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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Lun Nov 01, 2004 01:59 Oggetto: il segreto del teatro |
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“Scusate,
un attimo di attenzione per favore…grazie. Sono molto contento che siate qui oggi e state per assistere ad uno spettacolo che i nostri amici attori ci hanno gentilmente preparato. Da domani anche noi che siamo il pubblico riprenderemo le nostre rappresentazioni, ma vi prego per oggi abbandonate i vostri ruoli, perché assisterete qui a finzioni e maschere, maschere di lussuria, avidità, gelosia, potere, ma pur sempre “maschere” che ci fanno divertire o che ci spaventano, che suscitano in noi apprensione, che muovono le nostre lacrime, che eccitano i sensi, ma che pur sempre ci emozionano…e le emozioni sono fondamentali….su questo palcoscenico le miserie e le ricchezze degli esseri umani vi verranno mostrati con attenzione, ma i sentimenti quelli sono veri…ecco il segreto del teatro, signori. Dunque non posso che augurarvi “buon divertimento” e ringraziare voi attori”.
...l'avete riconosciuto tutte, vero ? E' il monologo del conte Ristori che introduce lo spettacolo della compagnia dei guitti...mi ha sempre molto colpita perchè credo che dentro ci sia un chiaro messaggio: il teatro è una magica "zona grigia" dove le finzioni quotidiane vengono paradossalmente smascherate, perchè ? Perchè è l'unico posto dove si possono denunciare senza subirne le conseguenze. Il teatro è il luogo dove il pazzo insulta il re e dove crollano le convenzioni sociali...questo monologo mi è sempre sembrato la morale di Elisa: su questo palcoscenico di matti che è la vita, i sentimenti sono l'unica cosa vera. Noi passiamo la vita a fingere e forse, per assurdo, c'è più verità nelle rappresentazioni teatrali che nel quotidiano...c'è almeno la consapevolezza della finzione. Spero di non essere stata troppo contorta, cosa ne pensate? Vi è mai capitato di vedere un'opera rappresentata e di capire improvvisamente qualcosa su voi stessi?
Gio
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cianipat

Registrato: 10/07/04 00:05 Messaggi: 4831
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Inviato: Lun Nov 01, 2004 12:01 Oggetto: |
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Cara daisy,
io, nel mio piccolo, cerco di vivere al di fuori della finzione, cercando di dire sempre quello che penso. A volte, infatti, esagero perchè per troppa schiettezza rischio di creare malintesi e sentimenti contrastanti nei miei riguardi.
Ma è pur sempre vero che quello che dico parte direttamente dal cuore e sono felice di avere questo carattere perchè così non rischio di dire una cosa per un'altra.
Certo a volte faccio qualche "bischerata" come si dice da noi, ma, a mio avviso, ne vale la pena perchè ricevo tantissime gratificazioni.
Stare in questo forum, comunque, mi ha fatto MIGLIORARE, perchè ora mi sembra di essere, pur continuando a rimanere sincera, un pò più pacata nei giudizi e più misurata con le parole, riconoscendo anche eventuali errori da me commessi.
Mi piacerebbe che tutti fossero così perchè riconoscere i propri errori è già un bel passo verso quella che io chiamo "la possibilità di migliorarsi con amore, SEMPRE!"
Un abbraccio
Patrizia
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Lun Nov 01, 2004 13:03 Oggetto: |
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brava patty,
penso che ognuno di noi a guardar bene faccia errori, la cosa bella del teatro è che ti tocca e ti fa pensare. Anch'io ho il tuo carattere dico le cose come le sento e per questo vengo spesso bollata come "bambina cattiva", ma certe volte si dice solo quello che tutti pensano e non esprimono, l'importante è non offendere o mancare di rispetto.
Gio
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mari27

Registrato: 17/06/04 17:49 Messaggi: 6094
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Inviato: Lun Nov 01, 2004 18:13 Oggetto: |
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Daisy
non so se c'è effettivamente un aggancio
con ciò che hai scritto ma forse sì,
hai letto "La vita quotidiana come rappresentazione" di Erving Goffman?
E' un sociologo, sostiene che la vita quotidiana è una rappresentazione che avviene con modalità simili a quelle che si mettono in atto su un palcoscenico e non solo la vita quotidiana singola ma quella della società tutta. La società è un teatro e le sue rappresentazioni , cerimonie sociali simboliche, sono fondamenti per il suo mantenimento.
"...Perche' la vita è simile a un teatro?...In primo luogo, la capacità di controllare la realtà che vedono gli altri è un'arma fondamentale, a disposizione pressochè di tutti fino a un certo grado, per accrescere il proprio status, il proprio potere o la propria libertà.............
In secondo luogo le rappresentazioni sono necessarie perchè vi sia una realtà sociale chiara, coerente e riconoscibile..........."
"...........Condividere con altri i problemi della messa in scena: preoccuparsi di come le cose appaiono, sentirsi colpevoli con o senza giustificazione, nutrire ambivalenza nei propri confronti e in quelli del pubblico: questi sono alcuni degli elementi drammaturgici della situazione umana.............."
Ovviamente si tratta di un sociologo e l'analisi tiene poco conto dei sentimenti ma osserva e studia la realtà da un punto di vista esterno, sociale; è comunque molto interessante fermarsi a riflettere sui meccanismi che regolano il "vivere sociale" e su quanto possano essere simili ad una rappresentazione teatrale, sulla teoria dell'etichettamento che sviluppa in particolare riferendosi alla malattia mentale ed allo studio dall'interno di una istituzione manicomiale( altro testo suo è "Asylums").
"....La malattia mentale è un ruolo sociale come ogni altro..."
"...Il sè è un prodotto sociale. Una persona non è una cosa isolata, ma un'immagine formata dalle sue interazioni con gli altri....Il sè di ogni persona è un riflesso delle risposte degl altri ed egli a sua volta contribuisce a formare parti del sè degli altri. La società è simile ad un girotondo nel quale ognuno dà con la destra quel che riceve con la sinistra....."
Non so se può interessarti ma ciò che hai scritto mi ha richiamato alla memoria tutto ciò........................
Ciao!!
***
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Lun Nov 01, 2004 23:52 Oggetto: |
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grazie mary27,
scrivi sempre cose interessanti!!! Bello questo articolo!!! Se ci pensiamo in certi casi le "finzioni" sono necessarie...pensa se dicessimo sempre quello che pensiamo...altre volte al contrario sarebbe bello essere se stessi invece di preoccuparsi sempre di cosa penseranno gli altri dopo le nostre azioni. Pensa a quanta gente non è se stessa per seguire un modello stabilito da altri . Una delle cose più spaventose della nostra società è l'uniformità di pensiero: quando tutti la pensano allo stesso modo, nessuno pensa molto. Però il confine fra la "recitazione" e l'essere veri è sottile ...pensa ai reality show...pensa alle dinamiche col capo ufficio...se uno recita sempre alla fine è il suo modo di essere e quindi non è più recitare. Di solito quelli che recitano di più sono quelli che dicono di essere sempre veri, perchè chiunque è onesto sa che, nel bene o nel male, ogni tanto deve fingere...a volte anche a fin di bene.
con te Mary 27 si possono fare discorsi profondi, grazie e continua a scrivere!!!
Gio
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anjamari

Registrato: 02/11/04 22:39 Messaggi: 118
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Inviato: Mar Nov 02, 2004 23:18 Oggetto: |
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E' un argomento che mi interessa particolarmente. Mi sono appena iscritta e ho trovato sicuramente meno banale di altri questo topic. Se possibile sarebbe bello discuterne ancora insieme. Ho 40 anni, sono una "giovane"mamma ma mi piacerebbe sentirmi ancora "ragazza".Come quando passavo notti intere con gli amici a discutere di questi "principi".Poi la vita ti passa sopra e ti accorgi quasi di non pensare più.C'è voluto Alessandro per darmi una scrollata e accorgermi dov'ero finita.
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Mar Nov 02, 2004 23:58 Oggetto: |
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benvenuta nella discussione anjamary,
un'opinione in più può solo farci bene!
Gio
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mari27

Registrato: 17/06/04 17:49 Messaggi: 6094
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Inviato: Mer Nov 03, 2004 00:13 Oggetto: |
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Anjamari, bentrovata!!!!
"....poi la vita ti passa sopra e ti accorgi
quasi di non pensare più....."
....sai è capitato ad altri!!....di andare in letargo
con l'anima, poi succede qualcosa per fortuna che
ti risveglia.....
***
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Sab Nov 06, 2004 14:43 Oggetto: |
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Nel film TREN DE VIE (si scriverà così?)
un villaggio di Ebrei decide di fuggire su un treno prima di essere deportati dai nazisti. Per essere credibili una parte di loro si traveste da nazisti e una parte resta vestita con i soliti abiti. I finti nazisti faranno finta di deportare gli altri e sconfineranno. Durante il viaggio ci sono varie peripezie e, siccome i "nazisti" fasulli alloggiano nei vagoni lussuosi della prima classe, mentre il resto del villaggio sta ammucchiato nei vagoni merci, nasce una disputa:
"Perchè voi dovete sempre stare nei vagoni belli e noi ammassati come pecore?"
"Perchè noi facciamo i "nazisti" e mica tutti possono interpretare questo ruolo!"
un'altro esempio di come la recitazione di un ruolo può diventare un modo di essere reale....
Gio
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Lun Nov 22, 2004 15:57 Oggetto: |
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care tutte,
in questi giorni con Paola e Mary si parlava della pazzia nel topic di Re Lear, ma secondo voi, Shakespeare non fa capolino continuamente fra le righe (o versi) delle sue opere per dirci la sua opinione? La finzione dei suoi testi non è utilizzata per dire la verità come la pazzia? Se definisce il mondo "un grande palcoscenico di matti", non parla della vita stessa? della condizione di attore = condizione dell'uomo? E allora siamo sempre lì nell'eterno nostro dilemma: cos'è finzione e cosa no? Il segreto del teatro resta non svelato. Penso che il teatro funzioni proprio per questo equilibrio sottile fra finzione e realtà, questa sottile linea che si attraversa di tanto in tanto...non amo Vasco Rossi, ma c'è un verso di una sua bellissima canzone che mi piace molto:
"La vita è un equilibrio sopra la follia".
Gio
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Mer Nov 24, 2004 23:44 Oggetto: |
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secondo voi quando la vita reale entra prepotentemente in scena, per es. quando un'attrice è incinta o quando un attore ha un incidente, l'interpretazione viene compromessa ? Si perde la divisione fra finzione e realtà (ammesso che esista un confine netto, forse il teatro più del cinema è una zona grigia...)? O dipende solo dal ruolo interpretato?
Gio
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Mar Nov 30, 2004 22:13 Oggetto: |
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ieri il docente di recitazione ha affermato che nelle fiction di oggi molti presunti attori pensano che basti parlare in modo naturale per essere credibili come "attori", in realrà dietro alle parole di un attore c'è un lavoro molto complesso e per nulla spontaneo che è il risultato di un allenamento costante e faticoso. Alla fine di questo allenamento - o comunque quando si raggiunge un buon livello - l'attore dovrebbe valorizzare la parola e la sua capacità di usarla al meglio senza trasmettere allo spettatore che sta recitando. Quindi si dovrebbe sentire una dizione eccellente, con giusta musicalità, respirazione, pronuncia e interpretazione senza strafare e diventare artificiali, imparando queste cose così bene da interiorizzarle. Un po' come quando si guida e non si pensa più a cosa si deve fare, si fa e basta. Quindi si deve stare attenti a mille componenti nel recitare, ma al tempo stesso si deve spegnere il cervello e "essere" il personaggio. Tutto ciò richiede una concentrazione ed un autocontrollo notevolissimo. Con questo spirito il docente ha concluso : "Noi aspiriamo a formare attori che imparino a "non recitare"". Eh sì, la linea di confine è sempre sottile e sfumata...se impari tutto questo...è solo quello che fai l'attore o cambia anche quello che sei? Bah è il segreto del teatro.
Gio
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mari27

Registrato: 17/06/04 17:49 Messaggi: 6094
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Inviato: Mar Nov 30, 2004 22:39 Oggetto: |
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ma quante belle cose fai Daisy!!
In ciò che scrivi mi colpisce subito:
...quindi si deve stare attenti a mille componenti nel recitare, ma al tempo stesso SI DEVE SPEGNERE IL CERVELLO ED "ESSERE" IL PERSONAGGIO.
...noi aspiriamo a formare attori che ...imparino a non recitare...la linea di confine è molto sottile e sfumata.....se impari tutto questo fai l'attore ..o cambia anche quello che sei???!!!...................
Be' questo da' una specie di vertigine........sei tu o un'altro..o un'altro ancora??
Quante personalità ..quanti io, puoi avere tu attore?...
fai l'attore perchè vuoi arricchire la tua anima, vuoi ampliare e viaggiare
con le sensazioni-emozioni-pensieri-sentimenti............
vuoi sentire scorrere la vita dentro di te ed intorno a te..........
vuoi esplorare la vita, l'anima dell'uomo in tutti i suoi lati ed aspetti e
riprodurla, provare a ri-viverla............
o scappi da te, non vuoi conoscerti e quindi reciti una parte sempre
diversa e solo così senti di esistere e ti accetti............
uno, nessuno, centomila..................
Mi piacerebbe rivolgere queste domande a Preziosi.
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daisy

Registrato: 03/06/04 22:51 Messaggi: 2063 Residenza: Genova
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Inviato: Mar Nov 30, 2004 23:00 Oggetto: |
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ma un attore fa l'attore per trovarsi o per fuggire da se stesso?
Herlitzka diceva di essere divenuto una sorta di asceta...di essere dilaniato fra il vivere la vita e fare l'attore...certo che se uno vive questo modo di essere in senso profondo, al di là della fama e di tante belinate, c'è veramente dietro un mondo di riflessioni, di filosofia, di pensieri tanto profondi quanto l'Uomo.
Gio
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mari27

Registrato: 17/06/04 17:49 Messaggi: 6094
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Inviato: Mar Nov 30, 2004 23:11 Oggetto: |
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...c'è anche la vertigine, il perdersi........
...lo scoprire profondità sconosciute......
....e misteri..........l'arrivare al sottile confine...
...che divide la razionalità da quella che alcuni chiamano..
......follia......
****
(...credo che qui ci siano altre che fanno teatro.....
Lucia che ne pensi di questo argomento?)
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