE ANCH' IO UNA COSUCCIA ''LA VERA STORIA DI BABBO NATALE.''
Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di frutta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno.Passarono i secoli ed un bel giorno del 1800, il rito trovò la sua personificazione in un forte vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al Polo Nord dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i camini delle case.Raggiunta una certa età, veniamo a conoscenza di una spiacevole realtà: Babbo Natale altro non è che un personaggio fantastico. Ma tale affermazione non è del tutto vera. Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest'anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. Secondo altre leggende, questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre ad essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII. In ogno caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale.Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la CocaCola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo. Negli USA è addirittura nata un'associazione che sostiene la sua esistenza e ne ricerca le prove, la Institute of Scientific Santacluasism.
 _________________ NELLA GIOIA E L' ALLEGRIA TRA VOI TUTTI CI SONO ANCH' IO!!!
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antonella

Registrato: 29/06/04 15:16 Messaggi: 761
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 16:23 Oggetto: |
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LA CORONA DI BENVENUTO
La porta della casa è l'anima della nostra casa. Nel periodo di Natale, questo sarà il riflesso di quello che abbiamo creato all'interno della casa. La corona all'ingresso dà un segnale di festa.
La possiamo appendere la prima domenica dell'Avvento, non c'è una data per toglierla. Gli americani la conservano tutto l'inverno.
La corona è lì per dire ai vicini, alla famiglia, agli amici, " siete i benvenuti a casa nostra ". La corona di benvenuto è di origine anglo-sassone.
La corona è verde perché fatta con foglie d'un verde persistente, segno di vita. Può essere anche fatta di paglia e fiori secchi.
Per festeggiare il Natale tutta la famiglia decora la casa per dargli un'aria più festosa. Il verde e il rosso sono i colori tradizionali del Natale. L'usanza di decorare la casa con del fogliame è molto antica. Si decorava la casa a dicembre per festeggiare la fine delle lunghe notti invernali. Il pungitopo con le sue foglie pungenti rappresenta la corona del Cristo e le bacche rosse le gocce di sangue. Il vischio porta fortuna, il rosmarino simbolizza l'amicizia e l'edera l'affetto. _________________
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Piccirilla

Registrato: 17/04/05 12:25 Messaggi: 4459 Residenza: Padova
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 18:53 Oggetto: |
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WOW E' BELLISSIMO QUESTO TOPIC CLAUDIA
CI SONO COSE MOLTO INTERESSANTI
E ALCUNE FINO ORA SCONOSCIUTE
COSI' POTREMMO GUSTARCI DI PIU' IL NATALE _________________
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Carla
Registrato: 10/03/04 11:38 Messaggi: 1334
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 19:25 Oggetto: |
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meraviglioso !!! Brava Claudia, sono felicissima di questo topic !! Però, cara la mia CRIS, i famosi Pansoti con salsa di noci ...e quel pesto alla genovese così buono ......non si potrebbero avere per NATALE?, Io sapevo di una tradizione natalizia genovese, CHE RIGUARDAVA LA SPEDIZIONE DELLE SUDDETTE LECCORNIE SOLO PER GLI AMICI ABRUZZESI...DI PESCARA...PER ESSERE PIU' PRECISI.... (ne sai qualcosa di questa tradizione? Guarda che chi non la rispetta, non riceve la visita di Babbo natale !!!).
per le altre tradizioni.... Beh, ho collezionato presepi africani, cinesi, sudamericani e anche cinesi...... ma ovunque mi trovassi, non ho mai rinunciato al mio, fatto di legni e sassi, con una semplice capanna....meraviglioso... facemmo una recita natalizia in CAMEROON, dove i locali, con variopinti vestiti e canzoni gioiose natalizie ... quanti ricordi, sempre sotto lo stesso denominatore : amore e amore, serenità e pace per tutti.
CON TANTO AFFETTO. _________________ Carla -
Adricesta
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FUFI

Registrato: 18/10/05 12:03 Messaggi: 273 Residenza: Borgosesia PR ( vc)
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 19:31 Oggetto: |
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ragazze siete davvero speciali, avete creato un topic, davvero bello ed emozionante, tutte queste cose per me erano sconosciute, non le conoscevo affatto.
entrare nel forum mi fa stare davvero bene, mi fa dimenticare se anche per poco i miei momenti brutti che ogni anno in questo periodo mi assalgono la mente, e per me sono davvero difficili, ma con voi ho trovato davvero una 2° famiglia.
GRAZIE MILLE RAGAZZE CON VOI VICINO SENTO DAVVERO L'ARIA DEL NATALE
 _________________ ALE CONTINUA A FARCI VIVERE EMOZIONI FANTASTICHE CHE SOLO TU CI SAI DARE.
T.V.T.T.T.T.T.T.T.TB UN GROSSO BACIO ROSARIA
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AMY@

Registrato: 12/03/04 17:19 Messaggi: 560 Residenza: Napoli
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 20:43 Oggetto: |
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Che bello questo topic!!!Brava Claudia!!!! Veramente una bella idea!!!!
Il Natale è la festa più bella che ci accompagna da sempre, fin da quando siamo piccoli, e lascia in ognuno di noi tanti ricordi, tante memorie. Ogni Natale ha una storia a se, sembra quasi che scandisca il passare di un altro anno, e i Natali della nostra vita, messi tutti insieme, lasciano ricordi, sapori particolari, flashback, che per tutti gli altri giorni dell'anno sembrano essere caduti nell'oblio, nell'amnesia della quotidianità, ma che a dicembre, come per magia, riaffiorano tutti pian piano,ci riempiono il cuore di gioia e di attesa per il grande giorno, come quando eravamo bambini! I Natali belli, ma anche quelli un po' meno belli, perchè c'era stato un dolore inatteso, una mancanza; ma anche quel Natale aveva avuto qualcosa di speciale!Anzi, più sono semplici e più sono belli!
E' bello ritrovare in questo topic le tante tradizioni natalizie e le leggende che spesso le accompagnano!!!
Da "buon napoletana" non posso che ricordare i nostri presepi, che fino a qualche anno fa non apprezzavo tanto, ma che ho poi riscoperto con gli occhi di mia figlia!E da quando c'è lei ogni anno si va per San Gregorio Armeno ad acquistare qualche altra cosuccia per il nostro presepe di famiglia!!! Sembra che il presepe sia nato come presepe "vivente" in una grotta di Greccio ad opera di San Francesco, e poi pian piano si sia trasformato in presepe fatto di statuine e si sia diffuso in tutto il mondo.In particolare a Napoli nel '700 la produzione presepiale raggiunse altissimi livelli,perchè divenne un simbolo di prestigio per i nobili e i ricchi dell'epoca! Ma i presepi sono belli tutti, proprio per lo spirito che li anima e per cui sono nati!
 _________________ "Nel cielo ci sono stelle splendenti e sulla terra creature meravigliose, ma la speranza del mondo è nel sorriso dei bambini..."
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Piccirilla

Registrato: 17/04/05 12:25 Messaggi: 4459 Residenza: Padova
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 21:02 Oggetto: |
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Molto carino questo presepe
Io mi ricordo che da piccolo io e mio papò abbiamo costruito (più lui insomma ero troppo piccola) una grotta di legno con la scaletta e il recinto Molto bello
Ora abbiamo cambiato e c'è una grotta di carta pesta che rende proprio l'idea di qualcosa di concavo e fresco _________________
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Stefy72

Registrato: 21/03/04 19:52 Messaggi: 2899
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Inviato: Ven Dic 09, 2005 21:38 Oggetto: |
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INTERESSANTE QUESTO TOPIC GRAZIE CLAUDIA,
ED ANCHE A TUTTE VOI CHE AVETE SCRITTO INFORMAZIONI E STORIE
CHE NON CONOSCEVO !
QUANDO È NATO... IL «NATALE»
«25 DICEMBRE»
Non è storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il 25 dicembre.
Anche nei vangeli di Matteo e di Luca, che forniscono una descrizione di alcuni momenti legati alla Natività, non viene citato né il giorno, né il mese, e neppure l'anno della venuta dei Figlio di Dio, anche se sappiamo che Gesù nacque quando regnava l'imperatore Cesare Augusto.
È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione della festa cristiana del Natale di Gesù il 25 dicembre.
In merito a tale datazione, nel corso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi.
Alcuni studiosi ritengono che questa data venne scelta dalla Chiesa in contrapposizione alla festa pagana del Sole invitto voluta dall'imperatore Aureliano, nel 275. Festa da celebrarsi, per l'appunto, il 25 dicembre, cioè quattro giorni dopo il solstizio d'inverno che cade il 21 dicembre. Dopo tale data la luce [il Sole] rinasce e prende gradatamente il sopravvento sulle tenebre, le giornate si allungano fino al 21 giugno, il giorno più lungo dell'anno: il solstizio d'estate.
La Chiesa quindi, secondo l'opinione degli studiosi, per contrastare il perpetuarsi di tale festa pagana radicata nella tradizione popolare, decise di celebrare in quella medesima data il dies natalis Christi, la nascita di Gesù: «Luce dei mondo», il vero «Sole di giustizia» che brillerà in eterno.
Una fonte autorevole, il Cronografo (il più antico calendario della Chiesa di Roma) del 354, indica il 25 dicembre quale giorno per la celebrazione della festa della Natività, ma un altro documento romano la Depositio episcoporum (elenco liturgico contenuto nello stesso Cronografo) attesta che tale celebrazione era già presente nel 336 (sembra che inizialmente tale festa venisse celebrata soltanto nella Basilica di San Pietro).
La scelta di questo giorno, comunque, fu sanzionata nel 354 da Papa Liberio. _________________
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