ContoCorrente  Eventi  Shopping
Home Page Personal Curriculum Photo Gallery


 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 

storia,tradizioni e cucina della sardegna
Vai a 1, 2, 3 ... 35, 36, 37  Successivo
 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 13:56    Oggetto: storia,tradizioni e cucina della sardegna Rispondi citando



_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:00    Oggetto: Rispondi citando


Civiltà nuragica.



--------------------------------------------------------------------------------




Nata e sviluppatasi in Sardegna e diffusasi anche in Corsica, la civiltà nuragica abbraccia un periodo di tempo che va dalla prima età del Bronzo (dal 1.700 a.C.) al II secolo d.C., ormai in piena epoca romana. Deve il suo nome alle caratteristiche torri nuragiche che costituiscono le sue vestigia più eloquenti e fu il frutto dell'evoluzione di una preesistente cultura megalitica, costruttrice di dolmen e menhir.

Le torri nuragiche sono unanimemente considerate come i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati d'Europa. Sulla loro effettiva funzione si discute da almeno cinque secoli e tanti restano ancora gli interrogativi da chiarire: c'è chi li ha visti come tombe monumentali e chi come case di giganti, chi fortezze,forni per la fusione di metalli, prigioni e chi templi di culto del sole.

Popolo di guerrieri e di navigatori, i sardi commerciavano con gli altri popoli mediterranei e la loro civiltà ha prodotto non solo i caratteristici complessi nuragici, ma anche gli enigmatici templi dell'acqua sacra, le tombe dei giganti e delle particolari statuine in bronzo. Per molto tempo la loro cultura ha convissuto con altre civiltà estranee all'isola, come quella fenicia, quella punica e quella romana, senza mai però essere assorbita da queste.

Su Nuraxi.

Risalenti al II millennio a.C. (dal 1700 circa) i nuraghi sono torri megalitiche di forma tronco conica, ampiamente diffusi in tutto il territorio della Sardegna (1 nuraghe ogni 3 chilometri quadrati circa). Furono il centro della vita sociale degli antichi sardi e diedero il nome alla loro civiltà, sebbene la loro funzione e destinazione sia ancora altamente controversa tra storici ed archeologi che, di volta in volta, hanno elaborato teorie sul loro uso militare, civile, religioso o per la sepoltura dei defunti. Secondo alcuni hanno funzione astronomica. Intorno al 1500 a.C., dai rilievi archeologici, si possono notare aggregazioni sempre più consistenti di villaggi costruiti in prossimità di queste poderose costruzioni, edificate spesso sulla sommità di un’altura, ma sempre con tecnica megalitica (grossi blocchi di pietra sovrapposti) e con ampie camere aventi i soffitti voltati a tholos (falsa cupola). Probabilmente per un maggior bisogno di protezione, si nota nel tempo il costante aggiungersi progressivo di più torri a quella più antica - addossandole o collegandole tra loro con cortine murarie. Da semplici, i nuraghi divennero in questo modo complessi, trilobati ed anche quadrilobati, in modo da essere caratterizzati da sistemi articolati di torri, con sistemi murari muniti di feritoie. Tuttavia alcuni hanno una posizione meno strategica. Secondo alcune teorie avrebbero una funzione sacra per marcare l'orizzonte visto dai principali nuraghi rispetto ai solstizi.

Quelli giunti fino a noi - a parte le torri isolate - sono costruzioni imponenti e complesse, con annessi villaggi a formare costruzioni simili a castelli, a volte denominati dagli studiosi anche regge nuragiche. Nonostante siano trascorsi millenni, questi villaggi nuragici non sono scomparsi completamente, ma si ritiene che le popolazioni nuragiche abbiano abitato costantemente i siti, mantenendoli in vita e originando alcuni paesi della Sardegna odierna, forse a quelli che hanno come prefisso la parola Nur come Nurachi, Nuraminis, Nurri, Nurallao, Noragugume.

Molti siti nuragici sono stati riportati alla luce da imponenti scavi archeologici, ne sono un esempio quelli di Su Nuraxi a (Barumini), Palmavera, (Alghero), Santu Antine a (Torralba), Santa Cristina a (Paulilatino), Genna Maria a (Villanovaforru), Nuraghe Losa ad (Abbasanta), ma molto resta ancora da scavare ed esaminare scientificamente vista la notevole quantità di vestigia nuragiche.




_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:01    Oggetto: Rispondi citando


uno dei tanti bronzetti ritrovati nei nuraghi
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:08    Oggetto: Rispondi citando


I numerosi nuraghi disseminati nell’isola di Sardegna occupano certamente un posto di rilievo fra i monumenti lasciati nel bacino del Mediterraneo Occidentale dalle varie culture che nell’antichità vi si sono succedute.
Questi maestosi edifici hanno un ruolo fondamentale nel paesaggio sardo, tanto da imprimersi nella mente del visitatore come elemento caratteristico di una terra misteriosa e straordinaria e da assurgere a simbolo ed emblema di un intero popolo.



"I nuraghi" dice bene Giovanni Lilliu, insigne studioso dell’archeologia sarda, "significano fascino di Sardegna, oltre la natura vergine e sconfinata, oltre il mare".
Sono circa settemila quelli che, conservati più o meno bene, sono giunti fino a noi, ma all’origine e prima delle molte distruzioni cui sono andati incontro, il loro numero doveva essere certamente maggiore.


Il nome di questo caratteristico monumento deriva dal vocabolo nurra, che significa "mucchio", "accumulo", ma anche "cavità". Ed è forse proprio per questo doppio significato che il termine è stato applicato alla forma originaria del nuraghe, una costruzione venuta su per "accumulo" di grosse pietre con interno occupato da una camera coperta a cupola e pertanto "cava".
Nella sua espressione più semplice il nuraghe presenta la figura di una torre rotonda, dal profilo verticale a tronco di cono, sormontata da un terrazzo sporgente, costruita con muratura molto spessa, composta a secco con grosse pietre, talora grezze, talora lavorate, disposte in filari orizzontali sovrapposti a cerchi sempre più stretti dal basso verso l’alto.





Le pietre si reggono senza l’aiuto di alcun cemento, solo con il peso ed il contrasto dei massi, che sono ben legati in struttura grazie ad una tecnica costruttiva affinata dall’esperienza in base alla quale, al momento della collocazione, alcuni blocchi venivano sbozzati, eliminando eventuali asperità che potessero impedirne l’aderenza a quelli già in opera.



L’interno di queste torri è cavo, essendo occupato da una camera coperta a tholos ossia a sezione ogivale, con le pareti che si elevano ad anelli concentrici sporgenti l’uno sull’altro, con diametri decrescenti dal basso verso l’alto, dove una o più lastre chiudono il foro della falsa cupola.


L’ingresso, il cui orientamento va da est a ovest, ma che di preferenza è volto a sud, prevede l’impiego di un architrave poggiante su due piedritti, sormontato da finestrello di scarico.
Alla camera del piano terreno, illuminata debolmente dalla luce che filtra dall’esterno, introduce un corridoio, dove trova posto sul lato destro una nicchia di guardia, la cosiddetta "garetta", e, su quello sinistro, una scala ricavata entro la muratura ed a tratti schiarita da finestrini, che sale a chiocciola alle eventuali camere superiori e al terrazzo.
Nelle pareti delle camere sono ricavate nicchie e stipetti


Al nuraghe monotorre venivano spesso aggiunte altre torri, disposte variamente e collegate l’una all’altra da poderose murature, sovrastate da camminamenti: si hanno così i nuraghi complessi, bilobati (con aggiunta di due torri), trilobati (con aggiunta di tre torri), quadrilobati (con aggiunta di quattro torri), pentalobati (con aggiunta di cinque torri).
Fra la torre centrale e i corpi aggiunti erano ricavati dei cortili che consentivano la comunicazione fra gli ambienti.
Nei nuraghi a pianta complessa veniva poi aggiunta una ulteriore cinta esterna di torri collegate l’una all’altra da murature: quello che viene detto antemurale .



Il numero delle torri e la disposizione delle stesse e dei cortili è tanto varia e dipendente dal tipo di pietra e dalla natura e dalla morfologia del terreno da rendere ogni nuraghe un monumento unico, che può essere tipologicamente simile ad un altro ma mai identico.


Non sappiamo esattamente come venisse eretto un nuraghe e soprattutto in che modo venissero sollevati i blocchi, talora di dimensioni ciclopiche. Si è parlato di terrapieni, di rulli di legno, di rudimentali "capre" e di altri vari sistemi, ma in realtà nessuno è scientificamente provato.




E non conosciamo neppure, finora, i motivi per cui un nuraghe venisse ingrandito con l’aggiunta di varie strutture, né perché si aggiungessero una o più torri, né perché venisse scelto un tipo di soluzione rispetto ad altre possibili, e così via.



Sarà il proseguimento delle indagini e degli scavi archeologici, ormai attuati con tecniche sofisticate ed estremo rigore scientifico, a gettare luce su questi interrogativi ed a svelarci completamente il mistero della civiltà nuragica.
Appare, invece, sempre più plausibile l’ipotesi che i nuraghi fossero inseriti in un sistema territoriale che prevedeva varie unità di tipo diverso, dalla semplice torre di avvistamento, al monumento piccolo e poco articolato, al colossale edificio che probabilmente costituiva un punto di riferimento per l’intera area.
A questo punto è ovvio chiedersi che destinazione avessero queste torri.
L’ipotesi più accreditata è che avessero una funzione civile: ci si viveva e si vigilava sul territorio circostante. In situazioni di emergenza, di lotta tra clan, coloro che non partecipavano al combattimento, gli inermi, potevano trovare provvisorio rifugio entro le poderose murature.



Per quel che attiene il periodo di costruzione delle torri nuragiche, la data iniziale è da porsi nell’età del Bronzo Medio (XVI - XV sec. a.C.) e quella terminale nell’età del Bronzo Finale (fine X sec. a.C.) anche se non si esclude che episodi di restauro e di ristrutturazione dei monumenti possano essersi verificati nella successiva età del Ferro.




Su Nuraxi - Barumini Per chi, da queste teoriche descrizioni avesse ricavato il desiderio di visitare qualcuno dei numerosi nuraghi sparsi sul suolo sardo, ricordiamo innanzi tutto il ben noto "Su Nuraxi" ubicato nella fertile regione della Marmilla, lungo la strada provinciale che dal paese di Barumini conduce a quello di Tuili.




Il nuraghe, di tipo polilobato, si erge su un breve altipiano, a circa 230 m. di quota, e mostra una torre centrale circondata da un bastione con quattro torri, a sua volta contenuto in un vasto antemurale dalla pianta all’incirca esagonale, munito di sette torri e di altrettante cortine rettilinee di unione e di due ingressi contrapposti.
Il complesso è visitabile tutti i giorni con accompagnamento di guide, mentre nell’adiacente paesino di Barumini, nei locali dell’ ex convento dei Padri Cappuccini, è possibile visitare l’esposizione di una parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici del nuraghe e prendere visione del multimediale di recente realizzazione.

_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:18    Oggetto: Rispondi citando


Nuraghe Arrubiu (rosso)- Orroli




Vicino ad Orroli nella Sardegna centrale troviamo il Nuraghe Arrubiu, che significa "rosso" con allusione al colore che può assumere il basalto, spesso ricoperta da licheni. Si tratta di un nuraghe pentalobato i cui lavori di scavo sono molto recenti, nel sito archeologico sono stati trovati anche dei reperti dell'epoca romana con strumenti per preparare il vino. Come spesso succede gli insediamenti che avevano una dislocazione particolarmente favorevole venivano utilizzati anche nelle epoche successive.

L'imponente struttura raggiunge i 15 metri di altezza e quasi 3000 mq come area. Purtroppo gli interventi archeologici veri e propri risalgono al 1981. Intorno alla torre centrale sorgono altre 5 torri, collegate l'una all'altra da imponenti muraglioni rettilinei, con un cortile irregolarmente pentagonale al centro.
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:22    Oggetto: Rispondi citando


Torralba (SS) Nuraghe S.Antine

Informazioni sul Nuraghe di S.Antine
Nuraghe S.Antine, la prima planimetria è stata pubblicata nel 1828 da W. H. Smith. Ipotesi e ricostruzione grafica di Alberto Ferrero de Lamarmora nell'atlante "Voyage en Sardaigne" - 1840. Anche l'archeologo Giovanni Spano (dal 1854 al 1867) si interessò a questo splendido monumento, e altri archeologi tra cui: François Préchac, Ettore Pais, Giovanni Pinza (1901) a cui si deve la prima illustrazione fotografica e Antonio Taramelli che nel 1935 effettuò veri e propri scavi archeologici. Un allargamento degli scavi alle vicine capanne e vari restauri furono effettuati da Guglielmo Maetzke e da Ercole Contu nel 19

_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:24    Oggetto: Rispondi citando


vista dall'alto del nuraghe di Torralba
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:28    Oggetto: Rispondi citando


Bottarga
Il termine bottarga o bottariga si riferisce alle uova del muggine o del tonno, salate, pressate ed essiccate. Cabras, sull’omonimo stagno, in provincia d’Oristano, è considerata la patria della bottarga di muggine, mentre un'ottima bottarga di tonno è prodotta nei paesi costieri del Sulcis. Affettata e condita con un filo d’olio, la bottarga diventa un delizioso antipasto. Squisiti gli spaghetti con la bottarga grattugiata.


_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:31    Oggetto: Rispondi citando


SPAGHETTI ALLA BOTTARGA
Un piatto semplice: 3 ingredienti, escludendo la pasta, e una preparazione lineare.
Ma se scegliete e trattate con cura questi semplici alimenti, scoprirete un piatto sublime.

Ingredienti:

Pasta
Bottarga
Aglio
Olio extravergine d'oliva
Fate bollire l'acqua con la giusta dose di sale grosso.
Mentre l'acqua è sul fuoco, grattugiate la bottarga: abbondate, abbondate!

Avrete scelto un aglio sardo, profumato, a spicchi piccoli, sodi e compatti. E che non sia rinsecchito.
Pelatene uno o due spicchi. Se è molto profumato, basta uno.
Dividete lo spicchio in due, in senso longitudinale, e togliete l'anima centrale.

Poi prendete un'insalatiera, dove condirete e servirete la pasta.
Prendete i semi spicchi e spremeteli contro le pareti interne del recipiente, usando una forchetta.
Strofinate i semispicchi su tutta la superficie interna dell'insalatiera e deponeteli sul fondo.

Prendete l'olio extravergine d'oliva fruttato sardo e mettetene un po' (non un cucchiaino dietetico, ma un bel po': l'olio è buono !) nell'insalatiera.
Poi prendete un bel un pugno della bottarga grattugiata e mettetela dentro l'insalatiera: mescolate con un cucchiaio di legno. Muovete l'insalatiera in modo tale che si ungano anche le pareti interne.

In questo modo i sapori dell'aglio e della bottarga si diffondono nell'olio d'oliva creando una stupefacente armonia di profumi mediterranei.

Gli spaghetti sono cotti: scolateli - bene al dente - senza usare lo scolapasta. Usate invece il forchettone, pescateli dalla pentola, 2 o 3 scrollate e, quando ancora sono un po' gocciolanti, via dentro l'insalatiera.

L'operazione deve essere rapida: scolata tutta la pasta, aggiungete un filo d'olio, se quello già presente nell'insalatiera non fosse sufficiente a ungere per bene gli spaghetti.

E contemporaneamente aggiungete il resto della bottarga grattugiata: abbondate, abbondate! Mescolate per bene in modo tale che la pasta sia condita uniformemente.

Beveteci sopra un deciso Nuragus bianco - antico vino fenicio - servito molto fresco.

_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 14:33    Oggetto: Rispondi citando


ecco il nuragus.........bello fresco mi raccomando!!!!!!!!!!
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
maya



Registrato: 24/05/04 16:11
Messaggi: 1403

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 15:01    Oggetto: Rispondi citando


Mannaggia Claudiaaaaaaa,a parte la nostalgia x la splendida Sardegna che non vedo da troppo tempo......stasera mi tocca a girare x recuperare la bottarga e fare gli spaghetti Shocked Shocked Mi hai fatto venire l'acquolina in bocca solo a leggere la ricetta.Continua e se mi dai anche la ricetta di quei favolosi tortelloni di ricotta col miele sopra(mi pare che fosse di corbezzolo)ti sarò grata Wink bacioni da Genova
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 15:14    Oggetto: Rispondi citando


/Le Seadas sono una tipica preparazione sarda che unisce due ingredienti importanti della gastronomia isolana: il formaggio di pecora e il miele di castagno. Un’esperienza di gusto unica, ve lo assicuro!Da assaporare ben calde e accompagnate da un Malvasia di Cagliari o da un Dorato di Sorso.


Ingredienti per le seadas (dosi per 4 persone)

Impasto


250 g semola fina di grano duro
1 uovo
1 cucchiaio strutto
1 presa di sale
olio d’oliva per friggere q.b.

Farcia e finitura


250 g formaggio pecorino (o misto) fresco grattugiato
scorza di 1 limone + 1 arancia non trattati

miele
zucchero a velo q.b.
Preparazione

Prima di tutto preparate l’impasto per seadas: impastate la semola con l’uovo e con qualche cucchiaio di acqua calda nella quale avrete sciolto il sale, aggiungendo gradatamente lo strutto. Alla fine dovrete ottenere un impasto elastico e liscio che poi andrete a stendere in una sfoglia sottile, dalla quale dovrete ricavare dei dischi di circa 10-12 cm di diametro.
Poi preparate la farcia: mescolate con un mestolo di legno il formaggio grattugiato con le scorze degli agrumi, fino ad avere un composto liscio. Se volete potete aggiungere un po’di grappa sarda.
Dividete a metà i dischi di pasta, prenedetene una metà e farcite ciascun disco di pasta con questo impasto. Poi ricopriteli con l’altra metà dei dischi non farciti, sigillate bene i bordi e rifiniteli con il tagliapasta a rotella.
Scaldate bene l’olio in un ampia padella e friggete poche seadas alla volta; sgocciolatele su carta assorbente e poi trasferiteli subito su piatti individuali o su un piatto da portata. Servite le seadas ben calde e cosparse di miele e/o zucchero a velo.


_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 15:14    Oggetto: Rispondi citando


ok maya?
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 15:21    Oggetto: Rispondi citando


Capo caccia Alghero
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
claudia76



Registrato: 09/06/08 16:14
Messaggi: 1813

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 15:22    Oggetto: Rispondi citando


Isola mal di ventre Oristano
_________________
Top
Profilo Invia messaggio privato
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Forum Alessandro Preziosi Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Vai a 1, 2, 3 ... 35, 36, 37  Successivo
Pagina 1 di 37

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi


Powered by phpBB © 2001, 2002 phpBB Group
phpbb.it
Copyright © ADRICESTA ONLUS - Tutti i diritti riservati

Privacy Policy