|
 |
Precedente :: Successivo |
Autore |
Messaggio |
Nanni

Registrato: 10/11/04 16:07 Messaggi: 1221 Residenza: Nus - AOSTA
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 16:09 Oggetto: |
|
SARA' LUI A VINCERE!!!
HO APPENA VOTATO ANCORA ANCHE IO!!!
E' LUI IL MIGLIORE IL NUMERO
 _________________
|
Top |
|
 |
sissi

Registrato: 10/03/04 00:31 Messaggi: 4009 Residenza: ROMA
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 21:37 Oggetto: |
|
[b]solo 40 voti di scarto.....occorre continuare a votare...il distacco non è ancora rassicurante _________________
|
Top |
|
 |
genziana

Registrato: 22/03/04 13:40 Messaggi: 37918
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 21:43 Oggetto: TELEBOLERO DI MERCOLEDI SCORSO PRIMA DI NATALE |
|
Care Amiche di mouse,
come dice l'adagio "l'Epifania tutte le feste si porta via" e quindi credo che sia tempo di tornare a parlare di notizie in questo topic, anche perché "Re Lear" è tornato in scena. Se permettete quindi, riprendo gli ultimi articoli inseriti 5 pagine fa, che parlano di ADRICESTA.
Auguri e Baci, Giuly
P.S. - La notizia del sondaggio del TGcom l'ho inserita in tutti i topic-raduno in basso! Potete continuare a parlarne al Bar Miglioriamoci, alla libreria, in giardino, ecc.
valentina ha scritto: |
TeleBolero - Mercoledì 22 dicembre 2005
Alessandro Preziosi, insieme a Giuliano Gemma e Gabriella Pession, è il protagonista della nuova serie in sei puntate "Il Capitano", ideata e diretta da Vittorio Sindoni e in onda dal 18 gennaio su RAIDUE. Lo abbiamo incontrato a Milano nel corso della presentazione alla stampa e ne abbiamo approfittato per rivolgergli le domande che più stanno a cuore alle sue numerose ammiratrici.
Che previsione fai per la seconda serie di "Elisa di Rivombrosa"?
A.P. "Mi auguro che abbia lo stesso successo della prima. Tengo a Vittoria anche professionalmente e la considero un'ottima attrice. La storia è stupenda e questa seconda serie si sviluppa su tutto il territorio italiano.
Auguro a Elisa il successo di 'Angelica'. In questa serie Elisa è cresciuta molto e spero che Vittoria riesca a trasmettere al pubblico la sua nuova maturità. E per quanto mi riguarda io continuerò ad essere il soldato al servizio del Re di Francia... ma soltanto nelle prime due puntate!"
Questa fiction che cosa ti ha lasciato oltre al successo e all'amore?
A.P. "'Elisa' è stato per me di grande aiuto perché mi ha chiarito le idee su tante cose e mi ha permesso di mettere il mio successo a disposizione degli altri."
In che modo?
A.P. "Ho concesso lo sfruttamento della mia immagine a favore dell'Associazione ADRICESTA ONLUS (Associazione Donazione Ricerca Italiana Cellule Staminali Trapianto Assistenza) Grazie ai proventi ricavati dal mio sito internet https://www.alessandropreziosi.tv cercheremo di creare presso il Reparto Trapianti, Once-Ematologia Pediatrica e Chirurgica Pediatrica di Pescara, una rete multimediale per i bambini lungodegenti ricoverati in isolamento. Nello specifico, tramite postazioni multimediali poste vicino ai loro letti, questi bambini potranno comunicare con l'esterno, usare internet per giochi e ricerche e, soprattutto, creare contatti con le Scuole di appartenenza, Teatri, Auditorium, Biblioteche e Musei."
Alessandro, che progetti futuri hai?
A.P. "Continuo con il 'Re Lear' a teatro e a gennaio sarò a Bologna, Torino e Napoli. A marzo sarò invece sul set della fiction "Il furto della Gioconda" con Martina Stella. Ho tanti progetti teatrali. La mia fissazione continua ad essere quella di portare il pubblico televisivo nelle sale teatrali. Ho anche diverse proposte televisive e cinematografiche: ho un appuntamento con Marco Risi che rimando da tempo. Vorrei fare nuove esperienze, anche se mi rendo conto che la TV è importante per la carriera di un attore, sto imparando a fare meglio il mio lavoro con il Teatro. Per il cinema ci vuole una personalità attoriale più sicura."
Si sa che non ami parlare della tua vita sentimentale...
A.P. "Non è proprio così, ma in realtà i giornali hanno un po' sussumato la mia voglia di raccontare e di raccontarmi. Nonostante sia uno che risponde sempre alle domande in maniera precisa, vedo spesso modificare le mie affermazioni. Quindi evito di parlare d'amore.
La nuova fiction vede al centro della storia un Capitano della Guardia di Finanza (Giulio Traversari) e la sua squadra, fatta di uomini e donne che, dotati di notevoli capacità personali e professionali, muniti di coraggio, strutture e adeguate tecnologie, combattono ogni genere di traffico e la malavita che lo controlla. Ovviamente l'attenzione si focalizzerà anche sui singoli personaggi, sulle loro vicende personali fatte di drammi familiari e non e, perché no, anche sulle loro storie sentimentali."
Alessandro sei passato dalla divisa del Conte Ristori a quella del Capitano Giulio Traversari. Che cosa ha significato per te fare un salto cronologico di quasi due secoli?
A.P. sorride "Innanzitutto qui sono un capitano con dei gradi.
In "Elisa di Rivombrosa" sinceramente non si capiva bene cosa fossi! E non è stato male passare attraverso due secoli indenne, a parte gli scherzi, la mia scelta di interpretare il Capitano non è stata dettata sicuramente dal voler affermare in TV un uomo in divisa. Gli uomini della Guardia di Finanza non sono eroi, nè pretendono di esserlo, sono solo costretti ad esserlo."
Avete avuto un aiuto e supporto tecnico da parte delle Fiamme Gialle?
A.P. "Sì, ci è stata data la possibilità di essere affiancati da loro e, insieme abbiamo lavorato sulla sceneggiatura. Infatti questa fiction rispecchia perfettamente i passaggi burocratici e le relazioni umane di una caserma. Credo che questa sorta di cameratismo verrà fuori. Io lo considero un lavoro onesto caratterizzato da un'umanità forte.
Nella fiction ci sarà molta azione e l'uso di tecnologie sofisticate come l'ausilio di telefoni speciali per scovare le cimici. Sono tutte tecniche reali?
A.P. "Ce le ha suggerite la Guardia di Finanza. Tutto è documentato e niente è lasciato al caso. Solo le storie d'amore sono romanzate."
Come descrivi il 'tuo' Capitano?
A.P. "E' un personaggio fragile. Guardandomi da spettatore ho capito ancora di più la sua grande fragilità: Giulio, infatti, è indeciso se scegliere la strada militare o accettare un posto come consulente di una multinazionale. Solo la morte di un collega e amico lo convince a rimanere nella GDF per vendicarlo. Ho trovato in lui umanità più che nel Conte Ristori."
Che cosa sperate di trasmettere al pubblico con questa fiction?
A.P. "Abbiamo lavorato molto per dimostrare che le forze dell'ordine possono agire attraverso la testa, usando l'intelletto. Non è necessario usare le armi. La determinazione è, comunque, il filo conduttore di questa fiction."
Le storie che raccontate sono inventate o si tratta di fatti realmente accaduti?
A.P. "Vittorio Sindoni ha lavorato a stretto contatto con la GDF per trovare le storie da raccontare. C'è in tutte un fondo di verità. E si tratta ovviamente di tutti casi risolti."
Che tipo di esperienza è stata?
A.P. "Abbiamo girato per 24 settimane tra Roma, Livorno, Brindisi, Capo D'Orlando, Sofia, Messina e la Svizzera. Per me è stata una esperienza dura. Parlano già di seconda serie, ma forse le "esigenze aziendali" non si rendono conto della fatica umana di noi attori. Io mi stanco molto e ora sono una larva."
Ci sarà un risvolto sentimentale tra il tuo personaggio e quello di Gabriella Pession?
A.P. "All'interno della GDF non possono nascere storie d'amore. Si dà la priorità ad altre cose. Addirittura sul set si cheiedeva a Gabriella di essere
rigida e più dura, come una vera donna Finanziere."
Francesca Danieli
|
L'ultima modifica di genziana il Mer Gen 05, 2005 21:47, modificato 1 volta
|
Top |
|
 |
sissi

Registrato: 10/03/04 00:31 Messaggi: 4009 Residenza: ROMA
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 21:46 Oggetto: |
|
possibile che sia l'unico articolo su questa fiction??????? speriamo con l'approssimarsi del 18....ma per ora è deprimente....baci di cuore, Sissi _________________
|
Top |
|
 |
genziana

Registrato: 22/03/04 13:40 Messaggi: 37918
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 21:55 Oggetto: “la stranezza come valvola di sicurezza” |
|
Nel sito ufficiale della GDF e in quello della RAI ci sono trame, fotogallery e filmati: se inserissero on line la prima puntata, la sera del 18 sapremmo già tutto e la suspense? Ciao, Giuly
reggi ha scritto: |
Dal Corriere della Sera edizione di Roma
Capri 1982: tre fratelli e l’avventura in canotto
di MARGHERITA D’AMICO
Nell’estate 1982 Alessandro Preziosi, attore reso molto celebre dalle serie tv Vivere e Elisa di Rivombrosa, ha 9 anni e si trova a Capri con i due fratelli di 14 e 5. Il terzetto contempla il gommone incustodito di mamma e papà, che pare chiamarli a sé con voce di sirena. I Preziosi si aggrappano alla propria virtù per qualche minuto almeno. Poi si consultano, salgono a bordo, giusto per scaldare un po’ il motore. Quindi, in definitiva, mollano gli ormeggi e si ritrovano padroni del mare, con la prua puntata verso il largo. La giornata è davvero fantastica, perciò all'inizio nessuno fa caso al fatto che i tubolari del battello pneumatico si stanno sgonfiando. Quando gli intrepidi realizzano che l’imbarcazione non è più ben sollevata sul pelo dell’acqua, la riva è lontana e il fuoribordo si spegne. Nelle tre ore successive ha luogo un lento inabissamento. C’è spazio per qualche battibecco sull'opportunità di lanciare un razzo, braccia agitate per richiamare altri naviganti, nera angoscia. E la domanda, del tutto nuova, che prende corpo nell'animo di Alessandro è: «Affondiamo?! Possibile che accada proprio a noi, a me?» L’avventura si conclude sul filo del naufragio, con l’intervento della capitaneria di porto che reclama la proprietà di metà del valore recuperato. Il trio Preziosi protesta e si dispera; vana appare ormai ogni speranza di addolcire i genitori e il velo della sciagura avvolge l'orizzonte.
Oggi Alessandro, deciso a curare oltre al lavoro una coscienza civile, sostiene la campagna di raccolta fondi della onlus Adricesta specializzata in cura e assistenza di bambini malati di leucemia. A Roma, con l’appoggio del catering Aesperta, è protagonista di eventi dedicati alla divulgazione del progetto. E se la solidarietà si fonda anche sull’immedesimazione, dell’antica gita in gommone sopravvive
la certezza che quanto capita agli altri, forse, potrebbe di colpo riguardare anche noi.
|
questo articolo che, oltre a parlare di ADRICESTA ONLUS,il che non può che farci piacere, narra l'avventura “la stranezza come valvola di sicurezza” che Alessandro narra in "Personal" (in alto a sinistra sotto la striscia blu) https://www.alessandropreziosi.tv/personal.php
Alessandro Preziosi ha scritto: |
(...)
Vi racconto una storia: ero in mezzo al mare su un gommone e questo improvvisamente sotto la calura del sole cominciò ad apparire sempre più sgonfio, quasi stesse sciogliendosi; andammo alla ricerca di una valvola... Sì, quelle valvole che svitandole e riavvitandole ti permettono di dare una forma al tuo giocattolo e tutti i presenti sul gommone cominciarono a dire: “Che strano che……. Certo che strano!
Non mi è mai capitata una cosa così strana!”
Bè, in mezzo a queste uscite senza senso, finimmo in un mare di stranezze, quella più eclatante fu di trovarsi tutti con il sedere in acqua!
Ah, dimenticavo il titolo di questa storia: “la stranezza come valvola di sicurezza”.
(...)
|
_________________

L'ultima modifica di genziana il Lun Gen 24, 2005 01:03, modificato 1 volta
|
Top |
|
 |
genziana

Registrato: 22/03/04 13:40 Messaggi: 37918
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 22:11 Oggetto: ATTORI A CONFRONTO: ALESSANDRO PREZIOSI |
|
Teatranti.com ha scritto: |
Alessandro Preziosi
Incontriamo Alessandro Preziosi a Roma dove è in tournée con il Re Lear per la regia di Antonio Calenda.
Arrivo in camerino a mezz'ora dall'inizio dello spettacolo. Alessandro Preziosi, assolutamente tranquillo del tempo che passa, continua a truccarsi mentre mi parla. Mi stupisce la sua calma e gli domando se ha dei riti scaramantici prima di andare in scena. Mi racconta del suo personaggio Edmund e di un paio di occhiali. "In questo spettacolo - prosegue - indosso gli occhiali che userò poi in scena nella battuta successiva e li controllo come fossero gli attrezzi del ferramenta. Non hanno mai bisogno di essere controllati, però il materiale che usa Edmond in questo personaggio, ritualmente lo controllo. Edmond ha questa caratteristica cartacea, oggettistica, di dettagli, piccoli appigli, di meraviglie che lui si crea…", mentre parla mi accorgo della cura e dello studio con il quale si è avvicinato al personaggio e comprendo che forse l'attuale calma deriva da una sicurezza acquisita precedentemente.
I riflettori della notorietà sono lontani, inizia l'intervista.
Alessandro Preziosi, hai avuto un percorso se vogliamo un po' particolare, dopo una laurea in Giurisprudenza hai cominciato a lavorare in uno studio legale per poi decidere di diventare attore. Come è avvenuto questo "processo"?
Beh, con una sentenza di assoluzione! È un processo abbastanza naturale, inspiegabile, lo ricostruisco secondo un unico criterio che è quello della scelta. A un ragazzo della mia età (24 anni) viene concessa, dove ce ne siano le circostanze e presupposti familiari, la possibilità di scegliere. Io non ho fatto altro che scegliere. Ho avuto la possibilità di farlo e ho sfruttato questa possibilità. Ho lasciato una vita che forse non mi piaceva, ma che non mi sono neanche dato la possibilità di scoprire se mi sarebbe piaciuta o meno…mi ero laureato in quattro anni, ero abbastanza preparato ed ero anche assistente di Diritto Tributario. Mi divertiva anche farlo, ma lo consideravo più velleitario che non fare l'attore, per cui scegliere di fare l'attore è stato esclusivamente una acquisizione di responsabilità.
Così nel 1998 ti diplomi all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Ricordi la prima volta che sei andato a teatro?< br>
Ricordo che mi annoiavo mortalmente. Andavo con mia madre, ma era più che altro lirica. La prima volta che sono andato a teatro invece era con la scuola, ma anche lì ero ben peggiore dei miei compagni di classe, non ero proprio un bravissimo ragazzo. La sensazione che comunque avevo era di poter emozionare per quanto ero emozionato nel guardare certe cose, mi piaceva la possibilità di riciclare invertendo i ruoli da spettatore a protagonista dello spettacolo. Una sensazione che forse hanno un po' tutti.
Suoni anche il pianoforte e hai inciso dei cd. Cos'è per te la musica?
La musica è la colonna sonora del mio lavoro. Carmelo Bene diceva che il teatro non è tanto una questione di parola ma una questione di suoni. Io ascolto Keith Jarrett da quando ho cominciato a fare teatro e ho scoperto in lui la possibilità, stimolante per un attore, di riportare attraverso le parole le emozioni e suggestioni dei suoni. Cioè riuscire a far raccontare a dei suoni, ritmi. Come succede nell'endecasillabo greco, nella tragedia greca, con Shakespeare dove le battute, le parole non sono tanto parole in sé quanto suoni combinabili tra di loro.
Shakespeare ti ha portato fortuna. Hai iniziato con l'Amleto, ora sei in tourné con il Re Lear sempre per la regia di Antonio Calenda, ma hai interpretato anche ruoli nell'Agamennone, Coefore, l'Eumenidi. Sembra i classici abbiano in qualche modo guidato la tua strada. Come vedi i testi classici rispetto l'avanguardia?
Credo la classicità voglia dire cultura umanistica, il teatro classico più di altri riesce a ricostruire in maniera semplice e comprensibile l'uomo, la centralità dell'uomo, la sua fragilità, la sua forza, la sua drammaticità. Il teatro classico più di altri celebra la vita e celebra in maniera indiscutibile il valore della vita. Certamente quello che ho avuto dal teatro classico non me lo avrebbe potuto dare in maniera così comprensibile altro. Trovo che il teatro vada fatto come il cinema, con un messaggio per tante persone.
Dal teatro alla televisione. Due esperienze totalmente diverse. La televisione illumina all'esterno, il teatro all'interno. È così?
In teoria l'attore non si dovrebbe preoccupare degli effetti collaterali delle medicine che prende perché le prende e basta. L'attore fa televisione perché gli viene offerto un ruolo che gli piace, lo fa guadagnare, gli dà la possibilità di fare esperienza. È una palestra perché la camera, la cinepresa è una brutta bestia che ha non bisogno di una grandissima personalità o esperienza. I presupposti del teatro invece, che sono la disciplina e la ricerca, devono essere molto più presenti dentro te. A volte teatro e televisione sono all'opposto.
Ad un ragazzo che oggi volesse intraprendere la carriera d'attore, tu cosa consiglieresti?
Innanzitutto la determinazione, la sicurezza nei propri mezzi una volta che questi siano stati acquisiti, certificati, registrati e da qualcuno constatati perché credo questa sia oggi la maggior forza di un attore. La società in cui viviamo è piuttosto deprimente perché dà la possibilità di affermarti, ti può buttare giù ma ti lascia giù, non è che poi ti riporta su. Quindi credo la determinazione che sta dietro al caso, al destino sia quella che ti dà la possibilità di arrivare pronto quando il tuo momento arriverà, però devi arrivare pronto. Questa è la vita. Quindi lavorare, che non vuol dire solo studiare. La vita è talmente densa per un attore che credo che, oltre a qualche insegnamento tecnico di esperienza, la vita sia una grande festa.
Il teatro come atto narcisistico o atto di amore verso il mondo?
È un atto d'amore verso se stessi finalizzato alla conciliazione comunicativa ed emotiva con il mondo, un modo per affermare attraverso se stessi dei valori nel bene e nel male. Prendiamo Edmund. Cos'è che può comunicare al mondo, la sua bastardaggine, la sua perfidia? Vuole affermare il male perché il bene possa emergere. Il Re Lear è uno spettacolo teatrale difficile, nel momento in cui arriva un messaggio, arriva in maniera universale. Questo fa il teatro. Credo che riesca a comunicare al mondo qualcosa che sia condivisibile da tutti nello stesso momento.
Sei anche impegnato nel sociale con un progetto dedicato ai bambini…
Vi dico in anteprima che gireremo uno spot con Totti per i bambini leucemici. È una iniziativa che nasce dal riciclo di un successo che considero meritato quale quello di Elisa, ma spropositato rispetto al singolo e quindi dirottato nella sua entità a chi ha bisogno di me. È una iniziativa che ho profondamente voluto, dove metto la mia faccia. Nel mio sito www.alessandropreziosi.tv diffondo questa campagna per aiutare i bambini ad avere, nelle stanze dove sono isolati per necessità oncologiche e di salute, dei computer, delle postazioni multimediali con le quali rimanere in collegamento con l'esterno, sostanzialmente permettere ai bambini di viversi l'ospedale come una esperienza momentanea, un passaggio a livello e non come una stazione da dove si entra e non si esce.
Progetti per il futuro?
Il furto della Gioconda, una fiction sul furto della Gioconda che avvenne nei primi anni del Novecento per la regia di Fabrizio Costa a marzo per Canale 5, un musical che dovremo fare con il Teatro Greco di Taormina Datemi tre caramelle scritto da Carmelo Pennisi e Tommaso Mattei e uno spettacolo di letture di Pessoa che ho già fatto e che porterò in giro ancora.
Sempre in viaggio..
Eh sì, eh sì, …ahimé
Perché ahimé?
Ma perché viaggiare…a volte è bello anche stare fermi, sdraiati e il resto si muove intorno a te, qui mi sembra che mi muovo sempre io…
Maria Letizia Colacchia
|
Teatro.org ha scritto: |
La recensione del nostro redattore
Macerata, teatro Lauro Rossi, Re Lear
UN RE LEAR PIRANDELLIANO
Silenzio. Per minuti lunghissimi e lenti. Immobilità. Come nella storia passata. Nero. Tutto. Dominante la scenografia (Bruno Buonincontri), caratterizzante i costumi (Sabrina Chiocchio), prevalente nella scarsa luminosità delle affascinanti e perfette luci (Nino Napoletano). Nero. Condizione unica dei personaggi, capaci solo di sentire odio, invidia, desiderio smodato di potere, capaci solo di concepire bugie, oscure trame, vendette, in una lotta per la supremazia che sconfigge tutti. Al centro una palude di fango color sabbia, che sembra tutto inghiottire. La prima vittima è Cordelia, che viene diseredata e data in sposa al re di Francia senza dote perché si è rifiutata di mostrare a parole di amare il padre per avere una parte delle sue terre. Ma l’amore ha forse bisogno di parole per esprimersi? O sono invece i fatti a dimostrarlo? Subito Cordelia appare agli spettatori sincera, invece al padre impietosa, non compiacente e troppo orgogliosa: l’allontanamento dalla famiglia/palude di fango sembra condannarla, in realtà la salva. Di condanna si tratta, considerato che la scenografia ad un’aula di tribunale sembra ispirarsi. Proiettori a vista. A destra e sinistra due scranni, nere piattaforme delimitate su un lato da una nera balaustrata con un breve spazio per accedervi, come in tribunale. Qui si trovano le due parti contendenti, Cordelia e le sorelle. Al centro il re, su uno scarno trono, dove fino a poco prima era seduto il matto (fin dall’ingresso degli spettatori in platea, che avviene a sipario aperto), chiaro fin da subito quanto Lear e il matto siano vicini, interscambiabili. Proprio il matto ha il dono di percepire gli errori altrui e di rivelarli con lucide e ciniche battute.
Lear, prima caparbio, ostinato, dal pessimo carattere, altro non è che un fragile vecchietto, mite, gentile, indifeso, capace di piangere lacrime amare di pentimento e di rimorso quando il suo “vecchio cuore si è rotto”, sempre regale nel contegno, anche quando è seduto su un esile sgabello o quando il suo trono diventa il tronco di un albero enorme ed abbattuto, anch’esso metafora della vetusta età del protagonista.
Il regista Antonio Calenda ha fatto ampi tagli alla partitura shakespeariana (efficacemente tradotta da Agostino Lombardo) e soprattutto ha trasformato Lear in un personaggio dagli accenti pirandelliani, che ricorda nella follia Enrico IV. Una scelta che non ho condiviso fino in fondo ma che mi ha convinto per l’impressionante interpretazione di Roberto Herlitzka, che riesce a sorprendere in continuazione giocando su più registri. Herlitzka è ironico, divertente, commovente, comunque e sempre grandissimo, un’interpretazione, la sua, che indubbiamente costituirà un punto di riferimento per allestimenti futuri. Intorno a lui un ampio numero di attori, non sempre adeguati: convincenti Luca Lazzareschi (Edgar), Daniela Giovanetti (Cordelia), Rossana Mortara (Gonerilla).
Buona prova anche per il beniamino televisivo Alessandro Preziosi (Edmund), da cui forse ci si attende tanto, penalizzandolo con l’eccesso di popolarità televisiva. Invece Preziosi ha la perseveranza di portare avanti lunghe e impegnative turnè teatrali, l’umiltà di scegliere ruoli non da protagonista bensì personaggi affini alle sue sensibilità interpretative, la forza costante di non perdere la concentrazione nonostante l’insopportabile fastidio dei flash delle macchine fotografiche delle numerose fans (un segno di inciviltà e di mancanza di rispetto che l’attore ha rimarcato con il suo atteggiamento durante gli applausi finali, tenendo il viso abbassato). Da sottolineare il suo modo di recitare anche con le mani e le dita, il loro perenne movimento, insieme ad un linguaggio del corpo che ottimamente rende la vera natura di Edmund, il suo essere un infido serpente. Nel secondo atto è bello a vedersi e particolarmente efficace il combattimento tra lui e l’odiato fratellastro Edgar, con delle rosse spade di legno, che ricorda i combattimenti in alcuni film orientali, in cui lo scontro è non solo fisico ma anche mentale e caratteriale, due universi che si oppongono.
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto a Macerata, teatro Lauro Rossi, il 29 novembre 2004.
Francesco Rapaccioni
|
L'ultima modifica di genziana il Mer Gen 05, 2005 22:44, modificato 1 volta
|
Top |
|
 |
genziana

Registrato: 22/03/04 13:40 Messaggi: 37918
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 22:31 Oggetto: ATTORI A CONFRONTO: ROBERTO HERLITZKA |
|
Teatranti.com ha scritto: |
Roberto Herlitzka
Intervistiamo Roberto Herlitzka, attore intenso e raffinato impegnato in questi giorni in una eccellente interpretazione del Re Lear, per la regia di Antonio Calenda. Recentemente insignito del "PREMIO GASSMAN" come migliore attore italiano dell'anno, reduce dal grande successo per l'interpretazione di un ruolo femminile in "Lasciami andare madre" di Lina Wertmuller, e della toccante interpretazione cinematografica di Aldo Moro, nel Buongiorno Notte di Marco Belloccio, Roberto Herlitzka è unanimemente riconosciuto come il nostro più grande attore .
Re Lear è sicuramente una tappa importante nella vita artistica di un' attore, ci racconta qual è stato il suo incontro con questo personaggio?
L'incontro è avvenuto molto tempo fa quando ho letto per la prima volta la tragedia, ed ho pensato subito che, prima o poi, mi sarebbe piaciuto essere Lear. Avevo visto un paio di versioni, una dieci anni fa con Renzo Ricci, molto bella. Poi sono diventato vecchio ed ho capito che potevo cimentarmi con questo grande testo. Così l'ho proposto sia a Mario Chiocchio, che dirige il teatro Greco qui a Roma, e ad Antonio Calenda, un regista con il quale ho già lavorato altre volte e che mi ha sempre tenuto presente, e così si è avviata una coproduzione e a questo punto… è successo, abbiamo deciso di farlo!
Cosa cerca in un testo per interpretarlo?
Intanto cerco che il testo abbia una sua bellezza, che il testo abbia un suo valore poetico, e che ci sia un personaggio che mi piacerebbe veramente fare. E' necessario che il personaggio mi entusiasmi, anche perché quando si sceglie un personaggio, ci si convive molto insieme , bisogna amarlo.
La drammaturgia contemporanea italiana, fatta eccezione per alcuni fortunati casi, trova ancora molta difficoltà nell'essere rappresentata. Cosa manca secondo lei ai nuovi testi per spiccare li volo?
C'è un'osservazione che mi capita spesso di fare quando mi danno da leggere nuovi testi, ed è un'osservazione che non si riferisce tanto alla possibilità di essere rappresentati, quanto invece all'essenza dell'argomento, io noto spesso che questi nuovi autori, hanno delle idee e sanno anche scrivere dei personaggi, ma non si sente in loro la necessità di scrivere, di usare le parole, le usano come un mezzo per raccontare, ma il linguaggio non è la loro esigenza primaria. Questa osservazione spesso viene fraintesa, pensando che a me piaccia la lingua barocca, ma non è così, a me piace che la lingua sia la prima espressione e che le storie vengano dopo. Secondo me è questo che manca, per una drammaturgia che sia tipica di una nazione, a volte i nuovi testi sembrano dei testi tradotti, nei quali la parola è sempre meno curata dell'immagine o del significato. Bisogna ricordarsi che tutti i più grandi autori , un linguaggio se lo sono inventato, perché non riuscivano a farne a meno.
Che consiglio darebbe a chi volesse intraprendere la carriera dell'attore?
Io do dei consigli molto impopolari, perché consiglio sempre di studiare, in realtà oltre alla studio è necessario avere delle qualità ed una grande passione, perché senza un vero desiderio di fare questo mestiere, non si riuscirebbe a sostenere il ritmo di vita che comporta questo mestiere.Poi quando si riesce a fare questo mestiere, ricordarsi che studiare una parte non è solo impararla a memoria, ma sviscerarla, imparare a girarsi le parole nella mente per trovare il modo migliore di dirle, ci sono modi infiniti, certo, ma alla fine bisogna sceglierne uno, ma senza fermarsi al primo che spesso non è quello giusto.
Cosa ricorda del suo maestro Orazio Costa?
Ho molti ricordi di Orazio Costa, che mi ha veramente aperto la mente e gli occhi, come ha fatto con molti altri. Mi ha iniziato al teatro come vera e propria arte e non solo come campo di successo, che pur tutti vorrebbero avere, ma ci ha indicato davvero la bellezza di questa attività, troppo spesso si sente dire agli attori, che questo è un mestiere, e certamente lo è ma non dimentichiamoci che il teatro è anche un'arte, e questo non lo dico per vanto ma per umiltà, perché ci vuole umiltà per essere artisti.E' molto facile fare l'artista, ma è difficilissimo, riuscire a fare qualcosa.
Alcuni mesi fa, è stato segnalato dalla giuria popolare del "PREMIO GASSMAN" come migliore attore italiano dell'anno, che cosa ha significato per lei? E che rapporto ha lei con il pubblico?
Sono stato felicissimo di riceverlo, un premio dato dal pubblico è certamente il più lusinghiero per un'artista. Devo dire che io con il pubblico non ho un rapporto facilissimo , mi crea sempre un po' di preoccupazione, perché nella mia vita di attore, non ho quasi mai partecipato a compagnie di grande popolarità; sono abituato ai piccoli pubblici, magari di appassionati, visto che spesso le cose che ho fatto non interessavano la maggiorana. Il grande pubblico di questi giorni, non mi preoccupa, perché lo spettacolo piace moltissimo, ma mi risulta inusuale, vista la mia abitudine alle piccole platee o addirittura alle assenze di pubblico! Ma in realtà quando recito, faccio parte anch'io del pubblico, e non sono neanche uno spettatore molto clemente nei miei confronti Spesso il mio sotto pensiero mi guarda in scena, c'è qualcosa che accomuna, anche se in misura differente, gli attori, ed è il narcisismo, questa voglia di essere guardati, che infondo è comunicazione.
Quali sono i suo prossimi progetti teatrali?
Nel mio futuro c'è più di una ripresa, dopo il Re Lear, che girerà l'Italia fino a Marzo, riprenderò lasciami andare madre, diretto da Lina Werthmuller e poi penserò ai progetti estivi.
Il cinema in questi ultimi anni le ha dato grandi soddisfazioni, le piacerebbe confrontarsi ancora con questo mezzo?
Il cinema mi piace moltissimo, e mi piacerebbe conciliarlo con il teatro, purtroppo, spesso i tempi si elidono, però non è che abbia molte proposte per il cinema, oltre Buon Giorno Notte di Belloccio, ho sempre fatto, film di nicchia che spesso non arrivano in modo capillare nelle sale cinematografiche, ma sono felice di averli fatti e mi piacerebbe farne ancora.
Filomena Di Zio
|
AurAweb.it ha scritto: |
Roberto Herlitzka. A tu per tu con un grande attore
Di Antonio Lionetti - sabato 18 dicembre 2004
Il Re Lear di William Shakespeare presentato al Teatro Verdi di Firenze dalla compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha i tratti lineari e lo stile teatrale di Roberto Herlitzka, attore di origini piemontesi considerato giustamente il più importante interprete contemporaneo nel panorama artistico nazionale.
Un riconoscimento che gli è stato tributato anche dal pubblico, grazie al quale recentemente è stato insignito del premio Gassman appunto come miglior attore italiano dell’anno.
Persona di grande sensibilità teatrale e pure così poliedrico nella sua attività anche cinematografica, Herlitzka è stato Aldo Moro nel "Buongiorno notte" di Marco Bellocchio, nel quale ha riconosciuto con la sua interpretazione la profonda dignità umana e morale di un una persona rimasta sola nel momento di estrema difficoltà.
Abbiamo incontrato l’attore torinese a Firenze in occasione del suo "Re Lear" e gli abbiamo subito chiesto come considera questo personaggio di Shakespeare visto dal suo modo di fare teatro.
"E’ difficile descrivere un personaggio così complesso, che racchiude un po’ tutte le caratteristiche dell’animo umano. Se proprio devo darne una definizione direi che si tratta molto semplicemente di un ‘vecchio’, una persona ormai anziana che tradisce tutte le sue storture e le sue fragilità, ma che si scopre capace anche di ottenere le conquiste che ogni uomo può ottenere nella vita. Ma soprattutto scopre con piacere valori profondi che forse non pensava nemmeno di possedere, e che proprio per questo lo disorientano a tal punto da indurlo alla sua sana follia".
"Otello", "Misura per misura", ora appunto "Re Lear", continua così il suo viaggio artistico attraverso Shakespeare. Cosa significa per un attore interpretare un’opera del grande drammaturgo inglese?
"Beh, Shakespeare è Shakespeare, ovvero il massimo che un attore può sperare di portare in scena. Non a caso è stato definito come uno che ha copiato piano piano tutti i grandi che sono venuti dopo di lui, nel senso che già quattrocento anni fa ha saputo offrirci un campionario completo di tutti i caratteri umani, al quale non manca davvero nulla".
Cosa la colpisce di più in un testo o in un personaggio che la convince a sceglierlo e a portarlo in scena?
"La prima lettura è senz’altro fondamentale per la mia scelta. Leggere per la prima volta un testo teatrale mi aiuta subito a indirizzarmi correttamente verso determinati personaggi, che mi possono attrarre di più rispetto ad altri. Comunque a me piace soprattutto stare in scena, come penso che avvenga per tutti gli attori, per cui è bello cambiare spesso personaggi anche molto diversi tra loro, è una forma di esercitazione continua per la propria capacità interpretativa".
Quanto è importante il linguaggio con cui viene rappresentato un testo teatrale e quanto aiuta la gestualità sul palcoscenico?
"Direi che il linguaggio è fondamentale perché chi scrive per il teatro ha poi bisogno di esprimersi, ecco perché un po’ tutti i più grandi autori si sono praticamente inventati un proprio linguaggio. Certo in scena ogni attore ci mette del suo con la gestualità e la fisicità, ma il linguaggio resta l’anima di ogni testo teatrale. Ecco perché il teatro in lingua originale è un’altra cosa, ha un’altra vita, proprio perché è la forma di linguaggio in cui è stato concepito e creato".
Torniamo a lei e alla sua carriera. Recentemente il successo di pubblico le è stato riconosciuto con l’attribuzione del premio Gassman come miglior attore italiano dell’anno. Ma qual’è il suo rapporto con il pubblico?
"Non è mai stato un rapporto molto semplice. Io non sono stato mai abituato ai grandi pubblici, ho sempre frequentato teatri piccoli, un po’ "off" per così dire, e poi devo dire che mi reputo un attore molto esigente. Dal pubblico infatti vorrei sempre la massima attenzione, ma purtroppo devo constatare che soprattutto in questi ultimi tempi la situazione sta precipitando, e il pubblico è forse un po’ troppo abituato alla TV, che tende a prevaricare su tutto. Prima era diverso, il pubblico a teatro sapeva regalare più attenzione e quindi maggiore rispetto alla scena e ai suoi protagonisti".
Roberto Herlitzka e il cinema. Cosa significa per lei l’esperienza cinematografica rispetto alla recitazione sul palcoscenico di un teatro?
"E’ un’esperienza sicuramente molto diversa che ho sempre fatto volentieri, anche da protagonista. Film magari di non grande distribuzione, o comunque non così fortunati come quello di Belloccio, che ha avuto il pregio di accontentare un po’ tutti e di mantenere intatte le sue caratteristiche di grande qualità. Mi piacerebbe comunque continuare a fare anche cinema oltre al teatro".
Il grande pubblico la ricorda appunto per l’interpretazione di Aldo Moro in "Buongiorno notte" di Marco Bellocchio. Ma c’è qualche altro film o personaggio a cui lei è particolarmente legato?
"Sicuramente il film di Salvatore Piscicelli "Il corpo dell’anima", ma anche i personaggi che ho interpretato in "L’ultima lezione" (dove era il professor Caffè) e in "Marianna Ucrìa". Sono legato in egual misura a queste storie e ai loro protagonisti".
E il personaggio che più le piacerebbe interpretare sul grande schermo?
"Un pianista. Sì, ho visto altri film in cui i protagonisti interpretavano appunto figure di grandi pianisti e mi hanno sempre attratto le scene in cui si vedono suonare così bene. Ecco, rivedermi poi suonare un pianoforte con tanta maestrìa mi farebbe davvero un immenso piacere".
Tornando al teatro, cosa manca ai nuovi testi per diventare vera drammaturgia, degna di essere trasportata con successo sul palcoscenico?
"Di autori veri, di spessore ce ne sono in giro, ma quello che manca invece è proprio il linguaggio, la capacità cioè di far esprimere i personaggi in modo originale, vivo, attraverso un modo di esprimersi che deve restare peculiare di ognuno. E’ un concetto che ho provato ad esprimere spesso ai giovani, ma non è facile perché loro tendono a usare invece il linguaggio come veicolo per arrivare al pubblico, e oggi esistono tanti modi per farlo, anche molto sbrigativi, per cui gli autori hanno maggiori difficoltà nel creare veramente qualcosa di nuovo".
Lei spesso divide appunto la scena con giovani attori. Cosa si sentirebbe di dire a uno di loro che si appresta ad affrontare per la prima volta un autore come Shakespeare?
"Mi permetterei di suggerire loro un modo forse poco popolare di affrontare il lavoro, cioè studiare, studiare, studiare. Leggere molto la parte da interpretare, ma farlo con metodo e attenzione, perché è impensabile quante cose che nemmeno si immaginavano si riescono a scoprire rileggendo per bene i testi. Ma mi rendo conto che dare consigli non è facile, e che spesso il modo di arrivare a interpretare una parte può anche essere più veloce e meno faticoso".
A proposito della Sicilia e dei personaggi siciliani che a volte ha interpretato, lei ha detto che "essere siciliani è una grossa responsabilità, un impegno più oneroso di quello che si ha se si appartiene invece a un’altra regione italiana". Quanto c’è del piemontese Roberto Herlitzka nella sua carriera di attore?
"Devo dire che non sono molto legato dal punto di vista linguistico alla mia terra, perché non ho mai sentito di avere un mio dialetto. La responsabilità del siciliano sta invece proprio nell’importanza che il dialetto di quella terra ha sempre avuto nella rappresentazione di fatti e personaggi che riguardassero la Sicilia. Ma devo anche confessare che negli ultimi tempi, sarà forse anche per l’età, mi sono reso conto che le esperienze dell’infanzia e dell’adolescenza sono sempre quelle che più ti restano dentro, per cui ben venga ora ogni tanto qualche intercalare del mio piemontese, mi accorgo di essere contento se mi capita".
Il grande teatro shakespeariano, il cinema d’autore. Cosa c’è ora nel suo futuro prossimo, ancora palcoscenico o grande schermo?
"Il cinema non l’ho certo messo da parte, anche se per ora è il teatro che mi vede impegnato più direttamente. Con "Re Lear" andremo avanti sicuramente fino a marzo del prossimo anno, ma poi contiamo di riprenderlo per la stagione successiva al Piccolo di Milano.
"Contemporaneamente sempre da marzo riprenderemo con Milena Vukotic e la regia di Lina Wertmuller un lavoro teatrale che si intitola "Lasciami andare madre", tratto dal libro di una scrittrice tedesca. E’ il racconto di una figlia che si accorge della madre novantenne che, anziché ritirarsi in ospizio, va a fare l’aguzzina nei lager nazisti. Pensate che io interpreto proprio la madre, e questo per me è uno stimolo davvero notevole, perché penso che le esperienze di un attore debbano sempre essere le più diverse possibili. Cinema compreso naturalmente, anche se, credetemi, è davvero molto difficile conciliare tutti e due gli impegni, ma io cercherò di farlo anche in futuro".
Link: http://www.auraweb.it/articolo_benessere.asp?cid=25&aid=986
|
[/quote]
|
Top |
|
 |
Adry

Registrato: 07/05/04 18:52 Messaggi: 3257 Residenza: provincia di Trapani
|
Inviato: Mer Gen 05, 2005 22:43 Oggetto: |
|
CURIOSITA':R.HERLISTZKA INIZIERA' LA TOURNE'E DI "LASCIAMI ANDARE MADRE"DA PALERMO NEL MESE DI APRILE,POCHI GIORNI DOPO AVER CONCLUSO LA SUA TOURNE'E CON RE LEAR NELLA STESSA PALERMO.
QUEST'OPERA HA AVUTO UN NOTEVOLE SUCCESSO NELLA SCORSA STAGIONE TEATRALE,ED E' MOLTO CURIOSO VEDERE HERLISTZKA NEI PANNI DI UN' ANZIANA DONNA.
|
Top |
|
 |
ROBERTA da Capri

Registrato: 08/06/04 11:33 Messaggi: 68 Residenza: Capri
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 01:19 Oggetto: VA IN SCENA LA GELOSIA |
|
Sul Telepiù uscito martedì, c'è un trafiletto che titola:
VA IN SCENA LA GELOSIA
I soliti bene informati sostengono che Alessandro Preziosi sia furibondo con la sua compagna Vittoria Puccini che sembra avere un gran feeling con Antonio Cupo. L'attore ha sostituito proprio Preziosi nella nuova serie di Elisa di Rivombrosa, dopo che il conte Ristori è stato ucciso, e con il quale Elisa vive una ardente passione.
Secondo voi sono vere queste voci che circolano???
Io spero di no. _________________ Fabrizio: "Io appartengo ad Elisa...e sarò soltanto suo...o della morte".
|
Top |
|
 |
sissi

Registrato: 10/03/04 00:31 Messaggi: 4009 Residenza: ROMA
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 01:33 Oggetto: |
|
TELEPIU' OK...MI FIDO, MA è UN TRAFILETTO O UN ARTICOLO CON FOTO... PER QUANTO RIGUARDA LA VERIDICITA' O MENO DI QUANTO AFFERMATO......PUO'DARSI DI SI COME DI NO...HO SMESSO DI PREOCCUPARMENE...MA LORO SONO IN PRIMO LUOGO PERSONE, E ANCHE NORMALI.....NONOSTANTE IL LORO ESSERE PERSONAGGI PUBBLICI.
ERGO....PER ME ALESSANDRO PUO'ANCHE ESSERE GELOSO (NON è MICA UN SANTO) MA SONO ESSENZIALMENTE FATTI SUOI...
BACI DI CUORE, SISSI _________________
|
Top |
|
 |
ROBERTA da Capri

Registrato: 08/06/04 11:33 Messaggi: 68 Residenza: Capri
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 01:59 Oggetto: |
|
Sissi è un trafiletto piccolo che ho riportato per intero. C'è solo una foto di Vittoria e Antonio Cupo nei panni di scena. _________________ Fabrizio: "Io appartengo ad Elisa...e sarò soltanto suo...o della morte".
|
Top |
|
 |
sissi

Registrato: 10/03/04 00:31 Messaggi: 4009 Residenza: ROMA
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 02:07 Oggetto: |
|
allora non lo compro....io cerco quasi solo foto del mio adorato giulio...(alias alessandro) grazie per l'informazione.....e saluti al mare di capri baci di cuore, sissi _________________
|
Top |
|
 |
ELLY88

Registrato: 26/05/04 18:45 Messaggi: 822 Residenza: correggio (RE)
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 02:41 Oggetto: |
|
cmq lunedi 3 gennaio ale era al teatro e c'era vittoria... cmq secondo me sn tutte balle che si inventano i giornali.
se v'interessa su "di +" c sn ale e vittoria. c'è scritto che ale sara' nella fiction il capitano e che vuole sposare vittoria... mentre su vittoria c'è scritto che antonio cupo fa ingelosire alessandro ma che lei ricomferma di amare solo ale...
su "chi" c'è un articolo su ale e vittoria con delle immagini bellissime e ale ha regalato a vittoria per il suo compleanno un rosone del '700 che lei mettera' nel suo nuovo appartamento a roma.dicono ke vittoria sia stressata, litiga con i colleghi perche' sente la mancanza di ale cmq sembra ke stiano x andare a vivere insieme...
|
Top |
|
 |
valentina

Registrato: 09/03/04 18:03 Messaggi: 18106 Residenza: Milano
|
Inviato: Gio Gen 06, 2005 05:22 Oggetto: |
|
ANCHE SE NON è GIORNATA PER QUANTO è SUCCESSO ALLA NOSTRA CARISSIMA GIUREN CHE RISPETTO IL SUO FORTE DOLORE CHE HA DENTRO .VOLEVO DIRVI CHE SU CHI TROVATE IN COPERTINA ALE E VITTORIA IL GIORNALE è INSIEME A DONNAMODERNA COSTA 2 EURO ,LO SO CHE NON è OPPORTUNO IN UN MOMEMTO COSì,SONO ADDOLORATA PER GIUREN A CUI VOGLIO MOLTO BENE .BACI A TUTTE _________________
|
Top |
|
 |
Silvia71

Registrato: 12/04/04 17:51 Messaggi: 367 Residenza: Roma
|
Inviato: Ven Gen 07, 2005 04:20 Oggetto: |
|
ALESSANDRO E VITTORIA STANNO SU CHI DI QUESTA SETTIMANA IN COPERTINA. _________________ Spero che la stella del mio ricordo ti accompagni nell' universo..........!!!!!!!!!!
|
Top |
|
 |
|
|
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi
|
|